Chi ama il bricolage e il restyling degli spazi sa bene quanto sia fondamentale prestare attenzione a ogni singolo dettaglio. Spesso ci si concentra su mobili e complementi d’arredo, dimenticando però il potenziale decorativo e funzionale delle pareti. Una parete può diventare un vero e proprio elemento d’arredo, capace di cambiare la percezione dell’ambiente e di creare un’atmosfera completamente nuova.
I fotomurali rappresentano una soluzione innovativa e versatile per rinnovare gli interni. Si tratta di immagini stampate in alta definizione su materiali tecnici – come carte da parati non tessute o pellicole adesive – che si applicano direttamente alla parete. A differenza delle carte da parati tradizionali, i fotomurali consentono di portare su una superficie verticale motivi grafici, fotografie panoramiche, texture materiche e disegni personalizzati, offrendo un effetto scenografico e un “wow” immediato.
La posa dei fotomurali può sembrare un’operazione complicata, ma con gli strumenti giusti e un po’ di manualità, è alla portata di tutti. Sono quindi una soluzione ideale per chi desidera rinnovare un ambiente in autonomia, con la soddisfazione di ottenere un risultato professionale con le proprie mani.
Fotomurali by Photowall: qualità e personalizzazione
La gamma fotomurali by Photowall
mette offre materiali di alta qualità e un servizio di stampa personalizzata che si adatta perfettamente a ogni progetto. Ogni fotomurale è realizzato su misura in base alle dimensioni della parete, riducendo gli sprechi e garantendo un risultato impeccabile.
Le opzioni disponibili si differenziano per finitura e modalità di applicazione:
Premium Satin: con una superficie satinata, questo materiale non tessuto è resistente ai raggi UV e al fuoco, e si applica con colla.
Premium Matte: presenta una finitura opaca, antiriflesso e resistente ai graffi, ideale per ambienti luminosi e soggetti a usura.
Peel and Stick Matte: è autoadesivo, facile da applicare e rimuovere senza colla, perfetto per chi vive in affitto o ama cambiare spesso.
Tutti i fotomurali sono privi di PVC e stampati con inchiostri biodegradabili, seguendo un approccio sostenibile che rispetta l’ambiente e la salute della tua casa.
Preparazione: come ottenere un risultato professionale
Misurare con precisione la parete è essenziale per evitare errori durante la posa. È importante rilevare sia la larghezza che l’altezza massime, aggiungendo un margine di 6-10 cm per compensare eventuali dislivelli o imperfezioni (l’utilizzo di una livella laser è certamente consigliato). In questo modo, si può garantire una posa uniforme e priva di spazi vuoti.
Fasi di posa: colla o autoadesivo?
Premium Satin e Premium Matte: L’applicazione avviene con una colla in polvere, che è facile da mescolare e pronta in pochi minuti. Si stende uno strato uniforme di colla usando un rullo o un pennello, e poi si posizionano i fogli numerati, iniziando dall’alto e scendendo verso il basso. Per eliminare le bolle d’aria e ottenere un effetto uniforme, si utilizza un pennello o una spatola.
Peel and Stick Matte: La pellicola protettiva si stacca facilmente e il foglio adesivo si attacca direttamente alla parete. Basta una spatola o un panno morbido per farlo aderire perfettamente, senza necessità di colla. Questa versione è perfetta per chi cerca un sistema veloce e pulito.
In entrambi i casi, il taglio finale lungo battiscopa e spigoli si esegue con un taglierino affilato, completando il lavoro con precisione.
Strumenti indispensabili per il fai da te
Un progetto di posa fotomurali richiede pochi strumenti, molti dei quali già presenti nel nostro laboratorio
nastro di misurazione e matita,
livella o filo a piombo,
rullo e pennello (per la colla),
spatola o spazzola per carte da parati,
taglierino o coltello affilato.
Manutenzione e cura dei fotomurali
Per mantenere i fotomurali belli e duraturi nel tempo, basta seguire alcune semplici indicazioni. È consigliabile pulire la superficie regolarmente con un panno morbido e leggermente umido, evitando detergenti abrasivi o solventi aggressivi che potrebbero rovinare la stampa.
Se ci sono macchie più difficili da rimuovere, è meglio usare un detergente neutro, testandolo prima in un angolo poco visibile. Grazie alla qualità dei materiali e delle finiture, i fotomurali by Photowall sono progettati per resistere nel tempo, mantenendo i colori vividi e una resa grafica impeccabile, così da garantire un ambiente sempre ordinato e accogliente.
Un tocco creativo e personale
Oltre alla vasta selezione di grafiche proposte da Photowall, è possibile caricare un’immagine personale per creare un fotomurale davvero unico. Questa opzione consente di inserire nel progetto un tocco autentico e significativo, che rifletta la propria personalità e le proprie passioni.
I fotomurali sono ideali per personalizzare stanze come soggiorni, camere da letto, angoli lettura o spazi hobby, ma anche per creare una parete d’accento in un open space o in uno studio domestico.
Sostenibilità e rispetto dell’ambiente
Chi ama il fai da te sa bene quanto siano importanti i materiali sostenibili. I fotomurali di Photowall vengono creati solo su richiesta, il che significa meno sprechi e scarti. Gli inchiostri a base d’acqua sono privi di sostanze tossiche, e l’imballaggio è realizzato con cartone ondulato riciclato o parzialmente riciclato. Questa cura per la sostenibilità si traduce in prodotti che sono sicuri sia per la tua casa che per l’ambiente, seguendo una filosofia di consumo più consapevole e responsabile.
Certo il termine giusto sarebbe rivestire, parlando di pareti, ma l’utilizzo di vestire suona come qualcosa di più intimo e familiare, rappresentativo dell’amore che ciascuno di noi ha per la propria casa e il desiderio di renderla sempre più bella, accogliente e confortevole. Nel dossier di questo numero ci sono le indicazioni per scegliere i rivestimenti che fanno più al caso nostro, dall’efficace isolamento termico e acustico, con pannelli in gesso rivestito e accoppiato con polistirene espanso (in copertina), ai nuovi pannelli di boiserie, anch’essi isolanti, che con i loro listelli di legno sono una soluzione già finita, in grado di far cambiare faccia anche esteticamente a un ambiente. Ma al di là dell’esigenza di avere un migliore benessere abitativo, nel dossier ci sono anche soluzioni solo estetiche; è finita la moda del minimalismo estremo che voleva solo grigio, nero e pareti bianche o giù di lì, finalmente i colori tornano a rallegrare le case, sia negli arredi sia nei tessuti e nei colori delle pareti. La carta da parati, in camera da letto, nella cameretta dei bimbi, in salotto e perfino in bagno, ma soltanto su una parete, come si usa oggi, ha un effetto decorativo senza diventare soffocante. Le stampe di ultima generazione permettono una scelta infinita di soggetti anche personalizzati come foto, magari fatte da noi, riproduzioni di quadri di nostro gusto, fantastici trompe l’oeil, dal francese “inganna l’occhio”, opere altamente realistiche che trasformano le superfici 2D in scene 3D che ci portano in spazi infiniti e da sogno. D’altra parte, guardando solo uno dei tanti progetti che voi lettori mandate in redazione, foto e descrizione, parlo di quello a pagina 76, dove Cosimo Errico ha ideato e realizzato un bel lettino prendisole con tavole di PVC recuperate, tagliando con la troncatrice e assemblando il tutto in maniera assai solida, penso che non vi manchi la competenza teorica e pratica per rivestire le pareti con le perline di legno. Probabilmente tutte le soluzioni proposte nel dossier sono alla portata di voi lettori di FAR DA SE’, certo la posa di grandi lastre di grès porcellanato richiede un’attrezzatura particolare, l’aiuto di una persona e una certa esperienza, ma per tutto il resto, grazie anche alle dritte della redazione suggerite per i vari argomenti, non sarete costretti a limitarvi a progettare, scegliere il rivestimento preferito e dover poi chiamare un artigiano. Come e quando fare il lavoro, in assoluta autonomia e, dettaglio non trascurabile, senza dover sborsare denaro, è una gran ricchezza: ancora una volta dunque, evviva il saper fare sinonimo di libertà e indipendenza
La tecnica per cambiare il volto di mobili e oggetti di casa: ecco come fare il decoupage su legno
Il decoupage su legno è una tecnica decorativa semplice e creativa che consente di rinnovare mobili e oggetti d’arredo. Grazie a questa pratica è possibile valorizzare elementi dimenticati o datati, conferendo loro un nuovo stile. Utilizzando carta decorativa e pochi altri materiali, si possono ottenere risultati esteticamente accattivanti e durevoli nel tempo.
Ecco le cose da sapere e alcuni consigli per realizzare decoupage fai da te su legno.
Vantaggi di questa tecnica
Facilità di esecuzione e versatilità rendono il decoupage su legno accessibile anche ai principianti. Questa tecnica permette di personalizzare complementi d’arredo in base ai propri gusti, abbinandoli allo stile della casa.
Inoltre, rappresenta una valida alternativa al restauro tradizionale, in quanto maschera graffi, macchie o imperfezioni del legno.
Materiali necessari per il decoupage su legno
Per eseguire un lavoro ben fatto, è importante disporre del giusto materiale:
carta per decupage o ritagli di giornale
colla vinilica e acqua oppure colla vernice satinata
forbici o cutter con righello
pennello piatto
vernice trasparente acrilica
Materiali per découpage su legno
Come realizzare il decoupage su oggetti in legno
I fogli di carta scelti possono avere colori sgargianti che, combinati tra di loro con effetto patchwork, risultano particolarmente vivaci. Per oggetti piccoli (in questo caso rivestiamo con il découpage anche un martello, pennelli e matite), si procede tagliando tante striscioline di carta dello spessore di circa 1,5 centimetri. Se non riusciamo a tagliarle diritte a mano libera, possiamo prima disegnare le righe sul retro e poi ritagliarle o in alternativa utilizzare cutter e righello.Stendiamo un velo di colla vinilica diluita (1 parte di acqua e 5 di colla), oppure colla vernice satinata e applichiamo le varie strisce di carta preparate precedentemente. Cerchiamo di accostare i colori per ottenere un effetto armonioso e vivace allo stesso tempo. Evitiamo di lasciare spazi vuoti sovrapponendo leggermente i ritagli a mano a mano che li accostiamo. I fogli di carta sono molto sottili; se l’attrezzo su cui eseguiamo il découpage è troppo scuro o ricco di scritte occorre dare, prima di iniziare il lavoro, un fondo bianco al fine di evitare effetti in trasparenza indesiderati.Stendiamo su tutta la superficie uno strato di colla vinilica o vernice satinata vetrificante e protettiva. Infine applichiamo due mani di vernice acrilica trasparente, dopodiché lasciamo asciugare.
Decorare una cassettiera è un ottimo esercizio per sperimentare il découpage su superfici più grandi. È possibile rivestire i frontali dei cassetti con fogli di carta decorativa, facendo attenzione a piegare bene gli angoli. Anche i fori per le maniglie vanno ritagliati con precisione, ripiegando i bordi all’interno per una finitura ordinata.
Per fare decoupage mobili possiamo realizzare una cassettiera colorata per dare un tocco allegro e originale alla nostra casa.Rivestiamo i cassetti con fogli interi di carta dello stesso motivo accostati tra di loro. Ripieghiamo gli angoli e incolliamoli sui bordi con l’aiuto di pennello e colla.Ritagliamo la carta sul foro che funge da maniglia e ripieghiamo gli angoli incollandoli all’interno del cassetto.
Realizzare il decoupage su cassettiere o altri mobili consente di rendere l’arredamento di casa originale e personalizzato.
Legno grezzo o laccato
Questa tecnica di decoro su legno può avvenire sia su legno grezzo che su legno laccato, ma la procedura varia a seconda del materiale:
Decoupage su legno grezzo: si procede con il metodo di cui sopra.
Decoupage su legno laccato: prima di procedere è necessario preparare il legno, carteggiandolo e stendendo una mano di cementite.
Consigli utili
Utilizzare carte con motivi ripetuti per ottenere un effetto più uniforme.
Per un effetto vintage, scegliere carte con motivi floreali o shabby chic.
Integrare dettagli con tecniche miste (pennellate, stencil) per valorizzare il lavoro.
Con pochi strumenti e una buona dose di creatività, il découpage su legno può trasformarsi in un’attività gratificante, capace di offrire grandi soddisfazioni estetiche e pratiche nel contesto del fai da te.
Una guida completa per costruire uno sgabello regolabile fai da te, utile e adattabile a diverse postazioni grazie a un semplice sistema meccanico realizzato con materiali facilmente reperibili
Per chi lavora a lungo davanti a postazioni operative poste ad altezze differenti, anche pochi centimetri possono fare la differenza nel mantenere una postura corretta, soprattutto per busto e spalle. Una soluzione efficace a questa esigenza è la realizzazione di uno sgabello regolabile in altezza, pratico e funzionale, pensato per adattarsi a diversi piani di lavoro.
Il progetto prevede la modifica e l’assemblaggio di materiali di recupero facilmente reperibili, come un vecchio tagliere in legno e tubolari metallici, per creare una struttura solida, stabile e dal design essenziale. Il meccanismo di regolazione, basato su una semplice barra filettata, consente di variare l’altezza del sedile in modo fluido e preciso, con escursioni comprese tra 470 e 540 mm. Con un numero limitato di componenti e qualche accorgimento tecnico, è possibile ottenere uno sgabello regolabile fai da te utile e durevole, perfetto per ambienti di lavoro artigianale o domestico.
Occorrente
· Un disco di legno Ø 25×300 mm; · una piastrina in acciaio inox 100x100x3 mm; · una barra filettata M14x100 mm; · un dado M14; · uno spezzone di tubolare Ø 29x2x325 mm; · 3 spezzoni di tubolare Ø 17x2x270 mm; · un gommino femmina Ø 29 mm; · 3 gommini femmina Ø 17 mm; · flatting e vernice nera lucida (bombolette).
La piastrina di acciaio inox, alla quale vanno smussati i bordi e arrotondati gli spigoli, va forata agli angoli svasando le sedi per le teste delle viti; al centro si salda perfettamente in verticale la barra filettata, dopo averla ripulita dalla ruggine facendola girare sul tornio e sfregandola con una spazzola di ferro. Si avvita la piastrina sulla faccia posteriore del sedile, ricavato dal tagliere in modo che i listelli di appoggio possano costituire validi rinforzi. A circa un terzo della lunghezza del tubolare più grande si saldano le tre gambe con un’angolazione di 120° sulla circonferenza, dopo averle curvate con l’aiuto di una controforma.Il dado M14, avendo l’esagono conforme a una chiave da 22, risulta leggermente lasco all’interno del tubo (che ha diametro interno 24 mm), ma basta un minimo schiacciamento dei bordi per mantenerlo stabile mentre lo si salda all’estremità superiore, per poi levigare e arrotondare omogeneamente il materiale d’apporto.Avvitando per qualche giro la barra sul tubolare si verifica che i due pezzi risultino perfettamente verticali.Dopo aver sgrassato a fondo le superfici metalliche, un velo di vernice nera applicato in più passate nobilita la struttura; quando è asciutta si può completare lo sgabello regolabile con l’inserimento dei gommini che chiudono le estremità dei tubolari.Il sedile va levigato per togliere il velo di sporco e aloni lasciati dal precedente utilizzo, oltre che per migliorare l’assorbimento del legno nei confronti della finitura, da farsi con due mani di flatting intercalate da un’ulteriore levigatura leggera.
STANLEY, brand di riferimento nel settore degli utensili e parte del gruppo StanleyBlack&Decker, è lieta di annunciare che il suo sollevatore TradeLift™ FATMAX® è stato insignito del prestigioso Premio Prodotto dell’Anno 2025 – Categoria Innovazione, nell’ambito dell’International Hardware Fair Italy, svoltasi a Bergamo l’8 e il 9 maggio 2025.
Il riconoscimento, promosso in collaborazione con Assofermet Ferramenta, premia le aziende che si sono distinte per qualità progettuale, ingegno tecnico e contributo innovativo all’evoluzione del settore. La giuria ha selezionato TradeLift tra oltre 100 candidature, sottolineandone la versatilità, l’efficienza e il design intelligente.
TradeLift è un sollevatore multifunzione progettato per facilitare operazioni di montaggio, supporto, livellamento e installazione. Grazie alla sua capacità di sollevamento fino a 150 kg e un’estensione massima di 220 mm, rappresenta uno strumento indispensabile per professionisti e artigiani, garantendo alte performance anche nei contesti di lavoro più impegnativi.
“Siamo estremamente orgogliosi di questo riconoscimento, che premia il lavoro del nostro team e la continua ricerca di soluzioni capaci di migliorare l’efficienza e la sicurezza dei professionisti,” ha dichiarato Piero Morino, Head of Marketing Stanley Black & Decker Italia. “TradeLift nasce dall’ascolto dei bisogni concreti di chi lavora ogni giorno in cantiere e rappresenta perfettamente il nostro impegno per l’innovazione utile e sostenibile.”
La vittoria di STANLEY nella categoria Innovazione arriva a coronamento di una partecipazione di grande successo: l’azienda ha infatti preso parte alla manifestazione in qualità di Gold Sponsor, confermando il proprio ruolo di attore chiave nel panorama europeo degli utensili e delle soluzioni per il lavoro.
Con oltre 320 espositori da 22 Paesi e 5.600 visitatori da 53 nazioni, la seconda edizione dell’International Hardware Fair Italy ha rappresentato un punto di riferimento per il comparto ferramenta e fai-da-te, offrendo una piattaforma d’eccellenza per scambio, innovazione e sviluppo.
Per STANLEY si tratta di un importante riconoscimento che conferma la centralità dell’innovazione nei suoi processi di sviluppo e la volontà di fornire sempre strumenti efficaci, affidabili e pensati per migliorare concretamente la quotidianità dei professionisti.
L’idropittura per interni è la scelta perfetta per ottenere superfici uniformi, resistenti e facili da mantenere, con risultati estetici durevoli e professionali
Quando si tratta di rinnovare gli ambienti domestici, pitturare le pareti rappresenta una delle operazioni più frequenti e soddisfacenti. L’intervento non comporta solo un miglioramento estetico, ma anche un contributo all’igiene e al comfort abitativo. Tra i prodotti più utilizzati per questa finalità, l’idropittura per interni si distingue per le sue eccellenti proprietà coprenti, la facilità d’applicazione e la versatilità.
Scegliere il tipo di pittura adatto è essenziale per garantire un risultato duraturo e all’altezza delle aspettative, specialmente in ambienti chiusi dove la qualità dell’aria e la traspirabilità delle superfici rivestono un ruolo importante.
Caratteristiche principali dell’idropittura per interni
L’idropittura è una pittura murale a base d’acqua, formulata con leganti acrilici o vinilici che, una volta applicati, formano un film protettivo resistente e traspirante. Questo tipo di prodotto è pensato specificamente per l’uso su superfici interne come pareti e soffitti in muratura, intonaco, cartongesso e cemento.
Tra i principali vantaggi dell’idropittura per interni si evidenziano l’elevato potere coprente, la rapida essiccazione, la scarsa emissione di odori e la possibilità di ottenere una finitura opaca, satinata o semi-lucida. Molti formulati sono anche lavabili o addirittura smacchiabili, caratteristica molto apprezzata in ambienti soggetti a usura come cucine, corridoi e camerette. Inoltre, le idropitture moderne sono disponibili anche in versione antimuffa e antibatterica, rendendole ideali per locali umidi come bagni e lavanderie.
Preparazione della superficie prima dell’applicazione
Una corretta preparazione del fondo è il primo passo per assicurare un’adesione ottimale della pittura e una resa estetica uniforme. Le pareti devono essere perfettamente asciutte, pulite e lisce. Vecchie pitture sfarinanti o non compatibili andranno rimosse mediante raschiatura o carteggiatura. Eventuali buchi e crepe devono essere colmati con stucco murale e levigati una volta asciutti.
In presenza di macchie di umidità o muffa è necessario intervenire con specifici detergenti o primer isolanti. Su pareti nuove o particolarmente porose, è raccomandata l’applicazione di un fissativo acrilico diluito, che riduce l’assorbimento del supporto e migliora l’adesione dell’idropittura. L’omogeneità del fondo è fondamentale per evitare antiestetiche differenze cromatiche e per ottimizzare il consumo del prodotto.
Come preparare e applicare l’idropittura per interni
L’idropittura murale viene solitamente fornita in forma già pronta all’uso, ma in alcuni casi è necessaria una diluizione con acqua, in percentuali indicate dal produttore. Il rapporto di diluizione varia in funzione della tecnica applicativa (pennello, rullo o spruzzo) e del tipo di finitura desiderata.
Prima dell’uso, mescolare accuratamente il prodotto per garantire l’uniformità dei componenti. L’applicazione avviene in almeno due mani, con la prima destinata a creare la base uniforme e la seconda a rifinire e coprire eventuali imperfezioni residue. Il tempo di attesa tra una mano e l’altra può variare da 4 a 6 ore, a seconda delle condizioni ambientali e del tipo di pittura.
Per un risultato ottimale, la temperatura dell’ambiente dovrebbe essere compresa tra i 10 e i 30°C, evitando correnti d’aria o umidità eccessiva che potrebbero compromettere l’essiccazione. Durante l’applicazione, procedere in modo sistematico, lavorando a sezioni verticali e mantenendo una pressione costante sull’attrezzo.
Colori e finiture: infinite possibilità decorative
Una delle qualità più apprezzate dell’idropittura per interni è la ricca gamma cromatica disponibile. I produttori offrono cataloghi ampi, con tonalità neutre, pastello, vivaci o intense, per adattarsi a ogni tipo di stile, ambiente e preferenza estetica. Inoltre, è possibile ottenere colori personalizzati mediante tintometri o miscelando direttamente pigmenti universali.
Le finiture più comuni includono l’effetto opaco, ideale per mascherare piccole imperfezioni del supporto e per ambienti dal tono sobrio, e l’effetto satinato, che conferisce maggiore luminosità e resistenza al lavaggio. Le superfici trattate con idropittura di qualità mostrano una texture uniforme e vellutata, priva di aloni o striature, a patto che siano state rispettate le modalità di stesura e i tempi di asciugatura.
Idropitture speciali: funzionalità oltre l’estetica
Il mercato offre anche idropitture tecniche, pensate per soddisfare esigenze particolari. Tra queste si trovano le pitture traspiranti, adatte a locali soggetti a condensa, come cucine e bagni, le idropitture termoisolanti, che migliorano il comfort abitativo grazie alla presenza di microsfere cave, e le pitture antimuffa, indispensabili in ambienti umidi e poco ventilati.
Esistono anche prodotti con formulazioni ecocompatibili, a basse emissioni di VOC (composti organici volatili), ideali per chi desidera ridurre l’impatto ambientale e migliorare la qualità dell’aria indoor, soprattutto in presenza di bambini o soggetti allergici.
Manutenzione e durata nel tempo
Una corretta applicazione dell’idropittura per interni garantisce una lunga durata nel tempo, spesso superiore ai 5 anni, a seconda della qualità del prodotto e dell’ambiente in cui viene applicato. La superficie può essere mantenuta in buono stato con una pulizia regolare. In caso di macchie persistenti o danneggiamenti, è sempre possibile intervenire localmente, ritoccando le zone interessate dopo una leggera carteggiatura.
Per mantenere l’uniformità estetica negli ambienti domestici, si consiglia di eseguire una riverniciatura completa ogni 7-10 anni, anche in assenza di evidenti difetti.
Scegliere un’idropittura per interni significa investire in comfort abitativo, estetica e durabilità. Grazie alla varietà di formulazioni, finiture e colori disponibili, questo prodotto si adatta a ogni esigenza, da quelle più tecniche a quelle puramente decorative.
L’applicazione semplice, la manutenzione agevole e la resa finale di alta qualità ne fanno una delle soluzioni preferite per chi desidera valorizzare gli spazi interni con efficacia e gusto. Una scelta intelligente e sostenibile, che coniuga tradizione e innovazione.
Tratto da “Come ristrutturare la casa n.3 – Maggio/Giugno 2025″
Autore: Nicla de Carolis
Per gli addetti ai lavori, architetti, interior designer ma anche per chi ama la casa, il Salone del Mobile dello scorso aprile è stata un’occasione unica per godere di prodotti belli, funzionali, capaci di stupire ed emozionare, ottimi per “vestire” in toto, con raffinatezza, la nostra dimora. La piacevolezza del tutto veniva anche dagli allestimenti faraonici ed eleganti degli stand, cosa non così frequente, la considerazione oggettiva è che quasi tutto il meglio sia prodotto da aziende italiane. Partendo dai semplici articoli per la tavola, abbiamo potuto ammirare eccellenze come quelle prodotte da Greggio, famoso in tutto il mondo per complementi di arredo artigianali in argento ma anche per la meravigliosa collezione di posate Quirinale, nata negli anni ‘50, per la tavola del Presidente della Repubblica, posate con motivi rinascimentali e altri servizi di posate addirittura in oro, esportate nei ricchi paesi arabi. Venini, la fornace veneziana, solo per citare un produttore presente a Euroluce, ha presentato, in edizione limitata di 100 pezzi, lampade disegnate da Arnaldo Pomodoro nel 2002, Stele I, delle vere installazioni artistiche molto suggestive. Notevole anche Lungolinea Wood, un tavolo da ping-pong di lusso in formato olimpico, la cui superficie di gioco è in vetro e le gambe in caldo legno massello di noce o rovere, ha la rete in Alcantara removibile e si trasforma facilmente in un tavolo da pranzo o da riunione, fondendo funzionalità e design italiano (pagina 24). E rimanendo sempre su proposte davvero esclusive, al Fuorisalone, Alessi, azienda che negli anni ha prodotto contenitori di tutti i tipi e oggetti per la casa diventati negli anni cult, ha presentato dieci contenitori, The last pot (pagina 26), disegnati da altrettanti designer di fama, destinati a contenere le ceneri dei defunti. Pezzi originali e percepiti come veri complementi di arredo, soprammobili per la casa, senza nulla di cupo, che possono ricordare chi non c’è più. La classe, la varietà di oggetti e mobili made in Italy, frutto dell’eccellente design italiano, è il motivo dell’imponente afflusso di visitatori stranieri sempre presenti al Salone del Mobile, visitatori che non vengono solo per comprare: è noto che molti vengono per copiare ma il risultato sembra proprio non essere all’altezza degli originali.
Stuccare il legno non è solo un’operazione tecnica, ma un passaggio essenziale per garantire bellezza, funzionalità e durata a qualsiasi elemento ligneo
Lavorare il legno è un’arte tanto antica quanto versatile. Tuttavia, anche il miglior manufatto può presentare piccoli difetti, imperfezioni, fessure o danni dovuti al tempo. In questi casi, stuccare il legno diventa una pratica indispensabile per ripristinare la continuità delle superfici, rendere esteticamente impeccabili i dettagli e garantire la durata nel tempo di qualsiasi oggetto o struttura in legno.
Che si tratti di restaurare mobili d’epoca, preparare il fondo per una verniciatura uniforme, o semplicemente chiudere un piccolo foro, l’uso corretto dello stucco per legno rappresenta una fase cruciale in ogni progetto di falegnameria o fai da te.
Di seguito esploriamo i diversi aspetti tecnici, le tipologie di stucco disponibili e le migliori pratiche per ottenere un risultato di qualità.
Quando e perché stuccare il legno
Le situazioni in cui si rende necessario stuccare il legno sono numerose e diverse per natura. I casi più comuni includono la riparazione di fessure e crepe, la chiusura di fori di chiodi o viti, e la livellatura di superfici irregolari. Ma anche in fase di costruzione ex novo, può essere utile uniformare i giunti tra le tavole o nascondere difetti estetici nei pannelli impiallacciati.
Il ricorso allo stucco è altrettanto frequente nel restauro, dove è essenziale rispettare sia le caratteristiche meccaniche sia l’estetica dell’oggetto originario. In questi contesti, la scelta del colore dello stucco è determinante per una finitura invisibile.
Tipologie di stucco per legno
Lo stucco in pasta è il più diffuso per lavorazioni di precisione e interventi estetici. Si tratta di un composto già pronto all’uso, venduto in vari colori per meglio adattarsi alla tinta del legno su cui si interviene. È adatto per piccoli ritocchi o per riempire fessure e scheggiature di dimensioni contenute.
Lo stucco bicomponente, formato da una base e da un indurente, offre una maggiore resistenza meccanica ed è ideale per lavori strutturali o su elementi sottoposti a sollecitazioni. Indurisce rapidamente e può essere carteggiato e verniciato dopo pochi minuti, anche se è fondamentale stuccare il legno con attenzione per evitare differenze visibili nella finitura.
Lo stucco a base di segatura viene realizzato miscelando polvere di legno o segatura fine con colle viniliche o altri leganti. Questo metodo è particolarmente apprezzato in ambito artigianale, poiché consente di ottenere un composto identico per colore e composizione al legno da trattare, soprattutto in restauri su pezzi unici o pregiati.
Gli stick cerosi o in cera dura, infine, sono usati prevalentemente per ritocchi rapidi e superfici già trattate, dove non è possibile carteggiare. Sciogliendoli con un apposito saldatore a bassa temperatura, si colma il difetto e si livella la superficie.
PER TUTTI I PICCOLI LAVORI DI RESTAURO – Ideale per il…
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Preparazione della superficie
Una buona preparazione è fondamentale per garantire l’adesione dello stucco e la durabilità del trattamento. La superficie da trattare deve essere asciutta, pulita e priva di polvere, residui oleosi o vecchie verniciature incoerenti. Se necessario, conviene stuccare il legno solo dopo aver carteggiato leggermente la zona interessata con carta abrasiva a grana media, per migliorare la presa.
Nel caso di fessure profonde o crepe passanti, è opportuno allargare leggermente l’apertura con una spatolina per permettere allo stucco di penetrare meglio e aggrapparsi in modo stabile.
Come applicare correttamente lo stucco
L’applicazione dello stucco richiede precisione e un’adeguata tecnica. In primo luogo, utilizzare una spatola o un raschietto per raccogliere una piccola quantità di prodotto e pressarla all’interno della fessura o del difetto. Conviene lavorare in più passaggi sottili, piuttosto che in un’unica applicazione abbondante, per evitare bolle d’aria o ritiri durante l’asciugatura.
Una volta che lo stucco è ben distribuito e ha colmato l’intero spazio, è necessario lisciare la superficie in modo uniforme, eliminando eventuali eccessi con la spatola stessa. Dopo l’asciugatura completa (che varia in base al tipo di stucco), si può procedere con la carteggiatura fine, utilizzando carta abrasiva a grana elevata per uniformare la zona trattata al resto del manufatto.
Colorazione e finitura post-stuccatura
La scelta del colore dello stucco è determinante per ottenere un risultato invisibile, soprattutto su legni naturali lasciati a vista. Alcuni prodotti sono tinti in massa, mentre altri possono essere colorati con pigmenti o tinte specifiche per legno. In alternativa, è possibile applicare il colore successivamente, con mordente o vernice, a patto che lo stucco sia compatibile con tali finiture.
In molti casi, soprattutto nei restauri di mobili antichi, si interviene ulteriormente con cere, gommalacca o vernici protettive, per restituire al pezzo trattato omogeneità visiva e protezione superficiale. Anche in questi casi, stuccare il legno in maniera accurata fin dall’inizio consente di ottenere una base impeccabile per le finiture successive.
Consigli per ottenere una stuccatura perfetta
Non applicare lo stucco su superfici instabili, polverose o in movimento
Evitare di carteggiare troppo presto: l’umidità residua può compromettere l’efficacia
Per giunzioni invisibili, mescolare la segatura dello stesso legno allo stucco vinilico
Su mobili verniciati, preferire stick cerosi da ritocco o resine specifiche
Testare sempre il colore dello stucco su un campione prima dell’applicazione definitiva
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Concludendo, che si tratti di una semplice riparazione o di un restauro completo, la corretta scelta del prodotto, la preparazione accurata e l’applicazione attenta fanno la differenza tra un intervento visibile e uno perfettamente integrato. Per questo motivo, stuccare il legno con consapevolezza tecnica e attenzione ai dettagli è un passaggio chiave per ogni progetto.
Nel panorama sempre più ampio dei prodotti per la finitura del legno, lo stucco rimane un alleato insostituibile. Conoscere le sue potenzialità e i metodi di utilizzo consente di affrontare ogni lavorazione con maggiore consapevolezza, ottenendo risultati professionali anche nei progetti più artigianali.
Guida alla costruzione di 8 testiere letto fai da te per letti matrimoniali e singoli
Alla ricerca di idee testate letto? Costruire una testiera letto fai da te non è difficile, infatti servono pochi elettroutensili e limitate conoscenze dei materiali per realizzare testate letto davvero originali e funzionali. La parte più visibile del letto è la sua testiera, che ne definisce lo stile e funge da elemento di raccordo con le pareti e l’arredo.
Proviamo ad immaginare testiere letto matrimoniale e singoli sperimentando arditi accostamenti di forme e materiali. I risultati sono sempre interessanti e indubbiamente molto personali. Se non abbiamo tempo sicuramente possiamo optare per le testiere letto ikea (scoprile qui),ma realizzarle fai da te è tutt’altra soddisfazione.
Testiera letto in legno grigliato
Con pochi tagli ed un rapido lavoro di assemblaggio, un grigliato prefinito assume la forma e la dimensione desiderate per diventare una testata letto particolarmente “leggera” alla vista, grazie alle numerose aperture che lasciano intravedere la parete. I grigliati prefiniti sono disponibili in svariate tipologie, forme e dimensioni presso centri di bricolage e si acquistano con una spesa contenuta.
Per il nostro scopo ne serve uno di pino grezzo. Per fissare la testiera letto fai da te utilizziamo alcuni listelli che assicuriamo alla parete mediante viti e tasselli a espansione; la testiera letto matrimoniale è collegata ai due travetti per mezzo di quattro piattine metalliche avvitate. I semilavorati sono venduti allo stato grezzo. Dopo l’assemblaggio delle testate letto matrimoniale possiamo finirli con una mano di turapori seguita, a piacere, da una verniciatura trasparente, da lucidatura a cera, o smaltatura nella tonalità preferita.
Cosa serve per costruire una spalliera letto in legno
Grigliato semilavorato grezzo da 1920×620 mm;
aste di legno sagomate ad U con scanalatura larga quanto lo spessore del grigliato;
Con la troncatrice radiale tagliamo con precisione, con un’inclinazione di 45°, le estremità delle aste con scanalatura.
Applichiamo l’asta sopra il grigliato: sarà più semplice applicare i montanti verticali, tagliati a 45° solo sull’estremità superiore.
Fissiamo anche le aste laterali al grigliato con colla vinilica, morsettando per 24 ore in modo da garantire un fissaggio perfetto.
In corrispondenza del listello inferiore del grigliato applichiamo su ogni lato del profilo una vite autofilettante.
Le aste sagomate contornano il grigliato sul lato superiore e sui fianchi, arrivando fino a pavimento. Appena sotto il grigliato avvitiamo la tavola larga 115 mm che irrobustisce e blocca l’intera testiera.
Testiera letto fai da te con parati e legno MDF
Le testiere letto si dividono in due grandi categorie
quelle che, insieme alla pediera, sono parte integrante del letto stesso
quelle che, essendo svincolate dal corpo del letto, sono semplicemente elementi decorativi applicati a parete.
La testiera letto fai da te qui rappresentata fa parte della seconda categoria: questa testiera letto singolo è infatti composta da quattro pannelli di MDF applicati a parete e rivestiti con carta da parati. Alla funzione estetica aggiungono la proprietà di distanziare i cuscini dalla parete . I pannelli di MDF devono essere trattati con un primer consolidante, prima della stesura della colla per parati, in modo da sigillare la superficie e rendere il fissaggio della carta uniforme e permanente.
Cosa serve per costruire una testata letto fai da te con carta parati
4 pannelli di MDF 2000×600 mm;
rotolo di tappezzeria con motivi a nostra scelta;
colla specifica;
cutter,
trapano (o avvitatore a batteria)
Come applicare la carta ai pannelli MDF
Per rendere uniforme la capacità d’assorbimento della colla da parati, trattiamo i pannelli con primer sigillante e consolidante.
Stendiamo con il pennello uno strato uniforme di colla e applichiamo la parati dall’alto verso il basso, evitando la formazione di bolle d’aria.
Asportiamo le eccedenze di carta da parati lasciandone una porzione sufficiente a rivestire i profili laterali.
Lavoriamo con precisione utilizzando un cutter.
Sulla superficie non a vista del pannello di MDF (nella parte alta) apriamo una coppia di fori ciechi utilizzando una punta Forstner.
Il fissaggio del pannello alla parete avviene per sospensione, inserendo la testa di una vite sporgente (tassellata a parete) all’interno delle cavità realizzate.
Testiera letto matrimoniale con tampone e foglia oro
Abbandoniamo momentaneamente trapani, legno e viti ed immergiamoci nella pura decorazione artistica, per realizzare una testiera del letto fai da te, di grande impatto estetico. Utilizziamo lunghe porzioni di di carta come supporto su cui realizzare alcune decorazioni a tampone, utilizzando gli smalti acrilici e le foglie d’oro. Il tampone utilizzato è di tipo pretagliato (con motivi decorativi predefiniti o personalizzabili), di grande dimensione, reperibile presso i negozi di belle arti.
La foglia d’oro è applicata, utilizzando l’apposita missione all’acqua, sui fogli di carta di riso con il tampone pretagliato, in modo da definire la porzione d’adesione della foglia uguale a quella del decoro del tampone. I fogli decorati vengono fissati a parete utilizzando un listello fatto passare all’interno di un orlo alla sommità dei fogli. Un lungo listello di legno viene fatto passare all’interno dell’orlo realizzato alla sommità dei fogli di carta di riso. In questo modo possiamo fissare la testiera del letto a parete, assicurando il listello a muro con tasselli e viti.
Cosa serve
Tampone pretagliato per decorazioni murali;
rotolo di carta di riso;
liquido adesivo per il fissaggio della foglia (missione);
foglia d’oro;
smalto acrilico
Come eseguire il tampone e la doratura
Intingiamo leggermente il tampone nello smalto acrilico. Effettuiamo quest’operazione delicatamente, in modo da non sgocciolare eventuale smalto in eccesso.
Riportiamo il tampone sul foglio in modo da trasferire lo smalto. Possiamo riportare i decori in ordine casuale oppure secondo uno schema preordinato.
Puliamo accuratamente il tampone e riutilizziamolo per riportare la missione: in questo modo possiamo posizionare la foglia d’oro assicurandoci l’adesione solo delle porzioni definite dalla forma del tampone.
Aspettiamo 5-10 minuti in modo da far agire la missione e, successivamente, lavorando con un panno morbido, passiamo ripetutamente sulla foglia d’oro, in modo da asportare le porzioni non incollate. Ripetiamo l’operazione per le altre foglie d’oro.
Per ottenere ulteriore “movimento” nei fogli , realizziamo la frastagliatura dei bordi laterali strappandone una piccola porzione. Utilizziamo un piccolo pennello inumidito con acqua per definire la linea di rottura della carta.
Alla sommità dei fogli realizziamo un orlo per l’inserimento del listello di legno che consentirà il fissaggio a parete. Ripieghiamo semplicemente un lembo di carta sulla parte posteriore del foglio ed assicuriamolo con nastro adesivo trasparente.
Testiera letto imbottita fai da te con tessuto patchwork
Se vogliamo modificare periodicamente l’aspetto della testiera ecco l’idea (simile ad un modello di testiera letto ikea): realizzare testate letto imbottite con una struttura a reticolo all’interno della quale fissare (tramite velcro) pannelli di multistrato foderati con gommapiuma e rivestiti con tessuto decorativo. La struttura portante di questa testata letto imbottita è costituita da un doppio telaio di ramin, all’interno del quale viene realizzata una struttura a celle rettangolari, in grado di ricevere i pannelli. Questi, rivestiti con tessuto, possono dunque essere spostati a piacimento all’interno della struttura, per avere sempre una visione d’insieme differente.
Cosa serve per costruire testiera letto con tessuto
4 listelli di ramin 30×15 mm e lunghezza adeguata per la realizzazione del telaio esterno;
listelli di ramin 30×5 mm per il telaio interno;
tavolette rettangolari di multistrato;
fogli di gommapiuma da 15 mm;
graffatrice elettrica,
cutter elettrico,
piattine e squadrette metalliche;
tessuti decorati per il rivestimento (cuscini testate letto)
velcro
Come costruire il telaio della testiera letto con tessuto
Prepariamo il telaio esterno unendo i 4 listelli da 30×15 mm con squadrette metalliche ad L fissate con viti autofilettanti. Questo telaio di supporto riceve al suo interno un ulteriore telaio di listelli da 30×5 mm, uniti a filo della faccia posteriore del supporto tramite graffettatura.
Suddividiamo la porzione interna della struttura ottenuta in 20 porzioni rettangolari (5 in lunghezza e 4 in altezza) utilizzando i listelli di ramin da 30×5 mm. Anche in questo caso ricorriamo alla graffatrice elettrica per fissare i listelli tra loro e alla struttura di supporto. Lungo i perimetri assicuriamo spezzoni di velcro che ci serviranno per il fissaggio delle tavolette di multistrato foderate.
Presentiamo la struttura a parete e controlliamone l’orizzontalità con la livella a bolla. Con una matita grassa segniamo i punti esatti in cui eseguire i fori per l’inserimento dei tasselli.
Pratichiamo i fori d’invito per i tasselli utilizzando il trapano impostato sulla funzione “battente”.
Puliamo accuratamente i fori ed inseriamo i tasselli, aiutandoci eventualmente con leggeri colpi di martello di gomma.
Fissiamo definitivamente il telaio a parete serrando le viti all’interno dei tasselli.
Rivestimento dei pannelli testiera letto fai da te con tessuto
Presentiamo i pannelli di multistrato sul foglio di gommapiuma in modo da poter rifilare quest’ultimo a misura. Per quest’operazione utilizziamo il cutter elettrico.
Ripetiamo l’operazione anche per il tessuto di rivestimento: è opportuno lasciare almeno 25 mm di abbondanza in modo da effettuare una foderatura a regola d’arte.
Fissiamo il foglio di gommapiuma e il tessuto di rivestimento al pannello di multistrato con punti metallici, assicurati con la pistola graffatrice.
Lungo i bordi laterali posteriori dei pannelli di multistrato fissiamo strisce di velcro…
…che ci consentiranno il fissaggio alla struttura di supporto.
A questo punto possiamo fissare i pannelli rivestiti alla struttura di sostegno:
essendo staccabili, è possibile realizzare differenti composizioni, in modo da ottenere sempre testiere letto differenti.
4 ripiani componibili per comodini per riporre sveglia e lampade da comodino; Sia cossue (240 cm) che salva spazio grazie ai suoi fissaggi a parete e comodini integrati
2 ripiani per comodini per riporre sveglia e lampade da comodino; Sia cossue (240 cm) che salva spazio grazie ai suoi fissaggi a parete e comodini integrati
【Tipi di letto adatti:】 La testiera è pensata per i letti che ne sono privi.
89,90 EUR
Testiera in legno con gommapiuma
Una morbida testiera letto fai da te fissata al muro, anziché al letto, offre vantaggi di ordine sia pratico sia estetico; se il letto è montato su ruote, la testata letto staccata facilita gli spostamenti e, di conseguenza, le pulizie, specialmente nei casi in cui il pavimento sia coperto con una moquette. La testiera è formata da un pannello di legno, la cui faccia esterna è imbottita di gommapiuma o altro materiale simile, ricoperto di stoffa e ancorato a parete con tasselli ad espansione con gancio e piastrina.
I tagli a 45° per le giunzioni del piano si possono far eseguire al momento dell’acquisto del legno.
Per una stabile unione possiamo utilizzare gli inserti a lamello. Le sedi si aprono con l’apposita fresa.
Le pastiglie di lamello vanno bagnate nella colla prima di essere inserite: l’unione risulta salda e precisa.
Unione tramite spinatura del legno
Rinunciando all’eleganza della giunzione a 45° possiamo assemblare le spondine del ripiano appoggiandole sul pannello di base e fissandole con una coppia di spine inserite in fori corrispondenti. Approfondisci la tecnica della spinatura del legno
Come realizzare il rivestimento e l’ancoraggio
Sul piano di multistrato stendiamo uno o più feltri, poi la gommapiuma, poi il tessuto di rivestimento.
Rivoltiamo il pannello e con la graffatrice fissiamo sia l’imbottitura che la stoffa di rivestimento dopo averla ripiegata sul retro e rifinita con una passamaneria.
Per l’ancoraggio a parete servono un paio di staffe da avvitare sul retro del pannello.
Le staffe per l’ancoraggio a muro vanno incassate a filo aprendo un incavo per il gancio del tassello.
Testiera letto fai da te recuperando vecchie porte in legno
Testiera e pediera possono nascere anche da un paio di vecchie porte di recupero. La logica della trasformazione è semplice: due porte, opportunamente restaurate, vengono elaborate con l’aggiunta di finiture di legno che conferiscono ad esse la nuova funzione. Le porte devono essere di larghezze (che per il letto diventano altezze) diverse in modo che la testiera sia più alta. Le due facce “interne” di questi elementi principali vanno ulteriormente elaborate per ricevere i due longheroni laterali del letto e il supporto centrale, disposti ad una distanza tale che sia possibile inserire nella loro luce una rete per letto a due piazze I due longheroni laterali vengono montati utilizzando le apposite piastrine con doppio foro da applicare sulle facce delle porte. I longheroni, a loro volta, sono dotati all’estremità di elementi sagomati a gancio che si incastrano nelle piastrine.
Progettare una testiera letto fai da te recuperando delle porte
Come trasformare le porte
La porta destinata a diventare pediera viene arricchita con riporti sagomati di legno che simulano la presenza di due colonnine laterali e di un capitello aggettante sulla parte superiore. Anteriormente la porta riceve due lunghi listelli frontali, mentre due tavolette fungono da piede d’appoggio.
Vista dell’elaborato profilo superiore della testiera realizzato per sovrapposizione di listelli rifiniti con bordini sagomati.
La testiera, costituita da una porta di maggiore larghezza, viene ulteriormente prolungata in altezza con l’applicazione, nella parte inferiore, di un listello alto alcuni centimetri e spesso come la porta.
Dopo aver montato le piastrine forate ed i ganci sui longheroni, le porte vanno carteggiate prima di applicare un fondo turapori. Infine si applicano due mani successive di smalto acrilico bianco di tipo satinato.
Come installare i longheroni ed effettuare il montaggio finale
Sulle facce interne delle due porte vanno tracciate le posizioni delle piastrine sagomate destinate a sorreggere i longheroni. Con lo scalpello si sagoma il ribasso necessario al loro posizionamento.
Avvitate in posizione le piastrine, si fissano sulle teste dei longheroni i supporti con ganci che andranno ad incastrarvisi formando la struttura del letto.
Si assembla il letto incastrando i longheroni (con i listelli di supporto interni) nelle sedi preparate allo scopo. Il telaio deve risultare perfettamente rettangolare.
Al centro di testiera e pediera avvitiamo due supporti metallici ad L perfettamente affacciati uno all’altro. Inseriamo almeno 4 viti autofilettanti per supporto.
Nei supporti incastriamo il sostegno centrale il cui bordo superiore deve risultare a livello dei supporti interni dei longheroni (costituiti da due listelloni) per ricevere le reti o le doghe di legno.
Applicazione di doghe salvaschiena
Per ottenere il sostegno del materasso adottiamo una semplice tecnica “fai da te”. Utilizziamo una serie di listelli di faggio larghi circa 50-60 mm e spessi 1 cm. La loro lunghezza deve essere uguale a quella che intercorre tra la faccia interna dei longheroni e la mezzeria del sostegno centrale. Applichiamo una serie di questi listelli avvitandone l’estremità sia sul sostegno centrale sia sui supporti fissati sulle facce interne dei longheroni. Questo sistema garantirà un appoggio piatto, ma elastico, su cui collocare il materasso (anche a due piazze).
Testiera letto fai da te in finto rame
Prendendo spunto da un’opera di design realizzata in rame battuto, costruiamo questa bellissima testiera fai da te sostituendo al metallo il più economico MDF. L’utilizzo dei curvilinee permette di tracciare qualsiasi tipo di curva, in modo da poter realizzare una sagoma a nostro piacimento. Il seghetto alternativo risulta indispensabile per effettuare i tagli seguendo la traccia, mentre un’accurata finitura completa la realizzazione
Sagoma quadrettata
La testiera prende forma da una sagoma ricavata da una fotografia dell’originale, ingrandita e riportata su un grande foglio per essere riprodotta su un pannello di MDF che misura 1800x1300x18 mm.
Disegnare e tagliare la sagoma
Dopo aver disegnato la testiera su di un foglio quadrettato, riproduciamola a grandezza naturale su di un foglio grande, suddividendolo in tanti quadrati quanti sono quelli del disegno.
Fissiamo il foglio al pannello di MDF con nastro per mascheratura ed alcune puntine nelle zone centrali. Con un cutter ritagliamo la sagoma: la lama incide anche la superficie del legno e otteniamo la traccia per il seghetto alternativo.
Ripassiamo la traccia ripetutamente con un gessetto. Spolverando il pannello, nei solchi lasciati dal cutter rimane una traccia bianca, più facile da seguire.
Il pannello va rialzato con più spessori di uguale altezza, tali da permettere l’escursione della lama durante il taglio. Con il procedere del lavoro le zone già lavorate sono soggette a flessioni e gli spessori vanno spostati in modo da evitare che il pannello ondeggi o fletta mentre lavoriamo con il seghetto la parte rimanente. Per ritagliare le sagome chiuse occorre praticare un foro al loro interno, in prossimità della traccia, per far entrare la lama del seghetto, mentre per seguire le curve più accentuate bisogna completare il taglio in diverse riprese.
Il fissaggio a parete della testiera lo realizziamo praticando due fori lungo la mezzeria orizzontale, in vicinanza dei bordi. Presentiamo la testiera a parete, e pratichiamo su quest’ultima due fori ø 8 mm in cui inseriamo i tasselli. Fissiamo quindi la testiera a parete, avvitando le viti nei tasselli. Le sedi dei fori vanno svasate affinché le teste affondino nell’MDF. Un ritocco con stucco per legno e la successiva smaltatura nascondono i fissaggi.
Finitura della testiera letto
L’MDF è molto compatto e si presta ad essere levigato e utilizzabile per le testate letto in legno facilmente per eliminare le irregolarità dovute al taglio ed ottenere bordi perfettamente lisci. Dopo aver spolverato la superficie, stendiamo una mano di cementite, preferibilmente a rullo per coprire il legno in modo uniforme, compresi i bordi, che è meglio trattare per primi con un pennello.
Dopo una leggera carteggiatura per lisciare la testiera, per conferirle l’aspetto del rame stendiamo uno smalto all’acqua di colore rosso che fa da sottofondo alla finitura vera e propria, da farsi con uno smalto acrilico di consistenza piuttosto pastosa. L’applicazione si fa con un pennello a punta tonda picchettando la superficie, in modo da ottenere un effetto martellato che assomiglia ad una lamina di rame, senza coprire completamente il fondo rosso che forma ombre più o meno accentuate nelle diverse zone.
Spalliere letto in canne di bambù
Bisogna affiancarle dopo averle tagliate ad altezze diverse e comporre la pannellatura su una struttura di base, provvista di piedi, per poi legarle con spago una all’altra. Poco sotto l’estremità superiore delle canne più corte si colloca un listello trasversale di rinforzo, anch’esso unito alla struttura con lo stesso spago. Il tutto si fissa a parete con tasselli.
Preparazione canne e base
Tagliamo le canne in lunghezze diverse, secondo uno schema prestabilito a nostro piacere, inserendole nella guida tagliacornici. Utilizziamo una sega a dorso con lama rigida.
Colleghiamo i piedi, tagliati ad altezza adeguata, ad una tavola di abete. Per una migliore stabilità applichiamo anche un cordone di colla vinilica sulla superficie di contatto.
Infine fissiamo alla base, sempre con colla e viti, un listello di sezione sufficiente a costituire un appoggio per le canne ed evitare movimenti durante e dopo la legatura.
Come realizzare la testiera letto con bambù
Pareggiamo le canne alla base prima di legarle una all’altra.
Collochiamo un listello sul retro, poco sotto l’estremità delle canne corte, e iniziamo a legarle una all’altra.
Incrociamo i passaggi e inglobiamo nella legatura il listello, fino a completare la testiera. Dopo aver tolto la base ripetiamo la legatura nella parte inferiore; qui non occorre incrociare lo spago perché non c’è il listello di tenuta.
Il legno va protetto con impregnante, mentre le canne possono essere lasciate al naturale. Ricollochiamo la testiera nella base, appoggiamola al muro e, all’altezza del listello centrale, tracciamo i punti in cui praticare due fori laterali a parete per inserire i tasselli a gancio che hanno la funzione di mantenere la testiera aderente al muro.
Testiera letto fai da te artistica
La struttura portante della testiera letto fai da te è realizzata con un pannello di lamellare d’abete da 18 mm, la cui sagomatura non prevede difficoltà. Dovremo, invece, porre attenzione alla decorazione della testiera letto fai da te, per la quale si esige una certa abilità.
Servono: Un pannello di lamellare d’abete da 2000x1200x18 mm, impiallacciato di MDF; carta da pacco; smalti acrilici vari; pennelli piatti e tondi di varie misure; curvilinee, metro, levigatrice orbitale, seghetto alternativo, tamponi.
Testiera letto fai da te – Tracciatura e ricalco
Aiutandoci con i curvilinee tracciamo il profilo della sagomatura superiore. Non è necessaria la tracciatura completa, ma solo della metà: l’altra si ottiene per simmetria.
Il foglio con la traccia va deposto sul pannello di lamellare impiallacciato, interponendo alcuni fogli di carta carbone (almeno in corrispondenza della traccia).
Ripassiamo con una matita dura sulla traccia in modo da trasferirne l’andamento sul pannello grazie alla carta carbone.
Ribaltiamo il foglio sul pannello e ripetiamo la medesima operazione con la carta a carbone (la traccia si vede anche in trasparenza sul foglio).
La sagoma
Taglio e sagomatura
Con il seghetto alternativo, fornito di lama stretta, si taglia il pannello seguendo le tracce.
Con una raspa si rifinisce il taglio, smussandone le irregolarità, arrotondando le curve e rendendo regolari le anse intagliate.
Tutta la superficie di MDF va carteggiata con la levigatrice orbitale. Questo trattamento serve per far aggrappare meglio la pittura.
Con carta vetrata si rifinisce ulteriormente il bordo del rivestimento di MDF.
Gli angoli interni vengono resi più precisi e senza scalini agendo con uno scalpello piatto sulle due parti convergenti.
Una mano di fondo acrilico prepara il pannello alle operazioni di finitura. Quando il fondo è asciutto si passa una carta abrasiva fine (n° 280-320).
Decorazioni con varie tecniche
Con la matita eseguiamo (a mano libera o con i curvilinee) le sagome delle decorazioni da realizzare sul pannello.
Utilizzando smalti acrilici all’acqua si stendono dapprima i fondi più scuri come quello lungo il bordo superiore.
Utilizzando smalti acrilici all’acqua si stendono dapprima i fondi più scuri come quello lungo il bordo superiore.
Il tampone
Impiegando un tampone per decorazione tipo “veneziana” applichiamo prima un colore di fondo più chiaro e poi uno più scuro, la discontinuità dell’applicazione forma interessanti chiaroscuri.
Laddove il nostro letto è già dotato di testiera, ma questa non corrisponde a pieno ai nostri canoni estetici, è possibile intervenire con una soluzione semplice; si ricopre la testiera con un’apposita copritestiera.
In commercio si trovano diverse tipologie di copri testiera, ma in alternativa possiamo realizzarla a mano con stoffa, ago e filo.
Inoltre possiamo applicare alla testiera esistente un poggiatesta letto, di norma realizzato con cuscini o materiali morbidi, ideali per aumentare il comfort.