Home Blog Page 193

Come sfruttare lo spazio dietro la porta

Come sfruttare lo spazio che rimane dietro una porta? Con una scaffalatura alta e stretta, con vari ripiani da usare come ripostiglio per il contatore della luce, il telefono fisso e per oggetti di piccole dimensioni.

Dato che il mobile risulta incassato tra le pareti, rivestiamo lo scheletro con una pannellatura solo sulle superfici a vista.
Il mobile è a soffitto, per utilizzare pienamente lo spazio in altezza; quattro montanti che reggono la struttura sono gli elementi portanti. Li realizziamo in legno di abete, quattro listelli da 19×43 mm  lunghi 2520 mm; effettuiamo le giunzioni tra i montanti e le traverse con colla e spine oppure, all’interno, con viti autofilettanti. Tutti i materiali sono reperibili nei centri bricolage.

I RIPIANI
Sono costituiti da fogli di MDF spesso 19 mm da 600×280 mm, tagliati a misura e sagomati negli angoli per essere inseriti a filo dei montanti.
Il primo ripiano, quello che fa da fondo del mobile, viene posato su due traverse laterali che lo alzano da terra di almeno 65 mm. Fissiamo le traverse ai montanti con due viti autofilettanti per ogni montante. Si fissano i ripiani all’altezza desiderata. Una cornice esterna applicata con viti autofilettanti costituisce elemento di rifinitura, che nasconde la testa delle traverse. Gli sportelli sono di vetro smerigliato per far trasparire la luce installata negli scaffali: sono montati con cerniere a molla incassate nello spessore del legno. Ogni sportello è formato da un telaio di legno, assemblato con colla e spine e dotato di una battuta interna in cui inseriamo il vetro; per ottenere la battuta possiamo usare una fresatrice portatile oppure due listelli di diversa sezione, incollati tra loro in modo da formare una L.
Se preferiamo l’accensione automatica dei faretti all’apertura dello sportello è sufficiente predisporre un interruttore a microshift, avvitandolo ad un montante in corrispondenza dello sportello.

RIPIANI SU TRAVERSINE

  1. I ripiani appoggiano sulle traverse.
  2. Anche il primo ripiano risulta sollevato da terra grazie a due traverse laterali.
  3. Le cerniere a molla sono applicate su tacchi di legno solidali con i montanti.

Come rivestire un gradino

Con il lamellare raccordiamo esteticamente, al pavimento in parquet, i dislivelli in cemento o laterizio rivestendo e vediamo come rivestire un gradino

In questo caso, lo scalino della porta che mette in comunicazione il salone col giardino. E´ un lavoro che richiede precisione ed è alla portata di un buon fai da te.

Abbiamo deciso di eliminare moquette o piastrelle, sostituendole con il legno? La stanza ha una porta che dà sul giardino e c’è un piccolo scalino da superare? Rivestirlo, rendendo completo il lavoro, non comporta affatto un gran dispendio di energie: procurato il materiale, tutto si risolve in meno di un’ora di lavoro.

La pedata necessita di una base solida e piana; se la parte superiore del vecchio gradino presenta sporgenze che non riusciamo a eliminare, è meglio farla appoggiare direttamente sull’alzata e sui fianchi. Per gli elementi verticali scegliamo perciò tavole eccedenti il livello esistente di 1-2 mm.
Per la pedata tagliamo un piano che sporga rispetto ai fianchi e all’alzata; a trarne vantaggio è anche l’aspetto estetico del gradino.
La difficoltà sta nel realizzarlo con sistemi di fissaggio invisibili.
Per le parti verticali, conviene fissare un primo rivestimento di multistrato spesso 15 mm, da ancorare con tasselli ad espansione passanti e ricoprire poi il tutto con sottili tavolette impiallacciate applicate con semplice colla.
Le tavolette vanno tagliate di misura; per mascherarne la costa, o le congiungiamo con un taglio a 45°, o nascondiamo il tutto dietro un angolare.
Per quanto riguarda la pedata, è poco conveniente adottare il sistema utilizzato per l’alzata e i fianchi, in quanto l’impiallacciatura è sempre più delicata del massello.
Per mascherare le teste dei tasselli si fa un foro superficiale più largo, da chiudere con un tappino. Materialio e prodotti sono reperibili nei centri bricolage.

STRUTTURA E MASCHERATURA

  1. La pedata di lamellare poggia su alzata e fianchi in multistrato, avvitati con tasselli ad espansione.
  2. Per mascherare la testa dei tasselli di fissaggio della pedata utilizziamo tappini Ø 15 mm, scegliendoli con una venatura simile a quella adiacente.
  3. Per il rivestimento frontale e laterale dello scalino bastano tavolette impiallacciate di modesto spessore, che si fissano con colla a contatto o con silicone.
  4. La finitura trasparente serve anche a proteggere lo scalino, conferendogli una maggiore durata.

Tasselli in kit fischer

La gamma fischer Ready To Fix comprende i tasselli in kit fai da te per fissare pali tende, lampadari e ventilatori, mensole, appliques, sanitari a pavimento, accessori bagno, TV plasma/LCD, pensili, parabola/ringhiere, battiscopa, inferriate, quadri e specchi, scaldabagno.

La nuovissima gamma di kit in busta di fischer è studiata per le più disparate necessità di fissaggio in casa e nelle attività di bricolage.
La gamma è composta da 13 kit assortiti, ognuno dedicato per una specifica applicazione.
Non si può sbagliare: sul frontespizio di ogni busta è stampata con caratteri cubitali l’applicazione cui è dedicata. Immediatamente sotto, da sinistra a destra, il contenuto della busta (numero, tipo e misure dei tasselli, delle viti, della punta da trapano e del bit di avvitatura inclusi), i carichi consigliati per quell’utilizzo, un disegno riferito all’applicazione in questione.
Dentro le buste, il numero di tasselli è limitato a quello che mediamente serve per il fissaggio; quindi minor costo all’acquisto e limitatissime le rimanenze.
Una confezione contenente non solo tasselli e viti calibrati per un utilizzo, ma anche la corretta punta per il trapano ed eventualmente il bit di avvitatura, permette anche ai far da sé occasionali di effettuare un fissaggio a regola d’arte.

MONTARE L´APPLIQUE

  1. Il contenuto della confezione: 6 tasselli UX Ø 6x 35 mm, 6 viti, 1 punta da muro Ø 6 mm, 1 inserto Pozidrive 2.
  2. Posizionando il telaio di un’applique nella corretta posizione sul muro, si marcano i punti da forare; quindi si monta la punta sul trapano e si fora. La percussione del trapano va inserita in presenza di calcestruzzo, mattoni pieni, pietra; disinserita con mattoni forati, cartongesso, calcestruzzo cellulare, ecc.
  3. Meglio soffiare con aria nei fori per rimuovere i residui lasciati dalla foratura, poi si inseriscono tutti i tasselli, portandoli sino a filo muro.
  4. Si mette in posizione il telaio della lampada, si inseriscono le viti in dotazione e si stringono con un avvitatore, montando il bit incluso nella confezione.

MONTARE LO SCALDABAGNO

  1. Il contenuto della confezione: 2 tasselli PF completi di cancani M 10×81, 1 punta da muro Ø 14 mm.
  2. Marcata con precisione la posizione dei fori, posizionando provvisoriamente il telaio dello scaldabagno alla parete, si fora con la punta in dotazione.
  3. Data la dimensione del foro, i residui di foratura vanno rimossi con cura; il tassello deve affondare sino a filo muro. Nel caso opponesse qualche resistenza ci si può aiutare con un martello di gomma.
  4. Si avvitano direttamente I cancani tirandoli a mano sin che è possibile; completare il serraggio con un paio di pinze. Naturalmente il tipo di aggancio richiede di far rimanere i ganci orientati verso l’alto.

Montare una ringhiera con tassello chimico

Quando bisogna fissare qualcosa, come ad esempio montare una ringhiera, ma la muratura non permette l’impiego di tasselli ad espansione, l’ancorante chimico ci permette di superare l’ostacolo in sicurezza.
Per il fissaggio di questa ringhiera alla pavimentazione, lo stretto cordolo di cemento non consente di utilizzare tasselli tradizionali in grado di assicurare una buona tenuta: l’espansione potrebbe provocare un cedimento laterale del cemento, per la vicinanza dei fori al bordo della muratura.L’ancorante chimico, reperibile nei centri bricolage, diventando tutt’uno con il supporto senza necessità di espansione, evita che si verifichi questo inconveniente.
Il diametro della barra filettata che si può utilizzare è 6 mm, pertanto, dovendo lasciare spazio al chimico, occorre un foro da 8 mm, che però si realizza in due tempi, sempre per evitare sgretolamenti.
L’ancorante chimico è un prodotto bicomponente che si miscela durante l’estrusione grazie ad un beccuccio entro il quale si trova una spirale; la prima parte di prodotto che fuoriesce va scartata in quanto non omogenea.
Dopo il riempimento si inserisce la barra ruotandola, affinché la filettatura si impasti di ancorante. L’eccedenza della barra si taglia a fissaggio stabilizzato.
La ringhiera da montare è realizzata, in perfetto stile fai da te, interamente con materiale di recupero: tubolare in ferro da 25 mm per la struttura, ferro piatto 3×20 mm per il reticolo principale, volute recuperate da altre ringhiere e tondino da 12 mm. I decori sono ricavati da forme in plastica lavorate, forate ed inserite a pressione sui tondini, le sfere sono palline da golf colorate. Dovendo acquistare qualcosa i centri bricolage hanno tutto ciò che ci occorre.

RAPIDI E PRECISI

  1. Si posiziona la ringhiera da montare perpendicolare al muro per tracciare i punti di ancoraggio.
  2. Si riportano i fori di fissaggio a terra mantenendo le piastre al centro del cordolo in cemento.
  3. Con la guida di profondità montata sul trapano si fora prima con una punta da 6 mm, poi da 8 mm.
  4. Per una buona presa dell’ancorante bisogna ripulire i fori eliminando la polvere con l’aspiratore.
  5. Si inserisce l’ancorante chimico e le barre filettate e, prima che l´ancorante faccia presa, si calza la ringhiera.
  6. Ad indurimento avvenuto si può procedere ad inserire rondelle e dadi serrando a fondo.

UTENSILI
Metro, staggia, livella, trapano, tassello, chiave, barra filettata

protezione della ringhiera

Struttura in legno scalda panni | Guida alla realizzazione fai da te

Per asciugamani asciutti e caldi proponiamo questo progetto bricolage: uno stenditoio copritermosifone

Per avere asciugamani sempre asciutti e caldi, li possiamo accostare al corpo radiante del termosifone, in modo che siano costantemente investiti dall’aria calda che questo genera.
Lo stenditoio fai da te proposto permette di collocare i panni ad adeguata distanza dal radiatore, in quanto le bacchette d’appoggio superiori si trovano a circa 10 cm sopra di esso mentre quelle anteriori, su cui stendere panni più grandi, sono ancora più vicine.
La struttura è costituita da due fianchi di truciolare bilaminato e bordato spessi 15 mm collegati tra loro con tubetti d’alluminio: tutti materiali reperibili nei centri bricolage.

  1. Col seghetto si tagliano i tubi  alla misura della larghezza interna dello stendino, quelli più grossi una trentina di centimetri più lunghi, così che sporgano all’esterno delle pareti.
  2. All’interno delle due pareti si inseriscono tante coppie di spine Ø 10 mm quanti sono i tubi corti. Per far corrispondere i fori di una parete a quella dell’altra possiamo utilizzare i marcatori a cappellotto.

SPINE E POMOLI

  1. Nel bordo anteriore dei fianchi si aprono, con una mecchia Forstner Ø 15 mm, i fori per il passaggio dei tubi lunghi, uno in linea con la fila superiore di spine ed uno a circa metà altezza.
  2. Da un tondino di legno duro Ø 12 mm si tagliano tante coppie di cilindri di 40 mm quanti sono i tubi lunghi (nel nostro caso 2 tubi e 4 cilindri).
  3. Apriamo un foro cieco Ø 10 mm lungo l’asse verticale dei cilindretti. Ripetiamo la stessa operazione anche per le sfere di legno.
  4. Sfere e cilindri si uniscono con una spina. Si collegano le pareti calzando sulle spine i tubi sottili (il mazzuolo aiuta). Si fanno passare nei loro fori i tubi da 15 mm e nei loro capi si innestano, incollandoli se non si vuole che lo stendino sia smontabile, gli steli delle sfere.

Liquore al mandarino fai da te | Come si fa

La preparazione dei liquori è molto semplice e offre una svariata quantità di possibili gusti: liquirizia, fragola, alloro, limone, arancia…vediamo come fare il  liquore al mandarino.

PREPARAZIONE

  1. Laviamo accuratamente i mandarini e sbucciamoli eliminando il più possibile la parte bianca dalla scorza.
  2. Con un coltello affilato tagliamo le bucce grossolanamente, in modo da ottenere le porzioni da macerare.
  3. Poniamo le bucce tagliate e la cannella a macerare con alcol per 20 giorni in un vaso di vetro a chiusura ermetica.
  4. Facciamo sciogliere a fuoco moderato lo zucchero nell’acqua, facendo bollire per 5 minuti e lasciando poi raffreddare.
  5. Filtriamo il macerato per mezzo di un canovaccio di cotone, in modo da eliminare eventuali impurità.
  6. Aggiungiamo lo sciroppo e imbottigliamo  lasciando riposare il liquore al buio (e all’asciutto) per circa due mesi prima di consumarlo.

Scaffale metallico trasformato in armadio

Un progetto allegro ed originale: trasformare uno scaffale metallico in armadio per la camera dei ragazzi

Ante nuove allo scaffaleL´interno è costituito da uno scaffale con montanti e piani di metallo che chiudiamo su tre lati con pannelli lisci; le ante sono due pannelli più grandi, sagomate e colorate in modo da ottenere un armadio dall´aspetto allegro ed originale.

Lo scaffale è chiuso lateralmente e posteriormente con pannelli di multistrato spessi rispettivamente 20 e 10 mm.
Le ante sono costituite da pannelli in MDF da 15 mm e sono fissate ai laterali mediante una cerniera “a metro” che ne consente l’apertura e la chiusura.
Due grossi fori nelle ante sostituiscono le classiche maniglie. Nel profilo superiore delle ante realizziamo la decorazione “a filo d’erba” con un paziente intaglio col seghetto alternativo.
L’applicazione di un fondo coprente e successivamente di uno smalto acrilico completano l’armadio con cuore metallico.

LO SCAFFALE

  1. Gli scaffali metallici, reperibili presso i centri di bricolage, sono disponibili in diverse dimensioni (tipiche sono le misure di 1000x2000x400 mm) e si assemblano con bulloni e dadi.
  2. Invece di applicare normali maniglie, realizziamo due fori nelle ante MDF, per poterle aprire e chiudere. Utilizziamo il trapano dotato di sega a tazza ø 8 cm.
  3. Creiamo, lungo i bordi superiori delle ante una decorazione “a ciuffi d’erba” che tracciamo e intagliamo con il seghetto alternativo.

ALLEGRE DECORAZIONI FAI DA TE

ikea hacker armadio personalizzato

  1. Le maniglie possono essere impreziosite con una decorazione. Applicando con adesivo acrilico o siliconico le piastrine per unioni a “lamello” possiamo ottenere due decorazioni a corolla uguali.
  2. Nei ripiani interni possiamo collocare anche oggetti pesanti, data la robustezza della struttura. La stabilità dell’armadio con cuore metallico è buona, ma può essere utile bloccarlo a parete con tasselli ad espansione.
UTENSILI
Chiavi esagonali, seghetto alternativo, trapano, sega a tazza, avvitatore, pennelli

Trapano indispensabile per il bricolage

Non può mancare in nessun laboratorio fai da te: il trapano

Il trapano è l’elettroutensile base che non può mancare in nessun laboratorio fai da te. Dotato del giusto accessorio esegue molte lavorazioni.

Per conoscere meglio il trapano partiamo dal motore che è sempre a spazzole, estremamente compatto per la potenza che esprime, e che gira a velocità attorno ai 20.000 giri/min.
Un riduttore ad ingranaggi lubrificati a grasso permette di arrivare ad un regime di rotazione attorno ai 3000 giri/min. L’ulteriore riduzione di velocità necessaria per le punte di maggior diametro è attuata elettronicamente tramite un potenziometro azionato dalla corsa del pulsante di avvio. La vite di regolazione presente nel pulsante ha il compito di limitare la corsa del medesimo in modo da non superare la velocità desiderata.

LA PERCUSSIONE
Il meccanismo di percussione è situato proprio dietro il mandrino ed è costituito da una coppia di dischi appoggiati l’uno all’altro su cui sono ricavate sporgenze che si urtano durante la rotazione, causando un movimento assiale che arriva fino a 40.000 colpi al minuto.

A BATTERIA
trapano a batteria
I trapani a batteria sono classificati in base alla tensione in volt (V) e all’erogazione in Ampere ora (Ah) degli accumulatori anziché alla potenza del motore. Un accessorio spesso disponibile è la frizione a più posizioni, particolarmente utile quando si usa l’utensile come avvitatore.

ELETTRICO
trapano elettrico

L’alimentazione a tensione di rete permette di montare motori molto potenti, anche oltre 1000 W, che richiedono un’efficace ventola di raffreddamento montata sull’albero motore.
A causa della grande potenza una doppia impugnatura rende più agevole “domare” l’esuberante coppia di reazione.

LEGGERO, MEDIO, TASSELLATORE

  1. Leggero: trapano con potenza attorno ai 500 W e peso inferiore ai 2 kg. Hanno tutti la regolazione elettronica della velocità, reversibilità della rotazione e  possibilità di innestare la percussione.
  2. Medio: potenze fino a 1000 W con pesi superiori ai 2 kg. Oltre alla dotazione dei “leggeri” alcuni dispongono di cambio ad ingranaggi a 2 velocità e percussione meccanica molto potente.
  3. Tassellatore: munito di motore di oltre 800 W collegato ad un treno di ingranaggi per la rotazione del mandrino (escludibile) e nel contempo ad un sistema di percussione molto efficace costituito da una massa battente libera azionata pneumaticamente da un pistone. Mandrino con innesti rapidi SDS.

TRE DIVERSI MANDRINI

  1. Mandrino con cremagliera e chiave: serra la punta con una notevole forza ed è indicato per trapani a percussione e impieghi pesanti.
  2. Mandrino autoserrante: pratico e veloce nel cambio punta, non necessita di chiavi, si blocca stabilmente e senza sforzo a mano.
  3. Attacco SDS-Plus e Max: permette di inserire e bloccare la punta nel mandrino in un solo movimento grazie al codolo scanalato. Permette l’uso sia di punte elicoidali rotanti che di scalpelli fissi sui martelli demolitori.

 

Come usare il segaccio a mano

Come usare il segaccio a mano, i principali attrezzi per il taglio manuale

Il legno è un materiale naturale, robusto, flessibile, leggero e duraturo, il preferito dai fai da te. È anche facile da lavorare. Conosciamo i principali attrezzi da bricolage per tagliarlo manualmente con il segaccio a mano

SEGA A DORSO CON O SENZA GUIDA

  1. La sega a dorso o a pettine (gergalmente segaccio a mano) è rinforzata nella sua parte superiore da un risvolto di lamiera che la rende più rigida, caratteristica che, insieme alla dentatura fine, permette tagli molto precisi. Usata in un telaio scanalato, chiamato tagliacornici, può effettuare tagli angolati.
  2. Utilizzata senza guida è molto pratica per ricavare precisi tenoni e incastri. La dentatura è simmetrica, per cui è in grado di tagliare sia nella corsa di andata sia in quella di ritorno.

TAGLI PARTICOLARI

  1. Per fare tagli complessi al centro di pannelli e tavole si usa il foretto o gattuccio, caratterizzato da una sottile lama in grado di ritagliare forme complesse partendo da un piccolo foro; questa, essendo piuttosto snella, va tenuta molto leggera, specialmente durante la spinta, per evitare di piegarla.
  2. Un piccolo utensile dai mille usi, comodo da portare nella borsa del fai da te, che è in grado di tagliare con precisione sia legno che metalli anche in posizioni scomode o in poco spazio. Gli archetti portano una lama lunga 145 mm messa in tensione da una leva o una vite incassata nell’impugnatura di sicurezza.
  3. Qualche volta è preferibile tenere ferma la lama e mettere in movimento il pezzo, come nel caso di particolari delicati che non possono essere stretti nella morsa. Serrando il dorso della sega a pettine tra le ganasce e appoggiando l’impugnatura al petto è possibile, tra l’altro, vedere molto bene il procedere del taglio anche su pezzi molto piccoli.

UTENSILI
Sega a dorso, foretto, archetto, segaccio, tagliacornici

110-0-img_scena

Come costruire un divano di cemento cellulare

Costruiamo un divano di cemento cellulare realizzando un angolo relax costituito da una seduta ed un minibar incassato

Il cemento cellulare è un materiale da costruzione che sembra pensato apposta per un buon fai da te: i blocchi si tagliano con un segaccio, sono leggeri e si incollano con una speciale malta adesiva. Chi ama dilettarsi con il bricolage non ha difficoltà ad utilizzare questo materiale per realizzare tramezze, muretti di sostegno per incassare i mobili della cucina e molte altre strutture.

La stessa malta che si usa per incollare i blocchi serve anche per stuccare le fessure; un far da sé con un po’ di esperienza con manara e frattazzo anche rasare la superficie a fine lavoro, che comunque si presenta già sufficientemente liscia per essere pitturata.

IL PROGETTO DEL DIVANO DI CEMENTO CELLULARE

DISEGNO DEL PROGETTO DIVANO DI CEMENTO CELLULARE

DIVANO “FAR DA SE´” PASSO PASSO

PASSAGGI COSTRUTTIVI DEL DIVANO DI CEMENTO CELLULARE

  1. I blocchi di cemento cellulare si tagliano a misura, si sagomano arrotondando gli spigoli con una sega manuale e rifininendoli con raspa e carta vetrata.
  2. La base del divano si realizza in truciolare da rivestire esternamente, per un appoggio morbido, con un foglio di gommapiuma fissato con nastro biadesivo.
  3. I blocchi di cemento cellulare che formano la base si incollano sul truciolare e tra se stessi con adesivo di montaggio applicato a punti con la pistola estruditrice.
  4. Si prepara la base della seduta collegando una serie di listelli, opportunamente distanziati, con due nastri per tapparelle cui si fissano con graffette.
  5. Il sostegno della seduta è fornito da due listelli fissati sotto i bordi maggiori della struttura del divano. Si utilizzano colla di montaggio e tasselli ad espansione.
  6. Sia il divano che il bar vanno trattati con malta di finitura per sigillare le giunzioni. La finitura superficiale può essere effettuata con normale idropittura.
Vano nascosto bar cemento cellulare
Il vano per le bevande è perfettamente integrato in questo divano di cemento cellulare