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Lavabo fai da te in multistrato marino di betulla

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L’uso di legno multistrato marino, unito con adesivo adatto al contatto con l’acqua e, soprattutto, il sostanzioso trattamento delle superfici, permette di utilizzare per anni questo lavabo fai da te, senza alcuna deformazione e ammaloramenti

Questo articolo farà subito sgranare gli occhi alla maggioranza dei lettori… Il progetto nasce come esercizio ed esperimento, ma siamo certi che, grazie agli accorgimenti presi, questo mobile lavabo fai da te possa durare anni e anni. È fatto interamente di legno, più esattamente con il multistrato marino di betulla per la vaschetta, il top e la fascia laterale, mentre per le gambe è stato usato lamellare di abete.

Essendo fatta con pannelli piani, la vaschetta non può avere le canoniche rotondità che favoriscono la pulizia e impediscono i ristagni (ecco un punto debole del progetto): la sua forma è quella di un tronco di piramide irregolare, dato che le pareti inclinate sono soltanto due. Infatti, dal fondo del lavello, di forma rettangolare, salgono due pareti verticali (quelle lunghe) e due orientate verso l’esterno di un certo angolo (le corte). Questo impone che le due pareti lunghe abbiano forma trapezoidale.

Tagliati questi due pannelli, si usa come riferimento l’angolazione del lato inclinato per preparare correttamente le due pareti corte. A vaschetta montata, si incollano lungo i bordi superiori più lunghi due listelli che permettono un’unione salda con il top del mobile, sotto il quale la vaschetta viene fissata con viti e adesivo in classe D3, lo stesso utilizzato anche per l’assemblaggio di pareti e fondo.

Segue l’applicazione della fascia laterale e delle gambe. Completato il montaggio dell’intero mobile, si procede con una lunga sessione di trattamento e finitura delle superfici, in questo caso, più che mai doverosa. La tenuta all’acqua viene ottenuta innanzi tutto con la precisione dei tagli lungo le giunzioni della vaschetta, cui l’abbondante adesivo D3 concorre con la sua capacità riempitiva.

Ma successivamente interviene anche il trattamento esterno che, oltre a impermeabilizzare il lavabo fai da te, ha lo scopo di rendere le superfici adeguatamente lisce, in modo che risultino anche più semplici da detergere.

Misure

Le misure in larghezza di questo mobile sono del tutto arbitrarie, quindi facilmente adattabili al contesto esistente; unica cosa, va assecondato l’ingombro della vaschetta, le cui dimensioni, seppur contenute, devono permettere un’adeguata fruizione del lavabo fai da te, lasciandole tutto intorno uno spazio adeguato per la rubinetteria e per appoggiare il set da bagno.

Per l’altezza del mobile, ci si deve attenere alle linee guida che indicano come misura confortevole circa 83-85 cm da pavimento a bordo lavabo. Di questo va tenuto conto al momento della realizzazione delle gambe.

Realizzazione passo passo

Taglio dei pezzi e costruzione della vaschetta

Tagliati i due lati lunghi della vaschetta, con forma trapezoidale, ne utilizziamo uno per regolare la lama della sega circolare sul medesimo grado di inclinazione.
Con la lama impostata sull’angolazione corretta, biselliamo i lati inferiori dei due pannelli che costituiranno le pareti inclinate della vaschetta del lavabo fai da te.
Sui due lati corti del fondo vaschetta, tiriamo una linea parallela al bordo, a 10 mm di distanza poi, nello spessore del pannello, tracciamo una linea inclinata con lo stesso angolo della bisellatura precedente. Con quella inclinazione, pratichiamo una serie di 4 fori passanti con punta di diametro pari a quello delle viti da legno.
Iniziamo il montaggio della vaschetta proprio avvitando le pareti inclinate, dopo aver spalmato la superficie di contatto di adesivo vinilico in classe D3, con l’inserimento delle 4 viti da legno dalla parte sotto del pannello.
Usando sempre la colla e le viti da legno, applichiamo i pannelli lunghi (verticali), andando a formare la vaschetta. Per le viti, oltre ai fori passanti sul pannello superiore, è necessario fare prefori anche nel pannello ricevente; i prefori devono avere diametro pari al nocciolo della vite.
Posizioniamo la vaschetta sul top integro e tracciamone i contorni, senza considerare i due listelli incollati lateralmente. Tolta la vaschetta disegniamo un secondo rettangolo rientrando di 20 mm rispetto al primo. Come si può notare dalle foto 5 e 6, nel fondo e nella parete posteriore sono già presenti i fori per la piletta e il troppopieno; la spiegazione della loro realizzazione è a pagina 50.

Applicazione della vaschetta al top

Realizziamo l’apertura necessaria alla vaschetta con il seghetto alternativo: con il trapano facciamo un foro da 10 mm in un punto interno alla marcatura; usiamolo quindi per inserire la lama del seghetto e iniziare a tagliare. Seguiamo il tracciato ma arrotondiamo gli angoli, che raddrizzeremo subito dopo, uno per volta, a campo libero.
Fissiamo la vaschetta del lavabo fai da te al top, mettendo una serie di viti sul listello a sezione quadrata che abbiamo preventivamente incollato di fianco al bordo delle due pareti diritte.
Le fasce hanno le estremità di giunzione bisellate a 45°. Il modo più semplice e preciso per fare un tale taglio è con una radiale che possa inclinare la testa. Le fasce sono unite fra loro e al top mediante colla e chiodini senza testa, affondati bene nel legno con un cacciachiodi.

Gambe rastremate e fissate agli angoli

Facciamo le gambe partendo da travetti a sezione rettangolare; li tagliamo a misura, poi li rastremiamo solo su un lato, con un taglio inclinato che parte da un’estremità in cui la sezione in pianta deve apparire quadrata; salendo verso l’alto la sezione del travetto torna a essere rettangolare sino a riprendere la misura originale a circa 150 mm dall’altra estremità. Attenzione: si tratta di un taglio impegnativo; usare lo spingipezzo.
Una per volta, incolliamo ogni gamba del lavabo fai da te in un angolo interno della fascia, mettendola bene in appoggio sotto il piano del top.

Trattamento e finitura

Sul legno diamo un paio di mani di impregnante color noce, intercalate da una rigorosa passata con carta vetrata medio-fine: anche il multistrato marino di betulla alza un po’ il pelo quando il prodotto asciuga ed è necessario lisciare bene, prima di stendere la seconda.

Tutte le superfici visibili e a contatto con l’acqua vanno levigate con grande cura: in particolar modo quelle interna della vaschetta, superiore del top ed esterna della fascia laterale.

Poi applichiamo la finitura con vernice trasparente per barche di cui dobbiamo dare nuovamente più mani intercalate da passaggi di carta vetrata o paglietta d’acciaio sempre più fini; ogni volta bisogna attendere che la vernice sia carteggiabile. Ripetiamo sino a ottenere le superfici totalmente lisce, lucide e riflettenti. Fondamentale è l’utilizzo di un ottimo pennello in quest’ultima fase.

Montaggio piletta, troppopieno e rubinetto

Per il foro della piletta nel pannello di fondo della vaschetta bisogna realizzare una battuta, quindi misuriamo due diametri: quello esterno della ghiera cromata (attorno ai 66 mm) e quello della parte filettata della piletta (attorno ai 41 mm). Facciamo le stesse misurazioni per il raccordo del troppopieno.
Iniziamo con il pannello di fondo, segnando il centro del foro per la piletta, tenendolo a debita distanza dal retro, assecondando la curvatura del tubo di troppopieno.
Con la sega a tazza pratichiamo una serie di 3 tagli profondi 5 mm circa, di misura decrescente, partendo da un diametro appena maggiore della ghiera cromata. Infine, con un diametro appena maggiore della parte filettata, effettuiamo il foro passante. Usando uno scalpello ben affilato facciamo saltare i risalti intermedi e spianiamo bene la battuta in cui sarà alloggiata la piletta.
A lavabo fai da te finito, per assecondare le lievi imperfezioni presenti sulle superfici d’appoggio delle guarnizioni, possiamo applicare un velo di silicone prima di montare il tutto.

Simple Drain: il sifone universale e auto-sgorgante che si installa in pochi minuti

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Tra i piccoli imprevisti domestici, pochi risultano fastidiosi quanto uno scarico che non funziona come dovrebbe: l’acqua che defluisce lentamente, odori sgradevoli che risalgono dalle tubature, il rischio di un ingorgo improvviso. Episodi che trasformano un gesto quotidiano in una fonte di disagio, spesso attribuibile a un componente essenziale ma problematico: il sifone.

Per decenni le soluzioni non hanno lasciato molte alternative: prodotti chimici aggressivi, strumenti di fortuna o interventi professionali costosi. Oggi, però, il panorama cambia grazie a Simple Drain®, un sifone in gomma EPDM brevettato che unisce semplicità d’installazione, resistenza e capacità auto-sgorgante. Un’innovazione che semplifica lo scarico domestico, offrendo un sistema affidabile, duraturo e senza complicazioni.

Cos’è Simple Drain e perché rappresenta una rivoluzione?

Simple Drain® non è un semplice sifone, ma un kit di scarico completo progettato da Crushproof Tubing Co., azienda statunitense specializzata in soluzioni idrauliche avanzate.
Il prodotto ha già riscosso grande successo negli USA, con vendite che hanno raggiunto le 10.000 unità a settimana ed è stato finalista come “Prodotto innovativo dell’anno 2022” nella catena Home Depot. Ora è disponibile anche in Europa, pronto a offrire una soluzione definitiva ai problemi dei sifoni tradizionali.

Realizzato in gomma EPDM antibatterica e atossica, resistente agli urti, agli acidi e alle alte temperature, Simple Drain® è praticamente eterno: non si corrode, non si spacca e garantisce sempre una perfetta tenuta stagna. La sua flessibilità consente di adattarsi a ogni configurazione di lavabo, in bagno come in cucina, anche in spazi ridotti o impianti fuori standard.

Le caratteristiche che lo rendono unico

Installazione fai da te in pochi minuti, senza attrezzi

L’installazione di Simple Drain® è pensata per tutti: non richiede colle, sigillanti o competenze idrauliche particolari. L’unico strumento necessario è un paio di forbici per tagliare il tubo flessibile alla lunghezza desiderata.

Il kit europeo include tutto il necessario:

  • Tubo flessibile in gomma EPDM (76 cm), resistente e sagomabile.
  • Anello formatore di ansa per modellare la curvatura a “P” o “S”.
  • 2 raccordi filettati (per collegamento al lavabo e allo scarico a parete).
  • 2 riduttori opzionali per tubazioni da 32 mm.
  • Bocchettoni di scarico per il collegamento diretto al muro.

Grazie a questi componenti, l’installazione si completa in pochi minuti, riducendo drasticamente tempi e possibilità di errore.

Procedura di montaggio in 6 passaggi

  1. Scegliere i raccordi in base al diametro della tubazione e inserire i riduttori da 32 mm se necessari.
  2. Tagliare il tubo alla lunghezza desiderata, con un taglio diritto e pulito tra due coste.
  3. Avvitare il raccordo al tubo, verificando la corretta posizione della guarnizione.
  4. Collegare il tubo al bocchettone di scarico e fissarlo.
  5. Usare l’anello formatore di ansa per modellare la curva in posizione.
  6. Far scorrere acqua per verificare la tenuta.

La funzione auto-sgorgante: addio ingorghi

Con i sifoni tradizionali, gli intasamenti richiedono smontaggi, prodotti chimici o l’intervento di un idraulico. Simple Drain®, invece, offre una soluzione ecologica e immediata: in caso di accumulo di residui, basta manipolare e comprimere il tubo con le mani per creare una pressione che libera l’ostruzione all’istante, senza smontaggi, senza sostanze nocive e senza sporcare.

Universalità e adattabilità totale

Grazie agli adattatori inclusi, Simple Drain® è compatibile con scarichi da 32 mm e 40 mm, adattandosi a parete o pavimento. La sua struttura flessibile permette di superare disallineamenti e spazi ristretti, rendendolo ideale sia per nuove installazioni sia per ristrutturazioni.

Punti di forza certificati

  • Durata a vita: la gomma EPDM non si deteriora, non si corrode, resiste agli urti e non si spacca se si schiaccia.
  • Installazione rapida: bastano forbici e pochi minuti, senza esperienza idraulica.
  • Compatibilità universale: funziona con la maggior parte degli impianti.
  • Igienico e sicuro: antibatterico e conforme agli standard internazionali ADA 606.5, ASME A112.18.2 e CSA B125.2-2020.
  • Resistenza chimica e termica: sopporta sostanze acide e alte temperature.
  • Facile da mantenere: auto-sgorgante senza smontaggi né prodotti chimici.

A chi si rivolge Simple Drain?

La versatilità del prodotto lo rende ideale per:

  • Appassionati fai da te: una soluzione affidabile e autonoma per la casa.
  • Idraulici : un kit che riduce tempi di installazione e garantisce risultati duraturi.
  • Architetti e progettisti: una soluzione moderna, minimalista e funzionale per i propri progetti.

Specifiche tecniche

  • Marca: Simple Drain®
  • Materiale: gomma EPDM anti-schiacciamento, antibatterica e atossica
  • Colore: bianco
  • Dimensioni tubo: 76 cm x 3,2 cm
  • Peso: 400 g
  • Componenti inclusi: tubo EPDM, raccordi filettati, riduttori, anello di curvatura, bocchettoni di scarico
  • Produttore: Crushproof Tubing Co.

Manutenzione pozzo: pulizia, spurgo e disinfezione – Guida Completa 2025

La manutenzione del pozzo è fondamentale per garantire acqua pulita, sicura e disponibile in modo costante. Un pozzo, sia esso artesiano o freatico, con il tempo può accumulare sedimenti, incrostazioni e batteri che ne riducono la portata e compromettono la qualità dell’acqua. In questa guida 2025 vedremo tutto: dalla pulizia e spurgo, alla disinfezione, ai costi e alla frequenza degli interventi.

Cos’è la manutenzione di un pozzo

La manutenzione di un pozzo è l’insieme delle operazioni periodiche volte a mantenerne efficienza, sicurezza e durata. Include attività come:

  • Pulizia meccanica
  • Spurgo e rimozione sedimenti
  • Disinfezione
  • Riparazioni strutturali
  • Analisi della qualità dell’acqua

Tipi di intervento di manutenzione pozzo

Pulizia

Rimozione di sabbia, limo e incrostazioni dalle pareti e dal fondo tramite:

  • Pistonaggio
  • Getti d’acqua ad alta pressione
  • Aria compressa

Spurgo

Estrazione dell’acqua stagnante e dei detriti con pompe ad alta portata, seguita da risciacquo.

Disinfezione

Trattamento dell’acqua con cloro o altri disinfettanti certificati per eliminare cariche batteriche.

manutenzione pozzo

Interventi strutturali

  • Reincamiciamento: inserimento di un nuovo rivestimento interno
  • Carotaggio: sostituzione di tratti di tubazione danneggiata

Quando fare la manutenzione del pozzo

  • Ogni 1-3 anni per uso domestico
  • Annuale per uso agricolo o industriale
  • Subito in caso di:
    • Calo della portata
    • Acqua torbida o con cattivo odore
    • Presenza di sabbia o particelle

Quanto costa la manutenzione di un pozzo

I costi variano in base a tipo di intervento, profondità e condizioni:

InterventoCosto medio (€)
Pulizia semplice150 – 300
Spurgo completo200 – 400
Disinfezione100 – 250
Reincamiciamento800 – 2000

Come si fa la manutenzione del pozzo (Step-by-Step)

  1. Ispezione visiva e strumentale
  2. Pompaggio e spurgo
  3. Pulizia meccanica delle pareti
  4. Risciacquo e lavaggio finale
  5. Disinfezione con cloro
  6. Analisi chimico-batteriologica dell’acqua
manutenzione pozzo

Manutenzione pozzo fai da te: pro e contro

Pro: risparmio, intervento immediato
Contro: rischi per la salute, danni alla struttura, inefficacia senza strumenti professionali

Domande Freqenti (FAQ)

Quanto dura un pozzo?

In media 20-50 anni, a seconda della manutenzione.

Come si sanifica un pozzo?

Tramite clorazione shock o altri disinfettanti approvati.

È obbligatorio fare manutenzione?

Non sempre per legge, ma fortemente consigliato per sicurezza sanitaria.

Chi paga l’acqua di un pozzo?

In genere il proprietario, salvo usi condivisi regolamentati.

Conclusioni

Un pozzo ben mantenuto è una risorsa preziosa. Investire nella manutenzione periodica significa avere acqua pulita, ridurre costi futuri e prolungare la vita dell’impianto. Per risultati sicuri, affidati sempre a professionisti specializzati nella manutenzione pozzo.

Manutenzione lavatrice | Pulizia e riparazioni passo-passo

La lavatrice svolge un servizio indispensabile, ma ogni tanto ha bisogno della nostra assistenza. Vediamo quali sono tutti i passaggi per effettutare una manutenzione lavatrice perfetta

Pur essendo diventata indispensabile, la lavatrice è quasi sempre confinata in un locale secondario ed utilizzata, quindi, solo quando necessario. Eppure ci sono controlli fai da te tanto semplici quanto necessari che possono farci risparmiare l’intervento di un tecnico. Effettuare una manutenzione lavatrice periodica è di fondamentale importanza per garantire un utilizzo prolungato

Occhio al filtro e al calcare

Per effettuare una manutenzione lavatrice corretta Dobbiamo tenere sotto controllo in particolar modo i possibili danni derivanti dal calcare contenuto nell’acqua e verificare il filtro ogni qual volta si effettua il lavaggio di tappeti o altri complementi simili, soggetti a sfrangiarsi e a intasare il filtro, con difficoltà da parte della macchina a espellere l’acqua e a effettuare correttamente i lavaggi successivi.

Come pulire la lavatrice e i componenti interni

Durante il funzionamento della lavatrice o al termine dei lavaggi può capitare di notare qualche piccolo laghetto d’acqua ai piedi della macchina.

L’uso di detersivi a basso costo e il calcare possono aver deteriorato le guarnizioni, oppure il vecchio tubo di scarico non riesce a svuotarsi del tutto e, essendo inserito nella macchina in un punto più basso rispetto allo scarico nel sifone, una minima parte di acqua refluisce verso la macchina ed esce da una cattiva giunzione.

Senza aspettare che il danno peggiori è bene controllare gli innesti, specialmente all’uscita del tubo di scarico dalla pompa. L’azione di serraggio della molletta che lo tiene bloccato al bocchettone si esercita su una porzione ridotta di tubo e può lentamente inciderlo e provocare perdite. Si tratta di controlli facili da effettuare e la sostituzione di particolari usurati si esegue senza alcuna difficoltà. Manutenzione lavatrice – è ora di iniziare!

Come è fatta la lavatrice?

schema lavatrice
Nel disegno sono indicati gli elementi principali della lavatrice. Non è stata raffigurata la zavorra che la stabilizza per maggiore chiarezza dei dettagli.

Abbassare la durezza dell’acqua

durezza dell'acqua

La prima regola di una manutenzione lavatrice corretta è l’abbassamento della durezza dell’acqua. La presenza di calcio e magnesio nell’acqua ne determina la durezza che si misura in gradi francesi. Più alta è la durezza dell’acqua (oltre i 25 gradi francesi) maggiore è la quantità di detersivo necessario per ottenere risultati accettabili dal punto di vista della pulizia e dell’igiene. L’acqua è “dolce” con una durezza minore di 15 gradi francesi.

  1. è possibile misurare il grado di durezza dell’acqua utilizzando particolari “strisce-test” (in vendita nelle ferramenta e nei negozi di acquari) che cambiano colore quando sono immerse nell’acqua.
  2. per correggere un’acqua troppo dura è bene installare, sulle tubature di adduzione, un addolcitore> che trattenga il calcare.

 Oblò e guarnizione

L’inconveniente più ricorrente è la perdita d’acqua, a causa di un danno o del degrado della guarnizione anulare situata tra l’oblò e la vasca del cestello. Le vibrazioni possono causare l’allentamento delle viti dell’oblò.

Tempo richiesto: 30 minuti

  1. Staccare il labbro anteriore della guarnizione della carcassa

    Staccando il labbro anteriore della guarnizione dalla carcassa si accede alla fascetta che blocca il labbro interno e si individua il bullone di serraggio. É utile un cacciavite a bussola col gambo flessibile; la testa del bullone si tiene ferma con una chiave a forchetta.manutenzione lavatrice

  2. Estrarre la guarnizione

    La guarnizione si estrae con attenzione per evitare che si laceri.manutenzione lavatrice

  3. Asciugare e controllare le pieghe della guarnizione

    Nelle pieghe della guarnizione si possono nascondere oggettini metallici che arrugginiscono e macchiano il bucato; il deposito d’acqua con detersivo corrode la guarnizione: bisogna asciugare dopo ogni lavaggio.manutenzione lavatrice

  4. Bloccare la guarnizione in sede

    Per montare il soffietto nuovo si segue la procedura inversa: per favorire il corretto inserimento della guarnizione nei suoi alloggiamenti la si può lubrificare con spray al silicone o con sapone liquido. Per bloccarla in sede si stringono le estremità di un anello metallico.manutenzione lavatrice

Se queste operazioni non risolvono il problema occorre cambiare guarnizione lavatrice.

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  • Compatibile con Bosch: WAE16, WAE18, WAE20, WAE22, WAE24, WAE28, WAE32, WFC12, WFC16, WFC20, WFC24, WFCX1, WFCX2, WFL24, WFO10..-WFO20, WFO22, WFO24, WFO26, WFO27, WFO28, WFOPI, WFP10, WFP12 wFR14, 16, 20, 24, 26, 28, 32, WFV12, WFV14, WFW28, WFW32, WFW36, WFX12-WFX14, WFX16, WFX20, WFX24, WFX28, WFX32, WIQ12, WIQ14, WIQ16, WIQ18, WLF12, WLF16, WLF20, WLF24, WLG16, WLG20, WLG24
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Manutenzione lavatrice: la vaschetta del detersivo

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  1. Il detersivo in polvere viene prelevato dalla vaschetta tramite l’acqua di alimentazione e spesso forma croste che possono ostacolare il deflusso dell’acqua: si controlla e si pulisce.
  2. Si versa aceto nella vaschetta del detersivo e, per eliminare le incrostazioni di calcare formatesi nel tempo all’interno delle condutture, si esegue un ciclo completo con acqua tiepida.
  3. Estratta la vaschetta lavatrice del detersivo la si lava in acqua corrente, eliminando le incrostazioni depositatesi negli angoli.
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La mandata e lo scarico

Se la lavatrice non scarica occorre controllare attentamente la mandata e il tubo di scarico.

Risulta fondamentale controllare il filtro all’ingresso della mandata, che frequentemente si intasa con il calcare. E’ sufficiente staccare il tubo di mandata dalla lavatrice e togliere i detriti, come si fa abitualmente con i rubinetti. La presenza di calcare e detriti impedisce il carico dell’acqua e i programmi di lavaggio si bloccano. Prestare attenzione a queste problematiche è una fase fondamentale della manutenzione della lavatrice.

scarico lavatrice
  1. l’acqua del lavaggio viene espulsa attraverso il tubo di scarico, che dev’essere allacciato all’attacco a parete ad almeno 600 mm dal pavimento. Se così non fosse, l’acqua del lavaggio defluirebbe da sola, senza bisogno della pompa e senza aver lavato la biancheria. Il calore dell’acqua e le vibrazioni possono, col tempo, danneggiare il tubo, di solito in prossimità del bocchettone di collegamento.
  2. Per sfilare il tubo usurato basta allargare con una pinza la fascetta elastica. Meglio smontare prima la pompa di scarico.
  3. Si sostituisce il tubo di scarico di gomma rigida con un modello flessibile: offre una durata superiore ed è più maneggevole.
  4. La guarnizione di gomma dura del tubo di mandata, se usurata, provoca perdite.
  5. Infine occorre stringere le fascette sui tubi di mandata e scarico.

Scopri com’è strutturato l’impianto di scarico

La cinghia della lavatrice

cinghia

La cinghia trasmette la rotazione del motore al cestello, attraverso la puleggia. È fatta di gomma telata, a sezione trapezoidale; per sostituirla si devono individuare i numeri di codice che ne definiscono le caratteristiche, stampati sul lato esterno della cinghia stessa.  Si allenta il dado che permette di mettere in tensione la cinghia e, dopo aver montato quella nuova, la si riporta in tensione spingendo il motore verso il basso, controllando che non sia troppo tesa o troppo lasca.

Hutchinson - Cinghia per lavatrice 1238 PJE
  • Cinghia di trasmissione da 1238 mm.
  • Per trasmettere il movimento del motore al tamburo della lavatrice.
  • Lunghezza: 1238 mm / slot: tipo J / cinturino POLY-V.
  • Compatibilità: sostituisce perfettamente le cinghie 1238 J MAEL, 4PJE 1238.
  • Istruzioni di montaggio incluse
Hutchinson - Cinghia per lavatrice 1152 PHE
  • Cinghia di trasmissione a coste, 1152 mm di allungamento.
  • Contrae il movimento del motore al tamburo della lavatrice.
  • Lunghezza: 1152 mm. Slot: tipo H/Elasticità T: PHE/Poly.V.
  • Compatibile con: buona cinghia trapezoidale 7PHE 1152.
  • Istruzioni di montaggio incluse (lingua italiana non garantita). Nessuna lingua inglese).
Contitech - Cinghia per lavatrice 4PJE 1244 (2816750100)
  • Cinghia di trasmissione striata, da 1244 milimetri di sviluppo
  • Ha la funzione di trasmettere il movimento del motore al tamburo della lavatrice
  • Fessure: tipo J / denti: 4 / canali: 3 / elasticità: PJE / 2816750100
  • Si prega di trovare allegato istruzioni di posizionamento

Lavatrice che puzza – pulire filtro lavatrice

controllo filtri

Il compito del filtro è di trattenere tutti i residui solidi che possono essere mescolati all’acqua di scarico. Infatti, se il filtro è sporco o intasato può causare perdite d’acqua o, peggio, la rottura della pompa di scarico o puzze indesiderate. Ecco perché la pulizia del filtro è una fase importantissima della manutenzione della lavatrice.

Il filtro si trova nella parte frontale della lavatrice, in basso. Lo si smonta svitandolo ed estraendolo dalla sua sede. Una errata pulizia filtro lavatrice è una delle principali causa del fatto che la lavatrice perde acqua

Come pulire il filtro della lavatrice?

  1. Ogni dieci-venti lavaggi si estrae il filtro per rimuovere incrostazioni, sabbia, pelucchi, ecc. Bisogna controllare anche che nella sede del filtro non si siano fermati corpi estranei, come monete, bottoni, ecc. La loro presenza potrebbe impedire il regolare deflusso dell’acqua verso la pompa, sforzandola e danneggiandola.
  2. La pulizia della reticella si fa immergendola in una bacinella d’acqua, rimuovendo i residui solidi con un pennellino o una spazzola morbida e sciacquando abbondantemente.
  3. Un secondo filtrino è posto in genere all’altra estremità del tubo di adduzione dell’acqua che si innesta nella lavatrice.

Manutenzione lavatrice preventiva

Oltre agli interventi di riparazione e pulizia ordinaria, è utile mettere in pratica una manutenzione lavatrice preventiva. Questo approccio riduce l’usura dei componenti e prolunga la vita dell’elettrodomestico. Un’attenzione particolare andrebbe posta a:

  • Utilizzare sempre il giusto dosaggio di detersivo per evitare residui e incrostazioni
  • Effettuare periodicamente un lavaggio a vuoto con prodotto anticalcare
  • Lasciare l’oblò aperto dopo i lavaggi per favorire l’asciugatura interna ed evitare muffe

Frequenza delle operazioni di manutenzione

La periodicità delle operazioni di manutenzione lavatrice dipende dalla durezza dell’acqua e dalla frequenza di utilizzo. Un controllo mensile delle guarnizioni e una pulizia del filtro ogni 15-20 lavaggi sono buone pratiche per mantenere l’efficienza. In questo modo si riducono le probabilità di guasti improvvisi e si mantiene costante la qualità del lavaggio.

manutenzione lavatrice

Errori comuni da evitare

Una parte importante della cura della lavatrice è prevenire comportamenti che ne compromettano l’efficienza. Tra gli errori più frequenti da evitare:

  • Sovraccaricare il cestello
  • Usare una quantità eccessiva di detersivo
  • Ignorare piccole perdite iniziali
  • Trascurare la pulizia della vaschetta del detersivo

Quando è meglio chiamare un tecnico

Non tutti i problemi si risolvono con interventi casalinghi. Se la lavatrice emette rumori metallici persistenti, il cestello non gira, l’acqua non entra o non scarica nonostante la pulizia dei filtri, o se compaiono messaggi di errore, è consigliabile rivolgersi a un tecnico qualificato. Un intervento professionale evita di aggravare il guasto e garantisce una diagnosi accurata.

manutenzione lavatrice

Prodotti utili per la manutenzione

Per una manutenzione lavatrice efficace si possono usare prodotti specifici che aiutano a preservarne l’efficienza:

  • Decalcificanti in polvere o liquidi
  • Spray igienizzanti per guarnizioni
  • Pulitori per vaschette del detersivo
  • Filtri anticalcare da applicare al tubo di carico

Manutenzione lavatrice e risparmio energetico

Una lavatrice ben mantenuta non solo dura di più, ma consuma meno energia e acqua. La rimozione periodica del calcare, la pulizia dei filtri e il controllo dello stato delle guarnizioni riducono i tempi di lavaggio e migliorano l’efficienza energetica, contribuendo anche a un minor impatto ambientale.

manutenzione lavatrice

Concludendo, effettuare una manutenzione lavatrice accurata è un investimento sulla durata e sulle prestazioni dell’elettrodomestico. Dalla pulizia periodica ai controlli preventivi, ogni intervento contribuisce a evitare spese di riparazione e a garantire lavaggi sempre impeccabili.

Negozio di Natale: una festa per cinque sensi

Tratto da “Casastile n.437 – Settembre 2025″

Autore: Nicla de Carolis

Questo numero, come vedrete, è una parata di prodotti pensati per le vendite del Natale, declinati per sottolineare l’affinità con quattro dei nostri sensi: olfatto, vista, udito, tatto. Proposte in grado di soddisfare tutte le richieste di oggetti belli che ci portino a sognare nel momento dell’anno in cui tutti abbiamo bisogno di fare regali speciali alle persone che amiamo. Contenitori di profumi d’ambiente che sono anche oggetti preziosi come il “barattolo“ di Fornasetti, piatti, tintinnanti bicchieri e posate, una gioia per la vista e udito, rallegrati dal rosso e dall’oro, e i decori in rilievo su fini porcellane, i tappeti in 3D, il velo per schermare la luce di una lampada, scolpito addirittura nel marmo, il tutto unico da toccare.
I prodotti selezionati per questo numero offrono una varietà notevole di novità adeguata a soddisfare l’assortimento del periodo che è, per numero di vendite, il più importante dell’anno.
Penso però che questo fil rouge, olfatto, udito, vista, tatto possa essere la ricetta giusta anche per preparare in maniera esclusiva gli ambienti del negozio in questo periodo e avvolgere il cliente in un’atmosfera rilassante che renda speciale anche il momento dell’acquisto dei regali. Le sensazioni olfattive sono la prima cosa che percepisce il nostro cervello e un profumo gradevole, forse legato ai ricordi di quando eravamo piccoli, aiuta a staccare dal quotidiano; quindi profumare il negozio con fragranze associate al Natale come le agrumate, quelle ai chiodi di garofano e cannella, al pino, alle resine, può sicuramente essere un primo passo.
Un sottofondo di musica classica natalizia è indispensabile per introdurre in una dimensione accogliente e ovattata che estranei dalla troppa razionalità. Si passa poi all’illuminazione esterna ed interna, modulata di chiaroscuri, a cui vanno aggiunte decorazioni di luci sobrie e calde che invitano a entrare, valorizzano i prodotti in esposizione e gratificano la vista. In questo delizioso insieme non può mancare il contatto con materiali piacevoli a partire da terra, attraverso morbidi tappeti o moquette, più qualche seduta con cuscini dai tessuti irresistibili al tatto. Ai clienti che vi si accomoderanno, tra un acquisto e l’altro, potremo offrire anche qualche biscottino o una fetta di buon panettone che andrà a soddisfare il piacere dato dal quinto senso, il gusto, rendendo l’esperienza di questo shopping qualcosa di ancor più dolce!

Leggi la rivista

Compensato marino: cos’è, Prezzi, Tipi e Utilizzi (Guida Completa 2025)

Il compensato marino è uno dei materiali più affidabili per chi lavora il legno in condizioni difficili. La sua resistenza all’acqua, alla salsedine e agli sbalzi di temperatura lo rende ideale non solo in ambito nautico, ma anche nell’edilizia, nell’arredamento da esterno e nel fai-da-te.

Questa guida ti accompagnerà alla scoperta delle sue caratteristiche tecniche, degli ambiti di utilizzo, dei prezzi aggiornati e delle migliori tecniche per lavorarlo e proteggerlo, così da ottenere il massimo dal tuo investimento.

Che cos’è il compensato marino

Il compensato marino è un pannello multistrato formato da sottili fogli di legno incollati a fibre incrociate. Ciò che lo distingue dal compensato tradizionale è la qualità dei materiali e la tipologia di incollaggio: vengono usate resine fenoliche impermeabili, capaci di resistere all’acqua e all’umidità senza perdere coesione, e si scelgono legni privi di difetti interni come nodi, fessure o vuoti.

Tra le essenze più comuni troviamo:

  • Okoumé: leggero e facile da lavorare.
  • Mogano: più denso e robusto.
  • Pino fenolico: buon compromesso tra resistenza e costo.

Differenze con il compensato classico

A prima vista, compensato marino e compensato tradizionale possono sembrare simili, ma la loro composizione e destinazione d’uso li rendono molto diversi.
Il compensato classico è pensato per ambienti interni asciutti, e se esposto all’umidità tende a gonfiarsi e delaminarsi. Il compensato marino, invece, è progettato per resistere all’acqua, mantenendo stabilità dimensionale e integrità strutturale anche dopo anni all’esterno o in contatto con l’acqua.

Ecco un confronto diretto:

CaratteristicaCompensato MarinoCompensato Classico
CollanteFenolico impermeabileColla urea o vinilica
Strati interniSelezionati, senza vuotiPossibili nodi o fessure
Uso tipicoEsterno, nautica, ambienti umidiInterno, ambienti asciutti
DurabilitàAltaMedia
compensato marino

Utilizzi del compensato marino

Le applicazioni del compensato marino sono molteplici.
In ambito nautico, viene impiegato per scafi, sovrastrutture, paratie e arredi interni, dove deve resistere non solo all’acqua ma anche alla salsedine e all’umidità costante.

Nel settore edile, è utilizzato per rivestimenti in zone umide, casseri per gettate di calcestruzzo, controsoffitti e pannellature che richiedono robustezza e durata.

Per l’arredamento da esterni e il fai-da-te, il compensato marino è perfetto per mobili da giardino, fioriere, pergolati, tettoie e box. In questi contesti, la combinazione di resistenza e aspetto naturale del legno lo rende una scelta estetica e funzionale.

Vantaggi e svantaggi

Il principale vantaggio del compensato marino è la sua resistenza meccanica in condizioni difficili. Mantiene la forma anche dopo cicli di bagnato e asciutto, si presta a lavorazioni di precisione e può essere rifinito con vernici o impregnanti per aumentarne la durata.

Gli svantaggi principali sono:

  • Prezzo superiore rispetto ai compensati standard.
  • Peso maggiore.
  • Minore varietà di essenze decorative rispetto ad altri pannelli.

Prezzi del compensato marino nel 2025

Il costo varia in base all’essenza, allo spessore, alla qualità degli strati interni e all’eventuale certificazione per uso nautico.

SpessoreOkouméPino FenolicoMogano
4 mm20–25 €/mq18–22 €/mq28–35 €/mq
6–8 mm25–32 €/mq22–28 €/mq35–45 €/mq
10–12 mm32–40 €/mq28–35 €/mq40–50 €/mq
15–18 mm40–55 €/mq35–50 €/mq55–70 €/mq
20–25 mm50–65 €/mq45–55 €/mq65–80 €/mq

Questi valori sono indicativi e possono variare a seconda del fornitore e del formato.

Come scegliere il miglior compensato marino

Per progetti esposti all’acqua o in ambiente marino, verifica che il pannello sia conforme alle normative EN 314-2 e BS 1088, che garantiscono un incollaggio resistente e materiali di qualità.
Al momento dell’acquisto, osserva attentamente il bordo tagliato: non devono esserci spazi vuoti tra gli strati.

Destinazione d’usoSpessore consigliato
Rivestimenti leggeri4–8 mm
Arredi da esterno8–12 mm
Strutture e pavimentazioni15–20 mm
Carichi elevati20 mm o più

Come lavorare e proteggere il compensato marino

Il compensato marino si lavora con facilità, ma per ottenere il massimo conviene adottare alcune accortezze.
Durante il taglio, usa utensili affilati per evitare scheggiature e ottenere un bordo pulito. Se i bordi resteranno a vista, una leggera fresatura non solo migliora l’estetica ma riduce il rischio di sfaldature. Il materiale si presta bene a incastri e giunzioni rinforzate, che devono essere realizzate con precisione per garantire stabilità nel tempo. Nei fissaggi, privilegia viti in acciaio inox o collanti poliuretanici/epossidici, specialmente se il pannello sarà esposto alle intemperie.

Anche se progettato per resistere all’umidità, il compensato marino offre prestazioni ottimali se protetto da un buon ciclo di finitura:

  1. Preparazione: carteggia con grana fine e pulisci accuratamente la superficie.
  2. Primer/Impregnante: applica una mano uniforme su tutte le superfici, inclusi i bordi.
  3. Sigillatura: proteggi bordi e fori con sigillante specifico.
  4. Finitura: stendi due o tre mani di vernice nautica o poliuretanica, carteggiando leggermente tra una mano e l’altra.
  5. Manutenzione: rinnova il trattamento quando l’acqua non forma più gocce (“perla”) sulla superficie.

Domande frequenti (FAQ)

Che cos’è il compensato marino?

È un pannello multistrato resistente ad acqua e umidità, usato soprattutto in nautica ed edilizia.

Il compensato marino resiste all’acqua?

Sì, grazie a collanti fenolici impermeabili.

Quanto dura il compensato marino?

Anche 15-20 anni in esterno, se protetto correttamente.

Come proteggere il compensato marino?

Con vernici impermeabili e trattamenti UV.

Pannello Multistrato marino…
  • Compensato marino a multistrato fenolico in legno…
  • Disponibile in diverse misure a scelta – da…
  • Il multistrato di pino è un pannello molto duro…
Pannello Multistrato marino…
  • Compensato marino a multistrato fenolico in legno…
  • Disponibile in diverse misure a scelta – da…
  • Il multistrato di pino è un pannello molto duro…

Dipingere la camera da letto con due colori: La Guida completa a idee e tecniche

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La camera da letto è il nostro santuario, lo spazio più intimo della casa. E il colore ne definisce l’anima. Se una singola tinta ti sembra banale e impersonale, dipingere la camera da letto con due colori è la scelta che può trasformare un semplice muro in una dichiarazione di stile, creando profondità, carattere e l’atmosfera che hai sempre sognato.

Ma da dove iniziare? Quali colori funzionano davvero insieme? E come si applicano per un risultato da professionista?

Basta indecisioni. Questa non è una semplice galleria di immagini, ma una vera e propria masterclass di design. Ti guideremo attraverso i principi fondamentali, ti forniremo 5 palette di stile pronte all’uso e ti sveleremo le tecniche pratiche per rendere la tua camera da letto un capolavoro.

Prima di Scegliere: I Principi del Color Designer

Prima di prendere in mano il pennello, capiamo le regole del gioco. Un buon abbinamento non è mai casuale.

  • La Regola del 60-30-10 (Adattata): In un progetto a due colori, la regola si semplifica. Pensa a un colore dominante (circa il 60-70% delle superfici, solitamente il più chiaro) e un colore d’accento (30-40%). Questo crea equilibrio visivo.
  • Colori Caldi vs. Colori Freddi: I colori caldi (beige, terracotta, rosa) creano un ambiente accogliente ed energico. I colori freddi (blu, verde salvia, grigio) favoriscono il relax e la calma. La scelta dipende dall’atmosfera che vuoi creare.
  • L’Importanza della Luce: Testa sempre i campioni di colore sulla parete. Lo stesso colore può cambiare drasticamente tra la luce fredda del mattino e quella calda della sera.

Quale Approccio Cromatico Scegliere? Tabella Comparativa

Esistono diversi modi per abbinare due colori. La scelta dipende dall’effetto finale che desideri ottenere, da un’armonia sussurrata a un contrasto audace.

ApproccioEffetto FinaleLivello di RischioIdeale per…
Tono su Tono (es. Blu chiaro + Blu scuro)Rilassante, monocromatico, sofisticato.BassissimoCreare un ambiente avvolgente e armonioso, senza forti contrasti.
Colori Analoghi (es. Verde salvia + Blu polvere)Naturale, armonioso, equilibrato.BassoEvocare sensazioni legate alla natura e mantenere un’atmosfera serena.
Neutro + Colore d’Accento (es. Tortora + Ottanio)Elegante, bilanciato, senza tempo.BassoFar risaltare un colore protagonista senza appesantire la stanza. La scelta più comune e sicura.
Colori Complementari (es. Blu + Terracotta)Audace, energetico, di grande impatto.AltoCreare un punto focale molto forte e dinamico, per chi non ha paura di osare.

Le 5 Tecniche Principali per Dipingere la camera da letto con Due Colori

Esistono diversi modi per far dialogare due colori su una parete. Ecco i più efficaci.

  1. La Parete d’Accento: La tecnica più classica e infallibile. Si dipinge una sola parete (solitamente quella dietro la testata del letto) con il colore d’accento. Crea un punto focale immediato.
  2. La Boiserie Orizzontale: Si dipinge la parte inferiore della parete con un colore e quella superiore con un altro, creando una linea orizzontale (spesso a 100-120 cm da terra). Ideale per dare carattere e, se il colore scuro è in basso, per far sembrare il soffitto più alto.
  3. Il Color Block Geometrico: Per un look moderno e audace. Si usano forme geometriche (archi, cerchi, rettangoli) per creare inserti di colore che definiscono un’area, come un angolo lettura o la zona scrivania.
  4. La Pittura a Metà Parete: Simile alla boiserie, ma con un effetto più informale, spesso con un bordo “imperfetto” o sfumato.
  5. Nicchie e Dettagli a Contrasto: Se la stanza ha nicchie, colonne o altri elementi architettonici, dipingerli con il colore d’accento li valorizza e aggiunge dinamismo.

Palette e Idee: 5 Stili Chiavi in Mano per Ispirarti

Ecco 5 abbinamenti infallibili, completi di stile e mood, per guidarti nella scelta.

1. Stile Rilassante e Naturale: Verde Salvia e Greige

Una combinazione che evoca calma e natura. Il verde salvia, desaturato e polveroso, è incredibilmente rilassante. Il greige (un mix di grigio e beige) è lo sfondo neutro e caldo perfetto. Ideale per chi vuole un santuario di pace.

Camera da letto rilassante con due colori, parete d'accento verde salvia e muri color greige, con arredi in legno naturale.

2. Stile Elegante e Sofisticato: Blu Notte e Tortora Chiaro

Un contrasto di grande carattere. Il blu notte sulla parete d’accento crea una profondità quasi infinita, mentre il tortora chiaro sulle altre pareti mantiene la stanza luminosa. Abbinato a dettagli in ottone, l’effetto è di puro lusso.

Camera da letto elegante dipinta con due colori, con parete d'accento blu notte dietro al letto e le altre pareti color tortora chiaro

3. Stile Romantico e Delicato: Rosa Cipria e Bianco Gesso

Per un’atmosfera sognante e leggera. Il rosa cipria, usato come accento, è caldo e accogliente. Il bianco gesso (un bianco non ottico, più morbido) amplifica la luce e crea una base neutra e luminosa.

Camera da letto romantica con due colori, con dettagli rosa cipria sulla parete d'accento e muri bianchi, per un'atmosfera luminosa

4. Stile Moderno ed Energetico: Terracotta e Beige Caldo

Ispirato ai colori della terra, questo abbinamento è caldo, avvolgente e pieno di personalità. La parete terracotta diventa una dichiarazione di stile forte, bilanciata dalla morbidezza del beige. Perfetto con legni scuri e piante verdi.

5. Stile Minimale e Luminoso: Grigio Perla e Bianco Ottico

La quintessenza dello stile nordico e minimale. Il grigio perla chiaro sulla parete d’accento aggiunge profondità senza scurire, mentre il bianco ottico massimizza la luce. Un abbinamento perfetto per stanze piccole.

Camera da letto minimale e luminosa con due colori, una parete d'accento grigio perla e le altre bianche, in stile scandinavo

Guida Pratica: Come Dipingere (Senza Errori)

IL CONSIGLIO DELL’ESPERTO: Il segreto per una linea di separazione tra due colori perfettamente dritta e senza sbavature non è la mano ferma, ma il nastro di carta giusto. Scegli un nastro di alta qualità per mascheratura (solitamente blu o viola). Il trucco: dopo averlo applicato, passaci sopra un velo di pittura dello stesso colore del muro di base. Questo sigilla i bordi. Solo dopo che si è asciugato, applica il secondo colore. Quando rimuoverai il nastro, la linea sarà perfetta.

La Cassetta degli Attrezzi del Pittore

  • Per la Preparazione: Teli protettivi, stucco per piccole riparazioni, spatola, nastro per mascheratura di alta qualità.
  • Per la Pittura: Rullo per le grandi superfici, pennello per angoli e ritocchi (detto “plafoniera”), vaschetta per vernice.
  • Le Vernici: Due colori di pittura lavabile e traspirante per interni.

Il Processo in 5 Passi

  1. Prepara la Stanza: Copri mobili e pavimento. Stacca le placche di prese e interruttori. Stucca eventuali buchi.
  2. Applica il Nastro: Definisci le aree da dipingere con il nastro per mascheratura, premendolo bene sui bordi.
  3. Dipingi il Colore Chiaro: Inizia sempre dal colore più chiaro. Dipingi le aree dedicate, sbordando leggermente sul nastro. Lascia asciugare completamente (di solito almeno 4-6 ore).
  4. Dipingi il Colore Scuro: Applica il secondo colore.
  5. Rimuovi il Nastro (Il Momento Magico): Rimuovi il nastro quando la vernice è ancora leggermente umida, non completamente secca. Tiralo via con un movimento lento e costante, con un angolo di 45°.
Quali sono i colori giusti per la camera da letto?

I colori migliori sono quelli che favoriscono il relax. Tonalità fredde come il blu e il verde (specialmente il salvia) sono scientificamente provate per calmare la mente. Anche i neutri caldi come il tortora e il greige sono scelte eccellenti.

Che colore fare la parete dietro il letto?

È la parete ideale per diventare la “parete d’accento”. Puoi usare un colore più scuro o più saturo rispetto alle altre per creare un punto focale e dare profondità alla stanza.

Quali colori non usare in camera da letto?

È meglio evitare colori troppo stimolanti o accesi su grandi superfici, come il rosso fuoco, il giallo brillante o l’arancione. Possono interferire con il sonno. Usali, se proprio ti piacciono, per piccoli dettagli o accessori.

Come usare il plexiglass: soluzioni pratiche, tecniche e costi

Sapere come usare il plexiglass significa valorizzare un materiale versatile, resistente e adatto a progetti creativi, funzionali e strutturali

Il plexiglass, conosciuto anche come PMMA (polimetilmetacrilato), è un materiale plastico trasparente che ha conquistato un ruolo centrale nel mondo del fai da te, dell’arredamento, della comunicazione visiva e della sicurezza. Leggero, infrangibile e resistente agli agenti atmosferici, rappresenta una valida alternativa al vetro in molte applicazioni domestiche e professionali. Capire come usare il plexiglass consente di sfruttarne appieno le potenzialità, adattandolo a numerosi contesti progettuali, anche grazie alla facilità con cui può essere tagliato, sagomato, incollato o termoformato.

Come e dove usare il plexiglass

Il campo di impiego del plexiglass è estremamente ampio. Viene utilizzato sia in ambienti interni che esterni, in soluzioni permanenti o temporanee. La sua trasparenza, la resistenza ai raggi UV e la leggerezza lo rendono ideale per moltissime applicazioni.

Utilizzi più comuni del plexiglass:

  • Barriere protettive e pannelli divisori in negozi, uffici, studi medici
  • Coperture trasparenti per serre, tettoie o lucernari
  • Elementi d’arredo come mensole, tavolini, portafoto e vetrinette
  • Insegne luminose e pannelli pubblicitari
  • Finestrature per camper, barche o roulotte
  • Progetti di bricolage, modellismo e display espositivi

In ambito domestico, viene sempre più spesso scelto per realizzare paraschizzi da cucina, protezioni per tavoli e soluzioni decorative dal design minimal.

come usare il plexiglass

Tecniche per lavorare il plexiglass

Uno dei principali vantaggi del PMMA è la sua lavorabilità con strumenti comuni, anche in ambito non professionale. Per capire come usare il plexiglass in modo corretto, è utile conoscere le tecniche più efficaci per tagliarlo, forarlo, modellarlo e rifinirlo.

Lavorazioni principali:

  • Taglio plexiglass: si può eseguire con seghetti alternativi, circolari o a mano, usando lame a dentatura fine. Per piccoli spessori si può utilizzare anche un cutter.
  • Foratura: è possibile forare il plexiglass con normali trapani, impiegando punte da metallo o punte elicoidali, evitando pressioni eccessive che possono causare crepe.
  • Lucidatura dei bordi: per ottenere bordi trasparenti e lisci si può usare carta abrasiva fine, seguita da lucidatura con pasta abrasiva o fiamma (lucidatura a fiamma con cannello a gas).
  • Incollaggio: richiede l’uso di colle specifiche per acrilici, come le colle a base di cloroformio o metacrilato. Le superfici devono essere perfettamente pulite e asciutte.
  • Piegatura e curvatura: il plexiglass può essere curvato riscaldandolo con una pistola termica o con appositi piegatori, mantenendo la temperatura tra 140°C e 160°C.

La buona riuscita dipende da precisione, pazienza e dalla qualità degli utensili impiegati.

come tagliare il plexiglass

Plexiglass trasparente, satinato, colorato: quale scegliere

Il plexiglass non è disponibile solo nella versione trasparente. In commercio si trovano molte varianti, adatte a scopi estetici o funzionali diversi. Conoscere le tipologie disponibili aiuta a scegliere il materiale giusto per ciascun progetto.

Le principali varianti sono:

  • Trasparente (simile al vetro): perfetto per finestre, coperture, arredi moderni
  • Satinato: ottimo per schermature visive leggere o ambienti eleganti
  • Opalino: per diffusione della luce in insegne e lampade
  • Colorato: utilizzato in design creativo, espositori, arredi o segnaletica

Ogni tipologia mantiene le proprietà meccaniche del plexiglass, ma può variare nella resa estetica e nella trasparenza.

Langaelex 10 Lastre Plexiglass 13x18cm…
  • Nota: fornito con pellicole protettive su entrambi i lati…
  • Contenuto della confezione: 10 fogli acrilici (130 x 180mm,…
  • Ampia area di applicazione: questi fogli in plexiglass…
Ninehole 8PCS acriliche in plexiglass…
  • 【Combinazione】Confezioniamo questi due diversi spessori…
  • 【Materiali di alta qualità】È realizzato in PMMA di…
  • 【Bordi lisci, pellicola protettiva bifacciale】Usiamo il…

Quanto costa il plexiglass

Il costo del plexiglass dipende da spessore, finitura, formato e qualità del materiale (colato o estruso). Il plexiglass colato ha una maggiore resistenza ai solventi e una migliore qualità ottica, mentre l’estruso è più economico e più facile da lavorare.

Indicativamente:

  • Lastre sottili (2-3 mm): da 10 a 20 €/m²
  • Spessori medi (4-6 mm): da 20 a 40 €/m²
  • Spessori alti (8-10 mm): da 40 a 70 €/m²

Il prezzo può aumentare per lastre colorate, tagli su misura o trattamenti UV specifici. In genere, il plexiglass risulta più economico del vetro temperato, soprattutto quando si considerano leggerezza e facilità di trasporto.

Come usare il plexiglass: progetti fai da te

Il plexiglass è molto apprezzato dagli appassionati di bricolage e autocostruzione. È possibile impiegarlo per realizzare piccole strutture o complementi d’arredo personalizzati, anche con strumenti comuni.

Esempi di progetti fai da te:

  • Paraschizzi trasparenti per cucina
  • Coperture per lanterne o applique da esterno
  • Cassette per la posta o contenitori trasparenti
  • Tavolini con gambe in legno e piano in plexiglass satinato
  • Box per collezionismo o protezioni da parete
  • Tettoie esterne

Il vantaggio di questi progetti è che possono essere adattati con facilità alle misure e agli spazi disponibili, garantendo un’estetica moderna e leggera.

come usare il plexiglass

Plexiglass e sicurezza

Il PMMA è infrangibile e resistente agli urti, ma anche leggermente più flessibile del vetro. Questo lo rende ideale in ambienti pubblici, negozi e scuole. Inoltre, è autoestinguente: in caso di incendio non propaga la fiamma, pur non essendo ignifugo.

Per ambienti esterni, è consigliabile optare per versioni trattate con filtro UV, in modo da evitare ingiallimenti e mantenere la trasparenza nel tempo.

Manutenzione e pulizia

Il plexiglass richiede alcune attenzioni in fase di pulizia. Non bisogna utilizzare detergenti a base alcolica o solventi aggressivi, poiché possono opacizzare o rigare la superficie.

Per la pulizia corretta si consiglia:

  • Panno morbido in microfibra
  • Acqua e sapone neutro
  • Prodotti specifici per acrilico trasparente

È importante evitare l’uso di spugne abrasive o carta ruvida.

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  • 【Materiali di alta qualità】È realizzato in PMMA di…
  • 【Bordi lisci, pellicola protettiva bifacciale】Usiamo il…

Per concludere, sapere come usare il plexiglass consente di integrare nelle proprie realizzazioni un materiale dalle straordinarie qualità: resistente, leggero, trasparente e facilmente lavorabile.

Ideale per progetti creativi, elementi di arredo o strutture funzionali, il PMMA si conferma una delle soluzioni più versatili disponibili nel mondo del fai da te e dell’interior design.

Con le giuste tecniche e una progettazione attenta, anche un semplice pannello di plexiglass può diventare protagonista in casa, in giardino o nel laboratorio creativo.

Come tagliare pannelli in bachelite (in totale sicurezza)

Tagliare un pannello in bachelite non è come lavorare il legno. Questo materiale storico, duro e fragile, richiede tecniche specifiche e, soprattutto, un’attenzione maniacale alla sicurezza per proteggere la propria salute.

La polvere prodotta durante il taglio può essere nociva, ma non temere. In questa guida pratica ti mostreremo gli strumenti giusti, la procedura passo-passo e tutte le precauzioni indispensabili per tagliare la bachelite in modo preciso e, soprattutto, sicuro.

⚠️ La sicurezza prima di tutto: I rischi della polvere

Questa è la sezione più importante. La bachelite è composta da resina fenolica (fenolo e formaldeide). La finissima polvere prodotta dal taglio, se inalata, è tossica. Per questo, è OBBLIGATORIO lavorare con i seguenti Dispositivi di protezione individuale (DPI):

Dispositivi di protezione individuale (DPI) indispensabili per il taglio della bachelite: mascherina FFP3, occhiali di sicurezza e guanti da lavoro.
  • Mascherina con Filtri: Una semplice mascherina antipolvere non basta. Serve una semimaschera con filtri P3 o FFP3.
  • Occhiali di Protezione: Per proteggere gli occhi da schegge e polvere.
  • Guanti da Lavoro: Per proteggere le mani.
  • Aspirazione: Se possibile, lavora con un sistema di aspirazione attivo collegato all’utensile. In alternativa, opera sempre all’aperto o in un locale estremamente ventilato.

Quale strumento usare? Tabella comparativa

StrumentoPrecisioneVelocitàIdeale per…
Seghetto AlternativoMediaMediaTagli curvi, lastre sottili (sotto i 5 mm).
Fresa VerticaleAltissimaLentaTagli di massima precisione, bordi rifiniti, scassi.
Banco Sega (Disco Diamantato)AltaVeloceTagli dritti e ripetuti su pannelli spessi.

Guida Passo-Passo al taglio con la fresa verticale

Fresa verticale in azione che esegue un taglio di precisione su un pannello di bachelite marrone fissato a un banco da lavoro.

Questo metodo offre i risultati più puliti e precisi.

  • Prepara l’Area e Indossa i DPI: Assicurati di essere all’aperto o in un’area ventilata. Indossa maschera, occhiali e guanti.
  • Fissa il Pannello: Blocca saldamente il pannello di bachelite al banco da lavoro con dei morsetti per evitare qualsiasi vibrazione.
  • Monta la Fresa Giusta: Usa una fresa a due taglienti elicoidali in metallo duro (HM/widia).
  • Imposta Velocità e Profondità: Inizia con una velocità di rotazione media. Imposta una profondità di passata non superiore alla metà del diametro della fresa. È meglio fare più passate leggere che una sola passata pesante.
  • Esegui il Taglio: Procedi con un avanzamento lento e costante. Se senti la fresa “fischiare” o vedi fumo, rallenta l’avanzamento o riduci la profondità di passata. Potrebbe essere necessario raffreddare la punta della fresa con aria compressa durante il lavoro.

Consigli su come tagliare la bachelite con il seghetto alternativo

Seghetto alternativo con lama per metalli che taglia una linea curva su una lastra sottile di bachelite.

Per lastre sottili, puoi usare un seghetto alternativo, ma tieni presente che la durezza della bachelite consumerà le lame molto velocemente. Usa lame specifiche per materiali duri o metalli e procedi a bassa velocità per evitare il surriscaldamento.

Cos’è la Bachelite?

Questo materiale ha una storia e delle proprietà uniche. Se vuoi approfondire le sue caratteristiche, la resistenza, i prezzi e gli usi, consulta la nostra guida completa sulla bachelite.

Domande frequenti su come tagliare la bachelite

Posso usare il Dremel per tagliare la bachelite?

Sì, per piccoli tagli di precisione o incisioni puoi usare un multiutensile tipo Dremel con un disco da taglio diamantato, sempre a bassa velocità e con le massime precauzioni.

Che tipo di lama o fresa devo usare?

Scegli sempre utensili in metallo duro (HM/widia) o, ancora meglio, diamantati. Le normali lame per legno si rovinano quasi istantaneamente.

Link utili:

Alternativa alla Bachelite

Sebbene la bachelite abbia molte applicazioni utili, ci sono anche alternative moderne disponibili. Ad esempio, i materiali come il PVC o l’ABS sono spesso utilizzati in luogo della bachelite in molte applicazioni. Questi materiali possono offrire vantaggi come una maggiore facilità di lavorazione, una maggiore resistenza all’umidità e una maggiore flessibilità.

Bachelite: la guida completa alla prima plastica sintetica

Prima del PVC, del nylon e di tutte le plastiche che conosciamo, c’era lei: la bachelite. Inventata nel 1907 dal chimico Leo Baekeland, questa resina scura e robusta è stata la prima vera materia plastica sintetica prodotta su scala industriale, dando il via a una rivoluzione.

Ma cos’è esattamente la bachelite? È ancora utile oggi? È tossica? E quanto costa? In questa guida completa risponderemo a tutte le domande su questo affascinante materiale vintage.

Caratteristiche principali: perché era così rivoluzionaria?

La bachelite (o bakelite) ha conquistato il mondo grazie a una combinazione unica di proprietà:

  • Isolante Elettrico: Non conduce elettricità, caratteristica che l’ha resa indispensabile per componenti elettrici, interruttori e prese di corrente.
  • Resistente al Calore: È una resina termoindurente, significa che una volta modellata con il calore, non fonde più. Perfetta per manici di pentole e componenti di motori.
  • Dura e Rigida: Offre un’ottima resistenza a urti e graffi.
  • Stabile Chimicamente: Resiste bene a solventi e acidi.
  • Aspetto Unico: Il suo aspetto scuro, lucido e “vintage” è inconfondibile e ancora oggi ricercato da collezionisti e designer.

Per apprezzare appieno il fascino di questo materiale, niente è meglio che vederlo. Questo breve video racconta la storia della bachelite e mostra alcuni degli oggetti iconici che hanno definito un’epoca

Uno Sguardo alla Chimica: Cosa Mostra la Formula della Bachelite

L’immagine della formula chimica della bachelite può sembrare complessa, ma il concetto alla base è sorprendentemente semplice. La bachelite è un polimero, ovvero una gigantesca molecola formata dalla ripetizione di unità più piccole, un po’ come una lunga e intricata catena fatta di tanti anelli.

formula chimica della bachelite

I due “ingredienti” di partenza per creare questa catena sono:

  1. Il Fenolo: Una molecola a forma di anello.
  2. La Formaldeide: Una molecola più piccola che agisce come un “gancio” o una “colla” chimica.

Quando questi due composti vengono riscaldati insieme, avviene una reazione chiamata polimerizzazione per condensazione. Durante questo processo, le molecole di fenolo e formaldeide si legano tra loro, eliminando una piccola molecola d’acqua (H₂O) per ogni legame creato.

Il risultato non è una semplice catena lineare, ma una fitta e rigida rete tridimensionale (struttura reticolata). Immagina una rete da pesca dove ogni filo è saldamente e permanentemente legato a molti altri.

Dalla Chimica alle Proprietà Pratiche

È proprio questa struttura a rete tridimensionale a conferire alla bachelite le sue famose proprietà:

  • È Termoindurente: Una volta che la rete si è formata con il calore, i legami sono così forti che non possono più essere sciolti. Ecco perché un manico di pentola in bachelite non fonde, a differenza delle comuni plastiche (che sono termoplastiche).
  • È Dura e Resistente: La stessa rete fitta e rigida è responsabile della sua grande durezza e della sua resistenza agli agenti chimici.
vecchio telefono vintage realizzato in bachelite
vecchio telefono vintage realizzato in bachelite

La Bachelite è tossica?

Questa è una domanda molto comune. La risposta è:

  • Nell’uso quotidiano, un oggetto in bachelite è assolutamente sicuro. Non rilascia sostanze nocive.
  • Il pericolo nasce durante la lavorazione. La polvere finissima generata dal taglio, dalla fresatura o dalla carteggiatura contiene fenolo e formaldeide, sostanze tossiche se inalate. Per questo, la lavorazione della bachelite richiede sempre adeguate protezioni individuali.

Tipi di bachelite in commercio: carta vs. tela

Oggi in commercio si trovano principalmente pannelli di bachelite stratificata, di due tipi principali.

TipoComposizioneCaratteristiche Principali
Bachelite CartaResina fenolica + Fogli di cartaEccellente isolante elettrico, più economica, buona stabilità dimensionale.
Bachelite TelaResina fenolica + Tessuto di cotoneMaggiore resistenza meccanica e tenacità, adatta per ingranaggi, boccole e parti soggette a usura.
anelli vintage in bachelite
anelli vintage in bachelite

Prezzi indicativi pannelli bachelite 2025

Parlare di prezzi è utile per orientarsi. Essendo un materiale tecnico, il costo della bachelite può variare molto in base a spessore, tipo (carta o tela) e fornitore.

  • Prezzo al Dettaglio (indicativo 2025): Il prezzo medio per un pannello di bachelite si aggira tra i 25 e i 40 euro al chilogrammo.
  • Fattori di Variazione: Lastre più spesse o di tela bachelizzata hanno un costo al kg generalmente superiore. Acquistare fogli interi da fornitori specializzati è più conveniente che comprare piccoli pezzi tagliati su misura.

Come si lavora questo materiale?

La lavorazione della bachelite non è come quella del legno o delle plastiche comuni. Richiede strumenti specifici e, soprattutto, importantissime precauzioni per la salute. Per imparare tutto sul processo, leggi la nostra guida dettagliata su come Tagliare la Bachelite.

Domande frequenti

Perché non si usa più come una volta?

È stata superata da plastiche più moderne (come ABS, PVC, policarbonato) che sono più facili da produrre, più flessibili, meno fragili e possono essere colorate più facilmente.

Qual è la differenza tra plastica e bachelite?

La bachelite è una delle prime forme di plastica, ma a differenza delle moderne termoplastiche (che possono essere fuse e rimodellate più volte), è una resina termoindurente: una volta indurita con il calore, non può più essere fusa.

Quanto vale la bachelite?

Il valore dipende dal contesto. Come materia prima, ha il prezzo tecnico indicato sopra. Come oggetto di modernariato (telefoni, radio, gioielli), può avere un valore collezionistico molto elevato.

Conclusioni: un’eredità indelebile

Dagli eleganti telefoni Art Déco ai robusti componenti industriali di oggi, la bachelite ha lasciato un segno indelebile nella storia della tecnologia e del design. Conoscerne le caratteristiche, i pregi e i limiti è fondamentale per apprezzare non solo gli oggetti del passato, ma anche le applicazioni tecniche che ancora oggi la rendono un materiale unico e insostituibile.