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Portaspazzolino da parete fai da te

É abitudine comune quella di utilizzare un bicchiere o una tazza come portaspazzolino, in quanto rappresentano una comoda soluzione, ma sono anche un poco antiestetici e poco personalizzati.

Perché non pensare, invece, a un portaspazzolino decorativo da appendere a parete, in cui ogni spazzolino è inserito all’interno di una provetta sostenuta da un elastico colorato? Il supporto su cui vengono fissate le provette di plastica è costituito da un rettangolo di stoffa robusta (in questo caso jeans), nel quale sono stati praticati alcuni fori per inserire gli elastici, la cui funzione è di trattenere le provette portaspazzolino per poterle appendere a tre ganci collegati ad altrettante ventose. Una simpatica decorazione fatta con colori acrilici personalizza ulteriormente il nostro portaspazzolino da parete fai d te.

Cosa serve

  • Un pezzo di tessuto di jeans
  • Provette, forbici
  • Punzone, colori per stoffa
  • Spazzolini,elastici colorati
  • Matita, pennello, righello
  • Colla per tessuti
  • Ganci con ventose

portaspazzolino

Portaspazzolino dai da te –  Il rettangolo di stoffa

  1. Tracciamo a matita, sul retro del pezzo di stoffa, un rettangolo di 25×14 cm. Possiamo utilizzare una matita grassa o, in alternativa, gli specifici marcatori colorati per tessuto (in vendita nelle mercerie).
  2. Ritagliamo con le forbici il rettangolo di stoffa che costituisce la base del portaspazzolino. In questo caso viene utilizzata tela jeans, ma altri tipi di tessuto sono adatti purché non troppo sottili.
  3. Per evitare di usare ago e filo, stendiamo lungo tutti e quattro  i lati la colla per tessuto. Questo tipo di adesivo può incollare diversi tipi di materiale: cotone, tela, lino, feltro e tessuti sintetici.
  4. Pieghiamo i bordi con la colla in modo da realizzare una sorta di orlo. La colla penetra nelle fibre e, oltre a incollare i lembi, conferisce un certa rigidità all’orlo. Poniamo la stoffa sotto un peso.

Appendere le provette

  1. A colla asciutta pratichiamo con un punzone tre fori equidistanti tra loro. Facciamo attenzione a non strappare il tessuto.
  2. Inseriamo gli elastici nei fori lasciandone metà sul fronte e metà sul retro. Con i colori per tessuto decoriamo a nostro piacimento la pezza di jeans.
  3. Infiliamo con delicatezza le provette negli elastici precedentemente inseriti in modo da lasciare una porzione di elastico sul retro per la sospensione.
  4. Attacchiamo al muro tre ganci con ventosa e appendiamo il portaspazzolini con gli elastici. Infine inseriamo gli spazzolini nelle provette.

Scarpiera fai da te di pallet

Scarpiera fai da te con il pallet, interessante recupero a costo zero

Il pallet, meglio conosciuto come bancale, è una struttura di legno utilizzata per l’appoggio di vari tipi di materiale, destinati ad essere immagazzinati nelle industrie e movimentati con attrezzature specifiche (carrelli elevatori). Il grande quantitativo di legno recuperabile dai pallet, li rende manufatti molto interessanti per il mondo del fai da te. Un’idea originale, e di veloce realizzazione, consiste nel sfruttare la sua conformazione per ricavare una comoda scarpiera pallet fai da te da fissare a parete tramite tasselli-mensola; installando inoltre un listello nella parte superiore è possibile ottenere un piano d’appoggio per riporre oggetti di vario tipo.

Preparazione della scarpiera pallet fai da te

Levighiamo tutte le superfici dei pallet in modo da eliminare le irregolarità presenti e preparare il legno a ricevere il trattamento con vernice. Per questa operazione utilizziamo una levigatrice a delta, che ci permette di raggiungere tutti i punti del bancale.

Trattiamo i pallet con vernice specifica per mobili, in modo da proteggere le superfici e donare un elegante aspetto satinato.

Fissaggio della scarpiera pallet con fori e tasselli

  1. La scarpiera fai da te di pallet verrà assicurata a parete mediante l’utilizzo di tasselli-mensola: si trovano di varia profondità e diametro nei centri per il bricolage. Vanno inseriti in fori praticati alle estremità del listello superiore nella faccia rivolta a muro. Utilizzando una matita “grassa”, tracciamo le linee di riferimento per i fori.
  2. Pratichiamo i fori utilizzando dapprima una punta da legno piccola, per poi passare ad una più grande (dello stesso diametro dei tasselli). In questo modo otteniamo fori precisi e privi di imperfezioni.
  3. Controlliamo l’esecuzione dei fori provando ad inserirvi la porzione d’acciaio dei listelli mensola.

Listello di chiusura

costruzione scarpiera fai da te

  1. Ai quattro lati del pallet sono presenti tacchetti di legno che servono per distanziare i due piani del bancale e ai quali sono fissati i listelli. Eseguiamo quattro fori (due per parte) nella porzione inferiore dei tacchetti superiori.
  2. Nei fori inseriamo spine di legno, per sorreggere il peso di un listello tagliato a misura e incassato nello spazio presente  tra la sommità del bancale e le spine inserite nel tacchetto di legno.
  3. In questo modo abbiamo ottenuto un comodo vano su cui poggiare svariati oggetti tra cui, ad esempio, spazzola e lucido per scarpe, forme, calzascarpe e altri oggetti.

Fissaggio a parete

fissaggio a parete scarpiera fai da te

  1. Valutato il posto in cui installare la scarpiera pallet, possiamo praticare i fori che ci permetteranno di fissarla a parete. Utilizziamo una punta di piccole dimensioni per poi ingrandire i fori con una punta dello stesso diametro dei tasselli mensola.
  2. Puliamo i fori da eventuali detriti (utile allo scopo una peretta) e inseriamovi i tasselli aiutandoci con leggeri colpi di martello. A questo punto possiamo fissare a parete i pallet, inserendo le mensole negli appositi fori precedentemente realizzati nei bancali.

Viti giuste per ogni uso

Le viti sono un’invenzione geniale: trasformano la rotazione in avanzamento. Conosciamone tutti i tipi.

La vite è il sistema di unione più diffuso al mondo e batte gli altri sistemi (chiodatura, saldatura, adesivi) grazie al fatto che è smontabile.

vite-disegno

Inizialmente semplici, a taglio diritto, la necessità di avere una maggior forza di torsione ha fatto nascere altre impronte sulle viti: Phillips e Pozidrive, ad esempio, consentono l’uso di avvitatori velocissimi. Anche le impronte a brugola e Torx, con esagono a cuspidi, meno diffuse ma eccellenti, sono prodotti in cui MUSTAD eccelle.

In conclusione, la scelta della vite giusta dipende molto dal progetto a cui si sta lavorando. Grazie alla vasta gamma di opzioni offerte da aziende come MUSTAD, è possibile trovare la soluzione giusta per ogni esigenza.

TIPI DI VITI

vite-tipi

1. Viti con filettatura metrica. Si utilizzano nelle unioni di pezzi in presenza di fori filettati oppure con l’utilizzo di dadi.

2. Viti autofilettanti per unione su lamiere di spessore limitato con foratura pilota.

3. Viti autofilettanti ed autoperforanti. Hanno una punta in grado di aprire un foro nelle lamiere non troppo spesse.

4. Viti per cartongesso di acciaio temprato e fosfatato. Hanno filetti lontani o a doppio passo per rendere veloce l’avanzamento.

5. Viti autofilettanti per pannelli o per legno. La superficie è nichelata o cadmiata; non è necessario il foro pilota.

6. Viti per cemento. Si avvitano in fori nel calcestruzzo e nei materiali edili.

7. Viti autofilettanti pan-head. Viti con impronta a croce e testa di forma schiacciata.

8. Viti di regolazione. Sono provviste di due filetti; all’esterno i filetti sono anelli con cui registrare la posizione del pezzo.

9. Viti per pavimentazioni di legno, di acciaio inox e con la testa piccola per poter essere incassata nelle tavole.

10. Vite autofilettante con testa Torx per fissaggi robusti in materiali metallici.

11. Tirafondo per travi. Grossa vite autofilettante zincata adatta per travi e tavole di grossa dimensione.

12. Viti con testa tonda. Si utilizzano per unire solidamente travi di legno attraverso fori passanti.

Sali da bagno fai da te

Per preparare i sali da bagno occorrono pochi e semplici ingredienti: sale marino grosso, oli essenziali, etanolo ed eventualmente dei colori alimentari.

Sali da bagno alla lavanda

ingredienti:

  • mezzo kg di sale marino grosso
  • un cucchiaio e mezzo di olio essenziale alla lavanda
  • due cucchiai di etanolo al 70%
  • un vassoio di cartone

Preparazioni dei sali da bagno

Versiamo il sale marino grosso in una ciotola. A parte, in n bicchiere, mescoliamo l’olio essenziale alla lavanda con l’etanolo. Aggiungiamo al sale i due ingredienti.
A questo punto, con un mestolo o un altro utensile, rimestiamo accuratamente gli ingredienti incorporati al sale fino ad ottenere un composto omogeneo.
Versiamo il sale su un vassoio di cartone  e lasciamolo asciugare per 24 ore. Trascorso questo tempo, travasiamo il sale con l’aiuto di un imbuto in barattoli di vetro. A decorazione possiamo aggiungere qualche rametto di lavanda nei barattoli.

sali da bagno colorati

 

 

Sali da bagno colorati

Se vogliamo che i nostri sali da bagno siano colorati, è sufficiente aggiungere 1-2 cucchiaini di colore alimentare in fase di preparazione. Possiamo anche suddividere il sale in due o tre parti colorandolo di colori contrastanti, ma con lo stesso olio essenziale. Una volta asciutto possiamo riempire i barattoli di vetro alternando strati di sali da bagno colorati.

sali da bagno

 

Olio essenziale alla lavanda

È analgesico, antidepressivo, antispasmodico, antireumatico, antisettico, antitossico, antiemicranico, cicatrizzante, calmante, diuretico, deodorante, stimolante della circolazione, disintossicante, purificante, rigenerante delle cellule, rinfrescante, fortificante, equilibrante, stimolante per la milza, cardiotonico, repellente per gli insetti. Indicato contro la caduta dei capelli e la forfora, per curare le malattie della pelle (couperose, acne, pelle secca, eczemi), i disturbi del sonno, eccessi di collera, stress, nervosismo, malinconia, depressione, scottature, punture di insetti, ferite, ulcere alle gambe, mal di testa e di orecchi, verruche, influenza, raffreddore, bronchite, asma, mal di viaggio, pressione alta, per la produzione di globuli bianchi, contro i dolori mestruali. Il profumo è fresco e aromatico. Viene estratto per distillazione delle sommità fonte e degli steli. Non va assunto per via orale durante cure di iodio e ferro.

 

Paravento fai da te con saldatura

Paravento d’arredo con volute e riccioli

Lavoriamo il ferro sulla morsa e con la saldatrice, il risultato sarà uno splendido paravento fai da te ornamentale.
È solo lo scheletro di un paravento, ma per la sua linearità è comunque un piacevole oggetto di arredo; ovviamente si può completare con un tessuto o una leggera stuoia di paglia o con fogli di carta di riso per renderlo un elemento divisorio a tutti gli effetti.
La realizzazione fai da te ci permette di chiarire alcune tecniche di lavorazione del tondino di ferro.

POCHI E SEMPLICI ATTREZZI

Premesso che, come tondino di ferro, non intendiamo quello zigrinato usato per armare il cemento, estremamente duro e tenace, ma il semplice trafilato fino al diametro di 12 mm, tutto ciò che occorre per la lavorazione si riduce a una sega (o altro attrezzo da taglio), una smerigliatrice ed una saldatrice. Il lavoro di bricolage viene facilitato dall’uso di una cagna con la bocca adatta al diametro del materiale e di una piastra da curvatura, attrezzi che nei magazzini per edilizia si trovano per pochi euro.
Indispensabili alcuni fogli di carta grandi (quelli da imballaggio) su cui disegnare il progetto e pezzi di scarto da usare come guide di curvatura. Utile uno spezzone di tubo da ½” da usare per mantenere rettilinee le code dei pezzi che si stanno lavorando.

IL RICCIOLO DECORATIVO

Il tondino di ferro si taglia facilmente anche col seghetto a mano (ed olio da taglio per non smussarne subito i denti).
La dima è costituita da un ricciolo di ferro piatto 5×30 saldato su una base di spessa lamiera. Per spingervi contro il tondino è meglio inserirne la coda dentro un tubo che la mantenga diritta. A sinistra la creazione degli elementi a pera, con pezzi di scarto.

MONTANTI E TRAVERSE

  1.  Per comodità di lavorazione il tondino da curvare va tagliato un po’ più lungo dell’occorrente e poi portato alla misura esatta tagliandone l’eccedenza. Portati tutti i pezzi a misura del disegno, il lavoro di bricolage parte dalla creazione dei telai esterni (montanti e traverse).
  2. Completati i telai vi si saldano i pezzi interni, partendo dai riccioli inferiori: qui l’unione ricciolo-traversa diritta.
  3. A parte si preparano le “figure” chiuse: fregio centrale e pera inferiore. Sia per l’incrocio delle code del fregio sia per l’unione delle code della pera, i punti di contatto vanno sagomati con la smerigliatrice, con un incavo o con una rastrematura.

LA RIFINITURA

  1. Premesso che il lavoro di saldatura va fatto curando che i pannelli risultino perfettamente piani, è poi necessario molare e levigare tutti i cordoni a filo della superficie del tondino.
  2. Completato il lavoro di molatura e levigatura non resta che rifinire il pannello con smalto ferromicaceo. Eventuali cardini di snodo fra i pannelli del paravento vanno ovviamente saldati ai telai prima della rifinitura.

UTENSILI
Morse, piegaferro, sega, smerigliatrice, pennello

Guide per fresatrice: approfondimento

Le guide per fresatrice sono utilissime per realizzare sportelli e guide per cassetti

Con la fresatrice portatile si possono eseguire infinite modanature, ma il suo aiuto nella predisposizione strutturale di un manufatto è ancora più prezioso.

Quando si rende necessario fresare una scanalatura, questa si trova quasi sempre ad una distanza dai bordi tale da poter essere realizzata con la guida parallela che permette di ottenere la massima linearità. Le frese utilizzate per questa lavorazione hanno il tagliente sia di fianco, sia in testa, quest’ultimo fatto in modo che il fondo risulti perfettamente liscio. Quando la scanalatura interessa tutta la lunghezza del pezzo gli unici rischi si hanno alla partenza ed all’arrivo, ovvero in entrata e in uscita del legno; si può ovviare con un paio di scarti di pari spessore, fissati bene all’inizio ed al termine della corsa.

Nelle lavorazioni di costa, se la base d’appoggio ci pare esigua, si può accostare al pezzo un listello di sostegno ben piallato per allargare la base d’appoggio della macchina; attenzione agli strettoi per bloccarlo: vanno messi in modo che non ingombrino.

Se la fresatura interessa solo una parte di lunghezza, come gli scassi per le cerniere, bisogna disporre di due fermacorsa per fare in modo che le passate successive abbiano lo stesso inizio e la stessa fine. Per mortase o scanalature in serie si ricorre ad una maschera.

GUIDE PER FRESATRICE PER PROFILI CURVI

guide-per-fresatrice-1

Quando si tratta di seguire bordi tondi e circonferenze si può utilizzare una tra le guide per fresatrice che, invece di disporre di una superficie d’appoggio piana, aderisce al profilo tramite due punte arrotodate e distanziate, permettendo di seguire fedelmente la curva con raggio costante. Per profili più elaborati, da fresare sul bordo, è indispensabile invece disporre di frese con perno o cuscinetto di guida in testa.

Frutta in vetro di Murano

Vetro di Murano, un sapiente lavoro di artigianato unito ad un creativo impiego del filo dorato

Dall’antichissima lavorazione del vetro, unita all’originale lavorazione del filo di metallo, nasce questo splendente grappolo d’uva. Le perle utilizzate come acini sono ottenute lavorando le canne di vetro di Murano alla fiamma e facendo colare il vetro fuso su un ago metallico ricoperto da uno speciale distaccante.
Il vetro di Murano viene quindi, nel suo punto di fusione, colato sulla punta dell’ago d’acciaio, strato su strato, fino ad ottenere la dimensione desiderata.
La perla diventa sferica con un lento e costante movimento rotatorio. L’acino ha solo un foro passante per poterlo infilare nel filo. Si fanno raffreddare le perle e nello stesso tempo si può iniziare a preparare il raspo.

Come si ottengono le perle dalle canne di vetro di Murano

lavorare il vetro di murano
Le perle sono ottenute lavorando alla fiamma le canne di vetro su aghi metallici, mediante i quali restano forate. Le si prepara lasciando solo un foro cieco.

Perle già pronte in vetro di Murano

Anche chi non ha familiarità con l’antica lavorazione del vetro, può pensare di riprodurre il grappolo d’uva utilizzando perle che si trovano già pronte in commercio.
In questo caso, se si acquistano perle con due fori, si può sigillarne uno con un goccio di colla.

 

  1. Con il filo dorato si forma il raspo; si inizia intrecciando due fili per ogni picciolo. Si ripete il lavoro per ogni acino d’uva
    che si vorrà  inserire.
    decori-filo-dorato
  2. I piccioli così preparati vanno arricciati insieme formando così il raspo del grappolo.
    intreccio-filo-dorato
  3. Si arriccia un po’ di filo dorato per simulare i viticci e lo si unisce al raspo. Con una pinza si sistemano i vari piccioli per poter così inserire le perle che danno vita al grappolo d’uva.
    intreccio-filo
  4. Si infilano le perle sui viticci di filo dorato.
    inserirevetro

 

Intrecciare il vimini

La forma tondeggiante e l’intrinseca fragilità del vetro rendevano precario l’uso dei fiaschi così come uscivano dalla vetreria e fu quindi necessario inventare un rivestimento che permettesse tanto di tenerli in piedi quanto di proteggerne le pareti.

La cesteria è un’arte antica ed economica: gli unici attrezzi che occorrono sono le mani. Le tecniche fondamentali sono “a spirale” (tipica dei cesti sardi), a intreccio con elementi larghi e piatti, “a stecca” (elementi rigidi verticali uniti da un filo di trama a dentro e fuori) e, come viene illustrato in questo articolo, “a intreccio rigido”, un’armatura di elementi in più grossi che formano il fondo, uniti e irrigiditi da elementi più sottili che passano all’interno e all’esterno dei montanti. Si realizza così una specie di cestino che si sviluppa in altezza, e lascia una zona che permette di vedere il contenuto.

è utile sapere che

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Gli elementi usati nella realizzazione sono rametti di salice raccolti in inverno, scortecciati e lasciati asciugare all’ombra e al fresco. Prima di usarli vanno tenuti a mollo affinché si ammorbidiscano e poi mantenuti umidi dentro uno straccio bagnato.

 Passaggi passo-passo per intrecciare il vimini

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  1. Aperti in numero pari i fori nella periferia del disco di base vi inseriamo i montanti dal loro capo più sottile, spingendoli fino a quando si bloccano nel foro. Il disco è ricavato da una tavoletta da 1 cm.
  2.  Partiamo da un vimine lungo e sottile, lo pieghiamo a metà contro uno dei montanti e accavalliamo  i due fili sul secondo montante. L’intreccio continua invertendo i fili sul terzo montante e così via.
  3. Proseguiamo fino a superare di un paio di dita il diametro massimo del vetro. Quando un filo sta per finire lo raddoppiamo con un nuovo vimine incastrato dentro la coppia del montante precedente.
  4. Partendo dall’alto intrecciamo ai montanti, presi due alla volta, gli elementi che ricoprono il collo, sempre con la tecnica a doppio filo. Il rivestimento del collo si conclude dopo aver collegato il manico,
  5. Il manico si realizza con i due baffi lasciati sporgere dal rivestimento della pancia, prima arrotolando assieme i vimini di ogni singolo baffo e poi arrotolando fra loro i due baffi.
  6. Facciamo passare i singoli elementi del manico dentro il rivestimento del collo. Per farlo occorre allentare, spingendo in su i vimini, il rivestimento del collo. Si tratta di un lavoro paziente e accurato.

 Taglio e compattamento

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  1. gli elementi dei montanti che si protendono al di là dei due rivestimenti finiti si tranciano con le cesoie. Sempre con questo attrezzo si spuntano tutti gli eccessi, compresi quelli che sporgono sotto la base.
  2. durante tutta la lavorazione è necessario compattare l’orditura sulla trama dei montanti aiutandosi con un puntale di legno duro che aiuti a spingere in basso i fili orizzontali.

Bonsai di perline a forma di acero giapponese

Solitamente le perline di vetro vengono utilizzate per la realizzazione di collane e braccialetti, ma con un po’ di fantasia possono trovare altri impieghi, ad esempio trasformarsi nelle foglie autunnali di un acero rosso formato bonsai.

Questo bonsai di perline è realizzato interamente in filo di ferro e bacchette di ferro dolce e in perline di vetro rosse. Occorrono solo un paio di pinze. l

Bonsai di perline a forma di acero rosso
Per modellare la disposizione e la forma dei rami, consultiamo qualche idea creativa sulle perline o rivista per trarre ispirazione da fotografie e disegni: possiamo scegliere un acero rosso giapponese, ma anche un ciliegio (consulta questa guida se vuoi scoprire come piantare un ciliegio nel giardino), che risulterà stracarico di frutti.

La tecnica per realizzare i rami si apprende velocemente, ma l’intera operazione richiede una buona dose di pazienza, perché il lavoro è comunque molto lungo. Dapprima bisogna infilare le perline sul filo di ferro, a quattro o cinque per volta. Quindi si attorciglia il filo, in modo da formare piccoli anelli.

Si procede in questo modo fino a completare un ramo. Infine, occorre ricoprire i rami e il tronco con un ulteriore avvolgimento di filo di ferro, sia per unirli tra loro, sia per irrobustire la struttura, sia per dare all’albero bonsai di perline un aspetto più realistico e uniforme.

Il vaso del bonsai con perline

Come nei bonsai giapponesi (ecco qui un sito straordinario sul mondo dei bonsai), l’albero trova posto in una piccola ciotola di terracotta di forma rotonda. Per sostenere il tronco, la ciotola è riempita di gesso in polvere, ricoperto poi da materiale decorativo che possiamo trovare in qualsiasi bosco e scegliere a nostro piacere: pigne, muschio, foglie secche… A questo punto l’opera è terminata: non resta che proseguire, per la realizzazione di un bosco in miniatura, o tentare personalissime “variazioni sul tema”, con l’aggiunta di perline verdi allungate a mo’ di foglia, piccoli frutti…

Cosa serve per realizzare un alberello con le perline:

utensili per perline
 Per la base: una ciotola di terracotta, gesso in polvere, pigne, foglie secche, muschio. Per l’albero bonsai: perline di vetro rosse, filo di ferro sottile, bacchette di ferro dolce sottili.

 

Tutorial bonsai di perline

tutorial bonsai di perline

Il filo di ferro permette di “raccogliere” le perline senza troppe difficoltà (1). La procedura per la realizzazione dei rami consiste nell’infilare quattro, cinque perline alla volta e nell’attorcigliare il filo di ferro, in modo da formare un anello di perline. Si procede così fino a completare un ramo (2). Tutti i rami e il tronco sono poi ricoperti da un ulteriore avvolgimento di filo di ferro, che unisce, irrobustisce e riveste la struttura (3). Per il tronco, conviene utilizzare tre bacchette di ferro sottili: le estremità di base vanno piegate, in modo da formare delle radici allargate che sostengano il bonsai (4). Appoggiamo l’albero nella ciotola e ricopriamone il piede con polvere di gesso, ben compattata perché offra un sostegno adeguato (5).

Creare riciclando bottiglie

Creare riciclando le bottiglie di vetro scaffali e originali portacandele: le bottiglie sono oggetti che si prestano particolarmente per un riutilizzo creativo.

Creare riciclando bottiglie oggetti non comuni stimola la creatività; ci sono bottiglie di forma strana che stimolano maggiormente l’inventiva, ma anche le classiche bottiglie da vino di vetro brunito (quelle per i vini rossi), incolore  o verdognolo (per i vini bianchi) non vanno trascurate, tanto più  che le possiamo utilizzare senza decorarle in alcun modo.
Per prima cosa vanno eliminate le etichette, di solito basta mettere a bagno la bottiglia per una decina di minuti in modo da sciogliere la colla. Se decidiamo di realizzare una scaffalatura a ripiani abbiamo bisogno di bottiglie di maggiore capienza e con un appoggio sicuro, che possiamo utilizzare vuote e chiuse da un tappo, aperte per inserire fiori a gambo lungo, oppure riempite con sabbie o perline di diversi colori disposte a strati, in modo da appesantirle e dare stabilità alla struttura.

Creare riciclando bottiglie: lo scaffale

creare-riciclando

  1. Su ogni ripiano tracciamo i fori per i colli delle bottiglie, con lo stesso rientro rispetto ai lati lunghi, ma diverso rispetto a quelli corti perché per realizzare lo scaffale occorre sfalsare le bottiglie.
  2. Utilizziamo il supporto a colonna  e montiamo sul mandrino del trapano una sega a tazza di diametro appropriato. L’asportazione del cilindretto di legno lascia i bordi ben delineati, senza dover carteggiare.
  3. La superficie dei ripiani può, essere lasciata piuttosto grezza, ma gli spigoli dobbiamo smussarli. Stendiamo sul legno due mani di impregnante a effetto cera per proteggerlo e facilitare la pulizia.
  4. Se le bottiglie hanno il collo dritto, per non far scendere troppo i ripiani usiamo collari distanziatori trasparenti, tagliati bene in squadra e di uguale lunghezza, altrimenti l’appoggio risulta vacillante.

bottiglie tagliate portacandele
Abbinando bottiglie tagliate di colore diverso possiamo ottenere originali contenitori per candele, che bisogna però non toccare, per non bruciarsi le dita. Ideali per questo scopo sono le bottiglie bordolesi, cilindriche, con collo corto e spalla pronunciata.

Creare riciclando bottiglie: il portacandele

  1. Per incidere con precisione la bottiglia usiamo un listello al quale appoggiare il fondo e una tavoletta per l’appoggio laterale della bottiglia. All’estremità fissiamo la rotellina tagliavetro.
  2. Dopo aver inciso la superficie facciamo ruotare per alcuni istanti la bottiglia sulla fiamma di una candela, localizzata in corrispondenza della traccia realizzata con la rotella tagliavetro.
  3. Senza esitazioni, immergiamo la bottiglia in acqua fredda: se la bottiglia è stata riscaldata al punto giusto, il brusco salto termico ne provoca la rottura in modo netto e preciso.
  4. La parziale incisione e la successiva spaccatura lasciano bordi affilati e irregolari, da eliminare facendo ruotare le due porzioni di bottiglia su un pezzo di carta vetrata per smussare i bordi.

creare riciclando vetro