Terrazzo alla veneziana bello e possibile

Tratto da “Rifare Casa n.88 – Luglio/Agosto 2023″

Autore: Nicla de Carolis

Quei terrazzi sono eccellenti, che si fanno di coppo pesto e di ghiara minuta e di calcina e di cuocoli di fiume (…) e sono ben battuti: e devolsi fare nella primavera o nell’estate acciocché si possano ben seccare… Ella si fa con calcina et con tegola o mattoni ben pesti, et s’incorpora assieme. Vi si aggiunge una parte di scaglia di sasso istriano polverizzato, et questa mistura alquanto soda, si distende sul suolo di tavole ben fitto, con chiodi, acciocché non si torca e resista al peso. Indi con ferri fatti a-posta, si batte et calca per qualche giorno. Et spianato ogni cosa et indurita ugualmente vi si mette di sopra un’altra mano o coperta di detta materia, nella qual si incorpora o cinabro, o color rosso. Et poi che si è riposato per qualche giorno gli si dà l’olio di lino col quale il terrazzo prende il lustro per si fatta maniera che lo uomo può specchiarvisi dentro”. Così scriveva il mitico architetto Andrea di Pietro della Gondola, detto Palladio (1508-1580), descrivendo i terrazzi alla veneziana chiamati per questo Palladiane, pavimenti continui realizzati appunto con un impasto di materiali diversi, sapientemente steso e decorato da abili artigiani con tecniche precise fino a formare una superficie unica, spesso una vera opera d’arte.

Pur apprezzando i pavimenti in ceramica, impareggiabili per varietà di colori, forme, facilità di pulizia e resistenza, amando i caldi pavimenti di legno, ho un debole per i pavimenti continui che hanno il vantaggio di essere senza fughe e sono realizzazioni uniche in cui gioca un ruolo fondamente la bravura dell’artigiano. Oltre al citato ed esclusivo terrazzo alla veneziana, e prima ancora i pastelloni e il coccio pesto, rientrano tra i pavimenti continui gli attuali pavimenti in resina in microcemento.
Rispetto ai loro antenati hanno subito una grande evoluzione per soddisfare le esigenze delle ristrutturazioni/nuove costruzioni di oggi. Innanzitutto sono caratterizzati da bassissimo spessore, 2 o 3 millimetri, si possono sovrapporre alle vecchie pavimentazioni senza creare rialzi e dover intervenire rifilando le porte e poi, cosa ancor più importante per la fretta che contraddistingue il nostro secolo, non hanno bisogno di 30/90 giorni per l’asciugatura e la maturazione del cemento.
Comunque, se non ve la sentite di avventurarvi nella realizzazione di una vera Palladiana, c’è la possibilità di averne una a basso spessore con lavorazioni e tempi simili a quelli di resine e microcementi; la bellezza è notevole ma non paragonabile agli originali d’epoca.
Nello speciale da pagina 68 troverete tutte le informazioni utili per scegliere bene un meraviglioso pavimento senza fughe, ottimo per raccordare pavimenti ammalorati ad altri ancora belli oppure per rinnovarli senza lavori di demolizione.

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