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Porte a soffietto riducibili

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In alcune situazioni per separare un locale dagli altri non è necessario (o conveniente, o possibile) installare una porta tradizionale: con una porta a soffietto il lavoro può essere fatto velocemente e con poca spesa, senza bisogno di opere o professionisti

Le porte a soffietto risolvono le situazioni in cui non è possibile installare una comune porta a battente o una porta scorrevole: la prima perché il sistema di apertura può essere troppo invadente (pensiamo, per esempio, a una dispensa o a un bagno di servizio), la seconda perché, anche nella versione a binario esterno, richiede comunque l’esistenza di una parete laterale larga abbastanza e libera da arredi e complementi. Le porte riducibili in PVC possono essere scelte in diverse finiture e non necessariamente il colore del telaio deve essere lo stesso dei pannelli, che possono essere ciechi o vetrati; in quest’ultimo caso, all’altezza di una comune anta semivetrata a battente, ciascun pannello riporta una serie di feritoie rettangolari (solitamente quattro) che permettono il passaggio della luce in chiusura.  Installando questo tipo di apertura, bisogna accettare una riduzione della luce di passaggio, in quanto i pannelli si impacchettano, sovrapposti, sul lato opposto alla maniglia. Per avere un’idea dello spazio destinato al transito che si perde basta moltiplicare il numero dei pannelli necessari per il loro spessore, trattandosi di elementi realizzati con struttura alveolare. Questo kit, facile da installare, comprende 5 pannelli intermedi di larghezza 115 mm più tutti gli accessori del caso: gli unici attrezzi necessari sono un cacciavite (o un avvitatore) e un seghetto da ferro, la cui dentatura fine si presta al taglio dei materiali plastici. Rollplast-Pinto Sistemi 

Le porte a soffietto riducibili sono facili da montare

montaggio porta a soffietto

porta riducibile in pvc

  1. Si inizia inserendo una cerniera tra il primo mezzo pannello e il primo pannello intero. Si fa lo stesso tra l’ultimo mezzo pannello e l’ultimo pannello intero.
  2. Collocati in verticale i pannelli interi necessari tra i due elementi appena composti, si inseriscono le cerniere sotto e sopra tra i pannelli e si bloccano tramite i fermacerniere.
  3. Si avvitano quindi i funghetti di scorrimento (un pannello sì e uno no); sulla stecca portamaniglia vanno due funghetti.
  4. Sui funghetti si calza la guida facendola scorrere.
  5. Sul portamaniglia si pratica un taglio a 45° e si realizza l’incavo per il magnete.
  6. Si aggancia il magnete nel portamaniglia e lo
  7. si avvita il magnete.
  8. Si praticano i due fori per la maniglia e
  9. la si avvita in posizione.
  10. Nell’ordine, da sinistra, si vedono il mezzo pannello, il portamaniglia e i pannelli, poi le guide laterali e una cerniera.
  11. Gli accessori e la ferramenta necessari sono: due maniglie, il magnete di chiusura, i funghetti, i fermacerniere e le viti autoforanti.

Come costruire un portalegna in ferro battuto

Robusto e leggero, un elegante portalegna per il camino o la stufa che risolve anche il problema del trasporto dalla legnaia

portalegna
In questo portalegna in ferro fai da te si possono trasportare circa 10/15 chili di ciocchi lunghi una trentina di centimetri. Se la nostra legna è sensibilmente più corta o più lunga non è un problema adattarle braga e vassoio. In legnaia si stende la braga a terra o su un tavolo, vi si ammucchiano i ciocchi e poi la si chiude inserendo la maniglia lunga fra i cavi di quella corta.

Costruire un bel portalegna in ferro battuto è un’attività piuttosto semplice, che non comporta l’obbligo di conoscere particolari lavorazioni del ferro. Anche se si vanno sempre più diffondendo le stufe ed i caminetti a pellet, ancora oggi quelli più diffusi restano quelli a legna che oltre a diffondere calore rallegrano l’occhio.

Combustibile ecologico, la legna comporta due fastidi: il primo è di doverne trasportare dentro casa quanto basti per almeno mezza giornata ed il secondo è il fatto che dai ciocchi cadono sempre pezzetti di corteccia, schegge e polvere che sporcano il pavimento.

Entrambi i problemi vengono risolti da questo originale portalegna in ferro battuto fai da te composto di due parti separate: un vassoio d’acciaio (o di rame o di altro metallo) che resta sempre dentro casa, molto semplice da costruire e facile da pulire ed una braga che serve a trasportare i ciocchi dalla legnaia in casa.

Il vassoio è una lastra rettangolare montata su feltrini o gommini autoadesivi. La braga è una struttura flessibile di cavetto d’acciaio irrigidita da un telaio di base e da traverse in tubo d’alluminio, due delle quali servono da maniglia.

Cosa serve per costruire un portalegna in ferro battuto:

  • lastra metallica 1,.5x350x500 mm
  • circa 1800 mm di tubo metallico Ø 10 mm
  • circa 3 metri di cavetto d’acciaio Ø 5 mm
  • 4 feltrini o gommini autoadesivi

Come costruire un portalegna in ferro

taglio legno multistrato

  1. se non si ha una piegalamiera tagliamo due pezzi di multistrato larghi quanto il vassoio e mezzo palmo più corti. Da entrambi tagliamo via una striscia larga 90 mm, una con taglio a 90° e l’altra con taglio a 20°.
  2. stringiamo la lamiera fra i due pezzi, lasciandone sporgere i 90 mm di un’ala, col bordo sbieco a scendere dietro la lamiera e sull’ala blocchiamo le due strisce.
  3. con forza e delicatezza spingiamo l’ala in avanti fino a che i bordi sbiechi dei due pezzi si tocchino. Il lavoro, ovviamente da ripetere anche per l’altra ala del vassoio, riesce bene solo se la lamiera è stata centrata con la massima esattezza fra le guance di multistrato.

Asole per i tubi del portalegna

forare il ferro

tagliare l'acciaio

  1. dal tubo tagliamo 6 pezzi da 220 mm, uno da 260 ed uno da 180. Il taglio si fa col seghetto guidato o con un tagliatubi a rotella e va poi smussato.
  2. perché i fori, passanti, da aprire in 4 dei 6 pezzi da 220 mm siano paralleli occorre prepararsi uno scalo aprendo in un pezzo di scarto due fori Ø 6 mm con interasse di 190 mm. Con tre listelli formiamo una T nella cui asta entri a misura il tubo e con la testa a 15 mm da uno dei fori.
  3. il primo foro non richiede particolare attenzione se non quella di tenere il capo del tubo aderente alla testa della T. Per il secondo foro, girato il tubo, lo blocchiamo in sede, con il codolo di una punta da 6 mm inserita nel primo foro che viene a trovarsi sopra quello dello scalo.
  4. per le asole nella maniglia lunga prima apriamo due fori Ø 6 mm, ciechi, poi, col tubo bloccato in posizione con das o stucco da vetrai, spostiamo di 10 mm lo scalo e apriamo un secondo foro. Il pezzetto di tubo che rimane tra i fori si elimina o con un dischetto di taglio o con lavoro di lima.
  5. il cavetto d’acciaio si taglia con una trancia o con un disco da taglio.

Il percorso del cavo d’acciaio

portalegna in ferro fai da te

Il cavo si fa passare dentro la maniglia corta, poi nei fori della prima e della seconda traversa, poi nei due pezzi da 220 mm, attraverso i fori delle altre due traverse ed infine nelle asole della maniglia lunga. Seguendo il disegno si blocca la braga su una tavola di scarto.

maniglia di ferro

  1. Nella maniglia corta (da 180 mm) il cavo entra da un capo ed esce dall’altro. Stessa cosa per i due lati del telaio di base.
  2. Le quattro traverse da 220 mm, invece, sono attraversate dal cavetto in fori di Ø 6 mm, aperti su uno scalo di guida.
  3. Più complesso il lavoro per aprire nella maniglia lunga, da 260 mm, i due fori asolati che ospitano i capi del cavetto.
  4. Le misure possono essere modificate, ma è comunque indispensabile una perfetta simmetria che eviti che la braga si sbilanci durante il trasporto o una volta poggiata sul vassoio.

Colle per metalli

colla per metallo

Il problema di fissare saldamente il cavetto dentro le maniglie e le traverse, che una volta avrebbe richiesto l’antiestetico uso di rivetti o di strozzature dei tubi, oggi viene risolto rapidamente e con eleganza dagli adesivi strutturali o dalle colle epossidiche a due componenti, da iniettare con abbondanza nelle teste dei vari elementi bloccati in posizione.

Com’è strutturato un impianto parafulmine

Panoramica completa di come è composto un impianto parafulmine, che dev’essere progettato da un ingegnere e installato da un elettricista abilitato

Un fulmine è un evento molto pericoloso e potenzialmente distruttivo. Durante la scarica di un fulmine ogni oggetto colpito viene attraversato in un centomillesimo di secondo da una corrente che ha un’intensità tra 5.000 e 100.000 Ampère con una produzione di calore fino a 15.000 gradi. Per questo motivo è assolutamente indispensabile proteggere l’abitazione ed i suoi circuiti da un evento di questo genere. In pratica si tratta di disporre un insieme di conduttori che “guidino” la scarica di un fulmine lungo un percorso diretto verso terra, che non coinvolga la struttura dell’abitazione. Un impianto parafulmine è costituito da vari componenti:

  • uno o più elementi captatori;
  • uno o più conduttori che trasferiscono l’energia a terra;
  • conduttori interrati per disperdere l’energia nel terreno.

L’elemento di captazione è costituito da una struttura metallica che attira su di sé il fulmine. Può essere ad asta singola, a più aste collegate tra loro, a maglia metallica, a superfici metalliche continue. Il conduttore di discesa ha una sezione sufficiente a far passare tutta l’energia scaricata. Solitamente si utilizzano barre d’acciaio zincato o trecce di cavi del diametro di 20-30 mm. Il dispersore conficcato a terra è strutturato in base alla natura del terreno: la presenza o meno di acqua o sali minerali rappresenta un elemento in grado di agevolare o ostacolare la dispersione di energia.

Impianto parafulmine a maglia

impianto parafulmine a maglia

parafulmine 2

  1. sviluppo di un impianto parafulmine a maglia realizzato sul tetto di un piccolo edificio. I conduttori possono essere d’acciaio zincato, oppure di alluminio o di rame.
  2. il conduttore di captazione che corre lungo il tetto è tenuto ad una certa distanza da questo per mezzo di speciali morsetti.
  3. il collegamento per la messa a terra dell’organo di captazione viene eseguito con un conduttore (discesa) che compie una larga curva in modo da non causare scariche.
  4. le punte lunghe non sono vantaggiose per proteggere un singolo edificio; servono solo nel caso in cui si intenda realizzare una specie di “ombrello” protettivo per strutture adiacenti.
  5. le discese verso terra devono essere come minimo 2 per ogni edificio. In ogni caso non devono essere disposte in modo che un ostacolo improvviso possa chiudere il circuito verso terra.

A questo link una guida per approfondire come si progetta l’impianto di messa a terra

Il circuito e i collegamenti equipotenziali

circuito impianto parafulmine
Quando vengono colpite dal fulmine, le parti del circuito di protezione assumono una tensione elevatissima (riferita al suolo o a una qualsiasi massa metallica interna all’edificio). Così tra la rete di protezione e le altre strutture (quali l’impianto elettrico, telefonico o del gas) si localizza questa elevata differenza di tensione. Si può pensare che l’edificio sia sufficientemente difeso contro la possibile scarica di un fulmine quando è totalmente “ingabbiato” in una struttura conduttrice, collegata con dispersori in diretto contatto con il suolo.
collegamento equipotenziale
Le condutture idriche e del gas presenti nell’abitazione potrebbero essere soggette a scariche nel momento in cui un fulmine colpisce l’impianto, a causa della loro vicinanza all’impianto stesso. Pertanto conviene realizzare un collegamento equipotenziale, allacciando ciascun elemento all’impianto di terra.

 

Barra equipotenziale e morsetti

barre equipotenziali

  1. la barra equipotenziale è un elemento centrale del sistema equipotenziale e deve garantire il contatto sicuro di tutti i conduttori collegati. Deve sopportare il passaggio di corrente ed essere resistente alla corrosione.
  2. i morsetti per il collegamento equipotenziale devono assicurare un contatto sicuro e durevole.
  3. Per integrare le tubazioni nel sistema equipotenziale vengono utilizzati collari di messa a terra adeguati al diametro dei tubi.
  4. grandi vantaggi al montaggio vengono offerti dai collari di messa a terra di acciaio inox, che possono essere adattati al diametro dei tubi.
  5. esempio di collegamento equipotenziale di tubazioni per riscaldamento con connessione passante.
  6. esempio di collegamento equipotenziale per un sistema informatico e di telecomunicazione.

Lo scaricatore che protegge l’impianto

scaricatore, varistore
Una buona protezione contro le sovratensioni provocate da scariche atmosferiche si ottiene inserendo a monte dell’impianto elettrico (dopo il contatore) uno scaricatore-varistore. La sua parte attiva ha la funzione di limitare la tensione con tempo di risposta brevissimo, bassa soglia di protezione. Le versioni preassemblate in produzione sono già provviste del morsetto per l’allacciamento all’impianto di terra.

impianto parafulmine

Per approfondire l’argomento inerente l’impianto parafulmine consigliamo di leggere questo documento

Come fare fiori di carta | La Dalia

Tutti hanno una corolla e un gambo, ma le forme sono le più varie. Ecco come realizzare una Dalia di carta crespa

Come fare fiori di carta crespa ce lo illustra la nostra lettrice Giuseppina Caprioglio: riportiamo un esempio concreto  per rappresentare che si possono modellare fiori di carta crespa che non rappresentino una vaga idea astratta, ma riproducono piuttosto fedelmente quelli reali.

La dalia, per esempio, la cui preparazione richiede pochissimo tempo, viene formata con due strisce di carta crespa tagliate a seghetto avvolte in maniera concentrica all’estremità di un pezzo di fil di ferro piuttosto grosso, poi ricoperto con nastro verde.

Decisamente più laboriosa è, invece, la preparazione dell’ortensia, in cui i molti fiorellini che compongono l’infiorescenza sono messi assieme uno per uno.

Si tagliano una cinquantina di pezzi di fil di ferro sottile lunghi 5 centimetri e in cima a ciascuno si mette un piccolo batuffolo d’ovatta. Si tagliano due centinaia di petali rotondetti e si incollano a gruppi di quattro su ciascuno stelino, da rifinire con nastro verde.

Quindi si uniscono 10 fiorellini a ombrello su un unico gambo di filo un po’ più grosso e infine si collegano i cinque mazzetti allo stelo principale, da adornare con un paio di foglie dal bordo seghettato come quelle dei fiori veri.

Cosa serve per fare fiori di carta crespa?

  • Fil di ferro di varie misure,
  • Nastro adesivo opaco a superficie ruvida color verde,
  • Carta crespa di diversi colori,
  • Colla vinilica,
  • Ovatta,
  • Tenaglie,
  • Forbici comuni forbici taglia-campioni,
  • Centimetro

Come fare fiori di carta

taglio carta crespa

dalia di carta crespa

creare un fiore di carta

La corolla della dalia si prepara con due sole strisce di carta crespa lunghe una sessantina di centimetri e alte, l’una 6, l’altra 10. Per rispettare queste proporzioni ben calibrate conviene prendere le misure piuttosto che fare a occhio. I petali appuntiti si tagliano bene in serie dopo aver piegato le strisce a fisarmonica più o meno quadrata (1). Affinché tutti risultino appuntiti, il taglio deve lasciare agli angoli o una punta aguzza o una valle, non una via di mezzo. L’operazione si esegue bene con le cosiddette forbici taglia campioni, attrezzi semplici e leggeri, adatti anche ai bambini e ideali per la carta. Per montare la corolla bisogna riaprire le due strisce in tutta la loro lunghezza, far colare alla base di entrambe un filo di colla vinilica (2) e avvolgerle attorno all’estremità di uno spezzone di filo di ferro distribuendo bene i petali (3). Si avvolge prima la striscia più stretta (che così resta all’interno), poi quella più larga. In ultimo, resta da abbozzare il calice con un giro di nastro adesivo verde e da rifinire il gambo scendendo a spirale lungo il fil di ferro con lo stesso nastro.

In questo sito è possibile acquistare online carta crespa

Prodotti Briggs&Stratton per la manutenzione

Con i prodotti Briggs & Stratton possiamo effettuare in proprio la semplice manutenzione del nostro rasaerba

Al primo utilizzo stagionale delle attrezzature motorizzate da giardino è importante intervenire con alcune operazioni di manutenzione necessarie dopo il lungo riposo invernale, al fine di ottenere le migliori prestazioni per tutta la stagione di taglio. Briggs & Stratton ha ideato vari prodotti pensati per rendere questa prima manutenzione primaverile semplice e immediata, da effettuare in piena autonomia direttamente nel proprio garage anche se non si è particolarmente esperti.

La linea degli Engine Care Kit, comprende pacchetti completi di tutti i prodotti necessari per eseguire queste operazioni di “risveglio” in modo efficace, specifici per ogni serie di motori di produzione Briggs & Stratton. È sufficiente avere i dati del motore che equipaggia la propria macchina per individuare la confezione con i prodotti dalle giuste caratteristiche per il proprio modello. Una volta acquistato il pacchetto Engine Care, impiegando massimo 15 minuti, possiamo procedere con questi tre semplici passaggi: sostituzione del filtro e prefiltro dell’aria, della candela, svuotamento del serbatoio dell’olio e rabbocco con l’olio nuovo. In aggiunta è bene rinnovare il carburante e trattarlo con l‘additivo per benzina Fuel Fit di Briggs & Stratton per preservarne la freschezza. Portate a termine queste operazioni si è pronti per iniziare a tagliare l’erba con un rasaerba in ottima forma. Tutti i punti vendita e le officine autorizzate Briggs & Stratton sono a nostra disposizione per consigliarci e offrirci questi e altri prodotti specifici per la manutenzione e la cura delle macchine da giardino. Per trovare il centro di vendita e assistenza più vicino a noi consultiamo il sito Briggs&Statton

Tu chiamale se vuoi… emozioni

Editoriale tratto da Far da sé n.455 di Ottobre 2015

Autore: Emanuele Bottino

In pochi minuti, dopo l’ingresso nel gigantesco scenario dell’Expo, uno scafato gruppetto della nostra casa editrice si è trasformato in una piccola classe di scolari. Ci guardavamo intorno camminando lungo il Decumano, stretti-stretti nonostante il caldo, un po’ per riuscire a seguire la guida in mezzo alla calca di persone mentre ci illustrava i vari padiglioni visti da fuori, un po’ per avere sempre i compagni a fianco cui poter fare un cenno, indicare dettagli e scorci degni di nota. Grande meraviglia di fronte allo spettacolo dei padiglioni, della diffusa atmosfera festaiola, quasi come se fosse una sagra di paese particolarmente ben riuscita. Ripensandoci, si potrebbe definire “effetto Expo”… perché tutto ci ha colpito e colpisce, all’Expo di Milano, progetto grandioso, almeno quanto il tema dell’evento: “Nutrire il pianeta, Energia per la vita”. Ci ha colpito l’enorme utilizzo del legno (cosa di cui diamo conto, seppure marginalmente, nelle due pagine seguenti) e ci hanno colpito gli spazi enormi, ovviamente necessari per la partecipazione di tante Nazioni, più alcune organizzazioni internazionali. Ci ha colpito che ognuna avesse allestito un suo padigione separato dagli altri, una vera e propria costruzione a sé stante. Quasi tutti sono giganteschi e molto caratterizzati, con grande sfoggio di creatività e orgoglio campanilistico. Ci ha colpito che tutto sia molto, molto bello… persino troppo! E già… perché se si pensa al mondo da sfamare, come minimo il pensiero va ai soldi (tanti!) impiegati per tutta questa bellezza fatta ad hoc e tutto questo spazio cementificato dove prima c’erano campi… da coltivare. Inoltre, dopo il 31 ottobre quasi tutto sarà smantellato, tranne il cemento. Ci ha colpito il padiglione Zero, dove un percorso con proiezione di immagini, testi e video, illustra quanto l’uomo abbia modificato la Terra con la sua presenza, a partire dalle trasformazioni del paesaggio naturale per finire ai rituali del consumo. Una sequenza di suggestioni che portano a una conclusione dura e concreta da cui si desume un vero e proprio imperativo: per poter alimentare tutti, bisogna assolutamente eliminare i continui sprechi di cibo e risorse. Ci ha colpito il Future Food District, padiglione allestito per mostrare come sarà il supermercato del futuro (prossimo!), dove si scopre come saremo aiutati a scegliere meglio e più consapevolmente, seppure con qualche piccolo inconveniente. Avvicinando la mano a un prodotto, sullo schermo posto al di sopra, esso viene descritto nei minimi particolari, con riferimenti al luogo d’origine, al sistema di trasporto, conservazione e prezzo; dove serve c’è anche un robot che movimenta e prepara la merce, in modo che non la si debba toccare. Fra le possibilità di scelta, però, ci sono anche alcune confezioni con insetti cucinati, fra cui una vaschetta di grossi scorpioni; al momento sono finti, ma un severo cartello ammonisce sul fatto che presto saremo costretti a cambiare le nostre abitudini alimentari. Ecco, a questo punto, nonostante le più buone intenzioni verso la modernizzazione e mettiamoci pure la curiosità di assaporare cibi esotici, il pensiero va ai nostri cari frutteti di collina e ai cumuli di arance, mele, pesche che ogni anno bisogna distruggere per qualche assurda legge di mercato. Per concludere, tante le contraddizioni all’Expo, ma tante anche le emozioni.

Piastrelle… quasi opere d’arte

Editoriale tratto da Rifare Casa n.41 di Settembre-Ottobre 2015

Autore: Nicla de Carolis

Il padiglione della multinazionale Vanke, prima azienda del settore edilizio in Cina presente all’EXPO (non si capisce perché, sembrerebbe anche questa una partecipazione fuori tema…) è una costruzione originale, dall’incredibile impatto estetico per la sua forma morbida, progettata dall’archistar Daniel Libeskind che si è ispirato alla tradizione, alla filosofia e al meraviglioso passato della Cina, costellato di “montagne nebbiose, fiumi, colline, e sinuosi draghi”. E fin qui niente di cui poterci vantare, ma l’altro ingrediente fondamentale per l’esecuzione di questa opera è il rivestimento tridimensionale realizzato con innovative lastre di grès porcellanato di un evocativo colore rosso lacca con effetto metallizzato, una cromia cangiante formulata e messa a punto da una delle più importanti aziende italiane del settore: la Casalgrande Padana. Anche questo esempio avvalora l’importanza e l’autorevolezza che tutto il settore della ceramica italiana ha nel mondo. Con il 35% dell’intero ammontare del commercio internazionale, l’Italia è leader assoluta e questo grazie all’inconfondibile stile, al gusto e alla qualità che caratterizzano la produzione, per il 90% concentrata nei distretti emiliano-romagnoli. L’industria della ceramica è un settore che conta 236 aziende e 27.000 addetti con un fatturato di 5,5 miliardi di euro, derivante per il 75% da esportazioni nei cinque continenti. Ma al di là dei numeri questo è un mondo in continua evoluzione, sia per quanto riguarda le proposte estetiche sia per l’innovazione nella tecnologia dei materiali. Fino a qualche anno fa, chi avrebbe mai pensato di far posare piastrelle o mosaico alle pareti del soggiorno o della camera da letto, di poter sovrapporre un pavimento a un altro senza dover tagliare le porte? Per non parlare delle imitazioni dei materiali naturali, marmi, pietra e legno, che, grazie alla tecnologia digitale, oggi sono veramente perfette; si possono avere pavimenti in grès porcellanato, in tutto uguali esteticamente agli originali, con il vantaggio di un rivestimento senza manutenzione che rimane inalterato nel tempo. E che dire della “ceramica bioattiva” che, in presenza della luce solare, abbatte gli inquinanti in esterno e, in interno, è in grado di eliminare batteri e odori? Per farvi un’idea di tutte le novità da pagina 66 abbiamo realizzato un documentatissimo dossier, ma se volete ancora di più potrete fare una visita al CERSAIE, il salone internazionale della ceramica, dal 28 settembre al 2 ottobre a Bologna, con biglietto offerto da RIFARE CASA (vedi a pagina 130) e, addirittura, prenotare una consulenza gratuita con l’architetto di RIFARE CASA, Antonio Perrone, che sarà presente alla fiera nel nostro stand.

Zanzariera basculante fai da te

Progetto e costruzione fai da te di una zanzariera basculante

Il nostro lettore Vincenzo Battaglia ha realizzato una Zanzariera basculante fai da te diversa dalle solite, anche nel sistema d’apertura: il telaio superiore è fisso, quello inferiore è mobile e imperniato su cerniere, e si apre sollevandolo all’esterno, tramite due cordini in nylon che terminano in un anello. Gli anelli si bloccano con ganci alla traversa inferiore del telaio fisso.

La costruzione della zanzariera basculante

Tagliamo montanti e traverse nelle misure prestabilite secondo le dimensioni del vano da chiudere. Le traverse centrali sono di sezione circa 20×20 mm, per cui si ottengono tagliando a metà il listello nel senso della lunghezza.

Eseguiamo le fresature necessarie, sia per arrotondare i bordi, sia per ricavare la scanalatura all’interno del telaio in cui inserire la rete. Le unioni fra montanti e traverse sono a mezzo legno, fissate con colla e viti.

I due telai completi si finiscono con impregnante e si incastra la rete nella scanalatura fissandola con una guarnizione di gomma a sezione cilindrica, inserita a pressione. Sulla traversa inferiore della parte basculante incolliamo il nastro a spazzola, che compensa le irregolarità del davanzale.

Al telaio fisso avvitiamo le squadrette a L per montarlo sullo stipite, 2 per montante e 3 sulla traversa superiore, mentre sulla traversa inferiore avvitiamo i due ganci per gli anelli. Avvitiamo alle cerniere il telaio basculante, fissiamo la corda in nylon con gli anelli nei montanti del telaio mobile mediante fori passanti.

Cosa serve per costruire una zanzariera basculante fai da te:

  • Legno ramino: sezione 40×20 mm;
  • 3 cerniere a libro;
  • rete in fibra di carbonio;
  • guarnizione cilindrica per zanzariere;
  • squadrette angolari;
  • viti;
  • colla;
  • corda di nylon;
  • 2 anelli in plastica;
  • 3 ganci;
  • nastro a spazzola per porte;
  • impregnante

Progettare la zanzariera basculante fai da te

zanzariera fai da te

Come realizzare il telaio della zanzariera

fresare il legno

Con fresa cilindrica creiamo una scanalatura 6×8 mm su tutta la lunghezza dei pezzi (1), per l’incastro della rete all’interno del telaio. I bordi dei listelli si stondano con la fresa a raggio concavo e cuscinetto di guida (2). Sulla traversa inferiore del telaio mobile si realizza una scanalatura 3×8 mm, per incassare il nastro a spazzola.

Approfondisci come fresare il legno

telaio zanzariera

La rete si incastra nei telai tagliandola con un eccesso di 100 mm su ogni lato, fissandola con la gomma (1), e rifilando mediante cutter, con attenzione. Gli elementi dei telai sono uniti fra loro con incastro a mezzo legno (2). Le squadrette a L bloccano il telaio fisso allo stipite.

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  • Traspirante e anti-zanzare - la rete fitta della zanzariera per finestra può lasciare fuori efficacemente gli insetti, non appare la situazione che gli insetti entrano attraverso i fori della rete. Mantenere l'aria fresca e lasciare i gatti all'interno
  • Adattabile e versatile a più tipi di finestra - adatto a finestra in legno, finestre in acciaio, finestre in alluminio, ecc., poi si adatta a qualsiasi forma della finestra come arco e cerchio. E si può tagliare la zanzariera finestra fino alla dimensione adeguata alla finestra
  • Bello ed utilizzo ampio - il tessuto della zanzariera per finestra risulta molto delicato in apparenza ed quasi invisibile dopo il montaggio, senza influenzare lo stile generale della decorazione della costruzione. Non blocca la vista, buona trasmissione della luce, ideale per balconi, anche adatta a camera da letto, soggiorno, studio, bagno, ecc.

 

Disco DNA Turbo per gres porcellanato: caratteristiche tecniche

Montato sulla smerigliatrice, il disco DNA Turbo risolve con efficacia il problema, ricorrente o saltuario che sia, del taglio di vari materiali edili, nella posa di rivestimenti e nella costruzione

Il taglio di pezzi irregolari si richiede comunemente anche nel completamento di rivestimenti e pavimentazioni di pietra, granito, porfido, come nel caso di piastrelle di cemento, refrattari e arenaria. Il professionista che fa saltuariamente lavori con questi materiali, così come anche il far da sé tuttofare, può risolvere egregiamente il problema del loro taglio montando sulla propria smerigliatrice angolare il nuovo disco DNA Turbo di Montolit. Il disco è disponibile nel diametro di 115 e 230 mm, per le due taglie piu comuni di smerigliatrici; oltre ai materiali già menzionati, è particolarmente indicato per tagliare tegole, laterizio, mattoni, autobloccanti, grés porcellanato di elevato spessore, calcestruzzo e calcestruzzo armato. Montolit

Caratteristiche tecniche del disco DNA Turbo Montolit

DNA Turbo 1

  1. Il diametro del foro centrale del disco DNA Turbo è quello standard di 22,2 mm, adatto alle smerigliatrici angolari.
  2. Lo spessore è di 2,4 mm per il disco da 115 mm di diametro e 2,8 mm per quello da 230 mm. La sottigliezza impone di girare la ghiera di fissaggio del disco tenendo il rilievo centrale verso l’esterno.
  3. La parte attiva presenta una fascia diamantata dalla particolare forma, che misura 13 mm di altezza. L’utensile è ravvivabile con l’apposita pietra abrasiva Montolit (art. 395B). è utilizzabile sia a secco sia ad acqua. Costa euro 50,00 (Ø 115 mm), euro 93,00 (Ø 230 mm).

Guarda il video del disco DNA Turbo

Misurare con lo smartphone | Ryobi Phone Works

I più evoluti telefoni cellulari, dopo aver rivoluzionato il nostro modo di comunicare, stanno diventando utili compagni di lavoro. Ora tutti, dal professionista nel campo dell’edilizia, carpenteria, falegnameria e meccanica, sino al far da sé evoluto, possono contare su strumenti di misura e rilevazione che si integrano con lo smartphone

Misurare con lo smartphone è possibile, e lo si può fare in maniera molto accurata grazie alla nuovissima gamma Ryobi Phone Works, in cui si combinano le funzionalità degli strumenti di misura più avanzati con la tecnologia degli smartphone iPhone e Android. La gamma comprende diversi dispositivi di rilevamento, fra cui un misuratore laser di distanza, una livella a 2 raggi con funzione squadro, un termometro a infrarossi, un rilevatore di umidità, una telecamera da ispezione e un rilevatore di legno e metalli per cartongesso. Misurare con lo smartphone non è mai stato così facile Utilizzando lo schermo touch del telefono, oltre all’ottima visualizzazione, è possibile creare progetti, personalizzarli e condividerli grazie alle funzioni dell’App Phone Works; ma soprattutto si possono scattare foto e registrare video sui quali sovrapporre le rilevazioni. Non sarà più necessario, quindi, fare disegni e prendere nota dei dati, perché ogni tipo di rilevazione può essere salvata e organizzata in una piattaforma di semplice accesso e utilizzo. Ogni apparecchio Phone Works™ è dotato di una clip di supporto che si applica allo smartphone per trasformarlo nello strumento di misura desiderato.

Misurare con lo smartphone attraverso dei rilevatori e un’app

L’App Ryobi Phone Work permette di utilizzare ogni strumento della gamma e di gestire i progetti salvati, il tutto con una interfaccia estremamente semplice ed intuitiva. L’App è gratuita e scaricabile per le piattaforme Android e iOS, grazie a essa è possibile accedere a funzionalità ben più avanzate rispetto a quelle dei tradizionali misuratori. Ogni informazione è sempre a portata di mano nella memoria dello smartphone; per esempio, nel caso di acquisti in un punto vendita, le foto e i video potranno essere mostrati o addirittura inviati a elettricisti, tecnici o idraulici. Grazie alle potenzialità di comunicazione, sarà possibile tenersi aggiornati sullo stato dei lavori. Dall’App è inoltre possibile accedere ai video di istruzioni d’uso e ai tutorial dei singoli strumenti per scoprire tutte le potenzialità che il programma Phone Works™ offre.

Misuratore distanza RPW-1000

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Rileva distanze e calcola area e volume in modo altamente interattivo. Accuratezza: +/- 2 mm al metro; massima distanza di rilevazione: 30 metri; opzione numeri decimali o frazione; livella per l’allineamento orizzontale; possibilità di scattare fotografie, aggiungere note e sovrascrivere le misure. Costa euro 99,90

Livella laser 2 raggi RPW-1600

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La livella Phone Works™ abbinata allo smartphone permette ogni tipo di allineamento e livellamento. Sfrutta il sensore del telefono per riconoscere l’allineamento; imposta angoli obliqui per seguire l’inclinazione di altri oggetti; si possono scattare fotografie e sovrascrivere dati. Costa euro 39,90; con treppiede euro 49,90

Termometro infrarossi RPW-2000

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Rileva con precisione le temperature superficiali con smartphone. Impostazione di temperature minime e massime per rilevazioni continue; possibilità di regolare un range di temperature e avvisi; mostra insieme immagini e l’indicazione della temperatura digitale, direttamente sullo schermo del telefono; Scala Fahrenheit e Celsius. Costa euro 99,90

Rilevatore umidità rpw-3000

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Il rilevatore permette di verificare e tenere traccia dell’andamento dell’umidità di legno, cartongesso, cemento e altri materiali da costruzione. Selezione del materiale da rilevare; indicatore con scala cromatica basato sul materiale rilevato; possibilità di tracciare i dati nel tempo per verificare l’evolversi dei problemi; scatto di fotografie e registrazione video per identificare e comunicare meglio le aree umide. Costa euro 59,90

Telecamera ispezione rpw-5000

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Ispeziona spazi angusti, dietro i muri, all’interno di tubature, sotto i pavimenti flottanti o altri punti difficili. Lo smartphone si trasforma in una telecamera da ispezione di ultima generazione con connessione wireless: funziona anche se distante dal telefono fino a max 3 metri. Luce led a tre livelli di intensità per ottimizzare la visibilità; scatta fotografie e registra video. Costa euro 119,90

Rilevatore cartongesso rpw-5500

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Trasforma lo smartphone nel più pratico dei rilevatori per legno e metallo su cartongesso. Individua il centro di tubature e montanti con precisione e semplicità dietro a muri di cartongesso fino a 19 mm di profondità. La calibrazione è gestita dallo smartphone. Costa euro 39,90.

Guarda il video

https://www.youtube.com/watch?v=1f_bQ6GQu2I

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