Il furore concreto dello Zar amante del fare

Tratto da “Far da sé n.507 – Agosto 2020″

Autore: Nicla de Carolis

Pietro I il Grande, Zar di Russia dispotico e al tempo stesso innovatore, eroe nazionale in patria, è una figura importante nella storia e piuttosto interessante per chi ama la manualità: tra il XVII e XVIII secolo, in un mondo di nobili parrucconi che avevano bisogno di “servi” per fare qualsiasi cosa, persino per vestirsi, Pietro aveva la passione per la falegnameria. Sull’aneddoto del giovane Zar, recatosi in Europa in incognito, impiegato come semplice manovale in un cantiere navale, Gaetano Donizetti scrisse addirittura un melodramma burlesco, Il falegname di Livonia, che era appunto Pietro. La sua passione per le costruzioni navali e la navigazione, l’immensa sete di apprendere e la decisa volontà di far progredire la Russia secondo il modello dell’Occidente, lo portarono ad affrontare un lungo viaggio di studio e di aggiornamento dai cantieri d’Olanda all’ Inghilterra, dove seguì un corso di costruzione navale.
Ma la cosa che lo rese particolarmente un “uomo del fare”, come si direbbe oggi, è il progetto visionario, in contrasto con il buon senso e le leggi della natura, per la realizzazione di una grande, meravigliosa città nel bel mezzo di improbabili foreste paludose: San Pietroburgo, capitale dell’Impero Russo per lungo tempo, tuttora una delle città più belle, non solo della Russia. La zona era una landa desolata dove non vi erano palazzi che potessero ospitare lo Zar, così Pietro fece costruire una casetta in legno di 60 metri quadrati, arrivata fino ai giorni nostri, con vista sull’imponente cantiere, dove abitò negli anni del suo grandioso progetto. La “cabina” fu realizzata in soli tre giorni da tre falegnami di prima classe; questa versione, ce ne sono altre, è quella che accende di più la nostra fantasia e ci fa immaginare i tre abili artigiani al lavoro giorno e notte per consegnare questo modesto alloggio allo Zar. Oggi le tre stanze, dove sono ancora presenti oggetti dello Zar, sono contenute in una costruzione di mattoni, un involucro voluto da lui stesso per conservarle visto il legame affettivo con il periodo lì trascorso.
Un uomo tanto potente aveva gusti semplici e si era adattato a vivere in quello che oggi sarebbe un prefabbricato da cantiere, per seguire passo passo il suo progetto azzardato. Apprezzava e conversava abitualmente con semplici artigiani e marinai; amava lui stesso lavorare il legno, proprio come un falegname: da questo quadro emerge una concretezza molto affine a chi ama fare e inusuale allora, ahimé, come oggi, soprattutto tra chi è al potere. Ci piace pensare che queste caratteristiche dello Zar gigante, era alto più di 2 metri, unite alla capacità di avere una visione progettuale fuori dagli schemi del tempo, siano state il motore che ha generato una città unica come San Pietroburgo.

Pietro I ritratto sulle rive del fiume Neva davanti alla
sua “cabina” studia il progetto della costruenda San Pietroburgo

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