Tratto da “Rifare Casa n.59 – Settembre/Ottobre 2018″
Autore: Nicla de Carolis
La finestra, parte integrante di un edificio ed elemento insostituibile per il benessere di corpo e mente, ha avuto un’evoluzione costante e frequente nella storia delle costruzioni. Nelle caverne, che servivano esclusivamente per ripararsi e proteggersi dagli attacchi degli animali, l’apertura verso l’esterno era solo quella di accesso; gli edifici pubblici o di culto della civiltà egiziana presentavano nella muratura dei varchi che favorivano il ricambio d’aria e creavano una serie di fasci di luce per illuminare l’interno. I primi a creare una vera finestra, manco a dirlo, telaio e vetro, furono i nostri antenati, i Romani, nel I secolo d.C., quando venne messa a punto la tecnica della soffiatura del vetro che utilizzarono anche per “riempire” il telaio di questo primitivo serramento. Così scriveva Cicerone: “Ben povero si deve considerare chi non possiede una casa tappezzata con placche di vetro”. Nel Medioevo, periodo tormentato dalle guerre e dalle incertezze, le case venivano costruite seguendo l’ottica difensiva e non il comfort, così le finestre avevano un’apertura minima ricavata nella muratura, mentre nelle chiese, con i primi esempi di architettura gotica, si dava il via all’inserimento di grandi vetrate colorate che trasformavano il loro interno in meravigliosi scrigni policromi di luce. Ma è solo nel Rinascimento che le finestre iniziarono a essere concepite per soddisfare alcune delle caratteristiche imprescindibili nella case di oggi e diventarono oggetto autonomo di riflessione da parte degli architetti che le ingrandirono, grazie all’utilizzo dell’architrave, per rispondere alle esigenza di illuminazione, aerazione e veduta sull’esterno. Mentre il popolo usava ancora chiudere le aperture con ante in legno, le finestre diventarono una caratteristica fondamentale nelle case per i ricchi, decorate con tende o altri elementi ornamentali e furono anche tassate con la “tassa sulle finestre e sulle vedute”. Le finestre di oggi non hanno più limiti, né di dimensioni (struttura delle aperture e misure delle superfici vetrate non sono più un problema), né di forme; le prestazioni dei profilati, realizzati in diversi materiali, tutti molto validi, che consentono chiusure praticamente ermetiche, e quelle dei vetri doppi e anche tripli, con camere d’aria riempite di aria secca o di gas nobili, creano un isolamento termico e acustico perfetto che trasforma la casa in un ambiente ovattato e molto confortevole. Il radicale miglioramento degli ultimi 20 anni nel campo del pacchetto “infisso e serramento” (e se volete sapere qual è la differenza tra l’uno e l’altro, ma non solo, troverete la risposta nel dossier di questo numero) è stato davvero notevole, quindi, prima di scegliere come sostituire le vecchie finestre, è indispensabile documentarsi.
Ecco come costruire un go kart fatto in casa con motore e materiale di recupero, curato in ogni dettaglio meccanico
Come costruire un go kart a motore partendo da zero? Si parte da un sedile da go-kart e da pezzi di recupero da un motorino: il gruppo motore, con pulsante di massa e tubo di scappamento, la corona dentata con catena e il serbatoio. Il telaio del go kart è quasi tutto in tubolare di ferro saldato, con elementi di angolare e piattina.
Per costruire go kart si devono prevedere gli appoggi per il motore, i sostegni del sedile e quelli anteriori per il gruppo sterzo e i pedali. Il motore è fissato con bulloni passanti, che si inseriscono nei fori già presenti sul motore stesso e su quelli realizzati in corrispondenza sui supporti di piattina.
Dove occorre precisione nella tensione e nell’allineamento, i fori sono sostituiti da asole per una migliore regolazione dei bulloni prima di stringerli.
Le ruote motrici sono quelle posteriori, collegate a un unico asse, una barra d’acciaio Ø 20 mm, con freno a disco e ruota dentata per la trasmissione del movimento dal motore. Le ruote go kart anteriori sono invece mobili su braccetti sterzanti, collegati tramite tubo dello sterzo al volante. I pedali di freno e acceleratore devono essere muniti di fine corsa e accorgimenti per evitare rottura del filo.
Andiamo alla scoperta dei go kart fatti in casa!
Come costruire un go kart fai da te? Tutto parte da un sedile di recupero
Ciò che altri gettano via, per un fai da te diventa ispirazione di realizzazioni nuove e persino complesse. La semplice vista di un sedile da go-kart ancora in buono stato, abbandonato vicino a un cassonetto, ha fatto immaginare subito come abbinarlo a un nuovo telaio, ruote e ingranaggi, per costruire un veicolo di sana pianta.
Tanto più avendo a disposizione uno scooter non più idoneo a circolare, ma con il motore ancora funzionante. La realizzazione ha comunque richiesto una notevole competenza meccanica, oltre che abilità manuale per la messa a punto e la sicurezza.
Go kart artigianale, occorre disegnare un progetto
Telai fai da te go kart in tubolare saldato
Costruire un telaio e assolutamente fondamentale. Per il telaio kart cross viene utilizzato del tubolare quadro di ferro da 30x30x3 mm, sia per i longheroni, sia per le chiusure anteriore e posteriore, sia per i tre traversi principali interni. Sulla traversa posteriore si pratica un’asola per sorreggere la parte centrale del motore.
I diversi supporti del telaio fai da te per motore, serbatoio e bobina sono spezzoni di piattina sagomati, forati e saldati. Le traverse centrali sono di appoggio al sedile, dopo avervi inserito tre spezzoni a croce di piattina da 3 mm curvata per adattarsi alla sagoma.
Le traverse anteriori del go kart telaio sono invece di angolare 3x30x30 mm. Su una traversa anteriore sono saldati a V rovesciata due spezzoni di piattina con un tubo idraulico di diametro 22 mm per l’asse dello sterzo.
Assale posteriore go kart unico
Su una piattina di spessore 8 mm, forata per fissarla al telaio, si salda un anello di tubo con cuscinetto all’interno per l’alloggio del semiasse.
Da un lato dell’asse si inserisce il disco del freno fissato con flangia a foro centrale Ø 20 mm, bloccata con bulloncino M 6.
Dall’altro si inserisce la corona dentata sempre con flangia e bulloncino. Le flange sono bloccate sulla barra con bullone trasversale M8.
Per un bloccaggio solidale si interpongono distanziali in tubo di ferro a diametro 21 mm tra le flange, i vari ingranaggi, i cuscinetti e le ruote. È buona norma lubrificare cuscinetti auto con prodotti specifici.
Semiasse e snodo per lo sterzo
Il mozzo per le ruote anteriori è costituito da un bullone M20 parzialmente filettato saldato a una “U” con uno spezzone di piattina.
Lo sterzo si inserisce all’interno di uno spezzone di tubo idraulico e in un tappo idraulico femmina da ½” saldati al telaio.
La “U” del mozzo, forata, si imbullona al telaio, la piattina al braccetto sterzante, sul bullone filettato si monta la ruota.
Piastra sul canotto e braccetti di rinvio
Il blocco sterzante è costituito da robusta lamiera spessa 5 mm. Su un lato corto è saldato uno spezzone di tubo, che a sua volta ha saldati due dadi per rendere il tutto solidale con l’asse.
I braccetti sono imbullonati da un lato alla piattina del mozzo, dall’altro al blocco sterzante centrale, mediante bulloni M12 con dado di sicurezza.
Il braccetto sterzante è costituito da una barra filettata rivestita con un pezzetto di guaina corrugata in gomma, con due “uniball” avvitati alle estremità.
Due pedali con il tondino
I pedali di freno e acceleratore sono ricavati da spezzoni di tondino zigrinato da edilizia piegato e sagomato. Come cerniera si salda alla base un tubetto di ferro. Il tutto è completato da un lungo bullone M12.
Il ritorno del pedale è assicurato da una molla tesa tra una robusta rondella sul pedale e un angolare sul telaio. Altri spezzoni fanno da regolazione e fine corsa.
Supporto motore
Per sorreggere il motore si realizzano con piattina i supporti sagomati, forati e muniti di asole, da bloccare al telaio. Il motore è imbullonato e i fori asolati servono per allineare il pignone alla corona dentata prima di bloccare.
Finitura del go kart
La struttura è verniciata con antiruggine e smalto. Oltre ai pezzi di supporto e movimento occorre pensare alle protezioni. Servono carenature di parti in movimento, blocchi di fine corsa e altri accorgimenti fondamentali per limitare i pericoli e i danni dovuti a manovre errate.
PEr avere informazioni a 360° sul mondo del go-kart consigliamo la vista al forum italiano di go Kart
Video go kart fai da te
Come costruire un go kart per bambine Quale soddisfazione supera quella che può dare lo svolgere un lavoro che appassiona e contemporaneamente gratifica una persona cara con un regalo bello e desiderato? Per i 4 anni della nipotina Sonia, il nostro lettore Guido Ricci ha pensato a un
regalo impegnativo, assecondando la passione della bimba: un go-kart di dimensioni adeguate, capace di muoversi avanti e indietro grazie a un motore elettrico a batterie. La fase progettuale è stata lunga e laboriosa perché non c’erano a disposizione campioni cui fare riferimento e nemmeno da cui prendere qualche spunto.
Quindi tutto è stato ponderato sulla base delle comuni cognizioni di meccanica e facendo appello all’esperienza di provetto far da sé. Già la valutazione delle dimensioni del veicolo è stata del tutto arbitraria, dovendo pensare a ciò che una bimba di quell’erà potesse manovrare potendoci salire e sedervisi, ma nel contempo potesse avere a bordo tutto il necessario per muoversi da solo, ovvero un motore elettrico e le batterie per alimentarlo. Seguendo questa logica, il go kart per bambini prende corpo attorno a un telaio di dimensioni 1000×350 mm, caratterizzato da due longheroni longitudinali di scatolato d’alluminio 40×30 mm di sezione.
Essendo l’elemento portante, a questo si collegano tutte le parti che completano la ciclistica, ovvero l’avantreno, con le geometrie di sterzo, e il retrotreno con l’assale rigido collegato con trasmissione a cinghia al motore elettrico. Quest’ultimo, per poter essere alimentato a batteria, viene scelto di derivazione automobilistica; per l’esattezza si usa quello di un tergicristalli di una vettura di grossa cilindrata, mentre per le batterie se ne recuperano un paio da 12 V da un sistema d’allarme. Empirica la soluzione del rapporto di trasmissione: pur calcolando la demoltiplica mediante i diametri delle pulegge, ignorando la coppia del motorino del tergicristalli, le prime ruote montate hanno dato come risultato una velocità del go-kart troppo lenta, quindi sono state sostituite con altre quattro di diametro maggiore, recuperate da una vecchia auto a pedali.
Motore e trasmissione del go kart per bambini
Il motore di tergicristallo trasmette il moto alle ruote tramite cinghia e pulegge. è montato posteriormente, in modo da ricadere in corrispondenza dell’asse posteriore delle ruote. è sostenuto da una serie di piastre di alluminio di notevole spessore, in modo che non ci siano torsioni anomale, e ha un fissaggio a due punti, uno dei quali asolato, per poter tendere la cinghia di trasmissione nel modo corretto. Le piastre di sostegno sono direttamente imbullonate ai longheroni del telaio.
Le due batterie da 12 V che alimentano il motore sono collegate in parallelo per poter aumentare l’autonomia del go-kart, mantenendo corretto il voltaggio dell’alimentazione per il motorino del tergicristallo utilizzato. Nel circuito è previsto l’inserimento di un fusibile, di un interruttore generale per disattivare il mezzo e di una presa per collegare il caricabatterie.
L’azionamento della marcia del go-kart avviene tramite un pedale che non è un acceleratore, bensì un bilanciere che aziona un interruttore doppio a tre posizioni: al centro sta fermo, premuto in avanti dà corrente con una polarità che aziona il motore in un senso (avanti), premuto indietro il motore viene alimentato con polarità invertita e il veicolo procede in retromarcia.
Al retrotreno le ruote sono collegate direttamente da un asse, con cui sono solidali. La puleggia sull’asse è fissata con una vite passante, mentre all’incrocio con i longheroni del telaio il sistema prevede un blocco con cuscinetto, per eliminare il più possibile gli attriti.
Sterzo e avantreno
Gli elementi principali dell’avantreno sono direttamente fissati ai due longheroni del telaio (A). Il piantone dello sterzo (B) è mantenuto in posizione, ovvero con la tipica inclinazione verso l’abitacolo, mediante il supporto di due elementi trasversali: un primo, posto alle estremità dei longheroni, è un tubo di diametro 20 mm (C); nella sua mezzeria si trova fissato saldamente un segmento scatolato (D) che riceve l’estremità inferiore del piantone, lasciandogli però la possibiltà di ruotare liberamente su sé stesso. Il secondo è una barra filettata (E) posta dopo le ruote, sostenuta da due staffe (F) fissate ai longheroni in posizione rilevata in modo da fornire al piantone un valido punto di supporto. In quel punto il tubo del piantone attraversa un blocchetto di legno massello (G) forato da parte a parte in modo da lasciar girare senza frizione lo sterzo, mentre la barra filettata di sostegno, che attraversa anch’essa il legno, è fissata saldamente di lato tramite dadi e rondelle (H).
Elemento fondamentale dello sterzo sono i due braccetti di rinvio che, seguendone la rotazione, devono trasmettere direzionalità alle ruote. Per farlo vanno collegati al piantone con una staffa a U imbullonata in modo fisso con un perno centrale che va innestato in modo solidale nel tubo del piantone.
Cortissimo, il semiasse è immediatamente imbullonato al fusello (un corto segmento scatolato), attraversato dall’alto verso il basso da una barra filettata che ha scopo di perno di rotazione per lo sterzo. Nelle fasi costruttive sono utilizzate le ruote di un carrello, al termine sostituite con quelle definitive, di diametro maggiore, per allungare leggermente il rapporto di trasmissione.
La vista laterale dell’avantreno mostra bene come vengono uniti in modo fisso alcuni elementi, mentre altri sono collegati con possibilità di rotazione uno nei confronti dell’altro. Per esempio il tubo posto trasversalmente fra i longheroni del telaio è fissato ai due scatolati con viti verticali passanti, mentre le ruote, sempre nei confronti dei longheroni, sono fissate tramite una doppia staffa che serra il perno di rotazione dello sterzo.
Visto da sotto, l’avantreno mostra bene come agiscono e su cosa i braccetti di rinvio dello sterzo. Questi, ruotando il volante, sono mossi dall’elemento scatolato solidale con il piantone. Per consentire la regolazione della convergenza, i braccetti sono fissati allo scatolato con bulloni che è possibile avvitare quanto necessita e poi bloccare con un controdado. All’altra estremità, ogni braccetto si articola invece con una piastra sagomata, fissata solidamente con lo scatolato di rotazione della ruota.
Cruscotto, seggiolino e parti della scocca
Il volante è ricavato dalla puleggia di alluminio di una lavatrice, tagliando via una parte della circonferenza, compresa una delle cinque razze preesistenti. Il punto tagliato va arrotondato e levigato, in più si mette nell’incavo della cinghia uno spezzone di morbida gomma ripiegato e bloccato alle razze nella parte inferiore.
Il sedile di guida è fatto con legno multistrato sagomato e curvato in alcune parti per ottenere un migliore comfort nella seduta. Inoltre, sui fianchi e all’apice dello schienale, si praticano delle aperture che permettono due prese laterali e una posteriore per tenersi nella salita e discesa dal mezzo.
Buona parte del telaio è coperta dal pianale che regge il sedile di guida e fornisce appoggio ai piedi del conducente. Il pianale è avvitato sui longheroni ed è rivestito di gomma antiscivolo.
Il frontale del go-kart è stilizzato con pezzi di legno multistrato sagomati e, nel caso del musetto, curvati; la necessità, oltre l’estetica, è quella di dare supporto al cruscotto e fornire un terzo punto d’appoggio per il piantone del volante.
Divertimento e sicurezza garantiti per i vostri piccoli piloti, che con questo kart a pedali hanno a disposizione un gioco di alta qualità
La catena è completamente chiusa, per evitare che i bimbi ci infilino le dita
L'asse flessibile garantisce tenuta e stabilità su tutti i tipi di terreno
Dotato di sistema che permette di selezionare la marcia, avanti o indietro, semplicemente spostando una leva.Il seggiolino è regolabile, così il vostro bambino potrà usare il go kart più a lungo, in tutte le fasi della sua crescita.
Colore: rosso;A pedali;Dimensioni: 96 x 60 x 56 cm. (L x H x P)
Vorrei utilizzare del legno di Iroko per fare degli oggetti destinati ad avere contatti con gli alimenti, ad esempio piatti, vassoi, boccali, etc. Secondo le vostre esperienze il legno di Iroko può avere delle controindicazioni a tale uso? Ed anche, sapete dirmi se ci sono delle essenze che è meglio evitare per costruire degli oggetti per uso alimentare? Vi ringrazio anticipatamente e vi auguro buon lavoro.
Il nostro consiglio è di evitare l’iroko, in quanto se sottoposto al taglio produce una polverina finissima che è molto irritante, non va assolutamente respirata in quanto può causare sanguinamenti dal naso, per lavorarlo occorrono mascherine protettive. Detto questo, non c’è da fidarsi a utilizzarlo a contatto di sostanze alimentari.
I legni migliori per gli oggetti citati sono il faggio, l’ulivo, l’acero e altri legni a grana fine, da trattare con olio di oliva o di noce, in ogni caso con sostanze naturali.
Il pavimento del bagno é senza fughe, le mattonelle che si muovono, misura 30×30, fanno addirittura rumore camminando. Cosa fare ?
Non sono state incollate bene, per motivi di sottofondo irregolare oppure non compatto oppure strato di colla sottile o solo a punti. Il fatto che il calpestio produca rumore e movimento è segno che sotto la piastrella c’è un vuoto, se riguarda un numero limitato di piastrelle bisogna toglierle e riposizionarle su un letto di colla adeguato, fatto salvo che il sottofondo sia regolare, altrimenti bisogna rifare l’intero pavimento.
Buongiorno, vi scrivo per chiedervi consiglio su dei tubi antiestetici da coprire. Nella mia cucina c’è una struttura costituita da due travi metalliche che sostengono il solaio sul quale, al piano di sopra, c’è una stufa molto pesante. Si tratta di due traverse di scatolato di ferro 5×15 fermate sulla trave di c.a. da un lato mediante piastre in ferro da un lato e da due montanti sempre in scatolato dall’altro lato. Le due travi sono poste a circa 50 cm l’una dall’altra e sono lunghe 4,6 mt. Tra le travi scorrono dei tubi antiestetici, perciò vorrei coprire lo spazio tra le travi ed eventualmente (non necessariamente) lasciare scoperti i lati. Ho provato a incollare delle canaline metalliche mediante biadesivo e poi a mettere su del cartongesso, ma è venuto giù tutto. Mia moglie suggerisce di incollare del compensato. Bisogna tenere presente che vanno installati anche tre faretti. Grazie 1.000 per i vostri suggerrimenti o link se già pubblicato qualcosa. Io non ho trovato niente. Saluti. Luigi
In questi casi l’unico fissaggio affidabile è l’avvitatura: utilizzi lo scatolato per il fissaggio laterale delle lastre e realizzi dei traversi intermedi di rinforzo per collegare le travi con i profilati per cartongesso e a cui assicurare le lastre con viti autoperforanti. Con strisce dello stesso cartongesso può rivestire anche il profilo delle travi, il lavoro dopo la stuccatura e la finitura risulterà più completo.
DEVO RIPARARE UN GRADINO IN COTTO; MANCANO DELLE PARTI; COME POSSO INTEGRARE? E CHE MASTICE USO PER INCOLLARE E STUCCARE IL TUTTO?
Buongiorno, come adesivo può utilizzare Mille Chiodi Water Resistant; quanto alle parti mancanti bisognerebbe conoscere l’entità del danno per poter valutare come procedere.
Salve! Volevo sapere se esiste un metodo per riportare un pavimento esterno in gres porcellanato al suo splendore! Appena montato era bellissimo una volta fugato è diventato opaco e spento, ho provato di tutto persino acido muriatico, un prodotto in polvere che serve propio per i residui di fuga ma niente… come faccio per farlo risplendere? Grazie in anticipo
Perche´ la vernice a spruzzo con la bomboletta cola? Vorrei verniciare una vecchia cucina e il colore entra dappertutto. Perche´ vengono zone lucide ed altre opache?
Per verniciare a spruzzo bisogna lasciar depositare un velo sottile di vernice, attendere alcuni istanti per una sommaria asciugatura e poi sovrapporre un secondo strato, possibilmente incrociando le passate e via così fino a completa copertura. Durante lo spruzzo la mano non deve mai fermarsi, altrimenti si deposita in un unico punto una quantità eccessiva di vernice che causa la colatura. Le zone opache sono quelle dove la vernice è ancora scarsa, quelle lucide sono quelle dove si è depositata una quantità superiore di vernice.
Come posso sostituire la guarnizione del mio frigorifero?
Dipende dalla marca del frigorifero, i sistemi sono diversi. In linea di massima dovrebbe disporre di un incastro, ma potrebbe essere stabilizzata anche con viti o colla. Si procuri la guarnizione di ricambio fornendo al rivenditore marca e modello dell’elettrodomestico, osservando quella nuova si dovrebbe capire come è fissata; se ha dubbi provi a sollevare da un angolo quella vecchia per capire il sistema di ancoraggio.
I davanzali delle finestre sono diventati porosi. Cortesemente come potrei fare a levigarli senza sostituirli? Grazie
Esiste un kit di Fila che si chiama FILAMARBLE RESTORER e potrebbe fare al caso suo. Le conviene fare prima una prova in una zona ristretta e poco visibile, se il risultato è soddisfacente può procedere su tutta la superficie. Questo dovrebbe portare un notevole miglioramento, ma per ritrovare la lucentezza originale bisogna per forza rivolgersi a un marmista.