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Kerakoll

L’azienda leader nelle soluzioni per il GreenBuilding

Romano Sghedoni nel 1968, a soli 29 anni, fonda a Sassuolo (MO) Kerakoll oggi leader nel campo delle soluzioni per il GreenBuilding con un primato tecnologico rinomato a livello internazionale. I primi adesivi monocomponenti per ceramica, progettati e realizzati direttamente nel garage di casa, sono frutto del suo entusiasmo per le costruzioni, della passione per la chimica, assieme al grande amore per l’ingegneria.

L’intuizione e la grande determinazione lo portano alla ricerca di una continua innovazione: prodotti sempre nuovi, unici nella tecnologia e nella semplicità applicativa per la posa professionale di grès porcellanato e pietre naturali in qualsiasi condizione di esercizio.

La crescita continua che ne consegue porta l’azienda ad allargare il proprio business al recupero edilizio occupandosi di risolvere problematiche di impermeabilizzazione, di degrado del calcestruzzo, considerato erroneamente indistruttibile, fino ad arrivare al risanamento di edifici invasi dall’umidità.

Sghedoni è innovativo anche nella costruzione di un team motivato e caratterizzato da mission, vision e valori condivisi. La forte cultura aziendale che ne deriva porta nel 1990 alla creazione di Kerakoll Global Service, identificando così Kerakoll come miglior azienda del settore nei servizi di consulenza e assistenza tecnica a 360 gradi.

La continuità generazionale e l’impegno della famiglia Sghedoni alla guida dell’azienda sono assicurati dai figli Fabio, Gian Luca ed Emilia, Promotori del processo di internazionalizzazione con la creazione di uno staff internazionale, di una innovativa strategia di valorizzazione del brand e della svolta green.

Nel settembre 2000 e aprile 2006 Kerakoll perfeziona gli acquisti delle quote di riferimento di SLC e Rankover, leader in Europa rispettivamente nel mercato degli adesivi ecologici e vernici all’acqua da parquet e in quello delle pitture decorative eco-compatibili e naturali per il GreenBuilding e il restauro storico.

Kerakoll oggi

  • impiega oltre 1.340 collaboratori diretti, con un’età media di 35 anni
  • dispone di 12 filiali nel mondo
  • esporta quasi il 40% della produzione in oltre 100 Paesi
  • fornisce 20.000 Trade Building e 5.000 Wood Flooring Center nel mondo
  • per soddisfare i quasi 2.000.000 di professionisti che scelgono ogni anno di acquistare un prodotto Kerakoll.

Da sempre la filosofia sulla quale Kerakoll ha basato la propria visione è fare la differenza attraverso l’innovazione sostenibile. Nascono così nell’aprile 2005 Biocalce e l’Edilizia del Benessere, il nuovo modo di costruire sostenibile orientato al miglioramento della salute e della qualità della vita, e nelfebbraio 2007 Kerakoll Design, le nuove eco-superfici solide in cementoresina particolarmente amate da architetti, progettisti ed interior designer.

Fassa Bortolo

Fassa Bortolo si pone come punto di riferimento fondamentale per gli operatori del settore, con una gamma completa dalle malte agli intonaci premiscelati, dalle pitture ai rivestimenti colorati, dai massetti ai prodotti per la posa dei pavimenti e rivestimenti fino alle soluzioni per risanamento delle murature umide, il ripristino del calcestruzzo e l’isolamento termico, oltre ai prodotti bio-ecologici certificati per costruire secondo i canoni della moderna bioarchitettura e il Sistema Cartongesso GYPSOTECH® con una linea completa di lastre e accessori per il montaggio.

SISTEMA COLORE
Il Sistema Colore è caratterizzato da diversi Sistemi, che garantiscono traspirabilità, resa estetica, affidabilità, durata e flessibilità applicativa: IDROSILICONICO, ACRIL-SILOSSANICO, ACRILICO, AI SILICATI, DECORCALCE ed ELASTOMERICO. Orientarsi in questo universo diventa più facile potendo scegliere il prodotto di finitura corretto, individuandone immediatamente la destinazione d’uso.

sistema colore

 Inoltre viene proposta anche la LINEA GREEN VOCATION, finiture senza solventi organici, plastificanti e donatori di formaldeide, a bassissimo contenuto di VOC (composti organici volatili, che, a causa della loro natura chimica, sono responsabili di alcuni fenomeni di inquinamento atmosferico e possono avere effetti nocivi sulla salute), dedicate agli interni, che garantiscono elevate prestazioni con risultati finali di alta qualità e rappresentano un’eccezionale sintesi delle migliori caratteristiche tecnico-applicative, rispettando i criteri di ecosostenibilità, permettendo quindi di avere ambienti più sani e contribuendo al benessere delle persone.

Benessere psico-fisico raggiungibile anche grazie allo studio cromatico e all’uso di alcune nozioni base della teoria dei colori. Infatti la ricerca Fassa Bortolo ha permesso di formulare quasi 2000 tinte presenti nella speciale Mazzetta Colori NCS®© (Natural Color System®©) utilizzando il Sistema Tintometrico ColorLife, disponibile presso i rivenditori autorizzati su tutto il territorio nazionale.

sistema cartongesso gypsotechSISTEMA CARTONGESSO GYPSOTECH®
Il Sistema Cartongesso GYPSOTECH®, è la soluzione più efficace ed evoluta per separare gli ambienti, creare nuovi spazi, ristrutturare ed isolare perfettamente la propria abitazione con una linea completa di lastre ed accessori per il montaggio, rispondendo alle esigenze di comfort, risparmio energetico e salvaguardia dell’ambiente.

Conforme alle più recenti disposizioni legislative internazionali (oltre alla marcatura CE anche la certificazione NF, rilasciata dal CSTB di Parigi e la mappatura della Linea rispetto allo standard LEED®, Leadership in Energy and Environmental Design), il Sistema si compone di varie tipologie di lastre:
– oltre a quelle Standard, sono disponibili lastre con fibra di vetro e vermiculite adatte a resistere alle alte temperature (Gypsotech® Focus),
– quelle a basso coefficiente di assorbimento d’acqua (Gypsotech® Aqua) e quelle con barriera al vapore in alluminio (Gypsotech® Vapor);
– per l’isolamento termico-acustico, una ulteriore soluzione è rappresentata dall’utilizzo di lastre accoppiate (Gypsotech® Duplex), caratterizzate dall’abbinamento del cartongesso con diversi materiali isolanti (polistirene espanso, polistirene espanso additivato con grafite, estruso, poliuretano, lana di vetro e lana di roccia);
– infine, GypsoLIGNUM, prodotto “top” del Sistema (Tipo DFH1IR secondo EN 520), lastra progettata per unire varie peculiarità: densità superiore a 1000 kg/m3, nucleo con coesione migliorata in caso di incendio, resistenza all’impatto superficiale, ridotta capacità di assorbimento dell’acqua, resistenza meccanica migliorata e nucleo additivato con farina di legno naturale a granulometria differenziata, che lo caratterizza come prodotto indispensabile per la bio-edilizia di qualità.

Pompe di calore ecologiche

Le pompe di calore ricavano energia dall’ambiente, prelevando e utilizzando il calore disponibile nel terreno, nelle acque di falda o nell’aria e rendendolo disponibile a un livello termico più elevato. L’energia termica ricavata è circa 4 volte superiore all’energia elettrica assorbita

pompe di calore, riscaldamento, energia ambientaleCon le pompe di calore per la climatizzazione e la produzione di acqua calda si può realizzare un impianto del tutto indipendente dall’utilizzo di combustibili fossili. Le pompe di calore sfruttano il calore contenuto nell’ambiente (aria, acqua, terreno), anche se questo risulta essere in partenza a una temperatura inferiore rispetto al mezzo da riscaldare. Il ciclo di funzionamento permette di estrarre questa energia “nascosta” per cederla all’impianto di riscaldamento. Se l’energia elettrica necessaria viene fornita da un impianto fotovoltaico, climatizzazione e produzione di acqua calda avvengono senza uso di combustibili e senza emissioni di CO2 nell’ambiente.  Non essendoci fiamme libere e canne fumarie, si azzerano i rischi di incendio e intossicazione per insufficiente tiraggio. Il ciclo può essere invertito, la stessa apparecchiatura e lo stesso impianto possono essere utilizzati tanto per il riscaldamento quanto per il raffrescamento.

Come funziona la pompa di calore pompe di calore, riscaldamento, energia ambientale

Nella pompa di calore c’è un circuito chiuso in cui un fluido refrigerante passa ciclicamente da liquido a vapore (e viceversa) variando le sue condizioni di temperatura e pressione, in pratica il suo stato fisico. Nell’evaporatore il fluido refrigerante passa da liquido a vapore assorbendo calore dall’ambiente; il compressore aumenta l’energia contenuta nel fluido grazie a un modesto assorbimento di energia elettrica e prepara il fluido alla condensazione; passando da vapore a liquido, il refrigerante cede calore utile all’impianto di riscaldamento. Il ciclo poi si chiude grazie alla valvola di espansione, che riporta il fluido alle condizioni iniziali. L’energia termica resa da questo processo vale in genere 4 volte l’assorbimento elettrico della macchina, che può anche essere fornito da un impianto fotovoltaico.

Dimensionamento pompa di calore

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In modalità riscaldamento, è identificata dal valore COP (coefficiente di resa) che è il rapporto tra l’energia prodotta e quella assorbita per il funzionamento della pompa. Una pompa efficiente produce fino a 3-4 kWh termici a fronte di 1 kWh di energia assorbita, pertanto il COP sarà compreso tra 3 e 4. L’abbinamento a un impianto fotovoltaico, piuttosto che alla rete elettrica, permette di produrre anche l’energia necessaria al funzionamento della pompa, azzerando i costi di riscaldamento, raffrescamento e produzione di acqua calda sanitaria tutto l’anno.

Come funzionano le pompe di calore

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Pompe di calore Aria-acqua
La pompa di calore preleva il calore dall’aria esterna all’abitazione e lo cede al sistema di condizionamento; si installa all’esterno senza problemi di allacciamento, ma deve disporre di un sistema di sbrinamento automatico.

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Pompe di calore Acqua-acqua
Il calore viene prelevato da acqua di falda, di lago o di fiume e ceduto al sistema di condizionamento interno; c’è una maggiore spesa iniziale per il sistema di adduzione e trattamento, ma non risente delle condizioni climatiche.

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Pompe di calore Terra-acqua
Il calore contenuto nel sottosuolo, a temperatura costante in ogni periodo dell’anno, viene convogliato alla pompa da speciali sonde inserite nel terreno, in orizzontale a 1-1,5 m di profondità o in verticale per decine di metri.

Vantaggi delle pompe di calore

Scaldano e rinfrescano
A differenza di una caldaia, la pompa di calore può essere utilizzata anche per il raffrescamento estivo, basta invertire il ciclo; questa possibilità riduce i tempi di ammortamento della spesa. ∙

Alimentazione
Funziona ad energia elettrica, ma il rapporto tra i kW assorbiti e quelli restituiti sotto forma di calore è 1:4. Si stanno affermando anche pompe di calore alimentate a metano. ∙

Ingombro
L’ingombro è simile a quello di una caldaia, ma la pompa non abbisogna di un locale dedicato. ∙ Manutenzione. Minima, non necessita di alcun intervento e non occorre la revisione annuale. ∙

Costi d’installazione 
Per le pompe di calore geotermiche ci sono costi iniziali elevati per realizzare l’impianto (perforazione in profondità); per quelle ad aria o ad acqua si riducono, ma con un corretto dimensionamento si rientra comunque dell’investimento in tempi relativamente brevi.

Costi d’esercizio
Il consumo elettrico può richiedere l’aumento dei kW di fornitura, ma si può sopperire installando un impianto fotovoltaico in grado di fornire energia anche alle altre utenze ed eventualmente effettuare lo scambio sul posto con l’Enel.

Sicurezza
Non brucia combustibile (quella elettrica) e non necessita di canna fumaria; minor rischio d’incendio e nessuno di intossicazione da cattiva combustione.

Ecologica 
Considerando la pompa di calore elettrica, utilizza aria, acqua o sottosuolo, che la legge riconosce come fonti rinnovabili. Non emette CO2, se non in forma indiretta (cioè le emissioni in atmosfera prodotte dalle centrali elettriche). Tuttavia, se per l’acqua sanitaria si ricorre ad un impianto solare, si usa meno energia elettrica e aggiungendo un impianto fotovoltaico si azzera il consumo, quindi anche le emissioni “indirette” vanno a zero. Le pompe di calore elettriche possono essere installate anche in zone non raggiunte dalla rete del gas.

Mascherine stencil fai da te

Possiamo realizzare mascherine stencil partendo semplicemente dal disegno che più ci piace

Fanno sempre più tendenza gli oggetti e gli ambienti di casa decorati con la tecnica stencil. Grazie all’utilizzo delle mascherine stencil, attraverso le quali si pittura, possiamo dar libero sfogo alla nostra fantasia. Se in commercio ne troviamo infinite varietà, non c’è nulla di più divertente che realizzare mascherine stencil fai da te: vediamo come si fa.

Cosa serve per creare mascherine stencil fai da te
Le maschere si possono creare utilizzando come supporto materiali diversi:

  • pellicole di acetato (le più usate perché non si impregnano di pittura),
  • nylon,
  • cartoncino (particolarmente adatto, soprattutto per lavori veloci, che non devono essere ripetuti molte volte nel tempo. 

L’acetato è un foglio trasparente (usato per le “lavagne luminose”), che si acquista in cartoleria e nei negozi di articoli per l’ufficio (euro 0,15 il foglio A4). Il nylon, resistente e flessibile, utilizzato per coprire le serre, può essere usato perché spesso e robusto. Si vende nei negozi di bricolage e presso i garden center. Un altro materiale specifico è il decifix, una plastica adesiva che si acquista in cartoleria e nei negozi di hobbistica/casalinghi. l Una volta deciso il supporto non rimane che ricopiare il disegno da riprodurre. Tracciamolo con il pennarello nero sul supporto da intagliare e creiamo così la nostra mascherella. Per il ritaglio usiamo un cutter per hobbistica ben affilato seguendo la traccia. La maschera va appoggiata su un tappetino di gomma un po’ spesso.

Mascherine stencil fai da te con forbicine e cutter

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Per realizzare l’intaglio della mascherella in modo preciso e con contorni netti è bene dotarsi di un tappetino di gomma, forbici a lame corte e sottili (particolarmente adatte quelle per découpage) e un taglierino per hobbistica. 

L’intaglio

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Si possono realizzare più mascherelle partendo da una maschera da stencil già pronta. Si appoggia questa su un foglio di carta, che si accoppia ad una carta carbone e ad un cartoncino bianco su cui rimarrà impresso il disegno. Con un punteruolo si seguono le campiture. Il lavoro risulta migliore appoggiando il tutto su un tappetino di gomma. Le tracce si seguono poi con il taglierino.

Il colore 

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Il colore Prima di procedere alla realizzazione dello stencil è bene effettuare alcune prove di colore su un foglio di giornale. Questo consente di correggere eventuali imperfezioni della maschera. Per la prova si possono utilizzare gli spray acrilici.

Con il pennello

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Dopo aver ricavato le sagome dalla pellicola di acetato o nylon possiamo procedere allo stencil vero e proprio. Si appoggia la maschera sulla parte da trattare e la si fissa in modo stabile con il nastro adesivo di carta. Si intinge il pennello da stencil nel colore preferito e si picchietta la zona senza caricare eccessivamente di colore. Si completa il lavoro e si toglie lentamente la maschera.

Mascherine stencil già pronte

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Nei negozi specializzati in belle arti e nei grandi centri di bricolage troviamo un’ampia gamma assortita di maschere per stencil già pronte che possiamo utilizzare come dime per realizzarne altre. Il prezzo è a partire da 2,15 euro cadauna. Vasta scelta di mascherine stencil sul sito Opitec

Come si fa la pasta di sale

Un impasto casalingo di costo modestissimo permette di modellare soprammobili, pupazzi, bamboline e altri oggetti decorativi

Come si fa la pasta di sale? Per ottenere composizioni artistiche di sicuro effetto possiamo utilizzare un “mix” piuttosto semplice, la pasta di sale, che ci permette di ottenere un materiale modellabile tipo plastilina.

Pasta di sale ricetta

Misceliamo otto etti di farina con un chilo di sale fino e un cucchiaio di colla per tappezzeria, amalgamandoli con l’aggiunta una tazza d’acqua. Gli impasti colorati richiedono la miscelazione con colori a tempera. Per i soggetti che esigono tinte più variegate oppure sfumate si interviene, dopo la modellazione e la cottura in forno, con un ritocco ad acquerello.

Come fare la pasta di sale

  1. Un cucchiaio di colla per tappezzeria aggiunto nell’impasto assicura una buona coesione generale e facilita l’aderenza tra le varie parti della composizione.
  2. I pezzi che richiedono una colorazione uniforme vengono lavorati partendo da un impasto tinto con colori a tempera incorporati con una buona manipolazione.
  3. L’impasto, preparato miscelando a secco i vari ingredienti e aggiungendo l’acqua solo in ultimo, viene modellato a partire dalla massa compatta oppure da una sfoglia allargata con un rullino.

Lavoretti pasta di sale

  1. Le piccole palette di plastica vendute con le confezioni della plastilina sono gli strumenti più adatti, oltre alle dita, per modellare la pasta.
  2. Per incollare tra loro le varie parti si inumidiscono prima le superfici di contatto con acqua additivata con un pizzico di colla per tappezzeria.
  3. Uno stecchino serve, oltre che per modellare, anche per assestare i pezzi nella posizione voluta. L’oggetto finito va lasciato essiccare per 24 ore prima di essere messo a cuocere in forno a 70 °C per 36 ore.
  4. Eventuali ornamenti di stoffa o di passamaneria vengono applicati dopo la fase di modellatura e cottura in forno, utilizzando la pistola per termocolla.

Come ti hackerizzo il gatto

Originalissime idee per “hackerare” prodotti Ikea rendendoli utili per i nostri amici a quattro zampe!

Attenzione… gatti hacker sono stati avvistati nelle abitazioni di innumerovoli cittadini… Ma no dai, non si tratta del titolo un improbabile film cyber-demeziale, ma di idee originali che possiamo realizzare per i nostri piccoli felini semplicemente cambiando destinazione d’uso ai mobili dell’Ikea!

Gatti Hacker: l’ascensore

gatti hacker

Consapevoli dell’abitudine dei gatti, a volte distruttiva, di salire sui mobili… ecco un’idea per consentire ciò senza recare danni. Basta sagomare i ripiani della libreria Billy per ottenere un perfetto “ascensore”.

Gatti Hacker: Lettiera “très chic”

gatto hack

Sfruttiamo l’eleganza dello scaffale Bestå, privato dei ripiani e completato con anta Bestå Vara, in modo da ottenere una comoda casetta per il gatto. È sufficiente realizzare un’apertura su un fianco dello scaffale ed installare una porticina “flap” per il passaggio del nostro amico a quattro zampe.

Gatti Hacker: Lettiera isolata

gatto hack 4

Il mobiletto Flaren, concepito originariamente per il bagno, ritrova in questa rivisitazione parte della sua vocazione. Il bagno in questione però non è quello di casa, ma bensì quello del gatto, infatti al suo interno è collocata la lettiera mentre, su un fianco, è praticata un’apertura per l’accesso del felino.

Gatti Hacker: Scaletta cuccia per gatti

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La mensola Lack è realizzata­­ con truciolare, fibra di legno, plastica ABS, lacca acrilica. Misura 1300×260 mm e può sostenere un carico massimo di 15 kg. Si fissa a scomparsa, diventando un tutt’uno con la parete.

Sofà per gatti

gatt

Prepariamo una fantastica cuccia per i nostri amici gatti utilizzando il lettino per bambole “Duktig” il cuscino “Gosa Slan” ed il Plaid “Irma”. Una combinazione davvero vincente e soffice!

Conoscere i semilavorati in legno

Un’ampia gamma di semilavorati in legno ci permette di realizzare mobili, serramenti ed arredi diversi esattamente come li desideriamo e con le finiture preferite. Il nostro compito è assemblarli nella più totale libertà costruttiva

semilavorati in legno, semilavorati di legno, prefiniti in legno, prefiniti di legno, semilavorati, legno prefinito, legno semilavoratoSu misura” la frase magica che stravolge i costi di qualsiasi mobile quando le misure standard non sono applicabili. Ma il fai da te ha un’arma segreta: i semilavorati in legno. Si tratta di ante, piani, gambe, pezzi torniti di varia dimensione e tipologia.

I semilavorati in legno li troviamo nei centri di bricolage in un vasta gamma di dimensioni, essenze e versioni. Con questi prodotti possiamo inventare e costruire armadi, tavoli, ringhiere per scale o balconi, mobili di vario tipo per interno ed esterno e molto altro, montandoli su telai realizzati con listelli e pannellature di MDF, listellare, truciolare laminato.

Le possibilità sono praticamente infinite e il risultato è pari ad un prodotto professionale, con il vantaggio di poter effettuare le finiture più diverse che vanno dalle verniciature a vista alle smaltature e bordature. Accanto ai semilavorati in legno grezzo troviamo anche quelli già trattati con impregnante (ideali per gli esterni) oppure laminati (es. top per cucine) o variamente finiti e lucidati.

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A sinistra e sotto: un’interessante gamma di semilavorati pronti per l’assemblaggio. In questo caso sono già preforati, ma esistono versioni meno rifinite. Marinucci

Semilavorati in legno: differenti tipologie di ante

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Le ante sono i componenti fondamentali di molti mobili e non sono di facile costruzione. Bisogna impiegare attrezzature particolari che solo gli appassionati più esperti nella lavorazione del legno possiedono. L’industria ci offre una gamma molto ampia di antine semilavorate. Le loro dimensioni permettono di realizzare pensili e mobiletti, ma anche grandi armadi.

  1. Antine e frontalini di pino massello dello spessore di 20 mm.
  2. Le ante sono disponibili nelle versioni a specchiatura chiusa e persianate.
  3. Antine di tiglio spesse 20 mm verniciate in tinta noce. Guercio

Torneria per mobili, gambe e piani

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I semilavorati in legno torniti, realizzati in varie dimensioni e con legni duri, rappresentano un’altra ampia famiglia di particolari essenziali per la costruzione di mobili. Molti prodotti sono completi di attacco alla struttura principale costituito da una boccola o da un perno filettato. I semilavorati  in legno torniti offrono la possibilità di realizzare tavoli e mobili di vario tipo con caratteristiche estetiche (oltre che strutturali) di ottimo livello. Le gambe e i piedi vanno collegati a piani o ad intelaiature portanti grazie agli elementi di collegamento presenti sui semilavorati. Possono anche essere utilizzati per sostituire parti rotte o mancanti.

1, 2, 3  Gambe di faggio, variamente tornite e sagomate per la realizzazione di tavoli e sedie.

 Colonnine per scale e recinzioni

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Le scale, le ringhiere e le balconate, ma anche recinzioni e cancelletti, sono costituiti da elementi verticali (colonnine, capiscala, pilastrini) collegati da corrimano ed altri rinforzi longitudinali che ne stabilizzano la struttura. Ognuno di questi componenti si trova in varie sagome, dimensioni e finiture, per dare la possibilità di assemblare la struttura voluta con la massima libertà in termini di dimensioni, estensione ed aspetto.

  1. Colonnine per scala di faggio disponibili nelle versioni tornite o a sviluppo lineare.
  2. Un esempio di ringhiera assemblato con i semilavorati.
  3. I capiscala possono essere dotati di pomoli terminali di varia tipologia e dimensione.
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  • Questa gamba per mobili ¨¨ adatta per divani, sedie e cos¨¬ via.
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  • Per mobili, divani, poltrone
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  • 【 MATERIALE】 - Realizzato in silicone trasparente e tessuto non tessuto antiscivolo di alta qualità. Il materiale è durevole e robusto.
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  • 【 100% SERVIZIO CLIENTI SATISFIED】 - Se avete qualunque domande, non esitate a contattarci, proveremo il nostro meglio per risolverlo immediatamente. E vi daremo una risposta soddisfacente.

 

Tavolo patchwork fai da te

Tre pezzi di multistrato e ritagli di vecchie riviste: ecco nascere un Tavolo patchwork fai da te

Il tavolo patchwork fai da te è una soluzione originale che prevede l’utilizzo di vecchie riviste. Dopo aver tagliato i tre pezzi, sovrapponiamo, allineiamo e blocchiamo con i morsetti il piano e una gamba in modo da forarli contemporaneamente sul bordo (aiutandoci con l’apposita guida) per la successiva spinatura. Ripetiamo l’operazione con l’altra gamba del tavolo patchwork fai da te. Inseriamo le spine nei fori dopo averle spalmate con colla vinilica. Infine rinforziamo l’unione avvitando due triangoli di multistrato tra gambe e piano, a filo di un bordo. Da pagine di riviste tagliamo strisce regolari di immagini colorate e incolliamole sulla struttura con colla vinilica diluita con acqua (1 parte acqua e 4 di colla). Sovrapponiamole in modo da formare tanti tasselli quadrati. Lasciamo asciugare per un paio di giorni e rifiniamo il tavolino con vernice per decoupage stendendo, se necessario, più mani per compattare il rivestimento. Posizioniamo “strategicamente” il tavolino e completiamo l’effetto con una lampada, che dia vita ai mille colori delle superfici.

Cosa serve per realizzare il tavolo patchwork fai da te

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Per questa realizzazione non occorre molto materiale. Multistrato da 19 mm : 2 pezzi da 780×450 mm (gambe), 1 pezzo da 900×450 mm (piano), alcuni ritagli del medesimo multistrato; viti autofilettanti 3×40 mm; spine ø 8 mm ; vecchie riviste; colla vinilica, vernice per découpage; cutter; forbici e pennello.

Assemblaggio

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  1. Pratichiamo sui bordi del piano e delle gambe i fori per l’unione con le spine di legno ø 8 mm. Utilizziamo l’apposita guida che garantisce l’assoluta corrispondenza dei fori.
  2. Prima di alloggiare le spine nelle loro sedi spalmiamole con un velo di colla vinilica (senza eccedere). Le spine vanno inserite nei fori lasciandone metà fuori.
  3. Procediamo con l’assemblaggio di piano e gambe inserendo le spine (precedentemente collocate sotto il bordo del piano) nei corrispondenti fori sul bordo delle gambe. Un filo di colla stabilizza l’unione.
  4. Per rinforzare la struttura del tavolino avvitiamo, a filo del bordo posteriore, due triangoli, sempre in multistrato. Utilizziamo viti autofilettanti lunghe almeno 40 mm applicate con il trapano avvitatore

Applicare le figure per creare l’effetto patchwork

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  1. Prepariamo la colla vinilica diluendola in acqua (colla/acqua 4:1). Misceliamo bene. In alternativa possiamo utilizzare colla spray per carta che forma un sottile velo e non la impregna.
  2. Con il cutter e il righello ritagliamo da vecchie riviste tanti fogli quadrati e rettangolari scegliendo immagini dai colori vivaci. La varietà cromatica è fondamentale per un bel risultato.
  3. Spalmiamo sulla superficie del piano un velo di colla e altrettanto facciamo sul retro dei fogli di carta. Applichiamo il primo foglio parallelamente a un bordo del tavolino.
  4. Procediamo con la posa colmando tutti gli spazi vuoti. Sovrapponiamo con regolarità i fogli in modo da formare tanti tasselli colorati. A colla asciutta applichiamo una mano di vernice per découpage.

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Accendifuoco fai da te

I trucioli di legno si possono usare per accendere il fuoco, ma da soli fanno più che altro un gran fumo: con il legante giusto è garantito anche… l’arrosto! Ecco come realizzare gli accendifuoco fai da te

Anche chi si cimenta in lavori impegnativi, da vero esperto, deve a volte utilizzare l’ingegno per piccole cose, non per questo banali. È il caso di chi, lavorando il legno, si ritrova con una gran quantità di trucioli e ha pensato di utilizzarli come accendifuoco fai da te, assai più economici ed ecologici degli accendifuoco a base di kerosene, ma non per questo meno efficaci. Per svolgere la loro funzione, gli accendifuoco fai da te devono essere compatti e per i trucioli serve un legante adeguato. Bisogna utilizzare scaglie di cera per candele, fondendole per poi aggiungervi gradualmente i trucioli. Dopo aver omogeneizzato il tutto, lo si versa in una bacinella metallica o altro contenitore idoneo e si lascia raffreddare, per tagliare a pezzi il blocco ottenuto. L’idea è ottima e funziona anche bene per accendere il camino o per il barbecue.

Come realizzare gli accendifuoco fai da te

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  1. Le scaglie di cera devono essere sciolte fino a ottenere una poltiglia uniforme: per farlo bisogna metterle in un contenitore idoneo e riscaldarlo a bagnomaria.
  2. Nella cera fusa si aggiungono i trucioli gradualmente, mescolando e proseguendo nell’aggiunta fino a rifiuto, ovvero quando la cera è stata completamente assorbita dagli scarti di legno.
  3. L’impasto ancora caldo va posto in uno o più contenitori che possano essere utilizzati come stampo: con un pezzo di legno o qualcosa di simile si preme per compattare la miscela all’interno dello stampo. Il tutto va lasciato raffreddare completamente, diciamo dalla sera alla mattina.
  4. Basta capovolgere il contenitore e battere un po’ sul fondo per estrarre un’unica tavoletta di accendifuoco fai da te compatta e squadrata: con un taglierino o altra lama si possono tagliare i pezzi nelle dimensioni necessarie per più accensioni, senza odori sgradevoli.

Riciclare scarti di legno

Come recuperare il legno in maniera creativa

Invece di finire nel caminetto possiamo riciclare scarti di legno trovando un adeguato impiego nella composizione di un patchwork decorativo che fa la sua bella figura appeso alla parete. Si può utilizzare qualsiasi dimensione, forma ed essenza: ognuna troverà la sua collocazione.

Riciclare scarti di legno, ecco cosa serve

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Un pannello di truciolare bilaminato dello spessore di 15 mm; numerosi ritagli di legno; colla di montaggio; tasselli a barra filettata per sospensione a parete.

Incollaggi su pannello

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  1. Il pannello va forato in due punti nella parte superiore in modo da lasciar passare due tasselli a vite per il bloccaggio a parete. Le teste dei tasselli vanno incassate in sedi ribassate per non interferire con i pezzi che vanno applicati in seguito sulla superficie.
  2. Per evidenziare le venature del legno si possono carteggiare i pezzi da applicare o addirittura levigarli con la spazzola metallica rotativa inserita sul trapano.
  3. Stesi alcuni cordoni di adesivo di montaggio sulla faccia inferiore dei ritagli di legno, si passa alla loro applicazione sul pannello seguendo la disposizione più opportuna.
  4. A colla asciutta il pannello si sospende alla parete. I pezzi di vario spessore e dimensione formano una composizione molto interessante.