La Minielettromontolit è concepita per il taglio di piastrelle di piccole dimensioni, ma il disco diamantato associato al raffreddamento ad acqua permette di affondare con relativa facilità anche nei materiali più duri
Ci sono situazioni in cui una tagliapiastrelle manuale non è sufficiente per praticare con efficacia e precisione il taglio degli elementi necessari a portare a termine un rivestimento: è quello che succede quando si lavorano materiali lapidei di spessore o durezza maggiore rispetto a quello di una comune piastrella.
La tagliapiastrelle Minielettromontolit assomiglia in tutto a una piccola sega da banco, realizzata in acciaio a tripla verniciatura e inox: in poco spazio concentra tutto ciò che occorre per garantire versatilità di utilizzo e precisione di taglio. è la compagna di lavoro ideale per piastrelle di piccole dimensioni, ma il piano garantisce un appoggio sicuro per lastre strette senza limiti in lunghezza, potendo effettuare tagli in diagonale fino a 250×250 mm.
Lo spessore, invece, può arrivare a 35 mm: questa possibilità è utile se si devono adattare gli elementi autobloccanti per le pavimentazioni esterne, eventualmente completando il taglio del mattoncino capovolgendolo, se di maggior spessore, oppure le pietre da rivestimento, che presentano un lato piano, ma quello a vista di forma irregolare. è molto più efficace e sicura di una smerigliatrice, anche perché la polvere prodotta dal taglio viene abbattuta dall’acqua che raffredda il disco (fornito di serie per ceramica e grès porcellanato).
Come funziona la tagliapiastrelle minielettromontolit
La tagliapiastrelle è equipaggiata con un disco diamantato professionale a corona continua molto sottile con il quale realizza tagli precisi e puliti sia su maioliche sia su monocotture e grès. Per evitare i surriscaldamenti, specialmente con le piastrelle più dure, e abbattere le polveri, il disco lavora a umido passando in una vaschetta da riempire d’acqua e svuotare a fine lavoro.
Il piano mobile d’acciaio inox ruota su un perno e si blocca in posizione con un pomolo a vite. La macchina è attrezzata con una guida in squadra scorrevole per i tagli a 90° e con una protezione in plastica sopra il disco contro gli spruzzi d’acqua.
Grazie a un accessorio specifico si possono eseguire tagli in diagonale appoggiando la piastrella al riscontro a 45°. Tenendo ferma la piastrella all’appoggio, si fa scorrere quest’ultimo lungo la sporgenza presente sulla guida in squadra fino a completare il taglio.
Il piano inclinabile permette anche di ottenere in cantiere le piastrelle “jolly”, cioè con lo spigolo molato a 45°, con le quali si possono rivestire gli spigoli delle colonne senza lasciare in vista il bordo non smaltato della piastrella.
Un verricello elettrico fai da te da soffitto rappresenta una soluzione efficace per evitare le faticose quanto pericolose salite in soffitta, sistema testato con successo sino a 80 kg
Il compito di una soffitta è solitamente quello di poter stipare scatole, borsoni e casse contenenti gli oggetti meno utilizzati, oppure gli “stagionali”: pentoloni e altri accessori per fare le conserve, utili solo d’estate; sci, racchette e scarponi, che ovviamente servono solo d’inverno. Tuttavia accade che gli accessi al sottotetto siano condizionati da scale ripide, retrattili e passaggi richiudibili con sportelli, quindi non molto ampi; tutti elementi che inducono una certa difficoltà nel fare quello che invece dovrebbe essere estremamente agevole. Sarà forse per questo che quando si avvicina il periodo degli stoccaggi semestrali ci viene uno strano mal di stomaco… All’ennesima faticata, fatta andando su e giù per la scaletta della soffitta tenendo in bilico una pesante scatola con una mano e tenendosi malamente con l’altra alla ringhiera, il nostro lettore Leonardo Telesca ha deciso di risolvere il problema come sa fare un vero far da sé: una volta per tutte. Potendo contare sui margini concessi dalla scala retrattile, che può essere posizionata anche quasi in verticale, ha calcolato le misure degli spazi a disposizione, ovvero quelle dell’apertura, le distanze degli appoggi e dei punti di attacco verso l’alto. Con tutti i rilevamenti alla mano ha progettato un telaio leggero, ma abbastanza robusto per realizzare un verricello elettrico fai da te da soffitto .
Sperimentato con questa il sollevamento di un cestello legato con una corda, si è reso conto che risultava molto più agevole, ma richiedeva comunque uno sforzo notevole con gli oggetti più pesanti. A questo punto è scattato il secondo step: l’applicazione di un motore elettrico, controllato con una pulsantiera, in modo da evitare qualsiasi fatica. La cosa ha richiesto l’aggiunta al telaio di una nuova sezione atta a sostenere, oltre al motore e ai suoi accessori, un secondo asse attorno al quale si avvolge la corda della carrucola. Il moto è trasmesso da una cinghia trapezoidale tesa fra la puleggia del motore e quella più grande di diametro, solidale con l’asse secondario.
Come progettare un verricello elettrico fai da te da soffitto
Il telaio è semplice: i due montanti appoggiano sulla soletta e si estendono sino a far ricadere la carrucola nella posizione corretta.
Due tiranti sono saldati in modo da essere fissati alle travi del tetto.
La modifica applicata per collegare il motore elettrico consiste nell’aggiunta di una puleggia per la cinghia di trasmissione solidale con un secondo asse al quale si avvolge la corda della carrucola.
Il motore elettrico con riduttore è comandato da un inverter
Due pulsanti in posizione comoda avviano il moto in un senso o nell’altro.
La levigatrice da banco Einhell TC-US 400 ha due zone operative, una con disco e l’altra con nastro abrasivo, danno possibilità di levigare piccoli e medi pezzi di legno, contando sulla versatilità di un piano di lavoro e di una guida, entrambi regolabili nell’impostazione dell’angolo
Tutti gli elettroutensili che sono stati concepiti in versione da impugnare e stazionaria, pur operando con il medesimo principio, offrono differenti risultati se non, addirittura, permettono esecuzioni altrimenti impossibili. Non fa difetto a questa regola uno strumento come la levigatrice che, nella sua versione stazionaria, si arricchisce spesso di modalità operative diverse (orbitale e a nastro), diventando di fatto “combinata”, e di piani regolabili per disporre di un’ampia gamma di angolazioni di lavoro. Tutto questo apporta sicuramente una grande versatilità alla macchina.
Alla base di tutto sta la grande differenza d’approccio operativo, per cui, nel caso della macchina stazionaria è il pezzo in lavorazione che viene portato sulla parte attiva e non il contrario, come avviene su quelle da impugnare. Questo permette innanzi tutto di levigare pezzi di legno di piccole dimensioni, tenendoli con le mani o appoggiandoli sul piano regolabile, usufruendo di tutta la sensibilità che le nostre mani offrono, con l’aggiunta di avere completa visibilità sulla zona di lavoro: la conseguenza è quella di ottenere una precisione altrimenti impossibile.
In questo modo si possono realizzare facilmente superfici arrotondate o perfettamente piane, rifinite nella misura che desideriamo, a seconda della grana della carta vetrata montata sulla macchina. La levigatrice da banco Einhell TC-US 400, che proviamo in queste pagine, ha una piastra ad azione orbitale con diametro 150 mm e una barra per levigatura a nastro (larghezza 100 mm), orientabile da 0° a 90°. Il motore ha una potenza di assorbimento di 375 W, la velocità di avanzamento nastro è di 276 m/min. Il piano d’appoggio regolabile, posizionabile in entrambe le postazioni di levigatura, fornisce un eccellente supporto per la squadratura dei piccoli pezzi. La possibilità di impostare inclinazioni intermedie, amplia ulteriormente la versatilità della macchina. Einhell
Cosa troviamo nella confezione della Levigatrice da banco Einhell TC-US 400
La levigatrice da banco Einhell TC-US 400 viene consegnata con alcuni elementi smontati; sono tutte le parti mobili e di contorno, inclusa la piastra di levigatura con il suo carter protettivo e il pianetto regolabile, fatto in modo che sia rapidamente riposizionabile per l’utilizzo sia sul versante della levigatura orbitale, sia su quello della levigatura a nastro, mantenendo ovviamente la possibilità di regolazione continua dell’angolo di lavoro. La levigatrice da banco Einhell TC-US 400 ha un prezzo consigliato al pubblico di euro 108,80.
Allestimento
Per primo si monta il carter protettivo della piastra di levigatura; è una conchiglia di plastica che si fissa tramite 3 viti situate in posizione mediana, attorno al foro centrale.
La piastra si innesta sull’asse secondario e la si manda a fondo, portandola all’interno del carter, in modo che lateralmente sporga solo lo spessore del foglio di carta abrasiva.
Per bloccare la piastra sull’asse si usa la chiave a brugola, inserendola nell’apposita feritoia presente all’apice del carter protettivo. La chiave stringe la vite posta nello spessore del collare, mandandola in pressione sull’asse.
La parte bassa della piastra resta al di sotto del piano di lavoro, quindi va protetta per impedire che le dita possano entrare in contatto con la carta vetrata durante le lavorazioni. Si monta la lunetta di plastica fissandola con le sue viti.
Per montare il pianetto di lavoro sul lato della levigatura orbitale, ossia rivolto verso la piastra, si inserisce il suo braccetto di sostegno nell’apposito foro e si stringe la vite a testa esagonale con la chiave in dotazione. Il braccetto di sostegno, nel tratto in cui va a stringere la testa della vite, non ha sezione rotonda ma ha una fresatura piana in modo che la vite non solo ne impedisca il movimento longitudinale, ma anche la rotazione. In questo modo basta un solo attacco per tenere il pianetto fermo e orizzontale.
Un incavo sul piano di lavoro permette l’inserimento di una guida angolare, con possibilità di regolazione dell’angolo da 0° a ±60°, tenendo conto che con impostazione 0° la guida è esattamente perpendicolare al platorello.
Regolabile è anche il piano di lavoro, liberando una manopola che scorre nell’asola della scala graduata inferiore. In questo caso l’escursione possibile è da 0° a 45°.
Preparazione e regolazioni nastro
La postazione di levigatura a nastro ha due posizioni di lavoro: sopratutto per quella orizzontale, può bastare una piccola guida-fermo che va collocata come scontro al termine della corsa “utile” della striscia abrasiva. Si inseriscono le sue due staffe di ritegno sotto la protezione tonda di plastica.
La guida-fermo si blocca con una vite a testa esagonale di lato e due viti a passo metrico che attraversano la protezione di plastica e vanno a mordere nelle sedi delle staffe sottostanti.
Prima di avviare la macchina bisogna verificare che il nastro scorra liberamente, facendolo procedere con una mano, controllando che non tocchi nei carterini e nelle protezioni di contorno. Se così fosse è necessario allentarli e lasciare più aria attorno all’abrasivo.
Per la sostituzione del nastro abrasivo, quando necessaria, bisogna smontare la parte inferiore del carter protettivo, svitando le viti che lo trattengono; quindi si tira la leva laterale che agisce avvicinando i due rulli tensionatori. In questo modo il nastro può essere sfilato lateralmente.
Dopo ogni sostituzione del nastro, ma anche al primo avvio della macchina, è necessario controllare che questo, scorrendo sui rulli, resti in posizione centrale. Con una mano lo si fa scorrere verificando la tendenza a deviare di lato e, se necessario, si agisce sulla manopola laterale che permette di correggere il parallelismo di rotazione dei rulli.
La posizione di levigatura verticale si ottiene sollevando la barra portanastro; per farlo si devono rilasciare due viti a testa esagonale che la bloccano saldamente, com’è naturale durante ogni sessione operativa.
Con il nastro in posizione verticale, potrebbe non essere sufficiente la piccola battuta di metallo; in questo caso va rimossa per collocare al suo posto il piano di lavoro inclinabile. Per il bloccaggio del piano su questo fronte, la levigatrice da banco Einhell TC-US 400 ha una sede specifica per il braccio di sostegno. Anche in questo caso il piano di lavoro va regolato in modo che sia più vicino possibile all’abrasivo, pur lasciando il nastro libero di scorrere liberamente senza toccare parti fisse. Va tenuto conto che in entrambe le modalità operative fra piano di lavoro e carta abrasiva non dovrebbero esserci più di 1,6 mm di dis
tanza.
Tenendo montate sulla macchina carte abrasive di grana differente si può disporre di una zona di lavoro per la sgrossatura rapida dei pezzi (grana grossa) e di una che ne permette la finitura (grana fine), a tutto vantaggio della comodità e della velocità d’esecuzione, fermo restante il fatto che i due sistemi di levigatura agiscono in modo molto diverso e per certe lavorazioni non sono intercambiabili.
Piedini antivibrazioni
La levigatrice da banco Einhell TC-US 400 dispone di una base d’appoggio ampia, che garantisce molta stabilità alla macchina durante l’utilizzo. I quattro piedini di gomma morbida, in dotazione, sono conformati per incastrarsi negli angoli della base e non hanno bisogno di viti per essere bloccati. Grazie ai piedini, la levigatrice non scivola sulle superfici e si riesce a utilizzare senza ulteriori sistemi di blocco nella maggior parte delle occasioni di lavoro. Infatti non è mai necessario applicare molta pressione sulle zone attive della macchina per ottenere l’effetto voluto, anzi, è molto meglio rimanere “leggeri” per poter manovrare nel modo più fluido e armonico possibile il pezzo sull’abrasivo. Inoltre, applicando troppa forza si mette il motore sotto sforzo, in condizione di possibile surriscaldamento.
Il design compatto della nuova levigatrice orbitale KA450 di BLACK+DECKER la rende particolarmente adatta a levigature su superfici e spazi ristretti (quali stipiti di porte o infissi di finestre), consentendo all’utilizzatore una maggior prossimità all’area di lavoro e garantendo un miglior controllo del prodotto.
L’impugnatura gommata consente di realizzare levigature ad una mano e l’interruttore a pressione è dotato un efficace sistema di bloccaggio: levigature prolungate più confortevoli, nessun rischio di accensione involontaria! Il sistema di aspirazione della polvere integrato consente di mantenere l’area di lavoro sempre pulita e le basse vibrazioni del prodotto garantisconoil massimo comfort in uso.
Cosa include la confezione
Levigatrice orbitale KA450 1/4 di foglio
Sacchetto raccoglipolvere dotato di sistema filtrante
1 foglio abrasivo a maglia lavabile e riutilizzabile più volte
Caratteristiche tecniche della levigatrice orbitale KA450
Giocoplast si presenta sul mercato come una realtà imprenditoriale unica nel suo genere
Giocoplast è l’azienda numero uno in Italia nel settore di prodotti per le feste. Nasce nel 2014 dall’unione di due aziende leader nei rispettivi mercati con oltre 30 anni di storia: Giocoplast Natale S.p.A ., specializzata nel Natale e precursore nell’importazione di luci e addobbi dalla Cina, e ComoGiochi S.r.l,specializzata nel Carnevale, Halloween e Party.
Giocoplast è il primo player italiano in grado di competere in tutto il mercato delle festività: da Halloween, a Natale, al Carnevale, al mondo Party. La capacità di dare una risposta unica e generale ad ogni tipo di esigenza, si traduce in un assortimento di oltre 4.000 articoli di alta qualità per le festività stagionali, il divertimento e gli eventi
L’offerta di prodotti è sempre più accattivante grazie alle Licenze firmate Disney, Marvel, Star Wars, Nickelodeon, Warner Bros, Batman, Spiderman, Cenerentola, Rapunzel, Frozen e Peppa Pig sono solo alcuni tra i personaggi più celebri che “vestono” prodotti per grandi e piccini, rendendo speciale ogni occasione.
In Giocoplast il forte imprinting manageriale e l’eccellente know-how in termini di prodotto e di conoscenza del mercato, si coniugano con un costante ed elevato impegno in termini di ricerca e sviluppo. L’attenzione spasmodica al dettaglio e alla qualità ha portato l’azienda ad investire in personale specializzato e tecnologie all’avanguardia, conseguendo la certificazione ISO 9001:2008, standard di riferimento riconosciuto a livello internazionale per la gestione della qualità. Inoltre, Giocoplast tratta esclusivamente prodotti certificati al 100%, distribuiti in Italia e all’estero grazie alla logistica integrata altamente specializzata e organizzata “in-house” e ad una forza vendita di massima esperienza in grado di agire su tutti i canali italiani ed esteri.
L’impianto elettrico in bagno dev’essere progettato in maniera differente rispetto ad altri luoghi della casa: deve tenere conto di zone di rispetto bene precise.
L’impianto elettrico in bagno “lavora” in condizioni ambientali particolari che determinano un maggiore rischio elettrico rispetto agli altri locali. Il contatto con l’acqua di ampie zone del corpo, riduce notevolmente la resistenza di questo verso terra che può essere ulteriormente ridotta per la presenza di acqua sul pavimento, per la possibilità che la persona sia a piedi nudi ecc. Le misure di protezione contro i contatti indiretti devono pertanto essere più severe di quelle necessarie per il resto della casa, dove risulta sufficiente unicamente il rispetto delle norme generali impianti. Per tutti questi motivi la norma CEI 64-8 stabilisce, per l’impianto elettrico in bagno, provvedimenti di sicurezza supplementari. È importante ricordare che le prescrizioni della norma si applicano solo ai locali bagno e doccia e non anche ai locali ove sono installati i soli servizi igienici.
Cosa bisogna sapere circa l’impianto elettrico in bagno:
Nel locale bagno il sistema di protezione più semplice è costituito dall’impiego di un interruttore differenziale con sensibilità inferiore a 30 mA.
La distribuzione dell’alimentazione elettrica del locale fa capo a una cassetta di derivazione posta nell’antibagno. Nel bagno può essere prevista una presa 16 A per la lavabiancheria. A opportuna distanza dal lavabo posizioniamo un punto di comando luce per lo specchio e una presa 10 A. Il punto luce generale installato al centro del soffitto è comandato da un interruttore installato all’esterno nell’antibagno in prossimità della porta di accesso.
Le zone di rispetto per l’impianto elettrico in bagno
Le zone protette: il bagno viene suddiviso idealmente in quattro zone, a partire da quella più piccola che contiene la vasca da bagno. In ogni zona (numerata da zero a 3) le prescrizioni sono diverse in funzione del potenziale rischio elettrico presente.
Nella zona 0 è vietata l’installazione di qualsiasi componente o utilizzatore elettrico; i cavi che la debbono attraversare devono essere incassati almeno a 50 mm.
Nella zona 1 non va installato nessun apparecchio (interruttori, prese, cassette di derivazione ecc.) ed è ammesso solo il montaggio di scaldabagno o di utilizzatori a bassa tensione (max 25 V) con contenitori stagni; pulsanti a tiro, con cordina isolante, vanno montati il più in alto possibile.
Nella zona 2 è ammesso in più solo il montaggio di apparecchi di illuminazione fissi con isolamento di classe II.
Nella zona 3 non esistono particolari limitazioni purché l’impianto sia protetto da un interruttore differenziale con soglia di intervento sotto i 30 mA o alimentato da un trasformatore d’isolamento (220/220 V) o sia completamente alimentato a bassa tensione (12-24 V).
Il collegamento a terra nell’impianto elettrico in bagno
Nel bagno tutte le tubazioni devono essere collegate al morsetto di messa a terra mediante un conduttore equipotenziale con sezione non inferiore a 2,5 mm2.
Impianto luce in bagno
Dalla cassetta di derivazione nell’antibagno si alimenta il circuito luce del bagno, con comando installato nella stessa scatola utilizzata per il comando del punto luce dell’antibagno.
La chiamata d’emergenza in bagno
Per eventuali chiamate di emergenza di chi fosse nella vasca da bagno è consentita l’installazione, a un’altezza maggiore di 2,5 m sopra la vasca, di un pulsante di chiamata che viene azionato tramite un tirante, costituito da materiale non conduttore. Il cicalino d’allarme può essere posizionato, fuori dal bagno, nel punto che viene ritenuto più opportuno per richiamare facilmente l’attenzione.
Due tipi di metro robusti non solo per durare, ma anche per essere utilizzati al meglio nelle misurazioni più difficoltose. Le scale di lettura sono innovative e permettono una facilissima identificazione della misura corretta
La precisione è ovviamente la caratteristica fondamentale per un metro o un flessometro Metrica; tuttavia sono importantissimi anche altri parametri fra i quali, in linea generale, non è certo ultima la robustezza. Questo concetto non è per nulla scontato perché va sviluppato intorno ad alcune precise funzionalità del metro. Con il flessometro Metrica capita spessissimo di prendere misure orizzontali, anche di cospicuo valore; in questo caso è necessario estrarre una buona parte di avvolgibile e mantenerla tesa per andare in appoggio contro una parete oppure agganciare il bordo di un rilievo da cui misurare la distanza. In questa delicata fase non c’è cosa più fastidiosa e inopportuna di un flessometro che non riesce a mantenere la posizione e si piega repentinamente con il classico schiocco. Ovviamente con un metro avvolgibile da 5 metri non si può pretendere di estrarlo tutto, ma quasi la metà sì. Con il metro a stecche il problema è diverso ma non cambia molto nella sostanza: in questo caso ogni stecca è incernierata con una successiva ed è lì che deve svilupparsi una rigidità controllata, che permetta al metro di restare diritto durante le misurazioni e di essere ripiegato per riporlo, senza opporre troppa resistenza. Metrica
Il metro a stecche Metrica dimostra una resistenza molto elevata alla flessione forzata laterale (1). Anche se non dovrebbe mai essere sottoposto a tali torture, è bello sapere che lo strumento garantisce una tale robustezza. Assolutamente utile, e grande pregio, è la capacità di mantenere la sua estensione (2), senza che il primo snodo si pieghi sotto il peso della parte a sbalzo.
Il metro a stecche e il flessometro metrica hanno l’innovativa graduazione a tratti di lunghezza
Il metro a stecche e il flessometro Metrica sono “new graduation”, ovvero hanno l’innovativa graduazione a tratti di lunghezza variabile (design registrato); i trattini che indicano un numero pari di millimetri terminano con un pallino, quindi la lettura risulta estremamente facilitata ed è impossibile confondere una tacchetta con quella limitrofa. Il metro a stecche è di plastica, non è conduttore, non graffia le superfici e ha snodi a doppia molla, antiusura, con scatto anche a 90°. Costa euro 7,00. Il flessometro Metrica ha cassa cromata in ABS resistente agli urti; la larghezza dell’avvolgibile è 25 mm; la graduazione è doppia: sopra è orizzontale, sotto è verticale. Costa euro 10,80.
Utilissimo perché piccolo, quindi capace di tagli “chirurgici” su ceramiche anche di elevata durezza come il grès porcellanato, per l’esecuzione facile di pezzi speciali con elevata precisione
Il disco per piastrelle Montolit Squadro nasce per coprire alcune specifiche esigenze, ma che ricorrono con altissima frequenza. Derivazioni, quadri e scatolette elettriche di casa richiedono un gran numero di fori quadrati nei rivestimenti ceramici. Rispetto al passato, il numero di questo tipo di fori è aumentato notevolmente a causa della diffusione di telefoni, antenne TV, antifurti, elettrodomestici, computers ecc. Inoltre, le piastrelle sono diventate sempre più dure e con superfici “difficili” per la realizzazione a regola d’arte di questi tagli. Nasce così il disco per piastrelle Montolit Squadro, un minidisco diamantato (uso a secco) utilizzabile su smerigliatrici angolari di piccola taglia. è un disco dal diametro ridotto (85 mm), in grado di realizzare fori rettangolari anche di piccolissime dimensioni (40X40 mm) su tutti i tipi di ceramica, grès porcellanato, marmo e granito. l Provandolo, ci siamo resi conto che oltre a poter fare fori quadrati molto piccoli, il diametro limitato incrementa parecchio il controllo dell’elettroutensile da parte dell’operatore, consentendo di manovrare con estrema fermezza e sensibilità lo strumento, guadagnando di molto in precisione del taglio. Il diametro ridotto permette di essere “chirurgici” anche nell’esecuzione dei pezzi speciali, come quelli che circondano elementi d’ingombro, angoli, sporgenze e gradini.
Come lavora il disco per piastrelle Montolit Squadro
Il disco è adatto al montaggio su qualsiasi smerigliatrice angolare di piccola taglia, con attacco standard da 22 mm di diametro; essendo molto sottile, può essere che si debba aggiungere la rondella di ottone in dotazione, quando la flangia del flessibile non riesce a stringere a sufficienza il disco.
La marcatura del foro deve essere molto precisa: rilevata con esattezza la posizione di uno dei 4 angoli della scatola, si riporta sulla piastrella, quindi, con l’aiuto di una scatola nuova, se ne tracciano i contorni dopo averla allineata perfettamente con il segno, mantenendo il parallelismo con i lati.
Con un po’ di mano ferma e, soprattutto, molta delicatezza si incidono i quattro segmenti. La lama segue con estrema docilità il percorso che le indichiamo sino ad arrivare agli angoli. Per completare il distacco del tassello centrale bisogna voltare la piastrella e, sempre con lo stesso disco, eliminare i piccoli setti che nella parte dietro rimangono in corrispondenza degli angoli.
La precisione è assoluta, come si può rilevare già testando l’inserimento della scatola nel foro eseguito. Si noti anche come rimanga preciso il bordo del tassello rimosso, cosa che lascia immaginare ottimi risultati nell’esecuzione anche di altri pezzi speciali, con bordi a maggiore visibilità.
Con Montolit Baseboard Nessuna difficoltà nel taglio di listelli di ceramica per fare pezzi speciali e decorativi
Sono molte le caratteristiche che deve avere una guida di taglio: versatilità, semplicità nella regolazione, ergonomia, non essere d’intralcio nelle operazioni di taglio, essere robusta ecc, ma fra tutte ne spiccano un paio: rimanere in posizione là dove è stata bloccata sino al termine del lavoro e non flettere sotto la spinta del pezzo in lavorazione.
Montolit Baseboard esce a pieni voti da tutte le valutazioni su queste caratteristiche. Montolit Baseboard è una guida laterale universale studiata per l’applicazione su taglierine per piastrelle che lavorino con una barra centrale. Proprio questa, infatti è il suo punto d’appiglio per il fissaggio.
Si avvale di un’asta a C la cui estremità va a fare da scontro alla piastrella, imponendo una precisa larghezza di taglio. Questo è utile anche per i ripetuti tagli di pezzi sempre con la medesima dimensione. È utile nel taglio dei pezzi speciali che servono per completare uno o più lati di ogni parete, pavimento, scala. Immancabile nel caso di tagli di strisce strette di piastrelle di grandi dimensioni. Montolit
Come si installa Montolit Baseboard
Montolit Baseboard si compone di pochi e semplici elementi che lasciano trasparire un’elevata qualità dei materiali e uno studio attento per ottenere la massima efficacia nell’azione.
Il corpo della guida è particolarmente robusto in quanto deve garantire la necessaria rigidità richiesta; questo infatti rappresenta il punto nodale per il fissaggio sulla barra della taglierina, mediante una manopola con vite ben dimensionata.
Nel blocco centrale c’è anche un foro liscio in cui si inserisce l’asta di scontro di acciaio cromato. Questa ha la classica conformazione a C con un braccio più lungo per poter essere regolata e adeguarsi a un ampio range di necessità.
La leva con vite permette di fissare l’asta; particolare cura viene data nello scegliere la leva, che ha l’impugnatura mobile in modo da poter tirare la vite sempre nel modo migliore, ovvero facendo la giusta presa con le dita sulla leva stessa:
È utile per calibrare sempre al meglio la forza ed evitare di lasciarla lenta oppure di tirarla esageratamente e spanare la vite.
Il blocchetto della guida si calza da sotto sulla barra della taglierina. Volta per volta, a seconda della misura delle piastrelle, si deve stare più o meno avanti sulla barra stessa. Funzione della guida, infatti, è quella di fornire uno scontro laterale, ma “distale”, rispetto a quello “di testa” della taglierina, rappresentato in questo caso dalla guida azzurra (foto pagina a fianco).
L’impostazione si effettua usando il metro flessibile o direttamente una piastrella marcata o tagliata. L’estremità libera della guida deve scendere ovviamente sul piano di taglio, per fornire lo scontro al bordo laterale della piastrella.
Guarda il video di come funziona Montolit Baseboard
Il grosso secchio del latte sembra fatto apposta per diventare il contenitore di una piccola impastatrice, mossa da un comune motore di recupero
Per impastare piccole quantità di cemento, il nostro lettore Achille Ninimosi si è costruito una betoniera fai da te: il tutto con materiali di recupero, dal motore al secchio alla ferramenta, e con una spesa irrisoria: solo 15 euro!
Telaio e ingranaggi della betoniera fai da te Con tubo quadro sezione 40×40 mm tagliato a misura e saldato si realizza la struttura portante, con gambe a V rovesciata e vari rinforzi trasversali. Una gamba poggia su due robuste ruote fisse. Il pianale di supporto è costituito da 3 spezzoni di tubolare 20×40 mm saldati fra loro. Alle estremità si saldano le due viti che, infilate sul telaio, fanno da perno di rotazione. Il motore della betoniera fai da te è abbinato a due riduttori per arrivare da 2800 a 14 giri/min, accoppiati a un albero con piastra avvitata al secchio. Tutta la struttura è fissata sul pianale con un robusto sostegno in tubolari. Il bloccaggio del secchio è costituito da un disco dentellato comandato da un pedale. Al disco e al perno di rotazione del pianale è saldato il volante di recupero. Sul lato anteriore il secchio è appoggiato a due ruote piroettanti. Dentro al secchio sono imbullonati dei miscelatori in piattina sagomata.
Cosa serve per costruire una betoniera fai da te:
Motore elettrico monofase 0,25 kW
1 riduttore 1:10;
1 riduttore 1:20;
1 secchio da mungitura;
tubolare in ferro quadro sezione 40x40x2 mm;
vari spezzoni di tubolare;
2 ruote fisse Ø 100 mm;
2 ruote piroettanti Ø 45 mm;
1 volante di recupero;
1 interruttore per esterni;
disco in lamiera spesso 4 mm Ø 100 mm;
disco in lamiera spesso 2 mm Ø 220 mm;
2 viti M20x200 mm;
1 vite M16x60 mm;
8 viti M6x4 mm;
tondino ferro Ø 8 mm;
cavo elettrico sezione 1,5 mm2
Come costruire una betoniera fai da te
Il sistema a ruota dentellata con perno da 8 mm, posto su un fianco del telaio, che mantiene il secchio bloccato in varie posizioni, è comandato da un pedale che scorre in due fori di due angolari 20×20 mm, lunghi 30 mm, saldati al telaio. Una molla lo tiene in posizione e si allunga a pedale schiacciato, per lo svuotamento del secchio.
Meccanismi da riciclo
Il motore elettrico monofase da 0,25 kW, munito di flange, è previsto per fornire 2800 giri/min. Lo si abbina a due riduttori, uno con rapporto 1:10 e l’altro 1:20, per ridurre alla lentezza richiesta, 14 giri/min
Al fondo del secchio è fissata, con viti M8x20 mm, una robusta piastra metallica, a cui è saldato l’albero di rotazione, una vite M20x200 mm che va al riduttore.
All’interno del secchio si avvitano, con viti M8, due miscelatori costruiti con piattina 2×10 mm sagomata che consentono di mescolare la malta durante la rotazione del contenitore.
Tutta l’intelaiatura deve essere piuttosto robusta. In particolare il motore ha bisogno di sostegni supplementari, con tubolari di varie misure.