Una macchina versatile e sicura che può adottare una vasta gamma di lame, in grado di eseguire tagli diritti, inclinati, curvi, sagomati e circolari
Nella maggior parte delle lavorazioni siamo noi a guidare l’elettroutensile lungo la tracciatura, talvolta operando anche in posizioni scomode. Nell’uso della sega a nastro è il pezzo in lavorazione ad essere guidato in direzione della lama ed inoltre è possibile seguire la linea di taglio stando di fronte alla macchina in posizione eretta, un vantaggio che merita di essere considerato.
L’ingombro della macchina è piuttosto contenuto visto che lo sviluppo è in verticale, ma necessita di spazio intorno se si devono lavorare manufatti di importanti dimensioni, nel qual caso occorre far appoggiare la parte sporgente dal piano su cavalletti a rullo.
Conosciamola meglio
La prima caratteristica da considerare per valutare una buona sega a nastro è il diametro dei volani, in quanto determina la larghezza di taglio possibile. Il modello JWBS-14, che utilizziamo abitualmente nelle nostre lavorazioni, adotta volani Ø 355 mm che permettono una larghezza di taglio di 350 mm; si possono lavorare pezzi fino a 200 mm di altezza, procedendo con cautela quando si sfrutta al massimo questa possibilità per non forzare il motore da 0,75 HP.
La leva di tensionamento rapido della lama si rivela molto utile, specie quando la macchina rimane inutilizzata per diverso tempo. Il piano in ghisa misura 500×385 mm, è inclinabile ed è corredato di una precisa guida parallela in alluminio con aggancio a T scorrevole su binari laterali, posizionabile alla misura voluta per mezzo di una scala graduata visibile attraverso una finestratura.
La dotazione comprende anche un accessorio interessante: un perno cilindrico da avvitare alla guida parallela che ha funzione di guida per curvilinei. Il singolo punto di appoggio permette di eseguire tagli paralleli su sagome curve.
Particolari importanti
Le lame che possono essere utilizzate hanno spessore 0,4-0,6 mm, per uno sviluppo di 2550-2560 mm e sono disponibili in diverse larghezze: più sottile è la lama, minore è il raggio che può eseguire nei tagli sagomati (4 mm = r 8 mm; 10 mm = r 40 mm; 20 mm = r 140 mm). La feritoia per la sostituzione della lama è posta frontalmente, unica nel suo genere, per non dover mai smontare la guida laterale e perdere tempo.
La lama inoltre è guidata sia sopra che sotto il piano, a differenza della maggior parte di macchine simili che adottano solo la guida superiore.
Particolare rilevante è la possibilità di inclinare il piano verso l’interno (-10°): quando si devono lavorare pezzi di peso e dimensioni rilevanti, l’inclinazione contrastante favorisce l’appoggio del pezzo alla guida parallela ed agevola notevolmente nei movimenti. Gamma Zinken
La possibilità di montare diverse tipologie e larghezze di lama è un grande pregio in quanto consente di effettuare il taglio ottimale per qualsiasi tipo di lavorazione. Di serie la macchina adotta una lama da 12,5 mm, ma può montarne di misure variabili da 3 a 25 mm. In caso si sostituzioni ricordiamo di agire sull’apposita manopola di regolazione.
Montare la lama a nastro
Per montare la lama bisogna indossare i guanti ed assicurarsi che i denti siano rivolti verso il basso; si allenta la tensione e si calza la lama sul volano superiore.Si inserisce la lama nella guida badando che scorra correttamente sui rullini guida ed al centro del supporto in gomma, quindi la si porta in tensione seguendo le indicazioni poste sul retro della macchina.
Settaggi
Dopo aver fissato l’asta graduata si monta la guida allineandola parallelamente alla scanalatura della tavola; la si accosta poi alla lama portando l’indicatore dei gradi su zero.La squadra goniometrica va inserita, all’occorrenza, nella scanalatura presente sulla tavola: ha un’escursione di +/- 60° ed un solido appoggio per il pezzo in lavorazione.La rotella di guida posteriore, nella foto visibile attraverso la scanalatura, deve essere regolata a circa 1 mm dalla lama ed i rullini devono scorrere liberamente.Dopo aver montato la tavola si posizionano i supporti su 0° e si verifica con la bolla l’effettiva planarità della tavola nei due sensi.
Taglio diritto ed inclinato
I tagli vanno eseguiti stando davanti alla macchina nella direzione di taglio, conducendo il pezzo in modo uniforme e continuo evitando angolazioni. Il pezzo non va mai tirato indietro con la lama in movimento, c’è pericolo che la stessa scorra fuori dai rullini di scorrimento: se occorre, bisogna prima spegnere la macchina.Il piano può essere inclinato con un angolazione compresa tra -10 e +45° agendo sulle due manopole di bloccaggio/sbloccaggio della tavola.
Pulizia
Come in tutte le operazioni di taglio del legno viene prodotta una gran quantità di trucioli, pertanto è indispensabile collegare la sega ad un aspiratore per mantenere pulito lo spazio circostante. L’attacco per il tubo di aspirazione ha un diametro di 100 mm e comunica con il vano del volano inferiore, collegato al motore, dove la lama tende ad accumulare la quantità maggiore di residui del taglio. Il prezzo della sega a nastro JWBS-14 è di 995,00 euro.
Grazie a Bosch Gluey non è mai stato così semplice incollare a caldo piccole costruzioni, fare riparazioni e realizzare le decorazioni di casa
Con penne e matite, chi più chi meno, tutti hanno acquisito una notevole dimestichezza. Bosch ha saputo mettere questa diffusa attitudine al servizio di altre operazioni, come ad esempio incollare a caldo, producendo Gluey, una penna che definire incollatrice potrebbe essere riduttivo, vista la disponibilità di stick di colla in vari colori, glitterati o meno.
Di fatto, Gluey è uno strumento per incollare a caldo (temperatura di 150 °C) che funziona con alimentazione a batteria (2 stilo AA ricaricabili incluse nella confezione). Ha la forma di una grossa penna, quel tanto da permettere di essere impugnata con grande naturalezza.
Dall’accensione è pronta a incollare a caldo in 60 secondi circa e si spegne automaticamente dopo alcuni minuti, per risparmiare energia. Gluey ha il grande vantaggio di rendere molto precisi gli incollaggi, quando si deve depositare poca colla nel posto giusto, ma anche le decorazioni, nell’eseguire disegni e scritte.
In dotazione, oltre a batterie e caricabatterie USB, ci sono 7 stick colorati, 5 colorati con glitter e 8 stick trasparenti. Il prezzo consigliato per il pubblico è di euro 34,95.
Come si usa?
Inserire le batterie
Inserite le batterie, la penna si accende premendo il pulsante presente a un’estremità.
Accensione della penna
A seguito dell’accensione, la ghiera luminosa situata a metà della penna inizia a lampeggiare, indice che si sta riscaldando.
Inserire lo stick di colla
Quando la ghiera rimane illuminata fissa la penna è pronta per funzionare; si può inserire lo stick di colla o decorativo.
Incollaggio a caldo
Per le riparazioni si inserisce uno stick di colla trasparente; la si estrude spingendo leggermente il pulsante rosso in avanti, per distribuirla nel modo corretto sulla superficie di incollaggio.
Cercare di essere regolari nell’emissione e nella velocità
Tenere in mano la penna per scrivere è azione molto naturale; per ottenere un ottimo risultato basta essere regolari nell’emissione e nella velocità di scorrimento sulla superficie.
Maneggevolezza della penna
Nel montaggio di pezzi, con la penna si riesce a ottenere una precisione eccellente, data la naturalezza con cui si impugna.
Decorazioni e riparazioni in pochi minuti
In pochi minuti dall’accensione siamo in grado di fare scritte e decorazioni colorate su qualsiasi superficie, riparare soprammobili e giocattoli, montare piccoli oggetti, accessori, modellini.
Le batterie ricaricabili
Nella confezione ci sono le batterie ricaricabili e un caricabatteria con attacco USB.
Inserite le batterie nel vano di carica, si innesta il cavetto con attacco microUSB, come quello utilizzato per tanti smartphone.
Per la carica si fa ricorso al trasformatore di un dispositivo in possesso, che dispone della presa USB standard.
Date sfogo alla vostra creatività e scoprite le infinite possibilità nei lavori di bricolage e artistici: con legno, tessuto, cuoio o altri materiali
Pronta all'uso dopo un solo minuto di riscaldamento
Con una carica della batteria si lavorano fino a 60 ministick di colla
Grazie alla batteria ricaricabile può essere utilizzata ovunque, a casa o fuori, senza bisogno di prese, al contrario delle pistole per colla a caldo tradizionali
Dotazione: gluey, calotta colorata in cupcake pink, 2 batterie ricaricabili aa, caricabatteria e cavo usb, 20 mini stick di colla (8 trasparenti, 2 gialli, 2 rossi, 1 blu, 1 nero, 1 rosso glitter, 1 verde glitter, 1 blu glitter, 1 argento glitter, 1 oro glitter), in scatola di cartone
La penna incollatrice gluey – una pistola per colla a forma di penna per infinite possibilità artistiche
entro un minuto è la colla riscalda e la penna pronto per l' utilizzo – Il riscaldamento Status è in qualsiasi momento tramite un indicatore LED leggibile
La creatività non ci sono limiti alla creatività, grazie ad una grande scelta di diversi colla stick.
Adatto per carta, tessuti, plastica, cartone, legno, pietra, vetro, cuoio, ecc.
Contenuto della confezione: 70tlg. Mini Stick, colore: Glitter (14tlg. per colore)
La penna incollatrice gluey – una pistola per colla a forma di penna per infinite possibilità artistiche
entro un minuto è la colla riscalda e la penna pronto per l' utilizzo – Il riscaldamento Status è in qualsiasi momento tramite un indicatore LED leggibile
La creatività non ci sono limiti alla creatività, grazie ad una grande scelta di diversi colla stick.
Adatto per carta, tessuti, plastica, cartone, legno, pietra, vetro, cuoio, ecc.
Contenuto della confezione: 70tlg. Mini Stick, colore: Trasparente
La penna incollatrice gluey – una pistola per colla a forma di penna per infinite possibilità artistiche
entro un minuto è la colla riscalda e la penna pronto per l' utilizzo – Il riscaldamento Status è in qualsiasi momento tramite un indicatore LED leggibile
La creatività non ci sono limiti alla creatività, grazie ad una grande scelta di diversi colla stick.
Adatto per carta, tessuti, plastica, cartone, legno, pietra, vetro, cuoio, ecc.
Contenuto della confezione: 70tlg. Mini Stick, colore: colorato (14tlg. per colore)
La pulizia dei vetri diventa facile, veloce, a prova di aloni con il nuovo lavavetri GlassVAC
Con il lavavetri bosch GlassVAC non solo si possono pulire i vetri senza fatica e in due semplici passaggi, ma anche le piastrelle, gli specchi o altre superfici lucide; si possono anche aspirare rapidamente i liquidi rovesciati.
Di fatto si tratta di un kit costituito da due strumenti principali: uno per spruzzare e stendere il prodotto e l’altro, a batteria, per rimuovere e aspirare i liquidi.
Quest’ultimo è particolarmente efficace: le due spazzole tergivetro in dotazione sono equipaggiate con un labbro in gomma che sfrutta la tecnologia “Power Protection Plus”, la stessa che Bosch utilizza nella produzione di spazzole tergicristallo per auto.
Senza fare alcuna fatica si ottiene il massimo della trasparenza.
Lo spruzzatore è provvisto di serbatoio estraibile da 300 ml e da due supporti intercambiabili per panni in microfibra da 276×55 mm e 110×50 mm. La batteria da 3,6 V integrata nell’aspiragocce garantisce un’autonomia di 30’ e si ricarica in 180’ tramite il caricatore con cavo micro-USB; anche qui ci sono due testine tergivetro intercambiabili larghe 133 e 266 mm.
Il serbatoio contiene fino a 100 ml di liquido aspirato e si svuota tramite un ugello frontale.
Pulire i vetri diventa perfino divertente!
Tempo richiesto: 15 minuti
Riempire il serbatoio
Il serbatoio si può riempire con un comune detergente per vetri, pronto all’uso o diluito.
Scegliere il supporto e il panno
In base alla superficie da pulire si può scegliere quale supporto utilizzare e il relativo panno in microfibra, lavabile e riutilizzabile.
Usare l’aspiragocce
Dopo aver spruzzato il prodotto e aver moderatamente strofinato la superficie si ripassa dall’alto verso il basso con l’aspiragocce: il labbro in carbonato di polipropilene (PPC) è molto più efficace e dura molto più a lungo rispetto a un comune labbro in gomma o silicone.
Tratto da “Fai da te n.91 – Dicembre 2018 – Gennaio 2019″
Autore: Nicla de Carolis
I pappagalli sono animali affascinanti, forse perché volano e “parlano”. La loro intelligenza non si esprime solo imitando suoni umani: sono in grado di associare alle parole che ripetono il loro significato e sanno esprimere intere frasi nel giusto contesto di una conversazione. Questo avviene se i pappagalli vengono adeguatamente istruiti e stimolati, dedicando un po’ di tempo a chiaccherare con loro. Un pappagallo cenerino di nome Einstein, che vive negli Stati Uniti, è in grado di rispondere a domanda con il suono corrispondente: ad esempio, alla parola “gatto” risponde con un miagolio, alla parola “pernacchione” fa una bella pernacchia e così via. (guarda il video: youtu.be/J446XYqOBWc). Insomma è un vero animale da compagnia, troverete le sue caratteristiche in un dettagliato articolo da pagina 86. Anche nell’arte il pappagallo, al di là della diversa simbologia che rappresenta, ha ispirato grandi pittori che hanno dato a questo animale il risalto che gli spetta di diritto, vista la bellezza del suo piumaggio, la sua intelligenza, ma soprattutto la sua capacità di emettere suoni simili alla voce umana.
“Io e i miei pappagalli” dove i pappagalli, originari dell’amazzonia, esprimono la nuova condizione di libertà della pittrice Frida Kahlo (1907 – 1954), che vuol presentare se stessa come un’Amazzone, appunto, delineando una rivincita della figura femminile su quella maschile attraverso la propria emancipazione sentimentale.
“Giovane donna con pappagallo”, Elisabetta Petrovna, zarina di tutte le Russie e committente del dipinto, con pappagallo blandito dalle sue carezze, le penne arruffate, che punta il becco robusto verso il capezzolo della padroncina. Il quadro, in virtù di questo inserimento, esprime un senso di libertà dagli schemi della ritrattistica e dalla formalità dei costumi dell’epoca. Giambattista Tiepolo (1696 –1770).
Ecco un trapano avvitatore misurato nelle dimensioni e nei pesi, che si affida a una piattaforma di alimentazione al litio da 12 V, senza rinunciare a buone prestazioni e dotazioni tecniche
Il trapano avvitatore, modello BDCHD12S1 si presenta all’interno di una borsa morbida, chiusa con cerniera, contenente anche il caricabatterie con adattatore da presa 220 V, un cavetto USB per la ricarica di vari dispositivi, un bit doppio, per viti impronta a croce e a taglio, e un coperchietto da applicare alla batteria per coprire i contatti.
Le dimensioni dell’elettroutensile sono compatte, i materiali utilizzati per la costruzione appaiono buoni e, impugnandolo, l’ergonomia è eccellente, anche in virtù di un peso proporzionalmente contenuto. La macchina offre prestazioni e dotazioni operative versatili: oltre alle 10 posizioni per la regolazione della coppia di serraggio, più una posizione per la foratura, dispone anche di una per l’inserimento della percussione, per i fori nella muratura.
La gamma, di cui al momento fanno parte 2 trapani avvitatori, 1 seghetto alternativo, 1 levigatrice a delta, 1 pistola incollatrice, 1 torcia e 1 graffatrice, condivide un’unica batteria, in grado di fare anche da power bank con cui ricaricare i propri dispositivi mobili, per esempio il cellulare.
Batteria innovativa
Abbiamo già visto e sottolineato gli innegabili vantaggi delle gamme di utensili che condividono un unico modello di batteria, così che si possa risparmiare sull’acquisto delle macchine e disporre di energia sempre pronta, semplicemente avendo almeno un paio di batterie nel complesso. In questo caso è buona l’autonomia delle batterie da 12 V, considerando i soli 1,5 Ah erogati e le dimensioni minuscole. Leggerezza e forma arrotondata e lineare permettono di portarla indosso, anche in una piccola tasca, senza avere disagio.
Due diverse velocità
[amazon_link asins=’B0792S2J1P’ template=’ProductAd’ store=’bricoportale-21′ marketplace=’IT’ link_id=’0fa87ea3-f47d-11e8-9b32-f9d4c2ce8bf0′]Presente anche un selettore per impostare due diverse velocità di rotazione meccaniche che, tramite il pulsante d’avvio con controllo elettronico, permette di scegliere il numero di giri da 0 a 350 al minuto oppure da 0 a 1250 al minuto. La percussione, se impostata, effettua 21250 colpi al minuto; il mandrino è a doppia ghiera, non richiede l’utilizzo di chiavi per serrare gli accessori, e riceve punte con codolo sino a 10 mm di diametro.
Quando entra in funzione il motore, si accende un led bianco sulla base portabatteria che illumina la zona di lavoro. Nonostante i “soli” 12 V la coppia massima di serraggio dell’avvitatore arriva a 40 Nm, il diametro massimo di foratura nel legno è di 25 mm, nel ferro e nel muro è di 10 mm.
Il trapano BDCHD12S1 include la borsa morbida, 1 batteria litio da 12 V, 1 bit di avvitatura a doppia impronta, il caricabatteria, un cavo USB e il coperchietto per i contatti elettrici. www.blackanddecker.it
Completo versatile e innovativo il BDCHD12S1 BLACK+DECKER
Com’è consuetudine, la ghiera grande, vicina al mandrino serve per impostare uno dei valori di coppia per l’avvitatura oppure per impostare la funzione di foratura senza o con percussione.
Contrastando la rotazione delle due ghiere del mandrino si attua il serraggio o il rilascio delle tre ganasce per bloccare o liberare il codolo dell’accessorio inserito.
L’impostazione della velocità massima di rotazione, tramite il cursore sul dorso della macchina, è meccanica. Con il pulsante di avvio, poi, si possono gestire tutte le velocità intermedie fra 0 giri e il valore massimo impostato (350 o 1250/min).
Premendo un pulsante sulla batteria, i quattro led messi al suo fianco indicano lo stato di carica dell’accumulatore.
Il led a luce bianca e intensa, posto alla base del supporto batteria nella macchina si accende contestualmente al motore e punta la sua luce direttamente nell’area di lavoro.
Su un lato della batteria si presentano due prese USB di taglio differente: la microUSB è adibita alla ricarica dell’accumulatore ed è quella in cui va inserito lo spinotto del caricatore presente nella confezione.
Trasformazione in PowerBank
Il coperchietto che ripara i contatti elettrici della batteria serve per poterla mettere liberamente in tasca o dentro una borsa in cui eventuali oggetti metallici potrebbero causare cortocircuiti. La presa standard USB permette di alimentare qualsiasi dispositivo elettronico compatibile, per esempio il telefono cellulare.
Nell’indagine recentemente commissionata da Arexons (azienda specializzata in prodotti per il settore automobilistico), volta a capire come gli Italiani risolvano i problemi della gestione della casa, tipo la porta che cigola, la tapparella che non scorre come dovrebbe o una serratura che fatica a funzionare, risulterebbe che gli Italiani siano un popolo di “aggiustatutto”. ll 72% degli intervistati dichiara di occuparsi personalmente della risoluzione di questi piccoli inconvenienti domestici, il 53% ammette di cercare su Youtube video tutorial per risolvere l’inconveniente, un orgoglioso 26% dice di non aver bisogno di nessun aiuto (forse solo questi sono i veri far da sé). La motivazione principale che porta a occuparsene personalmente è quella economica (44%), mentre un secondo motivo per il quale si sceglie il “Do It Yourself” è l’urgenza… Secondo l’analisi di Arexons, quindi, gli Italiani sono propensi a risolvere le piccole questioni domestiche con le proprie mani; si preferisce contenere i costi e riparare il danno in poco tempo, anche perché per i piccoli lavori, spesso basta davvero poco. E sul fatto che basti davvero poco dissentiamo, perché sappiamo bene come le difficoltà e gli imprevisti, soprattutto se non si ha esperienza, siano sempre in agguato quando si deve metter mano a qualcosa che non funziona. Come abbiamo detto tante volte sulle pagine di questa rivista, siamo stufi di sentire che far da sé e fai da te vengano utilizzati per definire un modo di intraprendere le cose in maniera improvvisata e con risultati del tutto opinabili. E forse anche far rientrare un far da sé nella categoria degli “aggiustatutto” sembra davvero riduttivo rispetto alle capacità che riscontriamo nei veri far da sé, in particolare in voi lettori di questa rivista. Le centinaia di progetti che inviate ogni mese, non finiscono di stupire la redazione per fantasia, tecniche impiegate, soluzioni ingegnose e originali. Questo il motivo per cui abbiamo deciso di dedicare interamente il numero di dicembre 2018 alla pubblicazione di vostre realizzazioni, con il gran dispiacere di non potervi dare ancora più spazio e di doverne escludere tante. Per concludere, a pagina 93 trovate un miniquestionario, presente anche su bricoportale.it, i cui risultati ci saranno di aiuto per conoscere quali sono gli argomenti e gli approfondimenti per i quali provate maggior interesse, quindi per fare una rivista sempre più aderente ai vostri desiderata.
In questo mobile lavabo fai da te la base per il lavandino si articola con una particolare spalliera fissata alla parete fatta per reggere lo specchio e poter agganciare una serie di contenitori portatutto
Pur illustrando in dettaglio la realizzazione dei due elementi che compongono questo mobile lavabo fai da te, cercheremo di approfondire la sua parte tecnica, in quanto entrambi i pezzi del mobiletto bagno possono essere costruiti più grandi o più piccoli senza particolari variazioni strutturali.
L’altezza del porta lavabo dipende dal tipo di sanitario che deve reggere (a vaso, come in foto, soprincasso o sottincasso, in ceramica, plastica o metallo), il cui bordo deve trovarsi a un’altezza compresa fra gli 80 e i 90 centimetri.
Mentre il mobile lavabo non presenta particolarità di rilievo – è solo un robusto tavolino – è la struttura portaspecchio quella più interessante e che dà il tono al complesso. Davanti allo specchio ci si rade, ci si lavano i denti, ci si pettina, ci si trucca e ognuna di queste attività comporta l’uso di oggetti da tenere a portata di mano e in ordine, esigenza risolta con l’uso di contenitori scorrevoli che si agganciano a una spalliera fissata a parete.
Nella realizzazione illustrata abbiamo tre contenitori a scatola e un ripiano, ma la struttura che può essere allargata o allungata a piacere permette di montare anche faretti, specchi da barba e qualsiasi altra cosa si ritenga utile e necessaria per una toilette completa e confortevole. Si utilizza lamellare di faggio da 18 mm sia per la struttura di base sia per i contenitori.
Il legno duro, comunque, è necessario solo per i traversi e per gli agganci a T che vi scorrono dentro. I contenitori, le cui forme e dimensioni dipendono dall’uso che se ne deve fare, possono essere realizzati in qualsiasi materiale che sia abbastanza resistente e che non soffra l’inevitabile umidità di un bagno.
La rifinitura consigliata è un’abbondante inceratura a caldo o un’applicazione di olio per legno impermeabilizzante, entrambe utili per la scorrevolezza degli accessori.
Cosa serve per costruire un mobile lavabo fai da te
Lamellare di faggiospesso 28 mm: un piano d’appoggio.
Lamellare di faggiospesso 18 mm: 2 pareti.
Bilaminato bianco spesso 19 mm: un ripiano inferiore, 2 semipareti posteriori.
Pino 40x20x100 mm: 4 blocchetti di fermo top.
Pino 20×20 mm: listelli reggifondo (due lunghi e due corti).
Due porticine scorrevoli di acrilico o plexiglas spesse 3 mm;
4 piedini con gambo a vite e 4 bussole filettate M10;
viti; spine e/o tasselli piatti;
bordo termoadesivo bianco per bilaminato.
Lavabo completo di piletta e salterello
La costruzione del retro e del fianco
Per la solidità del tavolino è necessario che i pezzi (quattro gambe, quattro longheroni e quattro traversi) siano tagliati esattamente a misura e perfettamente a squadra. Radiale o troncatrice assicurano il buon risultato.
Per aprire nei traversi i fori per le spine Ø 8×50 mm in coincidenza con quelli aperti nella mezzeria delle pareti e in cui abbiamo inserito i marcatori, poggiamo la parete su uno spessore di 6,5 mm e facciamola scivolare verso il traverso.
Lo stesso facciamo anche per le due semipareti del retro e procediamo all’incollaggio. è giusto raccomandare l’uso di una colla a prova di umidità.
Nei due longheroni frontali apriamo le rotaie per le porte scorrevoli, larghe 5 mm, profonde 20 mm nel longherone superiore e 10 mm in quello inferiore. Il lavoro può essere fatto con la fresatrice o sulla sega circolare montata a banco. Occorre usare molta precisione.
La parete posteriore si fissa, sempre con l’uso di spine Ø 8×50 mm, alla gamba posteriore.
Prima di procedere al montaggio smussiamo con una lima a taglio dolce gli spigoli dei capi dei longheroni anteriori. L’apertura dei fori sulla testa di traversi e longheroni richiede molta cura per farli esattamente a squadra rispetto al taglio.
Incolliamo anche la gamba anteriore, completando un lato del tavolino.
Armadietto sotto lavabo moderno e di facile manutenzione in materiale derivato del legno in quercia San Remo decorativa, colore bianco
Dimensioni 60 x 65 x 31 cm (montato L x H x P); la consegna contiene mobile, istruzioni di montaggio e materiale di montaggio; il prodotto viene consegnato smontato e senza decorazioni
Con scomparto per termosifone
I prodotto è certificato FSC, il marchio che certifica una silvicoltura responsabile ed è conforme ai requisiti della legge sulla sicurezza dei prodotti in relazione alla di sicurezza e salute
Materiali: Pannello in legno truciolare nobilitato classe E1, Bordatura in abs da 1,5 mm, utilizzo di colle speciali che aumentano la resistenza del pannello all'umidità.
Finitura: Bianco effetto legno.
Mobile bagno sospeso 60cm bianco effetto legno con 2 ante, lavabo e specchio. Già assemblato.
INCLUDE: base, lavabo, specchio. NON INCLUDE: sifone, rubinetto, viti e tasselli per il fissaggio.
✅ DESCRIZIONE: Armadietto a terra basso con profondità da 32cm, larghezza da 60cm e alto da 54cm. Cavità per sifone dello lavello 10x25cm. 6 ripiani aperti e 1 scompartimento grande
✅ UTILIZZO: Portaoggetti dal design moderno. Ottimale come decorazioni casa. Per stanze come gabinetto WC, lavacro, doccia, toilette per gli ospiti, lavanderia
✅ ALTRI TERMINI: Arredo salvaspazio, bathroom organizer, scaffale da piede sotto lavandino, under sink storage, tavolo porta-sciugamani, base mensola, kit mobili interni, stanza water, set lavamani, lavatoio, decorativo
❗ IMPORTANTE: Legno truciolato robusto / Non è MDF o bambu. Solo per utilizzo interno. Non para utilizzo esterno, all giardino o terrazza. Montaggio facile
Il montaggio del portalavabo
I due fianchi del mobile lavabo, quando la colla ha fatto sicura presa, vengono collegati dalla parete posteriore (in primo piano nella foto) e dai longheroni scanalati con le rotaie per le porte scorrevoli, tenendo ovviamente in basso quello con le scanalature più profonde. La tenuta in pressa degli elementi del mobile lavabo richiede quattro lunghi strettoi o due cinghie. In mancanza si può ricorrere al buon vecchio sistema delle corde attorcigliate e bloccate con un listello di legno.
Prima che la colla abbia fatto presa, mettiamo in piedi il mobile lavabo e controlliamo che le diagonali della cornice superiore siano identiche e quindi i quattro lati siano esattamente a squadra. Qualche colpetto di mazzuolo ben dato riesce a correggere piccole imperfezioni.
Tagliamo a misura e preforiamo i listelli destinati a reggere il fondo del mobile lavabo e i tacchi cui avvitare il top. L’imbocco dei fori va svasato per poter affondare a filo piano la testa delle viti.
I listelli reggifondo vanno avvitati ai longheroni e ai traversi ad altezza tale che la superficie del pannello ne sfiori lo spigolo arrotondato rimanendo, quindi, un po’ più basso dell’entrata.
Apriamo nel top, col seghetto alternativo, la sede per il lavabo. Se il lavabo è del tipo “sottincasso” il taglio dev’essere assolutamente preciso e va levigato a specchio, sia per l’estetica sia per evitare il ristagno dell’acqua.
Per forare il plexiglas aprendo le “maniglie” delle porte scorrevoli con una punta Forstner, si deve lavorare alla minima velocità del trapano e raffreddare il materiale con un filo d’acqua.
Le porte scorrevoli si montano inserendole prima nella rotaia superiore, profonda 20 mm, e poi facendole scendere in quella inferiore, di 10 mm.
I tacchi che reggono il piano vanno fissati al traverso con una o due spine e al longherone con un tassello piatto di cui va prolungata la sede. Incollati nel tacco il lamello e le spine, ne spennelliamo di colla le parti da inserire e facciamo scorrere il lamello nella scanalatura del longherone, facendo contemporaneamente penetrare le spine nei fori del traverso.
Piedini regolabili con vite M10 permettono di mettere esattamente in bolla il mobile lavabo. Risulta essenziale che i fori siano perfettamente in asse con la gamba.
POTENTI PRESTAZIONI DI FORATURA: ideali per forare legno, metallo e plastica per progetti di miglioramento della casa, come l'assemblaggio di mobili o il fissaggio di staffe metalliche.
AZIONE DEL MARTELLO PER LA MASTRONERIA: per affrontare lavori in calcestruzzo e muratura, come i fori per i tasselli o l'installazione di scaffali in pareti in muratura.
CONTROLLO VARIABILE DELLA VELOCITÀ: utilizzare l'alta velocità per forare rapidamente legno e acciaio e la bassa velocità per l'avvitamento controllato delle viti durante l'assemblaggio di mobili o l'installazione di infissi.
CONTROLLO PRECISO DELLA FORATURA: la frizione a 11 posizioni consente di controllare una serie di operazioni, come la realizzazione di fori pilota o l'inserimento di viti nel legno o nel metallo.
LUCE DA LAVORO A LED: illumina l'area di lavoro durante la foratura, perfetta per gli spazi poco illuminati come cantine, soffitte o per lavorare sotto gli armadi.
CONTENUTO – Set sergente da falegname in misura: 50x200mm, 80x300mm
DISEGNO ERGONOMICO – Impugnatura ergonomica ed antiscivola da operare facile e conveniente per lavoro
ALTA QUALITA’ – Materiale in acciaio rafforza la capacità di presa e serraggio
UTENSILI PRATICI – Strettoio a vite con cuscinetti morbidi provengono dai danni
VARIE APPLICAZIONI – Serragiunti quick grip adatta a qualsiasi lavoro da falegname
Costruire la spalliera e specchiera
Dato che anche il supporto portaspecchio e accessori può essere costruito su misura e fantasia come il mobile lavabo, diamo solo le indicazioni fondamentali sulla sezione degli elementi; nei disegni si rilevano le misure dei vari elementi illustrati.
Cosa serve:
Multistrato di pioppo da 15 mm: un fondo.
Lamellare di legno duro sezione 18×50 mm per i listelli orizzontali.
Lamellare di legno duro sezione 18×30 mm per gli agganci degli accessori.
Elementi di varia misura per i contenitori e il ripiano inferiore.
Due listelli fermaspecchio;
uno specchio spessore 3 o 4 mm;
adesivo strutturale o silicone;
viti, spine e/o tasselli piatti;
colla;
materiale di finitura (cera o olio)
Il portafiori
Un tocco aggraziato viene dato dalla presenza di un piccolo ripiano con un paio di provette in cui inserire un fiore reciso. Le misure, ovviamente, dipendono dal diametro delle provette o del vasetto che si può mettere in alternativa.
Il portaspazzole
Il portaspazzole è a cassetto, ma le spazzole con manico potrebbero essere inserite anche in un ripiano orizzontale, come quello appena visto, con fori aperti a misura.
La spalliera reggitutto
La lunghezza dei listelli è a piacere e dipende dalle misure dello specchio che può essere centrato o disassato per lasciare più spazio sulla destra (o sulla sinistra per i mancini). Predisponiamo una guida di taglio con due strisce di multistrato da 15 mm che lascino 50 mm fra la sponda e il lato esterno della circolare.
Serriamo la guida sul pannello da tagliare a strisce e blocchiamo il pannello sul banco da lavoro.
Tagliamo a misura i listelli: 12 per coprire il fondo di multistrato, larghi 50 mm, e tanti pezzi quanti sono i contenitori previsti, larghi 30 mm e lunghi a misura dei contenitori e dei ripiani. Lungo un bordo di due listelli (il primo in alto e il primo in basso) apriamo una battuta di 10×8 mm che ripetiamo su entrambi i bordi degli altri listelli. La battuta da praticare sui bordi della tavoletta da cui ricavare l’aggancio per i contenitori dev’essere larga 8 mm e profonda 9 mm.
Disponendo di una circolare da banco, di una fresatrice o di una combinata, il lavoro risulta molto facilitato. Non occorre predisporre la guida di taglio: la circolare dispone della sua sponda mobile che ci permette di ottenere liste della larghezza necessaria con una passata. Ogni battuta si ottiene con due tagli di circolare o con una passata di fresatrice.
Rifiniamo con olio o cera data a caldo su tutti i pezzi, dopo averli accuratamente levigati a specchio, con particolare attenzione per le facce delle battute. Smaltiamo il fondo di multistrato con particolare attenzione per i bordi e avvitiamo uno dei due listelli terminali esattamente parallelo al bordo del fondo.
I listelli successivi si fissano interponendo fra di essi distanziali spessi 15 mm. Ogni listello si avvita al fondo con tre viti nella larghezza dello specchio, poi si capovolge il tutto e si completa l’avvitatura dal retro nelle parti che sporgono dallo specchio. Non si usa colla perché sarebbe difficile eliminarne le sbavature all’interno della rotaia e la colla, seccando, impedirebbe lo scorrimento degli agganci.
Il portaspazzolini
Lungo la base dello specchio, nel mobile illustrato è previsto un ripiano dotato di sponde laterali e posteriore, in cui sono aperti i fori per i bicchieri degli spazzolini; consigliabile una paretina frontale alta anche solo 5 mm che eviti a matite, rossetti e simili di rotolare dentro il lavabo. I fori si aprono con una sega a tazza di diametro compatibile con quello dei bicchieri, che debbono entrare per circa due terzi dello loro altezza (usare il calibro).
I due portatrucchi
Se si segue il modello, ogni contenitore può essere montato sia con spine cieche sia con tasselli piatti.
Stretti assieme i pezzi, vanno subito eliminate le sbavature di colla.
Lo specchio
Lo specchio si aggancia alla spalliera con listelli a T. Inseriamone fra i listelli della spalliera uno in alto e uno in basso, aggiungendo spessori estraibili che li blocchino in posizione, lasciandone sporgere di lato circa metà, e montiamo nella spalliera il ripiano portaspazzolini sotto i listelli. Tagliamo una striscia di cartoncino lunga quanto la spalliera del ripiano e posiamola, come distanziale, sulla spalliera stessa. Stendiamo un filo di silicone sulla gamba dei listelli e poggiamo sopra lo specchio, addossandolo contro la spalliera del ripiano. A silicone polimerizzato, togliamo il ripiano ed estraiamo lo specchio tirandolo fuori lateralmente con pazienza, afferrando lastra e listelli. Un cutter o uno scalpello molto affilato elimineranno i cordoncini di silicone.
Anche se la colla usata per unire fra loro gli elementi del legno lamellare dà moltissime garanzie di tenuta, per realizzare gli agganci conviene scegliere tratti formati da un solo pezzo di legno, o almeno in cui l’unione fra due si trovi lontana dalle estremità. I pezzi sagomati a T che formano gli attacchi vanno fissati ai contenitori con viti dall’esterno; i fori nei T richiedono che l’imboccatura sia svasata per portare la testa delle viti a filo piano. Le misure dei T sono leggermente inferiori a quelle dalla rotaia formata dai listelli, sia per consentire un agevole scorrimento sia per ridurre al minimo gli inceppamenti dovuti a eventuali rigonfiamenti del legno.
Collage foto, un lavoro fai da te per decorare una parete della propria camera
I ricordi dei viaggi restano nel cuore e nella mente e, perché no, anche nelle pareti di casa. Le foto più belle e gli istanti catturati in un momento particolare del nostro viaggio diventano i soggetti principali di un grande collage foto a poster da realizzare nella parete dello studio, nell’ingresso o nella camera da letto.
Collage foto: cosa occore
Tutti i materiali necessari
Per questo collage di foto occorrono diverse stampe delle proprie foto preferite in formato A4 o A3, colla vinilica, bordini decorativi, colla per carta da parati, pennello, rullo e nastro biadesivo.
Collage foto: il megaposter a puzzle
Tracciatura e incollaggio delle foto
Su una parete libera tracciamo delle linee che delimitano lo spazio in cui incollare le foto per il collage. È opportuno eseguire dapprima una trama che ci serve da guida per il posizionamento delle varie foto, lasciando tra una e l’altra, lo spazio necessario per l’incollaggio dei bordi di carta da parati che fungono da elementi divisori.
In una ciotola diluiamo la colla vinilica con una piccola quantità d’acqua. Con un pennello stendiamo sul retro della stampa un sottile strato di colla.
Foto collage: il fissaggio delle foto al muro con colla vinilica.
Fissiamo al muro e passiamo il rullo per eliminare eventuali bolle d’aria.
Con l’aiuto di una squadretta verifichiamo le misure e la quadrettatura eseguita precedentemente man mano che incolliamo ogni foto in modo da ottenere un disegno geometrico preciso tra foto e bordini decorativi.
Collage foto col nastro biadesivo
Se la carta utilizzata per la stampa delle foto è molto sottile, conviene utilizzare il nastro biadesivo al posto della colla. Inoltre se le foto sono fissate solo col nastro risultano facili da riposizionare e da rimuovere quando decideremo di rinnovare la parete.
Dividere le immagini con i bordini
Foto collage con elementi decorativi.
Per creare elementi di decoro tra una foto e l’altra utilizziamo strisce di carta da parati che conferiscono all’insieme un aspetto armonico. Possiamo sceglierle fra numerose fantasie. Per incollarle è necessario utilizzare la [amazon_textlink asin=’B008F7YCM2′ text=’colla da parati’ template=’ProductLink’ store=’bricoportale-21′ marketplace=’IT’ link_id=’56a6d43a-e686-11e8-892a-1dc026bb6624′].
In alternativa possiamo optare per i bordi adesivi più semplici da fissare, ma che richiedono un muro perfettamente liscio e privo di asperità.
Completamento del foto collage.
Il nostro megaposter a parete fatto di collage foto è completato!
Le nuove placche Pucciplast sono spesse solo 4,7 mm, presentano un nuovo design e sono dotate di un innovativo sistema di aggancio diretto allo sportello.
4,7 mm, meno di mezzo cm Pensate solo per un attimo a cosa può stare in meno di mezzo centimetro… Bene, la nuova placca Pucci è spessa esattamente 4,7 millimetri: meno di una matita, molto meno dei più recenti i-pad, tanto per citare uno dei più amati, e sottili, strumenti tecnologici e una campagna pubblicitaria di grande impatto.
Guarda il video delle Placche Pucciplast
C’era una volta la placca, che serviva ad azionare la cassetta del wc (sembra preistoria, ma sono solo alcuni decenni fa). Con il passare del tempo, in parallelo all’evoluzione del gusto estetico, la placca si è progressivamente rimpicciolita ed è diventata più bella da vedere. In anni recenti, mentre il bagno si trasforma in luogo del benessere e del design, la placca si evolve diventando ancora più piccola e sottile, elegante nelle forme e nei colori. Le placche di Pucci hanno interpretato e anticipato tutti questi trend fino alla piccola rivoluzione del 2014: la placca più sottile che sia mai stata prodotta, solo 4,7 millimetri!
C’è e non c’è, si vede e non si vede… Se ogni generazione di placche Pucci ha incorporato l’evoluzione del design, per essere sempre in sintonia con l’estetica del bagno contemporaneo, oggi siamo di fronte a un salto di qualità importante sia sotto il profilo estetico che produttivo. La placca Pucci è oggi, a tutti gli effetti, un componente d’arredo che, al pari degli altri, contribuisce allo stile complessivo della stanza da bagno. Quasi non si vede, ma quando il nostro sguardo la nota, colpisce per la sobria eleganza e il design minimale. Oltre ad essere più sottili, le placche Pucci 2014 sono il risultato di uno studio sulle forme più piacevoli ed ergonomiche del design contemporaneo. Due idee diverse per offrire una scelta completa: ellisse, morbida e trendy; linea, moderna e razionale; entrambe eleganti, progettate per il piacere dello sguardo e la sicurezza del tatto.
Cosa c’è dietro alla placca ultra-sottile Ma dietro ai 4,7 mm della nuova placca c’è unimpegno progettuale e produttivo importante, perché anche l’interfaccia con la cassetta e il sistema di aggancio della placca sono stati modificati al fine di consentire una tale riduzione dello spessore. Per arrivare a uno spessore così ridotto, Pucci ha rivoluzionato il meccanismo della placca, riuscendo a renderlo ancora più funzionale grazie all’innovativo sistema di aggancio diretto sullo sportello.
Nella parte posteriore, le nuove placche eco e sara linea ed eco ellisse sono dotate di apposite “mollette” che consentono l’aggancio veloce e preciso allo sportello. Con la dima, contenuta nella confezione, si regolano le viti porta-placca dello sportello sulle quali viene poi agganciata la placca. Con l’altro lato della dima si regolano le viti di registro che regolano il meccanismo dei pulsanti della placca. Quando le viti porta-placca e le viti di registro sono state montate, basta un movimento dall’alto verso il basso per incastrare a pressione la placca sullo sportello. In questo modo lo spazio viene sfruttato al massimo e la funzionalità viene esaltata.
Quando l’architettura in legno realizza i tuoi sogni
Il fai da te, l’intima gioia di costruire, riparare o riconvertire un oggetto basandosi sulle proprie inclinazioni creative, e l’azienda di professionisti, che vive del proprio lavoro e che può contare su competenze e mezzi specifici finalizzati al buon completamento della commissione concordata.
Due mondi differenti, quasi due poli opposti verrebbe da dire, no? Eppure, a guardare bene, appena al di sotto della superficie un particolare tipo di legame tra queste realtà, così lontane per molti, moltissimi versi, può esistere.
Un trait d’union prezioso tra cliente e professionista
Da una parte, la personalizzazione del progetto, l’approccio mirato e sinergico di cliente e professionista, uniti insieme in un percorso che condurrà a qualcosa di irripetibile; dall’altra, una scintilla mai smorzata dal tempo, dalle energie e dal capitale investiti, una passione viva e reale che, a distanza di anni, risulta ancora il primo vero motore della spinta imprenditoriale di un’azienda.
Questi due aspetti, personalizzazione e passione, possono a buon diritto considerarsi un vero e proprio filo conduttore tra le dimensioni della creatività casalinga e di una particolare idea di impresa, una sorta di trait d’union che certamente imprime un valore aggiunto non comune alla ditta che se ne faccia interprete.
Edilizia in legno, tra ricercatezza del design, funzionalità e sostenibilità ambientale
È senza dubbio il caso di Rasom, realtà che da trent’anni si occupa di realizzare edifici in legno per molti differenti clienti in diverse zone d’Italia e di altri Paesi, opere sempre e comunque cucite intorno alle esigenze del caso particolare.
Si può parlare del concetto “edificazione in legno chiavi in mano”, essendo l’intero ciclo produttivo curato dal medesimo team di esperti. La progettazione esecutiva è basata sul lavoro di progettisti di fiducia del cliente, mentre la creazione pratica degli elementi architettonici è effettuata esclusivamente da squadre formatesi internamente, consce dell’importanza riservata a valori quali meticolosità, affidabilità e rispetto delle consegne concordate. Un impianto in cui esperienza umana e avanguardia tecnologica garantiscono una precisione millimetrica nello sviluppo di ogni singolo componente, fino a quella della costruzione vera e propria.
Queste caratteristiche hanno consentito a Rasom di sviluppare, nel corso degli anni, progetti unici in grado di soddisfare i sogni più complessi di molte tipologie di soggetti. Come nel caso della scuola materna di Cesano Maderno, in Brianza, uno splendido ma funzionale complesso di ambienti in legno, in costante relazione con il giardino intorno al quale si sviluppa.
O dell’incantevole villa monofamiliare di Moena, autentica perla del Trentino, un’abitazione che coniuga i canoni tradizionali dell’edilizia di montagna e i più sviluppati sistemi di utilizzo virtuoso delle fonti rinnovabili, tanto da fregiarsi del riconoscimento di classe energetica Oro, il massimo possibile.
Nell’edilizia destinata ad un’ampia platea di fruitori rientrano poi anche il centro benessere e piscina a Canazei, sempre in provincia di Trento, dalle linee minimali e moderne, la Casa di riposo “Segattini” a Pastrengo, nel veronese, gioiello in cui il legno è andato a comunicare con la struttura storica in pietra, o l’Alagna Freeride Alp Resort, ai piedi dei rilievi del vercellese, struttura di 4 piani interamente realizzata in pannelli X-Lam, architettonicamente in pieno rispetto degli stilemi dello stile Welser, tipico dell’area.
Tornando all’edilizia per famiglie, invece, particolare menzione merita sicuramente poi l’eco villa alle porte di Padova, costruita nel 2015, in soli 100 giorni, all’insegna del più rigoroso rispetto ambientale. Anch’essa riconosciuta nella fascia di classe energetica A, risulta un edificio residenziale moderno e ricercato, un vero e proprio cuore di legno in costante interazione con le ampie vetrate e i materiali, sempre e comunque naturali, utilizzati per i rivestimenti esterni, ovvero ciottoli, pietra e teak.
Personalizzazione e passione, si diceva, concetti chiave del fai da te che costituiscono però un elemento essenziale dell’attività di un’azienda affermata nel settore quale è Rasom. Una realtà che, davvero, vale la pena di approfondire, soprattutto da parte di tutti coloro che, sognando in grande, vogliono vedere concretizzate le proprie idee creative, impostando una collaborazione con professionisti del legno che fanno dell’ascolto del cliente un caposaldo della propria etica lavorativa.