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Sughero: come utilizzarlo, caratteristiche e vantaggi

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Il sughero è un materiale ecologico e multifunzionale che trova impiego nell’edilizia, nell’arredamento e nel fai da te

Il sughero è un materiale naturale ricavato dalla corteccia della quercia da sughero (Quercus suber), ampiamente apprezzato per le sue proprietà isolanti, la leggerezza e la sostenibilità ambientale.

Utilizzato da secoli, oggi conosce una nuova diffusione grazie alla crescente attenzione verso materiali ecologici e riciclabili. Risulta impiegato sia in ambito edilizio, come isolante termico e acustico, sia nel settore dell’arredamento e del fai da te, per realizzare oggetti decorativi e funzionali.

Caratteristiche principali

Il sughero si distingue per alcune proprietà uniche che lo rendono estremamente utile in diversi contesti. È un materiale isolante sia dal punto di vista termico che acustico, capace di migliorare il comfort abitativo.

Grazie alla sua struttura a celle chiuse risulta leggero ma allo stesso tempo resistente, con un’ottima capacità di assorbire urti e vibrazioni. Un altro punto di forza è l’impermeabilità, garantita dalla presenza di suberina, sostanza naturale che impedisce l’assorbimento dei liquidi.

Utilizzi in edilizia

Nel settore edilizio, questo materiale rappresenta una soluzione naturale e altamente efficiente. I principali impieghi comprendono:

  • Pannelli isolanti per pareti, tetti e pavimenti.
  • Cappotti termici ecologici per abitazioni.
  • Rivestimenti fonoassorbenti per migliorare il comfort acustico.
  • Pavimenti.

Il vantaggio principale è la sostenibilità, poiché è un materiale riciclabile e non richiede processi chimici inquinanti per essere lavorato.

Sughero nell’arredamento e nel design

L’impiego di questo materiale nell’arredamento è sempre più diffuso grazie alla sua estetica naturale e alla facilità di lavorazione. Pavimenti, rivestimenti murali e accessori decorativi traggono beneficio dal colore caldo e dalla texture irregolare che donano un’atmosfera accogliente agli ambienti.

Inoltre, la sua resistenza all’usura lo rende adatto a superfici sottoposte a calpestio frequente, con una durabilità superiore rispetto a molti materiali sintetici.

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Sughero nel fai da te

Per gli appassionati di bricolage, questo materiale offre infinite possibilità creative:

  • Bacheche e pannelli portafoto.
  • Sottobicchieri e tovagliette.
  • Piccoli mobili o rivestimenti personalizzati.
  • Elementi decorativi come cornici, vasi e oggetti artigianali.

Grazie alla sua lavorabilità, può essere tagliato, incollato e modellato con attrezzi comuni, rendendolo ideale per progetti fai da te di vario livello.

Manutenzione e durata

Il sughero è un materiale resistente, ma per mantenerne a lungo le proprietà è consigliabile evitare l’esposizione prolungata all’umidità. Nei rivestimenti può essere trattato con vernici naturali che ne aumentano la protezione, mentre per la pulizia risultano sufficienti detergenti neutri.

Con una corretta manutenzione la durata media può superare diversi decenni, garantendo un investimento vantaggioso nel tempo.

Vantaggi ecologici ed economici

Uno dei punti di forza di questo materiale è l’impatto ambientale ridotto. La corteccia può essere estratta senza abbattere la pianta, che si rigenera naturalmente, contribuendo anche alla salvaguardia della biodiversità.

Dal punto di vista economico, il costo del sughero varia in base alla lavorazione e alla qualità, ma risulta competitivo rispetto ad altri materiali isolanti e di rivestimento, soprattutto considerando la sua lunga durata.

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Errori comuni da evitare

Nell’utilizzo del sughero è bene prestare attenzione a:

  • Non impiegarlo in ambienti soggetti a umidità costante senza adeguata protezione.
  • Non applicarlo con colle non idonee che potrebbero comprometterne le proprietà naturali.
  • Non confonderlo con materiali sintetici simili che ne imitano l’aspetto ma non le prestazioni.

Per concludere, il sughero rappresenta una risorsa preziosa per l’edilizia, l’arredamento e il fai da te grazie a caratteristiche come isolamento, leggerezza, resistenza e sostenibilità.

La sua versatilità lo rende adatto a molteplici applicazioni, dall’uso professionale alla creatività domestica, con un impatto positivo sia dal punto di vista ecologico che economico. Scegliere questo materiale significa puntare su un materiale naturale, durevole e rispettoso dell’ambiente.

Leggi anche: Idee fai da te con pannelli di sughero

Rapid lancia una nuova gamma di luci da lavoro

La luce giusta al posto giusto!

Scegliere la giusta luce da lavoro è da sempre una sfida per gli appassionati del fai-da-te. Lumen, kelvin e la classificazione IP sono alcuni dei termini tecnici che spesso creano più confusione che aiuto. Per questo motivo, lanciamo ora una nuova gamma di luci da lavoro, sviluppata con un unico obiettivo: rendere semplice la scelta della luce giusta per ogni progetto.
Ben il 41% degli amanti del fai-da-te afferma di aver acquistato il prodotto sbagliato per il proprio progetto quando fa acquisti in negozio. La nostra soluzione? Abbiamo identificato le aree di utilizzo più comuni e progettato le luci su misura per queste esigenze. Con nomi chiari, simboli e confezioni intuitive, guidiamo ogni consumatore alla scelta giusta – senza che sia necessario conoscere le specifiche tecniche.

Una gamma per tutti i tipi di progetto:

  • The Painter – per pittura e tappezzeria
  • The Painter+ – per superfici più ampie o esigenze di illuminazione maggiori
  • The Inspector – perfetta per controlli precisi e dettagliati
  • The Portable – pratica da portare ovunque
  • The Renovator – per progetti di ristrutturazione con esigenze di luce diffusa
  • The Mechanic – per lavori in garage e spazi ristretti

Inoltre, lanciamo due modelli a batteria, compatibili con il sistema Bosch 18V Power for All – perfetti per lavorare anche dove non ci sono prese elettriche.

Grazie a nomi “parlanti”, simboli chiari e immagini sulle confezioni, trovare la luce giusta è semplicissimo. Non serve sapere cosa significa kelvin: basta sapere cosa devi fare. Devi pitturare? Scegli The Painter. Devi riparare l’auto? Allora The Mechanic è la scelta giusta.

Dare luce al tuo progetto non è mai stato così facile. Che tu debba tappezzare, ristrutturare o ispezionare, abbiamo la luce che ti aiuta a vedere meglio e lavorare in modo più intelligente. La nuova gamma di luci da lavoro sarà disponibile nei negozi a partire da questo autunno

Rapid The Painter luce da lavoro

La luce da lavoro a LED The Painter ha un’emissione luminosa di 2000 lumen che illumina bene la superficie di lavoro. Il vetro smerigliato della luce riduce al minimo l’effetto abbagliamento. La temperatura di colore di 6000 Kelvin è ideale per dipingere e tappezzare, per aiutarti a vedere come appaiono i colori alla luce naturale. Anche la possibilità di regolare l’inclinazione del The Painter è importante per dipingere e tappezzare, poiché consente di orientare la luce con la giusta inclinazione per evitare ombre fastidiose. Questa luce potente e per uso professionale è facile da trasportare e può essere montata su un treppiede (non incluso). La classificazione IP65 significa che The Painter è completamente antipolvere e protetta da spruzzi d’acqua provenienti da tutte le direzioni; quindi puoi utilizzare The Painter sia all’interno che all’esterno. La luce ha un design compatto ed è facile da riporre quando si smonta il supporto. Le caratteristiche di The Painter la rendono adatta anche per molti lavori di ristrutturazione.

Rapid The Painter+ luce da lavoro

La luce da lavoro a LED The Painter+ ha un’emissione luminosa impressionante di 5000 lumen e una potenza di 50 W. L’elevata emissione luminosa la rende un’ottima luce di lavoro per ambienti ampi e il vetro smerigliato del proiettore riduce al minimo il rischio di abbagliamento. Con una temperatura di colore di 6000 Kelvin, questa luce è ideale per dipingere e tappezzare, aiutandoti a vedere come appaiono i colori alla luce naturale. The Painter+ ti consente di regolare facilmente l’inclinazione del cono luminoso, il che è molto importante quando si dipinge e si tappezza per evitare fastidiose ombre. The Painter+ è anche facile da montare su un supporto (supporto non incluso). La classificazione IP65 significa che The Painter+ è completamente antipolvere e protetta dagli spruzzi d’acqua da tutte le direzioni, così puoi usare la luce sia all’interno che all’esterno. Grazie alle sue caratteristiche, The Painter+ è adatta anche per molti lavori di ristrutturazione.

Rapid The Portable luce da lavoro

La luce da lavoro a LED ricaricabile The Portable è ottima per utilizzi in garage, capannoni, soffitte o quando si lavora all’aperto dove non si ha corrente elettrica. The Portable ha una luce brillante di 1000 lumen con una buona diffusione, con due modalità di illuminazione (100% e 50%) ed è facile da trasportare. La classificazione IP65 significa che è completamente antipolvere e protetta dagli spruzzi d’acqua provenienti da tutte le direzioni, così che The Portable può essere utilizzata all’aperto anche sotto la pioggia. La batteria integrata con porta di ricarica USB-C garantisce un’autonomia di circa 3 ore. Il cavo di ricarica è incluso. Il supporto è stabile e la luce può essere orientata. The Portable ha anche una porta USB-A che permette di usarla come power bank per il tuo cellulare o altre utenze simili, a batteria.

Rapid The Inspector luce da lavoro

La luce portatile a LED The Inspector è molto efficace negli spazi ristretti e difficili da raggiungere, come quando devi ispezionare i collegamenti dietro la lavatrice o verificare eventuali perdite nel sottotetto. Perfetta da tenere a portata di mano nella cassetta degli attrezzi, in macchina o nel kit di emergenza nel caso in cui si bruci un fusibile. La torcia, con le sue due fonti luminose, una sulla parte anteriore e una nella parte superiore, offre l’illuminazione giusta sia per ispezioni e controlli dove serve una luce puntuale che quando serve una luce diffusa. L’emissione luminosa della luce anteriore è di 150 lumen e quella della luce superiore è di 50 lumen. Con il suo magnete, supporto e gancio, è facile da posizionare su superfici metalliche, da appoggiare o da appendere. Consente di lavorare comodamente a mani libere. La classificazione IP42 significa che la torcia è protetta da piccole particelle (fino a 1 mm) e gocce d’acqua, anche quando è inclinata. Batteria con porta di ricarica USB-C integrata; cavo di ricarica incluso. L’autonomia è di circa 3 ore; usando la sola luce superiore si può arrivare fino a 3,5 ore.

Rapid The Mechanic luce portatile

The Mechanic è una luce portatile a LED compatta e resistente da tenere in garage per lavorare in spazi ristretti come sotto il cofano dell’auto. Il lungo braccio di Mechanic si ripiega per fornire un’illuminazione di lavoro versatile dalla punta e sul laterale, con una luminosità di 500 lumen sul lato che può essere ridotta a 250 lumen per attività che richiedono un’illuminazione più soffusa. Sulla punta, un faretto da 50 lumen può raggiunge zone strette e profonde normalmente difficili da illuminare. Per un utilizzo a mani libere, The Mechanic è dotato sia di un gancio che di un magnete, che consentono di appenderlo o fissarlo a superfici metalliche. La batteria integrata da 3,6 V si carica comodamente tramite una porta Micro-USB, ed il cavo di ricarica è incluso. L’autonomia è di circa 3 ore che sale a 10 ore usando la sola luce superiore.

Rapid The Renovator luce da lavoro

La striscia LED da 10 metri The Renovator offre un’ottima illuminazione diffusa per opere interne ed esterne di ristrutturazione e rinnovamento. Questa luce da lavoro fa il suo effetto migliore se appesa al soffitto, ma funziona bene anche appesa a scale o impalcature. Con un valore di lumen di 1200 lm/metro e una temperatura di colore di 4000 Kelvin, fornisce sia una buona illuminazione diffusa che una buona resa cromatica. La striscia LED The Renovator è resistente, completamente antipolvere e protetta contro gli spruzzi d’acqua da tutte le direzioni (IP65), ciò ti consente di lavorare sia in interno che in esterno o in presenza di molta polvere abrasiva. Se hai bisogno di una striscia LED più lunga, puoi facilmente collegarne altre in linea. Puoi anche riporla comodamente e ordinatamente avvolgendola sulla pratica bobina che è inclusa nella confezione.

Rapid BWL290 torcia da lavoro a batteria 18V

La torcia LED ricaricabile Rapid BWL290 è progettata per essere versatile ed affidabile. Che tu abbia bisogno di una luce da lavoro, di una luce di ispezione o di una torcia affidabile, è la compagna perfetta. Ideale per riparare un tubo sotto il lavandino, come torcia robusta per la tua barca, auto o soffitta, Rapid BWL290 si adatta senza sforzo alle tue esigenze. Con una semplice rotazione della ghiera frontale, puoi passare da un cono luminoso ampio a un fascio concentrato con una portata fino a 80 metri. La torcia permette due impostazioni di luminosità: 290 lumen al 100% di potenza per un’illuminazione intensa e una modalità al 50% per una luce più soffusa. Per una maggiore flessibilità, Rapid BWL290 ha una testa inclinabile di 90⁰ con sette posizioni fisse, che ti consente di posizionare la luce in modo stabile e di dirigerla esattamente dove ti serve. La luce include anche un pratico gancio per appenderla e un indicatore LED che mostra il livello di carica della batteria. Rapid BWL290 fa parte della partnership per le batterie di Bosch, POWER FOR ALL ALLIANCE. Quindi puoi usare la stessa batteria di tutti i prodotti Rapid da 18 V come con un elevato numero di prodotti di marchi come Bosch, Gardena, Husqvarna e Wagner. Consigliamo la batteria P4A da 2,5 Ah, che garantisce fino a 3 ore di autonomia. Batteria e caricabatteria non inclusi, ma venduti separatamente.

Rapid BWL2400 luce da lavoro a batteria 18V


La BWL2400 è una luce da lavoro LED cordless affidabile e versatile che fornisce un’illuminazione brillante e potente ovunque tu ne abbia bisogno. Con una luminosità di 2400 lumen e due impostazioni di luminosità, è perfetta per le attività che richiedono una luce di lavoro intensa, così come un’illuminazione più diffusa e morbida. Questa luce da lavoro cordless funziona con una batteria da 18 V, così puoi lavorare ovunque: in garage, capannoni, soffitte o altri luoghi dove la corrente elettrica non è disponibile. Il corpo del proiettore ruota di 180°, rendendo facile orientare la luce esattamente dove ti serve. La luce da lavoro è facile da posizionare o appendere utilizzando il gancio o la maniglia integrati. È leggera, compatta e semplice da trasportare, con una maniglia sul retro per una maggiore praticità. Quando hai finito e devi riporla, occupa uno spazio minimo e può anche essere montata su un treppiede (da acquistare separatamente). La Rapid BWL2400 fa parte della partnership per le batterie di Bosch, POWER FOR ALL ALLIANCE. Quindi puoi usare la stessa batteria di tutti i prodotti Rapid da 18 V come con un elevato numero di prodotti di marchi come Bosch, Gardena, Husqvarna e Wagner. Consigliamo la batteria P4A da 2,5 Ah, che garantisce fino a 3 ore di autonomia. Batteria e caricabatteria non inclusi, ma venduti separatamente.

Per ulteriori informazioni, si prega di visitare il sito web Rapid al seguente link

Smart home e sicurezza: perché il videocitofono smart è il primo passo

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La casa connessa non è più una promessa riservata agli appassionati di tecnologia. Oggi è una realtà concreta, alla portata di molti, che unisce praticità, controllo e protezione. Grazie alla diffusione di soluzioni sempre più intuitive e accessibili, anche chi non ha particolari competenze tecniche può rendere la propria abitazione più efficiente e sicura.

Tra i dispositivi intelligenti che più stanno contribuendo a trasformare il modo in cui si vive e si protegge l’abitazione, il videocitofono smart occupa un posto di rilievo. Non solo perché consente di gestire l’accesso alla propria casa da remoto, ma anche perché rappresenta, per molti, la prima vera esperienza di smart home. Una scelta iniziale, sì, ma già capace di fare la differenza, sia in termini di comfort che di consapevolezza.In questo articolo si analizzano i motivi per cui il videocitofono smart è spesso il punto di partenza ideale per chi desidera avvicinarsi alla casa intelligente in modo semplice, efficace e immediatamente utile.

Smart home: la tecnologia che protegge

L’evoluzione della casa intelligente ruota attorno a tre pilastri: comfort, efficienza e sicurezza. Le soluzioni smart permettono di semplificare la vita quotidiana, ridurre i consumi e, soprattutto, aumentare il controllo su ciò che accade tra le mura domestiche. Oggi è possibile regolare il riscaldamento con un termostato intelligente, programmare l’illuminazione per simulare la presenza anche quando si è assenti, oppure monitorare lo stato di porte e finestre grazie a sensori e serrature connesse.

In questo ecosistema in espansione, il videocitofono smart si distingue per immediatezza e utilità. È spesso il primo dispositivo scelto da chi vuole iniziare a rendere più sicura e intelligente la propria abitazione. Un elemento visibile, tangibile, che cambia concretamente l’esperienza d’ingresso e rende più consapevole la gestione degli accessi.

Il videocitofono smart da esterno: sicurezza al primo sguardo

La funzione primaria di un videocitofono è da sempre il controllo visivo dell’ingresso. Le versioni smart portano questa capacità a un livello superiore, integrando notifiche in tempo reale, accesso remoto da smartphone e la possibilità di interagire con chi si trova fuori dalla porta, ovunque ci si trovi.

Sapere chi sta suonando anche quando si è al lavoro, in viaggio o semplicemente impegnati in un’altra stanza, offre un senso di sicurezza difficile da replicare con strumenti tradizionali. Il videocitofono smart non si limita a mostrare un volto: permette di decidere se aprire, rispondere, ignorare. Tutto in modo semplice e discreto, attraverso un’app.

In più, la presenza visibile del dispositivo agisce da deterrente. Chi si avvicina all’ingresso sa di essere monitorato, e questo basta spesso a scoraggiare comportamenti indesiderati.

Smart home e sicurezza

Come funziona il videocitofono smart

Concepiti per integrarsi facilmente nell’ambiente abitativo, i videocitofoni smart combinano in un solo dispositivo diverse funzionalità: comunicazione audio-video bidirezionale, apertura del cancello o del portone, visione notturna e archiviazione delle immagini.

Ma come funziona il videocitofono smart e quali caratteristiche offre? Chi desidera approfondire può consultare una guida dettagliata che chiarisce tutti gli aspetti tecnici e operativi, utile per orientarsi nella scelta del modello più adatto alle proprie esigenze.

Installazione e scenari d’uso: non solo per ville e case isolate


I videocitofoni smart oggi esistono in soluzioni adatte a diversi contesti abitativi. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non si tratta di dispositivi pensati esclusivamente per case indipendenti o villette isolate: anche in condominio si possono integrare, soprattutto tramite sistemi compatibili con l’impianto esistente (bus a 2 fili o IP su cablaggio dati) e con moduli interni connessi.
Questo rende l’accesso alla smart home più inclusivo, adatto anche a chi abita in appartamento e desidera migliorare la sicurezza dell’ingresso senza complicazioni. 

Un’evoluzione che rende la tecnologia accessibile, modulabile, davvero pensata per rispondere alle esigenze di un pubblico ampio e variegato.

Smart home e sicurezza

Inizia dalla porta: la casa smart parte da qui

Il videocitofono smart rappresenta una porta d’accesso concreta al mondo della smart home. Facile da usare, utile per tutti, migliora la sicurezza e il controllo della propria abitazione anche quando si è lontani. Un piccolo passo tecnologico, un grande salto verso un’abitazione più sicura, efficiente e moderna.

Come rimuovere macchie di vernice: tecniche e soluzioni pratiche

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Sapere come rimuovere macchie di vernice consente di affrontare con sicurezza gli imprevisti legati a lavori di pittura o fai da te

Ritrovarsi con macchie di vernice su vestiti, pavimenti o mobili è una situazione piuttosto comune durante lavori di pittura o piccoli interventi di bricolage. Sapere come rimuovere macchie di vernice nel modo corretto permette di evitare danni ai materiali e di ripristinare la superficie senza lasciare aloni.

Le tecniche di pulizia variano a seconda del tipo di vernice e della superficie interessata, perciò è fondamentale scegliere il metodo giusto.

Tipi di vernice e differenze nella rimozione

Le macchie non sono tutte uguali: il primo passo consiste nell’identificare il tipo di vernice.

  • Vernici ad acqua (acriliche o murali): più facili da eliminare, soprattutto se fresche.
  • Vernici a solvente o smalti: più resistenti e difficili da trattare, richiedono prodotti specifici.
  • Vernici spray: possono penetrare nelle fibre dei tessuti o nei pori di materiali porosi.

Conoscere la natura della macchia consente di scegliere l’approccio più efficace e di evitare trattamenti aggressivi inutili.

Come rimuovere macchie di vernice dai tessuti

Quando la vernice finisce sui vestiti, agire tempestivamente è essenziale.

  • Per vernici ad acqua fresche: tamponare subito con acqua fredda e sapone neutro.
  • Per macchie secche: grattare delicatamente lo strato superficiale e immergere il tessuto in acqua tiepida con detersivo.
  • Per smalti o vernici a solvente: utilizzare acetone o un solvente specifico, facendo prima una prova su un angolo nascosto.

È bene evitare lavaggi troppo aggressivi che potrebbero rovinare il tessuto.

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Come rimuovere macchie da pavimenti e superfici dure

Pavimenti, piastrelle e superfici in legno possono essere danneggiati da pulizie errate.

  • Piastrelle e superfici lisce: rimuovere delicatamente la macchia con una spatola di plastica e successivamente con acqua calda e detergente.
  • Legno verniciato: evitare solventi troppo forti; è preferibile ammorbidire la macchia con olio di lino e grattare delicatamente.
  • Pavimenti in cemento: le macchie possono richiedere un decapante o l’uso di idropulitrice.

Un errore comune è usare pagliette metalliche che rischiano di graffiare irrimediabilmente la superficie.

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Come rimuovere macchie di vernice da vetro, metallo e carrozzeria auto

Su materiali non porosi come vetro e metallo, le macchie risultano più semplici da gestire.

  • Applicare acqua calda o vaporetto per ammorbidire la vernice.
  • Rimuovere con una lametta o raschietto tenuto in posizione piatta.
  • Completare con un detergente neutro per eliminare eventuali residui.

Nel caso della carrozzeria dell’auto, è fondamentale agire con cautela per non rovinare la vernice sottostante. È possibile ammorbidire la macchia con acqua calda e sapone, poi rimuoverla con un panno in microfibra morbido. Se la vernice è secca, si può ricorrere a prodotti specifici per detailing auto o all’argilla decontaminante (clay bar), che eliminano i residui senza graffiare la superficie.

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Prodotti utili per la rimozione della vernice

Una volta capito come rimuovere le macchie di vernice dalle diverse superfici, è opportuno conoscere quali sono gli strumenti e i prodotti che possono facilitare il lavoro:

  • Solventi specifici per vernice (da usare con cautela).
  • Acetone o alcool denaturato.
  • Spatole di plastica o legno.
  • Panni in microfibra per la rifinitura.

È importante utilizzare guanti e mascherina quando si impiegano solventi chimici, per proteggere la salute e l’ambiente domestico.

Consigli e precauzioni da seguire

Per ottenere un buon risultato senza rovinare la superficie:

  • Intervenire il prima possibile, quando la vernice è ancora fresca.
  • Effettuare sempre una prova su una zona nascosta.
  • Evitare l’uso di strumenti abrasivi se non strettamente necessario.
  • Aerare bene gli ambienti in caso di utilizzo di solventi.

Questi accorgimenti aiutano a prevenire errori e a ottenere una pulizia sicura ed efficace.

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Alla luce di quanto detto, sapere come rimuovere macchie di vernice consente di affrontare con sicurezza gli imprevisti legati a lavori di pittura o fai da te.

Con i giusti prodotti e qualche accorgimento pratico è possibile eliminare le macchie senza danneggiare tessuti, pavimenti o superfici delicate.

Agire tempestivamente, scegliere la tecnica adatta al materiale e adottare le dovute precauzioni sono le chiavi per un risultato ottimale.

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Le Corbusier: l’archistar in 13,4 m2

Tratto da “Come ristrutturare la casa n.5 – Settembre/Ottobre 2025″

Autore: Nicla de Carolis

Davvero molto bella e piena di significati la foto, qui sotto, di Le Corbusier, il mitico architetto, uno dei padri fondatori dell’architettura moderna, che lo riprende seduto al tavolo del Cabanon, il suo castello, una capanna di soli 3,66 x 3,66 metri quadri costruita sulla collina di Cap Martin, tra Mentone e Monaco, a pochi passi dal mare tra acanti, agavi ed eucalipti. L’architetto visse lì gli ultimi anni, prima della sua morte nel 1965, avvenuta per infarto mentre nuotava proprio sotto il suo rifugio come lui stesso aveva previsto e scritto: “Mi trovo talmente bene nel mio Cabanon che sicuramente terminerò la mia vita qui.”
Nel 1951, sul tavolo di una trattoria della Costa Azzurra, Le Corbusier realizzò il progetto del Cabanon come regalo di compleanno a sua moglie; il tutto in tre quarti d’ora e in maniera definitiva grazie al Modulor, il sistema di proporzioni che univa il metodo geometrico della sezione aurea con le misure e con i movimenti di un uomo alto m. 1,83. Ogni elemento d’arredo qui ha doppio utilizzo, come il letto che diventa un armadio e poi il supporto del lavandino diventa elemento di separazione, anche le parti architettoniche si trasformano, la parete diventa un tavolo e delle mensole, il soffitto diventa un ripostiglio.
Un esperimento e una sfida per un uomo che disponeva di case-studio grandi ma che si è trovato bene in uno spazio davvero ridotto vivendo con solo ciò che è necessario.
Questa di Le Corbusier è una lezione utile per molti di noi che oggi sono costretti ad abitare in appartamenti piccoli che sembrano non poter soddisfare le necessità e creano disagio; da pagina 46 abbiamo dedicato un ampio servizio ad abitazioni di metrature minime e vedrete come questi progetti siano in grado di suggerire soluzioni valide sia da un punto di vista funzionale sia estetico… gli architetti che li hanno realizzati si saranno sicuramente ispirati a Le Corbusier.

Come pulire le fughe delle piastrelle: soluzioni pratiche ed efficaci

Sapere come pulire le fughe delle piastrelle significa non solo migliorare l’estetica di pavimenti e rivestimenti, ma anche garantire un ambiente più igienico e sano

Le fughe tra le piastrelle tendono con il tempo a scurirsi e ad accumulare sporco, polvere e umidità, compromettendo l’aspetto generale di pavimenti e rivestimenti. Capire come pulire le fughe delle piastrelle in modo efficace consente di restituire luminosità e igiene agli ambienti domestici, evitando l’insorgere di muffa e macchie antiestetiche.

Perché le fughe si sporcano facilmente

Le fughe, essendo composte da materiali porosi come cemento o stucco, assorbono sporco e residui con facilità. In cucina si impregnano di grasso, mentre in bagno risentono dell’umidità. La scarsa manutenzione porta nel tempo a un ingrigimento difficile da eliminare con una semplice passata di straccio.

Strumenti e prodotti utili

Per ottenere un risultato efficace è utile dotarsi dei giusti strumenti:

  • Spazzolino a setole dure o spazzolino da denti vecchio
  • Panno in microfibra
  • Secchio con acqua tiepida
  • Prodotti specifici per fughe o rimedi naturali

Tra i prodotti più efficaci rientrano:

  • Bicarbonato di sodio, ottimo sbiancante naturale
  • Aceto bianco, ideale contro il calcare e la muffa
  • Acqua ossigenata, utile per macchie ostinate
  • Detergenti professionali a base di cloro o ossigeno attivo

Attenzione: i rimedi naturali vanno bene per la pulizia quotidiana, ma non sostituiscono prodotti professionali nei casi di sporco intenso.

Come pulire le fughe delle piastrelle

Come pulire le fughe delle piastrelle con rimedi naturali

I rimedi naturali possono rappresentare una soluzione pratica ed economica, ma è importante chiarire che risultano efficaci solo in presenza di sporco leggero e non quando le fughe sono molto incrostate o colpite da muffa.

Prodotti come bicarbonato, aceto o acqua ossigenata aiutano a rimuovere aloni superficiali e a mantenere una buona manutenzione ordinaria, ma non sono sufficienti contro macchie profonde o residui particolarmente ostinati, per i quali è necessario ricorrere a detergenti specifici.

Con bicarbonato e acqua

Si crea una pasta densa con bicarbonato e poca acqua, da applicare direttamente sulle fughe. Dopo aver lasciato agire per circa 15 minuti, si strofina con lo spazzolino e si risciacqua.

Con aceto e acqua calda

Un mix di acqua calda e aceto bianco in parti uguali spruzzato sulle fughe permette di sciogliere grasso e sporco. L’aceto ha anche un’azione disinfettante.

Con acqua ossigenata

Per macchie più resistenti, l’acqua ossigenata applicata pura sulle fughe restituisce il colore originale senza rovinare le piastrelle.

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Come pulire le fughe delle piastrelle con prodotti chimici

Quando lo sporco è particolarmente ostinato, è consigliabile ricorrere a detergenti specifici. Sul mercato esistono prodotti a base di cloro o ossigeno attivo che agiscono in profondità eliminando macchie e muffe. È importante però usarli con cautela, indossando guanti e garantendo una buona aerazione degli ambienti.

Errori comuni da evitare

Durante la pulizia delle fughe è frequente commettere alcuni errori che riducono l’efficacia del lavoro:

  • Usare spugne troppo abrasive che possono danneggiare le piastrelle
  • Applicare troppa acqua, favorendo l’assorbimento nei materiali porosi
  • Dimenticare di risciacquare bene, lasciando aloni e residui di detergente
  • Trascurare la manutenzione regolare, rendendo più difficile la rimozione dello sporco nel tempo
Come pulire le fughe delle piastrelle

Ora che abbiamo spiegato come pulire le fughe delle piastrelle, vediamo come effettuare una buona manutenzione per conservare igiene e pulizia.

Manutenzione e prevenzione

Una volta pulite, le fughe possono essere protette con sigillanti specifici che creano una pellicola protettiva, rallentando l’assorbimento di sporco e umidità. Una manutenzione costante con panni umidi e detergenti delicati riduce la necessità di interventi intensivi.

Per mantenere i pavimenti brillanti è consigliabile:

  • Passare l’aspirapolvere regolarmente per evitare che la polvere si depositi nelle fughe
  • Pulire con detergenti neutri e non aggressivi
  • Asciugare bene le superfici per contrastare la formazione di muffa

Costi e soluzioni professionali

Se le fughe risultano irrimediabilmente macchiate, è possibile ricorrere a servizi professionali di pulizia che utilizzano macchinari a vapore ad alta temperatura. Il costo varia a seconda della metratura, ma in media si aggira sui 5-8 euro al metro quadrato.

In alternativa, esistono pennarelli coprifuga che consentono di rinnovare rapidamente l’aspetto delle giunzioni senza doverle rifare.

Come pulire le fughe delle piastrelle

Leggi anche: Rinnovare le fughe delle piastrelle

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Leggi anche: Come fugare le piastrelle

Dal grès rosso del ’900 a quello craquelé con fibra nanotech smalto

Tratto da “Rifare Casa n.101 – Settembre/Ottobre 2025″

Autore: Nicla de Carolis

All’inizio del 1900, in Italia, si cominciò a produrre un tipo di grès chiamato “grès rosso”, molti lo ricorderanno o lo avranno già visto nelle cantine o in esterni di case d’epoca, un prodotto basico e non smaltato, tecnico e resistente ma senza valore estetico. La vera nascita del grès porcellanato, come lo conosciamo oggi, avviene nel distretto di Sassuolo tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80. L’aggettivo “porcellanato” sta a indicare la raffinatezza della finitura data dal mix di argille più pure e da una cottura a temperatura più alta rispetto alla ceramica. Del resto, da sempre la porcellana, proprio per la sua composizione e per la vetrificazione ottenuta dalla temperatura più alta rispetto alla ceramica, è un materiale più prezioso con una superficie non porosa, liscia, brillante e durevole. L’introduzione della stampa digitale poi e di processi di decorazione più sofisticati ha trasformato il grès porcellanato in un prodotto versatile, capace di riprodurre fedelmente materiali naturali come marmo e legno, guadagnando posizioni in termini di bellezza e di eleganza da parte di designer e committenti.
Tra le novità proposte al CERSAIE di quest’anno, a Bologna dal 22 al 26 settembre, troviamo anche decori che traggono ispirazione dalla Milano rinascimentale come fregi, prospetti, geometrie austere e decorative della Ca’ Granda o di Santa Maria delle Grazie, superfici vellutate al tatto, matt e poco riflettenti, che si ispirano al cotto lombardo o addirittura una finitura craquelé ottenuta da smalto artigianale sottoposto a fratture e poi protetto con una fibra nanotech smalto applicata.
Come potrete vedere dallo speciale da pagina 38 dedicato alla rassegna internazionale più importante al mondo nel settore della ceramica e dell’arredo bagno, le aziende italiane non si risparmiano in ricerca tecnica ed estetica, producendo sanitari dalle forme sempre più ergonomiche e colorate e rubinetti ispirati a linee artistiche sottili e leggere che riescono a coniugare prestazioni idrauliche all’altezza.
Ancora una volta dobbiamo con orgoglio riconoscere che la produzione italiana di piastrelle/sanitari/rubinetteria, seppur recentemente superata per quantità da Paesi emergenti, rimane incontrastata leader mondiale per la sua qualità, bellezza e innovazione.

Come costruire un letto in ferro | Realizzazione passo passo

Un letto in ferro fai da te che unisce estetica e praticità: ecco tutti i passaggi per costruirlo, lavorare i dettagli e rifinire la struttura

Per lavorare il ferro spesso non servono attrezzature particolari. Lo dimostra il progetto di questo letto in ferro fai da te a due piazze, per il quale utilizziamo solo una smerigliatrice angolare, un trapano a colonna e una saldatrice a filo continuo (parlando di elettroutensili), e anche fra gli attrezzi manuali non vi è nulla che non si trovi comunemente nell’attrezzatura di un bravo fardasé.

Come spesso accade nelle costruzioni (non solo quelle con il ferro), ci troviamo nella necessità di realizzare alcune dime, tre per l’esattezza, delle quali una ci è utile per fare una giunzione precisa fra pezzi che dobbiamo unire con saldatura, posizionati a 90° e allineati correttamente, mentre le altre due servono per dare curvature differenti alle piattine collocate alle gambe del letto e alla parte alta della testiera.

Quelle alle gambe, di spessore e larghezza inferiori, possono essere docilmente indotte alla piega con una dima formata da pezzi di legno sagomati secondo necessità. Quelle della testiera, invece, con uno spessore dell’acciaio di 5 mm e una larghezza di 20 mm, richiedono un supporto più robusto, quindi la dima è da costruire con pezzi d’acciaio di buon spessore, provvedendo anche ad alcuni rinforzi nei punti giusti.

Come sempre, consigliamo di prendere le misure nel modo più preciso possibile, anche se il taglio dei pezzi fatto con la smerigliatrice angolare può risultare approssimativo: nel caso di questa costruzione risulta molto più importante che corrispondano i fori effettuati per unire gli elementi fra loro con viti a testa svasata, almeno per quel che riguarda i piatti; mentre per i vari tubi consigliamo di lasciarli più lunghi di un millimetro o due e rifinirli adeguatamente con uno svasatore (per togliere lo sbavo interno), quindi passare all’esterno con la lima, rifinendo anche su questo lato lo spigolo e portare a misura perfetta il segmento.

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La costruzione è fatta in modo che non soltanto si possano smontare i longheroni del letto per il necessario trasporto ma, volendo, si possono separare anche i pezzi della testiera e della pediera. La finitura è minimale: dopo un accurato sgrassaggio delle parti in acciaio, da eseguire prima del montaggio, è sufficiente dare una mano o due di vernice trasparente opaca, in modo che non si formi ossido. Tuttavia, nulla vieta di applicare uno smalto antichizzante o colorato a piacere.

Una dima per saldare a 90°

Marchiamo almeno su due lati il tubolare con una squadretta e con la penna incisore (1), per troncare alcuni segmenti che poi saldiamo su una spessa piastra di acciaio in posizione tale da costituire la dima (2), necessaria per saldare le piastre del letto con angolo di 90° e ben allineate fra loro.

Il progetto

La struttura del letto in ferro fai da te è caratterizzata da tre parti fondamentali e indicate nell’immagine sottostante con le lettere A, B e C. Nei paragrafi seguenti illustreremo passo passo la realizzazione delle diverse parti.

progetto letto in ferro fai da te

A: le piastre angolari che includono la gamba

Per dare forma alle piastre, dopo la tracciatura dei contorni, usiamo la smerigliatrice angolare con un disco sottile; i pezzi vanno tenuti fermi durante l’operazione di taglio, per esempio bloccandoli nella morsa da banco.
Regolarizziamo i bordi del pezzo prima di procedere con le giunzioni; possiamo usare una semplice lima o ancora la smerigliatrice angolare, ma questa volta montando un disco da sbavo o un disco con carta abrasiva per metalli.
letto in ferro fai da te
Alloggiate nella dima le due piastre da unire a 90°, diamo alcuni punti di saldatura nel loro angolo interno poi completiamo l’unione esternamente con una saldatura sottile, per lasciare lo spazio necessario alla fase successiva.
letto in ferro fai da te
Messa la piastra angolare nella morsa, saldiamo nello spigolo esterno un segmento di tubo, realizzando uno dei 4 corpi che, messi agli angoli del letto, lo tengono insieme e danno supporto ai montanti, oltre a costituire le gambe.

B: il motivo decorativo alla base dei montanti

Per fare l’elemento di abbellimento delle gambe, dopo aver tagliato una serie di 16 spezzoni di piattina (20×3 mm) lunghi uguali, iniziamo a piegarli, uno alla volta, montandoli sulla morsa, in modo da lasciare fuori sempre un’estremità per circa 50 mm, e pieghiamo con il martello.
letto in ferro fai da te
Per far assumere a ogni pezzo la forma di “omega” e ottenerli tutti uguali, fissiamo sul banco due pezzi di legno, uno squadrato e uno con la curvatura di raggio 86 mm; incastriamo un’estremità del pezzo e tiriamo a mano sino in fondo. Al termine diamo un’ulteriore curva all’insù ai primi 10 mm di ogni estremità.
letto in ferro fai da te
Bloccato sulla morsa un montante, girato con il piede all’insù, teniamo all’altezza voluta un ferro a omega con morsetti e saldiamolo con il tubo tondo. Posizionando il primo accertiamoci di metterlo in squadro con la piastra angolare.
A scopo puramente estetico fasciamo le due zone di saldatura con diverse spire di filo di ferro ben tirate.
letto in ferro fai da te
Il piedino d’appoggio del letto in ferro lo realizziamo con un pezzo di piatto spesso 5 mm, di forma quadrata, con foro centrale svasato, in modo da ricevere la testa di una vite M8x30 mm. Al di sopra, un dado M8 normale e uno lungo, poi una barra filettata M8.
letto in ferro fai da te
Serrato tutto molto bene, inseriamolo interamente nel tubo della gamba, lasciando fuori soltanto il piedino quadrato, ovviamente.
Prepariamo i profilati angolari traversi, tagliandoli a misura e praticando i fori corrispondenti a quelli già fatti nelle piastre angolari di rinforzo. Svasiamo i fori per le viti a testa conica M8, con impronta esagonale.
letto in ferro fai da te
Sopra il tubo montante, da cui fuoriesce la barra filettata, appoggiamo un primo traverso a sezione piatta 20×5 mm. I due fori alle estremità, per il passaggio della barra filettata, sono di Ø 9 mm, mentre quelli intermedi, in cui dovrà passare una barra M6, si fanno da 6,5 mm di diametro.
Dopo i due dadi M8 ben serrati, avvitiamo il dado lungo (sempre M8) cui abbiamo preventivamente saldato un bullone M6x20 mm. Quest’ultimo serve per applicare, al termine, la biglia che completa la sequenza. Lo nascondiamo alla vista calzando uno spezzone di tubo lungo 50 mm, quel tanto che basta.
L’ultimo elemento lo blocchiamo con la biglia di ottone con foro filettato M6. Rivestiamo con nastro maschera le ganasce della pinza a pappagallo, per poter stringere la biglia senza rovinare la superficie lucida della sfera.

C: due ampie curve per la testiera del letto in ferro

letto in ferro fai da te
Per la costruzione della testiera è necessario realizzare anzitempo una dima per la piegatura dei due elementi curvi. La dima è formata da un tubo di diametro esterno 90 mm, alto 80 mm, cui va saldato un piatto spesso 5 mm curvato alla bisogna e rinforzato con raggi intermedi che ne permettano la necessaria rigidezza.
Ponendo i pezzi sul banco da lavoro in modo che siano rispettate le simmetrie, uniamoli con saldatura mediante uno spezzone di piatto cui abbiamo preventivamente eseguito 3 fori equidistanti, lungo la mezzeria.
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La testiera del letto in ferro si completa montando i tubetti di ottone verticali, che sono tenuti in posizione mediante altrettante barre filettate M6 e i relativi dadi ciechi con testa semisferica. La pediera è più semplice da fare, visto che manca la parte alta con gli elementi curvi. Per il resto la preparazione è del tutto analoga a quella della testiera, salvo la minore altezza dei montanti e, di conseguenza, dei tubetti di ottone. Il letto in ferro prende la sua forma definitiva con la realizzazione di tre longheroni di cui quelli esterni sono fatti con un singolo profilato angolare, mentre quello centrale con due profilati.
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Annovi Reverberi per Modena FC

Annovi Reverberi annuncia con orgoglio la propria presenza al fianco del Modena Football Club in qualità di sponsor ufficiale per la stagione calcistica 2025/2026.
L’accordo segna un passo importante e significativo nel percorso di collaborazione tra due realtà storiche del territorio modenese, entrambe accomunate da un forte senso di appartenenza e da valori condivisi come l’innovazione, l’impegno costante, la passione e il radicamento profondo nella comunità locale.
Il logo Annovi Reverberi, che campeggia sulla parte frontale della maglia ufficiale del Modena FC, diventa così simbolo visibile di una partnership che unisce tradizione e futuro, rafforzando ulteriormente il legame con i tifosi e con l’intera città di Modena. È un segno di vicinanza, di sostegno concreto e di fiducia nelle potenzialità di una squadra che rappresenta con orgoglio i colori gialloblù.

Per Annovi Reverberi, sostenere il Modena FC significa andare oltre il semplice concetto di sponsorizzazione: vuol dire contribuire attivamente alla crescita di un progetto sportivo e sociale che coinvolge migliaia di persone, condividere emozioni ed esperienze, e sentirsi parte integrante di una comunità che vive di calcio, passione e identità.
L’azienda intende accompagnare il Modena FC in questo percorso non solo come sponsor, ma come vero e proprio partner, pronto a condividere valori e obiettivi comuni. La stagione 2025/2026 si annuncia ricca di sfide ed emozioni, e Annovi Reverberi è fiera di poter vivere questa avventura al fianco della squadra, dei tifosi e della città, con la convinzione che insieme si possano raggiungere traguardi straordinari.

Arredare e organizzare con stile e funzionalità gli spazi esterni

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Gli spazi esterni sono un valore aggiunto per qualsiasi abitazione, offrendo la possibilità di ampliare la vivibilità della casa oltre le mura interne. Un progetto ben studiato può trasformare un terrazzo, un giardino o un patio in un’area accogliente e funzionale, in grado di soddisfare esigenze di relax, convivialità e rappresentanza. La scelta dell’arredo da esterno è determinante per mantenere armonia ed eleganza nel tempo:è la filosofia delle collezioni di Giulia Grillo, brand italiano che si distingue per la qualità dei materiali, l’eleganza delle forme e un design studiato nei minimi dettagli. L’obiettivo è creare ambienti che combinino estetica e praticità, garantendo durata e armonia in ogni stagione.

Spazi esterni: elementi decorativi di tendenza

Le soluzioni per arredare gli spazi esterni del brand Giulia Grillo non si limitano alla semplice scelta di mobili, includendo una pianificazione accurata degli elementi decorativi, in grado di conferire personalità e stile all’ambiente. Tra le proposte spiccano, infatti, dei prodotti di pregio realizzati in teak massiccio certificato FSC e completati da cuscini impermeabili resistenti ai raggi UV. Un esempio concreto di come design e durata possano convivere in un unico prodotto.

Un arredo da esterno di tendenza, si integra facilmente con altri elementi che vanno oltre il semplice tavolo o set di sedie: le pergole bioclimatiche con lamelle orientabili, sistemi di illuminazione a LED integrati, fontane decorative e pannelli frangivista in metallo o legno per creare un ambiente ricercato e funzionale. In un contesto di questo tipo, la cucina outdoor assume un ruolo centrale, trasformando lo spazio in un’area perfetta per pranzi e cene all’aperto, completa di piani di lavoro, barbecue integrati e sistemi di refrigerazione.

La palette cromatica è ispirata alla natura, con tonalità terrose, palette del beige e accenti neutri che si armonizzano con l’ambiente circostante. L’inserimento di vasi di grandi dimensioni, sculture contemporanee e oggetti di design può rafforzare la sensazione di continuità tra interno ed esterno, creando un filo conduttore estetico che percorre tutta l’abitazione.

Arredi e nuance per l’outdoor

La selezione di arredi per l’esterno firmata Giulia Grillo è studiata per resistere e durare, aggiungendo un impatto estetico di valore. Via libera al teak, selezionato appositamente per garantire prestazioni elevate in ogni condizione climatica.

Le collezioni propongono nuance ricercate, in particolar modo le tonalità neutre e luminose che donano carattere e modernità.

Un arredo da esterno ben progettato parte dalla scelta di materiali che assicurino longevità e ridotta manutenzione. Il teak è ricco di oli protettivi e mantiene intatta la sua bellezza anche dopo anni di esposizione agli agenti atmosferici. È resistente ai raggi UV, garantendo una resa estetica di alto livello.

La scelta delle nuance è altrettanto determinante: tonalità neutre e chiare, come sabbia, grigio perla o bianco opaco, conferiscono luminosità e amplificano la percezione dello spazio. Si passa ai colori intensi quali antracite, verde salvia o blu notte, per creare un effetto scenografico e sofisticato, particolarmente indicato per contesti moderni. La cucina outdoor si inserisce quale elemento strategico, consentendo di sfruttare al massimo lo spazio senza dover rientrare in casa durante la preparazione dei pasti.

Come si ottimizzano gli spazi a disposizione?

L’ottimizzazione degli spazi esterni è una fase determinante per massimizzare la funzionalità e non sacrificare l’estetica. La disposizione degli arredi deve tenere conto delle zone di passaggio, delle aree dedicate al relax e delle funzioni specifiche che si desidera includere. A metà tra estetica e praticità, le proposte di Giulia Grillo aggiungono un tocco di lusso semplice, combinando design e funzionalità per adattarsi a ogni contesto abitativo.

Un arredo da esterno ben organizzato consente di delimitare visivamente le diverse aree, ad esempio mediante tappeti tecnici per evidenziare la zona pranzo, pergolati per coprire la zona lounge o fioriere di grandi dimensioni come divisori naturali.

Il concetto di flessibilità valuta dei set armoniosi ed eleganti che adattano lo spazio a diverse esigenze, dal ricevimento di molti ospiti alla fruizione più intima e privata. La cucina outdoor può essere progettata in versione compatta per spazi ridotti, oppure come area completamente attrezzata per giardini di grandi dimensioni, integrando elettrodomestici, lavelli e vani contenitori per utensili e stoviglie.

Il microclima con l’inserimento di pergole, tende a caduta o frangisole aumenta il comfort termico e contribuisce a proteggere gli arredi, prolungandone la vita utile. La scelta di posizionare i mobili in modo da sfruttare al meglio luce e ombra naturali è una strategia che migliora la vivibilità dell’ambiente e riduce la necessità di soluzioni artificiali invasive.

Vivere l’ambiente esterno: sistemazione di fiori e piante

L’integrazione di elementi vegetali è una delle strategie che rendono uno spazio esterno armonioso e accogliente. La scelta delle essenze deve essere coerente con il clima locale, l’esposizione solare e lo stile complessivo del progetto di arredo da esterno. Via libera alle piante sempreverdi, alle siepi fiorite e agli arbusti aromatici per delimitare i percorsi o aggiungere colore all’ambiente. La filosofia del brand Giulia Grillo è mirata ad impreziosire l’ambiente outdoor in modo sofisticato, con un tocco di design lussuoso e funzionale allo stesso tempo.

La disposizione strategica delle piante migliora oltremodo il microclima, offrendo zone d’ombra naturale e riducendo la temperatura percepita nei mesi estivi. Per un risultato di alto livello, la vegetazione deve dialogare con gli altri elementi d’arredo: per esempio, una cucina outdoor circondata da piante aromatiche come rosmarino, salvia o menta migliora l’impatto visivo e offre un valore funzionale, permettendo di utilizzare erbe fresche durante la preparazione dei pasti.