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Staccionata a onda

Quando le tavole della vecchia recinzione sono consumate, spaccate e cotte dal sole bisogna rifare la staccionata

Dopo aver tagliato i pezzi a misura, ricavandoli da tavole 20x100x4000 mm, per dare ai pannelli la forma a onda si allineano 7 tavole su un piano, distanziate fra loro di 60 mm, e si piantano due chiodi nella prima e nell’ultima, a 100 mm dall’estremità superiore, ma senza mandarli a fondo. Questi servono per bloccare ai lati un listello sottile e flessibile per tirarlo al centro fino a lambire l’estremità della tavola: tenendolo in questa posizione si traccia a matita l’arco. Al contrario, per le tavole del pannello adiacente, si realizza la concavità, flettendo nel mezzo il listello tirandolo in basso di 100 mm.

Mentre per i pannelli fissi bastano due traversi orizzontali per tenerli insieme, il cancelletto richiede maggiore solidità perché è incernierato su un lato e libero dall’altro. Si costruisce un telaio con 3 traversi e si mette una diagonale nella specchiatura inferiore.

Staccionata a onda: tutti i passaggi

 

 

taglio

Gli elementi verticali che compongono la recinzione (escluso il cancelletto) vanno tagliati a un’altezza di 1300 mm; da ogni tavola di 4 metri se ne ricavano due, più una terza da 1400 mm (meno lo spessore eroso dalla lama della troncatrice) che servirà per il cancelletto.

 

rifilatura

L’estremità superiore di ciascun elemento va rifilata in base alla leggera curvatura disegnata per ottenere pannelli con il profilo superiore concavo e convesso, alternati per rappresentare l’onda.

 

stondatura

Per il cancelletto si fissano 8 tavole distanziate di 50 mm sul telaio, si effettua la stondatura superiore come per le altre e, a circa 2/3 dell’altezza, si realizza l’ellisse per inserire il pannello con le iniziali di famiglia.

 

staccionata-a-onde-pannelli

I pannelli vengono composti appoggiando le tavole a due traversi da 60×40 mm di sezione da tagliare a misura, senza fissarle.

 

pilastro

Tavole e travetti vanno trattati con tre mani di impregnante (una incolore e due noce scuro), come pure i pilastri, che misurano 55x65x1200 mm. Questi vengono montati per primi, distanziati di 1200 mm, con tasselli e squadrette che fanno presa in getti di calcestruzzo; si montano quindi i traversi e su questi si avvitano le tavole. Infine, con l’aiuto di robuste cerniere su un lato, si monta il cancelletto.

 

iniziali

Dalle stesse tavole si ricava un’ellisse a un’altezza di 900 mm, dove al centro si inserisce il medaglione ovale in multistrato con le iniziali, intagliate con la fresatrice, dei cognomi dei padroni di casa.

Presepe di radici

Ceppi e radici dalle forme più disparate possono rivelarsi una capanna per presepe già quasi fatta

I ceppi più adatti sono quelli con una larga incavatura per la capanna e un contorno di guglie che ricordano montagne e boschi.

Una sottile scorza di solido legno, nascosta sotto la parte marcita, viene privata delle parti ammalorate. Se la radice proviene dalle rive di un fiume, il grosso della pulizia è già stato fatto dall’acqua e basta una raschiata con un coltello per togliere fango e pietre.

Presepe di radici: i vari passaggi

spazzolare-legno

Tutte le parti friabili o decomposte vanno tolte con l’aiuto di spazzole, coltelli e raschietti fino a mettere a nudo il legno ancora compatto. Con un colpo di sega si aggiusta la base in modo da stabilizzare l’appoggio.

 

finitura-legno

Dopo aver eliminato la polvere con un pennello e aria compressa si passa alla finitura del legno con una vernice trasparente con finitura cera, stesa in più mani per compensare l’assorbimento del legno vecchio.

 

sistemare-tavole

Per accogliere le statuine, sistemiamo alcuni pezzetti di tavola ritagliati per adattarsi agli anfratti. Qualche goccia di termocolla sul retro aiuta a rendere solida l’unione.

 

sfagno

Per richiamare prati e vegetazione bassa stendiamo uno strato di sfagno incollato con colla a caldo.

 

presepe-di-radici-luci

Passiamo il cavo delle luminarie attraverso fori e crepe del legno, nascondendolo sotto la vegetazione, in modo da far emergere le lampadine nei punti strategici.

 

incollare-statuina

Ciascun personaggio viene incollato al suo posto, sotto lo strato di muschio, mediante un velo di colla a caldo, in modo da impedirne la caduta durante gli spostamenti.

Con quest’ultima fase il nostro presepe di radici è finito!

Presepe in sughero

Costruiamo la capanna e le installazioni scenografiche di contorno per le nostre statuine simulando un panorama tutto rocce e anfratti

Il sughero “maschio” ottenuto dalla prima scortecciatura di piante relativamente giovani ha scarso valore commerciale, ma è assai adatto al nostro scopo a causa della superficie aspra e contorta.

Partendo da un pezzo di forma vagamente cilindrica tagliamo alcune parti e le congiungiamo in modo da ottenere un fondale e una base piatta con, ai due estremi, le montagnole per accogliere i pastori. Se la plancia di sughero nella sua forma naturale non è adatta per realizzare la classica scenografia del presepe, la si taglia in parti più piccole incollandone insieme alcune per formare un anfiteatro adatto. Dovrebbero bastare una base piatta, un fondale e due zone rilevate laterali che servono anche per rendere stabile l’appoggio. Con i frammenti rimasti si costruiscono muri e tetto della capanna decorando il presepe con muschio, sfagno e ghiaia.

PRESEPE IN SUGHERO: L’ASSEMBLAGGIO

forare

Tagliamo alcune parti dalla plancia e raddrizziamo il bordo con un coltello o una raspa fino a che le due superfici non combacino perfettamente. Foriamo con una punta da 8 mm una delle parti e riportiamo un segno sulla seconda in modo che i fori si fronteggino con precisione.

 

incollare-spine

Bagniamo di colla le spine di faggio da 8 mm con un pennellino. Possono andare bene anche semplici rametti di forma cilindrica.

 

inserire-spine

Poniamo le spine nei rispettivi alloggiamenti inserendole per metà con l’aiuto di un martello. È consigliabile trapanare su questo lato dei fori di profondità appena sufficiente per alloggiare la spina in modo che l’inserimento dell’altro pezzo non la faccia affondare troppo.

 

presepe-in-sughero-contatto

Spennelliamo con colla vinilica tutta la zona di contatto, spine comprese, senza bagnare la parte rugosa e assembliamo le parti mantenendole sotto pressione.

 

termocolla

A colla asciutta irrobustiamo la giunzione con uno strato di termocolla che fa da ponte tra le due parti.

PRESEPE IN SUGHERO: I PARTICOLARI

muschio

Dopo l’assemblaggio delle varie parti lasciamo in vista la faccia con la corteccia scabra e all’interno le zone più lisce. Con qualche goccia di colla vinilica incolliamo ciuffi di muschio per simulare i prati.

 

graniglia-marmo

La ghiaia di strade e piazzali è graniglia di marmo bianco stesa su di un letto di colla vinilica. Per ottenere una copertura più fitta si abbonda con i sassolini premendoli bene. A colla asciutta si capovolge il presepe scuotendo via quelli non attaccati bene.

 

incollare-statuine

Per incollare le statuine utilizziamo colla a caldo.

Montare il WC sospeso

Con i sanitari fissati a parete e rialzati da terra le operazioni di pulizia sono più semplici e i vasi hanno forme più morbide ed eleganti; per un wc sospeso dalla linea ancor più omogenea c’è un sistema che elimina i fissaggi laterali

I telai monoblocco per sanitari hanno semplificato molto la loro installazione, specialmente per quanto riguarda la soluzione sospesa: gli allacciamenti di cacciata e scarico sono già incorporati, come pure la vaschetta di risciacquo e le barre su cui va calzato il vaso; il tutto è registrabile per gli allineamenti del caso.

Gli elementi di sospensione rimangono nascosti o restano parzialmente a vista i dadi di fissaggio alle barre, le cui teste affiorano da cavità realizzate allo scopo nelle fiancate del vaso; ora però esiste un sistema che permette di eliminare anche questo particolare, quindi il sanitario mantiene una forma continua e omogenea e sembra veramente… sospeso.

Il sistema di fissaggio SupraFix 2.0 permette di lavorare esclusivamente dall’alto ed è concepito per diversi modelli e forme di sanitari; è abbinabile con un kit di insonorizzazione con perforazione personalizzata.

Il sistema di montaggio sfrutta gli stessi fori superiori preposti per il montaggio del sedile, che ha la chiusura rallentata, anche per il montaggio del sanitario: non è il vaso a essere fissato alle barre di sostegno ancorate a parete, ma un supporto sul quale il vaso viene appoggiato e bloccato da sopra tramite una vite incorporata nella boccola per il fissaggio del sedile.

Installazione rapida del wc sospeso

supporti

I due supporti sono provvisti di un foro orizzontale da calzare sulle barre di sostegno e di uno verticale che incorpora la boccola filettata per il bloccaggio del vaso. Mantenendo la parte piana rivolta verso l’alto, si inseriscono a scatto sulla barra posteriore, senza possibilità di errore.

 

inserire-sulle-sbarre

Il tutto si inserisce sulle barre e si spinge contro la parete, verificando che sia in bolla.

 

avvitare-dadi

Si avvitano i dadi sulle barre fino a stabilizzare il fissaggio, senza stringere in modo eccessivo.

 

foglio-isolante

Il foglio di materiale isolante è prefustellato in modo da poter asportare la parte centrale e ottenere un’apertura sagomata attorno ai manicotti di adduzione e di scarico e attorno al supporto.

 

appoggiare-vaso

Il vaso può essere appoggiato sui supporti spinto fino a battuta contro la parete.

 

perno-premontato

Il perno per il fissaggio è premontato con più elementi: la parte inferiore filettata per far presa nella boccola del supporto, una boccola di teflon a T per un appoggio morbido sulla ceramica, la boccola calibrata che fa da distanziale per il foro superiore e l’anima interna filettata femmina per avvitarvi i perni di aggancio del sedile. Con una chiave a brugola si blocca il vaso al supporto, mantenendolo spinto contro la parete.

 

rifilare-eccedenza

Il foglio isolante è concepito per essere utilizzato anche con altri modelli di vaso: bisogna rifilare con un cutter l’eccedenza tutto attorno alla ceramica.

 

avvitare-perni

I perni del sedile, provvisti di una rondella di teflon per non rovinare la ceramica, si avvitano a fondo nella boccola.

 

calzare-sedile

Poi si calza il sedile. Prima di concludere, con una chiave a forchetta inserita sulle sedi piatte ricavate sullo stelo si fa ruotare un quarto di giro il perno in senso orario.

 

wc-sospeso-fine

In pochi minuti il montaggio del wc sospeso è terminato: nessun elemento di fissaggio è a vista.

Quadro intarsiato: terrazza panoramica

L’intarsio, oltre a rappresentare motivi geometrici e decorazioni per mobili, risulta un affascinante metodo per realizzare quadri di arte figurativa

 

scelta-essenze

 

La realizzazione di un quadro intarsiato richiede, oltre all’abilità artistica nel comporre i soggetti, anche un vasto archivio di piallacci di essenze dal quale attingere i colori giusti per le proprie opere, insieme ad una solida esperienza nel prevedere l’aspetto finale del legno dopo la lucidatura.

Quadro intarsiato: come procedere

 

disegno

Il disegno, preparato su di un foglio di carta da lucido nelle esatte proporzioni, viene trasferito, con l’aiuto di un foglio di carta carbone, sul piallaccio, dopo averne studiato attentamente le caratteristiche, le fiammature e le ondulazioni.

 

taglio-tessere

Con un taglierino affilatissimo dalla punta acuminata si ritagliano le tessere dopo aver coperto il legno con nastro adesivo (trasparente sulla parte frontale e di carta sul retro) per irrobustire la superficie e scongiurare lacerazioni del fragile piallaccio. Il nastro di carta viene lasciato sulla superficie fino a lavoro ultimato e rimosso solo prima dell’incollatura.

 

inserimento-tessere

Una dopo l’altra le tessere vengono inserite negli spazi aperti nel piallaccio che fa da sfondo: basta un minimo movimento inconsulto per strappare i fragili filetti appena ottenuti. Un ulteriore strato di nastro adesivo fissa le parti al loro posto.

 

incastro-tessere

I pezzi vengono ritagliati da piallacci dello spessore da 0,6 a 1 mm ed incastrati uno dopo l’altro con l’aiuto di un paio di pinzette. Al termine della composizione si pone del nastro adesivo sulla faccia in vista e si rimuovono i nastri dalla parte posteriore. L’opera viene adagiata su di un pannello di robusto panforte, spennellato di colla vinilica. In questa fase serve una pressa o molti morsetti per mantenere costante la pressione in ogni punto dell’intarsio.

 

spianatura

Dalla tarsia, ormai incollata solidamente sul suo supporto, viene rimossa la pellicola e cominciano le operazioni di spianatura con l’aiuto di una rasiera, un raschietto estremamente affilato. Se in questa fase dovesse distaccarsi o scheggiarsi una tessera è necessario ritagliare il pezzo rovinato e reinserire una parte integra.

 

levigatura-quadro-intarsiato

Si procede ad una levigatura con carta abrasiva a grana via via più fine per livellare tutte le asperità del quadro intarsiato. È solo a questo punto che viene evidenziato il colore del legno nel suo aspetto finale e si possono avere sorprese negli accostamenti di colore. Quando la levigatura è ottimale si passa uno strato di cera naturale e si lucida con un panno di lana.

Matite colorate giganti in vigna

Originali matite in legno alte tre metri, lavorate a mano

Aldo Divano lavora il legno dei pali da vigna, i tronchi di castagno, per realizzare creazioni molto originali: matite colorate giganti, alte fino 3 metri.

La materia prima la preleva dai suoi boschi ad Arquata Scrivia; il legno viene tagliato, decorticato, intagliato, levigato e alla fine, dopo che dà forma anche alla punta, colorato a mano con colori diversi, come in un vero astuccio di scuola. I nodi del legno vengono volutamente lasciati e ogni matita è diversa dall’altra, un pezzo unico, frutto di un paziente lavoro artigiano.

L’idea gli è venuta mesi fa – durante un viaggio in Laos è rimasto colpito da alcuni bambini che intagliavano dei pezzetti di legno – ed è piaciuta: l’Ascom le ha sistemate davanti alle vetrine dei negozi sfitti e, soprattutto, l’imprenditore Vitaliano Maccario gliene ha commissionate una cinquantina per abbellire i suoi vigneti nell’astigiano.

 

 

Maccario infatti produce a Mombaruzzo la pregiata Barbera “Epico”. Una parte delle matite fa ora bella mostra tra i filari (legno da vigna che ritorna “alle origini”, sia pur trasformato), l’altra nella barricaia, ovvero il luogo dove il vino viene affinato nelle botti; precisamente una di queste botti funge ora da gigantesco portapenne.

Il sogno di Aldo Divano è quello di vedere le sue creazioni nelle scuole.

Un albergo in miniatura

Una grande struttura di compensato fatta per accogliere una serie di ambienti in miniatura ricchi dei più minuti particolari

Il progetto è un albergo in miniatura, precisamente in scala 1:12. La struttura, fatta prendendo come campione i teatrini dei burattini, misura 1.800 mm di base, 1.300 mm di altezza e 400 mm di profondità.

ALBERGO IN MINIATURA: UN PROGETTO PRECISO

disegno

Va eseguito un disegno dettagliato con esploso e piani di taglio.

 

struttura-albergo-in-miniatura

La struttura centrale è formata da una sorta di scaffalatura con tre piani e due montanti. Gli elementi, pannelli di compensato da 6 mm di spessore, si assemblano con incastri a mezzo legno.

 

pannelli-compensato

Ogni ambiente va allestito in un contenitore, fatto con 5 pannelli di compensato da 4 mm, che trova posto preciso nella struttura di legno.

 

arredi

Tutti i particolari dell’arredo sono in perfetta proporzione fra loro e con le dimensioni della stanza.

 

contenitori-cartoncino

La costruzione viene imbastita per fare le sagome dei contenitori usando uno spesso cartoncino.

 

bloccaggio-montanti

Le estremità dei montanti, compresi due fianchi che delimitano la costruzione lateralmente, vengono bloccate in sedi realizzate con listelli incollati nella base e nel top.

 

insegna

Il bloccaggio dei pezzi dell’insegna è attuato da un preciso incastro sulla cornice circolare, realizzato in fase di costruzione, incollando pezzi non uguali ma, strato per strato, sempre un po’ più lunghi da una parte che dall’altra.

RIFINITURE E ABBELLIMENTI

 

mollette

Il profilo laterale dell’albergo ha una bordatura in rilievo fatta con corti segmenti di due diverse lunghezze, ricavati da una striscia di compensato. I singoli blocchetti sono carteggiati per stondare gli spigoli liberi ed incollati sul bordo del fianco alternandone un lungo ad uno corto. Una serie di mollette garantisce l’adesione sin che la colla vinilica non ha fatto presa.

 

balaustre

Il terrazzo centrale, all’ultimo piano, e i terrazzi sugli ambienti laterali sono rifiniti con ringhierine decorative. Le colonnine sono incollate, in testa e alla base, su elementi curvi per formare le balaustre.

 

fregi

I fregi posti al fianco dell’insegna sono realizzati dal pieno, tagliando prima grossolanamente il legno spesso 30 mm con un traforo elettrico, per poi rimuovere asperità e spigoli con diverse lime e infine passandolo con carta vetrata fine.

Cosa farò da grande

Editoriale tratto da “Far da sé n.468 –

Dicembre 2016/Gennaio 2017″

Autore: Nicla de Carolis

“I giovani non trovano lavoro perché hanno titoli sbagliati, competenze non in linea con le qualifiche…” questa una delle conclusioni dell’ennesima ricerca realizzata dall’Università Bocconi di Milano, presentata nei giorni scorsi ai politici. Nel 2015 le imprese italiane avevano in cantiere l’assunzione di 722mila persone: di queste 76mila, il 10,6%, sono definite «di difficile reperimento». I dati dell’Istat sull’andamento delle professioni dal 2011 al 2014 registrano alcune tendenze significative: oltre alla crescita dei lavoratori tecnici qualificati, c’è un mondo di mestieri specializzati, dalla logistica alla cura della persona e soprattutto a quelli dell’agricoltura e del turismo, dove ci sono tante potenzialità che si scontrano con una qualità dell’offerta non sempre all’altezza.

E poi c’è il settore della moda che poggia su una filiera lunga di mestieri antichi e difficili da preservare, dalla sarta al chimico tintore. Nel distretto del Biellese, per combattere preventivamente la carenza di professionalità, sono state create scuole superiori, corsi universitari e master per salvaguardare i mestieri del tessile dove si parte dalla fibra per arrivare all’abito confezionato e dove occorrono ancora figure specializzate come la rammendatrice e il disegnatore.

bambino

Ma questi esempi, quasi sempre iniziativa del settore privato, sono percentualmente rari. I modelli culturali che vanno in questa direzione fanno fatica a decollare; la TV, certo, monopolizzata dal pensiero unico della politica da un lato e dall’editore, se non unico abbondantemente preponderante, dall’altro, non contribuisce a prendere a esempio professioni alternative. L’incitazione è verso il mondo dello spettacolo/intrattenimento a cui si accede spesso senza avere né arte né parte, come si diceva una volta; o è rivolta a idolatrare i calciatori con le loro belle capigliature a cresta di gallo, i tatuaggi, la Ferrari e un conto da milioni di euro. Poi ci sono i genitori che riversano sui figli l’aspirazione, poco razionale, di avere in casa un avvocato, un medico, un professore di materie letterarie, categorie indispensabili, ma di cui il mondo del lavoro è saturo.

Purtroppo non ci sono ancora dei programmi seri che valorizzino incisivamente il lavoro dell’agricoltore, del falegname, del sarto, del muratore, dell’idraulico, del fornaio ecc. L’unico lavoro promosso, bisogna dire fino alla nausea, da tutti i media è quello del cuoco, professione diventata di assoluto prestigio, tanto che i cuochi più noti sono assurti a maestri di pensiero e sono autorizzati a urlare e fare scene diseducative nei loro show.

In sostanza, per avere le professionalità richieste, meno disoccupazione e persone con occupazioni gratificanti servirebbe un progetto lungimirante, realizzato di concerto tra tutte le istituzioni del Paese. Un piccolo tassello volto a contribuire all’orientamento dei più giovani per scegliere COSA FARÒ DA GRANDE lo abbiamo voluto dare anche noi con un manuale che ha proprio questo titolo, in omaggio agli abbonati di FAR DA SÉ.

Quadro a intarsio

Decoriamo un paravento con un albero intarsiato

La composizione di un quadro a intarsio è un’operazione lunga e delicata che si avvicina molto alla pittura. Qui i colori sono forniti dalle specie legnose diverse che offrono una vasta tavolozza su cui trovare il giusto tono.

 

DISEGNO E PREPARAZIONE DELLE TESSERE

disegno

Il disegno preparatorio è ridotto all’essenziale e riguarda la struttura dei rami dell’albero. Attraverso un foglio di carta carbone lo schema è trasferito sulla tavoletta di legno.

 

preparazione-tessere

La particolare tecnica, molto vicina al mosaico, prevede la preparazione di tessere minute, provenienti da foglietti di legno tagliati di testa, macinate grossolanamente per essere in seguito accostate a formare sfondo e figure.

 

seghetto-da-traforo

Un seghetto da traforo motorizzato permette di ottenere con una certa celerità i pezzi della tarsia.

 

quadro-a-intarsio-lavoro

I sottili particolari vengono staccati dalla lastra di piallaccio e deposti sul piano del disegno.

 

suddivisione-tessere

Le foglie ed i particolari di forma ripetitiva sono tagliati in precedenza e riposti in scompartimenti, distinti in base al colore e alla misura, in attesa di essere incollati sulla tavola.

QUADRO A INTARSIO: AD OGNI TESSERA IL SUO POSTO

incollare

Ciascun ramo si fissa con colla animale al proprio posto ricercando il giusto effetto con la massima libertà nel posizionamento.

 

riempimento-spazi

Quando l’albero con rami e foglie è completato si passa al riempimento degli spazi con le minuscole tessere ottenute dalla macinazione. Oltre alla difficoltà di accostare i colori giusti per rappresentare prati e sottobosco, si devono anche cercare pezzi dalla forma adatta ad essere incastrati insieme.

 

pareggiare-superficie

Quando la colla si è indurita, si pareggiano le irregolarità della superficie con una levigatrice a nastro.

 

proteggere-superficie

Si riempiono gli interstizi tra le tessere con una colata a caldo di cera pigmentata con terre naturali. L’intera superficie del pannello viene poi protetta da una o più mani di cera naturale liquefatta a caldo e lucidata con un panno di lana.

Panca trasformabile in tavolo (e anche in letto) fai da te

Per diventare tavolo con panche sui due lati o letto di fortuna per un ospite, una panca trasformabile deve disporre di un telaio robusto e ben strutturato

Iniziamo subito con il dire che realizzare una panca trasformabile fai da te non è semplicissimo, occorre una buona conoscenza della lavorazione del ferro ed esperienza nella sagomatura del legno. I mobili e i complementi d’arredo multifunzione sono sempre stati un cavallo di battaglia dei far da sé, ai quali spesso manca lo spazio (come avviene nella maggioranza delle case), ma non l’inventiva e lo spirito di iniziativa. In questo caso, il nostro lettore Giuseppe Costa si cimenta nella realizzazione di una panca trasformabile che può assumere addirittura 3 configurazioni e di conseguenza altrettante funzioni differenti.

Come realizzare una panca trasformabile

panca-trasformabile

Gli elementi in gioco sono sostanzialmente i tre piani di legno, lunghi uguali: i due più stretti sono identici e fungono da seduta per le panche, uno è necessariamente più largo visto che rappresenta il piano d’appoggio per il materasso oppure il piano del tavolo.

I piani di legno sono fatti con tavole di abete spesse 40 mm e sono vincolati fra loro tramite altrettante intelaiature di metallo, costituite da tubolare d’acciaio unito con saldatura nelle parti fisse e con viti passanti e dadi autoserranti negli snodi e nelle articolazioni. Come terminali, per rifinire i tubi quadri alle loro estremità, si mettono tappi di gomma di misura.

panca-trasformabile-3

Mentre i piani delle due panche sono uguali, le strutture di sostegno risultano differenti per assecondare la necessità di chiusura e di assumere altre posizioni funzionali. I sostegni e i rinforzi che supportano le tavole, nel movimento delle parti in gioco, non devono entrare in collisione con gli altri elementi con cui ora devono assumere la massima integrazione, raggiungendo una grande compattezza , ora devono distaccarsi in modo intermedio, ora in modo più drastico .

panca trasformabile

In particolare, la struttura permette il perfetto allineamento delle due panche in posizione affiancata, quando vanno a formare il piano per il letto, e in posizione distale, quando devono assumere posizione opposta, ai due lati del tavolo.

Dove collocare la panca

Si tratta di un elemento che si può collocare in una terrazza coperta che dà su un belvedere, in una veranda oppure in una tavernetta, per assumere, a seconda delle necessità, funzione di panca con schienale, letto d’emergenza per un ospite, tavolo con panchette per le riunioni conviviali con amici e parenti.

Panca trasformabile anche come letto d’emergenza

La necessità di fungere da letto (ovviamente con l’aggiunta di materasso, lenzuola, coperte e cuscino) impone una lunghezza minima del mobile di 2 metri, cosa peraltro necessaria, visto che il medesimo piano assume anche la funzione di tavolo e più lungo è, più commensali si possono riunire. Molto complessa è la struttura di sostegno, che deve permettere la necessaria robustezza, ma nello stesso tempo si deve snodare in modo che la sua apertura totale, parziale o la chiusura permetta alle superfici lignee a questa legate di allinearsi sempre correttamente, assumendo le diverse disposizioni funzionali richieste.