Possiedo dei fogli di plexiglas con i quali desidero confezionare dei contenitori. Come tagliare e incollare il plexiglas? È vero che esiste un adesivo a base di etere che salda a tenuta stagna senza lasciare fessure o colorazioni visibili di brutto aspetto?
Il plexiglas si taglia con una comune sega da legno, manuale o elettrica: in quest’ultimo caso è opportuno adottare una velocità molto bassa per non fondere il materiale con il calore causato dall’attrito. Per incollare il plexiglas, invece, tutto dipende dalla precsione del taglio: se i pezzi coincidono alla perfezione si può usare un collante acrilico modificato: gli acrilici modificati si riconoscono dal fatto che sono composti da due componenti, che però non vanno miscelati tra loro prima della stesura; in pratica si ha un liquido attivatore, da stendere su una superficie, ed una resina, da stendere sul’altro pezzo. Se i pezzi, come è probabile, non sono del tutto coincidenti, serve un collante che sia in grado di compensare le irregolarità e, in questo caso, si può usare un mastice al silicone neutro. Quando si tratta di materie plastiche, però, è sempre opportuno fare alcune prove su pezzi di scarto, sollecitando poi la giunzione per verificarne la solidità: infatti sono tante e tali le varianti possibili tra plastiche appartenenti alla stessa famiglia che sono sempre possibili sgradite sorprese.
Pavimentazioni, arredi da giardino, serramenti, strutture come gazebo e tettoie per auto subiscono l’azione incessante degli agenti atmosferici: ai primi segni di degrado occorre agire per ottenere al meglio la protezione legno esterno
Il legno esposto all’esterno è soggetto a degrado per un insieme di fattori: umidità, sbalzi di temperatura, esposizione a intemperie e attacchi di organismi biologici. Se il legno secco viene a contatto con aria umida assorbe acqua e subisce variazioni dimensionali anche del 4%: ecco perché capita, per esempio, che le ante dei serramenti sfreghino sui telai o tra se stesse durante la movimentazione. Ma per la protezione legno esterno occorre sapere che questo e la finitura protettiva non hanno la stessa elasticità, per cui in seguito ai movimenti capita che la vernice si screpoli e arrivi al distacco, lasciando il legno esposto agli agenti atmosferici senza alcuna protezione.
Un analogo effetto lo producono gli sbalzi termici, che sono piuttosto frequenti: i coefficienti di dilatazione del legno e delle vernici sono agli antipodi, molto basso quello del legno e assai elevato quello della maggior parte delle vernici, perciò anche questo fenomeno causa, nell’arco di qualche anno, il degrado dello strato di finitura.
Protezione legno esterno: ciò che serve sapere
A questi fenomeni possiamo aggiungere il succedersi delle stagioni, gli eventi atmosferici anche intensi, l’irraggiamento solare e i nemici “fisici” del legno presenti in natura: batteri, funghi (cromogeni e della marcescenza), coleotteri, tarli del legno, termiti. Per combattere tutto questo non esiste una soluzione definitiva e bisogna farsene una ragione: il legno va sottoposto a manutenzione periodica utilizzando prodotti di qualità, se si vuole che duri a lungo.
Come proteggere al meglio il legno esterno?
I trattamenti protettivi della Linea Blu Sayerlack hanno un forte potere di penetrazione, sono a rapida essiccazione e sono arricchiti con ossidi che assorbono i raggi UV. Le vernici formulate con resine alchidiche non screpolano e non sfogliano, formano una pellicola idrorepellente ed elastica che asseconda i movimenti del legno senza screpolarsi o formare fessurazioni che aprirebbero la strada a infiltrazioni e parassiti. Inoltre resistono ad abrasione e calpestio, mantengono l’uniformità del colore nel tempo, hanno un ottimo ancoraggio e si stendono con facilità, senza gocciolare (effetto tixotropico).
Altro aspetto importante, sono prodotti all’acqua e pronti all’uso, durano il doppio rispetto alle vernici sintetiche e hanno un basso impatto ambientale: il marchio Ecolabel è un importante riconoscimento europeo di qualità ecologica e contrassegna i prodotti che, nell’intero ciclo di vita, contribuiscono alla salvaguardia del pianeta e della salute.
Protezione legno esterno: i prodotti
Top deck finitura all’acqua effetto olio
Nutre il legno e lo protegge senza scurirlo; è un prodotto Ecolabel ideale per pavimenti e mobili da giardino, dona al legno un aspetto naturale e una finitura di lunga durata. Si applica a pennello o a spruzzo su manufatti posti all’esterno o all’interno, in due mani su legno nuovo (anche con diluizione al 5-10% di acqua) o già verniciato, previo adeguato trattamento.
Finitura all’acqua per legno
A base di resine acriliche, è un prodotto Ecolabel e permette l’applicazione su legni già trattati (anche con vernici sintetiche); protegge con uno strato di vernice che non sfoglia. Si applica con pennello a setole sintetiche o a spruzzo su manufatti in legno per interno e per esterno (infissi, serramenti, balconi, perlinature, travature, cottage, staccionate).
Impregnante all’acqua per legno
Nutre e protegge il legno, ha un effetto naturale ed è un prodotto Ecolabel. La sua formulazione a base di resine acriliche permette l’applicazione anche su legni precedentemente impregnati. Per i trattamenti di manufatti situati all’esterno è preferibile utilizzare le versioni colorate che, grazie ai pigmenti a base di ossidi di ferro, resistono meglio ai raggi UV.
Prima di qualsiasi finitura su ferro è importante rimuovere lo strato ossidato o trasformarlo in un supporto stabile e inattaccabile dall’umidità. Capire come eliminare la ruggine è fondamentale
Come si toglie la ruggine? Tutti i metalli, e dunque anche il ferro, devono essere protetti dall’azione corrosiva dell’ossigeno che intacca la loro superficie e produce la ruggine, risulta quindi di vitale importanza sapere come togliere la ruggine per non trovarsi con del ferro arrugginito.
Per ottenere una lunga durata dei manufatti in ferro bisogna ripulire accuratamente la superficie da untuosità e scaglie che si sollevano, rimuovere ogni traccia di polvere e trattare la superficie con prodotti speciali.
Una volta c’era il Minio per togliere ruggine dal ferro
In passato la pittura antiruggine più conosciuta era il minio, di colore rosso, che si aggrappa tenacemente alla superficie; oggi si utilizzano altri prodotti più sicuri, in quanto il minio è ritenuto tossico.
Se l’ossidazione è già in corso si può usare un convertitore di ruggine che combatte la ruggine trasformandola: è un liquido molto fluido che agisce chimicamente sull’ossido di ferro e va dato seguendo attentamente le istruzioni e i tempi di essiccazione tra una mano e l’altra.
Prodotti tixotropici per rimuovere ruggine
I prodotti in gel che assommano le caratteristiche del convertitore e dello smalto di finitura sono molto utili e facili da usare (si stendono direttamente sulla ruggine, con superficie asciutta e senza polvere), hanno la caratteristica di essere tixotropici, cioè di diventare fluidi quando vengono agitati.
Per oggetti sottoposti a un uso intenso e in condizioni avverse è consigliabile ricorrere a un processo industriale di zincatura o cromatura. Dopo i trattamenti preventivi, una o più mani di smalto consentono comunque al metallo di presentarsi nel modo migliore e di resistere più a lungo senza che sulla sua superficie appaiano segni di ossidazione.
Esistono in commercio vernici per eliminare ruggine che asciugando producono un effetto antichizzato o martellato di notevole valenza estetica; la gamma di tinte disponibili non è vasta come quella per i comuni tipi di smalto.
Come togliere la ruggine dal ferro – i trattamenti preliminari
Per capire come levare la ruggine i depositi più grossolani e le scaglie di ruggine si asportano con la spazzola metallica o, dove è possibile, con un elettroutensile: smerigliatrice, levigatrice, lima elettrica.
La polvere di ruggine va sempre rimossa, passando più volte la superficie da trattare con uno straccio imbevuto di solvente alla nitro o di benzina.
L’antiruggine va steso sulla superficie ripulita, ma va sempre ricoperto con una successiva passata di smalto per essere ancor più efficace.
Se, dopo la spazzolatura, rimane arrugginito, invece dell’antiruggine conviene stendere con cura il convertitore. Poi si tratta il tutto con smalto.
Materiali Premium: Costruita in acciaio, ottone e ferro, per una lunga durata e resistenza.
Dimensioni Ideali: Con una lunghezza di circa 25 cm, è facile da maneggiare e utilizzare.
Manico Confortevole: Dotata di un manico ergonomico in plastica ABS, offre una presa salda e confortevole.
Applicazioni Versatili: Perfetta per eliminare ruggine, macchie ostinate e residui su diverse superfici.
Alta Resistenza: Le setole metalliche sono progettate per affrontare l'usura, assicurando prestazioni durature.
Preparare la superfice per togliere ruggine
Con la carta vetrata
Risiulta pratica soprattutto per piccole zone e dove è sufficiente esercitare una pressione manuale per ripristinare una superficie liscia e regolare. Viene venduta in fogli oppure in strisce. L’abrasivo, a varie granulazioni, da quella per sgrossare alla più fine per lisciare, è lo stesso dei dischi per platorelli. Se di buona qualità, l’impasto deve resistere all’attrito e non staccarsi subito. Si può utilizzare un tampone morbido d’appoggio.
Con la spazzola metallica
è utile dove non basta la carteggiatura o per una pulitura più approfondita, particolarmente preziosa per le superfici curve e le pieghe del ferro battuto. è un attrezzo di base indispensabile che, grazie alla forma convessa e alla comoda impugnatura, arriva anche nei punti difficili. Consente di asportare ruggine o parti in fase di distacco che, sfogliandosi in un secondo tempo, danneggerebbero la verniciatura vanificandone l’effetto protettivo.
Con le lime
Sono ottenute da acciaio ad alto tenore di carbonio, hanno zigrinature più o meno grossolane e in rilievo, in grado di eliminare le asperità e lisciare il metallo, o eliminare sbavature di taglio, su superfici piane, curve o bordi. Le forme, adatte ai vari tipi di lavoro e di superfici, sono varie, come piatte, triangolari, tonde, mezze tonde, a coltello. Per ottenere un’azione efficace bisogna esercitare la pressione della mano solo nella fase di avanzamento, mai in quella di ritorno.
Con rulli abrasivi
Quando si utilizzano rulli abradivi è beneche l’attrezzo disponga di una schermatura per proteggere dalla proiezione di piccole scaglie; in ogni caso bisogna indossare occhiali protettivi ed, eventualmente, mascherine. (in foto il Rullo abrasivo Bosch PRR 250 ES)
Con spazzole a tazza e a disco
Dove c’è bisogno di maggiore aggressività per capire come togliere la ruggine nel profondo, anziché usare l’utensile a mano, si applicano spazzole metalliche al trapano o alla smerigliatrice angolare, sempre con impugnatura laterale inserita. Sono dotate di gambo nel primo caso, per inserirsi nel mandrino, altrimenti sono forate al centro.
A seconda dell’attrezzo varia il numero di giri e quindi la forza che si imprime e la capacità di asporto.
Sono disponibili in vasta gamma di forme e misure, con fili in acciaio, inox, ottone, bronzo, fibra sintetica, con lamelle di abrasivo; sono a disco per un’azione tangenziale, a tazza per imprimere forza dall’alto, con differenti diametri, lunghezze, posizione, ondulazione e ritorsione dei fili, a ventaglio, a ciuffi, per smerigliare in modo uniforme anche nei punti difficili.
Attenzione alle screpolature
Il ferro battuto (oggi pressato industrialmente e non più forgiato a mano sull’incudine) contiene, come la ghisa, un alto tenore di carbonio: questo lo rende poco soggetto, e solo superficialmente, alla ruggine.
Può essere inutile smaltarlo, è sufficiente uno strato protettivo di unto. Tutti gli altri elementi in ferro vanno protetti con smalti o vernici adeguati, molto resistenti agli agenti atmosferici e ai raggi UV. Nessuna finitura ha però un’efficacia illimitata: in condizioni normali può durare alcuni anni, ma se ci troviamo in ambiente marino, per effetto della salsedine, lo strato protettivo si degrada più rapidamente.
Quando la finitura inizia a manifestare le prime screpolature, oppure quando “salta via” in un punto a causa di un urto, bisogna intervenire in tempi rapidi per evitare che possa innescarsi il processo di ossidazione. La ruggine, quando inizia a formarsi, continua a lavorare anche sotto il metallo verniciato, appena si infiltra l’umidità sotto uno strato non perfettamente coeso, corrodendo in profondità.
Anche quando il danno è localizzato, la cosa migliore da fare è rimuovere la finitura anche nella zona circostante, fino a scoprire una porzione di metallo sano; quindi occorre eliminare la ruggine, applicare un antiruggine o un convertitore e ripristinare la finitura.
Prodotti per togliere la ruggine, quali sono i migliori?
Antiruggine
Alcuni smalti speciali antiruggine hanno una composizione ricca di silicone e di finissime particelle d’alluminio e di vetro temperato. Non richiedono carteggiatura e possono essere applicati direttamente sulla superficie.
Convertitore
Si tratta di un composto chimico a base acquosa. Dopo qualche ora dall’applicazione forma una patina scura (che segnala l’avvenuta reazione protettiva), sulla quale possiamo stendere la finitura scelta. Si applica direttamente sulla ruggine senza solventi (Presso i centri Brico io possiamo acquistare il Ferox a 13,00 il barattolo da 375 ml)
Gel antiruggine
Le gelatine vernicianti sono la risposta più veloce al problema della ruggine in quanto contengono un composto chimico che la neutralizza sciogliendola e assorbendone l’ossigeno. Sono tixotropiche, vanno agitate prima dell’uso.
SI APPLICA SULLA RUGGINE - Ferox togli ruggine ferro è un prodotto applicabile direttamente sulla ruggine che va a reagire chimicamente con essa, trasformandola in un complesso stabile, di colore nero, che una volta sovraverniciato resiste all'attacco degli agenti atmosferici ed è impermeabile all'umidità.
UTILIZZABILE SU TUTTE LE SUPERFICI FERROSE - Ferox, oltre ad essere un ottimo mangia ruggine, è anche un efficace prodotto per la protezione di tutte le superfici ferrose. Infatti si può utilizzare anche su manufatti verniciati e NON arrugginiti, dove forma uno strato trasparente per la protezione e il fissaggio. É sovraverniciabile con qualsiasi tipo di vernice, all'acqua o al solvente.
SENZA SOLVENTI - Ferox antiruggine è un prodotto a bassissima tossicità perché è a base di resine sintetiche disperse in acqua e non contiene solventi. É un trattamento elimina ruggine sicuro, applicabile anche in ambienti chiusi o poco ventilati che non nuoce alla salute e non provoca irritazioni di nessun genere.
PRATICO E PRONTO ALL'USO - Ferox è un prodotto per ruggine facile da utilizzare grazie al comodo beccuccio dosatore che consente una miglior applicazione del prodotto. Pronto all'uso, facile e rapido da usare!
SPECIFICHE DI UTILIZZO - Prima di utilizzare Ferox converti ruggine è consigliabile eliminare eventuale ruggine a scaglie. Versare la quantità necessaria di prodotto in un recipiente di plastica prima di procedere alla verniciatura. Si consiglia di non applicare il prodotto a temperature inferiori a 5°C, o in eccessiva umidità. La resa teorica a pennello è di 15-20 mq; l'essiccazione del prodotto avviene a 20°C c.a. Il prodotto risulterà asciutto al tatto solo dopo 15-30 minuti dall'applicazione. É necessario lasciar trascorrere un intervallo di tempo di 15-30 minuti fra le 2 mani di soluzione rust remover.
🛡️ Trasforma e protegge: RUGINOX è il tuo alleato nella lotta contro la ruggine, convertendola in un metallo trattabile e garantendo risultati duraturi senza formare strati superficiali
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Trucchi per togliere la ruggine
Immergiamo le parti da ripulire dalla ruggine in un bagno di petrolio e lasciamole ammorbidire per qualche ora; poi sgoccioliamole e mettiamole ad asciugare per 6-12 ore, meglio al sole o su un termosifone.
Un fuoco di stracci unti e carbonella deposita sulla superficie del ferro, scrostata da ruggine e vecchie pitture, uno strato protettivo di carbonio che resta ben aderente.
I disossidanti a base di acido fosforico sono in grado di sciogliere chimicamente la ruggine, ma non esercitano alcuna azione protettiva: bisogna sempre applicare una finitura successiva.
Gli oggetti in ferro destinati all’esterno, pretrattati all’origine per conservare l’aspetto naturale, vanno protetti e mantenuti efficienti con prodotti specifici, come ad esempio WD-40 super sbloccante azione rapida in grado di sbloccare e prevenire la formazione di ruggine.
Scrostiamo al vivo la lamiera prima di proteggerla con smalti: eventuali residui di ruggine continuerebbero il loro attacco in profondità e, dato lo spessore ridotto, il metallo potrebbe addirittura bucarsi.
Dopo il decapaggio, in acido, dei pezzi piccoli difficili da scrostare, applichiamo un neutralizzatore. Il convertitore non è adatto per le articolazioni perché le bloccherebbe.
Come togliere la ruggine dalle cromature
Per eliminare macchie di ruggine dai metalli cromati occorre agire con cautela: la tecnica migliore è quella di utilizzare una soluzione di acqua e aceto (antiruggine naturale) in parte 1:1 lasciando agire diversi minuti prima di passare energicamente un panno in microfibra.
Come togliere la ruggine dai vestiti
Come togliere le macchie di ruggine dai tessuti? Esistono diversi metodi: uno dei più efficaci è quello di inumidire la zona da trattare con acqua e aceto per poi stendervi sopra uno strato di sale fino e del succo di limone. Occorre esporre il capo al sole, lasciandolo asciugare bene, per poi strofinarlo energicamente nella zona trattata.
Tre versioni per diverse ambientazioni del Pouf con cuscino imbottito
Il poggiapiedi, nello stile moderno, è stato sostituito da altri sistemi che favoriscono il riposo ma, se quando ci si siede in poltrona manca un supporto per sollevare le gambe, non è complicato costruirne uno. Lo presentiamo in tre versioni fai da te, per diverse ambientazioni. La finitura dorata ed il cuscino capitonné in diversi toni di porpora di questo pouf (che può essere realizzato anche in altre varianti) ci hanno ispirato visioni di harem con una Sheherazade che narra al suo califfo Shahriyar mille e una novelle per salvarsi la vita. A parte queste fantasie si tratta di una costruzione fai da te molto semplice, alla portata di ognuno. L’unica fase che richiederebbe una particolare abilità nel bricolage è la realizzazione del cuscino (taglio, cucito, imbottitura, ecc) che, secondo noi, è meglio affidare ad un buon materassaio.
Pouf poltrona
Fatto preparare (o preparatolo, se si sanno usare forbici, ago e filo) il cuscino, indicativamente spesso sui 12/15 cm, tagliamo da un foglio di MDF da 15 mm una base lunga e larga 30 mm più delle misure del cuscino. Tagliamo anche quattro strisce, lunghe 30 mm più dei lati della base e larghe una metà dello spessore del cuscino (millimetro più, millimetro meno, non importa, è importante invece che le strisce siano tutte uguali fra loro), bisellandone a 45° i lati corti. Fissiamo le quattro strisce sui lati della base (colla e chiodini o viti affogate sotto filo e stuccate, spinatura cieca, tasselli piatti ecc, come si sa e si può) e completiamo la cassa con l’applicazione dei piedini o delle ruote fissati sotto i quattro angoli col sistema più adatto al tipo scelto.
Pouf contenitore
Il nostro sgabello a questo punto sarebbe già finito, ma non è che l’MDF brilli per estetica per cui, per renderlo accettabile alla vista oltre che comodo per i piedi, dobbiamo procedere ad un’accurata rifinitura che evidentemente va fatta in accordo con il rivestimento e la finitura del cuscino, a loro volta scelti in accordo al resto dell’arredo del locale. Nei passaggi seguenti lo vediamo in tre versioni più o meno lussuose. Quale che sia la finitura scelta ricordiamo che l’MDF non richiede alcuna preparazione per le facce, ma sui bordi tagliati o fresati, più assorbenti, va stuccato e levigato con la massima cura.
Varietà di piedi
Praticamente in ogni magazzino di bricolage o nei negozi per belle arti esiste un vasto assortimento di piedini di legno, torniti o squadrati, di piedini metallici o di plastica, cromati o verniciati e di rotelle più o meno robuste ed eleganti. La scelta dipende dal gusto personale e dallo stile che si desidera per il puf.
Le quattro sponde della cassa si tagliano a misura dei lati della base aumentata di 30 mm per consentirne la bisellatura a 45° e chiudere la base stessa fra le pareti. Possiamo anche tagliarle a misura esatta e fissarle sopra la base, con viti dal basso, coprendo la giunzione con una cornicetta.
Mentre la base del pouf, retta dai piedini o dalle rotelle, deve solo sopportare il peso dei piedi, le pareti sono sempre sottoposte a sollecitazioni sia avanti e indietro sia lateralmente, ogni volta che si cambia posizione. È perciò indispensabile curare la solidità dell’unione delle sponde fra loro (utili a ciò quattro squadrette avvitate sotto il bordo inferiore) ed alla base.
Versione casalinga, con piedi squadrati e rivestimento uso materasso.
Versione più sofisticata col vassoio montato su rotelle cromate piroettanti e col cuscino in tinta unita.
Montaggio e abbellimento del pouf fai da te
L’MDF si presta senza problemi alla fresatura. Qui si mostra la stondatura del bordo delle sponde (meglio farla al banco prima di tagliare e montare le liste) che va seguita da levigatura con grana 180, da stuccatura e nuova levigatura con grana 220 o superiore.
Alla varietà di aspetto dei piedini corrisponde quasi altrettanta varietà nel loro sistema di attacco che può prevedere la semplice avvitatura della foto, il fissaggio con bulloni passanti a testa piatta in madreviti inserite nel piedino o, soprattutto per le rotelle, l’attacco a piastra dal basso.
Levigati bordi e spigoli, la cornicetta decorativa si taglia più corta delle sponde senza tagliare a metà gli elementi decorativi che la caratterizzano. Va incollata centrandola in altezza e larghezza.
Nell’incollaggio va subito eliminata con uno straccio umido ogni sbavatura di colla. A presa sicuramente avvenuta si dà a tutta la cornice una mano di fondo sempre da levigare con cura. Le bombolette di vernice spray alla nitro comprendono anche colori metallici come l’oro qui usato per l’effetto di lusso orientale. Questi colori si danno in più mani sottili, lasciate asciugare bene.
Una macchina adatta a tutti coloro che vogliano essere liberi di tagliarsi i pezzi per le costruzioni con il legno; leggera e poco ingombrante, ha doti di tutto rispetto
La sega circolare da banco Einhell è l’omologo della circolare a mano, ma in versione stazionaria e, come questa, vanta il blasone di essere una delle macchine immancabili nel laboratorio di chi lavora il legno. Pur essendo il banco sega e la circolare “stand-alone” macchine della stessa natura e nate per un identico scopo, l’una non sostituisce l’altra ed entrambe si rivelano preziose. La differenza principale, ovviamente, riguarda il fatto che mentre la circolare a mano si porta al taglio sul pezzo, nel caso del banco sega, questo offre uno stabile piano d’appoggio per il pezzo, che viene condotto al taglio spingendolo verso la lama, che sporge dal piano quanto necessario, in squadra (a 90°) oppure con l’inclinazione voluta, tra i 90° e i 45°.
Questa differenza non è cosa da poco, innanzi tutto perché si possono tagliare anche pezzi piccoli, non gestibili con una circolare a mano, poi perché potendo appoggiare il pezzo su un piano, si possono sfruttare le guide laterali, quella parallela o quella ad angolazione regolabile, grazie alle quali si aprono innumerevoli possibilità di lavorazione del legno. In più va detto che con la lama fissa e un piano d’appoggio valido, si ottiene il massimo livello di precisione del taglio, anche nell’esecuzione di battute, incastri a mezzo legno e tenoni. Il banco sega, per sua costituzione, permette di lavorare comodi e spediti; le regolazioni sono rapide, grazie alla presenza di manopole che agiscono sull’inclinazione e sulla sporgenza della lama dal piano, ma risultano anche semplici da eseguire con la massima precisione, essendo ben visibile e controllabile nell’immediato l’effetto della regolazione. In queste pagine esaminiamo la sega circolare da banco Einhell TC-TS 2025/1 U, con l’ottimo rapporto prestazioni/prezzo.
Sega circolare da banco Einhell | Tre diversi modi per troncare
Utilizzando la battuta trasversale, in pratica una guida angolare regolabile, che scorre nel binario longitudinale del piano di lavoro, si ottiene la funzione di troncatrice della sega.
Con la lama in posizione verticale (90°) e la guida angolare a 90° l’altezza massima di taglio risulta di 85 mm. La profondità di taglio è determinata dallo spazio d’appoggio disponibile davanti alla lama.
Con la lama in posizione verticale (90°) e la guida angolare a 45° l’altezza massima di taglio è sempre 85 mm.
Con la lama inclinata a 45° e la guida angolare impostata a 90° o a 45° (non cambia) l’altezza massima di taglio risulta di 65 mm.
Macchina nuova, montaggio una tantum
Contenuto della confezione
Per ovvie necessità logistiche, la sega circolare da banco Einhell TC-TS 2025/1 è messa in confezione con le parti di contorno smontate; si tratta delle gambe di sostegno, rinforzi, estensioni laterali del piano di lavoro, protezioni, guide ecc.
Istruzioni di montaggio
Il montaggio non presenta alcuna difficoltà e risulta eseguibile con le chiavi esagonali incluse nella confezione. Il peso contenuto della macchina, le cui componenti principali sono montate dalla casa, permette a una persona da sola, senza eseguire sforzi, di ribaltare il corpo su un piano d’appoggio, per montare comodamente le quattro gambe. Inserite nelle loro sedi, dove un paio di rilievi di plastica per ognuna provvedono a tenerle in posizione, si applicano le viti e i dadi che le immobilizzano. Poi si procede con i traversi che le stabilizzano completamente.
Inserimento di elementi addizionali per evitare il ribaltamento
All’estremità delle due gambe posteriori si applicano elementi addizionali con la funzione di impedire il ribaltamento del banco; evenienza che altrimenti potrebbe verificarsi nel caso si spingesse in modo eccessivo, durante il taglio, un grosso pezzo di legno verso la lama.
Incastrare i piedini di gomma
Si incastrano i piedini di gomma, che frenano le gambe sul pavimento ed eliminano le risonanze date dalle vibrazioni durante il lavoro.
Montare le due estensioni laterali del piano di lavoro
Tenendo ancora la sega da banco rovesciata su un ampia superficie, si approfitta per montare le due estensioni laterali del piano di lavoro. Operando in questa posizione d’appoggio, dato che le sedi delle viti sono asolate, i piani aggiunti risulteranno perfettamente allineati e in quota con quello principale.
Prima di affrontare il lavoro
Si dovrebbe sempre dedicare un po’ di tempo al conoscere bene la macchina, quando se ne acquista una nuova, ma con le stazionarie la regola diviene ancora più severa, date le maggiori potenzialità. È bene sapere esattamente qual è la funzione di ogni manopola, interruttore o altro comando, andandone alla scoperta a macchina spenta e spina disinserita.
Il grosso manettino sul frontale agisce sollevando e abbassando la lama, quindi regola l’altezza di taglio. Sopra si nota una manopola più piccola: serve per rilasciare il basculamento laterale che permette di regolare l’inclinazione della lama sino a 45°. In basso a sinistra è situato l’interruttore di accensione (verde) e quello di spegnimento (rosso).
La lama in dotazione ha un diametro di 250 mm e ha 24 denti; la larghezza è di 2,8 mm e il foro centrale è di 30 mm. Il cuneo separatore, posto dietro, è già regolato.
Il cuneo, come sempre succede nelle circolari da banco, ha anche la funzione di supportare lo schermo protettivo della lama, che va montato serrando la piccola manopola laterale, ma non sino in fondo, in modo che sia libero di muoversi verticalmente. Sul retro dello schermo si innesta il tubo flessibile dell’aspirazione.
Con la linea di prodotti Scudosil facciate protette da sporco e muffa
Smog e degrado biologico sono una minaccia per le superfici murali, compromettendone aspetto e integrità. L’inquinamento atmosferico causa il deposito di materiali che con il tempo tendono ad ispessirsi e indurirsi, fino a diventare vere incrostazioni, mentre elevate concentrazioni di umidità nel supporto murario facilitano lo sviluppo di muffe e alghe.
Per proteggere le facciate esterne, Colorificio San Marco, presenta la linea Scudosil, nuova linea di prodotti a base di copolimeri silossanici modificati con tecnologia CleanMax. La speciale formulazione contrasta l’assorbimento dello sporco e permette all’acqua piovana di rimuoverlo dalle facciate esterne.
Per quali applicazioni è indicata Scudosil?
La linea Scudosil è indicata per sistemi di risanamento deumidificanti, rivestimenti termici a cappotto, nelle riqualificazioni e restauro di tutti gli edifici, anche quelli d’interesse architettonico.
Scudosil Intonachino KP
Sono previste diverse finiture, come il rivestimento murale pronto all’uso Scudosil Intonachino KP, disponibile con grana 1,2 o 1,5, indicato per sistemi di risanamento deumidificanti, rivestimenti termici a cappotto e nelle riqualificazioni e restauro dei centri storici.
Scudosil Riempitivo, invece, è il nuovo protettivo murale, specifico per la protezione e decorazione di superfici murali e per il completamento di cicli protettivi per intonaci di tipo diffusivo o deumidificante all’esterno.
A garanzia della protezione delle facciate esterne dai continui attacchi degli agenti atmosferici, i prodotti della nuova linea San Marco conferiscono alle superfici un’elevata idrorepellenza, un’ottima traspirabilità e un’efficace resistenza alle muffe e alle alghe.
Prima di procedere con l’applicazione dei prodotti, è necessario preparare in maniera ottimale le superfici, rispettando le indicazioni specifiche per i diversi supporti. Entrambi i prodotti sono tinteggiabili nell’ampia gamma di colori realizzabili con il Sistema Tintometrico Marcromie.
I nuovi prodotti della linea Scudosil di Colorificio San Marco rappresentano una soluzione ideale per assicurare la giusta protezione alle facciate esterne.
Dimensioni ideali, peso contenuto e impugnatura ergonomica, aggiungono valore alla grande maneggevolezza che l’alimentazione a batteria litio 18 V offre alla macchina
Che ci si trovi ad affrontare ampie superfici, come quella di un tavolo oppure quelle di oggetti di forma articolata, come una sedia o il telaio di una scaffalatura, il lavoro di levigatura richiede molta libertà di movimento. Il filo elettrico delle levigatrici convenzionali rappresenta quasi sempre un noioso impedimento e capita spesso, muovendo lo strumento, di incrociarlo con le braccia o i piedi.
La levigatrice a delta Einhell TE-OS 18 Li, alimentata con batteria al litio della famiglia Power X-Change, rientra nella categoria delle levigatrici a delta, con la piastra caratterizzata dalla tipica forma; le dimensioni contenute della macchina incrementano la grande maneggevolezza che offre l’alimentazione a batteria, permettendo di seguire senza sforzo, anche con una sola mano, le superfici più articolate, come quelle delle strutture formate da listelli a sezione quadrata, di cui ogni faccia deve essere raggiunta e levigata.
Caratteristiche innovative
In questo senso un forte aiuto viene anche dall’impugnatura ergonomica, con presa antiscivolo (softgrip). La macchina è completata da un filtro antipolvere con raccoglitore (Filterbox), utile per tenere più pulita la zona di lavoro, ma in dotazione c’è anche un adattatore per collegare, rimuovendo la scatola del filtro, il tubo flessibile di un aspiratore. Facendo parte della grande famiglia Power X-Change, la levigatrice a delta TE-OS 18 Li è disponibile “solo” senza batteria e caricabatteria; per contenere le dimensioni della macchina, con il Filterbox montato si può mettere solo la batteria da 1,5 Ah, già sufficiente per una buona autonomia; le batterie più capienti si montano togliendo il filtro e applicando l’adattatore per tubo di aspirazione.
Cosa troviamo in dotazione
In dotazione, con la levigatrice triangolare TE-OS 18 Li ci sono Filterbox (contenitore più filtro antipolvere), l’adattatore per tubo flessibile di aspirazione e 6 fogli di carta abrasiva per legno, 3 di grana 120 e 3 di grana 240.
Il Filterbox è innestato a pressione sul tubo di uscita polveri. Il coperchio nero si rimuove per provvedere allo svuotamento del contenitore.
In caso di lavoro intensivo, per mantenere ancora più pulita l’area di lavoro e allungare la vita della carta abrasiva, si collega un aspiratore innestando il raccordo.
Con il Filterbox in sede, la batteria utilizzabile sulla levigatrice è quella con capacità di 1,5 Ah. Per usare batterie più capienti è necessario smontare il Filterbox e applicare il raccordo per aspiratore.
Una sola batteria per tante macchine
Power X-Change è il sistema di batterie di Einhell, sempre in evoluzione, sinonimo di multifunzionalità, combinabilità e risparmio. Con questo sistema si elimina la necessità di impiego di diverse batterie e caricabatteria per i nostri elettroutensili: per tutti i prodotti della serie Power X-Change, infatti, si utilizza un solo caricabatteria e una sola batteria; averne più di una può essere utile soltanto per non fermarsi mai neppure nei lavori lunghi e continuativi.
Il sistema è composto da batterie da 18 V con sei capacità di carica differenti in grado di alimentare più di 60 apparecchi diversi che possono essere acquistati anche come apparecchi singoli, quindi senza batteria e caricabatteria.
Annullare totalmente il rischio di infortunio non è possibile, ma possiamo abbassarne drasticamente le probabilità utilizzando i prodotti Poupy per la sicurezza dei bambini
La prevenzione è la prima arma nelle nostre mani per cercare di evitare infortuni domestici ai nostri bambini; la si mette in atto non solo avendo particolare riguardo nel gestire intelligentemente oggetti e materiali pericolosi, ma soprattutto utilizzando dispositivi specifici in grado di abbattere drasticamente il rischio. In tal senso i produtti Poupy rappresentano un validissimo aiuto, sono infatti studiati con i migliori standard qualitativi per prevenire situazioni critiche come: colpi accidentali negli spigoli di tavoli, mobili, ripiani – aperture indesiderate di cassetti, ante, frigoriferi, wc – inserimento di oggetti e dita nelle prese elettriche – chiusure accidentali di porte ecc. Sul sito www.poupy.eu possiamo trovare, inoltre, numerosi articoli interessanti, tutti Made in Italy, per i nostri bambini.
La gamma di prodotti Poupy per la sicurezza dei bambini comprende:
Paraspigoli triangolari e smussati
Chiusura universale per ante, porte, finestre, ecc
I paraspigoli triangolari sono particolarmente indicati per offrire protezione da superfici che presentano spigoli vivi molto definiti come, ad esempio, tavolini in vetro da salotto o ripiani sporgenti. I paraspigoli arrotondati, invece, sono più indicati per spigoli che presentano una stondatura, come molti tavoli in legno presenti nelle nostre cucine.
Chiusura universale per ante, porte, finestre, ecc
La chiusura universale è un dispositivo di sicurezza che impedisce ai bambini l’apertura di porte, ante, finestre, frigoriferi, water, ecc. Il montaggio è semplice e prevede pochi passaggi:
1, 2 Si inserisce la cinghia in dotazione nell’apposita sede del gancio a scatto, regolandone l’escursione in funzione dell’utilizzo.
3, 4 Il nastro biadesivo fornito in dotazione va applicato sulla parte inferiore del dispositivo di bloccaggio e sulla porzione estrema della cinghia.
5, 6 Si asporta la protezione del nastro bi-adesivo dalla cinghia, fissandola in posizione con una leggera pressione delle dita. Asportiamo anche la protezione dal dispositivo di bloccaggio.
7,8 Valutata la corretta posizione, applichiamo il dispositivo di fissaggio alla superficie e inseriamo il gancio a scatto per assicurare la chiusura.
9 Per aprire il dispositivo, dobbiamo esercitare una certa pressione (non alla portata di un bambino piccolo) sul gancio a scatto.
Copripresa
Copripresa utili per impedire ai bambini di inserire le dita o altro oggetto appuntito nelle prese elettriche. Si adattano alle prese da 10A e 16 A con e senza messa a terra.
Segnale bimbo a bordo per macchina
Quando si è in viaggio è sempre opportuno segnalare agli altri conducenti che abbiamo bimbi a bordo e per farlo non c’è nulla di meglio che un pratico segnale grafico dotato di comoda ventosa adesiva da applicare al vetro posteriore dell’auto.
Sul sito www.poupy.eu possiamo trovare numerosi articoli interessanti, tutti Made in Italy, per i nostri bambini.
La stabilitura è lo strato finale di intonaco, applicato per rifinire lo strato grossolano che uniforma il muro e nasconde le tracce degli impianti
La stabilitura ad arenino, conosciuta anche come “stabilitura civile”, si esegue su due strati di intonaco, il massiccio “rinzaffo” di aderenza e il protettivo “arriccio”. Non è altro che un intonaco a grana fine, costituito da una miscela di calce e leganti idraulici (calce idraulica) che può avere rugosità più o meno evidente.
Per rasare muro con arenino il supporto deve presentarsi stabile e umido, quindi non troppo stagionato; è meglio stendere un primer prima di rasare il muro, per evitare la formazione di grosse zone soggette a distacco.
Se il sottofondo è irregolare e grezzo, la stabilitura da applicare deve avere una granulometria idonea a questa situazione; per contare su una durata maggiore è preferibile l’utilizzo di prodotti idrofugati.
Da sapere:
L’aspetto rustico si ottiene applicando una finitura rustica fine sull’intonaco di sottofondo, da stendere in due passate con una spatola metallica. Lavorando poi la superficie con un frattazzo di spugna bagnato si “tira” lo strato applicato per far meglio risaltare l’effetto bucciato.
Cosa serve per applicare la stabilitura ad arenino
Preparazione e applicazione della stabilitura ad arenino
Per rasare una parete l’impasto deve avere una discreta consistenza e va preparato diluendo nella quantità indicata di acqua il prodotto in polvere, da amalgamare senza formare grumi con una frusta montata sul trapano.
Preleviamo con la cazzuola una quantità opportuna di impasto e depositiamola sulla manara. Iniziamo applicando poco materiale e aumentiamo la quantità man mano che acquisiamo esperienza.
Trasferiamo l’impasto sulla parete con passate successive della manara che lo regolarizzano e lo stendono in modo uniforme. Eseguiamo movimenti semicircolari dal basso verso l’alto.
Prima della completa asciugatura passiamo il frattazzo di spugna per eliminare i risalti lasciati dalla manara. Le zone già troppo asciutte possono essere inumidite nebulizzando poca acqua.
Stabilitura su cartongesso
Terminato il montaggio delle lastre, stucchiamo i giunti e le teste delle viti. Specifici rasanti permettono di realizzare una finitura ad arenino anche sul cartongesso, previa applicazione di primer che limitano l’assorbenza.
Finitura a calce
Le finiture a base di grassello di calce assicurano la massima traspirabilità e la minor resistenza alla diffusione del vapore, quindi assecondano il passaggio dell’umidità dall’interno all’esterno, evitando formazioni di condensa.
Arenino colorato
La miscela di calce e leganti idraulici per la finitura ad arenino può essere scelta in un’ampia gamma di prodotti non solo di colore biancastro, ma anche colorati.
Il vantaggio è quello di ottenere una superficie finita in un’unica passata, che può costituire un’ottima base per la realizzazione di effetti nuvolati, spugnati, tamponati con tonalità diverse sovrapposte dopo l’asciugatura dell’intonaco.
La superficie va comunque trattata con un primer che favorisca l’adesione.
L’aspiratore è un ottimo ausilio per qualsiasi frangente ci si trovi ad affrontare, ma deve essere ben accessoriato, potente, capiente e versatile
Abbiamo già detto tante volte quanto sia importante avere in laboratorio un buon aspiratore; non è soltanto questione di pulire l’ambiente in cui si lavora, ma soprattutto di salvaguardare la propria salute, l’efficienza delle macchine con cui si opera e, non ultimo, la migliore esecuzione del lavoro. Durante un progetto di costruzione, si taglia, si pialla, si leviga, si fresa ecc. In ogni operazione si produce scarto in termini di polvere, segatura, trucioli.
Le particelle più leggere prendono il volo e, se non si porta una maschera protettiva, in parte vengono inalate; quelle pesanti, restando sul posto, tendono a inibire i movimenti della macchina, mettendola sotto sforzo; inoltre, distribuendosi sul piano di lavoro, impediscono di vedere distintamente come si sta procedendo.
Le possibilità con un aspiratore funzionale e potente
Anche se non è possibile tagliare una tavola senza lasciare per terra un po’ di polvere di legno, con un aspiratore funzionale e potente la dispersione resta minima. Quindi sì alla potenza, ma anche alla capienza del serbatoio e non solo. Fondamentale è la presa per l’elettroutensile con disponibilità di elevata potenza servita: quando si accende l’elettroutensile si avvia anche l’aspiratore e al suo spegnimento, dopo pochi secondi (il tempo di rimuovere le polveri ancora in sospensione), segue quello dell’aspiratore.
Non ultimo, per completare il quadro di un aspiratore eccellente per il proprio laboratorio, va aggiunta la possibilità di aspirare anche i liquidi, la presenza della funzione di soffiaggio, la disponibilità di un serbatoio inox da 40 litri con tappo di svuotamento, un ottimo rapporto fra potenza aspirante e consumo di corrente, una ricca dotazione di accessori solidi e fatti bene come quelli dell’Einhell TE-VC 2340 SA.
Come si presenta l’aspiratore Einhell TE-VC 2340 SA
La dotazione dell’aspiratore Einhell TE-VC 2340 SA comprende il filtro pieghettato, un sacchetto di raccolta, due tubi rigidi di aspirazione di cui uno estendibile, il tubo flessibile di aspirazione, il raccordo per il collegamento del tubo con gli elettroutensili, diversi accessori di pulizia fra cui una bocchetta combinata, una a beccuccio e una con spazzola. Nella confezione le ruote sono smontate.
Il montaggio delle ruote
Rimossi tutti gli accessori, sistemati per il confezionamento all’interno del contenitore, si ribalta sul bancone l’aspiratore per l’applicazione delle ruote, iniziando dalle posteriori, più grandi.
L’asse va inserito prima in una ruota, bloccandone la fuoriuscita con una copiglia di sicurezza, poi nella propria sede situata nel basamento.
L’asse sporge sul lato opposto e vi si applica la seconda ruota, fissando anche questa con un’altra copiglia e mettendo in mezzo una rondella. Tutto ovviamente in dotazione.
Il montaggio delle ruote grandi si conclude con l’applicazione delle due coperture di finitura, che si incastrano a scatto.
Le due ruote piccole hanno un perno che si inserisce a pressione nell’apposita sede, in posizione d’angolo del basamento. Queste sono pivotanti, ovvero ruotano liberamente di 360 gradi attorno al perno stesso. Troviamo che l’accoppiata di due ruote grandi fisse e due piccole pivotanti sia la combinazione migliore per spostare l’aspiratore nell’ambito del laboratorio.
L’installazione dei filtri
I filtri in dotazione, in realtà, sono due: oltre al già citato filtro pieghettato, viene fornito un filtro di spugna da mettere obbligatoriamente al posto del primo quando si aspirano i liquidi.
Il filtro pieghettato si calza attorno al cestello, mandandolo sino in fondo, poi si ferma con il tappo con chiusura a baionetta.
Per l’aspirazione delle polveri asciutte si monta anche il sacchetto di raccolta, che si innesta nella sporgenza del bocchettone di aspirazione, posto nella parete del contenitore inox.
Il gruppo motore, così allestito, si applica al contenitore, inserendo la protuberanza del filtro pieghettato in mezzo allo sviluppo del sacchetto di raccolta.
I tubi rigidi di aspirazione sono molto robusti, perché fatti di metallo. I due (uno curvo funge da manico, l’altro diritto da prolunga) si uniscono a pressione, avendo l’estremità leggermente conica da un lato e fatta a bicchiere dall’altro.
La prolunga diritta è telescopica: si allunga e si accorcia premendo il pulsante nero.
Nella testa del gruppo motore c’è un secondo attacco per il tubo flessibile: attaccandolo in questo punto l’aspiratore diventa un soffiatore.