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Concreta magia della sfera

Tratto da “Far da sé n.488 – Ottobre 2018″

Autore: Nicla de Carolis

La sfera, solido tridimensionale senza spigoli né angoli, è il simbolo della regolarità assoluta “il luogo dei punti dello spazio che hanno tutti ugual distanza da un punto fisso, detto centro”. La sfera di legno, di metallo, di marmo, di cristallo è qualcosa che inevitabilmente attira l’occhio e con la sua levigatezza è un invito a farsi toccare; si è quasi increduli che tanta perfezione possa essere frutto dell’opera della manualità umana o di macchine create dall’uomo per realizzarla. Ipnotizza guardare la lavorazione del pezzo di legno squadrato che grazie all’abilità del tornitore si trasforma in quel solido liscio. O il lavoro del mastro vetraio che con le forme di legno modella il vetro rovente fino a ottenere una magnifica sfera trasparente che, per chi ci crede, serve ai chiaroveggenti, indovini, medium per guardare il futuro, interrogare un oracolo, osservare da lontano. Ma aldilà di queste considerazioni che spaziano dall’estetica, all’arte, al mondo dell’ignoto, la sfera ha un utilizzo pratico molto importante, quello di far scorrere meccanismi di ogni genere e di uso comune che diamo per scontati ma di cui molti non conoscono l’esistenza. Basti pensare alle ruote dei mezzi di locomozione che girano senza sforzo e senza attrito grazie alle sfere dei cuscinetti; prima della loro invenzione le ruote giravano intorno a un asse che ne sosteneva il peso e l’attrito ma il foro centrale si consumava rapidamente. Già Leonardo da Vinci (1452-1519), durante i suoi studi riguardanti l’attrito, intuì la possibilità di creare una sorta di primitivo cuscinetto, ma bisogna arriva alla fine del 1700 per avere il primo brevetto del cuscinetto a sfera e aspettare fino al 1900 per averne una produzione industriale. La fabbricazione parte da una vergella, un filo di acciaio duro al carbonio o al cromo, che viene tagliata a pezzetti; questi pezzetti vengono poi pressati e arrotondati per arrivare a una prima forma sferica, rifiniti, passati in forno per indurirsi con il calore e assemblati tra i due anelli di diverso diametro, detti ralle, dentro le quali scorrono. Il dossier di questo numero è dedicato alla conoscenza, all’utilizzo e alla vera “magia” che compiono i cuscinetti a sfera, riducendo l’attrito tra due oggetti in movimento rotatorio o lineare, preservando la sede di rotazione, riducendo il pericolo d’intrusione di polvere e detriti nelle aree di lavoro delle sfere, insomma facendo in modo che la rotazione di macchine, oggetti, arredi ecc fili liscia come l’olio.

Scarico rumoroso? Glu glu stop!

scarico rumoroso stopSpesso, durante lo svuotamento del lavello, si sentono fastidiosi gorgoglii provenienti dalla tubazione di uno scarico rumoroso.
Questi rumori sono causati dalla “difficoltà” che l’acqua incontra a defluire data la sezione dei tubi e la tortuosità del percorso.

Ne consegue la formazione di sacche d’aria che man mano risalgono verso la piletta e permettono il deflusso, pur se rumoroso.

Con il sistema Glu-Glu STOP tutto ciò non accadrà più.

Si tratta di un raccordo munito di valvola automatica antigorgoglio da montare sull’ultimo tratto dello scarico prima dell’entrata nella parete.
La valvola lascia entrare aria durante il deflusso dell’acqua in modo che questo avvenga in continuo e senza gorgoglii.
Quando non vi è deflusso la valvola si richiude impedendo la fuoriuscita di cattivi odori.

SI MONTA SENZA UTENSILI

  1. Nel foro dello scarico presente a parete il fai da te  inserisce il raccordo con copriforo.
  2. Si assembla il tubo verticale con la valvola di aerazione antigorgoglio.
  3. Lo speciale dispositivo va inserito in verticale nel raccordo. Quindi si riaggancia il tubo al sifone collegato all’uscita del lavello.

Restaurare la panchina rugginosa

La panchina rugginosa, dal piacevole aspetto retrò mostra i segni del tempo e, senza un approfondito restauro, il degrado avrebbe presto il sopravvento sui materiali che la compongono: dobbiamo intervenire e smontarla completamente per assicurarle una lunga durata

panchina rugginosa
Come si presentava prima la panchina, rovinata e rugginosa

Chissà quante persone in passato hanno preso il fresco su questa panchina rugginosa, si sono confidate, hanno stretto accordi, magari nel giardino di qualche nobile… Forse porta con sé un pezzo di storia, non merita certo di finire in discarica.
Le doghe non hanno quasi più finitura, il legno si presenta ingrigito ed esposto alle intemperie: bisogna separarle ad una ad una dai fianchi di ghisa per poter rinnovare il legno e proteggerlo con una finitura adeguata.

La ghisa, rispetto al ferro, può dirsi quasi immune dall’aggressione della ruggine (a tale proposito leggi la nostra guida approfondita per capire come togliere la ruggine): è una lega di ferro e carbonio e il suo contenuto di ossidi di ferro è molto ridotto, perciò la formazione della ruggine si manifesta in modo molto blando, anche perché lo stesso carbonio svolge una funzione antiruggine.

Tuttavia dobbiamo riportare a nudo il supporto a causa dell’invecchiamento della vernice e delle sfogliature; applicare un prodotto protettivo prima della finitura è una precauzione aggiuntiva: di solito i manufatti di ghisa vengono semplicemente verniciati per la loro resistenza all’ossidazione.

Via la ruggine, legno e metallo come nuovi

Rimuovere la vernice dal legno

 

 

Per asportare le scaglie più evidenti di finitura possiamo utilizzare un pezzo di vetro (indossando i guanti) o un lamierino sottile; tenuto inclinato, in piano e tirato verso noi stessi, con la doga bloccata sul banco, raschia via la pittura.

Piallare legno

Valutiamo eventuali stuccature da eseguire, rifiniamo tutte le facce con una buona levigatura, prima a grana media e poi a grana fine.

legno imbarcato

Alcune doghe possono presentarsi imbarcate, spezzate o scheggiate in modo evidente: è preferibile sostituirle con listelli nuovi di ugual misura e copiarvi i fori passanti per le viti.

restaurare-arredo-esterno

I nodi del legno possono rappresentare un indebolimento delle doghe e causare rotture: per non sostituire interamente il listello possiamo rinforzarlo avvitando e incollando un profilo di legno duro nella faccia inferiore.

dipingere-legno

Ecco nel dettaglio come viene facilitata la smaltatura utilizzando i chiodi come punto di appoggio.

rimuovere-ruggine-smerigliatrice

I fianchi di ghisa, molto sagomati, possono essere ripuliti dalle sfogliature e dalle tracce di ruggine con una spazzola di ferro azionata con la smerigliatrice angolare o, in alternativa, con il trapano.

convertitore-di-ruggine

Soffiamo via la polvere rugginosa aiutandoci con un pennello, poi applichiamo su tutto il manufatto uno strato di primer anticorrosivo. Questo prodotto svolge una duplice funzione: rende il supporto inattaccabile per lungo tempo e favorisce l’aggrappaggio della successiva finitura.

rimuovere-ruggine

Completiamo il lavoro con vernice spray, evitando di insistere in un unico punto per non causare colature e compiendo movimenti ampi e continui.

Vincere l’ossidazione

trattamenti rugginose

  1. Su oggetti di dimensioni contenute e in presenza di tracce di ruggine superficiali possiamo agire con una spazzola di ferro manuale prima di applicare il protettivo.
  2. Su una ringhiera rugginosa, un’inferriata rugginosa o simili è meglio utilizzare spazzole montate su elettroutensili per sveltire il lavoro e ottenere una pulizia profonda: queste spazzole esistono di forme e dimensioni diverse, per arrivare anche negli spazi ristretti, e con setole più o meno aggressive, per sgrossatura e rifinitura.
  3. La composizione di alcuni prodotti vernicianti permette di effettuare con una sola applicazione la protezione del supporto e la finitura estetica: basta spazzolare le parti che sfogliano senza rimuovere la ruggine in profondità e stendere due mani di vernice.
  4. Su superfici rugginose, aggredite in profondità dalla ruggine è meglio stendere un convertitore di ruggine: penetra in profondità e in breve tempo, forma una patina scura, segno che il processo di ossidazione è stato bloccato, e il supporto è pronto per la verniciatura.
  5. Alcuni prodotti in gel, oltre ad avere una consistenza che scongiura possibili colature, contengono un composto chimico che neutralizza la ruggine assorbendone l’ossigeno.
  6. è possibile effettuare una zincatura a freddo su superfici contenute, tramite prodotti spray che impediscono l’ossidazione del supporto.

 

Che cos’è la ruggineche cos'è la ruggine

Il ferro e l’acciaio (non inox), se esposti all’aria umida, reagiscono sia con l’ossigeno dell’aria sia con l’acqua, formando un ossido che conserva le caratteristiche del metallo ma è friabile, poroso e fragile. Per evitare la formazione della ruggine i produttori di manufatti metallici utilizzano leghe di ferro che resistono alla corrosione; oppure trattano il ferro con materiali che reagiscono agli agenti corrosivi; infine applicano rivestimenti impermeabili che impediscono all’aria e all’acqua di raggiungere il metallo.

Pavimento in rovere di Slavonia

Nella mia camera da letto c’è un pavimento in legno costruito da artigiano nel 1986 in rovere di Slavonia e vedo qualche fessurazione ed alcuni listelli che si muovono. Questa primavera vorrei sistemarlo. Che procedimento devo seguire per un ottimo lavoro e quali materiali devo usare? Grazie per il vostro aiuto.

Nella sua richiesta di aiuto, non precisa di che pavimento si tratti: in altre parole non sappiamo se il rivestimento in rovere è incollato al sottofondo o è inchiodato su un’ossatura di megatelli. Nel primo caso, infatti, basta togliere gli elementi malfermi e reincollarli in posizione con colla specifica per parquet; nel secondo basta…qualche chiodo, da annegare a filo piano con un punteruolo. Per le fessurazioni (ed anche per l’impronta delle teste dei chiodi) si può usare uno stucco a solvente se la zona da colmare è di modesta entità mentre le crepe più consistenti possono ricevere un sottile ritaglio della stessa essenza, poi pareggiato con carta vetrata. È più che mai opportuno anche un ritocco di vernice.

Umidità sui muri, la soluzione Peter Cox definitiva anche per il fai da te

È l’incubo di ogni proprietario: quella macchia che dal terreno sale sulla parete e continua ad allargarsi. Può formarsi sulle pareti di vecchie proprietà come sui muri più giovani e provocare danni sia estetici che strutturali

In termini tecnici si parla di “umidità di risalita” e a fronte di molte soluzioni presenti sul mercato, solo poche sono in grado di risolvere definitivamente il problema. Gli interventi più efficaci sono effettuati da imprese edili specializzate, ma c’è un prodotto che mette a disposizione la stessa tecnologia anche agli hobbysti più esperti.

Peter Cox, azienda specializzata da 60 anni nel risanamento delle murature, mette infatti a disposizione la propria tecnologia brevettata Barriera Peter Cox® in un prodotto pronto all’uso e applicabile direttamente alla parte danneggiata. Parliamo di Kit Cox, l’innovativo sistema fai da te che rende accessibile a tutti una tecnologia risolutiva finora affidata alle squadre di tecnici.

Come risolvere il problema con la barriera Peter Cox

La tecnologia brevettata Barriera Peter Cox risolve il problema dell’umidità di risalita alla radice.
I fattori scatenanti sono la presenza di acqua nel sottosuolo e la capillarità del materiale che costituisce il muro. Se l’acqua contiene molti sali disciolti, all’evaporazione si potrà notare sulla superficie un alone bianco o addirittura rigonfiamenti e spaccature dell’intonaco.

La soluzione immediata a questo problema è la creazione di una barriera continua alla base del muro che, invertendo l’angolo di bagnabilità dei capillari interni, interrompe la risalita dell’umidità. I formulati all’acqua che costituiscono la barriera sono immessi nel muro a lenta diffusione con specifici diffusori, in modo da penetrare in profondità tutta la sezione interessata e generare un trattamento idrofobico stabile nel tempo.

Kit Cox: semplice, veloce, in sole tre mosse

Il Sistema Barriera Peter Cox è stato trasformato in un pratico kit pronto all’uso, un’innovazione nel settore che disponibile a tutti questa tecnologia professionale, efficace e risolutiva.

Anche in questo caso lo specifico sistema a lenta diffusione (Slow Diffusion System) garantisce un’omogenea e completa espansione del liquido siliconico nel muro, anche in presenza di discontinuità.

Il Sistema è facilmente applicabile in poche mosse:

Esecuzione dei fori nel muro, a una distanza non superiore di 15 cm per creare una barriera continua.

Applicazione dei diffusori nel foro e blocco dei connettori a T.

Immissione della soluzione liquida attraverso le sacche in dotazione.

L’unico importante accorgimento da osservare è di rimuovere e ripristinare l’intonaco. Questo perché una muratura soggetta per anni a continui fenomeni di risalita capillare ha accumulato sali che, se non asportati, continueranno a riproporre il problema. Un consiglio importante direttamente dagli esperti del risanamento delle murature.

Il prodotto è disponibile in tre formulazioni diverse in funzione della tipologia di intervento.
All’interno di ogni Kit Cox si trova:

  • una facile guida
  • il formulato da miscelare con acqua
  • contenitori graduati con clamp
  • tubi diffusori in neoprene
  • tappi di chiusura dei diffusori
  • connettori a T per il collegamento

Eventuali aggiunte possono essere fatte singolarmente, valutando caso per caso con il produttore.


Economico e pratico
, questo kit fai da te assicura un risultato perfettamente in linea con un intervento professionale, con la sicurezza di un sistema studiato e applicato per anni dallo specialista negli interventi di risanamento delle murature, Peter Cox.

Puoi richiedere il prodotto o consulenza su: www.petercoxitalia.it – 045 8303013

Canaline esterne | Guida completa alla scelta e all’installazione fai da te

Una guida completa per conoscere e sapere come installare le canaline esterne

In tutti i locali di servizio dell’abitazione come la cantina, il box, la taverna e, se lo possediamo, il laboratorio, se dobbiamo rifare o anche parzialmente rinnovare l’impianto elettrico, non conviene ricorrere a martello e scalpello per canalizzare i cavi. Possiamo fare ricorso alle canaline esterne di plastica e metallo che ci permettono di realizzare l’impianto fai da te senza incorrere in polverose demolizioni.

applicazione canaline esterne

Le canaline elettriche esterne sono esteticamente gradevoli

Negli ultimi anni l’industria fornisce canaline esterne che ben si adattano anche agli ambienti domestici: se prima eravamo abituati a vedere questo tipo di impianto solo nelle officine e nelle fabbriche, oggi questo sistema si è diffuso negli uffici fino ad entrare nelle nostre abitazioni. I canali di un tempo, rigidamente standardizzati alle forme di tubi e rettangoli metallici, oggi si sono abbelliti e trovano posto o sostituendo i tradizionali battiscopa di legno o fissati alle pareti.

Tagli e ingombri

guida di taglio per legno
  1. le canaline esterne si tagliano con una sega a dorso rigido aiutandosi con la guida per cornici; usiamo l’angolazione a 45° o a 135° se dobbiamo ottenere angoli oppure spigoli.
  2. le scatole portafrutti che si applicano lungo il percorso delle canaline per cavi elettrici sporgono dalla parete per cui bisogna tenere presente questo ulteriore ingombro.

Le giunzioni delle canaline esterne

giunzioni per canaline esterne
Le canaline esterne sono costituite da una base che si avvita alla parete e da un coperchio che si applica a scatto; questi elementi tagliati con il seghetto possono presentare delle irregolarità, ma tutto viene nascosto dalle piastre di giunzione, che si applicano sopra i coperchi e possono essere diritte, ad angolo e a spigolo.

Canaline esterne curve

canaline esterne curva

I modelli più moderni di canalina elettrica si integrano alla perfezione in ogni ambiente e riescono anche a sottolineare particolari architettonici; come nel caso di questo arco, che la flessibilità della canalina consente di seguire. Le scatole portafrutti si collocano a piacere lungo la canalina o alle sue estremità.

Eleganti e veloci
Le canaline esterne più adatte alle abitazioni hanno un prezzo più sostenuto rispetto ai tubi; inoltre, se montate sulla parete, bisogna tener conto di un certo ingombro.
L’impianto realizzato con questa tecnica riduce moltissimo i tempi di posa e offre soluzioni che in certi casi superano quelle offerte dal tradizionale impianto incassato.

Se ristrutturiamo un vecchio appartamento e decidiamo di montare il controsoffitto, possiamo collocare le guaine per i cavi nell’intercapedine, senza necessità di canalizzazioni regolari e tantomeno di incasso nelle pareti.

L’attrezzatura necessaria
Per realizzare questo tipo di impianto, non occorrono molti attrezzi:

  • un seghetto da ferro,
  • un martello,
  • alcuni cacciaviti con lama a taglio e a croce,
  • un trapano elettrico a percussione,
  • le punte al widia e i tasselli ad espansione con le viti.

Oltre ai tubi sono disponibili curve e manicotti di diversa foggia per fare derivazioni, fascette rigide per sostenerli, speciali rastrelliere per poter fissare più tubi assieme, scatole di derivazione esterne, prese, interruttori sia a tenuta stagna, sia normali per interno. Prima di acquistare il materiale dobbiamo progettare il percorso dell’impianto e, in base ad un disegno, decidere quante curve ci servono, quanti manicotti per unire i tubi, quante scatole, fascette, ecc.

Canaline sagomate per interni

canaline sagomate

La loro forma le rende particolarmente adatte a seguire l’angolo tra pareti e soffitto, diventando così una precisa scelta architettonica. Sono disponibili in varie sezioni e le nervature di irrigidimento poste all’interno servono per separare le varie linee; in questo modo il cablaggio diventa ordinato e sono più semplici gli interventi successivi. Esistono i raccordi ad angolo e lineari come per gli altri modelli, oltre ad elementi di derivazione per le discese. Le scatole portafrutti accolgono gli stessi frutti delle altre canaline e delle scatole a incasso. Nelle foto: canalina angolare adatte alla collocazione lungo angoli tra pareti o pareti e soffitto.

Canalette elettriche in esterno

canaline per esterno

Alcuni tipi di canaline esterne a tubo rigido sono adatte anche per impianti esterni, a condizione che le giunzioni con le scatole portafrutti siano effettuate con gli appositi passacavo dotati di guarnizione isolante, per impedire l’ingresso dell’acqua piovana. L’interruttore, da parte sua, dovrà riportare sull’involucro la sigla IP5, a significare che la scatola è in grado di sopportare l’acqua spruzzata con violenza senza subire infiltrazioni.

Canaline battiscopa

Tempo richiesto: 1 ora

  1. Installazione della canalina battiscopa

    Applicabile al posto del tradizionale battiscopa, la canalina battiscopa ha il coperchio dotato nella parte inferiore di un profilo flessibile che assicura una chiusura ermetica; il coperchio sfiora il pavimento impedendo l’accesso allo sporco ed alla polvere. Le canaline a battiscopa sono suddivise in più scomparti, entro i quali si fanno passare i conduttori della linea elettrica, i cavi telefonici, quelli per la TV, eccetera.canaline esterne

  2. Collegare gli spezzoni della canalina

    Per collegare gli spezzoni di canalina battiscopa in corrispondenza degli angoli si ricorre a giunti di collegamento dedicati allo scopo.canaline esterne

  3. Fissaggio a parete della canalina

    Un paio di strisce ritagliate dalla copertura ed incastrate alle estremità di uno spezzone di canalina permettono il fissaggio a parete alla giusta distanza dal pavimento.canaline esterne

  4. Possibilità di fissaggio con adesivo

    Normalmente per il fissaggio della canalina per cavi si utilizzano tasselli ad espansione, ma se la cosa comporta difficoltà si può anche ricorrere ad un adesivo di montaggio da stendere a strisce sul retro della canalina, purché sia caratterizzato da una forte presa iniziale (effetto ventosa).

  5. Installazione delle scatole portafrutti

    Ogni produttore dispone per i diversi modelli di canalina di scatole di derivazione, giunti, portafrutti per interruttori e prese. Le scatole portafrutti sono componibili con più prese, universali o Schuko (quella “tedesca”); vanno incastrate a ridosso della canalina e fissate a parete con tasselli ad espansione.canaline esterne

  6. Stendere i conduttori dentro la canalina

    I conduttori vanno stesi all’interno della canalina e fatti uscire, lasciandoli abbondanti per comodità di lavoro.canaline esterne

  7. Utilizzare i giunti quadrati per variare la direzione della canalina

    I giunti quadrati,si utilizzano per variare di 90°il percorso della canalina sullo stesso piano.

  8. Installazione del supporto per gli interruttori

    Il supporto per gli interruttori è costituito da un terminale che può mantenere la direzione della canalina oppure essere orientato verso destra o verso sinistra un coperchio.canaline esterne

  9. Applicare il coperchio alla canalina

    I coperchi vanno applicati, tagliandoli di lunghezza adeguata con un seghetto: le coperture delle variazioni di percorso, delle prese e degli interruttori vanno a sovrapporsi ad essi.canaline esterne

  10. Installare i frutti

    I frutti si incastrano a scatto sulla mascherina per poi collegare i conduttori.

  11. Applicare la piastrina di finitura

    Dopo aver avvitato il portafrutti si applica a scatto la piastrina di finitura.

D-Line FC83B Canalina Pavimento, Canalette Elettriche, Passacavi Calpestabile, Passacavo a Pavimento - Cavità per cavi = 30mm (Larghezza) x 10mm (Altezza) - 1,8m Lunghezza - Nero
  • Canaline per cavi elettrici ideali ambienti a traffico pedestre regolare.
  • Le canaline elettriche D-Line prevengono i pericoli più comuni di cadute ed inciampi causati da cavi liberi.
  • Le canaline passacavo D-Line hanno una cavità interna in grado di proteggere fino a 3 cavi da 8mm di diametro.
  • Le canaline calpestabili hanno una superficie zigrinata anti scivolo ed un retro aperto per una maggiore facilità d'uso.
  • Le canaline per cavi D-Line prevengono il pericolo di scosse elettriche causate dal danneggiamento di cavi liberi.
Meliconi SlimStyle Wire Cover Double, Canalina Coprifili Super Sottile, Nero
  • Wire Cover è un raccordo coprifili in plastica lungo 35 cm utilizzabile con i supporti da muro per TV della linea SlimStyle
  • Disponibile anche nella versione lunga 17,5 cm
  • Il ripiano AV SHELF, abbinato, consente di creare delle postazioni complete con i cavi nascosti ed in ordine
  • Prodotto 100 percent Made in Italy e certificato TUV. Garanzia 10 anni
  • Abbinabile con i Supporti SlimStyle Meliconi
D-Line DO-2B765 Passacavo a Pavimento, Canaline Passacavo Carrabili, Canaline Per Cavi, Adatto per Veicoli - Cavità per cavi = 45mm (Larghezza) x 20mm (Altezza) - 765mm Lunghezza - Nero
  • Passacavo carrabile con cavità per cavo 1x45x20mm
  • Le canaline passacavo carrabili D-Line sono in grado di sopportare qualsiasi tipo di traffico veicolare. Max 11.5T peso.
  • Canaline per cavi elettrici da esterno D-Line dotate di un sistema di connessione maschio-femmina.
  • Le canaline passacavi da esterno D-Line hanno una grande longevità e quindi ottima qualità.
  • Pedane passacavi D-Line prodotte nel Regno Unito.
StarlandLed Profili per Strisce LED 45° - 6x1MT Profilo Alluminio LED per Strisce LED con Tappo Laterale Terminale,Clip di Montaggio,Copertura Opale …
  • DOPPI ACCESSORI: questa Questa 6x1metro V-Profili alluminio LED viene fornito con abbastanza accessori di montaggio che includono cover PC bianca (6 pz), clip di montaggio in metallo (12 pz), cappucci (12pz), viti (12 pz) per montaggio su superficie in legno
  • APPLICAZIONI MULTIPLE: Adatto per strisce LED luminose di larghezza fino a 10.5 mm. Perfetto per uso interno/esterno, come vetrine, sotto credenze, paraurti di camion, finestre, telai porte, bar e così via.
  • QUALITÀ SICURA: La profilo è a alluminio anodizzato estruso pieno di scanalature per una miglior dissipazione del calore; il diffusore cover plastica bianco latte funziona ottimamente per diffondere la luce della strip LED in maniera più omogenea; staffe di montaggio in METALLO resistente al calore, nessuna deformazione e tengono saldamente le profili in modo da non doversi preoccupare che cadano.
  • INSTALLAZIONE SEMPLICE: Le canaline in alluminio per LED e le cover PC possono essere tagliate facilmente con una normale sega per ottenere la lunghezza che desiderate per l'installazione. Basta attaccare il retro adesivo della striscia luminosa LED nel canale, incastrare al suo posto la copertura a diffusione, e montare il canale ovunque desiderate.
  • BENEFICI: Rende l'installazione dei LED è più pulita e sicura; funziona come pozzetto termico e protegge i nastri LED da polvere e contatti; produce una luce di alta qualità per decorazioni professionali e accenti luminosi.
Philex Pannello frontale di ingresso/uscita per cavo a doppia ampiezza
  • Questa mascherina con doppia larghezza è la soluzione ideale per fare uscire i cavi per il tuo dispositivo AV se sono inseriti nella parete.
  • Si fissa al muro per fare uscire i cavi.
  • Può essere usata per fare entrare o uscire i cavi appena sopra il battiscopa o dietro il televisore montato su staffa.
  • Si adatta a una scatola backbox britannica standard, colore bianco neutro ideale per ogni arredamento.
  • Dimensioni interne 100 x 50 mm (l x h). Dimensioni esterne 145 x 84 mm (l x h), vite esterna distante 120 mm.
D-Line CC-1 Canalina Pavimento, Canalina Cavi, Canalina Passacavi Calpestabile, Passacavo a Pavimento - Cavità per cavi = 17mm (Larghezza) x 9mm (Altezza) - 1,8m Lunghezza - Nero
  • La canalina per cavi d-line in PVC flessibile arriva arrotolata nella confezione,ma si srotola facilmente per poi diventare piatta (non c'è nessun bisogno di aggiungere acqua calda per srotolare)
  • La canalina a pavimento d-line ti permette di risolvere le cause di inciampi e cadute molto comuni in palestre, uffici, fabbriche ecc
  • La canalina calpestabile d-line è in grado di proteggere fino a due cavi di 8mm di diametro
  • Il passacavi calpestabile d-line presenta una superficie zigrinata per un'azione anti scivolo ed un retro aperto per una maggiore facilità d'uso
  • Dimensioni del passacavo a pavimento d-line: 1.8m (lunghezza) x 60mm (larghezza) x 12mm (altezza) canale interno = 17mm (larghezza) x 9mm (altezza)
SimpleCord TM Concealer per Cavi a corrugazione a Parete con Cavo di Corsa - Sistema di Gestione dei Cavi per Nascondere Cavi - Organizzare Cavi per televisori e Computer a casa o in Ufficio
  • KIT COMPLETO DI GESTIONE DEL CAVO: Il Concealer di Cavo di SimpleCordTM contiene tutto il necessario per organizzare e ripulire quei cavi disordinati. Ogni confezione contiene (6) piste di copertura cavo 1 1/8 "x 25" ciascuna. Che è 150 "di occultamento via cavo!
  • IMPROVED: Ha parlato e abbiamo ascoltato. Abbiamo migliorato il colore delle piste per un bianco più pulito. Oltre a ciò, abbiamo aggiornato ad un nastro autoadesivo molto più forte.
  • INSTALLAZIONE SEMPLICE E FACILE: Con le nostre istruzioni facili da seguire potete scegliere se si desidera utilizzare il semplice supporto per la buccia e il bastone o gli ancoraggi a secco con viti. Non c'è bisogno di tagliare fori giganti nelle pareti per nascondere fili o cavi.
  • SLEEK E STYLISH: Il nostro kit di copertura corda si fonde con qualsiasi arredamento. Ha un design sottile e elegante. E puoi dipingere le copertine in modo che corrisponda al colore del tuo muro. Se avete bisogno di una dimensione diversa, semplicemente tagliate le coperture alla lunghezza desiderata.
  • DUE PUNTI DI CONNETTORE: 5 connettori diretti, 4 connettori a gomito, 1 connettore a gomito interno, 1 connettore a gomito esterno e connettore da 1 T. Questo kit contiene connettori sufficienti per ottenere qualsiasi lavoro fatto!

Canaline tonde per ambienti di servizio

canaline tonde

La sezione dei tubi varia dai 16 ai 50 millimetri. Gli altri componenti per l’impianto sono: curve, manicotti di giunzione, manicotti a T e a croce, graffe semplici per il fissaggio e rastrelliere per fissare più tubi assieme, scatole di derivazione e portafrutti. Esistono diversi sistemi per incastrare i tubi di plastica in una scatola di derivazione: il primo è costituito da una membrana di plastica con scolpite varie sezioni sporgenti. Con un coltello dobbiamo tagliare solo la parte più prossima al diametro del tubo da incastrare.

Tasselli reggitubo per canaline

tasselli reggitubo
I sistemi di sostegno per i tubi rigidi sono svariati; uno dei più robusti e semplice da montare è costituito da collari di plastica di diametro interno pari a quello del tubo, che si fissano al muro mediante tasselli. Il collare si compone di due parti quasi uguali, una delle quali si chiude a scatto su quella aderente alla parete.

Montaggio a parete di canalina e scatole elettriche

montaggio a prete di una canalina
  1. dopo aver tracciato il percorso da seguire sulla parete si eseguono i fori sulla canalina per poterla fissare al muro con piccoli tasselli ad espansione.
  2. fissata la canalina si inseriscono i cavi al suo interno e la si chiude collocando il coperchio a scatto. I cavi vanno lasciati sufficientemente abbondanti per collegarli ai comandi o alla cassetta di derivazione.
  3. le scatole dei comandi e le cassette di derivazione vanno opportunamente forati sia per permettere l’ingresso delle canaline,
  4. sia per praticare le aperture che consentono di fissarle alla parete.
  5. attraverso i fori praticati sul fondo delle scatole e delle cassette si marcano i punti da forare per l’inserimento dei tasselli.
  6. eseguiti i fori si inseriscono i tasselli, quindi si presenta la cassetta che si fissa con le viti.

Arco in cartongesso | Come realizzare l’orditura

Ecco come realizzare un arco in cartongesso utilizzando speciali supporti

Per costruire un arco in cartongesso si utilizzano speciali orditure knauf di supporto che permettono di realizzare rapidamente curvature, sia per ambienti moderni, sia nel recupero di edifici con caratteristiche architettoniche storiche. Le guide curvabili di acciaio zincato si possono modellare manualmente per seguire qualsiasi raggio di curvatura e mantengono la portanza dei profili tradizionali per strutture di cartongesso. Ne esistono di diversi tipi, alcune curvabili su tutti e tre gli assi, altre concepite per costolature o profili perimetrali.

Come realizzare archi in cartongesso

cartongesso curvo

  1.  per iniziare a costruire un arco in cartongesso si stabilisce la curvatura da eseguire e si prepara una dima che riproduca i due lati perpendicolari e la curva esterna. Con questa si tracciano i 4 triangoli di cartongesso da fissare alla struttura metallica.
  2. dopo aver fissato la sagoma ai profili a squadra si modella il profilo curvo, che può essere piegato a mano nella forma voluta grazie alle ali asolate in continuo. Lo si inserisce nel profilo a squadra e si completa il fissaggio con altre viti.
  3. nella parte sottostante, l’arco in cartongesso si realizza in due parti contrapposte per la lunghezza. Per poter seguire la curva viene praticata una serie di incisioni ravvicinate e parallele sulla faccia posteriore, per tutta la larghezza della striscia. Il cartongesso può anche essere bagnato per agevolare ulteriormente la piegatura.
  4. come per i triangoli esterni, si avvita la striscia alla struttura metallica.
  5. l’intero perimetro dell’arco, da un lato e dall’altro, va rivestito con il nastro a rete paraspigoli per consentire l’aggrappaggio dello stucco.
  6. la stuccatura di tutte le viti incassate e di tutte le linee di raccordo prepara la superficie alla rasatura finale che raccorda in modo invisibile il lavoro alla muratura.

Volte in cartongesso

Dove l’altezza dei locali e lo stile dell’abitazione lo permettono, è possibile realizzare con facilità anche volte in cartongesso piuttosto che controsoffittature tradizionali, scegliendone il tipo (a botte, a crociera, a padiglione, ecc) in base alla dimensione dei locali. La struttura a soffitto può essere preparata a terra prima di essere collocata al suo posto.

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  1. Ad una ventina di centimetri dalla soletta si realizza una prima orditura metallica piana alla quale vanno fissate le lastre che formano le costole di rinforzo, tagliate con la giusta curvatura per ottenere la volta.
  2. Con i profilati flessibili si preparano le sagome da fissare alle pareti contrapposte dove si innesta la curvatura. Una seconda orditura di profili trasversali costituisce il supporto per il controsoffitto.
  3. Per superfici curve si utilizzano speciali lastre ad alta flessibilità che si piegano facilmente senza necessitare di trattamenti di sorta, grazie all’elasticità dei componenti e allo spessore ridotto di soli 6,5 mm.

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Come costruire un armadio angolare

Costruiamo un armadio angolare fai da te, realizzato a misura degli spazi a disposizione, che permette di sfruttare al meglio gli “angoli morti” del locale sottotetto

Tranne casi particolari, le falde dei tetti delle mansarde poggiano su pareti di altezza molto ridotta, quando addirittura non sfiorano il pavimento. In questo modo si genera uno spazio difficilmente sfruttabile, se non accatastando roba, come valigie, scatoloni, libri, che resta disordinata e disagevole da recuperare o consultare se non mettendosi carponi o sedendosi del tutto per terra.

Presentiamo un progetto di armadio angolare fai da te, che rappresenta un’ottima soluzione al problema esposto, ovvero rendere comodi da usare gli spazi difficili nel sottotetto. Ogni mansarda fa storia a sé per cui non è possibile dare misure universali dell’armadio angolare fai da te: quelle riportate nei disegni sono un’indicazione riferita all’ambiente considerato.

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La profondità dell’armadio angolare fai da te dev’essere tale da poterlo far scorrere sul pavimento fino a mostrare la sua parte più interna e dipende quindi dalla larghezza della mansarda; l’altezza del frontale, quindi, è determinata dalla combinazione dei due dati appena citati.

La larghezza degli armadi va stabilita in base a ciò che l’armadio deve custodire ed alla portata delle rotelle di scorrimento. La parete laterale visibile nel disegno in alto va montata solo negli elementi che scorrono lungo un muro; quelli centrali restano praticabili da entrambi i lati. Tranne maniglie e rotelle ogni elemento è interamente in legno; listelli di legno duro per lo scheletro, pannelli di derivati (truciolare nobilitato o impiallacciato, listellare, multistrato, ecc.) per il resto.

Armadio angolare fai da te 3

Cosa occorre per costruire un armadio angolare fai da te (Lunghezze e larghezze a misura del locale):

  • Per i telai degli elementi: listelli di legno duro sezione 18×60 mm.
  • Per i pannelli di tamponamento dei telai: multistrato o listellare di pioppo da 16 mm (da rifinire a smalto o ad impregnante), truciolare impiallacciato o bilaminato, lamellare d’abete. La scelta dipende dall’estetica che si desidera dare all’insieme.

Il telaio dell’armadio angolare fai da te

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  1. Per prima cosa determiniamo con una falsa squadra la pendenza della falda ed impostiamo la sega in base all’angolo rilevato. Seguendo il disegno preliminare prepariamo subito le basi con le loro rotelle. Inseriamo al suo posto una delle basi e misuriamo la distanza dalla base alla falda, tenendoci a 60 mm dalla parete. Tagliamo a questa misura un listello di fondo e poi biselliamone un capo secondo l’angolo con cui abbiamo impostato la sega. Controlliamo che il listello, poggiato sulla base, sfiori la falda, eventualmente accorciamolo e poi, usando questo come campione, tagliamo a misura tutti gli altri stanti di fondo. Ripetiamo i passaggi per gli stanti frontali.
  2. Gli elementi dei telai laterali si uniscono con spine, tasselli piatti, incastri a mezzo legno o a tenone e mortasa. Per le unioni non a squadra (quelle fra gli stanti e le traverse che reggono il tetto) è meglio prepararsi due guide di foratura: negli stanti i fori sono a squadra, nelle traverse risultano inclinati.
  3. Una cornice d’appoggio ben squadrata aiuta l’unione fra il capo inferiore degli stanti e le traverse di base.
  4. I marcatori a cappellotto lasciano nei pezzi un incavo in cui centrare l’apice delle punte da legno.

Montaggio dei telai

armadio fai da te

  1. Tagliati a misura tutti i pezzi dei telai laterali, provvediamo ad unirli con la colla e gli altri mezzi (spine, lamello, incastri, ecc) che abbiamo predisposto. Indispensabili tanto un’unione ben salda quanto una perfetta squadratura del trapezio risultante (conviene prepararsi una dima, che potrebbe anche essere la parete laterale del mobile lato muro, sulla quale sistemare correttamente i quattro listelli). Più avanti descriviamo il trucco per realizzare le unioni fuori squadra.
  2. A filo dei montanti più lunghi (la base del trapezio) fissiamo a squadra, con colla, un listello 18×60 mm a tutta lunghezza destinato a reggere i frontali.
  3. L’incollaggio di sbieco, anche se le spine sono state piazzate a regola d’arte, richiede alcuni accorgimenti particolari come quello di agganciare i morsetti “di trazione”, quelli orizzontali nelle foto, a morsetti “d’appoggio”.
  4. Un buon risultato dipende soprattutto dalla precisione con cui sono stati bisellati i capi dei listelli.

Tagliare i pezzi dell’armadio angolare fai da te

  1. Una guida di taglio per la parete lato muro può essere realizzata con una serie di listelli più corti dello stretto necessario (due soli tagliati di sbieco) fatti scorrere l’uno sull’altro fino a raggiungere la misura voluta e inizialmente bloccati insieme con strettoi durante il montaggio. Raggiunto il risultato voluto le unioni si bloccano con chiodi (ovviamente con i listelli ancora stretti dai morsetti), e si tagliano via eventuali pezzi sporgenti ottenendo un trapezio rettangolo sufficientemente rigido da poter essere usato come guida. Accorciandolo di tanto quant’è lo spessore della base munita di rotelle, il trapezio può usarsi anche come guida per i telai laterali dei mobili.
  2. La sommità dei listelli reggifrontali, da fissare ai montanti alti, va bisellata in larghezza, secondo l’angolo impostato nella sega. Lo spigolo deve rimanere a filo della bisellatura dei montanti.
  3. Uguale bisellatura va fatta ai bordi superiori dei pannelli verticali e ai bordi corti del tetto così che questi restino allineati ai listelli e fra di loro. Stesso taglio di sbieco va fatto al bordo posteriore dei ripiani intermedi, se questi arrivano a sfiorare il pannello del tetto. Se i ripiani arrivano contro la parete di fondo, verticale, è ovvio che il loro bordo si lasci a squadra.
  4. I ripiani interni si incastrano fra i
    montanti del telaio dell’armadio angolare fai da te e si fissano su supportini, per cui è necessario aprire nei loro angoli gli scarichi occorrenti.
  5. Questi sono semplicemente rettangolari, 60×19 mm quelli posteriori, più articolati quelli anteriori che si incastrano anche sui listelli reggifrontale.
    Almeno un ripiano più o meno a mezz’altezza deve essere fisso per garantire maggior rigidità all’armadio. Se l’altezza della parte inferiore lo consente, altri ripiani possono tranquillamente essere mobili. Nella parte superiore, invece, i ripiani, sempre più corti via via che si sale, debbono essere tagliati a misura della profondità del mobile.

Incollaggio armadio angolare fai da te

  1. Nel ripiano centrale il bordo di destra, bisellato con la sega circolare, è quello che poggia contro la base della parte inclinata dividendo il mobile in due settori, squadrato quello inferiore, sbieco quello superiore. Va fissato dentro i telai dandogli la necessaria rigidità.
  2. I bordi a vista di tutti i pannelli vanno bordati con nastro termoadesivo di PVC per il truciolare, nastro di legno per multistrato, listellare o lamellare. Il nastro va scelto un paio di millimetri più largo dello spessore dei pannelli; il bordo di questi va levigato ed il ferro da stiro va usato a secco con temperatura “cotone”, premendolo con forza e lentamente per dare all’adesivo il tempo di sciogliersi e di fare presa. Uno scalpello molto affilato ed una lima a taglio dolcissimo rifilano l’eccedenza.
  3. I due telai laterali si fissano alla base con colla, spine ecc (qui con viti Ø 4×40 mm), uno a filo dei suoi bordi lunghi e l’altro a 19 mm di distanza come nella foto. Questi 19 mm, a destra nell’elemento di destra ed a sinistra in quello di sinistra, accolgono la parete di chiusura. I moduli centrali, se debbono accogliere cose rigide, tipo scatoloni o simili, che non possono scivolare muovendo i moduli, possono essere lasciati interamente a giorno.
  4. Il pannello di base dell’armadio angolare fai da te è lungo come la base del telaio.  I fori Ø 4,5 mm e con imbocco svasato, vanno aperti nel pannello prima di fissarlo ai telai. La base è bordata sui quattro lati per difenderla dall’umidità del sottotetto.

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Assemblaggio di un modulo dell’armadio angolare fai da te

  1. I tre moduli di questo armadio angolare fai da te sono di uguale larghezza, ma nulla vieta di farli più o meno larghi secondo quanto sono destinati a contenere.
  2. Tranne la base e l’eventuale parete di chiusura, gli altri pannelli (tetto, fondo e ripiani) sono chiusi fra i due telai (qui vediamo l’inserimento della parete di fondo e del tetto) e fissati con colla, viti o spine a vista (in versione rustica) o tasselli piatti e spinatura se si desidera un’estetica migliore. In questo caso, ovviamente, la base si fissa dopo aver montati nei telai il tetto ed il fondo.
  3. Sotto la base si fissano due listelli paralleli ai lati maggiori, lunghi esattamente quanto la base e larghi circa 3 mm meno dell’altezza delle ruote. Vanno messi ad una distanza tale dal bordo da consentire la libera rotazione delle rotelle piroettanti e migliorano la rigidità della base.
  4. I ripiani interni poggiano e sono fissati a pezzetti di listello a loro volta avvitati agli elementi dei telai. Perché i quattro appoggi di ogni ripiano risultino paralleli è opportuno usare, a partire dalla base, un listello distanziale (qui il primo ripiano dal basso è quello fisso che contribuisce ad irrigidire il modulo, ma se la parete della mansarda fosse più alta, diciamo sui 60/70 cm, sotto il primo ripiano ce ne potrebbero stare ancora uno o due).
  5. Il modulo è praticamente finito; i bordi anteriori del tetto e della base non vengono rivestiti per facilitare la presa della colla necessaria per fissare i frontali.

Montaggio delle antine

  1. I frontali sporgono lateralmente di un centimetro e la fuga fra i moduli (per consentirne l’agevole spostamento) ha la stessa larghezza.
  2. Di conseguenza occorrono distanziali larghi 1 e 2 cm da fissare provvisoriamente al modulo.
  3. Avviciniamo strettamente i moduli con montati i distanziali ed applichiamo sul retro dei frontali due strisce di robusto nastro biadesivo in corrispondenza dei bordi della base e del tetto.
  4. Togliamo la carta siliconata di protezione del biadesivo e poggiamo la base del frontale ben centrata contro i due listelli che irrigidiscono la base. Solleviamo il frontale senza movimenti laterali e pressiamolo così che l’adesivo faccia presa.
  5. Per centrare esattamente il frontale sul modulo occorrono due coppie di distanziali da inserire sotto il frontale prima di sollevarlo: uno, spesso almeno 5 mm, sul pavimento così che la base del frontale non strisci a terra ed uno, a T, spesso 10 mm, che determina la fuga fra un modulo e l’altro.
  6. Sempre per ottenere una perfetta centratura del frontale occorre fissare provvisoriamente una coppia di distanziali da 1 cm sui fianchi dei moduli vicini.
  7. In questo modo abbiamo ottenuto moduli tutti uniformi, indipendenti e di aspetto gradevole. Eventuali disassamenti verticali si possono sanare spessorando la base delle rotelle.
  8. Il frontale monta due lunghe maniglie che, poste a 60 mm dai bordi verticali, impegnano con le loro viti i listelli anteriori del telaio, assicurando un’ottima tenuta.

Montare le maniglie dell’ armadio angolare fai da te

  1. Prima di montarli, i frontali vanno preparati con i fori per le maniglie, scelte lunghe proprio perché attraverso tali fori si possa fissare provvisoriamente, ma sicuramente, il frontale al telaio con viti Ø 4×30 mm prima di dividere i moduli.
  2. Una volta avvitato il frontale al telaio, estraiamo uno dopo l’altro i moduli e completiamo il fissaggio con viti Ø 4×30 mm, avvitandole dall’interno; nel telaio foro passante Ø 4,5 mm con imbocco svasato; nel frontale foro d’invito Ø 3 mm.
  3. Una volta fissati i frontali al telaio, togliamo le viti, rendiamo passante il loro foro con punta di diametro appena superiore a quello delle viti di fissaggio delle maniglie e montiamole.

Compensare il vuoto

  1. I moduli più esterni, destri o sinistri, sono generalmente vicini alle pareti della mansarda, ma non conviene che le tocchino, per cui fra modulo e parete deve restare uno spazio che permetta lo scorrimento
    dell’armadio
    senza che questo strisci contro la muratura. Il vuoto sarebbe piuttosto brutto da vedere, per cui lo copriamo con una striscia dello stesso pannello usato per i frontali (nella foto, per chiarezza espositiva, il vuoto è piuttosto largo, ma allo scopo basterebbero un paio di centimetri).
  2. Se esiste uno zoccolino o una cornice apriamo nella striscia gli scarichi a loro misura e sul retro della striscia, lato muro, avvitiamo un listello che le faccia ala. Nell’ala abbiamo già aperto i fori passanti destinati alle viti o ai tasselli di fissaggio alla parete.
  3. Attraverso tali fori marchiamo sulla muratura la posizione dei tasselli.
  4. Tolta la striscia, apriamo i fori, inseriamo i tasselli, riaccostiamo la striscia e procediamo all’avvitatura.
  5. In un caso come questo dove lo spazio non è certo abbondante risulta più facile il fissaggio con i tasselli lunghi e sottili in cui la vite viene fatta entrare a martellate.
  6. A meno che la parete non sia perfettamente liscia e compatta, fra striscia e muro può rimanere una fessura che conviene sigillare con un silicone acrilico, o verniciabile o di colore simile a quello dei frontali.
  7. La serie di moduli affiancati ha proprio l’aspetto di un armadio. Accanto al primo modulo a sinistra non è stato montato un riempimento in quanto da questa parte il mobile non ha una parete che possa strisciare contro il muro. Va da sé che, se la sequenza dei moduli partisse da un muro a sinistra, dovremmo spostare di conseguenza tanto le pareti dei moduli quanto la striscia di chiusura, sempre necessaria.

Crepa nel muro | Guida alla riparazione perfetta

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Le giuste operazioni per stuccare in maniera precisa la crepa nel muro

Stuccare una crepa nel muro è un’operazione che occasionalmente si rende necessaria prima di effettuare una tinteggiatura: può trattarsi semplicemente di una screpolatura della finitura superficiale o di una fessura più larga e profonda provocata da un assestamento del muro dovuta a un’infiltrazione o a un repentino ritiro della malta.

Nel primo caso basta verificare che intorno alla crepa nel muro la finitura non si presenti sollevata e prossima al distacco, nel qual caso va asportata con una spatola fino a trovare una zona limitrofa aderente; nel secondo caso bisogna effettuare un vero e proprio riempimento, ricucendo la fessura con stucco ben pressato.

Lo stucco da utilizzare in questi casi deve avere buona elasticità e un tempo di asciugatura non troppo rapido: se così fosse, il ritiro durante l’essiccazione potrebbe dar luogo a microcrepe superficiali che vanificano lo sforzo fatto per rimediare al danno.

Per imparare invece a stuccare una parete alla perfezione consigliamo questo articolo.

Crepa nel muro, cosa è utile sapere

Se la parete non ha una finitura perfettamente liscia, bisogna utilizzare un prodotto per stuccare con una granulometria grossolana da diluire in acqua: con quelli a pasta fine la stuccatura rimarrebbe evidente.

Crepe nel muro come si riparano

stuccatura muro

  1. Affinché lo stucco faccia buona presa conviene approfondire ed allargare superficialmente le fessure, eliminando le parti friabili e la polvere prodotte.
  2. Si preleva un poco di pasta con la spatola flessibile e si applica sulla crepa rasando per bene. Più strati sottili aderiscono meglio senza ritiri o dilatazioni.
  3. La superficie perfettamente essiccata va lisciata manualmente con carta vetrata a grana fine avvolta su un tampone di spugna, legno o gomma dura.
  4. Se siamo di fronte a una crepa nel muro che interessa la muratura in profondità, utilizziamo uno scalpello a lama più larga per avere una più ampia in superficie di apertura e penetrare fino allo strato di mattoni sottostante.
  5. Dopo aver bagnato la superficie applichiamo un primo strato di malta antiritiro e su questa stendiamo una striscia di rete di fibra di vetro che funge da armatura, dato il materiale occorrente: un’altra passata di malta rifinisce la superficie.
  6. Non rimane che effettuare la rasatura della superficie ed eliminare lo spolvero con un panno umido. Per migliorare l’adesione della finitura, possiamo applicare prima una mano di fissativo su tutta la zona

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Come riparare perfettamente una crepa nel muro

raschietto da muro
Con un raschietto triangolare si allargano i bordi della fessura, rimuovendo tutte le parti non aderenti; la polvere si asporta con un pennello o con l’aspirapolvere.

stucco in polvere
Lo stucco in polvere si miscela con acqua fino ad ottenere un impasto fluido e spalmabile; in commercio esistono malte già pronte, ricche di resina ed elastiche.

Se la fessura è molto stretta bisogna prima inumidirla in profondità, poi stendere lo stucco molto fluido facendolo penetrare a pressione con un dito.

Quando la prima passata è asciutta si rifinisce carteggiando le asperità e poi lisciando la riparazione appena fatta con la spatola a lama larga.

Per fessure vive serve l’apposito nastro, steso su una prima passata di stucco. I nastri più efficaci sono quelli autoadesivi a rete, del tipo usato sulle pareti di cartongesso.

La banda di tessuto deve essere annegata nello stucco e non deve sporgere dal filo della parete; bisogna eseguire il lavoro in più fasi, per approssimazioni successive.

Togliere la ruggine dai metalli ferrosi

La ruggine è il nemico numero un dei metalli ferrosi

È un nemico difficile da sconfiggere e molto tenace; proprio per questo è necessario conoscerlo bene ed imparare ad affrontarlo nella giusta maniera per togliere la ruggine.
La ruggine non è altro che la corrosione che attacca i metalli, in modo particolare ferro e acciaio, questa è dovuta alla combinazione letale di acqua, ossigeno e anidride carbonica. Finisce per indebolire il ferro e togliere lucentezza. Vediamo di quali strumenti possiamo avvalerci per capire come togliere la ruggine con metodi fai da te.
CON LE SPAZZOLE A TAZZA E A DISCO

Dove c’è bisogno di maggiore aggressività per rimuovere sporco e ruggine nel profondo, anziché usare l’utensile a mano, si applicano spazzole metalliche al trapano o alla smerigliatrice angolare, sempre con impugnatura laterale inserita. Sono dotate di gambo nel primo caso, per inserirsi nel mandrino, altrimenti sono forate al centro. A seconda dell’attrezzo varia il numero di giri e quindi la forza che si imprime e la capacità di asporto. Sono disponibili nei centri fai da te in vasta gamma di forme e misure, con fili in acciaio, inox, ottone, bronzo, fibra sintetica, con lamelle di abrasivo; sono a disco per un’azione tangenziale, a tazza per imprimere forza dall’alto, con differenti diametri, lunghezze, posizione, ondulazione e ritorsione dei fili, a ventaglio, a ciuffi, per smerigliare in modo uniforme anche nei punti difficili.

CARTA VETRATA, SPAZZOLA METALLICA E LIME

L’abrasivo, a varie granulazioni, da quella per sgrossare alla più fine per lisciare, è lo stesso dei dischi per platorelli. Se di buona qualità, l’impasto deve resistere all’attrito e non staccarsi subito.

La spazzola metallica è utile dove non basta la carteggiatura, o per una pulitura più approfondita, particolarmente preziosa per le superfici curve e le pieghe del ferro battuto.

E’ un attrezzo di base indispensabile che, grazie alla forma convessa e alla comoda impugnatura, arriva anche nei punti difficili. Consente di eliminare la ruggine o parti in fase di distacco che, sfogliandosi in un secondo tempo, danneggerebbero la verniciatura vanificandone l’effetto.

Le lime sono ottenute da acciaio ad alto tenore di carbonio, hanno zigrinature più o meno grossolane e in rilievo, in grado di eliminare le asperità e lisciare il metallo, o eliminare sbavature di taglio, su superfici piane, curve o bordi. Le forme, adatte ai vari tipi di lavoro e di superfici, sono varie, come piatte, triangolari, tonde, mezze tonde, a coltello. Perché durino a lungo bisogna esercitare la pressione della mano solo nella fase di avanzamento, mai in quella di ritorno.

UTENSILI

smerigliatrice, traforo, spazzola, lima, pennello