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La “tavernetta” si trasforma in un vero centro benessere

Tratto da “Rifare Casa n.102 – Novembre/Dicembre 2025″

Autore: Nicla de Carolis

Lo speciale sulle SPA casalinghe di questo numero comincia proprio con la trasformazione di un locale, in origine adibito a tavernetta, con forno a legna per fare pane, pizza o carne, ambiente diventato piuttosto démodé: oggi siamo tutti orientati verso il cercar di mangiare meno e di fare qualcosa di utile per rilassare/tonificare mente e corpo. Questo locale seminterrato, di solito a fianco del garage, era in voga negli anni ’70 e ’80, soprattutto nelle villette monofamiliari di nuova costruzione e veniva dedicato appunto alla convivialità e al tempo libero magari con biliardo, tavolo da ping pong, calciobalilla, flipper. L’evoluzione vuole che uno spazio simile, oggi sempre più prezioso, sia adibito a qualcosa di più chic che risponda a un’esigenza non certo nuova: prendersi cura del proprio corpo. Non per nulla il termine SPA nelle sue due diverse declinazioni può intendersi come l’omonima cittadina termale belga o come acronimo di salus per aquam, come volevano i latini, fanatici ante litteram di bagni, vapore, massaggi etc. che si concedevano, indipendentemente dal ceto sociale, una permanenza di almeno due ore al giorno alle terme. I nostri ritmi di vita sono ben diversi da quelli dei nostri antenati, per questo, a maggior ragione, abbiamo bisogno, arrivati a casa, di qualcosa che ci coccoli.
Raramente si può disporre di una superficie di 60 m2, come nel caso del progetto da pagina 22, quindi troverete le soluzioni per appartamenti standard: una bella vasca idromassaggio si può mettere in camera da letto, un hammam o una biosauna, che combina le caratteristiche tradizionali della sauna con il bagno turco, possono trovar posto in un bagno. Anche lo spazio di una doccia si può trasformare in doccia emozionale con cromoterapia, aromaterapia e idroterapia o diventare una sauna con il montaggio di un pannello a infrarossi. Tutte migliorie che, per essere installate, hanno bisogno di una buona progettazione degli impianti elettrico e idraulico, più complessi di quelli di un bagno “all’antica”. Nel dossier ci sono idee e prodotti per affrontare al meglio questi inserimenti in grado di offrire esperienze sensorali capaci di migliorare di molto il nostro benessere.
Gli altri speciali e i progetti di architetti saranno, come sempre, una fonte inesauribile di informazioni per migliorare la casa, dai pavimenti continui “artigianali” per rivestire in assoluta armonia quelli vecchi in palazzo d’epoca, al recupero di porte modanate che sarebbe proprio un peccato eliminare, o a tutte le soluzioni per sostituirle facendole diventare parte integrante dell’arredamento.

Interni allegri: pareti e arredi tutto colore

Tratto da “Come ristrutturare la casa n.6 – Novembre/Dicembre 2025″

Autore: Nicla de Carolis

Ormai più nessuno sceglie arredi classici se deve rinnovare un appartamento e, ancor meno, se deve farne uno nuovo: mobili in legno massiccio, finiture artigianali, decorazioni ricche di intagli, dorature, centrini all’uncinetto proprio non si usano più. Il passaggio dal classico al minimalismo, nei gusti delle persone, è stato un processo lungo e complesso cominciato negli anni ‘50 con designer come Charles and Ray Eames, Eero Saarinen, Gio Ponti, che hanno disegnato mobili leggeri, modulari e pratici, ancor oggi icone riconoscibili e desiderabili che trovano posto nelle case più belle.
In tanti anni il minimalismo ha dettato le sue regole, oggi metabolizzate, ed entrate nelle case della maggior parte delle persone: linearità delle forme, una palette di colori come bianco, grigio, nero e beige, essenzialità degli oggetti “esposti”, il tutto per un risultato algido e forse un po’ troppo standardizzato, l’esatto opposto del vecchio arredamento della nonna. Oggi è in atto una nuova svolta che predilige una gamma di colori accesi per pareti, tessuti e pezzi di arredo con linee più morbide. Questo cambiamento è guidato da una generazione di architetti e designer che cercano di creare spazi più accoglienti e personalizzati: vediamo nella foto di copertina, ad esempio, l’abbinamento delle pareti blu balena con un divano di velluto verde, cuscini oro e arancione, libreria e tavolo caffè in ottone e poi altri colori decisi che caratterizzano tutte le stanze di questo appartamento raffinato. Non è il solo progetto di questo numero contraddistinto dall’utilizzo del colore, tutti forniscono accostamenti originali ed eleganti, difficili da immaginare seguendo i canoni del minimalismo e utili per dare un volto nuovo alla nostra casa.
… Ma non ci siamo dimenticati che l’argomento principale di questa rivista è la ristrutturazione: infatti da pagina 42 c’è un ricco dossier con gli interventi necessari per un involucro che garantisca il massimo isolamento di tutto l’edificio, case history passo-passo seguite da validi progettisti, materiali e prodotti sempre più innovativi come le tegole brevettate AERtegola® che creano una copertura ventilata grazie ad un piedino che le solleva dalla impermeabilizzazione sottostante senza danneggiarla.
Buona lettura, dunque, novità e idee continueranno a stupirvi!

Come lucidare il marmo: tecniche, prodotti e consigli pratici

Come lucidare il marmo in modo efficace per riportare brillantezza e protezione alle superfici domestiche

Lucidare il marmo è un’operazione fondamentale per mantenere intatta la bellezza di questo materiale pregiato. Con il tempo, infatti, il marmo tende a perdere lucentezza a causa di graffi, macchie e usura. Comprendere quindi come lucidare il marmo consente di valorizzare pavimenti, top e rivestimenti, migliorandone l’aspetto e prolungandone la durata nel tempo.

Caratteristiche del marmo

Il marmo è una pietra naturale composta prevalentemente da carbonato di calcio. La sua eleganza e la capacità di riflettere la luce lo rendono un materiale molto apprezzato nell’arredamento. Tuttavia, la sua porosità lo rende sensibile a macchie e abrasioni, motivo per cui la lucidatura periodica risulta essenziale.

È importante, però, distinguere tra una lucidatura leggera, utile per ripristinare la brillantezza quotidiana, e una lucidatura profonda, necessaria in caso di superfici opache o danneggiate.

Strumenti e materiali per lucidare

Per eseguire una corretta lucidatura sono necessari alcuni strumenti e prodotti specifici. Tra i più utilizzati si trovano:

  • Panni in microfibra o morbidi per la pulizia iniziale
  • Carta vetrata a grana fine o dischi abrasivi per levigare piccole imperfezioni
  • Polvere lucidante per marmo o prodotti specifici a base di ossalato di ferro
  • Lucidatrice elettrica o trapano con tampone in feltro
  • Cera protettiva o sigillante finale per proteggere la superficie

Prima di procedere, è sempre consigliabile testare i prodotti in una zona poco visibile, per evitare danni o aloni.

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Pulizia preliminare e preparazione della superficie

Prima di capire come lucidare il marmo nel dettaglio, è fondamentale assicurarsi che la superficie sia perfettamente pulita. Si deve rimuovere la polvere e qualsiasi residuo di sporco con un panno umido e un detergente neutro.

È preferibile evitare prodotti acidi o aggressivi, come aceto o limone, che possono corrodere la pietra. Una volta asciugato completamente, il marmo sarà pronto per la fase di lucidatura.

Leggi anche: Come pulire il pavimento in marmo: metodi e consigli utili

Tecniche per lucidare il marmo a mano

La lucidatura manuale è adatta a piccole superfici come top di cucine, tavoli o davanzali.
Il procedimento può essere eseguito seguendo questi passaggi:

  1. Applicare una piccola quantità di pasta lucidante per marmo sulla superficie asciutta.
  2. Stendere il prodotto con movimenti circolari e costanti, esercitando una pressione leggera e uniforme.
  3. Lasciare agire il prodotto per alcuni minuti, quindi rimuoverlo con un panno pulito.
  4. Ripetere l’operazione fino a ottenere la brillantezza desiderata.
  5. Concludere con una cera protettiva, che aiuta a mantenere il marmo lucido più a lungo.

Questa tecnica, pur richiedendo un po’ di tempo, garantisce risultati soddisfacenti anche senza macchinari professionali.

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Come lucidare il marmo con la lucidatrice elettrica

Per superfici più ampie, come pavimenti o scale, è preferibile utilizzare una lucidatrice elettrica.
Dopo la pulizia, si procede applicando il prodotto lucidante con un tampone in feltro, mantenendo movimenti regolari e incrociati.

È importante non sostare troppo a lungo sullo stesso punto per evitare la formazione di aloni o bruciature superficiali. Al termine, la superficie deve essere pulita con un panno asciutto per rimuovere ogni residuo di polvere lucidante.

come lucidare il marmo

Errori comuni da evitare nella lucidatura del marmo

Nella pratica di come lucidare il marmo, alcuni errori possono compromettere il risultato finale:

  • Utilizzare detergenti acidi o alcalini troppo forti
  • Applicare troppa pressione durante la levigatura
  • Non risciacquare completamente i residui dei prodotti
  • Trascurare la fase di protezione con cera o sigillante

Evitando questi sbagli, si garantisce una lucentezza duratura e una protezione efficace contro macchie e graffi.

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Costi e frequenza della lucidatura del marmo

I costi variano in base alle dimensioni della superficie e alla tecnica utilizzata. In media, la lucidatura professionale può oscillare tra 5 e 15 euro al metro quadrato, mentre con i prodotti fai da te il costo si riduce notevolmente.

Si consiglia di effettuare la lucidatura ogni 12-18 mesi, o più spesso in ambienti soggetti a forte calpestio, per mantenere inalterata la brillantezza originale.

Alla luce di quanto detto, è chiaro che sapere come lucidare il marmo consente di preservare nel tempo la naturale eleganza di questa pietra, migliorandone l’estetica e la resistenza.

Con gli strumenti giusti, prodotti adeguati e un po’ di attenzione, è possibile ottenere risultati professionali anche con interventi domestici.

Una manutenzione regolare e l’uso di cere protettive rappresentano la chiave per un marmo sempre lucido, pulito e durevole.

Leggi anche: Riparare il marmo rotto o scheggiato

Come rimuovere la muffa dalla lavatrice: metodi efficaci per una pulizia profonda

Ecco come rimuovere la muffa dalla lavatrice e prevenire i cattivi odori con semplici accorgimenti

Sapere come rimuovere la muffa dalla lavatrice è essenziale per mantenere l’elettrodomestico efficiente e igienico. La muffa si forma a causa dell’umidità e dei residui di detersivo che restano intrappolati nelle guarnizioni e nelle parti interne.

Con poche azioni mirate e una manutenzione costante, è possibile eliminare completamente odori sgradevoli e sporcizia, migliorando la qualità dei lavaggi.

Cause principali della formazione di muffa

Le cause della muffa nella lavatrice sono diverse e spesso legate a cattive abitudini d’uso:

  • Guarnizioni che rimangono bagnate dopo il lavaggio.
  • Utilizzo eccessivo di detersivo o ammorbidente.
  • Lavaggi frequenti a basse temperature.
  • Sportello chiuso subito dopo il ciclo.

Questi fattori creano un ambiente caldo e umido, ideale per la proliferazione di microrganismi e cattivi odori.

Prodotti naturali per eliminare la muffa

Per chi desidera un approccio ecologico, i rimedi naturali rappresentano un’ottima soluzione. L’aceto bianco è un potente disinfettante naturale che scioglie i residui e neutralizza gli odori. Il bicarbonato di sodio, invece, ha un’azione leggermente abrasiva che aiuta a rimuovere lo sporco senza danneggiare le superfici. Anche l’acqua ossigenata è utile contro le macchie di muffa più resistenti.

Un lavaggio a vuoto con una tazza di aceto bianco a 60°C garantisce una pulizia profonda, mentre una pasta di bicarbonato e acqua può essere applicata manualmente sulle zone più colpite per un’azione mirata.

Naturalmente, in presenza di sporco ostinato, è consigliabile l’utilizzo di prodotti professionali di cui vedremo in seguito.

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Come rimuovere muffa dalla lavatrice: le zone più soggette

Le aree della lavatrice dove si forma più facilmente la muffa sono:

  • La guarnizione dell’oblò, che trattiene acqua e detersivo.
  • Il cassetto del detersivo, spesso umido e poco areato.
  • Il filtro di scarico, che accumula residui di sporco.

Una pulizia regolare di queste parti impedisce la diffusione della muffa e prolunga la vita dell’apparecchio.

come rimuovere muffa dalla lavatrice

Pulizia della guarnizione e del cassetto

La guarnizione va pulita sollevando delicatamente il bordo in gomma e passando un panno imbevuto di un prodotto specifico, o di aceto bianco, o di una soluzione di acqua e bicarbonato. Dopo aver rimosso ogni residuo, è fondamentale asciugare bene per evitare ristagni.

Il cassetto del detersivo può essere smontato e lavato sotto acqua calda con una spugna morbida (ed eventualmente utilizzare prodotti naturali o chimici in base al grado di sporco). È consigliabile asciugarlo completamente prima di reinserirlo, così da ridurre la possibilità di nuova formazione di muffa.

Manutenzione periodica della lavatrice

Per garantire prestazioni ottimali, è utile adottare una serie di buone pratiche di manutenzione:

  • Eseguire un lavaggio a vuoto mensile con aceto o bicarbonato.
  • Lasciare lo sportello aperto dopo ogni ciclo per far evaporare l’umidità.
  • Pulire regolarmente il filtro e le parti interne.
  • Dosare correttamente detersivo e ammorbidente.

Seguendo queste abitudini, la muffa non troverà terreno per svilupparsi.

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Come rimuovere muffa dalla lavatrice: prodotti specifici

In presenza di sporco ostinato, è possibile utilizzare prodotti professionali pensati per la pulizia profonda della lavatrice. Si tratta di detergenti igienizzanti o sgrassatori che eliminano residui di detersivo e batteri anche nei punti meno accessibili.

È consigliabile scegliere prodotti compatibili con le parti in gomma e plastica, seguendo sempre le istruzioni riportate sull’etichetta per evitare danni all’apparecchio.

come rimuovere muffa dalla lavatrice

Errori comuni da evitare

Molti errori rendono inefficace la pulizia della lavatrice e favoriscono la ricomparsa della muffa:

  • Usare candeggina pura, che danneggia le guarnizioni.
  • Impiegare spugne abrasive, che graffiano le superfici.
  • Ignorare il filtro di scarico, dove si accumula sporco.
  • Chiudere subito lo sportello dopo il lavaggio.

Correggere questi comportamenti è fondamentale per ottenere risultati duraturi.

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Conclusioni

Alla luce di quanto detto, è evidente che sapere come rimuovere muffa dalla lavatrice significa prendersi cura del proprio elettrodomestico e garantire lavaggi sempre igienici.

L’uso regolare di aceto, bicarbonato o prodotti specifici, associato a una corretta ventilazione e a piccoli accorgimenti quotidiani, consente di mantenere la lavatrice pulita, efficiente e priva di cattivi odori.

Oltre a migliorare la resa dei lavaggi, una lavatrice senza muffa contribuisce a rendere l’ambiente lavanderia più sano e gradevole, eliminando le esalazioni sgradevoli e riducendo la presenza di spore dannose.

Una macchina curata lavora meglio, consuma meno e favorisce un contesto domestico più salubre e confortevole.

Leggi anche: Manutenzione lavatrice: pulizia e riparazioni passo-passo

Ambasciatori d’Impresa

Nella cornice della città di Milano si è svolta la serata di celebrazione dedicata agli Ambasciatori d’Impresa, un’iniziativa pensata per valorizzare le imprese familiari italiane che si distinguono per innovazione, visione strategica e capacità di passaggio generazionale.

Tra le realtà premiate, Annovi Reverberi S.p.A., rappresentata da Federica Reverberi, ha ricevuto un riconoscimento per l’impegno nel promuovere la continuità generazionale e nel guidare con successo il cambiamento all’interno del proprio settore.

La serata ha rappresentato non solo un momento di celebrazione, ma anche un impegno collettivo a rafforzare una cultura d’impresa orientata al futuro — fondata su sostenibilità, innovazione e sul coinvolgimento delle nuove generazioni.

Un riconoscimento che guarda avanti, insieme alla Next Generation, motore della nuova impresa italiana.

#AnnoviReverberi #AmbasciatoriDImpresa #NextGen #EccellenzaImpresa

Sifoni Spazio 1NT Evolution Lira per cucina

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Sempre più avanzati sotto il profilo funzionale
ed estetico, i nuovi sifoni Spazio 1NT Evolution
sono ancora più contenuti nelle dimensioni, lasciando libero ulteriore spazio sotto il lavandino

Componente tecnico di fondamentale importanza, il sifone per lavelli deve necessariamente stare al passo con la conformazione dei mobili per cucina, rispondere alle rinnovate esigenze estetiche e, non ultimo, essere meno ingombrante possibile per lasciare completamente fruibile lo spazio sottolavello. Il Sifone Spazio 1NT Evolution emerge nel vasto panorama dei sifoni per cucina, grazie alle dimensioni ancora più compatte, con uno spessore di soli 65 mm, e a una forma dinamica che rende distinguibile questa nuova generazione di sifoni studiati da Lira.
Erede dell’incredibile successo del suo predecessore, il Sifone Spazio 1NT Evolution non solo consolida la reputazione di affidabilità della famiglia dei sifoni Spazio NT, ma va oltre, introducendo nuove funzionalità accompagnate da un design moderno.
La conformazione del sifone è stata attentamente studiata per aderire in modo ottimale alla parete di fondo, liberando uno spazio significativo nel sottolavello. Questo spazio aggiuntivo si trasforma in un pratico “ripostiglio”, offrendo un luogo ideale per riporre in modo comodo e accurato i detersivi e tutto ciò che serve nelle mansioni quotidiane in cucina, che diventa un ambiente più ordinato e funzionale.
Come tutti la gamma NT, il Sifone Spazio 1NT Evolution è facilmente ispezionabile, svitando il tappo, e offre la garanzia qualitativa di un prodotto Made in Italy.

Sifone Spazio 1NT Evolution

Ancora più sottile

Il nuovo design, caratterizzato da una forma disassata rispetto all’asse frontale, consente al sifone di adattarsi e compensare eventuali irregolarità durante l’installazione, offrendo una soluzione versatile e adattabile a varie configurazioni. Con una larghezza massima di 90 mm, profondità di 50 mm e 65 mm in corrispondenza del tappo, il corpo del Sifone Spazio 1NT Evolution ha misure esterne ulteriormente ridotte rispetto a Spazio NT, pur risultando altrettanto efficace sotto il profilo della velocità di smaltimento dell’acqua scaricata.
Il prodotto è realizzato in polipropilene, materiale a elevata duttilità, ottima resistenza termica e alle sostanze chimiche.
Il tappo di ispezione è posizionato anteriormente; svitandolo è possibile rimuovere facilmente i residui accumulati nello scarico, che potrebbero compromettere il deflusso dell’acqua.

Tutte le possibili configurazioni

Con il contenuto della confezione il Sifone Spazio 1NT Evolution si adatta a qualsiasi esigenza di installazione, in qualsiasi contesto e tipologia di lavandino.
L’assemblaggio è un processo semplice e intuitivo grazie alla composizione modulare del sifone. Gli elementi che lo compongono, infatti, sono stati progettati per essere facilmente assemblati tra di loro, garantendo una sorprendente rapidità e facilità di montaggio.
Inoltre, tutti i componenti sono forniti con una lunghezza compatibile per qualsiasi applicazione e la possibilità di tagliarli agevolmente con un tagliatubi o un tradizionale seghetto offre una flessibilità ancora maggiore durante l’installazione, adattandosi così alle esigenze specifiche di ogni utente.

Scelta delle tinte

Oltre al classico bianco, il sifone Spazio 1NT Evolution è disponibile anche grigio metallizzato e nero, offrendo una possibile opzione di personalizzazione, consentendo il migliore adattamento cromatico allo stile della cucina moderna.
Con il fattore estetico si chiude il cerchio: integrazione stilistica, efficienza, salvaguardia dello spazio e durabilità nel tempo, ovvero lunga vita operativa senza compromettere le prestazioni.

Pilette Basket per cucina Lira

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La piletta Basket Cucina di Lira è adatta per l’applicazione su tutti i lavelli da cucina con foro di scarico da 90 mm. È studiata per velocizzare il sistema di scarico ed eliminare la formazione di ingorghi.
La piletta Basket Cucina è realizzata in polipropilene e in acciaio inox ed è disponibile in una ricca varietà di finiture (satinate, lucide e perlate, nelle tinte PVD, Anthracite, Bronze, English Bronze, Chrome, Copper, Gold, Gold 24K, Iron, Nickel e White Gold.

La piletta è dotata di tappo-griglia asportabile e facilmente pulibile, che raccoglie i residui rimasti dopo il lavaggio delle stoviglie. La filettatura in uscita può essere da 1½” o da 2”.
La piletta è disponibile in numerose varianti che consentono di assecondare ogni esigenza; a catalogo ci sono anche le versioni con troppo pieno.

La piletta Basket Mini è installabile su tutti i lavelli da cucina con foro di scarico da 60 mm. La filettatura in uscita è da 1½”. È disponibile anche la versione “Salvaspazio” (Basket Mini Bassa) con altezza di soli 80 mm.

Basket Bassa Space Saver è installabile su tutti i lavelli da cucina con foro di scarico da 90 mm; grazie alla sua ridotta altezza (87 mm), regala maggior spazio al sottolavello, che diventa così utilizzabile come “ripostiglio”, anche per alloggiare i vari raccoglitori per la raccolta differenziata dei rifiuti.

Basket Mini Gattinara è specifica per lavelli da cucina in ceramica con foro di scarico da 60 mm e spessori della ceramica da un minimo di 15 mm a un massimo di 65 mm. La filettatura in uscita è da 1½”. La versione “salvaspazio” ha un’altezza di soli 64 mm.

Carrello per saldatrice | Realizzazione fai da te

Questo carrello per saldatrice è realizzato recuperando parti di una porta blindata, sfruttando sapientemente il bordo in cui la spessa lamiera è ripiegata a 90°, per ricavare i quattro angolari montanti

Chi si applica nella lavorazione del ferro ha tutte le competenze per realizzare in proprio molti accessori, in particolare i supporti, utilissimi per mantenere ordine in laboratorio e semplificare il lavoro, avendo tutto ciò può servire raccolto attorno alla macchina. Come in questo progetto di carrello per saldatrice su ruote che può ospitare, non solo una saldatrice, ma anche un’altra macchina (in questo caso una tagliatrice al plasma).

Il carrello, robusto e strutturato, è realizzato utilizzando ferro di recupero da una vecchia porta blindata, più altri avanzi e ferramenta accantonata. Le parti in lamiera piana servono per fare i ripiani, mentre per i montanti si utilizzano le parti risvoltate della porta, quelle sul contorno, tagliate secondo necessità.

Per i vari accessori si adattano, caso per caso, un pezzo di tubo, pezzi di maniglie per realizzare ganci, altri pezzi della porta per fare il ripiano della bombola ecc. Dopo la pulitura e lo sgrassaggio del carrello grezzo, si dà la finitura: una vernice antiruggine nera industriale, molto resistente agli urti. Infine si applicano 4 rotelle sotto la base, per agevolare lo spostamento delle macchine nella posizione migliore per il lavoro.

Osservazioni

Ottima l’idea di sfruttare il bordo esterno della vecchia porta blindata dove, per realizzare il suo spessore, la lamiera di cui è costituita presenta una doppia piega a 90°.

Invece di acquistare barre angolari per farne i montanti del carrello per saldatrice, si tagliano per un’estensione utile i bordi della porta, ricavando segmenti sufficientemente lunghi e robusti.

Visto che dopo aver fatto i montanti sono avanzati ancora sufficienti zone del bordo, queste sono state usate per ricavare anche tre ripiani con risvolto sul lato anteriore.

Sfruttare bene le parti della porta blindata

carrello per saldatrice
I vari pezzi da realizzare si disegnano sulla porta di ferro da cui poi vengono ricavati tagliandoli con la smerigliatrice angolare e un disco da taglio. Dopo in primo taglio sommario, i montanti vanno dimensionati con maggior precisione, in modo che le due coppie, anteriore e posteriore, risultino alte uguali.
Zone risvoltate della porta si sfruttano anche nella realizzazione dei ripiani del carrello; la doppia piega a 90° , infatti, risulta utile sul lato anteriore dei ripiani, dove costituisce un’utile barriera di contenimento.
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Sul ripiano inferiore, uno per volta, si saldano i montanti con l’accortezza di farli rimanere con il corretto orientamento in orizzontale e in verticale. Per questo si puntano prima con la guida di un paio di squadrette calamitate, poi si completano le saldature.
Si prosegue con l’applicazione del ripiano intermedio e, infine, di quello nella parte alta del supporto. Notare la forma delle due gambe posteriori del carrello per saldatrice, che da larghe (in basso) si assotigliano salendo verso l’alto; mentre le due anteriori hanno forma regolare.
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Terminato il montaggio del supporto, con la smerigliatrice e un disco da sbavo si ripuliscono le saldature e si regolarizzano, prima di passare all’aggiunta degli elementi accessori.
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Applicazione accessori carrello per saldatrice

Con alcuni segmenti di tubolare a sezione quadrata si ricavano vari pezzi utili fra cui gli occhielli per appendere la martellina, i contenitori per gli elettrodi e i ganci per appendere e avvolgere i cavi.
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Partendo dal ripiano inferiore, uno per volta si saldano i montanti alla sua lamiera, con l’accortezza di farli rimanere con il corretto orientamento. Per questo si puntano prima con la guida di una squadretta, poi si completano le saldature.
Prima di applicare la finitura, si marcano i fori per l’applicazione delle rotelle che sono tenute da 4 viti per ognuna. Dato lo spessore della lamiera, si effettuano i fori con punta da 5 mm di diametro per poi passare la filiera per filettarli e poter mettere le ruote con viti senza il dado.
carrello per saldatrice
Data una mano a spruzzo di finitura nella parte sotto del carrello, a vernice essiccata si ripassa velocemente la filiera per non fare fatica nell’applicazione delle viti delle rotelle, che si mettono subito, ma si proteggono con nastro maschera per completare la verniciatura delle restanti parti del carrello per saldatrice.
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Ottima la resa della vernice data a spruzzo, che rende il manufatto molto uniforme e particolarmente liscio. Per il miglior risultato è necessario ripulire perfettamente il metallo e, soprattutto, sgrassarlo molto bene, magari con diluente alla nitro.
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Laccatura cinese: guida completa per riconoscerla, realizzarla e mantenerla

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Definizione rapida: La laccatura cinese è una finitura tradizionale a più strati, levigati e lucidati fino a ottenere una superficie dura e specchiante (spesso rosso o nero). Oggi l’estetica si replica anche con sistemi moderni ad alte prestazioni.

Cos’è la laccatura cinese

Tecnica decorativa storica che prevede applicazioni successive di lacca su legno (o supporti compatibili), con cicli di essiccazione, micro-levigatura e lucidatura. Il risultato è una superficie compatta, impermeabile, profonda, adatta a incisioni, dorature e intarsi. Per il fai-da-te contemporaneo si usano sistemi bicomponenti lucidi (PU/AC) o cicli vernice + trasparente high-gloss.

Caratteristiche e vantaggi

  • Profondità ottica: colore saturo, riflessi netti, effetto “piano black/rosso”.
  • Resistenza: strato duro e ben sigillato dopo completa polimerizzazione.
  • Versatilità: accoglie decori (intagli, foglia oro, madreperla).
  • Restaurabilità: possibile micro-levigare e rilucidare.

Sicurezza: usa DPI (guanti, occhiali, mascherina), lavora in ambiente ventilato, rispetta le schede tecniche dei prodotti.

Confronto con altre finiture (tabella)

FinituraAspettoResistenzaDifficoltàTempo lavorazioneUso consigliato
Laccatura cinese tradizionaleProfonda, vetrosa, rosso/nero iconiciAltaMolto altaLunga (giorni/settimane)Restauro e arti decorative
Effetto “lacca cinese” moderna (2K PU/AC)High-gloss, piano black/rossoMolto altaMediaMediaMobili e complementi contemporanei
Gommalacca (a tampone)Calda, ambrata, profondaMediaAltaMedio-lungaMobili classici, restauro europeo
Smalto lucido + trasparenteLucido, economicoMediaBassaBreve-mediaProgetti fai-da-te rapidi

Come ottenere l’effetto “laccatura cinese” a casa (How-To)

Obiettivo: finitura ad alto lucido a specchio, sicura e replicabile con prodotti reperibili.

Materiali e strumenti

  • Fondo/primer riempitivo per legno compatibile con il ciclo scelto
  • Smalto o base colore (rosso/nero) ad alto solido
  • Trasparente lucido (idealmente bicomponente)
  • Carta abrasiva P240, P320, P400, P800, P1200, P1500
  • Tampone e panni in microfibra privi di pelucchi
  • Pasta abrasiva (cut), polish (finish), eventuale glaze
  • Sgrassante antisilicone o alcool isopropilico
  • Rulli a spugna a poro fine o pistola HVLP (se disponibile)
  • DPI: guanti, occhiali, mascherina; cavalletti; teli antipolvere

Tempi, difficoltà, condizioni

  • Difficoltà: media (richiede precisione)
  • Tempo totale indicativo: 2–3 giorni effettivi (inclusi tempi di essiccazione)
  • Condizioni: 18–25 °C, umidità bassa, locale pulito e ventilato

1 — Preparazione del supporto

laccatura cinese
  1. Sgrassare bene.
  2. Carteggiare uniforme (P240→P320).
  3. Spolverare e sgrassare di nuovo.
    Tip: bordi e spigoli vanno smussati leggermente per evitare “bruciature” in lucidatura.

2 — Fondo riempitivo

laccatura cinese
  1. Applicare 2–3 mani di fondo con rullo fine o HVLP, rispettando i tempi di essiccazione.
  2. Carteggiare a secco P400 fino a ottenere superficie liscia e uniforme.
  3. Sgrassare.

3 — Colore

  1. Stendere 2–3 mani sottili del colore (rosso/nero).
  2. Attendere flash-off tra le mani; chiudere con mano piena uniforme.
  3. Dopo essiccazione, micro-levigare P800 (solo se necessario per rimuovere puntinature), poi sgrassare.

4 — Trasparente lucido

  1. Applicare 2 mani piene di trasparente high-gloss (meglio bicomponente per durezza).
  2. Lasciare indurire a fondo (da 12 h a 24 h o secondo scheda tecnica).

5 — Finitura a specchio (levigatura e lucidatura)

  1. Bagnato: P1200 → P1500 (movimenti lineari, leggerissima pressione).
  2. Pasta abrasiva (cut) con tampone in spugna: rimuovere opacità.
  3. Polish (finish) fino a specchio. Eventuale glaze per profondità.

P6 — Protezione e cura iniziale

  • Pulire residui, non caricare meccanicamente per 5–7 giorni.
  • Opzionale: cera liquida non siliconica dopo completa polimerizzazione.

Errori comuni da evitare

  • Polvere in ambiente → lavora in zona schermata, pulisci tra le fasi.
  • Strati troppo spessi → meglio mani sottili e regolari.
  • Carteggiature aggressive sugli spigoli → usa tasselli morbidi e movimenti leggeri.
  • Miscelazioni a occhio dei 2K → rispetta i rapporti, pesa con precisione.
  • Lucidare troppo presto → attendi indurimento completo per evitare segni.

Manutenzione, pulizia e ripristino

  • Spolvero con panni morbidi.
  • Detergente delicato pH neutro, mai abrasivi o solventi forti.
  • Per swirl leggeri: polish fine e panno in microfibra.
  • Per graffi o opacità diffuse: carteggio bagnato P1500 + polish; nei casi gravi, ri-trasparente.

Come riconoscere pezzi autentici e imitazioni

  • Profondità e uniformità: assenza di “buccia d’arancia”, riflessi nitidi.
  • Stratificazione: su bordi o piccole sbeccature si notano più strati sottili.
  • Decori: intagli con margini netti, dorature regolari.
  • Segni del tempo: micro-craquelure fini e coerenti (non crepe casuali da smalto).
  • In caso di restauro di valore, valuta una perizia professionale.

FAQ

Quanto dura la laccatura cinese?

Con cura corretta e ambiente domestico, l’effetto lucido resta brillante per anni; eventuali swirl si risolvono con lucidature periodiche.

Serve per forza il bicomponente?

No, ma il 2K offre durezza e resistenza superiori, utili su piani e mobili molto usati.

Posso usare solo smalto lucido?

Sì per progetti rapidi, ma la profondità e la durezza massime si ottengono con ciclo colore + trasparente.

Si può riparare un angolo scheggiato?

Sì: sagomare, fondo, colore localizzato, poi ri-trasparente e lucidatura di raccordo.

Brico io è il vincitore dell’Innova Retail Award 2025/2026

Brico io, la catena italiana leader dei negozi di bricolage di prossimità, ha vinto il prestigioso premio Innova Retail Award 2025/2026 nella categoria Negozi non-alimentari – Progetti speciali per il progetto Tech Touch eXperience.
 
Innova Retail Award, riconoscimento annuale organizzato da Kiki Lab e dedicato ai progetti di innovazione nel Retail a 360°, giunto alla sua ottava edizione, premia i progetti nazionali e internazionali in grado di generare valore aggiunto all’experience dei clienti.
La giuria, presieduta da Fabrizio Valente e composta da manager, professionisti ed esperti di retail e di innovazione (elenco completo su www.innovaretailaward.it/la-giuria/) ha valutato oltre 71 candidature e ha selezionato i 38 finalisti delle 11 categorie del premio.
L’evento si è tenuto il 15 ottobre, presso l’Enterprise Hotel di Milano.
 
Questa la motivazione della giuria:
Brico io si aggiudica il premio per aver realizzato un progetto che guida i clienti in modo semplice e intuitivo nella scelta del prodotto più adatto grazie a un totem. Basta spiegare le proprie esigenze con un vocale dal proprio smartphone e sugli scaffali si illuminano le referenze fra cui scegliere“.

Per la categoria Negozi non-alimentari – Progetti speciali, i finalisti erano:

  • Brico io: Tech Touch eXperience
  • Leroy Merlin Italia: MyCommunity
  • Mediaworld: In-Store Domination
  • Pinko: Pinko Brain

    A ritirare il premio, in rappresentanza di Brico io, Agostino Russo (responsabile servizi informativi dell’azienda) ha dichiarato: “Il progetto Tech Touch eXperience aveva l’obiettivo di fornire sia un supporto consulenziale diretto al cliente sui prodotti di colle e siliconi, sia un valido strumento di aggiornamento per il personale di vendita, superando i limiti della formazione tradizionale. La sua realizzazione ha richiesto una stretta collaborazione tra Brico io, i fornitori di tecnologia, quelli dei prodotti e i designer. I benefici principali riscontrati sono stati la velocità di sviluppo e una condivisa visione dei rischi e vantaggi, con le prime installazioni avviate a San Giorgio in Piano (BO) e Cremona”.
    Questo progetto, sviluppato in collaborazione con Cean e Dinn! per quanto riguarda design e struttura, partner tecnologici come Google Cloud, GO Reply, Jakala, T2O e industriali come Henkel, Rapid, Saratoga, UHU-Bostik, rappresenta una innovazione anche nella modalità di progettazione “go-to-market”.
    Tooli, il nome che abbiamo dato all’avatar che appare sullo schermo, si presenta come un totem interattivo che intercetta il cliente e lo guida in un’esperienza completamente nuova – commenta Paolo Micolucci, Amministratore Delegato di Brico io “Attraverso la scansione di un QR code con il proprio smartphone, il cliente può avviare una chat testuale con l’assistente digitale e ricevere informazioni specifiche sul reparto colle e siliconi. Ma l’innovazione non si ferma all’interazione virtuale: il progetto ha portato a una revisione completa dello scaffale, trasformandolo in uno spazio ibrido che integra etichette digitali e schermi informativi”.
    Siamo onorati – continua Paolo Micolucci – di ricevere questo premio. Crediamo fermamente che l’AI sia uno strumento fondamentale da applicare oggi per migliorare il lavoro di tutti. Questo successo è il frutto di un impegno collettivo: il nostro intero team Brico io e i fornitori che hanno creduto e investito con noi nel progetto. Continueremo a lavorare per migliorarci, perché la spinta all’innovazione non si può fermare e questo premio non fa che rafforzare la nostra convinzione della direzione intrapresa“.
     
    IL PROGETTO TECH TOUCH EXPERIENCE
    Il progetto TTX innova l’area Colle&Siliconi: l’obiettivo è creare un’esperienza immersiva e self-driven che accompagni il cliente dalla scelta all’acquisto, grazie a moduli tecnologici e touchpoint esperienziali. Il sistema guida, educa e ispira il cliente attraverso percorsi personalizzati, migliorando l’interazione anche in assenza di personale.