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Progress Profiles

Con 30 anni di esperienza Progress Profiles offre una gamma di oltre 12500 prodotti per finiture d’interni ed esterni per la posa.

Progress Profiles, azienda leader nel settore dei profili tecnici e decorativi di finitura, forte della creatività e della professionalità del proprio team, dopo l’apertura di tre sedi nei centri nevralgici del business contemporaneo quali Dubai, Mosca e Randolph, nel New Jersey, si affaccia sul 2015 con successo, pronta per festeggiare i suoi 30 anni di attività nella nuova sede di Asolo.

L’azienda offre sui mercati mondiali oltre 12.500 articoli in acciaio inox, alluminio, ottone, PVC e vero legno nel settore profili e per la posa della ceramica e di altri rivestimenti nell’edilizia industriale. Inoltre Progress Profiles ha brevettato dei veri e propri sistemi innovativi in grado di soddisfare ogni tipo di clientela, in sintonia con i più evoluti trend del mercato e con le più innovative tendenze architettoniche e d’arredo.

Una vastissima gamma di prodotti (la cui qualità è certificata al 100% come originale italiana) che unisce estetica raffinata e alta tecnologia: un Made in Italy di eccellenza che impiega esclusivamente materiali atossici e di prima scelta.

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Costruire una libreria con dei pensili

Pensili, ripiani, vetri e luci: ecco come costruire una libreria di grande impatto visivo

Costruire una libreria utilizzando dei pensili non è propriamente una novità, ma quella che vi proponiamo in questo articolo ha caratteristiche uniche e fornisce molto spazio utile per riporre libri e oggetti vari, è anche in grado di “mettere in mostra” i soprammobili più interessanti in vani illuminati dall’interno.
Per costruire una libreria come questa occorre un intelligente assemblaggio che prevede l’impiego di 7 pensili in bilaminato, inseriti “a scacchiera”, all’interno di un’intelaiatura formata da quattro pannelli di bilaminato. Nei vani a giorno sono inseriti, a metà altezza, altrettanti piani in vetro che poggiano su spine di legno smaltate di bianco. Le antine dei pensili, invece, sono smaltate con un colore vivace (in questo caso l’arancione) in modo da ottenere un piacevole contrasto cromatico d’insieme. La libreria è sorretta da cinque cilindretti in legno alti 85 mm, smaltati di bianco e avvitati sotto la base. Per “dare luce” al nostro mobile utilizziamo i pratici faretti a led, molto sottili e facilissimi da installare grazie al retro autoadesivo. Basta collegare i singoli fili al connettore alimentato da un piccolo trasformatore a bassa tensione.

Progetto per costruire una libreria
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Cosa occorre per costruire una libreria con dei pensili (lettere riferite al disegno soprastante)

  • 7 mobiletti pensili (A) da 300x370x700 mm con relative antine;
  • 2 piani (B) di bilaminato da 370x22x1700 mm e
  • 2 piani (C) da 370x22x1544 mm;
  • 5 piedi di legno massello Ø 55×85 mm (D)
  • 24 spine di legno (E) Ø 6×30 mm;
  • 6 piani di vetro (F) da 295x350x6 mm;
  • faretti a led a bassa tensione autoadesivi;
  • smalto acrilico all’acqua;
  • primer universale;
  • viti;
  • bordino termoadesivo in fibra melamminica

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Per costruire una libreria…si parte dai piedi

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  1. Utilizzando il trapano montato su colonna, pratichiamo i fori nei cinque piedi di appoggio. Serve precisione perché i fori devono essere passanti; sul lato della testa della vite occorre praticare anche una svasatura in modo che la vite rientri e non possa segnare il pavimento.
  2. Avvitiamo parzialmente le lunghe viti nei fori praticati in modo da usarle come impugnatura mentre smaltiamo di bianco la superficie laterale dei cilindretti che costituiscono i cinque piedi, senza sporcarci le mani.
  3. Mettiamo i piedi in posizione sul pannello di fondo, quattro agli angoli della base e uno al centro (nel punto in cui si incrociano le due diagonali della base) e avvitiamo a fondo le viti con il trapano avvitatore.
  4. Spinta bene a fondo la vite in modo che faccia buona presa sullo spessore della base e che rientri a fondo nella svasatura chiudiamo il foro con un largo e robusto feltrino.

Smaltare le antine

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  1. Utilizzando la levigatrice orbitale, carteggiamo entrambi i lati delle ante dei pensili per favorire l’aggrappaggio del primer, quindi stendiamo almeno due mani di primer universale per preparare le superfici alla successiva fase di smaltatura.
  2. Quando questo è asciutto possiamo smaltare utilizzando il rullo: stendiamo due mani di smalto acrilico per ottenere un buon risultato. In questo caso abbiamo usato l’arancione, un colore molto forte che contrasta con il resto del mobile, ma la scelta è lasciata al gusto estetico di chi realizza questa libreria.

Rifinire i bordi

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  1. Utilizzando il ferro da stiro ben caldo applichiamo lungo i bordi dei pannelli che formano la cornice il bordino di rivestimento dotato di colla termofusibile. I pannelli vanno stretti nella morsa da banco interponendo carta o stracci affinché la superficie non si rovini.
  2. Carteggiamo lungo gli spigoli del rivestimento appena applicato per eliminare eventuali sbavature ottenendo così una perfetta rifilatura.

Costruire una libreria con i pensili: i vani interni

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  1. Disponiamo ordinatamente tutti i pannelli in bilaminato che compongono la struttura esterna del mobile e muniamoci di morsetti che ci servono per tenere insieme i pezzi.
  2. Iniziamo il montaggio del telaio disponendo i pannelli di cornice intorno ai quattro pensili da installare agli angoli per garantire la squadratura dell’insieme.
  3. Ecco come si presenta il telaio una volta completato, pronto a ricevere gli elementi da montare internamente.
  4. I pannelli sono stati fissati con quattro viti autofilettanti che fanno presa nello spessore del pannello di truciolare.
  5. Usiamo una dima di cartone per segnare le linee su cui devono essere montati i ripiani di vetro, là dove bisogna forare per i piolini reggipiani.
  6. Il trapano, munito di un improvvisato limitatore di profondità, è indispensabile per forare dove vanno le spine o le cerniere.
  7. Quando il telaio esterno è bene solidamente montato, fissiamo i pensili nella loro posizione
    come da progetto con viti autofilettanti.
  8. Per montare i pensili rialzati, aiutiamoci con due tavole di legno morsettandone una al montante esterno del mobile, l’altra al fianco di un pensile messo appositamente sul lato opposto, che tra l’altro diventa la sua posizione definitiva.
  9. Appoggiamo il pensile sul bordo delle tavole (i due centimetri di spessore sono sufficienti a reggerlo in posizione verticale) e mettiamolo in modo che il suo profilo anteriore sia perfettamente allineato con quello del montante, da un lato e del pensile a fianco, dall’altro.
  10. Mentre lo avvitiamo da una parte e dall’altra, stiamo attenti che non ci siano disallineamenti, perché il minimo scalino salta subito all’occhio. Ripetiamo l’operazione per tutti i pensili, continuando ad appoggiarli su spessori di legno.
  11. I due pensili messi più in alto vanno stabilizzati nella loro parte superiore, perché in quel punto non hanno nulla di fianco. Fissiamoli quindi con viti autofilettanti, a testa svasata, applicate con l’avvitatore, dall’interno, sino a filo piano.

Antine colorate e faretti a Led

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  1. Su tutte le ante pratichiamo un foro per l’applicazione dei pomelli per l’apertura: usiamo un punteruolo per passare lo strato della laminatura.
  2. Ecco come si presenta il mobile a montaggio quasi completato: le antine si fissano ai pensili tramite cerniere a braccio montate ai pannelli con viti.
  3. Utilizziamo le spine di legno che inseriamo in fori praticati sulle facce interne del telaio e su quelle esterne dei pensili.
  4. I ripiani di vetro vengono semplicemente appoggiati sulle spine, due per lato, al centro degli spazi che, nelle colonne con un solo pensile centrale, restano vuoti in alto e in basso.

Particolari nel dettaglio

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Questa composizione, che fornisce molto spazio utile per riporre libri e oggetti vari (l’interno dei pensili è attrezzato con ripiani), è in grado di “mettere in mostra” i soprammobili più interessanti in vani illuminati dall’interno. Grazie ai faretti a led che si applicano con una membrana autoadesiva, possiamo illuminare gli oggetti posti sui ripiani in vetro. Il cavo di ogni faretto converge su una presa multipla collegata a un trasformatore a bassa tensione.

Ciondolo fai da te

Un ciondolo fai da te il cui percorso del filo metallico è assolutamente libero, le perle vanno inserite in modo artistico

Oggetti unici e veramente degni di apprezzamento si possono creare con l’impiego di pochi materiali: ad esempio un ciondolo fai da te relizzato con un paio di perle di vetro di Murano e filo metallico dorato.

creativo intreccio per il ciondolo fai da te

La particolarità del lavoro risiede nella lavorazione del filo dorato. La scelta della forma da dare può essere variata a seconda del proprio estro creativo.
Si infila una prima perla nel filo e si intreccia quest’ultimo in modo da creare fantasiosi disegni. Si procede poi infilando altre perle seguite da altri intrecci fino a raggiungere il risultato desiderato. Facendo un occhiello col filo, si può appendere il ciondolo così ottenuto ad una collanina dorata.

Infilare le perle per il ciondolo fai da te

  1. Per dare più consistenza al gioiello si utilizzano due fili metallici. Si procede quindi infilando le varie perle, dei colori che più si preferiscono, nel filo doppio.

    cionodlo-vetro

  2. Si intreccia il filo facendo in modo di lasciare un po’ di gioco per la perla di vetro.

    intreccio-ciondolo

  3. Si alternano intrecci senza perle ad altri intrecci con le perle. Occorre anche preventivare un intreccio che funga da occhiello per appendere il ciondolo fai da te ad una catenella.

    chiudere-ciondolo

  4. Una volta finita la composizione del gioiello, si taglia il filo in eccesso con un tronchesino ed eventualmente si arrotola bene il filo su se stesso con l’aiuto di una pinza. Il ciondolo fai da te è pronto!

 

Composizione di rose

Composizione di rose in esile cestino in fil di ferro; il vaso c’è, ma non si vede: é ben nascosto, nel cestino che lo contiene, da una spessa coltre di fresco muschio.

disegnocestinoAffinché lo speciale portavaso si mantenga bello a lungo, occorre costruirlo a partire da filo di ferro zincato, altrimenti l’umidità dell’aria, accentuata da quella del muschio, fa fiorire ben presto la ruggine. Il lavoro consiste nell’intrecciare gli spezzoni in ogni punto d’incrocio come a tessere un tessuto (per quanto riguarda tanto il fondo quanto il cilindro di parete), fissare le estremità modellandole ad anellino, formare gli anelli di struttura giuntandone i capi sovrapposti di qualche centimetro e bloccare ogni giunta con una saldatura.

Riccioli e anelli nella composizione di rose

Per ottenere un cestino con diametro e altezza interni utili di circa 180 mm, servono: per il fondo quattro più quattro spezzoni da 180 e da 200 mm, gli anelli perimetrali (in numero di quattro) sono ottenuti da pezzi lunghi 580 mm, il manico richiede filo lungo almeno 700 mm, i quattro montanti con piede hanno lunghezza svolta di 400 mm, mentre i dodici senza piede misurano 300 mm.

Costruzione del portavaso

materiali-per-cestino

Occorre filo di ferro zincato per legature (Ø 1,4 mm) e per avvolgimento (Ø minore di 1 mm), pinze, tronchesino, saldatore istantaneo, rocchetto di filo di stagno, barattolino di disossidante e metro.

riccioli-cestino

Le estremità superiori dei montanti sono avvolte a ricciolo e quelle inferiori
ad anellino, salvo quattro con il ricciolo ad entrambi i capi per fare da piedi; la curvatura si lavora con pinze a becchi tondi.

saldatura-cestino

Il fondo si ottiene incrociando i fili e si completa con un anello, al quale sono fissati i montanti. Tutti i punti di giunzione  sono fissati per saldatura. Gli anelli superiori sono poi collegati ai montanti ad intreccio. Il filo d’avvolgimento protegge le saldature.

Ipierre

Soluzioni di qualità e in continua evoluzione per avere cura di ogni giardino rispettando il bene più prezioso: l’acqua.

Tutti gli articoli della linea garden di IPIERRE SYSTEM S.r.l., per la cura e l’irrigazione dei giardini, sono realizzati con meticolosa cura dei particolari, partendo dalla selezione delle migliori materie prime e controllando costantemente i processi produttivi per arrivare all’eccellenza del risultato finale.

La serie hydro di IPIERRE SYSTEM S.r.l. comprende accessori idraulici per tutte le esigenze come: dispenser, cannucce rompigetto, aeratori, griglie, tappi, filtri, miscelatori, docce, soffioni, rubinetti, valvole a sfera, ricambi. raccorderie per lavatrici e lavastoviglie.

Di Martino

Chi avrebbe previsto, negli anni sessanta, che dalla piccola azienda di Bassano del Grappa sarebbe iniziata una attività in costante aumento che avrebbe portato all’attuale Di Martino Spa? Da piu’ di 40 anni infatti, l’azienda centra i propri obiettivi dimostrando di essere la piu’ completa ed evoluta del panorama europeo nel campo dell’irrorazione e di altri prodotti in plastica per il giardino e il bricolage.

La piccola “Di Martino” è diventata oggi una grande realtà industriale italiana strutturata ed organizzata, con una qualificata identità riconosciuta a livello internazionale.
Le macchine, le strutture, le persone hanno seguito una costante evoluzione nel corso degli anni, ed il know-how acquisito si traduce in prodotti che nascono entro sistemi certificati e grazie all’impiego di sofisticatissime tecnologie che rispettano l’ambiente.

Di Martino nasce come irrorazione per la casa ed il giardino: dal vaporizzatore alla pompa a spalla, dal piccolo sprayer al solforatore a zaino, Di Martino è maestro nel produrre ogni apparecchio manuale adatto a irrorare e spargere polveri.
La vastità di gamma offre al cliente la possibilità di scegliere una linea fortemente identificabile per caratteristiche tecniche, riconoscibilità e posizionamento sul mercato. La molteplicità dei modelli soddisfa sia le esigenze dell’obbista che quelle dell’ulitlizzatore professionale.
Con il marchio Toolbox Di Martino offre cassette per attrezzi, portaminuterie e cassettiere particolarmente robuste e con design accattivante.
Ultimi nati i vasi per piante di Pottery Collection che mantengono solo le migliori caratteristiche della terracotta italiana e aggiungono pregi di maggiore leggerezza, solidità e resistenza agli agenti atmosferici.
Pale, spazzaneve, serre da balcone e molti altri sono gli articoli che Di Martino vende nel mondo, tutti funzionali, presentati con un pack parlante e garantiti. Tutti nati per soddisfare le esigenze dell’utilizzatore.
“A misura d’uomo”: per te che ami il giardino, ami il tempo libero, coltivi i tuoi hobby!

Letto con bancali fai da te

Letti con bancali, un recupero di qualità

Costruiamo un telaio rustico per rialzare da terra le doghe che reggono il materasso: le robuste tavole e i tacchi di legno che compongono i pallet sono un buon materiale a basso costo da cui ricavare gli elementi necessari per la realizzazione di un letto con bancali stile letto giapponese.

recupero pallet

Le pedane di legno utilizzate per i trasporti sono tra i manufatti più facili da reperire: talvolta gratis, abbandonati sul retro di magazzini all’ingrosso perché hanno qualche parte mancante, altre volte acquistabili a pochi euro da chi ne ha in eccesso. 

La difficoltà sta nel reperire bancali che non siano stati esposti a lungo alla pioggia, ingrigiti e indeboliti; quasi sempre, comunque, è necessaria una carteggiatura per eliminare la patina di sporco e di invecchiamento, ma il materiale che se ne ricava è ottimo per molti scopi, separando le parti o utilizzando i pallet quasi tali e quali sono. Con pochissimo lavoro possiamo ottenere la struttura di appoggio per un materasso matrimoniale: il letto di bancali proposto è una struttura molto essenziale, ma può essere migliorata verniciandola, mettendo ruote o strisce di feltro sotto i tacchi, modanando le tavole della testiera.

letto doghe fai da te

Materiali per la costruzione di un letto con bancali

RETELETTO

Tavole da bancali, possibilmente lunghe 2 metri, e relativi tacchi distanziatori (il tutto può essere lasciato allo stato grezzo oppure piallato e rifinito con vernici per legno o smalti); chiodi e colla.

Fermare la rete

In un letto fatto con bancali è importante stabilizzare la rete a doghe in modo che non si verifichino spostamenti sul telaio. Si possono adottare diversi sistemi, sfruttando i rinforzi angolari predisposti per eventuali gambe: nel foro centrale dei rinforzi si possono inserire quattro tacchetti da fissare alla parte inferiore cosicché si incastrino negli angoli interni del telaio e impediscano spostamenti, ma permettano, all’occorrenza di asportare la rete semplicemente sollevandola.

Letto di bancali con incastri a coda di rondine

letto con bancali

Per realizzare il maschio, tracciamo due linee parallele a 10 mm dai lati lunghi della tavola, lunghe 50 mm e uniamole con una tracciatura perpendicolare; i lati obliqui della sagoma a tronco di piramide rientrano di 10 mm per parte rispetto alla base.

taglio pallet

Asportiamo le porzioni di legno esterne alla tracciatura con il seghetto alternativo, tenendoci 1-2 mm di margine per poter regolarizzare il taglio ed effettuare correzioni.

incastro coda di rondine

Appoggiamo la tavola maschiata sulla tavola concorrente, controlliamo che le due tavole siano allineate e in squadra e riportiamo i contorni del maschio.

come fare incastri

Ripetiamo il taglio, questa volta tenendoci leggermente all’interno per non rischiare di aprire una sede troppo lasca.

costruire letto con pallet

Levighiamo e proviamo l’incastro, correggendo i bordi fino a quando l’unione tra maschio e femmina non avviene con un minimo di forzatura.

La coda di rondine per il letto pallet

La particolare resistenza di questo incastro deriva dalla forma del dente che unisce le parti con un sottosquadro, quindi può accettare movimenti solo nel senso perpendicolare alla lunghezza della coda di rondine.
In questo caso è utilizzato un unico accoppiamento maschio-femmina per unire due tavole ortogonali sullo stesso piano, ma di solito la coda di rondine è un incastro multiplo, oggi utilizzato principalmente nei mobili artigianali, in special modo per unire i fianchi dei cassetti al frontalino.

Infatti, questo incastro può essere aperto solo lateralmente, la forma dei denti impedisce qualsiasi movimento della parte più sollecitata, ovvero quella sottoposta a trazione in fase di apertura. Richiede una precisione elevata e, per realizzare la sequenza di denti e cave, si utilizzano speciali maschere; la sagoma a trapezio dev’essere proporzionata, alta da 1/3 a 1/6 dello spessore della costa.

Letto bancali rilazato da terra

Tempo richiesto: 3 ore

  1. Predisporre i tacchi

    Verifichiamo che i tacchi occorrenti abbiano tutti la stessa altezza e che la larghezza sia uguale a quella delle tavole da utilizzare. Due di questi vanno disposti al centro delle tavole laterali, in linea con esse; gli altri quattro vanno agli angoli, ma in linea con le tavole corte.
    letti con pallet

  2. Stendere la colla e inchiodare

    Stendiamo la colla sulla superficie di contatto, realizziamo l’unione e stabilizziamola con alcuni chiodini.
    letto con bancali

  3. Procedere anche per gli angoli

    Allo stesso modo procediamo negli angoli, badando di allineare bene i tacchi e le tavole.
    letto con bancali fai da te

  4. Montare il telaio creato in precedenza

    Montiamo sul rialzo il telaio realizzato in precedenza: qui utilizziamo tacchi di larghezza ridotta e posizionati più all’interno, in modo che il telaio appaia come sospeso sul rialzo.
    letto fatto con bancali

  5. Installare la testiera

    Tre tavole sovrapposte, unite sul retro da tre listelli e collegate alla struttura tramite squadrette metalliche, costituiscono la semplice testiera del letto.
    letto con pallet

letto con bancali

Costruire un cavastivali

Il levastivali, detto anche cavastivali è un accessorio utilissimo soprattutto in campagna, costruito a regola d’arte per durare negli anni

Questo è il periodo dell’anno in cui sono più probabili ed abbondanti le precipitazioni e di conseguenza più frequente l’uso degli stivali che, data la temperatura, vengono indossati sopra calze e calzettoni. Facile calzarli dato che il nostro peso facilita l’entrata del piede dentro lo stivale. Spesso assai più difficile uscirne e non per nulla, infatti, i cavastivali sono nati contemporaneamente, o quasi, alla calzatura (i nobili non usavano cavastivali: c’erano i valletti che glieli toglievano).
Il cavastivali più semplice è costituito da un incavo aperto nella soglia lasciata sporgere un po’ in avanti. Nel corso dei secoli l’attrezzo è stato realizzato anche di legno, corno, metallo ecc, tanto fisso accanto alle porte, quanto mobile per poterlo spostare da un locale all’altro; ma difficilmente il cavastivali ha ricevuto l’attenzione estetica destinata ad altri accessori come i calzanti e le spazzole, spesso dotati i primi di elaborate impugnature scolpite e le seconde di dorsi impreziositi da intarsi di avorio o metalli preziosi.
Quello che presentiamo in queste pagine, prodotto da una ben attrezzata ditta artigianale del Monferrato, riesce a non separare la praticità da una sobria eleganza dovuta alle sue linee pulite e razionali. Caratteristica principale è quella di essere abbastanza leggero da poter essere facilmente ripiegato e spostato dove occorre, pur garantendo un’ottima stabilità durante l’uso.
Naturalmente un oggetto de genere può essere costruito con altri materiali, magari di recupero, non escluso il legno e con altre soluzioni d’assemblaggio; lanciamo il classico “sasso nello stagno” e attendiamo nei prossimi mesi le interpretazioni realizzative dei lettori, sempre geniali e sorprendenti.

Tubi e ferro piatto per la struttura del levastivali

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Una doppia morsa parallela e scorrevole sul banco permette di allineare con la dovuta precisione i pezzi da lavorare. Qui le traverse (i fori sono fustellati e non trapanati) così da inserirvi gli stanti dell’impugnatura (tubi senza saldatura Ø 22 mm) e mantenerli in posizione durante la saldatura (anche della traversa inferiore). I manici vengono curvati a freddo.

Lavorazioni di pregio

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  1. Durante la saldatura i tubi e le traverse vengono tenuti perfettamente orizzontali con distanziali calibrati di vario spessore.
  2. La doppia piegatura a C o ad U destinata ad irrigidire i bordi, difficilissima da realizzare per chi fa da sé, richiede solo uno o due passaggi sulla potente piegalamiera a ghigliottina che può montare accessori in grado di realizzare con rapida precisione canali più o meno larghi.
  3. Una macchina analoga è la fustellatrice che con punzoni e matrici in dotazione esegue con la massima precisione fori circolari di vari diametri, ma può essere attrezzata con punzoni e matrici autocostruiti per l’apertura della finestra a forma di pera.
  4. L’uso di sofisticate macchine utensili garantisce che i vari pezzi si combinino con precisione al termine delle operazioni.
  5. All’interno delle pieghe laterali della pedana è saldato il dado in cui si avvitano i pomelli che la vincolano alla struttura portante. In alternativa si potrebbe usare una barra passante bloccata esternamente con dadi a cupola o autobloccanti.

Intercettare la canna fumaria

Una canna fumaria inutilizzata che attraversa il primo piano dà la possibilità di installare una stufa a legna con solo un piccolo intervento sulla muratura

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Il vecchio foro col tappo indica la presenza di una canna fumaria; tuttavia questo non significa che essa sia libera e funzionante, soprattutto nelle costruzioni storiche.

Il desiderio di avere un focolare a legna in casa entra in conflitto con la necessità di scaricare i fumi attraverso il comignolo e quindi di dover intercettare la canna fumaria. Le possibili alternative consistono nel costruire una canna fumaria esterna, con deleterie conseguenze sull’estetica della casa, o realizzare una falsa colonna interna entro cui celare un tubo di acciaio inox, opzione che porterebbe un notevole lavoro di demolizione su solai e tetto.
Situazione favorevole
Chi è fortunato riesce in qualche caso a sfruttare le vecchie canne fumarie nascoste nelle pareti delle case d’epoca; talvolta basta osservare il tetto per individuarle. Nel nostro caso ce n’era una proveniente dal piano terra, non più utilizzata da anni. L’attraversamento del piano non aveva, però, alcuna imboccatura disponibile per cui è stato aperto un nuovo passaggio. Questa operazione è stata eseguita solo dopo la sigillatura definitiva dell’imbocco al piano inferiore. L’utilizzo contemporaneo di due o più ingressi in una singola canna fumaria, infatti, è estremamente pericoloso dato che ci possono essere ritorni di fumo attraverso le stufe e ristagni di monossido di carbonio, il killer silenzioso, nelle stanze.
La canna fumaria di mattoni pieni è stata ispezionata, per controllarne lo stato, attraverso il comignolo; quindi si sono rilevate le misure della stufa e dei tubi di scarico per calcolare con precisione la posizione del foro.
Messa mano a martello e scalpello si è proceduto all’apertura di un foro di diametro corrispondente al tubo di scarico. Il muro, particolarmente spesso, ha richiesto l’installazione di un tronchetto d’acciaio inox per raggiungere la cavità del camino. Il tubo è stato murato alle estremità per garantire la tenuta stagna dell’innesto.

Come intercettare la canna fumaria

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  1. Individuata la canna fumaria, si tolgono intonaco e mattoni in un cerchio corrispondente al diametro dello scarico
  2. fino a poter inserire un tronchetto inox.
  3. Si mura il tronchetto d’acciaio con cemento a pronta presa sia all’esterno sia all’interno per favorire il deflusso dei fumi.
  4. Una volta essiccato il cemento, lo si ritocca con il colore della parete e si procede al montaggio del tubo fumi, innestando prima la curva sulla parte verticale e poi avvicinando la stufa al muro.
  5. Con un occhio di riguardo all’estetica si copre con un rosone decorativo l’imbocco a muro in modo da nascondere le inevitabili irregolarità della ricostruzione.

Canna fumaria in acciaio inox

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Un’alternativa alla demolizione e rifacimento delle vecchie canne fumarie è la ricostruzione dall’interno inserendo nel vano esistente un tubo di acciaio inox attraverso il comignolo. Premessa indispensabile è di essere di fronte ad una canna fumaria rettilinea e di diametro sufficiente. La nuova canna si compone durante l’inserimento serrando bene le fascette. Si procede fino ad arrivare di fronte al foro di ingresso attraverso il quale si installa il “T”. Una volta sigillato il foro nel muro si può riempire l’intercapedine tra canna d’acciaio e muratura con vermiculite o argilla espansa con la funzione di isolante per migliorare il tiraggio e diminuire la formazione di condensa.

  1. I tubi inox sono reperibili in lunghezze di 100, 50 e 25 cm e in diametri fino a 40 cm.
  2. L’innesto a “T” permette di collegare alla base della canna fumaria una cassetta di raccolta incombusti.
  3. Tra gli accessori, utilissima è la cassetta di raccolta incombusti con sportello di ispezione per la rimozione della fuliggine.

Insonorizzare la doccia

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Strategie e strutture per limitare la propagazione dei rumori provocati da vasche da bagno e piatti doccia

Insonorizzare la doccia è un’operazione necessaria, sorapttutto nei casi in cui vi siamo altre persone che condividono i nostri ambienti. Ascoltiamo spesso eminenti studiosi profetizzare un futuro afflitto da guerre per l’acqua. In molti condomini la guerra per l’acqua è già in atto: si sentono spesso lamentele per la potabile che non arriva ai piani alti, ma anche per il rumore prodotto dell’acqua nella doccia e nei bagni e che il vicino non tollera soprattutto di notte.
Il problema è dato dallo scroscio dell’acqua e da altri rumori come la saponetta che cade, ecc, che si trasmettono facilmente attraverso la struttura del palazzo.
La tecnica di appoggiare solidamente i sanitari al pavimento e di riempire lo spazio sotto la vasca con calce e mattoni per evitare il rimbombo non fa che migliorare la trasmissione dei suoni e peggiorare la situazione.
Fortunatamente esistono tecniche valide per insonorizzare la doccia e insonorizzare la vasca, studiate per isolare i sanitari tramite telai, piedini d’appoggio elastici, nastri fonoassorbenti e gusci di polistirolo con i quali aiutare la diplomazia condominiale, ma che si rivelano utili alla libertà di tutti anche in costruzioni monofamiliari.

Cosa non si deve fare

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  1. La tecnica più usata per il montaggio dei piatti doccia consiste nel preparare una cornice e vari punti di appoggio intermedi con mattoni o blocchetti, poi coprirli con malta di calce con la quale livellare il piano doccia.
  2. Il sistema è valido sotto il profilo della stabilità ed economicità, ma inidoneo sotto quello della silenziosità; le onde sonore, provocate anche soltanto dalla caduta dell’acqua si propagano benissimo attraverso gli appoggi solidali col solaio che diventa una cassa di risonanza estremamente fastidiosa.

Cosa invece bisogna fare per insonorizzare la doccia

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  1. La trasmissione dei rumori si impedisce incollando un isolante acustico espanso sulle pareti e nella parte inferiore del piatto doccia.
  2. ll piatto doccia si installa su un telaio di metallo che appoggia a terra tramite una serie di piedini antirumore regolabili.
  3. Per attenuare il rimbombo nel nostro bagno si applicano sotto il piano della doccia degli strati di materiale bituminoso.
  4. Si può livellare il piano della doccia agendo sulla vite di regolazione dei piedini. Serrando il controdado si blocca il telaio nella posizione definitiva.

Una speciale guaina

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  1. Nei punti in cui il piatto doccia si appoggia alla parete e al muretto di sostegno perimetrale si incollano delle strisce di materiale espanso che isolano e forniscono un supporto per lo strato di silicone necessario per l’impermeabilizzazione.
  2. Le strisce che servono per interrompere il ponte sonoro con il muretto frontale, si incollano alla parte inferiore della vasca in modo che non penzolino durante il montaggio.

Insonorizzare la vasca da bagno con il cartongesso

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  1. Anziché riempire lo spazio tra vasca e pavimento con calce e mattoni per diminuire il rimbombo, si può installare un supporto per vasche di polistirolo che ha la duplice funzione di isolante acustico e termico.
  2. Dopo aver tagliato alcune costolature per far spazio agli scarichi, si spalma l’adesivo di montaggio sulla parte inferiore del portavasca. In questo modo si evita di rovinare i pavimenti già esistenti durante l’installazione.
  3. L’installazione su pavimenti già esistenti non pone difficoltà di livellamento e piccole compensazioni possono essere eseguite con leggeri sovraspessori di adesivo.
  4. La forma del guscio di polistirolo non permette l’accesso diretto allo scarico, che va installato nella giusta posizione prima dell’inserimento della vasca. Il collegamento finale avviene avvitando la griglia alla parte inferiore della piletta.

Dispositivi per un bagno silenzioso

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Sanitari sospesi: I sanitari a parete sono fissati con grossi tasselli alla muratura oppure sospesi su un telaio metallico nei montaggi su cartongesso. Non essendo appoggiati a terra non trasmettono le vibrazioni sonore alla struttura dell’edificio; analogamente le tubazioni di scarico, che passano nell’intercapedine della parete, restano silenziose anche quando scorre lo sciacquone.

 

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Le cassette di cacciata sono molto difficili da silenziare. La maggiore rumorosità si avverte quando il galleggiante comincia a strozzare il flusso d’acqua. La strategia per eliminare il noioso inconveniente è volta a mantenere aperta la valvola fino alla fine per poi chiuderla di colpo a livello raggiunto. Molto ingegnoso è il galleggiante a comando magnetico che elimina tutti i leveraggi e meccanismi di rinvio.

 

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Il polipropilene a tre strati ha una buona resistenza agli agenti chimici e all’invecchiamento all’esterno, mentre lo strato interno, più spesso, conferisce resistenza all’urto e fonoassorbenza.

 

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Si tratta di un set di tamponi antivibranti di materiale robusto ed elastico da mettere sotto i piedini di lavatrici, lavastoviglie e vasche per diminuire la trasmissione di vibrazioni.

 

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Il telaio universale consente il montaggio di qualunque tipo di doccia semplicemente accorciando con un seghetto da ferro le aste perimetrali e ricongiungendole con i piedini angolari. Su ciascun supporto sono posti gommini per un appoggio ottimale del piatto doccia.