Pitturare bene, senza utilizzare mascherature è possibile con i giusti applicatori
Si potrebbe procedere molto velocemente a tinteggiarese non ci fossero angoli, bordi e altri ostacoli da rispettare che impongono attenzioni e precisione. Per questi frangenti, ma anche per le ampie superfici, esistono applicatori speciali che rilasciano il quantitativo corretto di colore senza farlo colare e spandere lateralmente, con i quali si possono evitare le lunghe operazioni di mascheratura, per esempio di interruttori, prese, battiscopa ecc.
Applicatori Padco per tinteggiare
Si tratta degli applicatori Padco, della linea PadBrush, espressamente studiati per pitturare casa nei punti “difficili”, ma adatti in tutti i frangenti in cui si debba distribuire pitture, impregnanti, smalti e colle. C’è un applicatore per ogni situazione, caratterizzato da forma e dimensioni specifiche; tutti sono realizzati con una parte attiva ricambiabile e multistrato (spugna e pelo raso), che carica la pittura senza permetterne il gocciolamento. Inoltre, la vaschetta con rullo, che si aggancia ai gradini della scala, è ideale per “caricare” gli applicatori nel modo corretto.
I rimedi di bellezza fai da te, tramandati dalle nonne sono ecologici, efficaci e non invasivi
Nel caso della cura dei capelli, ad esempio, ce ne sono per ogni specifica esigenza: capelli grassi, secchi, sciupati, chiari, scuri o colorati.
Ecco una rapida carrellata dei rimedi caso per caso.
CAPELLI CHE SI ANNODANO FACILMENTE
Si può ricorrere a un balsamo fai da te passando per tutta la lunghezza latte fresco o panna, da lasciare in posa per un quarto d’ora.
CAPELLI CHE NON MANTENGONO LA PIEGA
Un impacco di succo di mele renette dopo lo shampoo è la soluzione ideale.
CAPELLI SPORCHI
Un rimedio last minute se per una volta non si ha tempo di lavare i capelli è cospargerli con una leggera nuvola di borotalco. Questo piccolo stratagemmadonerà loro un aspetto fresco e li farà sembrare più puliti (tanto che ormai sono disponibili in commercio gli shampoo senza risciacquo proprio a base di borotalco).
CAPELLI SPENTI E SCIUPATI
I capelli soffrono per lo stress, per gli agenti atmosferici o per i troppi trattamenti subiti. Per nutrirli o rigenerarli ci sono varie alternative.
Sciogliendo un cubetto di lievito di birra in 200 ml di acqua tiepida si può realizzare una maschera rivitalizzante per capelli; il composto va massaggiato accuratamente per farlo penetrare in profondità e poi risciacquato abbondantemente.
Per avere una chioma splendente, dopo lo shampoo l’ultimo risciacquo va effettuato con acqua fredda e un po’ di aceto diluito in una brocca di acqua.
Altri risciacqui naturali per rendere i capelli forti e lucenti sono: la camomilla per i capelli biondi, tè nero per quelli castani, oppure birra e miele nel caso di capelli colorati.
CAPELLI GRASSI
Se i capelli si ungono facilmente, al termine di un normale lavaggio, vi si può applicare sopra il succo di due limoni, massaggiando delicatamente il cuoio capelluto per poi risciacquare. Il limone, oltre a donare lucentezza ai capelli, con le sue proprietà astringenti contribuisce a riequilibrare la produzione di sebo.
Una valida alternativa è rappresentata dalla menta: schiacciando delle foglie di menta fresca e facendole bollire in un pentolino. Quando la poltiglia così ottenuta si è raffreddata, vanno aggiunti due cucchiai di aceto di mele. Il composto va applicato sui capelli dopo lo shampoo, massaggiando e poi risciacquando con cura.
CAPELLI SECCHI
Per il problema opposto, ovvero capelli troppo secchi, si può ricorrere ad un impacco a base di miele e olio di mandorle dolci, facendo sciogliere il miele a bagnomaria e poi mescolandolo con l’olio. Il composto va applicato sui capelli asciutti e lasciato in posa per un’oretta, per poi procedere ad un normale lavaggio.
In alternativa, è possibile mescolare olio di oliva e olio di mandorle con il tuorlo di un uovo e distribuire la crema ottenuta (sempre sui capelli asciutti), lasciandola in posa per un quarto d’ora prima di procedere con lo shampoo.
FORFORA
Un rimedio casalingo è l’aceto di mele miscelato con acqua. Dopo aver massaggiato il composto sul cuoio capelluto i capelli vanno avvolti in un asciugamano, facendoli riposare una notte prima di lavarli.
Un ottimo antiforfora è anche l’olio di semi di lino, da applicare sempre prima dello shampoo, massaggiando il cuoio capelluto.
Creme corpo all’uva, schiume isolanti all’anacardo, fertilizzanti di lana e molto altro a Ecomondo 2016
Le nuove tendenze del riciclo dei materiali sono state presentate a Rimini Ecomondo 2016, l’importante fiera dedicata alla Green Economy, appuntamento che ha concluso da poco la sua ventesima edizione.
Tra quelle tecnologiche spicca uno scooter al quale è abbinato un aspiratore elettrico, per “motorizzare” l’operatore ecologico durante la sua opera di raccolta dei rifiuti da terra.
Anche la cura della bellezza non è immune al fenomeno: l’azienda piemontese Poliphenolia ha presentato le sue creme corpo e anti-invecchiamento composte da polifenoli (molecole organiche naturali, seminaturali o sintetiche largamente presenti nel regno vegetale) estratti dagli scarti dell’uva (bucce e semi) al termine del processo di vinificazione.
Passando alle nuove tendenze nell’abbigliamento, non capita mai quando si controlla l’etichetta di un vestito di riscontrare una percentuale di… latte! Eppure questo particolare filato, ricavato dalla trasformazione della caseina, esiste addirittura dagli anni Trenta. Grazie ad innovative tecniche di bio-ingegneria, è oggi possibile estrarne una fibra naturale, morbida e idratante. Ci hanno pensato due professioniste della moda, Antonella Bellina ed Elisa Volpi, fondatrici di DueDiLatte, marchio d’abbigliamento che si dedica anche alla cura del corpo. Dall’eccedenza industriale del latte nascono quindi maglioncini e T-shirt (con il 100% di latte intero oppure con quello più “digeribile” parzialmente scremato, combinato ad altri tessuti, crema di latte o latte di riso).
Tra le altre aziende pioniere del riciclo la Werner & Mertz riutilizzando la plastica usata ne ottiene una tipologia più resistente, impiegata nella produzione di bottiglie per detersivi; Fertilana realizza un fertilizzante adatto alla bioagricoltura con gli scarti della lana di pecora; l’azienda triestina AEP Polymers trasforma gli anacardi in polimeri liquidi e schiume adatti perl’isolamento el’arredo.
I gusci delle uova “si reinventano” invece come protagonisti nell’edilizia. In Italia si consumano ben 13 miliardi di uova all’anno, e il team di ricercatori di Calchéra San Giorgio ha pensato di usare l’infinità di gusci che ne deriva; è stato così scoperto un metodo per combinarli con l’argilla al fine di ottenere un cemento completamente biocompatibile.
Il rubinetto (meglio se monocomando) montato direttamente a lavello offre il vantaggio che i tubi di adduzione sono nascosti dentro il mobile
Con un rubinetto montato direttamente a lavello è possibile, in caso di ristrutturazioni, effettuare lievi spostamenti del mobile, e decentramenti della rubinetteria mediante opportuni raccordi. Il lavello necessita di tre collegamenti: acqua fredda di mandata, che può provenire direttamente dall’acquedotto o da un serbatoio intermedio; acqua calda proveniente dalla caldaia o da un boiler; tubo di scarico collegato alla fognatura. Negli impianti moderni le acque di mandata passano per un collettore provvisto di valvole di intercettazione, che distribuisce le acque ai vari utilizzatori dell’appartamento.
Scopri come installare un miscelatore monocomando cucina con doccetta
miscelatore monocomando a lavello con erogatore girevole e doccetta estensibile ed estraibile per facili pulizie.elegante miscelatore a muro con manopole ed erogatore orientabile, adatto per cucine tradizionalimiscelatore monocomando a lavello con erogatore girevole e doccetta estensibile ed estraibile per facili pulizie.
Le regole del buonsenso per il risparmio idrico sono ormai note a tutti…ma è sempre bene ribadirle
Risparmio idrico, una parola che di fatto è un insieme d’azioni che rivestono un’importanza fondamentale nell’economia della nostra vita, della nostra terra e del nostro futuro. Un rubinetto che gocciola riversa inutilmente nello scarico centinaia di litri d’acqua senza rendersene conto, per non parlare di quando si lascia il rubinetto aperto mentre si lavano i denti. Ma è difficile modificare abitudini acquisite nel tempo, per questo forse conviene intervenire alla base, ricorrendo a rubinetterie e sistemi idraulici che provvedano direttamente a ridurre i consumi. Quasi tutta la rubinetteria in commercio impiega una speciale tecnologia per ridurre la portata d’acqua dai normali 13 a 5,2 litri al minuto. Un O-ring di precisione riduce l’apertura quando la pressione è alta e l’allarga quando è bassa, ma il volume d’acqua utilizzato rimane costante, viene semplicemente miscelato con aria per disporre di un getto più voluminoso.
Doccetta a risparmio idrico
Si trovano in commercio le doccette a risparmio idrico che utilizzano speciali tecnologie; miscelando acqua ed aria consumano soltanto 6 litri al minuto e generano un getto frizzante e più voluminoso che garantisce l’efficacia della doccia. In questo modo, essendo inferiore la quantità d’acqua da riscaldare, si ottiene anche un risparmio energetico. è caratterizzata da un’impugnatura corta ed una testa d’erogazione del diametro di 85 mm con getto normale.
Anche le cassette di risciacquo del WC si sono evolute per contenere i consumi idrici con getti convogliati in modo più equilibrato; dal comando unico privo di regolazione, a pulsante o a catena, si è passati al doppio comando e le cassette di risciacquo più recenti consentono un’ulteriore riduzione della quantità d’acqua espulsa ad ogni comando. C’è perfino qualche casa produttrice di sanitari che propone modelli in grado di utilizzare l’acqua di scarico del lavabo per rifornire la vaschetta del WC: uno speciale monoblocco, che incorpora lavabo e tazza, riduce i consumi del 25% e dispone di un sistema di pulizia automatico e antibatterico. Infine, la doccia va preferita rispetto alla vasca da bagno, anche se quest’ultima sembra offrire una maggiore tonificazione del corpo. Ormai anche le cabine doccia possono disporre di apparecchiature per idromassaggio, con consumi minori.
Il volume d’acqua utilizzato rimane costante che la pressione sia alta o bassa grazie ad un O-ring che riduce l’apertura.Anche in presenza di un soffione di grande diametro il consumo d’acqua, se miscelata con aria, può essere ridotto
Il wc sospeso può adottare un sistema di scarico che riduce il consumo a soli 3,5 litri con un risparmio del 40% rispetto ai sistemi tradizionali; esiste una versione equipaggiata con tasto risparmio che riduce l’erogazione di acqua a soli due litri.
Dipingiamo sul tavolo da giardino una tovaglia decorata permanente, resistente alle intemperie perché dipinta sul piano del tavolo trattato con impregnante
Realizzare una tovaglia decorata non è difficile, utilizzando la tecnica del trompe l’oeil è piuttosto semplice
impregnante per legno
cementite
nastro di carta
smalti acrilici
pennelli di varia grandezza
metro e riga per realizzare tracce precise
TOVAGLIA PERMANENTE: REALIZZAZIONE
Il nastro di carta, steso sul ripiano di legno, delimita i quattro angoli che trattiamo con la pittura impregnante. Il nastro va steso in modo preciso per ottenere quattro angoli uguali.
Stendiamo l’impregnante sul legno. Il nastro di carta, oltre a delimitare i quattro angoli, permette di non invadere la zona da trattare successivamente con la cementite.
Dopo aver tolto il nastro tracciamo i bordi della tovaglia con la cementite lavorando a mano libera: l’effetto deve essere quello di un bordo leggermente mosso.
Quando la cementite è asciutta, procediamo alla decorazione della tovaglia con righe azzurre, o di un altro colore a nostro piacimento. Dipingiamo le righe in modo che si incrocino sugli angoli usando smalti acrilici da diluire con un po’ d’acqua per renderli più fluidi. Le righe devono apparire leggermente sbiadite.
Un casetta per uccelli, fatta con multistrato e rivestita con la corteccia, per la massima integrazione con l’ambiente naturale
CASETTA PER UCCELLI: COSTRUZIONE
Per questa realizzazione servono: un foglio di multistrato sottile (possono essere anche più pezzi di scarto), un po’ di corteccia secca di una pianta di grande sezione, vari bastoni con corteccia, fra cui alcuni più corti, di diametro da 25 a 40 mm, e altri più lunghi, di diametro medio attorno ai 10 mm.
Fra gli attrezzi necessari ci sono: seghetto da traforo, segaccio diritto, guida tagliacornici, pistola per colla a caldo, righello, squadra, compasso, carta vetrata media; chi ne dispone, in alternativa al seghetto da traforo, può usare un seghetto alternativo e una sega a tazza per il foro di ingresso della casetta.
Si disegnano sul foglio di multistrato i pezzi da tagliare; per fare i due cuori ci si aiuta con il compasso che permette di raccordare i segmenti con archi di cerchio perfetti. Il cerchio più grande indica il foro da praticare solo sul pezzo frontale.
Dopo aver tagliato i due rettangoli e i due cuori, usando il segaccio per i lati diritti e il seghetto da traforo nelle parti curve e nel foro, si tagliano anche due pezzi uguali di bastone, presi da quello di diametro maggiore. I pezzi devono essere lunghi circa 5 cm meno di quanto sono larghe le falde del tetto e vanno tagliati con la guida tagliacornici per essere sicuri della perpendicolarità. Si montano ponendo i due segmenti di bastone come distanziali fra i cuori, fissandoli in testa con la colla a caldo.
Le falde del tetto, prima una e poi l’altra, si fissano con la colla a caldo distribuita lungo i profili rettilinei dei cuori.
Rovesciando la casetta su una falda del tetto, si inizia a rivestire il fondocon una serie di segmenti tagliati dai bastoni di sezione più piccola. Anche questi si fissano con la colla a caldo, applicata a punti, sul profilo tondo del cuore.
Tutte le parti della casetta fatte di multistrato vanno rivestite con la corteccia dell’albero. Se la corteccia è grande abbastanza, è possibile ritagliare i pezzi interi di ogni superficie, altrimenti va applicata a pezzi sulle pareti e a strisce sulle falde del tetto. Il fissaggio, ovviamente, è con colla a caldo.
Per concludere, alla base si incollano due pezzi di bastone un po’ più lunghi della profondità della casetta, per consentire un buon appoggio. All’apice del tetto si applica un pezzo di corteccia come colmo. Sul frontalesi incollano due corti cilindri tagliati dal bastone più grande.
Dopo un certo periodo d’uso il gruppo vasca può mostrare segni di malfunzionamento, soprattutto a causa delle incrostazioni di calcare nelle sedi delle guarnizioni, nella doccetta e nella bocca dell’erogatore
Guarda come installare un miscelatore termostatico Grohe per vasca
Guarda come installare un miscelatore monocomando Grohe per vasca
Se il degrado avanzato non giustifica la manutenzione del gruppo vasca, possiamo decidere di installarne uno nuovo. Nei punti vendita specializzati ne troviamo di vari tipi. In genere sono completi di alcuni accessori: gli eccentrici per il collegamento con le tubazioni che affiorano dalla parete, le guarnizioni anulari, il tubo flessibile e la doccetta. Alcuni modelli sono dotati di saliscendi per installare la doccetta all’altezza desiderata lungo una parete laterale.
Sul gruppo vasca è presente il comando (a pulsante o a levetta) che permette la deviazione del flusso verso la doccetta.
COSA SERVE
Gruppo vasca con accessori di montaggio
Pinze e chiavi
INSTALLARE UN NUOVO GRUPPO VASCA
Asportiamo il vecchio rubinetto e avvitiamo i raccordi eccentrici ai tubi a parete. L’interasse deve corrispondere a quello degli attacchi del rubinetto, i due attacchi devono risultare bene in bolla.
Avvitiamo a mano i due rosoni copriforo facendo in modo che il filetto rimanga scoperto per almeno 10 mm. Se i copriforo del nuovo gruppo sono troppo alti o troppo bassi conviene sostituirli.
Le due ghiere del rubinetto vengono inizialmente avvitate a mano sui filetti degli eccentrici con l’interposizione di due guarnizioni. Conviene sempre mettere guarnizioni nuove.
Stringiamo a fondo le ghiere con una pinza a pappagallo. Conviene interporre uno straccio o della carta per non segnarle. In alternativa utilizziamo una chiave a forchetta di diametro adeguato.
Installiamo il flessibile della doccetta inserendo nella boccola filettata una guarnizione da 1/2” e serrando la ghiera con la pinza. Nello stesso modo colleghiamo la doccetta all’altra estremità.
I rubinetti con regolazione automatica hanno un solo pomello (a sinistra), che regola la portata d’acqua, mentre quello di destra controlla la temperatura impostata per mezzo di una scala graduata.