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Lama traforo elettrico | Come si sostituisce

Vediamo nel dettaglio come cambiare la lama traforo elettrico

Sostituire la lama traforo elettrico non è assolutamente difficile..anzi.

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Lo smontaggio della lama è un’operazione frequentissima nei lavori di traforo. Per prima cosa si estrae la spina dalla presa, si allenta la leva di tensionamento posta all’altro capo del braccio superiore e si toglie il disco di supporto attraverso cui passa la lama.

 

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Dopo aver allentato le brugole sui morsetti superiore e inferiore si può estrarre la lama vincendo il minimo di resistenza residuo offerto dalla molla di tensionamento.

 

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La nuova lama è riposizionata tra i morsetti con la dentatura rivolta verso il basso. Il tubetto di rame, che riceve aria compressa da un piccolo mantice, viene regolato per soffiare via la segatura dalla zona di taglio.

 

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Il coperchio trasparente che protegge dalle proiezioni di segatura è ancorato con una vite all’asta che sorregge il piedino fermapezzo. Quest’ultimo ha la funzione di tenere la lastra di legno appoggiata alla base e, inoltre, di impedire contatti della lama con le dita.

Piano a mosaico

Vediamo nel dettaglio come rivestire un piano con un mosaico

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Il materiale occorrente per il mosaico si limita ad alcune lastre di vetro colorato e a specchio, colla idroresistente, rotella tagliavetri, pinza a becchi piatti e pennarello indelebile.

 

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Su ciascuna lastra viene disegnata una griglia di linee distanti circa un centimetro in modo da ottenere, sommando tutte le tessere, un totale di 900 pezzi.

 

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Con il tagliavetri a rotella si incide la lastra lungo i segni bagnando la rotella con acqua o petrolio, un trucco che serve per facilitare la propagazione del taglio.

 

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La lastra viene spezzata lungo le linee con l’aiuto di una pinza a becchi piatti che permette di concentrare lo sforzo vicino all’incisione senza rischiare di tagliarsi.

 

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Si disegna una griglia di linee distanti 12 mm sul pannello di truciolare, quindi si stende una colla idroresistente adatta per il vetro e si cominciano a posare le tessere.

 

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Quando la colla è asciutta si prepara una piccola quantità di stucco riempifughe utilizzando i prodotti che non sono soggetti a ritiro.

 

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Con una spatola di plastica si stende lo stucco sulle tessere premendo bene in modo che la pasta penetri a fondo negli intestizi e riempia tutte le cavità.

 

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Lo stucco in eccesso va rimosso delicatamente con una spugna umida in modo da lasciare una superficie liscia ed uniforme. Dopo circa un’ora, quando la pasta ha cominciato a far presa, si passa uno straccio asciutto per eliminare gli aloni.

 

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Nella disposizione apparentemente casuale delle tessere emerge uno schema che ripartisce il piano in quattro triangoli.

La sedia diventa sgabello

Non riciclaggio, ma riutilizzo: invece di buttare una sedia spaiata, ma dalla struttura ancora robusta, si può puntare sulla sua trasformazione, in modo da ottenere uno sgabello simmetrico

 

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Dapprima si eliminano l’impagliatura e i sostegni dello schienale, in modo da ottenere uno sgabello simmetrico. Poi si sostituisce al sedile un pannello di MDF o altro legno di 10 mm di spessore.

Per dare una personalità anche alla parte lignea si elimina accuratamente la laccatura bianca; una passata di mordenzante color noce seguita da una verniciatura effetto cera completa la trasformazione.

MODIFICARE LA SEDIA

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I sostegni dello schienale si eliminano con due colpi di segaccio lasciando però una parte sporgente rispetto al telaio, circa 20 mm, in modo da poter ricavare gli arrotondamenti sulle teste.

 

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Per l’arrotondamento dei “pomelli” servono una raspa e tele abrasive di grana diversa. Dopo aver tolto l’impagliatura si passa la raspa attorno al tondo appena segato e si rifinisce con le tele abrasive.

 

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L’impagliatura è appoggiata sui rinforzi angolari che uniscono i listelli della cornice della seduta. Gli stessi servono da sostegno al pannello di truciolare di circa 350 mm di lato che trasforma la sedia in sgabello. Per tracciarne i contorni si adopera la vecchia seduta oppure, rovesciandola sul pannello di truciolare, la sedia stessa.

Blocchi di legno fai da te

Incollando più tavolette si ottengono blocchi di legno compatti che possono poi essere lavorati al tornio, anche meglio del massello; occorre scegliere essenze che si prestino a questa lavorazione, prive di nodi e ben essiccate

Chi ha la passione per la tornitura del legno sa bene che talvolta il blocco grezzo si presenta sano e compatto, salvo poi riservare brutte sorprese durante la lavorazione: cavità interne insospettate o zone con fibre poco stabili che vanificano il lavoro iniziale e costringono a procurarsi un pezzo nuovo. Questi inconvenienti si possono evitare se si parte da tavolette prive di vizi e le si assemblano per ottenere dei blocchi di legno compatti; in questo modo si ha anche la possibilità di riutilizzare un buon numero di scarti di legni pregiati che, mescolati in un blocco e torniti, creano magnifiche combinazioni cromatiche.

Per prima cosa occorre preparare ogni singolo pezzo in modo che risulti piallato e ben squadrato; i singoli listelli devono poter aderire uno all’altro senza che restino fessure; vanno pertanto squadrati con la pialla a filo e passati nella pialla a spessore in modo che almeno in una dimensione siano tutti uguali.

Disponendo i listelli orientati nello stesso modo si procede all’incollaggio con colla vinilica di buona qualità e l’impiego di vari morsetti per pressare il tutto. Il blocco così ottenuto può richiedere di essere unifomato alle estremità per un non perfetto allineamento dei listelli in senso longitudinale; in tal caso si rifilano i due lati con la sega a nastro.

DA QUADRO A TONDO

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I blocchi di legno ottenuti con l’incollaggio non possono essere montati direttamente sul tornio: occorre prima tagliare via gli spigoli ed ottenere una sezione ottagonale, con spigoli meno aguzzi. Importante a questo punto è la tracciatura dei centri alle due estremità, per poter applicare correttamente la forchetta del mandrino e la contropunta, sicché i pezzi risultino ben bilanciati e si riducano le oscillazioni.

Graffatrice: approfondimento

Manuale, elettrica o pneumatica: la graffatrice (o graffettatrice o sparapunti) è un attrezzo che serve a conficcare in rapida serie graffette ad U e chiodi per fissare tessuti, pellami, legno

La graffettatura è una tecnica utilizzata per moltissimi tipi di unione, soprattutto quando è necessario distribuire una fitta serie di ancoraggi e comunque ogni qualvolta siano da applicare a ripetizione.

La graffatrice è l’utensile utilizzato per conficcare le graffette, inserite su un caricatore che le tiene premute verso il nasello d’uscita tramite una molla di spinta. Il nasello viene appoggiato nel punto preciso in cui effettuare la giunzione ed è conformato per arrivare anche vicino ai bordi verticali; in quella manuale basta serrare l’impugnatura e la graffetta viene “sparata” nel materiale con una forza che, in molti casi, è regolabile per non danneggiare la superficie.

Nei lavori continuativi la graffatrice manuale può stancare la mano, mentre con un modello elettrico (o a batteria) o pneumatico, basta una leggera pressione sul grilletto per effettuare il fissaggio, con la possibilità di sparare chiodi anche di discreta lunghezza. Le caratteristiche da considerare al momento dell’acquisto sono la dimensione delle graffette (ed eventualmente dei chiodi) ed il campo di regolazione della forza d’inserimento; se si prevede l’utilizzo in esterno, la soluzione a batteria libera da eventuali dipendenze da prolunghe elettriche e compressori.

UTILIZZI DELLA GRAFFATRICE

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L’inserimento in rapida successione delle graffe facilita e velocizza il fissaggio di rivestimenti di carta e tessuto, ma anche di isolanti sottili e reti metalliche su telaio. Con una graffatrice di buona potenza, in grado di conficcare chiodi piuttosto lunghi, è anche possibile applicare rivestimenti di perline con una velocità che rende incredibilmente rapida l’esecuzione dell’intero lavoro.

Misurare e tracciare

Prima di qualsiasi taglio è importante disporre di una linea precisa da seguire, soprattutto quando il pezzo deve collimare con altri in una costruzione. Per la marcatura di linee, perpendicolarità e angoli sono richiesti strumenti semplici ma appropriati

Misurare e tracciare sono operazioni preliminari fondamentali del bricolage. Metro a stecche e flessometro sono utilissimi nella misurazione lineare, ma per la tracciatura è necessario disporre di una riga; la squadra fissa a 90° è indispensabile per la garanzia di una perfetta quadratura. Per angoli diversi da quello retto si utilizza la falsa squadra, uno strumento costituito da due segmenti uniti per un’estremità in modo che possano assumere e “copiare” qualsiasi angolo ed essere bloccati in quella posizione, per riportarlo identico sul piano di lavoro.

Non può mancare anche il truschino per tracciare linee a distanza fissa dal bordo del piano, ma non è finita: per una dotazione che possa definirsi completa occorrono un compasso per disegnare archi e cerchi, un curvilineo per le sagome curve più complesse ed un buon calibro per rilevare con esattezza gli spessori ed i diametri esterni con le punte grandi, quelli interni con le punte più piccole e la profondità di fori o sedi tramite l’astina che fuoriesce da un’estremità.

CON IL TRUSCHINO

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Questo attrezzo è molto utile quando occorre misurare con esattezza uno spessore o una distanza da riportare su un altro pezzo. È piuttosto facile da autocostruire: occorre un blocchetto di legno con uno o due fori in ognuno dei quali inserire un’asta graduata che ad un’estremità riporta un ago o un foro per inserire una matita. Una vite che attraversa il blocchetto consente il bloccaggio dell’asta.

Giuntare i fili: approfondimento

Bisogna rispettare alcune regole per evitare surriscaldamenti dei conduttori, rischi di corto circuito ed utenze che restano sotto tensione anche con l’interruttore spento

Prima di iniziare a giuntare occorre togliere tensione all’impianto o scollegare la spina dalla presa di corrente ed avere comunque alla mano attrezzi provvisti di adeguato isolamento. Se l’impianto è suddiviso a zone, il tester o il cercafase ci aiutano a capire se abbiamo escluso correttamente la zona di lavoro.

Quando si spellano i conduttori, bisogna fare attenzione a non recidere parzialmente i fili di rame: se la sezione si riduce, il passaggio di corrente fa surriscaldare il filo e può causare un corto circuito.

L’unione di più cavi si effettua con i cappellotti, più sicuri e meno ingombranti dei mammut. Sono elementi costituiti da un morsetto di rame dove un robusto anello riceve la treccia composta dai fili da giuntare; sul fianco dell’anello è posta una vite per comprimere la treccia, rendendo così i fili solidali. Attorno all’anello di rame c’è un guscio isolante da quale devono fuoriuscire i conduttori con il loro rivestimento isolante integro.

CON ISOLANTE RIMOVIBILE

I cappellotti per giunzione di conduttori sono di diverse dimensioni proprio per poter scegliere quella che permette l’agevole inserimento della treccia, senza che ci sia un lasco tale da non garantire il buon serraggio da parte della vite. Inoltre i cappellotti si trovano anche con isolante rimovibile;

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in tal caso si inserisce la treccia e la si fissa nel morsetto di rame,

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prima di avvitare su di esso il guscio isolante di plastica.

Metrica

Fondata nel 1949 a Danta di Cadore, un paese a 1400 m di altezza nel cuore delle Dolomiti. Metrica iniziò da pochi operai con la produzione di metri e calibri a corsoio.

Sviluppatasi rapidamente, nel 1955 nacque un nuovo sito produttivo ad Arzignano (VI) dove fu possibile ampliare notevolmente la gamma produttiva, comprendendo anche squadre, livelle, misuratori di spessore, micrometri, alesametri e comparatori.

Nel 1964 fu creata la sede commerciale a Milano, affermando progressivamente la propria presenza su tutto il territorio nazionale ed iniziando la penetrazione nei mercati esteri.

Oggi Metrica è presente in oltre 30 Paesi (Europa, Medio Oriente, Paesi oltre Oceano) con un’ampia rete di agenti e distributori. Negli anni, la gamma si è ampliata sino a coprire gran parte dei prodotti di misura richiesti nei settori della meccanica e dell’edilizia.

Negli anni ’90 è stata tra i primi a sviluppare la tecnologia dei livelli a laser a pendolo, all’epoca pionieri degli attuali autolivelli laser che hanno enormemente semplificato le operazioni di misura,tracciatura e controllo nel campo delle costruzioni edili.

Metrica dispone oggi di una vasta gamma di autolivelli, in grado disoddisfare ogni esigenza. Numerosi sono i brevetti sviluppati dal proprio staff tecnico, con l’obiettivo costante di trovare soluzioni nuove per rendere il lavoro più semplice, più veloce e contemporaneamente più preciso.

Strumenti particolarmente utili, come i Telefix (misuratori telescopici fino a 10m) e Quadranfix (misuratori d’angolo per edilizia), così come modelli originali tra i flessometri, i metri a stecca o livelle, hanno fatto di Metrica un punto di riferimento affidabile per il settore della misura e controllo.

Per soddisfare le esigenze di tempestività del mercato, Metrica ha recentemente installato, nella propria nuova sede di San Donato Milanese, un magazzino automatizzato capace di gestire più di 3.000 pallet ed assicurare puntualità e prontezza di evasione degli ordini.

Saldatura ad arco

La saldatura ad arco è il sistema migliore per unire in modo rigido e robusto elementi di ferro, acciaio e, con alcuni accorgimenti, alluminio, ghisa ed altri metalli

La saldatura ad arco sfrutta il principio secondo il quale parti metalliche attraversate da una corrente elettrica a basso voltaggio (ma con intensità sufficientemente alta da far scoccare un arco voltaico), tendono a sciogliersi per effetto dell’altissima temperatura generata dall’arco stesso. Fra le due parti in gioco, una è rappresentata dall’oggetto che necessita di saldatura, solitamente effettuata per unire due parti staccate; l’altra è un elettrodo rivestito, ovvero la stecca di metallo compatibile con quello che dobbiamo saldare, ricoperto da sostanze che in presenza di arco creano un campo gassoso atto a proteggere e migliorare il bagno di fusione del metallo.

Saldare bene, cioè ottenere belle e robuste saldature, richiede un po’ di pratica e la conoscenza di alcune regole.

Durante l’operazione l’elettrodo va tenuto con una leggera inclinazione sulla superficie da saldare; deve essere inoltre trascinato lungo i lembi da unire avvicinandolo progressivamente mano a mano che si scioglie (e quindi si accorcia), con una velocità tale da permettere la deposizione di una quantità regolare di materiale. Il bagno di fusione si solidifica rilasciando in superficie la scoria di saldatura da rimuovere con la martellina.

Leggi la nostra guida su come saldare correttamente

RINFORZI NEGLI ANGOLI

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Raffreddandosi, il metallo fuso si ritrae tirando fortemente i due lembi; per questo è necessario bloccare nel miglior modo possibile i pezzi con morsetti e strettoi e poi dare alcuni punti di saldatura a distanze regolari, prima di eseguire la saldatura finale.

Per irrobustire giunzioni ad angolo retto, sia in caso di piattine, sia di angolari, è meglio applicare rinforzi, anche questi prima “puntati” e poi saldati completamente.

Well-made.it, il nuovo sito del “fatto bene e fatto a mano” dove trovare i migliori artigiani italiani

Tutto ciò che è concreto “fare” è musica per le orecchie di chi ama il bricolage

Ci entusiasma la nascita di Well-made.it: il nuovo portale, online da pochi giorni, che ha l’obiettivo di far scoprire agli appassionati il variegato e affascinante mondo dell’artigianato made in Italy.

Il nuovo portale, online da ottobre 2016, ha un obiettivo ambizioso: orientare gli utenti all’interno del variegato mondo dell’artigianato made in Italy

 

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Quattro gli attori coinvolti: utenti, artigiani, circuiti e ambasciatori. Il meccanismo è quello che per tripadvisor si è dimostrato vincente, quello delle recensioni. Il tutto in un clima social, con l’intento di accrescere nel tempo una community di amanti del “ben fatto”.

Gli artigiani che si sono distinti per meriti e pregio della loro opera vengono “segnalati” grazie ai circuiti – associazioni e progetti che promuovono l’artigianato artistico italiano – e pubblicizzati su Well-made.it. Gli ambasciatori esprimono su di essi le loro valutazioni e gli utenti, che hanno modo quindi di contattarli agevolmente, possono poi recensirli.

 

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Le categorie sono molto varie, dall’arredamento alla musica, dall’abbigliamento all’oreficeria, dalla legatoria al restauro.

Well-made.it ha due enti fondatori: Whomade – un progetto nato per rilanciare l’artigianato d’avanguardia –  e La Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte – un’istituzione privata non profit orientata alla tutela e diffusione dei mestieri d’arte.