Il premier Conte, il talento e la manualità

Tratto da “Far da sé n.497 – Agosto 2019″

Autore: Nicla de Carolis

Il nostro premier Conte (da non confondersi con l’allenatore Conte che dalla ricerca su google occupa tutta la prima pagina… il calcio prima di tutto), da giovane, ha frequentato il prestigioso collegio universitario Villa Nazareth della Chiesa Cattolica che accoglie alcune decine di studenti, scelti e sostenuti su basi di merito. Tra questi, negli anni ‘80, ci fu appunto Giuseppe Conte di Volturara Appula, in provincia di Foggia, che frequentava giurisprudenza alla Sapienza di Roma.
La struttura è una villa nella campagna romana un po’ fané dove chi entra segue i percorsi curricolari delle accademie di iscrizione, ma integra la preparazione con corsi, conferenze, testimonianze e ha a disposizione tutor e libri a volontà come alla Normale di Pisa; per questo il collegio viene definito “la piccola Oxford della campagna romana”. L’obiettivo della Onlus è scoprire e favorire lo sviluppo del talento in studenti dotati di particolare intelligenza e con scarsità di mezzi economici, nonché quello di mandare in posti di potere persone che condividano i principi cattolici, aspirazione legittima della Chiesa. “Il popolo ha bisogno di apostoli, di persone intelligenti, colte, virtuose, disinteressate ricche di iniziativa e di spirito di sacrificio, che sentano il desiderio di far del bene agli altri” così scriveva nel 1946 il fondatore di Villa Nazareth monsignor Domenico Tardini.

Ma ciò che ci colpisce di più sono queste sue parole: “Se io avessi i mezzi, io cercherei di fare un istituto che educasse i bimbi all’agricoltura. Questo istituto dovrebbe sorgere in campagna. La terra darebbe loro da mangiare e da vivere ai bimbi…”. Il monsignore dava importanza alla manualità nella formazione delle persone e ancora oggi Villa Nazareth ne conserva e preserva questa attenzione. Infatti agli ospiti del collegio, compatibilmente con l’impegno della vita universitaria, capita di tinteggiare hall e stanze, di raccogliere le olive negli uliveti del complesso residenziale, di montare e realizzare scenografie per le rappresentazioni teatrali. A differenza di tanti laureati o laureandi che solo perché studiano per prendere una laurea o perché l’hanno già presa non saprebbero far fronte ad alcune basilari faccende casalinghe, a Villa Nazareth ognuno si fa il bucato, stira, cucina, rassetta la propria stanza e si prende cura anche degli spazi comuni. Una scuola di vita che rende la preparazione di un giovane davvero unica e auspicabile per tutti.

Imparare a fare anche operazioni che implichino la manualità, non ci stancheremo mai di ripeterlo, è un tassello fondamentale nell’istruzione di un ragazzo con un’utilità che rende indipendenti nella vita di tutti i giorni. Inoltre, in un mondo in cui si parla solo di virtuale, di digitale, di terziario, di finanza che genera profitto, di spread ecc, cose che sembra ormai acclarato non siano fonte di felicità, è auspicabile che venga rivalutata la manualità; chi fa da sé sa quale sia la gratificazione data dal realizzare qualcosa di concreto rispetto al trascorrere ore davanti alla TV o sui social a mettere un “mi piace”.
A prescindere da un giudizio politico, se penso al premier Conte che imbianca una stanza o che si fa il bucato, il mio apprezzamento per lui guadagna punti.

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