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kit per tapparelle elettriche | Come installarlo fai da te

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Non serve essere professionisti per installare kit per tapparelle elettriche che permettono di alzarle e abbassarle senza fatica, eliminando il cintino, tramite un motore elettrico che può essere azionato a pulsante o con un telecomando a onde radio

Sono tante le cose che ci possono semplificare la vita, purtroppo alcune richiedono modifiche importanti dell’esistente e l’intervento di un professionista, specialmente se la nuova installazione deve essere certificata. Per passare dall’azionamento manuale delle tapparelle a quello motorizzato non è così: anche un far da sé agli inizi può riuscirci senza particolari problemi grazie a un kit per tapparelle elettriche completo che si adatta a ogni larghezza dell’avvolgibile. Il kit per tapparelle elettriche può essere installato su tapparelle nuove o esistenti: si tratta di rimuovere il vecchio rullo attorno al quale si avvolge la tapparella e sostituirlo con quello fornito insieme al kit, adattabile a tutte le larghezze tra 70 e 230 cm, entro il quale va inserito il motore tubolare. Questo è provvisto di cavo di alimentazione da collegare a un allacciamento elettrico, unica predisposizione per la quale può rendersi necessario l’intervento di un elettricista. Il cintino che scorre esternamente sul muro a lato dell’infisso viene eliminato e, al posto dell’avvolgitore a molla, si può installare un pulsante elettrico per comandare manualmente la salita o la discesa della tapparella; per una maggiore comodità l’azionamento può essere effettuato anche tramite telecomando. Rollplast

Componenti del motore del kit per tapparelle elettriche

motore per tapparelle elettriche

  1. I due rulli schiacciati permettono di estendere il rullo liscio quando la larghezza tra i due supporti della tapparella è superiore a 100 cm; si aggiunge prima quello sul lato calotta e, se non basta, anche quello sul lato motore.
  2. Il rullo liscio da solo è sufficiente per misure comprese tra 70-100 cm e va tagliato a una misura inferiore di 3 cm rispetto a quella rilevata tra i supporti.
  3. Oltre al gruppo motore, una prima parte di componenti consiste in supporto da tassellare o saldare, supporto registrabile con bullone, dadi, copiglie, fermo, corona contagiri, puleggia a stella per rullo schiacciato, puleggia su motore e astina di regolazione della finecorsa.
  4. Altri componenti: calotta, ganci a filo zincato per fissaggio del cintino al rullo, 3 pezzi di cintino da fissare al rullo.

I componenti dell’avvolgibile

avvolgibile tapparelle

Anche la tapparella può essere acquistata in kit ed è realizzata in PVC con stecche autoaggancianti a doppia parete e intersezioni di irrigidimento interne; il profilo dispone di un fermo laterale antisfilamento che serve a bloccare le stecche. Normalmente, per larghezze particolari, è consigliato l’utilizzo di rinforzi in ferro ad H. Il kit contiene 25 profili avvolgibili (1), un terminale in PVC (2), un profilo avvolgibile con cinghia di attacco al rullo (3) e due tappi d’arresto (4).

Prima operazione: smontaggio

smontare una tapparella

La tapparella va abbassata fino al massimo della sua discesa, quindi si rimuove il coperchio frontale che chiude il cassettone e si asportano le viti di bloccaggio dei tre pezzi di cintino che collegano le stecche al rullo (1). Qualora si debba installare solo il meccanismo si può smontare il vecchio rullo ed eliminare il cintino di sollevamento; se invece anche la tapparella va sostituita, prima di abbassarla bisogna rimuovere i due tappi di finecorsa avvitati esternamente alla stecca più bassa, in modo che l’intero nastro di stecche possa essere sfilato dall’alto (2) prima di smontare il rullo.

Il montaggio dei componenti

tapparella avvolgibile

  1. Si inserisce la corona contagiri nel motore tubolare.
  2. Si fa scorrere la corona contagiri fino all’estremità opposta del motore.
  3. Dallo stesso lato dal quale si è inserita la corona si inserisce la puleggia sul perno del motore.
  4. Si monta il fermo sul perno del motore
  5.  lo si fa ruotare per il fissaggio della puleggia.
  6.  A seconda delle esigenze, si aggancia il supporto standard da tassellare o saldare al lato in cui è collocata la corona contagiri.
  7. Sempre in base alle esigenze, si aggancia il supporto registrabile con bullone al lato in cui è collocata la corona contagiri.
  8. Si compone il rullo telescopico in funzione della larghezza. Con il kit vengono forniti un rullo liscio e due rulli schiacciati (uno lato calotta e uno lato motore): si può utilizzare soltanto il primo (distanza tra i supporti della tapparella 70-100 cm), aggiungere quello lato motore (101-150 cm) o tutti e tre (151-230 cm).
  9. Nell’estendere il tubo con i rulli schiacciati bisogna fare attenzione a non oltrepassare il limite di sicurezza indicato dalla freccia rossa.
  10. Si avvitano i componenti del rullo assemblati in precedenza.
  11. Si inserisce il motore tubolare all’interno del rullo.
  12. Si spinge il motore fino all’estremità opposta e si regola la finecorsa con l’apposita astina in dotazione.

Fresa a tazza eccentrica HSS

Con una nutrita gamma di diametri da 16 sino a 80 mm, la fresa è resa speciale dall’elevato tenore di Cobalto, dallo spessore variabile della cartella e dai profondi scarichi laterali, che permettono di aumentare sensibilmente efficacia e durata

fresa a tazzaNuova FILP è una storica azienda italiana che sin dal 1888 produce utensileria professionale e che, dal 1924, continua a distribuire con il marchio Stella Bianca. L’azienda si è sempre distinta per la costante ricerca sui materiali e sui dettagli tecnici volti a risolvere le necessità dei professionisti. La fresa a tazza eccentrica HSS è una dimostrazione d’eccellenza: il livello qualitativo è elevatissimo; l’alto tenore di Cobalto permette di tagliare senza problemi anche i materiali abrasivi e l’acciaio inox; l’altezza utile di taglio raggiunge i 15-18 mm di spessore; infine, ma non ultima, l’eccentricità del taglio data dallo spessore variabile della cartella. In questo modo il dischetto di risulta si forma di un diametro nettamente inferiore a quello interno della fresa e, di conseguenza, la molla d’espulsione non incontra nessuna resistenza nell’espellerlo. Nuova Filp

Consigli per un buon utilizzo della fresa a tazza eccentrica HSS

come utilizzare una fresa a tazza

  1. Per ottenere i migliori risultati nell’esecuzione e per la durata dell’utensile è meglio utilizzare la fresa a tazza HSS su macchina stazionaria; in questo caso, un trapano a colonna. Per gli stessi motivi è importante è anche l’uso di un olio da taglio spray.
  2. A seconda del diametro della fresa e del materiale da forare, ci si deve attenere a un regime massimo di rotazione consigliato; data l’ampia versatilità di utilizzo della fresa, che può quindi tagliare molti materiali, Stella Bianca fornisce un utile specchietto di riferimento per i regimi di rotazione da impostare (vedi pagina a fianco).
  3. L’esecuzione del foro avviene in tempi molto brevi; al momento del superamento dello spessore, il disco di risulta viene immediatamente espulso dalla molla coassiale. Lo si può notare bene dalla foto che, non appena sollevata la fresa dal foro, mostra la molla liberamente estesa sino all’apice della punta di centratura.

fresa a tazza eccentrica hss

Per determinare la velocità di rotazione consigliata bisogna dividere il Numero Fisso per il diametro della fresa in uso. Il dato ottenuto esprime i giri al minuto da impostare sul trapano. La fresa eccentrica HSS-E ha prezzi consigliati al pubblico a partire da euro 19,50 (Ø 16 mm).

Guarda il video della Fresa a tazza eccentrica HSS

Restaurare una porta passo-passo

La specchiatura è contornata di vetri colorati come usava nelle ville del primo ‘900; ecco come restaurare una porta datata, ma ancora solida, ripristinando anche il grosso vetro centrale andato in frantumi

Restaurare una porta di quasi un secolo, in buono stato di conservazione sul piano strutturale, riportandola a nuovo, richiede solo pazienza e olio di gomito.

vecchia porta
Per fortuna la parte vetrata si presenta in buono stato, manca solo il vetro centrale, in origine neutro, che può essere facilmente riprodotto identico o colorato. Il tempo e la mancanza di un trattamento di fondo hanno provocato il distacco dello smalto, steso in un’unica mano.

Mentre il telaio dell’anta è realizzato in legno robusto e massiccio, la parte cieca della specchiatura è realizzata con tavolette sottili affiancate, di legno meno nobile, facili ad essere crepate o imbarcate dall’esposizione all’umidità.

Se occorre, si può provvedere alla loro sostituzione o al ripristino, visto che la natura del legno, anche se diversa dall’originale, viene nascosta dallo smalto di finitura.

Le parti da smontare
Tutto ciò che è ferramenta dev’essere rimosso, per essere riportato in buono stato o sostituito e per non intralciare il restauro.

In passato non si andava troppo per il sottile e la finitura veniva spesso applicata direttamente sul legno; questo agevola nella sua rimozione dalle superfici maggiori, più delicata la scrostatura dei profili dove di solito si accumula una quantità maggiore di smalto.

Bisogna inoltre prestare attenzione alle vibrazioni e agli urti che possono rompere i vetri, visto che è meglio evitare di rimuoverli.

La cornice principale è solitamente realizzata con incastri, la cui solidità va verificata ed eventualmente ripristinata con colla vinilica, oppure intercettando l’incastro inserendo un paio di spine passanti.

Stucco e carta vetrata uniformano le irregolarità, di solito più marcate nella parte inferiore, più soggetta ad urti e scalfitture.
Se la serratura è da sostituire, non è scontato trovarne una uguale: bisogna tener conto del senso di apertura, dell’altezza e della distanza tra il centro del quadrello e la piastra frontale; se occorre, si può adattare una serratura nuova con paziente lavoro di scalpello.

Se abbiamo recuperato solo la porta, che sicuramente non ha una misura standard, occorre anche far realizzare ed installare un telaio che la supporti.

Restaurare una porta, il ritorno all’originale

Sverniciare la porta

  1. la vecchia finitura dev’essere completamente asportata con lavoro di spatola e, dove presenta una maggiore adesione, con la termopistola, che scioglie lo smalto.
  2. rimuovere le viti per smontare le cerniere può essere difficoltoso: se occorre, si può forare con una punta da trapano dello stesso diametro della testa, per farla saltare.
  3. maniglia e serratura, se possono essere recuperate, vanno ripulite dalla ruggine ed i meccanismi vanno lubrificati.

riparare una porta

  • Le superfici vanno levigate per eliminare anche le ultime tracce di smalto e per allineare eventuali irregolarità.
  • Se in alcuni punti ci sono porzioni di legno che tendono a staccarsi vanno incollate, sollevandole con delicatezza.
  • L’incollaggio deve stabilizzarsi: è indispensabile bloccarlo con morsetti per alcune ore, eliminando la colla eccedente.

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Rimessa a nuovo

stucco per legno per restauto porta

  1. crepe, fori e scheggiature si stuccano con un prodotto specifico per legno, livellando la superficie con la spatola, premendo bene per ottenere un riempimento compatto.
  2. i vetri originali vanno ripuliti con particolare attenzione: il tempo e l’esposizione ai raggi solari ne hanno aumentato la fragilità.
  3. prima di passare ai trattamenti finali i vetri vanno protetti con strisce di nastro adesivo di carta, curando bene il collegamento ai lati e negli angoli per evitare infiltrazioni di smalto.
  4. per restituire compattezza al legno è buona cosa applicare un prodotto consolidante, a base di resine termoplastiche.
    Penetrando nelle fibre, svolge un’azione impregnante e riempitiva e ne evita lo sfarinamento, proteggendolo dall’usura e compattando le fibre.
  5. l’applicazione di una mano di cementite, seguita da carteggiatura con carta a grana fine, assicura una buona adesione dello smalto, da stendere in due mani.

Sostituire il vetro

Sostituire il vetro

Il vetro centrale va fatto tagliare esattamente a misura della sede meno un paio di millimetri su tutto il perimetro. Questo permette di inserirlo e di farlo appoggiare sulla cornice senza difficoltà o impuntamenti con rischio di rottura, considerate le discrete dimensioni.

Dal lato opposto alla cornice di appoggio il vetro va bloccato con listelli fermavetro, tagliati esattamente a misura e con le estremità bisellate a 45°. Il fissaggio si effettua con gruppini inseriti alla traditora, cioè con una leggera inclinazione.

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Minielettromontolit: la tagliapiastrelle elettrica compatta

La Minielettromontolit è concepita per il taglio di piastrelle di piccole dimensioni, ma il disco diamantato associato al raffreddamento ad acqua permette di affondare con relativa facilità anche nei materiali più duri

Ci sono situazioni in cui una tagliapiastrelle manuale non è sufficiente per praticare con efficacia e precisione il taglio degli elementi necessari a portare a termine un rivestimento: è quello che succede quando si lavorano materiali lapidei di spessore o durezza maggiore rispetto a quello di una comune piastrella.

La tagliapiastrelle Minielettromontolit assomiglia in tutto a una piccola sega da banco, realizzata in acciaio a tripla verniciatura e inox: in poco spazio concentra tutto ciò che occorre per garantire versatilità di utilizzo e precisione di taglio. è la compagna di lavoro ideale per piastrelle di piccole dimensioni, ma il piano garantisce un appoggio sicuro per lastre strette senza limiti in lunghezza, potendo effettuare tagli in diagonale fino a 250×250 mm.

Lo spessore, invece, può arrivare a 35 mm: questa possibilità è utile se si devono adattare gli elementi autobloccanti per le pavimentazioni esterne, eventualmente completando il taglio del mattoncino capovolgendolo, se di maggior spessore, oppure le pietre da rivestimento, che presentano un lato piano, ma quello a vista di forma irregolare. è molto più efficace e sicura di una smerigliatrice, anche perché la polvere prodotta dal taglio viene abbattuta dall’acqua che raffredda il disco (fornito di serie per ceramica e grès porcellanato).

Come funziona la tagliapiastrelle minielettromontolit

tagliapiastrelle montolit

  1. La tagliapiastrelle è equipaggiata con un disco diamantato professionale a corona continua molto sottile con il quale realizza tagli precisi e puliti sia su maioliche sia su monocotture e grès. Per evitare i surriscaldamenti, specialmente con le piastrelle più dure, e abbattere le polveri, il disco lavora a umido passando in una vaschetta da riempire d’acqua e svuotare a fine lavoro.
  2. Il piano mobile d’acciaio inox ruota su un perno e si blocca in posizione con un pomolo a vite. La macchina è attrezzata con una guida in squadra scorrevole per i tagli a 90° e con una protezione in plastica sopra il disco contro gli spruzzi d’acqua.
  3. Grazie a un accessorio specifico si possono eseguire tagli in diagonale appoggiando la piastrella al riscontro a 45°. Tenendo ferma la piastrella all’appoggio, si fa scorrere quest’ultimo lungo la sporgenza presente sulla guida in squadra fino a completare il taglio.
  4. Il piano inclinabile permette anche di ottenere in cantiere le piastrelle “jolly”, cioè con lo spigolo molato a 45°, con le quali si possono rivestire gli spigoli delle colonne senza lasciare in vista il bordo non smaltato della piastrella.
Montolit 6050320 Tagliapiastrelle 75-P3 Masterpiuma
  • 75-P3 Masterpiuma
  • Incisione a spinta
  • 750 x 750 mm
Montolit 63P3 Tagliapiastrelle
  • 63 cm ( 24.5 inch), 44 x 44 cm, e 0 + 2 cm
Montolit 6050310 Tagliapiastrelle 52-P3 Masterpiuma
  • 52-P2 Masterpiuma
  • Incisione a spinta
  • 520 x 520 mm
  • Prodotto di ottima qualità
Tagliapiastrelle Masterpiuma 'Evoluzione' Struttura In Alluminio Pressofuso E Acciaio Nichelato. Per Tagli Diritti E In Diagonale. Spessore Ø ÷ 2,5.
  • Tagliapiastrelle Masterpiuma 'Evoluzione' Struttura in alluminio pressofuso e acciaio nichelato. Per tagli dritti e diagonali. Spessore Ø ÷ 2,5.
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  • Montolite
  • Argento
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  • Adatto per il taglio di ceramica, grès e grès porcellanato; massima lunghezza di taglio: 640 mm (piastrelle 45 cm x 45 cm)
  • Massima altezza di taglio: 12 mm
  • Rotella di taglio da 20mm in carburo di tungsteno con copertura in titanio
  • Blocco binario per l'alloggiamento e il fissaggio sicuro della piastrella
  • In dotazione: righello e blocco angolazione di taglio (goniometro), estensioni laterali per piastrelle larghe, battuta d'arresto

Verricello elettrico fai da te da soffitto

Un verricello elettrico fai da te da soffitto rappresenta una soluzione efficace per evitare le faticose quanto pericolose salite in soffitta, sistema testato con successo sino a 80 kg

Il compito di una soffitta è solitamente quello di poter stipare scatole, borsoni e casse contenenti gli oggetti meno utilizzati, oppure gli “stagionali”: pentoloni e altri accessori per fare le conserve, utili solo d’estate; sci, racchette e scarponi, che ovviamente servono solo d’inverno. Tuttavia accade che gli accessi al sottotetto siano condizionati da scale ripide, retrattili e passaggi richiudibili con sportelli, quindi non molto ampi; tutti elementi che inducono una certa difficoltà nel fare quello che invece dovrebbe essere estremamente agevole. Sarà forse per questo che quando si avvicina il periodo degli stoccaggi semestrali ci viene uno strano mal di stomaco… All’ennesima faticata, fatta andando su e giù per la scaletta della soffitta tenendo in bilico una pesante scatola con una mano e tenendosi malamente con l’altra alla ringhiera, il nostro lettore Leonardo Telesca ha deciso di risolvere il problema come sa fare un vero far da sé: una volta per tutte. Potendo contare sui margini concessi dalla scala retrattile, che può essere posizionata anche quasi in verticale, ha calcolato le misure degli spazi a disposizione, ovvero quelle dell’apertura, le distanze degli appoggi e dei punti di attacco verso l’alto. Con tutti i rilevamenti alla mano ha progettato un telaio leggero, ma abbastanza robusto per realizzare un verricello elettrico fai da te da soffitto .

Sperimentato con questa il sollevamento di un cestello legato con una corda, si è reso conto che risultava molto più agevole, ma richiedeva comunque uno sforzo notevole con gli oggetti più pesanti. A questo punto è scattato il secondo step: l’applicazione di un motore elettrico, controllato con una pulsantiera, in modo da evitare qualsiasi fatica. La cosa ha richiesto l’aggiunta al telaio di una nuova sezione atta a sostenere, oltre al motore e ai suoi accessori, un secondo asse attorno al quale si avvolge la corda della carrucola. Il moto è trasmesso da una cinghia trapezoidale tesa fra la puleggia del motore e quella più grande di diametro, solidale con l’asse secondario.

Come progettare un verricello elettrico fai da te da soffitto

come è fatto un verricello

argano fai da te

  1. Il telaio è semplice: i due montanti appoggiano sulla soletta e si estendono sino a far ricadere la carrucola nella posizione corretta.
  2. Due tiranti sono saldati in modo da essere fissati alle travi del tetto.
  3. La modifica applicata per collegare il motore elettrico consiste nell’aggiunta di una puleggia per la cinghia di trasmissione solidale con un secondo asse al quale si avvolge la corda della carrucola.
  4. Il motore elettrico con riduttore è comandato da un inverter
  5. Due pulsanti in posizione comoda avviano il moto in un senso o nell’altro.

Al termine della realizzazione e con lo scorrere del tempo è sempre bene effettuare la manutenzione verricello elettrico.

Levigatrice da banco Einhell TC-US 400

La levigatrice da banco Einhell TC-US 400 ha due zone operative, una con disco e l’altra con nastro abrasivo, danno possibilità di levigare piccoli e medi pezzi di legno, contando sulla versatilità di un piano di lavoro e di una guida, entrambi regolabili nell’impostazione dell’angolo

Tutti gli elettroutensili che sono stati concepiti in versione da impugnare e stazionaria, pur operando con il medesimo principio, offrono differenti risultati se non, addirittura, permettono esecuzioni altrimenti impossibili. Non fa difetto a questa regola uno strumento come la levigatrice che, nella sua versione stazionaria, si arricchisce spesso di modalità operative diverse (orbitale e a nastro), diventando di fatto “combinata”, e di piani regolabili per disporre di un’ampia gamma di angolazioni di lavoro. Tutto questo apporta sicuramente una grande versatilità alla macchina.

Alla base di tutto sta la grande differenza d’approccio operativo, per cui, nel caso della macchina stazionaria è il pezzo in lavorazione che viene portato sulla parte attiva e non il contrario, come avviene su quelle da impugnare. Questo permette innanzi tutto di levigare pezzi di legno di piccole dimensioni, tenendoli con le mani o appoggiandoli sul piano regolabile, usufruendo di tutta la sensibilità che le nostre mani offrono, con l’aggiunta di avere completa visibilità sulla zona di lavoro: la conseguenza è quella di ottenere una precisione altrimenti impossibile.

In questo modo si possono realizzare facilmente superfici arrotondate o perfettamente piane, rifinite nella misura che desideriamo, a seconda della grana della carta vetrata montata sulla macchina. La levigatrice da banco Einhell TC-US 400, che proviamo in queste pagine, ha una piastra ad azione orbitale con diametro 150 mm e una barra per levigatura a nastro (larghezza 100 mm), orientabile da 0° a 90°. Il motore ha una potenza di assorbimento di 375 W, la velocità di avanzamento nastro è di 276 m/min. Il piano d’appoggio regolabile, posizionabile in entrambe le postazioni di levigatura, fornisce un eccellente supporto per la squadratura dei piccoli pezzi. La possibilità di impostare inclinazioni intermedie, amplia ulteriormente la versatilità della macchina. Einhell

Cosa troviamo nella confezione della Levigatrice da banco Einhell TC-US 400

levigatrice a nastro einhell

La levigatrice da banco Einhell TC-US 400 viene consegnata con alcuni elementi smontati; sono tutte le parti mobili e di contorno, inclusa la piastra di levigatura con il suo carter protettivo e il pianetto regolabile, fatto in modo che sia rapidamente riposizionabile per l’utilizzo sia sul versante della levigatura orbitale, sia su quello della levigatura a nastro, mantenendo ovviamente la possibilità di regolazione continua dell’angolo di lavoro. La levigatrice da banco Einhell TC-US 400 ha un prezzo consigliato al pubblico di euro 108,80.

Allestimento

montaggio levigatrice

  1. Per primo si monta il carter protettivo della piastra di levigatura; è una conchiglia di plastica che si fissa tramite 3 viti situate in posizione mediana, attorno al foro centrale.
  2. La piastra si innesta sull’asse secondario e la si manda a fondo, portandola all’interno del carter, in modo che lateralmente sporga solo lo spessore del foglio di carta abrasiva.
  3. Per bloccare la piastra sull’asse si usa la chiave a brugola, inserendola nell’apposita feritoia presente all’apice del carter protettivo. La chiave stringe la vite posta nello spessore del collare, mandandola in pressione sull’asse.
  4. La parte bassa della piastra resta al di sotto del piano di lavoro, quindi va protetta per impedire che le dita possano entrare in contatto con la carta vetrata durante le lavorazioni. Si monta la lunetta di plastica fissandola con le sue viti.
  5. Per montare il pianetto di lavoro sul lato della levigatura orbitale, ossia rivolto verso la piastra, si inserisce il suo braccetto di sostegno nell’apposito foro e si stringe la vite a testa esagonale con la chiave in dotazione. Il braccetto di sostegno, nel tratto in cui va a stringere la testa della vite, non ha sezione rotonda ma ha una fresatura piana in modo che la vite non solo ne impedisca il movimento longitudinale, ma anche la rotazione. In questo modo basta un solo attacco per tenere il pianetto fermo e orizzontale.
  6. Un incavo sul piano di lavoro permette l’inserimento di una guida angolare, con possibilità di regolazione dell’angolo da 0° a ±60°, tenendo conto che con impostazione 0° la guida è esattamente perpendicolare al platorello.
  7. Regolabile è anche il piano di lavoro, liberando una manopola che scorre nell’asola della scala graduata inferiore. In questo caso l’escursione possibile è da 0° a 45°.

Preparazione e regolazioni nastro

regolazione nastro levigatrice

  1. La postazione di levigatura a nastro ha due posizioni di lavoro: sopratutto per quella orizzontale, può bastare una piccola guida-fermo che va collocata come scontro al termine della corsa “utile” della striscia abrasiva. Si inseriscono le sue due staffe di ritegno sotto la protezione tonda di plastica.
  2. La guida-fermo si blocca con una vite a testa esagonale di lato e due viti a passo metrico che attraversano la protezione di plastica e vanno a mordere nelle sedi delle staffe sottostanti.
  3. Prima di avviare la macchina bisogna verificare che il nastro scorra liberamente, facendolo procedere con una mano, controllando che non tocchi nei carterini e nelle protezioni di contorno. Se così fosse è necessario allentarli e lasciare più aria attorno all’abrasivo.
  4. Per la sostituzione del nastro abrasivo, quando necessaria, bisogna smontare la parte inferiore del carter protettivo, svitando le viti che lo trattengono; quindi si tira la leva laterale che agisce avvicinando i due rulli tensionatori. In questo modo il nastro può essere sfilato lateralmente.
  5. Dopo ogni sostituzione del nastro, ma anche al primo avvio della macchina, è necessario controllare che questo, scorrendo sui rulli, resti in posizione centrale. Con una mano lo si fa scorrere verificando la tendenza a deviare di lato e, se necessario, si agisce sulla manopola laterale che permette di correggere il parallelismo di rotazione dei rulli.
  6. La posizione di levigatura verticale si ottiene sollevando la barra portanastro; per farlo si devono rilasciare due viti a testa esagonale che la bloccano saldamente, com’è naturale durante ogni sessione operativa.
  7. Con il nastro in posizione verticale, potrebbe non essere sufficiente la piccola battuta di metallo; in questo caso va rimossa per collocare al suo posto il piano di lavoro inclinabile. Per il bloccaggio del piano su questo fronte, la levigatrice da banco Einhell TC-US 400 ha una sede specifica per il braccio di sostegno. Anche in questo caso il piano di lavoro va regolato in modo che sia più vicino possibile all’abrasivo, pur lasciando il nastro libero di scorrere liberamente senza toccare parti fisse. Va tenuto conto che in entrambe le modalità operative fra piano di lavoro e carta abrasiva non dovrebbero esserci più di 1,6 mm di dis
    tanza.

levigatura verticale

Tenendo montate sulla macchina carte abrasive di grana differente si può disporre di una zona di lavoro per la sgrossatura rapida dei pezzi (grana grossa) e di una che ne permette la finitura (grana fine), a tutto vantaggio della comodità e della velocità d’esecuzione, fermo restante il fatto che i due sistemi di levigatura agiscono in modo molto diverso e per certe lavorazioni non sono intercambiabili.

Piedini antivibrazioni

piedini antivibrazioni

La levigatrice da banco Einhell TC-US 400 dispone di una base d’appoggio ampia, che garantisce molta stabilità alla macchina durante l’utilizzo. I quattro piedini di gomma morbida, in dotazione, sono conformati per incastrarsi negli angoli della base e non hanno bisogno di viti per essere bloccati. Grazie ai piedini, la levigatrice non scivola sulle superfici e si riesce a utilizzare senza ulteriori sistemi di blocco nella maggior parte delle occasioni di lavoro. Infatti non è mai necessario applicare molta pressione sulle zone attive della macchina per ottenere l’effetto voluto, anzi, è molto meglio rimanere “leggeri” per poter manovrare nel modo più fluido e armonico possibile il pezzo sull’abrasivo. Inoltre, applicando troppa forza si mette il motore sotto sforzo, in condizione di possibile surriscaldamento.

Levigatrice orbitale KA450 1/4 di foglio BLACK+DECKER Scheda prodotto

Il design compatto della nuova levigatrice orbitale KA450 di BLACK+DECKER la rende particolarmente adatta a levigature su superfici e spazi ristretti (quali stipiti di porte o infissi di finestre), consentendo all’utilizzatore una maggior prossimità all’area di lavoro e garantendo un miglior controllo del prodotto.

L’impugnatura gommata consente di realizzare levigature ad una mano e l’interruttore a pressione è dotato un efficace sistema di bloccaggio: levigature prolungate più confortevoli, nessun rischio di accensione involontaria! Il sistema di aspirazione della polvere integrato consente di mantenere l’area di lavoro sempre pulita e le basse vibrazioni del prodotto garantiscono  il massimo comfort in uso.

Levigatrice KA450

Levigatrice black&decker

Cosa include la confezione

  • Levigatrice orbitale KA450 1/4 di foglio
  • Sacchetto raccoglipolvere dotato di sistema filtrante
  • 1 foglio abrasivo a maglia lavabile e riutilizzabile più volte

Caratteristiche tecniche della levigatrice orbitale KA450

Potenza

220W

Velocità a vuoto (giri/min)

16.000

Grado di eccentricità

1.0mm

Diametro orbite

2.0mm

Formato della carta

114x114mm

Formato del platorello

112x108mm

Fissaggio carta

Standard e velcro

Consulta la scheda tecnica della levigatrice orbitale Black+Decker sul sito ufficiale

Giocoplast

Giocoplast si presenta sul mercato come una realtà imprenditoriale unica nel suo genere

Giocoplast è l’azienda numero uno in Italia nel settore di prodotti per le feste. Nasce nel 2014 dall’unione di due aziende leader nei rispettivi mercati con oltre 30 anni di storia: Giocoplast Natale S.p.A ., specializzata nel Natale e precursore nell’importazione di luci e addobbi dalla Cina, e ComoGiochi S.r.l,  specializzata nel Carnevale, Halloween e Party.

Giocoplast è il primo player italiano in grado di competere in tutto il mercato delle festività: da Halloween, a Natale, al Carnevale, al mondo Party. La capacità di dare una risposta unica e generale ad ogni tipo di esigenza, si traduce in un assortimento di oltre 4.000 articoli di alta qualità per le festività stagionali, il divertimento e gli eventi

L’offerta di prodotti è sempre più accattivante grazie alle Licenze firmate DisneyMarvel, Star Wars, Nickelodeon, Warner Bros, Batman, Spiderman, CenerentolaRapunzel, Frozen e Peppa Pig sono solo alcuni tra i personaggi più celebri che “vestono” prodotti per grandi e piccini, rendendo speciale ogni occasione.

In Giocoplast il forte imprinting manageriale e l’eccellente know-how in termini di prodotto e di conoscenza del mercato, si coniugano con un costante ed elevato impegno in termini di ricerca e sviluppo. L’attenzione spasmodica al dettaglio e alla qualità ha portato l’azienda ad investire in personale specializzato e tecnologie all’avanguardia, conseguendo la certificazione ISO 9001:2008, standard di riferimento riconosciuto a livello internazionale per la gestione della qualità. Inoltre, Giocoplast tratta esclusivamente prodotti certificati al 100%, distribuiti in Italia e all’estero grazie alla logistica integrata altamente specializzata e organizzata “in-house” e ad una forza vendita di massima esperienza in grado di agire su tutti i canali italiani ed esteri.

Come progettare l’impianto elettrico del bagno

L’impianto elettrico in bagno dev’essere progettato in maniera differente rispetto ad altri luoghi della casa: deve tenere conto di zone di rispetto bene precise.

L’impianto elettrico in bagno “lavora” in condizioni ambientali particolari che determinano un maggiore rischio elettrico rispetto agli altri locali. Il contatto con l’acqua di ampie zone del corpo, riduce notevolmente la resistenza di questo verso terra che può essere ulteriormente ridotta per la presenza di acqua sul pavimento, per la possibilità che la persona sia a piedi nudi ecc. Le misure di protezione contro i contatti indiretti devono pertanto essere più severe di quelle necessarie per il resto della casa, dove risulta sufficiente unicamente il rispetto delle norme generali impianti. Per tutti questi motivi la norma CEI 64-8 stabilisce, per l’impianto elettrico in bagno, provvedimenti di sicurezza supplementari. È importante ricordare che le prescrizioni della norma si applicano solo ai locali bagno e doccia e non anche ai locali ove sono installati i soli servizi igienici.

Cosa bisogna sapere circa l’impianto elettrico in bagno:

  • Nel locale bagno il sistema di protezione più semplice è costituito dall’impiego di un interruttore differenziale con sensibilità inferiore a 30 mA.
  • La distribuzione dell’alimentazione elettrica del locale fa capo a una cassetta di derivazione posta nell’antibagno. Nel bagno può essere prevista una presa 16 A per la lavabiancheria. A opportuna distanza dal lavabo posizioniamo un punto di comando luce per lo specchio e una presa 10 A. Il punto luce generale installato al centro del soffitto è comandato da un interruttore installato all’esterno nell’antibagno in prossimità della porta di accesso.

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Le zone di rispetto per l’impianto elettrico in bagno

zone di rispetto

Le zone protette: il bagno viene suddiviso idealmente in quattro zone, a partire da quella più piccola che contiene la vasca da bagno. In ogni zona (numerata da zero a 3) le prescrizioni sono diverse in funzione del potenziale rischio elettrico presente.

  • Nella zona 0 è vietata l’installazione di qualsiasi componente o utilizzatore elettrico; i cavi che la debbono attraversare devono essere incassati almeno a 50 mm.
  • Nella zona 1 non va installato nessun apparecchio (interruttori, prese, cassette di derivazione ecc.) ed è ammesso solo il montaggio di scaldabagno o di utilizzatori a bassa tensione (max 25 V) con contenitori stagni; pulsanti a tiro, con cordina isolante, vanno montati il più in alto possibile.
  • Nella zona 2 è ammesso in più solo il montaggio di apparecchi di illuminazione fissi con isolamento di classe II.
  • Nella zona 3 non esistono particolari limitazioni purché l’impianto sia protetto da un interruttore differenziale con soglia di intervento sotto i 30 mA o alimentato da un trasformatore d’isolamento (220/220 V) o sia completamente alimentato a bassa tensione (12-24 V).

Il collegamento a terra nell’impianto elettrico in bagno

collegamento a terra impianto elettrico

Nel bagno  tutte le tubazioni devono essere collegate al morsetto di messa a terra mediante un conduttore equipotenziale con sezione non inferiore a 2,5 mm2.

Impianto luce in bagno

punto luce bagno

Dalla cassetta di derivazione nell’antibagno si alimenta il circuito luce del bagno, con comando installato nella stessa scatola utilizzata per il comando del punto luce dell’antibagno.

La chiamata d’emergenza in bagno

chiamata di emergenza

Per eventuali chiamate di emergenza di chi fosse nella vasca da bagno è consentita l’installazione, a un’altezza maggiore di 2,5 m sopra la vasca, di un pulsante di chiamata che viene azionato tramite un tirante, costituito da materiale non conduttore. Il cicalino d’allarme può essere posizionato, fuori dal bagno, nel punto che viene ritenuto più opportuno per richiamare facilmente l’attenzione.

Metro a stecche e flessometro Metrica: Si flettono e non si piegano

Due tipi di metro robusti non solo per durare, ma anche per essere utilizzati al meglio nelle misurazioni più difficoltose. Le scale di lettura sono innovative e permettono una facilissima identificazione della misura corretta

La precisione è ovviamente la caratteristica fondamentale per un metro o un flessometro Metrica; tuttavia sono importantissimi anche altri parametri fra i quali, in linea generale, non è certo ultima la robustezza. Questo concetto non è per nulla scontato perché va sviluppato intorno ad alcune precise funzionalità del metro. Con il flessometro Metrica capita spessissimo di prendere misure orizzontali, anche di cospicuo valore; in questo caso è necessario estrarre una buona parte di avvolgibile e mantenerla tesa per andare in appoggio contro una parete oppure agganciare il bordo di un rilievo da cui misurare la distanza. In questa delicata fase non c’è cosa più fastidiosa e inopportuna di un flessometro che non riesce a mantenere la posizione e si piega repentinamente con il classico schiocco. Ovviamente con un metro avvolgibile da 5 metri non si può pretendere di estrarlo tutto, ma quasi la metà sì. Con il metro a stecche il problema è diverso ma non cambia molto nella sostanza: in questo caso ogni stecca è incernierata con una successiva ed è lì che deve svilupparsi una rigidità controllata, che permetta al metro di restare diritto durante le misurazioni e di essere ripiegato per riporlo, senza opporre troppa resistenza. Metrica

metro a stecche metrica

Il metro a stecche Metrica dimostra una resistenza molto elevata alla flessione forzata laterale (1). Anche se non dovrebbe mai essere sottoposto a tali torture, è bello sapere che lo strumento garantisce una tale robustezza. Assolutamente utile, e grande pregio, è la capacità di mantenere la sua estensione (2), senza che il primo snodo si pieghi sotto il peso della parte a sbalzo.

Il metro a stecche e il flessometro metrica hanno l’innovativa graduazione a tratti di lunghezza

graduazione a tratti di lunghezza

Il metro a stecche e il flessometro Metrica sono “new graduation”, ovvero hanno l’innovativa graduazione a tratti di lunghezza variabile (design registrato); i trattini che indicano un numero pari di millimetri terminano con un pallino, quindi la lettura risulta estremamente facilitata ed è impossibile confondere una tacchetta con quella limitrofa. Il metro a stecche è di plastica, non è conduttore, non graffia le superfici e ha snodi a doppia molla, antiusura, con scatto anche a 90°. Costa euro 7,00. Il flessometro Metrica ha cassa cromata in ABS resistente agli urti; la larghezza dell’avvolgibile è 25 mm; la graduazione è doppia: sopra è orizzontale, sotto è verticale. Costa euro 10,80.