Portacoperchi fai da te da cucina

Oggi la fantasia e l’estro artistico dei disegnatori hanno trasformato le pentole da semplici contenitori, buoni solo per cucinare, a veri e propri oggetti d’arredamento, splendenti di acciaio inox, spesso decorati a fuoco o a sbalzo e/o arricchiti da maniglie tanto eleganti quanto funzionali

A chi sembri un delitto tenere i coperchi nascosti dentro uno stipo, anziché esporli ed usarli anche a scopo decorativo, se sui piani di lavoro dispone dello spazio necessario, può costruire quello che più che un portacoperchi fai da te si dovrebbe chiamare un espositore e che, vuoto, richiama in modo singolare le piramidi ed i templi Maya dello Yucatan.

Il portacoperchi fai da te illustrato ha una base quadrata di 340 mm di lato e il dorso trapezoidale alto 600 mm con la base di 300 mm e la sommità di 120. Lo spazio fra i rebbi che reggono i coperchi è di 50 mm.

Va da sé che queste misure sono puramente indicative e vanno bene per i coperchi utilizzati per illustrare l’articolo; chi ne volesse seguire l’esempio dovrà tenere conto dei coperchi da mettervi e dello spazio disponibile sui piani o su una parete (la striscia centrale del dorso, aprendovi due fori a toppa di chiave da incastrare sulla testa di altrettante viti, diventa un solido supporto a muro).

Interamente in legno, preferibilmente duro, e tutta ad incastri a mezzo legno o a tenone e mortasa, la realizzazione, per risultare stabile e robusta, richiede soprattutto pazienza e precisione.

Cosa serve per costruire un portacoperchi: I materiali (se ne danno solo le sezioni in mm in quanto le misure variano secondo i casi)

PER LA PIRAMIDE

  • Listelli 40×40 per gli stanti;
  • listelli 20×40 per i rebbi;
  • tavola 20×100 per la traversa inferiore (vedi testo);
  • listello 30×40 per la traversa superiore;
  • tavoletta 10×100 per il dorso.

PER LA BASE

  • tavole 30×60;
  • Spine;
  • viti;
  • colla vinilica;
  • eventuale mordente atossico;
  • cera vergine;
  • stearina o paraffina.

 

Portacoperchi fai da te

Gli stanti inclinati del portacoperchi fai da te

 

Stabiliti numero e misure dei coperchi da esporre, si marcano sugli stanti accoppiati le sedi per i rebbi; se ne incidono le pareti con una sega da cornici o simile e si aprono gli incastri da regolarizzare (1) con attento lavoro di raspa. I rebbi debbono entrare senza gioco nelle loro sedi dove (2) si fissano con colla e viti. Il sostegno si completa incastrando a mezzo legno la traversa di base e spinando quella sommitale.

Il fondo quadrato

Per dare maggiore equilibrio e stabilità al portacoperchi fai da te occorre una base robusta e piuttosto pesante che qui è costituita da un quadrato di tavolette con inserito un ottagono. La sequenza fotografica mostra la costruzione più semplice e rapida con incastri a mezzolegno e spine per gli angoli della cornice (1 e 2) e con l’ottagono formato da due metà incollate all’interno della cornice e bloccate in posizione (3) da due tacchetti inchiodati.

Il sistema è stato scelto perché permette di ottenere un ottagono perfettamente regolare con tagli a 45° anziché 22,5°. Il procedimento però comporta che negli attacchi sbiechi la colla sul capo bisellato e quindi contro fibra non agisca con la massima efficienza. Più robusta risulterebbe la base se la giunzione fra i vari elementi fosse rinforzata o con incastri a tenone e mortasa (il meglio, ma di non facile esecuzione su pezzi sbiechi) o con spinatura, cieca o anche a vista, o con tasselli piatti.

L’adozione di uno dei quattro sistemi renderebbe l’ottagono strettamente solidale con la cornice quadrata. Quale che sia la soluzione scelta (salvo che nella spinatura a vista), il montaggio dell’ottagono deve essere fatto contemporaneamente a quello della cornice. Completata la costruzione dei due pezzi si passa, quando la colla degli incastri ha fatto sicuramente presa, al montaggio (4). Anche in questo caso viene illustrata la soluzione più rapida con i piedi degli stanti fissati agli angoli posteriori della base con colla e viti (o spine) passanti dal basso, rinforzando l’unione con la traversa inferiore della piramide fissata di taglio alla base con lo stesso sistema.

La piramide così risulta tutta a sbalzo e quindi col peso proprio e dei coperchi retto da elementi (le viti o le spine) sollecitati in trazione assiale. Più affidabile sarebbe, allargando la traversa inferiore in modo che sporga sotto i piedi degli stanti di tanto quant’è spessa la cornice della base, fissarvela da dietro con viti o spine orizzontali che, sollecitate di taglio, meglio reggerebbero lo sforzo. Due colonnine inserite fra la coppia inferiore di rebbi e la base, poi, ridurrebbero il carico angolare degli attacchi posteriori. Uguale risultato si avrebbe se la coppia inferiore di rebbi poggiasse direttamente sulla base. Superfluo sottolineare che, comunque, la miglior tenuta si ha solo se nei punti di contatto i vari pezzi combaciano perfettamente.

Il dorso e la finitura

Per meglio irrigidire la struttura a piramide evitandone oscillazioni laterali, vi si fissa a tergo un dorso eventualmente arricchito da un disco ornamentale da sagomare (1) con l’alternativo o la sega a nastro da una tavoletta o da una striscia di multistrato. Se il portacoperchi fai da te è da posare su un piano il dorso può essere semplicemente avvitato contro le due traverse della piramide (2); se invece lo si vuole appendere alla parete il dorso va incastrato a mezzo legno, meglio se con code di rondine piatte, nelle traverse, a filo piano, in modo che aderisca bene al muro. Per appenderlo occorrono attaccaglie o fori a toppa di chiave. I coperchi di solito non toccano i cibi e sui rebbi poggiano solo con un piccolo tratto dei bordi, ma nella finitura è meglio evitare prodotti a solvente e usare mordenti ad acqua atossici (3) e cera vergine o paraffina.

E ora approfondiamo la storia delle pentole!

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