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Isolamento termico delle finestre

La mia casa ha alcune finestre con il vetrocamera, altre con doppia finestra e altre infine con semplice finestra; volendo migliorare l’isolamento termico delle finestre semplici quale soluzione ritenete più conveniente?Roberto Del Nero (Treviso)

A nostro parere la soluzione migliore resta quella di installare un serramento singolo con vetro camera e guarnizione  di tenuta; la doppia finestra costa il doppio e bisogna fare i conti con la condensa che si crea sulla parte interna del vetro esterno. A livello teorico, poi, l’intercapedine tra i due vetri non dovrebbe superare un certo valore ( circa 20 mm ) per evitare il formarsi di moti convettivi nell’aria fonte di dispersioni: nel caso del doppio serramento la distanza che intercorre tra le due finestre è ben superiore.

Installare pannelli fotovoltaici da solo

Ho deciso di installare pannelli fotovoltaici da solo sul mio tetto di casa singola costruita negli anni 60/70 con le dovute accortezze castelli a norme e corde di sicurezza e solo con l´aiuto di un mio amico elettricista.devo fissare le staffe di fissaggio delle guide  per i pannelli fotovoltaici.sono incerto quale tipo di chimico usare tra i molti marchi che esistono in commercio.potete darmi qualche consiglio?distinti saluti e grazie.possono andare bene tutti o magari ci sono quelli piu indicati per questo tipo di lavoro dato che queste staffe devono reggere per anni e anni al freddo al gelo e al caldo torrido estivo.qualche mio amico mi ha consigliato anche di fare qualche foro passante con le dovute accortezze di iperabilizaazione ma io su questa soluzione sono un po perplesso.

Un ancorante chimico molto forte, di sicuro resistente sia alle più alte che alle più basse temperature imposte dal clima, nonché inattaccabile dagli acidi, dall’umidità e dall’acqua, è il fischer FIS VT 380 C. Il prodotto è in tubo coassiale, con erogatore che miscela i due componenti in fase di estrusione. E’ adatto sia ai supporti pieni (calcestruzzo non fessurato, pietra, mattone pieno), sia ai supporti forati (poroton, doppio UNI, blocchi cavi) con i quali si devono utilizzare i tasselli a calza FIS HN o a rete FIS HK.
Non consiglio la realizzazione di fori passanti per questo tipo di fissaggio per evitare l’instaurarsi di ponti termici e, alla lunga, di possibili infiltrazioni.

Sverniciare un mobile d’epoca

Qual è il modo migliore per sverniciare un mobile d’epoca di legno massiccio (non so che essenza sia) senza rovinarlo? Grazie, Daria

La sverniciatura di un mobile va effettuata solo quando si è deciso di applicare una finitura diversa da quella originale; in particolare, i mobili antichi, la cui patina va salvaguardata ad ogni costo, dovrebbero soltanto essere oggetto di una pulitura superficiale in modo da poterli rilucidare efficacemente. Se è decisa la sverniciatura si procede con prodotti adeguati alla tenacia della finitura esistente.Ad esempio volendo rimuovere la finitura a gommalacca si usa alcool a 95° che è il solvente utilizzato anche in fase di stesura.Salendo di livello si usano gli sverniciatori o decapanti, con le dovute precauzioni per via delle loro proprietà caustiche. Il prodotto ammorbidisce la vernice che può essere rimossa con vari strumenti: una spatola permette ad esempio di procedere velocemente sulle parti piane ma bisogna stare attenti a non segnare il legno; la paglietta tende ad impastarsi ma consente di seguire meglio le forme e non rovina, ecc.Salendo ancora c’è la soda caustica, pericolosa perché altamente corrosiva e sconsigliata, almeno per quel che riguarda i mobili d’epoca, perché sbianca il legno, lo rovina se non utilizzata correttamente e in più richiede un risciacquo abbondante che bagna troppo il legno. Usarla soltanto quando gli altri metodi non hanno avuto successo.

Piallare un tavolo

Dovendo piallare un tavolo largo, per esempio, 150mm e non disponendo di pialla di adeguata larghezza è possiblie ottenere un lavor accettabile utilizzado un pialletto elettrico di tipo portatile con larghezza i piallatura di 82 mm? Gianni Grandi

Piallare un tavolo di larghezza superiore alla suola del pialletto elettrico è senz’altro possibile, e lo dimostra il fatto che i falegnami di un tempo, armati della sola pialla manuale, riuscivano a piallare tavole di ogni misura. Per ottenere risultati perfetti serve certamente una buona manualità, ma anche un dilettante può raggiungere un livello accettabile di precisionese si effettuano di volta in volta passate molto leggere e distribuite uniformementesu tutta la superficie. Come alternativa si può costruire una sorta di dispositivo a “spessore”, cioè una sorta di supporto che consenta al pialletto di muoversi lateralmente su gude senza variare la sua distanza rispetto al piano di lavoro su cui far scorrere la tavola.

Sedia dondolo da restaurare

Ho in casa una sedia dondolo, non antica, ma comunque di stile interessante che mi piacerebbe restaurare sia nella struttura sia nella seduta con impagliatura intrecciata molto sottile.Come posso procedere? Fiavio Vitaliti (Torino)

Se la sedia dondolo è del tipo Thonet, cioé è costruita con legno piegato a caldo, la sua finitura classica dovrebbe essere a gommalacca nera o marrone scuro, ma la cosa è impossibile da fare con la sedia montata e non è certo il caso di smontarla. Meglio scartavetrarla accuratamente, prima con carta 120 e poi con carta 400; elimini tutta, ma proprio tutta, la polvere con uno straccio umido, lasci asciugare e ripassi tutto il legno con un impregnante a protezione totale dandolo con pennello morbido in tre mani sottili, ma non tirate. Per l’’impagliatura, se è del tipo paglia di Vienna come crediamo e non ci sono fili rotti, dovrebbe bastare l’applicazione di panni umidi davanti e dietro per pulire e “rianimare” il tessuto.

Chiudere il ripostiglio

Vorrei chiudere il ripostiglio, cioè ho un armadio a muro con apertura di 1200 mm che vorrei chiudere con porte del tipo a paravento. Vorrei avere un po’’ di informazioni sul numero delle ante, sul loro peso, sulle cerniere da usare, su binari e rotaie di scorrimento. Nicola Antonante (Taranto)

Le porte a paravento è preferibile che siano realizzate con un numero pari di ante così che i perni di articolazione (superiori e, se del caso, inferiori) vengano a trovarsi sempre sull’angolo interno, rispetto alla chiusura, della seconda anta. Con ante dispari, infatti, l’ultima rimane “a bandiera”, svincolata dalle rotaie a meno di montare i perni di articolazione sulla mezzeria con conseguente perdita di profondità dell’armadio. Nel suo caso, quindi, per chiudere il ripostiglio, sono preferibili ante larghe 300 mm, o in due coppie apribili simmetricamente o in unico pacchetto apribile solo lateralmente. Se non esiste problema di spazio non ci sembra il caso di ridurre la larghezza delle ante che dovrebbe diventare 200 mm in una soluzione 2+4 o addirittura 150 mm in una soluzione 4+4 simmetrica o di 8 pannelli con apertura solo laterale. Aumentando il numero delle ante, poi, aumenta lo spessore del pacchetto in apertura con riduzione dello spazio di ingresso nell’armadio. In ogni buon negozio di ferramenta si trovano kit di rotaie e perni di articolazione per porte scorrevoli di portata più o meno alta. A meno che lei intenda usare ante di peso unitario superiore ai 10 kg basta solo la rotaia superiore, con un lavoro più semplice ed evitando a terra l’ingombro della rotaia d’appoggio, il cui montaggio richiede un’assoluta perpendicolarità rispetto a quella superiore e crea ostacoli per la pulizia. Le ante ai due estremi sono di solito incernierate in alto e in basso con perni che entrano in bussole che possono essere o fissi, da montare come le cerniere “a pollice”, o più spesso uno, quello inferiore, fisso e retraibile, mentre quello superiore con molla di spinta.

Guida completa all’installazione di una grondaia

Una grondaia non è un semplice elemento devoluto al deflusso delle acque piovane: è un elemento di estrema importanza che occorre conoscere a fondo ed eventualmente saper installare in autonomia

L’acqua piovana che cade sul tetto si raccoglie nelle grondaie, canali a sezione semicircolare o quadrata che corrono lungo la linea di gronda delle falde e che, attraverso il pluviale (canale di gronda), cioè il tubo di discesa, convogliano l’acqua nelle fognature. Un agevole scarico dell’acqua è assicurato da un pluviale di 80 mm di diametro per ogni 50 m2 di tetto; però, in zone soggette a frequenti e intensi temporali, è meglio aumentare il diametro o il numero dei pluviali.

Come è fatta una grondaia

come è fatta una grondaia

La grondaia viene agganciata lungo la linea di gronda della falda, a pochi centimetri dal bordo. Raccoglie l’acqua piovana che viene fatta confluire nel pluviale, fino a raggiungere il pozzetto di raccolta collegato alle fognature. La tipologia della gronda e dei pluviali dipende dalla quantità e dal tipo di precipitazioni meteoriche ed anche dalla forma del tetto. Un tetto complicato, con molte falde e a quote variabili, presenta un sistema di scolo molto complesso e dispendioso.

La pendenza

Le grondaie non devono essere orizzontali: ogni tratto di gronda deve pendere leggermente (1%) verso il corrispondente pluviale. L’industria mette a disposizione sagome e sezioni di grondaia per ogni tipo di tetto ed ogni grondaia ha un sistema specifico di attacco alla falda del tetto: di solito è possibile regolare facilmente con le mani l’inclinazione delle staffe di sostegno per dare ai canali la pendenza voluta.

Il collegamento tra gronda e pluviale viene fatto con giunti (bocchelli) che possono essere saldati o ad incastro. Dal giunto un tratto con due curve permette al pluviale di portarsi a contatto con la parete verticale. Le staffe, da fissare solidamente al muro con tasselli, debbono reggere i vari tratti di pluviale; in genere occorre una staffa ogni due metri di pluviale.  Alla base, il pluviale scarica in un pozzetto e l’acqua defluisce nelle condutture delle acque bianche.

I materiali

Le grondaie possono essere in

  • metallo zincato,
  • rame,
  • acciaio inox
  • in materiale termoplastico

La lamiera zincata subisce molto l’incremento dell’acidità delle piogge. La conseguenza è una forte corrosione che avviene immancabilmente nei punti di ristagno dei canali che finiscono solitamente per forarsi.

Il rame è il materiale elettivo per la sua resistenza nel tempo agli agenti atmosferici, inoltre la sua lavorabilità e duttilità favorisce le nuove installazioni e le riparazioni. Con materiali quali il PVC si ottiene una facilità di installazione e riparazione forse ancora maggiore rispetto al rame, a scapito di una durata nel tempo sicuramente minore.L’acciaio inox, infine, comporta costi molto elevati e l’installazione da parte di personale dotato di competenza ed attrezzature adeguate.

Sviluppo di una grondaia in rame

sviluppo grondaia

L’impianto di raccolta delle acque piovane è un’opera che caratterizza esteticamente la casa e deve essere efficiente per lungo tempo. La scelta del materiale (che deve essere inalterabile) si restringe presto a due soli concorrenti: acciaio inox e rame. Il primo viene spesso respinto dagli uffici tecnici comunali, specie quando si tratta di ristrutturazioni in centri storici; il suo inalterabile scintillio mal si abbina a pregevoli palazzi e antiche facciate.

Il rame, invece, ha la tendenza a scurirsi rapidamente quando rimane esposto agli agenti atmosferici: la pellicola bruna di ossido che copre il rosso scintillante dei pluviali e delle gronde è dura e resistente e protegge il metallo sottostante da ulteriori aggressioni preservandolo a lungo inalterato.

Componenti

elementi grondaia
Tutti gli elementi per costruire un impianto di scarico delle acque piovane hanno ottime caratteristiche estetiche.
  1. bocchello di scarico da stagnare all’esterno
  2. angoli di gronda saldati o in un solo pezzo
  3. sostegni e bandelle per ancorare le gronde al tetto
  4. testate piane ad incastro
  5. collari con vite di rame per il sostegno del pluviale
  6. testate emisferiche a saldare
  7. bocchette di scarico svizzere
  8. collettore a catinella
  9. parafoglie universale
  10. travasatori con griglia filtrante per la deviazione e la raccolta del flusso d’acqua
  11. spostamento o doppio gomito saldato
  12. gomiti con angoli di curvatura da 40° a 85°
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  • STRUTTURA MODULARE: Composto da una serie di elementi collegabili tra loro, il gocciolatoio può essere adattato a diverse altezze e configurazioni, rendendolo versatile per ogni tipo di grondaia. Installazione semplice, Si collega direttamente al bocchettone della grondaia, senza bisogno di interventi invasivi.
  • VANTAGGI AMBIENTALI: Recupero dell’acqua piovana: Il sistema può essere abbinato a un serbatoio o a un recuperatore, favorendo il riutilizzo dell’acqua per irrigazione o pulizie. Riduzione dell’erosione del suolo: Il deflusso controllato evita che l’acqua scavi il terreno alla base dell’edificio. Materiali sostenibili: Molti modelli sono realizzati in metalli riciclabili come rame, acciaio inox o alluminio.
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Il montaggio

Solitamente, nel caso del montaggio, si assemblano a terra tutti i pezzi piccoli, preparando segmenti di gronda con pareti di chiusura terminali (testate), oppure di angoli per il raccordo con il proseguimento su un altro lato. Quando tutti i pezzi sono stati tagliati, giuntati e preparati con i relativi collettori di discesa, possono essere applicati al tetto.  Il montaggio si esegue in due modi diversi a seconda che il profilo delle grondaie sia curvo o a scatola.

Se il profilo è curvo la grondaia deve essere inserita in una serie di staffe applicate alla copertura in legno sotto le tegole (o a tavole inchiodate ai puntoni del tetto). Se, invece, la grondaia è a sezione quadrangolare, la sospensione avviene usando piattine metalliche (dello stesso metallo delle grondaie) che si inseriscono sotto la nervatura della parte esterna. Esse vengono rivettate alla grondaia, dalla parte opposta, dove questa si appoggia al tetto, e sono quindi inchiodate alle tavole di sostegno.

Come montare una grondaia in rame

come montare una grondia in rame
  1.  l’installazione inizia con il fissaggio delle staffe
  2. per dare la giusta pendenza verso il pluviale è necessario tendere le lenze per rispettare le quote. Si scende di 10 mm ogni metro.
  3. nel mettere in sede i segmenti di grondaia bisogna prevedere i punti di collegamento con i pluviali e predisporre un ampio foro; inoltre si rendono necessari numerosi aggiustamenti per accorciare o adattare le parti, in funzione della loro unione. Occorre tenere a disposizione seghetto da ferro, cesoie per lamiere e, possibilmente, la roditrice.
  4. le giunzioni possono essere sigillate con mastice isolante, ma è meglio effettuare una saldatura a stagno.
  5. la scossalina, da fissare al tetto, protegge il bordo esposto di questo, fra tegole e tavolato. Va posta anche negli angoli di convergenza interna di due falde del tetto (converse).
  6. una reticella sagomata posta sull’imboccatura del pluviale impedisce che in esso cadano foglie e detriti.

Come montare facilmente una grondaia, guarda il video

Saldatura o Rivettatura?
La saldatura dei componenti  è un sistema molto robusto e definitivo di unione dei vari elementi. Il lavoro, che solo nel caso di grondaie di rame è semplice ed eseguibile da chiunque, consiste nell’accavallare i due pezzi e nell’applicare un disossidante in pasta o liquido. Si utilizza il saldatore a mazzetta di buona potenza: dopo aver ben riscaldato le parti da unire, si avvicina la bacchetta di stagno che fonde e si allarga sulla giunzione e, per capillarità, nella fessura tra i due pezzi. Si prosegue con le discese inserendo i tubi nei collettori e realizzando curve e raccordi semplicemente ad incastro, quindi si fissano le discese alla muratura con i collari ancorati a parete tramite il gambo con tassello

Saldare e rivettare una grondaia

saldare e rivettare
  1. se si è in possesso dell’attrezzatura, il terminale della grondaia e la giunzione con il pluviale, si possono saldare. Lo si fa a terra, dopo aver misurato e tagliato le parti.
  2. in alternativa si usa la rivettatrice  per tenere uniti i pezzi di lamiera e, per sigillare le fessure che farebbero passare l’acqua, si utilizza il silicone specifico per lattoneria

Sigillare i giunti

sigillare giunti

Nel caso di perdite d’acqua in punti limitati della grondaia si può intervenire localmente:

  1. innanzitutto si pulisce bene la parte interessata togliendo polvere e unto.
  2. si applica una striscia di carta catramata partendo dal profilo rivolto verso il tetto e venendo verso l’esterno seguendo bene tutte le pieghe.
  3. si fa aderire al meglio la carta adesiva premendola energicamente con una spatola di plastica.

Grondaie in PVC

grondaia pvc
  1. un sistema di raccolta e scarico delle acque piovane in PVC non differisce per nulla rispetto a quelli realizzati in rame. Il PVC si dimostra molto resistente alle basse temperature e ai raggi solari; ha un’ottima lavorabilità e facilità di unione con adesivi.
  2. anche con le grondaie in PVC  il sostegno è costituito da staffe fissate al bordo della copertura, mentre i raccordi sono ad incastro, con particolari guarnizioni di tenuta.
  3. il sistema di gronda in PVC presenta diversi elementi accessori interessanti. Un segmento di pluviale, da inserire ad un metro circa da terra, contiene una saracinesca che intercetta parte dell’acqua in caduta e la convoglia verso un contenitore o un serbatoio di raccolta da utilizzare, per esempio, per l’irrigazione del verde

Montaggio della grondaia in PVC

taglio pvc

La grondaia in PVC ( a volte confusa con la gronda in plastica) consente un montaggio ancora più agevole rispetto a quelle in metallo.

  1. calcolato l’esatto punto in cui va collocato il raccordo, lo si mette in posizione e si segna il contorno del foro da fare.
  2. con il seghetto da ferro si apre il foro seguendone i contorni. Si rifinisce con una lima tonda o carta vetrata.
  3. il raccordo si incastra sulla grondaia lavorando a terra, sia che si tratti di pezzi da unire con la colla, sia che la sigillatura sia ad incastro con guarnizioni di gomma.
  4. il PVC si taglia molto facilmente con un seghetto da ferro; se necessario si dà una passata di carta vetrata medio-fine sui margini del pezzo da utilizzare.
  5. le colle studiate per le giunzioni in PVC e per l’utilizzo specifico delle grondaie sono prodotti monocomponenti con massima resistenza nel tempo agli agenti atmosferici. Un cordone regolare garantisce tenuta e sigillatura.

Pozzetti e griglie

pozzetti di raccolta

1: per la raccolta al suolo dell’acqua piovana si utilizzano tombini e canalette prefabbricate dotati di griglia, che possono far confluire l’acqua in fossi, sistemi di drenaggio oppure nella rete fognaria. In questo caso tali elementi devono essere anche forniti di tubazione sifonata per evitare il risalire di miasmi fognari.
2,3,4: le griglie di protezione devono garantire la pedonabilità e, all’uso, anche la carrabilità. Ne esistono di varie tipologie, in materiale metallico o sintetico. Tutte sono asportabili per accedere all’interno dello scolo.
5: le canalette (in questo caso di cemento) si inseriscono in scavi sufficientemente profondi per risultare a filo del suolo. è necessaria un’inclinazione di un centimetro al metro.
6: la griglia metallica si inserisce nelle scanalature. Se è costituita da elementi di limitata lunghezza, è più facile da asportare per le pulizie interne.

Leggi anche: Come pulire le grondaie

Come fare una prolunga elettrica

Realizzare fai da te una prolunga elettrica non è difficile, ma occorre conoscere in giusti passaggi per un lavoro ben fatto

Per fare una prolunga elettrica è opportuno innanzitutto scegliere il cavo giusto: per la maggior parte degli utilizzi esso dev’essere composto da almeno tre conduttori di cui uno giallo-verde per la “terra”.

La sezione di ciascuno, supponendo di non superare un assorbimento di 1500 W, dev’essere di almeno 1,5 mm. In genere i cavi da prolunga sono a doppio isolamento, con i tre cavi fasciati in una guaina di PVC piuttosto spessa.

fare-una-prolunga

  1. la preparazione dei conduttori della prolunga elettrica prevede l’eliminazione della guaina esterna con pinze spellacavi o praticando con cautela piccole incisioni con la punta delle forbici.
  2. l’interno della guaina esterna è in genere cosparso di talco per cui non è difficile, tirando con forza, sfilare la parte esterna e liberare per circa 5-6 cm i tre conduttori.
  3. ciascun cavo viene ulteriormente privato dell’isolante per una lunghezza di circa 1 cm attraverso i fori calibrati di una pinza spellafili multifunzione che non danneggia il conduttore di rame.
  4. la parte di cavo nudo viene ritorta e inserita in un capocorda rigido, da serrare con l’apposita pinza, che serve a tenere uniti i sottili fili di rame ed a facilitare l’inserimento nei morsetti proteggendo nel contempo il conduttore.
  5. si fissa il filo nel ponticello passacavo e si inseriscono i conduttori nei morsetti conici.
  6. la stessa operazione si effettua anche dall’altro capo della prolunga elettrica, in cui si va ad installare una presa di corrente.

prolunga-elettrica

Consigliamo la lettura della nostra guida sul corretto dimensionamento dei cavi elettrici per realizzare una prolunga in grado di soddisfare adeguatamente l’assorbimento elettrico degli elettroutensili che si utilizzano.

Come prolungare la ciabatta

Le ciabatte che troviamo in commercio spesso hanno un cavo di alimentazione troppo corto per i nostri scopi: realizziamone una “ad hoc” utilizzando un cavo elettrico di lunghezza adeguata

fare una prolunga con la ciabatta

  1. con le forbici da elettricista incidiamo la guaina esterna del cavo elettrico in modo da portare in evidenza i conduttori interni (fase, neutro, terra).
  2. apriamo il corpo della ciabatta svitando le quattro viti che serrano il coperchio alla suola.
  3. utilizzando la pinza spellafili, asportiamo una porzione di guaina dalla fase, dal neutro e dalla terra, in modo da mettere in evidenza le trecciole di rame.
  4. colleghiamo i conduttori ai morsetti interni della ciabatta agendo sulle apposite viti di serraggio.Fissiamo la terra (filo giallo-verde) nel morsetto centrale.
  5. blocchiamo il cavo elettrico al corpo della ciabatta serrando l’apposito fermacavo. All’altra estremità del filo eseguiamo le medesime operazioni per l’installazione della spina.

cavo-ciabatta-elettrica

ciabatta

Cerniere per serramenti in legno

Vorrei sapere come si chiamano le cerniere per serramenti in legno incassate. E l’indirizzo di un rivenditore a Torino. Vi ringrazio e vi porgo distinti saluti.

I nomi generici delle cerniere (tipo anuba, a libro, a compasso, a bilico, ecc) sono spesso affiancati da quelli che attribuisce l’azienda costruttrice ad un suo prodotto, con la conseguenza che è abbastanza difficile fare una catalogazione efficace dei tantissimi tipi di cerniera in commercio. Per la scelta, se questo è il problema, la cosa migliore è rivolgersi ad un centro ben fornito, magari dove si possano guardare e toccare con mano le soluzioni offerte.

Per fare alcuni esempi:

OBI
Via Gozzano 6 A/B
10040 Rivalta di Torino (TO)
Tel. 011 902290

SELF
Corso Sebastopoli 39/bis
10134 Torino (TO)
tel. 011 3040772

LEROY MERLIN
Moncalieri
Via Postiglione, 2
10024 Moncalieri (TO)
tel. 011 6894500
Numero verde:
800 188 862

FERRAMENTA BERTOLINO
corso G. Cesare 88
10154 Torino (TO)
tel. 011 852384

Impianto termoidraulico | Tipologie di installazione

Un’analisi dell’impianto termoidraulico e delle tipologie di installazione

Per impianto termoidraulico si intendono le apparecchiature preposte al riscaldamento e al raffrescamento degli ambienti e le tubazioni che le collegano; pertanto interessa anche la linea del gas che alimenta la caldaia e la porzione di impianto elettrico relativa al sistema di accensione e alla termoregolazione. Il progetto e lo sviluppo dell’impianto idraulico devono essere eseguiti da un professionista e corredati di certificazione.

Impianto termoidraulico – è utile sapere che

impianto termoidraulico

Il circuito dell’impianto di riscaldamento si sviluppa dalla caldaia (che alimenta anche il circuito di acqua calda sanitaria). Due tubi di andata e ritorno collegano la caldaia al distributore generale che, a sua volta, invia l’acqua calda ai radiatori e riceve da essi l’acqua di ritorno che viene reinviata alla caldaia. Le parti dell’impianto soggette a certificazione sono: le linee del gas, eventuali serbatoi di combustibile, gli impianti di riscaldamento e idrosanitario, i camini e le canne fumarie, se presenti.

Le tipologie principali di impianto termoidraulico sono:

  • Impianto termoidraulico a pioggia
  • Impianto termoidraulico a sorgente
  • Impianto termoidraulico a livello

A pioggia

impianto a pioggia
L’acqua viene portata dalla caldaia fino al punto più alto dell’edificio e fatta scendere lungo le colonne che alimentano i radiatori. Dopo avere ceduto parte del suo calore, passa alle colonne di ritorno che la rimandano alla caldaia. Presenta il vantaggio di assicurare un buon riscaldamento dell’ultimo piano.

A sorgente

impianto a sorgente
In questo caso l’acqua proveniente dalla caldaia sale comunque, ma attraverso le colonne montanti che alimentano i radiatori, per poi ridiscendere attraverso le corrispondenti colonne di ritorno. Questo sistema è più economico del precedente, ma il rendimento complessivo è inferiore.

A livello

impianto a livello è un sistema adottato negli impianti autonomi destinati a servire un solo piano, situazione che vede la caldaia e i radiatori situati allo stesso livello. In questo caso la distribuzione dell’acqua calda avviene dall’alto, mentre il tubo di ritorno dell’acqua fredda corre in basso, nel sottofondo del pavimento.

Installazione

come installare un impianto termoidraulico

  1. I due tubi (di maggior diametro) che partono dalla caldaia e pervengono al distributore sono inseriti all’interno della parete e vengono annegati nel massetto della pavimentazione.
  2. Dal distributore partono le diverse diramazioni, di sezione inferiore, per alimentare i radiatori. In corrispondenza dei radiatori la muratura viene scanalata e i tubi risalgono la parete.
  3. All’estremità di ogni tubo di mandata si monta la valvola di ritegno e collegamento al radiatore, che permette di regolare l’afflusso di acqua calda. Sul tubo di ritorno si monta invece il raccordo provvisto di sfiato per l’aria.
  4. Le tubazioni dell’impianto, di rame o di materiale sintetico, sono rivestite con guaine isolanti che riducono le fughe di calore ed evitano possibili deformazioni dei tubi. La guaina è protetta esternamente da una pellicola.

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Tubo per tubo di rame morbido Tubature grezze Tubi raccordi e accessori OD 4 mm x ID 3 mm per impianto idraulico di refrigerazione
  • Caratteristiche del Tubo: Questo tubo in rame microforato è caratterizzato da una notevole duttilità, che lo rende flessibile e facile da modellare, garantendo una saldità elevata e una lunga durata nel tempo.
  • Eccellenza Elettrica: Dotato di ottima conduttività elettrica, questo tubo è ideale per la produzione di fili, cavi e spazzole elettriche, garantendo prestazioni elevate in applicazioni elettriche.
  • Flessibilità nella Rielaborazione: Il nostro tubo in rame microforato è facile da re-processare, consentendo la trasformazione in una vasta gamma di prodotti semilavorati e finiti attraverso il stampaggio a caldo o a freddo.
  • Buona Conduttività Termica: La buona conduttività termica di questo tubo lo rende adatto per la produzione di strumenti e misuratori di magnetismo, offrendo un'efficienza termica elevata.
  • Plasticità Esecutiva: La meravigliosa plasticità di questo tubo in rame lo rende facile da lavorare, con la possibilità di essere plasmato sotto pressione sia a temperature elevate che basse.