Copritermosifoni | Guida completa alla costruzione fai da te

Costruire copritermosifoni è un’attività fai da te divertente, piuttosto semplice e che offre risultati qualitativi apprezzabili

Al giorno d’oggi i termosifoni vengono concepiti come oggetti d’arredo, sono meno ingombranti anche quando hanno grandi dimensioni, beneficiano di finiture moderne e si integrano bene negli ambienti domestici; non si può dire altrettanto di quelli vecchio stampo, specialmente se sono di ghisa, per non parlare dei “baffi neri” che lasciano sulla parete appena sopra di essi. Per questo, spesso, occorre costruire copritermosifoni che li nascondano senza limitare la diffusione del calore che producono.

Il copritermosifone classico è costituito da un pannello frontale traforato tra fianchi che possono essere ciechi o anch’essi traforati, ricoperto da un top che evita la risalita dell’aria, limitando la dispersione del calore verso il soffitto e la macchiatura della porzione di parete immediatamente sopra il radiatore; nelle versioni sottofinestra si può fare a meno dei fianchi, agganciando il pannello alla faccia inferiore del davanzale interno e facendolo appoggiare a pavimento.

Per costruire copritermosifoni sono ideali i grigliati di legno che si trovano grezzi o pretrattati anche senza bordatura e si tagliano con facilità nelle dimensioni volute, a misura di una cornice, ma si possono utilizzare anche pannelli traforati di lamiera, oppure in rete metallica o di materiale plastico; lo stesso vale per il telaio, che può essere di legno o di alluminio, leggero e facilmente spostabile per le pulizie.

In questo caso, invece, per realizzare il pannello traforato vengono utilizzate le lamelle recuperate da una veneziana non più funzionante, dopo averle liberate dal cordino che le unisce. Purtroppo bisogna accorciarle per tagliar via le estremità fino alla feritoia di passaggio del cordino, ma la lunghezza del pezzo centrale si rivela sufficiente ad adattarle allo scopo, fissandole al retro del telaio con colla e graffette.

Costruire copritermosifoni per nascondere pesanti strutture

copritermosifoni

La situazione di partenza mostra un ingresso in cui troneggia un imponente termosifone di ghisa: sarà pure un elemento necessario per il comfort domestico, ma ingombra anche nei mesi centrali dell’anno quando di sicuro non ha alcuna funzionalità.

Considerate le sue dimensioni, il copritermosifone offre inoltre una spaziosa mensola su cui collocare complementi, anche funzionali, che rendono più accogliente lo spazio appena si entra in casa: l’idea di utilizzare le lamelle della vecchia veneziana ha riscosso un tale successo che anche i copritermo per le altre stanze sono stati poi realizzati con lo stesso criterio.

In effetti, si possono trovare facilmente veneziane nuove a prezzi bassi che possono essere “immolate” per questa giusta causa: l’importante è che siano piane e non ondulate, abbastanza rigide, preferibilmente di legno.

Volendo, ci si può risparmiare anche il problema della finitura: sono infatti disponibili in diverse colorazioni per intonarsi agli ambienti, per cui la smaltatura può avvenire solo sul telaio prima di realizzare il rivestimento delle finestrature con le lamelle.

Per costruire copritermosifoni occorre un progetto

copritermosifoni

Cosa occorre:

  • Tavolette abete 19×95 mm: 2 montanti (A) da 1080 mm
  • Listelli abete 19×45 mm: 1 traversa superiore (B) da 1340 mm; 2 traverse interne (C) da 1150 mm; 2 rinforzi (D) da 880 mm
  • Lamellare abete da 26 mm: 1 top (E) da 430×1370 mm
  • Bilaminato da 16 mm: 1 fianco (F) da 1125×330 mm
  • Lamellare abete da 26 mm: 1 top (E) da 430×1370 mm
  • Listello quarto di cerchio 12×12 mm: 6 pezzi (G) da 353 mm; 6 pezzi (H) da 880 mm
  • Lamelle larghe 35 mm recuperate da avvolgibile (J);
  • Viti Ø 4×20 mm e Ø 5×100 mm;
  • Squadrette metalliche (K);
  • chiodini Ø 1,2×25 mm e Ø 1,8×40 mm;
  • Colla vinilica; primer; smalto

Telaio e preparazione dei listelli

Per ottenere la modanatura a quarto di cerchio alla base dei montanti è sufficiente il coperchio di un barattolo: si traccia la mezzeria sulla tavoletta per disegnare un quadrato con i lati di circa 50 mm, quindi si disegna l’arco.
Tenendo la lama del seghetto alternativo leggermente all’interno dell’arco si asporta l’angolo della tavoletta e si uniforma la linea di taglio con carta vetrata.
In base alla misura del termosifone da occultare si tagliano le traverse orizzontali e i rinforzi verticali, interni a esse, più il listello superiore a filo esterno dei montanti. I rinforzi verticali vanno posizionati in modo da dividere la specchiatura frontale in tre settori identici: la loro altezza è stabilita in modo che la traversa superiore si trovi a 45 mm dalla testa dei montanti, quella inferiore a 15 dalla modanatura ad arco, perciò a 65 mm dall’estremità inferiore.
Tutte le fasi di montaggio del telaio avvengono mantenendo i listelli bloccati e allineati con morsetti. Segnata la corretta posizione, si compone la parte interna del telaio attraversando le traverse con coppie di viti Ø 5×100 mm che penetrano nei rinforzi, previa stesura di un velo di colla sulla testa di questi ultimi: la preforatura delle sedicon punta Ø 3,5 mm facilita l’inserimento delle viti e previene eventuali fessurazioni del legno.
Il telaio, nella parte inferiore, va unito ai montanti con una vite alla traditora per parte inserita da sotto (sempre dopo aver aperto la sede con una punta di diametro inferiore).
Nella parte superiore l’unione avviene soltanto con colla spalmata sulle teste della traversa; il bloccaggio dell’insieme si ottiene fissando il listello superiore con due viti per parte che lo attraversano e penetrano nelle teste dei montanti.
Qui è stata utilizzata una veneziana non più funzionante, ma con quasi tutte le lamelle in buono stato e in legno naturale: questo ha facilitato l’applicazione della finitura e l’ottenimento di una buona adesione, qualora si disponga di lamelle in materiale plastico e liscio occorre stendere un primer idoneo. Tuttavia, anche se si trattasse di acquistarne una nuova economica e sacrificarla, ne varrebbe sicuramente la pena, tanto più che si può scegliere il colore in base all’ambiente circostante e limitarsi solo a nobilitare il legno con una finitura adeguata.
Le lamelle vanno accorciate da entrambi i lati asportando la parte che riporta l’intaglio per il passaggio del cordino, a filo interno dell’intaglio stesso. Il taglio va fatto a 45° in modo da ottenere strisce a parallelogramma per la parte centrale della specchiatura, la foto mostra invece il taglio delle porzioni più corte di lamelle, di forma trapezoidale, che servono per rivestire gli angoli superiori e inferiori della specchiatura. I lati corti così sagomati offrono un riscontro sicuro per posizionale ciascuna lamella con la corretta inclinazione; le lamelle possono essere impacchettate sovrapposte a gruppi, ben allineate e bloccate con una striscia di nastro per adattarne una gran quantità con un unico taglio di troncatrice.

Comporre il grigliato

Si inizia dal punto in cui è possibile fissare la prima lamella intera, dopo aver tracciato due linee di riferimento perpendicolari sui listelli. Affiancando le lamelle, si trova la disposizione in modo che rimanga uguale spazio da completare in alto e in basso.
Ciascuna lamella va fissata al legno con un punto di colla e stabilizzata con graffette: l’interasse tra una e l’altra corrisponde alla larghezza di una lamella.
Ecco come si presenta la specchiatura parzialmente rivestita con le restanti lamelle tagliate a misura: le strisce centrali sono a forma di parallelogramma, quelle più esterne a forma di trapezio.
Allo stesso modo si realizza il corso incrociato di lamelle.
Si realizza mettendo una goccia di colla anche nei punti di contatto con le lamelle sottostanti.
Con listelli a quarto di tondo, tagliati a 45° e fissati con chiodini Ø 1,2×25 mm, si ottiene la cornice perimetrale sulla faccia a vista.
Si passa alla finitura con fondo e due mani di smalto per legno.

Installare a muro il copritermosifone

Quale che sia l’installazione del copriradiatore, per mandarlo in battuta contro il muro bisogna sagomarlo nella parte bassa in modo da incorporare il battiscopa. Ci si può costruire un rudimentale truschino con una matita e un pezzetto di listello che, fatto scorrere a contatto con il battiscopa, ne riproduca la sagoma su un cartoncino da utilizzare come dima di taglio.
Se il termosifone si trova lontano dagli angoli occorre sagomare il lato posteriore dei fianchi; vicino agli angoli la sagomatura interessa il lato posteriore dell’unico fianco visibile e il profilo esterno del montante sul lato opposto. Si asporta la porzione di legno corrispondente al profilo rilevato.
Prima di collegare il fianco al grigliato frontale si controlla che l’accoppiamento con il battiscopa sia perfetto, poi lo si fissa al montante con colla e chiodini Ø 1,8×40 mm.
Il lato posteriore del top richiede almeno un paio di punti d’appoggio, forniti da squadrette fissate alla muratura.
Si colloca il copritermo in posizione e, con la livella a bolla appoggiata sul listello superiore, si traccia sulla parete il livello a cui deve trovarsi l’ala superiore della squadretta metallica, nel punto stabilito per il suo fissaggio.
Con la squadretta in posizione si marca il punto di foratura per i tasselli e la si fissa al muro.
Qui, oltretutto, il termosifone è installato davanti a una porzione di muratura che presenta variazioni di profondità: il top va quindi sagomato in modo da seguirne l’andamento, poi lo si appoggia provvisoriamente al suo posto per segnare la posizione delle squadrette frontali.
Spostato nuovamente il copritermo, si fissano le squadrette alla faccia interna del listello e al top.
Le squadrette sono giustamente distanziate e con l’ala a filo superiore del listello.

Costruire copritermosifoni sottofinestra

Per rivestire con una struttura analoga un termosifone installato sotto una finestra, se il davanzale interno è di legno, anziché realizzare un top come nel caso precedente, se ne può aumentare la profondità di quanto necessario. Serve una tavola di pari spessore, tagliata a misura e profonda quanto basta a ricoprire il termosifone con un po’ di abbondanza.
Per il fissaggio della tavola si realizzano nel suo spessore fori passanti in cui inserire viti che penetrino nel davanzale esistente. Le viti, Ø 5×100 mm, vanno incassate per circa metà spessore della tavola, allargando di conseguenza il foro d’ingresso, in modo da potervi inserire spine Ø 10 mm che ne nascondano la presenza.
La parte eccedente delle spine va tagliata quasi a filo del bordo e la testa va levigata per rifinire esteticamente la superficie.
Il fissaggio non rimane mai perfettamente a filo superiore su tutta la lunghezza, per cui è meglio mantenere un sottilissimo sopralzo della tavola rispetto al davanzale e livellare la linea di giunzione con una passata di levigatrice.
La stesura del fondo e di una prima mano di smalto uniforma le superfici dal punto di vista cromatico, facilitando la stuccatura della linea di giunzione, da fare in due tempi. La prima consistente stuccatura, apparentemente perfetta da fresca, con l’asciugatura riporta in evidenza la giunzione per via del ritiro, ma la seconda, con meno materiale, riempie per bene la zona e, dopo la levigatura e la seconda mano di smalto, tutto rimane uniforme.
Restano validi gli stessi criteri costruttivi e di adattamento al battiscopa: la profondità dei fianchi dev’essere tale da lasciare il top a sbalzo di circa 10 mm frontalmente, mentre di lato deve rimanere a filo dei fianchi.

 

 

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