Profumo: mondo vegetale VS mondo animale

Tratto da “In Giardino n.67 – Luglio-Agosto 2019″

Autore: Nicla de Carolis

Pare che l’odore di erba tagliata – lo definirei profumo forte ma buono – secondo gli scienziati sia un modo di gridare aiuto, comune a molte piante quando si trovano in condizioni di stress, cioè quando sta succedendo loro qualcosa di negativo per la propria salute (come essere mangiate o avere poca acqua), un modo per allertare altre piante o alcuni animali di quello che sta succedendo loro.

Andando per giardini in primavera e in estate i profumi che si alternano sono una goduria per chi sia di “naso” sensibile: dall’impareggiabile mimosa, con una fioritura smagliante che purtroppo dura poco, al delicato lillà, alle gardenie dal profumo inconfondibile e persistente. Per non parlare del pitosforo, del gelsomino e delle rose, regine del giardino dalla fragranza delicata e la cui fioritura ci accompagna da maggio a ottobre. E poi nei viali alberati di città si viene inebriati dall’olezzo dei meravigliosi tigli che offrono frescura e bellezza anche per centinaia di anni e i cui grappoli di fiori discreti sono irresistibili per gli insetti impollinatori. Infatti, motivo principale per cui il mondo vegetale si “esprime” con il profumo è la sua sopravvivenza: gli effluvi dei fiori attirano gli impollinatori, api, farfalle, uccelli che, spostandosi di pianta in pianta, trasportano il polline e garantiscono la nascita di nuovi vegetali odorosi.

Inebriati dai profumi della natura che in questa stagione sono così piacevolmente invadenti, sorge spontanea una considerazione:
il regno vegetale, in tutte le sue “esternazioni”, profuma, il regno animale, del quale facciamo parte anche noi umani, senza mezzi termini, ahimé, puzza. Basti pensare a un cane bagnato o all’odore acre dei felini, alle stalle di bovini, di cavalli, di maiali o capre. Per non parlare degli animali che emettono odori mefitici per difendersi come la puzzola, l’avvoltoio, le cimici. Ma neanche noi umani siamo da meno: avete mai provato a entrare in un ufficio o un luogo pubblico dove soggiornino un po’ di persone e non ci sia un adeguato ricambio d’aria? Nonostante oggi più o meno tutti facciano una doccia al giorno e usino deodoranti, l’odore è pesante perché ogni minuto i nostri polmoni immagazzinano circa 5-8 litri di aria nuova ed espirano un volume simile di anidride carbonica. A ciò si aggiunge quanto trasuda dalla pelle per quel che si mangia, si beve, si fuma.
Si dice che quando un uomo corre “inquina” più di un’auto ibrida… ma anche quando non corre si fa “sentire”.

È imbarazzante questo “confronto olfattivo” che vede il mondo animale schiacciato dalla supremazia del mondo vegetale: un motivo in più per amare il nostro spazio verde e tutto quel che ci dà.

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