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Orologio di design fai da te | Costruzione passo passo

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Realizzare un orologio di design fai da te con materiali di recupero è un’ottima soluzione per ottenere un complemento d’arredo originale

La costruzione di questo orologio di design è un progetto semplice che può essere realizzato interamente con materiali di recupero, a patto di avere dimestichezza e attrezzatura per il taglio del legno; in alternativa, le tavole si possono acquistare in un centro fai da te in cui sia possibile farsele tagliare a misura: ne servono 4 di multistrato e 2 di legno massello. Per il resto serve uno spezzone di tubo di rame, 2 tappi di sughero e il meccanismo di un orologio al quarzo, oltre a materiale vario di consumo come colla vinilica, una manciata di viti e una bomboletta di vernice nera spray.

Una volta che si hanno i pezzi tagliati, l’attrezzatura necessaria è un trapano avvitatore, una levigatrice mouse, punte per legno, bit di avvitatura, qualche strettoio, matita e squadra. Questo orologio di design fai da te è stilizzato: il meccanismo risiede dietro una tavola posta trasversalmente, affiancata da un’altra leggermente più stretta, sostenute da una cornice di tavole assemblate come le sponde di un cassetto.

Un tubo di rame incrocia le prime, in posizione disassata, con sola funzione estetica, ma non marginale. Tutte le tavole orizzontali dell’orologio hanno uguale lunghezza, perché nel montaggio della cornice le due verticali vanno in sormonto alle orizzontali. È previsto che la cassa dell’orologio di design sia quadrata; quindi, basterà tagliare le 2 tavole verticali più lunghe delle altre di un valore uguale al doppio dello spessore delle tavole stesse (per es: se le tavole sono spesse 18 mm, le verticali devono essere più lunghe di 36 mm).

Attenzione a fare i fori passanti per il fissaggio del tubo di rame nella posizione giusta: per non sbagliare è meglio mettere le due tavole una sull’altra e forarle insieme. Per ottenere che la superficie del legno verniciato risulti gradevole e liscia al tatto, è necessario stendere una mano di turapori, poi levigarla prima di verniciarla.

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Le tavole rustiche

Per ricreare l’effetto del legno vecchio e usurato dalle intemperie partendo da materiale in buono o perfetto stato, servono tavole di legno massello. Solo il legno nella sua forma naturale, infatti, consente di mettere in evidenza le fibrature.

Per farlo si deve spazzolare energicamente la superficie lungo vena; così facendo, la parte più tenera fra le fibre viene via per prima, lasciando in rilievo la componente più solida.

L’azione può essere fatta a mano, con una spazzola di ferro, oppure con uno strumento elettrico, per esempio un trapano con montata una spazzola radiale oppure con la rusticatrice, macchina fatta appositamente per tale scopo.

La cassa dell’orologio di design

Orologio di design fai da te
Sui pezzi della cornice, prima dell’assemblaggio, marchiamo i punti in cui vanno predisposti fori passanti per l’applicazione delle viti di fissaggio. Quelli in cui dobbiamo essere assolutamente precisi sono i due fori per il fissaggio del tubo di rame.
Scelta la dimensione delle viti da utilizzare, pratichiamo i fori passanti usando una punta da legno di pari sezione o appena superiore (0,5 mm). Per evitare un brutto foro di uscita della punta, fermiamo il pezzo da forare su uno di scarto.
Orologio di design fai da te
Prima di applicare le viti per montare i quattro pezzi della cornice, stendiamo una striscia di adesivo vinilico nel punto di contatto. Facendolo, teniamo presente che due lati (opposti) vanno in sormonto sugli altri due.
Per ottenere una superficie liscia e gradevole al tatto, conviene sempre fare un passaggio di levigatura con carta vetrata fine, magari dopo aver steso a pennello una mano di turapori.
Orologio di design fai da te
Con il fondo preparato con turapori e levigatura, otteniamo anche una maggiore semplicità di stesura della vernice coprente spray: ne basterà molta meno per avere l’effetto voluto e risulterà più uniforme.

Allestimento del “quadrante”

Dopo aver misurato il diametro del colletto di uscita dei perni lancette, foriamo la tavola del quadrante scelta per sostenere il meccanismo dell’orologio di design.
Orologio di design fai da te
Fissiamo le tavole del quadrante usando due squadrette per ognuna, avvitate da dietro alle loro estremità. Su ogni lato mettiamo due viti sulla tavola e due sull’interno cornice.
Per fissare il tubo di rame, prima di alloggiarlo, incastriamo con forza dentro le sue estremità due tappi di sughero: le viti di fissaggio non hanno difficoltà a penetrare il sughero e fanno sufficiente presa per tenerlo in posizione.
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La sede del meccanismo

Nell’ultimo passaggio montiamo il meccanismo dell’orologio inserendolo da dietro e lo fissiamo avvitando il suo dado nel colletto. Concludiamo applicando a incastro le lancette. Attenzione che il colletto del meccanismo potrebbe non essere lungo a sufficienza per superare lo spessore della tavola.

Orologio di design fai da te

Di questo possiamo tener conto sin dall’inizio, scegliendo una tavola sottile; in alternativa risolviamo scavando una nicchia dietro la tavola (con uno scalpello o una fresatrice a tuffo) che sia ampia tanto da contenere il meccanismo e profonda abbastanza perché il colletto esca sul davanti.

Clicca qui e scopri come realizzare orologi fai da te

Una sala da bagno nello stile della casa d’epoca

Tratto da “Come ristrutturare la casa n.2 – Marzo/Aprile 2025″

Autore: Nicla de Carolis

Le prime sale da bagno, realizzate tra la fine dell’800 e l’inizio del ’900, erano considerate un lusso riservato alle abitazioni delle classi più abbienti. In quel periodo, l’igiene personale stava iniziando a essere vista come una necessità, tuttavia, la presenza di un bagno interno alla casa non era affatto scontata; quindi, al di là dei gabinetti con WC, stanzini maleodoranti perché senza finestre e tantomeno sistemi di aspirazione, con scarichi improbabili, spesso esterni alla casa e condivisi, la gente si lavava, ogni tanto, nelle tinozze. Quelli che abitavano nelle città potevano andare negli alberghi diurni, strutture sotterranee, note per le finiture di lusso, luoghi ammirabili ancora oggi perché sapientemente ristrutturati e adibiti a sedi di attività culturali. Qui si poteva fare un bagno, una doccia, la pedicure e la manicure, ma c’erano anche barbieri e parrucchieri, le terme, la lavanderia, i calzolai, i lustrascarpe e le cabine telefoniche, erano quindi anche punti d’incontro.

Tornando però alle sale da bagno delle case importanti, realizzate prima della seconda guerra mondiale, notiamo che erano arredate secondo gli stili vittoriano, liberty, art déco, in armonia con il resto dell’appartamento. I sanitari erano in ceramica, spesso squadrati con angoli arrotondati e la vasca da bagno, in ghisa smaltata e con piedi decorati, era il pezzo centrale della stanza. Accanto si trovava il lavabo, a colonna o retto da struttura in metallo, corredato da specchiere e porta-asciugamani in ferro battuto o ottone. Il water era di solito separato, solo in alcune case collocato nella stessa stanza ma delimitato da parete e porta. I rubinetti, capolavori di maestria artigianale delle storiche fonderie italiane, erano a doppia manopola.
A completare il tutto boiserie in legno o piastrelline colorate, posate a spina di pesce o bianche bisellate, divisori in vetro con profilati neri, vasi monoblocco o con cassetta di scarico alta e tante altre ricercatezze tipiche del periodo. Nella fortunata ipotesi di disporre di un appartamento d’epoca in cui fare un restauro conservativo, per la stanza da bagno bisognerebbe mantenerne lo spazio originale, un bagno d’epoca non può essere piccolo; rifatti gli impianti resta solo l’imbarazzo della scelta di pavimenti, rivestimenti, sanitari e rubinetti; da pagina 64 troverete un ampio dossier dedicato alle bellissime serie vintage in commercio.

Fervi lancia due nuovi elettroutensili

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La gamma di elettroutensili FERVI si allarga con due nuovi prodotti pensati per coprire specifiche esigenze professionali: il nuovo miscelatore 1400W e la lucidatrice 1300W

FERVI, azienda operante nel settore della fornitura di macchine, utensili e attrezzature per il settore MRO e per il fai-da-te evoluto, ha ampliato la propria gamma di elettroutensili con due nuovi prodotti progettati per migliorare l’efficienza e la precisione nelle operazioni di miscelazione e lucidaturail miscelatore 1400W 140mm e la lucidatrice 1300W 150mm. 

Il nuovo miscelatore da 1400W (Art. FFMI14003V-K) è lo strumento ideale per miscelare materiali come vernici, malte e colle. Grazie alle due velocità a vuoto (0-480 giri/min e 0-800 giri/min), consente un’ampia versatilità di utilizzo, mentre l’attacco M14 lo rende compatibile con fruste fino a 140 mm di diametro, garantendo prestazioni elevate e adattabilità a diverse esigenze di lavoro.

L’attrezzo è inoltre dotato di partenza graduale e velocità variabile per un controllo ottimale del processo di miscelazione, pratico selettore di velocità per adattarsi a materiali diversi, funzione di blocco per un’attività continua senza affaticare l’operatore e un’impugnatura ergonomica morbida per un maggiore comfort durante l’uso prolungato. 

FERVI_Miscelatore FFMI14003V-K

La nuova potente lucidatrice da 1300W (Art. FFOP16003V-K) è progettata per offrire una finitura impeccabile su tutte le superfici (carrozzerie, chassis, pavimenti, rivestimenti). Con una velocità regolabile tra 400 e 3000 giri/min, permette di lavorare con precisione su diversi materiali. L’attacco M14 e il supporto per piattelli fino a 180 mm assicurano massima compatibilità e versatilità, con la possibilità di utilizzarla anche per le operazioni di smerigliatura con gli appositi accessori.

Le caratteristiche principali includono un sistema a velcro per un cambio rapido degli accessori, una funzione lock-on per un funzionamento continuo senza interruzioni, un blocco dell’albero per una sostituzione facile e veloce dei dischi, un mantenimento della velocità costante anche sotto carico per risultati uniformi, ma con la possibilità di variare la velocità per un controllo preciso in ogni applicazione.

FERVI_Lucidatrice FFOP16003V-K

Per maggiori informazioni www.fervi.com

Il privilegio di poter ristrutturare appartamenti in edifici d’epoca

Tratto da “Rifare Casa n.98 – Marzo/Aprile 2025″

Autore: Nicla de Carolis

In Italia ci sono più di 3 milioni di edifici residenziali realizzati prima del 1945, edifici che, a mio avviso, hanno caratteristiche architettoniche di pregio, soprattutto se rapportati a tutto quel che è stato costruito dopo. Citando solo l’architettura razionalista, a lungo deprecata per via del collegamento con il periodo fascista, ci rendiamo conto di come i palazzi di questo periodo venivano ben concepiti, sia strutturalmente sia esteticamente con l’utilizzo di materiali di pregio.
Dunque poter lavorare alla ristrutturazione di un appartamento in costruzioni d’epoca, che in provincia si trovano a prezzi del tutto abbordabili, dà la possibilità di ottenere risultati unici. La ricetta è mantenere tutto il bello inserendo materiali e soluzioni nuove, nonché arredi di vario stile per creare un incredibile armonioso mix eclettico.
In questo numero, dedicato ad interventi di questo tipo, curati da architetti, si può apprezzare una varietà notevole di accostamenti, scelte audaci che ben rappresentano quanto abbiamo detto e che possono fornire moltissimi spunti per ottenere risultati originali.
Poter intervenire nella trasformazione di un intero piano di un edificio stile Liberty inglese con affaccio sul mare ha prodotto un risultato davvero speciale; finestroni ad arco, importante scala interna con ringhiera in ferro battuto, pavimenti in parquet originale impreziosiscono tutte le modifiche fatte per adeguare la casa alle esigenze di oggi (da pagina 40).
Tra gli altri, c’è anche il recupero di un appartamento in contesto Sassi di Matera, parliamo di Patrimonio dell’Unesco, dove è stato fatto un accurato risanamento conservativo che ha riportato a vista la preziosa pietra di pareti e volte e recuperato alcuni pavimenti originali; decori sui muri realizzati con mascherelle di pizzi e merletti e per dar luce, proprio come si faceva una volta, ecco l’inserimento di una modernissima porta vetrata e satinata (da pagina 8).
Poter realizzare progetti simili è un privilegio di noi italiani che molti americani ci invidiano perché non dispongono certo di un patrimonio edilizio di questo genere; avete mai visto in programmi TV come sono le case “d’epoca“ che vengono ristrutturate negli Stati Uniti?

Lana di roccia | Utilizzi, installazione e costi

La lana di roccia rappresenta una soluzione versatile ed efficace per chi cerca un isolamento termico e acustico di alta qualità

La lana di roccia è un materiale isolante naturale ricavato dalla fusione di rocce vulcaniche, come il basalto, a temperature estremamente elevate. Il risultato è una fibra resistente, ecologica e altamente versatile, utilizzata in numerosi ambiti grazie alle sue proprietà termiche, acustiche e ignifughe. Ideale per chi cerca soluzioni efficienti e durature, questo materiale si distingue per la sua capacità di migliorare il comfort abitativo e la sostenibilità degli edifici.

Gli utilizzi principali

La lana di roccia trova applicazione in diversi settori, dall’edilizia all’industria. Nell’ambito delle costruzioni, è comunemente impiegata per l’isolamento termico e acustico di pareti, soffitti, pavimenti e coperture. Grazie alla sua struttura fibrosa, riesce a trattenere il calore all’interno degli edifici durante i mesi invernali e a respingerlo in estate, garantendo così un’ottima efficienza energetica.

Oltre agli edifici residenziali, questo materiale viene utilizzato anche per l’isolamento di impianti industriali e tubature, grazie alla sua resistenza alle alte temperature e alla capacità di ridurre la dispersione di energia. Infine, si presta per la protezione antincendio, in quanto non è combustibile e contribuisce a ritardare la propagazione delle fiamme.

Come sceglierla

La scelta della lana di roccia dipende dall’utilizzo specifico e dalle esigenze dell’edificio. Per l’isolamento di pareti e soffitti, si preferiscono i pannelli rigidi, che garantiscono una maggiore stabilità e facilità di installazione. Per superfici irregolari o difficili da raggiungere, invece, i rotoli o i feltri flessibili risultano più pratici.

È importante considerare lo spessore del materiale, che influisce direttamente sulle sue prestazioni isolanti. In genere, uno spessore di 100-150 mm è ideale per un isolamento termico ottimale, mentre per l’isolamento acustico possono bastare spessori inferiori.

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  • Dimensione pannelli 1200 x 600 mm Spessore di 50 mm. Questo…
  • Isolamento termico e acustico. Questo pannello indicato sia…
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Installazione della lana di roccia: consigli pratici

Per ottenere i migliori risultati, l’installazione di questo materiale deve essere eseguita con attenzione. È fondamentale preparare adeguatamente la superficie, eliminando polvere e umidità, e utilizzare appositi fissaggi per garantire la stabilità del materiale.

Si consiglia di indossare guanti e mascherina durante l’installazione, poiché le sue fibre potrebbero irritare la pelle e le vie respiratorie. Una corretta posa in opera assicura una maggiore durata e performance dell’isolamento.

Lana di roccia

I vantaggi

Tra i principali vantaggi della lana di roccia spicca la sua eccellente capacità isolante, sia dal punto di vista termico che acustico. La struttura porosa consente di assorbire le onde sonore, rendendola una scelta ideale per migliorare il comfort acustico all’interno degli edifici. Inoltre, grazie alla sua resistenza al fuoco, rappresenta un materiale sicuro e affidabile, capace di resistere a temperature superiori ai 1000 °C senza bruciare o emettere fumi tossici.

Un altro punto a favore è la sua durabilità: questo materiale non subisce deformazioni nel tempo e resiste all’umidità, impedendo la formazione di muffe e funghi. Inoltre, essendo un materiale naturale e riciclabile, è una scelta ecologica che contribuisce a ridurre l’impatto ambientale delle costruzioni.

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I costi

Il costo della lana di roccia varia in base allo spessore, alla densità e al formato scelto (pannelli, rotoli o feltri). In media, il prezzo si aggira tra i 10 e i 20 euro al metro quadro, ma può salire per prodotti più performanti o destinati a specifici utilizzi. Nonostante il prezzo iniziale possa sembrare elevato rispetto ad altri materiali isolanti, i benefici a lungo termine in termini di risparmio energetico e durata rendono questo materiale un investimento vantaggioso.

Lana di roccia e sostenibilità ambientale

La lana di roccia si distingue anche per il suo basso impatto ambientale. Essendo composta da materiali naturali, è completamente riciclabile e contribuisce a ridurre l’uso di risorse non rinnovabili. Inoltre, la sua capacità di migliorare l’efficienza energetica degli edifici porta a una diminuzione delle emissioni di CO2, favorendo uno stile di vita più sostenibile.

L’uso di questo materiale nei progetti di edilizia green è sempre più diffuso, grazie alle sue prestazioni ecologiche che la rendono conforme ai più severi standard ambientali. Questo materiale rappresenta una scelta consapevole per chi desidera costruire o ristrutturare rispettando l’ambiente.

Lana di roccia

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Grazie alle sue molteplici proprietà, come la resistenza al fuoco, la durabilità e il basso impatto ambientale, si adatta a una vasta gamma di applicazioni, rendendola una scelta ideale sia in ambito residenziale che industriale. Sebbene il costo possa variare, i benefici a lungo termine ne fanno un investimento che migliora il comfort abitativo e riduce i consumi energetici, contribuendo a un futuro più sostenibile.

Come migliorare l’isolamento acustico e termico di casa senza lavori invasivi

Una casa confortevole non dipende solo dall’arredamento o dalla disposizione degli ambienti. L’isolamento acustico e termico gioca un ruolo fondamentale nella qualità della vita domestica, soprattutto in contesti urbani dove il rumore esterno può diventare un fastidio costante e la dispersione termica un peso per le bollette.

Non sempre, però, è necessario intraprendere ristrutturazioni importanti per ottenere un miglior isolamento. Esistono soluzioni pratiche e poco invasive che permettono di migliorare l’efficienza della propria abitazione senza demolizioni o interventi strutturali complessi.

Infissi e serramenti: il primo scudo contro i rumori e le dispersioni

Uno dei principali punti deboli di un’abitazione è rappresentato da finestre e porte. Infissi datati o realizzati con materiali poco performanti lasciano passare il freddo in inverno, il caldo in estate e permettono ai rumori esterni di entrare senza filtri.

Come intervenire senza sostituzioni radicali?

  • Guarnizioni isolanti: le guarnizioni adesive in gomma o silicone migliorano la tenuta degli infissi, riducendo spifferi e infiltrazioni sonore.
  • Pellicole isolanti per vetri: applicare film termoriflettenti aiuta a mantenere costante la temperatura interna.
  • Tende termoisolanti e fonoassorbenti: una soluzione immediata per attenuare sia il passaggio di calore sia quello dei suoni.
  • Sostituzione del vetro: se il telaio è in buone condizioni, si può optare per vetri stratificati o a doppia camera, più efficaci contro il rumore e la dispersione termica.

Il ruolo del pavimento nell’isolamento domestico

Non tutti ci pensano, ma il pavimento incide molto sull’isolamento di un ambiente. Un materiale inadeguato può favorire la propagazione dei suoni e la dispersione del calore, rendendo la casa meno confortevole e più energivora.

Una soluzione efficace è l’installazione di PVC con materassino integrato, che offre una doppia funzione: isolamento acustico e termico senza necessità di interventi strutturali. E’ una soluzione ideale per chi cerca un’opzione rapida e funzionale.

Pannelli e rivestimenti per pareti: una barriera invisibile

Se il problema è il rumore proveniente dalle pareti confinanti con altre abitazioni o dall’esterno, i pannelli fonoassorbenti e termoisolanti sono una soluzione efficace e non invasiva.

Le alternative più pratiche includono:

  • Pannelli in sughero o fibra di legno, da applicare sulle pareti per attutire il suono e migliorare la coibentazione.
  • Tessuti e tappezzerie fonoassorbenti, che riducono la riflessione sonora all’interno degli ambienti.
  • Librerie e arredi strategici, che, posizionati lungo le pareti, creano una barriera naturale contro i rumori.

Il soffitto: un alleato spesso sottovalutato

Se vivi in un appartamento e il problema principale è il rumore dei vicini del piano superiore, esistono soluzioni per migliorare l’isolamento del soffitto senza intervenire sulla struttura.

  • Pannelli fonoassorbenti da soffitto, da installare in modo semplice senza opere murarie.
  • Controsoffitti con materiali isolanti, che possono essere applicati senza ridurre eccessivamente l’altezza delle stanze.
  • Tessuti fonoassorbenti, meno comuni, ma efficaci nell’attenuare la propagazione del suono dall’alto.

La porta d’ingresso: un passaggio chiave

Una porta d’ingresso poco isolata non solo lascia passare spifferi e rumori, ma può essere anche un punto critico per la sicurezza della casa. Se non vuoi sostituirla, puoi migliorarne l’isolamento con:

  • Guarnizioni anti-spiffero, da applicare ai lati della porta per chiudere gli interstizi.
  • Pannelli fonoisolanti adesivi, facili da installare e molto efficaci.
  • Tende pesanti o a doppio strato, che fungono da barriera contro i rumori del pianerottolo.

Migliorare l’isolamento acustico e termico della propria abitazione senza interventi strutturali è possibile con le giuste accortezze. Materiali innovativi, piccoli accorgimenti e soluzioni intelligenti possono fare la differenza, aumentando il comfort e riducendo le dispersioni energetiche. Ogni elemento della casa può contribuire a un ambiente più silenzioso e accogliente, senza bisogno di stravolgimenti invasivi.

Come sigillare con il silicone: guida pratica per un risultato duraturo

Sapere come sigillare con il silicone correttamente permette di prevenire danni e mantenere in perfetto stato gli ambienti più soggetti a umidità

Le infiltrazioni, cioè l’acqua che si infila e scorre dove non dovrebbe, sono inconvenienti subdoli che spesso vengono sottovalutati per la scarsa entità della dispersione; ma nel caso di un’azione continua nel tempo il danno lentamente degenera e, quando diventa serio, ormai risultano intaccati l’intonaco e la muratura, sino al distacco delle piastrelle. Proprio per questa è importante sapere come sigillare con il silicone in maniera corretta.

Non è solo un detto che la goccia scava la roccia: poche gocce d’acqua che scorrono sempre nello stesso punto sollevano intonaci e piastrelle, le infiltrazioni in bagno  causano macchie e muffe difficili da eliminare e arrivano a gonfiare i mattoni delle tramezze.

Con un lavoro veloce, alla portata di ogni bricoleur e materiali poco costosi (reperibili in qualsisasi centro bricolage), ma molto funzionali, come il silicone, ci risparmiamo guai e spese future.

Le infiltrazioni da sigillare con il silicone sono essenzialmente il retro del lavabo, i bordi della vasca da bagno a contatto con i muri, per non parlare delle fessure dei box doccia o delle paratie antischizzi sulle vasche. Fonte di infiltrazioni in bagno sono anche le basi dei sanitari stessi, come la colonna del lavabo, il piede del WC e del bidet.

In genere tutte queste fessure dovrebbero già essere state sigillate adeguatamente; ma può essere che il bordino a lungo andare si sia consumato, si presenti annerito o sia saltato in più punti. Infatti un tempo si usava lo stucco, materiale che tende a essiccare, a screpolarsi, a staccarsi e saltare via in schegge, mentre i prodotti a base siliconica specifici per zone umide mantengono inalterata la loro elasticità.

Cartucce e pistola

  1. Al primo utilizzo la cartuccia è sigillata; con il cutter rimuoviamo la parte che chiude il foro di uscita.
  2. Nella confezione è incluso un beccuccio di erogazione da avvitare sulla cartuccia per facilitare l’estrusione.
  3. Il beccuccio termina con un foro molto piccolo; per aumentare l’erogazione allarghiamolo con il cutter.
  4. Inseriamo la cartuccia nella pistola e, agendo sulla leva, otteniamo l’erogazione; il cordone di silicone sarà più o meno ampio a seconda dell’inclinazione del taglio fatto sul beccuccio.

Come sigillare con il silicone in maniera corretta

  1. Prima di applicare il silicone un buon fai da te non dimentica di rimuovere le parti che si scrostano ed eventuali residui di vecchie sigillature. La superficie va sgrassata ed asciugata a dovere.
  2. Per una maggior precisione delimitiamo la fessura da sigillare con due strisce di nastro adesivo di carta, evitando così sbavature ed imperfezioni.
  3. Dopo aver distribuito un cordone di sigillante sulla fessura, lisciamolo e sagomiamolo con una spatolina curva o con un dito bagnato con acqua e aceto.

UTENSILI:

Pistola per silicone, cutter, nastro, maschera, spatola

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Vantaggi dell’uso del silicone per sigillare

Sapere come sigillare con il silicone non solo aiuta a prevenire infiltrazioni d’acqua, ma offre diversi vantaggi rispetto ad altri metodi di sigillatura:

  • Elasticità duratura: a differenza dello stucco, il silicone mantiene la sua elasticità anche nel tempo, evitando crepe e distacchi.
  • Resistenza all’umidità: il silicone è progettato per resistere all’acqua, prevenendo muffe e macchie.
  • Facilità di applicazione: con pochi strumenti e un po’ di pratica, anche i meno esperti possono ottenere risultati perfetti.
  • Disponibilità in varianti antimuffa: alcuni siliconi contengono additivi antifungini che proteggono ulteriormente dalla formazione di muffa e funghi.
come sigillare con il silicone

Manutenzione e sostituzione della sigillatura in silicone

Anche se il silicone è un materiale resistente, nel tempo può deteriorarsi. Per garantire una sigillatura efficace, è importante controllare periodicamente lo stato delle giunzioni sigillate. Ecco alcuni consigli per la manutenzione:

  • Pulizia regolare: utilizzare prodotti specifici per rimuovere eventuali residui di calcare o muffa senza danneggiare il silicone.
  • Controllo visivo: se si notano crepe o parti sollevate, è il momento di rimuovere e sostituire la sigillatura.
  • Rimozione e sostituzione: per eliminare il vecchio silicone, si può usare un taglierino e un prodotto specifico per ammorbidire i residui prima di applicare il nuovo sigillante.

Conoscere come sigillare con il silicone in modo corretto e mantenerlo in buone condizioni aiuta a preservare la funzionalità e l’estetica di bagni e cucine, evitando danni e costose riparazioni future.

Pilastrini in cemento fai da te | Solidità ed estetica per arredi da esterno

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Realizzare pilastrini in cemento fai da te è un’ottima soluzione per costruire arredi da giardino resistenti, versatili e di lunga durata

Massicci e ben piantati, eppure suscettibili di spostamenti e versatili nell’uso, gli arredi da giardino con pilastrini portanti di calcestruzzo e piani di legno sono eleganti, comodi e al tempo stesso duraturi. Non servono abilità da muratori, piuttosto un po’ di dimestichezza con la falegnameria; pochi e di ampia diffusione gli strumenti necessari per la realizzazione.

Questa costruzione, nello specifico, ha come punto nodale la realizzazione di pilastrini in calcestruzzo; il materiale di cui sono fatti, la forma e il peso fa sì che risultino validissimi come sostegni per le più disparate cose da collocare in esterni: tavoli di varia fattezza e utilizzo, panche, arredo del verde, balaustre, recinzioni ecc.

Qui sotto mostriamo solo alcuni esempi di utilizzo dei pilastrini in calcestruzzo, accompagnati, nel caso dei tavoli e delle panche, da piani d’appoggio in legno, di cui diamo un rapido resoconto delle modalità costruttive.

Non muratori, ma falegnami sì

Pur concentrando l’attenzione sul lavoro da muratori (assolutamente semplice), ciò che serve maggiormente a chi desidera approcciare questa costruzione, sono i rudimenti di falegnameria. Infatti, per costruire i pilastri occorre prima di tutto preparare una cassaforma con tavolette di legno e pezzi sagomati o tagliati fuori squadra; il resto è solo questione di mescolare con acqua un po’ di calcestruzzo pronto, versarcelo dentro e, a tempo debito, smontare la cassaforma.

Un trik per evitare sorprese

Diciamo subito che bisogna fare tutto il possibile per agevolare il distacco del cemento dal legno della cassaforma, una volta essiccato. Pertanto, le tavole per costruirla devono essere tagliate perfettamente, con bordi regolari e superfici a contatto con la malta lisce (piallate).

Tanta accuratezza è necessaria in quanto la malta riempie tutti gli spazi, anche quelli minimi, quindi anche la semplice rugosità impedisce al blocco monolitico di scorrere per essere estratto dalla cassaforma. Nel caso in questione, inoltre, bisogna preservare la cassaforma per i successivi utilizzi (il tavolo e le panche hanno almeno due sostegni ognuno), quindi è necessario farla in modo che sia smontabile con viti e divisibile in due parti.

Tutte le parti dei pilastrini che risultano incavate nella cassaforma sono costituite da listelli: per uscire dalle loro precise sedi senza sbeccare gli spigoli questi servono avere profili trapezoidali.

Finiture diverse ma… uguali

Anche la costruzione dei piani del tavolo e delle panche non presenta difficoltà di sorta; tuttavia, essendo in legno, per la finitura non si può usare lo stesso prodotto che si dà sui pilastrini, ma prodotti decisamente diversi (pittura per i pilastri e smalto da esterni per i piani), pur correndo il rischio di ottenere due tinte non perfettamente identiche.

Progetto pilastrini fai da te

Pilastrini in cemento fai da te
Fra i pilastri destinati al tavolo e quelli per la panca l’unica differenza sta nell’altezza, per cui volendo è possibile costruire una sola cassaforma alta (a destra) e, dopo aver completato i sostegni del tavolo, ridurre le sue dimensioni (sotto) per fare quelli delle panche.
I grossi blocchi sagomati sono formati unendo con chiodi e adesivo vinilico 4 tavolette tagliate con il medesimo profilo. Fare bene questi blocchi non è semplice: si deve essere molto precisi nel tagliare le tavolette e poi, una volta unite, la superficie curva va uniformata levigandola pazientemente.
F – parete lunga sul fianco
G1 e G2 – pezzi parete corta
H – fianco interno
J – tavolette di chiusura cassaforma
K – listelli trapezoidali
L – traverse di posizionamento listelli
M – listelli di sagomatura
N – tavolette sagomate
O – fondo della cassaforma
P – cerniera

Procedura per i pilastrini in cemento

Tracciamo su una faccia del pannello di multistrato la disposizione di tutti gli altri pezzi, che poi prepariamo e fissiamo in sequenza: le pareti sui lati lunghi, i pezzi sagomati e le altre tavolette che li uniscono, i listelli e, in ultimo, le pareti sui lati corti. Tranne i listelli, tutti gli altri pezzi devono avere la medesima larghezza, in modo che il loro bordo superiore risulti allo stesso livello. Con i chiodi fissiamo fra loro i singoli pezzi sagomati e i listelli, mentre il resto lo fissiamo con viti.
Girata la cassaforma, tiriamo una linea longitudinale non proprio al centro, perché internamente cadrebbe in corrispondenza di un listello, e tagliamola in due con il seghetto alternativo (incluse le pareti). Uniamo le due parti con tre cerniere a libro e, infine, blocchiamole con due tavolette avvitate esternamente.
Pilastrini in cemento fai da te
Per evitare l’adesione della malta al legno, prima di riempire la cassaforma di calcestruzzo, ne ungiamo l’interno. Per eliminare le bolle d’aria, facciamo vibrare la cassaforma appoggiandovi di lato una levigatrice orbitale accesa. Al termine, affoghiamo nella malta la griglia con l’impronta delle altre nervature e avvitiamola al bordo delle pareti.
Con molta delicatezza, togliamo la griglia quando, trascorse un paio d’ore, il calcestruzzo comincia a fare presa. Questo è il momento anche per regolarizzare eventuali imperfezioni e ripulire i bordi dei pilastrini con una spugna imbevuta d’acqua e ben strizzata.
Pilastrini in cemento fai da te
Per l’estrazione del resto è bene attendere l’essiccazione completa della malta. Per farlo, svitiamo via-via le viti necessarie per liberare le sezioni della cassaforma.

I piani d’appoggio in legno

Il piano del tavolo e i sedili delle panche seguono lo stesso schema costruttivo; tutti sono realizzati con tavole di abete massello di varia sezione. Dopo i vari tagli per dimensionare le tavole e dopo aver sagomato i pezzi C (che sono uguali nel tavolo e nelle panche), il montaggio inizia con il fissaggio di questi ultimi alle traverse, mediante tre viti laterali.

Per farlo in modo preciso, tiriamo righe a metà di ogni traversa D ed E, sulla faccia superiore (notare che le traverse hanno il bordo bisellato alle estremità) e lo stesso facciamo su facce e bordi del pezzo C. A questo punto posizioniamo il longherone B tra i pezzi C (fra i quali deve entrare di misura), usando sempre le tracciature come riferimento, e fissiamo anche questo, con due viti per parte.

Giriamo momentaneamente il tutto per applicare viti di fissaggio fra traverse e longherone, messe da sopra, dopo aver piazzato anche la terza traversa, quella centrale. Ora disponiamo sul bancone le assi (4 nel caso di ogni panca e 8 per il piano del tavolo), le distanziamo fra loro di 5 mm con spessori tutti uguali, così restano parallele, e vi posizioniamo ben centrata la struttura montata precedentemente, fissandola con una serie di viti applicate fra traverse e assi.

Cosa occorre per un tavolo e due panche

Tavolette sezione 30x90mm:

  • 16 pezzi A di lunghezza 1600 mm;
  • 3 longheroni B per di lunghezza 1134 mm.
  • Tavolette sezione 21×115 mm:
  • 6 pezzi sagomati C lunghi 340 mm.

Tavolette sezione 21×91 mm:

  • 3 traverse D lunghe 700 mm;
  • 6 traverse E lunghe 320 mm.

Viti a testa svasata parzialmente filettate:

  • di misura 4×40 mm per fissare le traverse
  • (D ed E) alle assi dei piani (A) e ai longheroni (B);
  • di misura 5×60 mm per fissare i pezzi sagomati C alle traverse e ai longheroni.
  • 12 viti a testa piana 8×60 mm con rondella.
  • 12 tasselli a espansione Ø 10 mm.

Fondo e smalto per legno.

Pilastrini in cemento fai da te

Prima della finitura, dobbiamo predisporre nei pezzi sagomati C i fori di diametro sufficiente (Ø 9 mm) per il libero passaggio delle viti dei tasselli.

Il montaggio dei piani sui relativi pilastrini lo predisponiamo mettendo questi ultimi ben allineati, su una superficie piana e regolare, e posizionandovi sopra i piani di legno.

Con la matita segniamo sulla faccia interna dei pilastrini i punti in cui fare i fori Ø 10 mm per inserire i tasselli a espansione.

San Marco Group punta su un nuovo packaging per raccontare un’identità sempre più forte

Gli imballaggi del brand San Marco cambiano look e guadagnano in appeal e riconoscibilità, trasmettendo con efficacia i valori dell’azienda

È iniziato il restyling che vede protagonista l’ampia gamma di soluzioni sviluppate da San Marco, principale brand dell’omonimo Gruppo. Il progetto è coerente con il percorso che San Marco Group sta intraprendendo: solido punto di riferimento nel settore delle pitture per l’edilizia professionale, si sta imponendo anche in quello dell’interior design, indirizzandosi quindi verso un’immagine coordinata più uniforme e distintiva, che parli sia al professionista, sia al privato e che risulti vincente in ogni ambito.

Con il rinnovamento degli imballaggi il Gruppo mira a rafforzare l’identità del marchio attraverso un design elegante e minimal, allineato agli standard contemporanei, mantenendone la riconoscibilità con un miglioramento in visibilità e reputation: la nuova veste razionalizza inoltre il portafoglio prodotti, ne ottimizza la gestione per i rivenditori e facilita i clienti nella scelta, valorizzando al contempo la qualità di ogni soluzione. Questo rebranding risulta efficiente anche dal punto di vista strategico: permette infatti di affrontare le dinamiche più che mai competitive dei mercati nazionali e internazionali, preservando la distintività dell’offerta, proiettata verso il futuro.

Il progetto coinvolgerà, in una fase iniziale, i contenitori in plastica del brand San Marco: si concretizza, in primo luogo, nel passaggio dal tradizionale formato ad anelli a quello a fascia, più moderno e innovativo, dotato di sigillo di garanzia. La nuova veste grafica è connotata da un colore a Pantone metallizzato “Greige” neutro perlescente che impreziosisce e veicola efficacemente l’idea di autorevolezza tecnica coniugandola a un moderno family feel. La storica fascia rossa e nera del brand assicura coerenza e continuità con la tradizione, conservando un forte appeal anche sui clienti internazionali che la identificano come elemento peculiare. Una banda cromatica evidenzia inoltre con chiarezza le caratteristiche proprie di ogni gamma, dando ordine alle informazioni sui prodotti e mettendone in luce i vantaggi di utilizzo.

Non solo. Per ogni formato di pack sarà estesa la plastica riciclata e certificata Plastica Seconda Vita (PSV). Questa attestazione, che è stata ottenuta dal Gruppo in seguito a un percorso avviato tre anni fa, risponde all’esigenza di mercato di identificare e promuovere in modo chiaro i pack realizzati con materiali plastici provenienti da fonti riciclate; ne garantisce inoltre la tracciabilità evidenziando l’impegno verso la creazione di una filiera virtuosa e trasparente, in collaborazione con fornitori certificati.

Per la categoria dei decorativi sono stati pensati design differenti ed esclusivi che identificano le quattro categorie disponibili, dotando ciascuna di forte personalità. Il rinnovamento dei pack iconici di San Marco, testimonianze della storia del brand, rappresenterà infine un ponte fra passato e futuro, conservando alcuni dei tratti che li rendono familiari ai clienti storici.

Il processo di evoluzione proseguirà successivamente con il rinnovo degli imballi in metallo, materiale riciclabile all’infinito, completando una trasformazione all’insegna dell’estetica, della funzionalità e dell’attenzione all’ambiente.

“La nuova veste grafica del packaging, importante punto di contatto con il pubblico, rappresenta un passo fondamentale per allineare l’immagine del Gruppo con le tendenze contemporanee e le esigenze del mercato – spiega Roberta Vecci, International Marketing Director San Marco Group -. Con questo nuovo design vogliamo non solo rendere il nostro prodotto ancora più riconoscibile e attraente, ma anche rafforzare la nostra posizione nel settore, offrendo ai clienti un’esperienza visiva che rispecchia la qualità e l’innovazione che da sempre ci contraddistinguono.”

I vantaggi di questa evoluzione sono molteplici, a partire da una maggiore riconoscibilità sullo scaffale del negozio. La razionalizzazione del numero di formati disponibili consentirà inoltre di gestire in modo più agile eventuali aggiornamenti normativi e informativi. Va poi evidenziato che i packaging recepiscono già il nuovo regolamento CLP 1272/2008 che stabilisce criteri ben precisi per gli dati presenti sulle etichette, e che coinvolge diversi dettagli: dalle informazioni tecniche per lo stoccaggio e lo smaltimento alla grandezza dei testi.

Realizzato in collaborazione con Hangar Design Group, hub creativo internazionale che sviluppa strategie e progetti per nuovi mercati, il restyling del packaging San Marco si inserisce in un più ampio processo di modernizzazione della customer experience. Ne è un esempio il progetto legato al concept espositivo “Negozio Ideale San Marco”: un percorso esperienziale incentrato su una accurata formazione dei rivenditori, sulla presenza di avanzati strumenti e su una una definizione elegante, funzionale e riconoscibile degli spazi, in cui il packaging gioca un ruolo centrale.

Controllo accessi smart home | Le soluzioni EZVIZ

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L’accesso alla propria abitazione rappresenta un aspetto fondamentale della sicurezza domestica, richiedendo soluzioni avanzate in grado di combinare praticità e protezione. Negli ultimi anni, il settore della smart home ha sviluppato tecnologie sempre più intuitive per migliorare l’esperienza degli utenti, con dispositivi capaci di integrare sistemi di riconoscimento, controllo remoto e automazione. La domotica applicata agli ingressi domestici consente oggi di gestire porte e cancelli in modo intelligente, migliorando il livello di sicurezza e semplificando l’accesso anche a distanza.

EZVIZ, azienda specializzata nella creazione di dispositivi per la sicurezza smart, ha presentato la sua nuova gamma Smart Entry, una linea di prodotti pensata per rendere più sicuro e intuitivo l’accesso alla propria casa. Tra le novità introdotte figurano videocitofoni smart, campanelli con spioncini wireless e serrature intelligenti, tutti progettati per offrire un controllo completo e un’esperienza d’uso senza complicazioni.

Videocitofoni smart: controllo e sicurezza a portata di smartphone

I videocitofoni monofamiliari di EZVIZ garantiscono una visione chiara e dettagliata dell’ingresso grazie a telecamere in alta definizione con visione notturna. La connessione con lo smartphone permette agli utenti di visualizzare e comunicare con i visitatori in tempo reale, anche da remoto. Tra i modelli della gamma troviamo il videocitofono HP5, il modello EP7 e il videocitofono smart HP7.

HP5
HP7
  • HP5: ideale per sostituire i vecchi citofoni senza complicazioni di installazione. È composto da un campanello video da esterno impermeabile e un monitor touch da 7 pollici per interni. Offre comunicazione bidirezionale e collegamento diretto all’app EZVIZ. La telecamera 1080p con angolo di visione ampio e visione notturna a infrarossi garantisce sicurezza continua. Include anche una funzione di camuffamento della voce per proteggere l’identità dell’utente.
  • HP7: aggiunge il rilevamento delle figure umane tramite intelligenza artificiale, inviando notifiche in caso di movimenti sospetti. L’accesso può avvenire tramite scheda RFID, app EZVIZ o QR code temporanei, risultando particolarmente utile anche per affitti brevi. Lo schermo touch da 7 pollici permette di controllare il citofono e memorizzare istantanee e registrazioni video. La telecamera 2K con angolo di visione di 162° garantisce un monitoraggio ottimale, anche di notte.
  • EP7: dotato di tastiera integrata, batteria rimovibile e pannello di ricarica solare, rappresenta una soluzione ecologica e versatile per la sicurezza dell’ingresso.
HP2

Serrature smart: sicurezza e comodità con EZVIZ DL01 Pro

EZVIZ ha introdotto anche DL01 Pro, una serratura smart retrofit progettata per essere installata senza modificare la struttura della porta. Questo dispositivo consente l’apertura tramite connessione Bluetooth, codici digitali o chiavi virtuali condivisibili tramite app. È possibile impostare codici temporanei per gli ospiti e attivare la chiusura automatica della porta per garantire maggiore sicurezza. Con l’integrazione di un gateway domestico, la serratura registra ogni apertura e invia notifiche in tempo reale.

DL 01 PRO

Spioncini smart per il controllo dell’ingresso

Per chi desidera un ulteriore livello di sicurezza, EZVIZ propone gli spioncini digitali DP2C e HP2. Entrambi sono dotati di telecamera e campanello smart, con possibilità di controllo remoto tramite app. HP2 offre un visore digitale Wi-Fi per monitorare l’ingresso, mentre DP2C aggiunge il rilevamento di movimenti sospetti e la videocomunicazione bidirezionale con i visitatori.

DP2C

Prezzi e disponibilità

La gamma Smart Entry di EZVIZ è disponibile su diversi e-commerce:

  • Videocitofoni HP5 e HP7, spioncini DP2C e HP2Leroy Merlin
  • Videocitofono EP7 e serratura DL01 ProAmazon