Home Blog Page 231

Come applicare le perline

Le perline sono delle liste di legno con un lato lavorato a linguetta e l’altro scanalato a misura della linguetta

Solitamente le perline vengono montate su un’intelaiatura fissata alla parete per realizzare un rivestimento di grande bellezza e “calore”,  mentre il telaio permette di inserire fra il rivestimento e la parete pannelli di polistirolo espanso o simili, con un eccezionale effetto di isolamento sia termico, sia acustico. I rivestimenti di pareti di perline di buona qualità se ben montati hanno una lunga durata e non richiedono alcuna manutenzione se non una spolveratura periodica. Il montaggio è un’attività abbastanza semplice alla portata di ogni fai da te. Gli scopi principali un rivestimento di perline sono due: coibentare e rifinire pareti irregolari o con vizi. A questi si aggiunge il fatto che una perlinatura ben ancorata al muro si presta ottimamente a reggere scaffalature, ripiani, bacheche ed armadietti, contribuendo a migliorare tanto l’estetica quanto la razionalità della parete.

Ancoraggio delle perline
Il rivestimento di perline non dovrebbe mai essere fissato direttamente alla parete perché assorbirebbe l’umidità ambientale o quella residua della muratura, deformandosi e riempiendosi di muffe. La regola d’arte prevede quindi che alla parete sia saldamente fissato un telaio di listelli più o meno spessi (comunque non meno di 10 mm) e che le perline vengano ancorate con chiodini o con le speciali piastrine al telaio che, per aumentare l’isolamento, può essere riempito di fogli di polistirolo espanso.

Quale direzione di posa?
Le perline di solito si posano in verticale, ma nulla vieta di sistemarle orizzontali o inclinate. Anche nella posa in verticale, comunque, i listelli d’ancoraggio non debbono essere continui ma a tratti che lascino liberi un paio di centimetri di muro, sempre per favorire la risalita e l’eliminazione dell’umidità.

Incastrare le perline
Nella posa in orizzontale, che ovviamente comincia dal basso, si tenga il maschio in alto. In quella verticale i destri cominciano dal lato sinistro della parete tenendo la scanalatura femmina a destra. Si fissa al telaio la prima perlina e vi si incastra il maschio della seconda, che si fissa a sua volta, e si continua fino ad arrivare a fine parete. L’ultima perlina viene tagliata per il lungo secondo lo spazio lasciato dalla penultima.

Come si posiziona il telaio che riceve le perline

telaio perline

Il telaio di supporto da applicare alla parete va realizzato con listelli di legno ben piallati e regolari. L’installazione dev’essere tale da non impedire all’aria di circolare dietro alla perlinatura per mantenere la parete sempre ben asciutta.

  1. Tagliati a misura i listelli del telaio vi si aprono i fori per le viti dei tasselli con una punta dotata di svasatore. Se si intende inserire il polistirolo, conviene distanziare i listelli orizzontali di mezzo metro. L’orizzontalità dei listelli non è funzionale alla tenuta del rivestimento di perline, ma è comoda perché offre un robusto appiglio per appendervi armadietti, attraversando anche la perlina, o fissare mensole per applicare ripiani. Opportuno studiare la sistemazione prima di fissare il telaio.
  2. La sede per i tasselli si marca con un bulino attraverso i fori. Quindi si toglie il listello e si praticano tutti i fori necessari. I listelli vengono forati a misura dei tasselli che si vogliono (o che si possono, in rapporto al tipo di parete) usare. Qui foro Ø 6 mm per i tasselli fischer con fissaggio a martello. Se si usano tasselli di tipo diverso, il foro nel listello va fatto con una punta maggiore di 0,5 mm rispetto al diametro della vite, la cui testa va incassata sino a rimanere a filo del piano. La tenuta della perlinatura dipende solo dal corretto montaggio del telaio di supporto.
  3. Piccoli dislivelli della parete (frequenti nelle case meno recenti) si compensano inserendo dietro i listelli alcune zeppe di legno o di plastica che la pressione della vite mantiene in posizione.
  4. Per garantire, su pareti umide, una migliore circolazione d’aria a tergo del rivestimento, i listelli del telaio vanno applicati non direttamente a parete, ma su corti listelli che mantengono il telaio distaccato dalla parete. Su pareti asciutte (generalmente tramezze divisorie) e regolari si può fare a meno di tasselli, usando gli adesivi strutturali. Tutti i materiali si trovano nei centri bricolage.

Tagliare le perline

tagliare perline

  1. Per contrastare l’umidità le perline non vanno tagliate all’esatta altezza delle pareti, ma almeno un paio di centimetri più corte, per lasciare in basso e in alto lo sfogo per l’aria.
  2. Col saracco si taglia sulla faccia a vista in modo che eventuali sbrecciature interessino solo quella non a vista.
  3. Se si taglia con il seghetto alternativo la suola va poggiata sulla faccia non a vista.
  4. Il taglio più preciso si ottiene con la troncatrice che permette anche di tagliare con angolo costante perline che debbano seguire una linea inclinata come lungo una rampa di scale.

Applicazione al telaio

applicare perline

  1. La regola d’arte prevede che si parta da sinistra (da destra per i mancini) ed incastrando il dente della perlina libera nel canale di quella già fissata.
  2. Un pezzetto di legno di scarto è molto utile per aiutarsi ad incastrare una nell’altra le perline; meglio ancora se si tratta di un pezzo di perlina, con il dente intatto.
  3. In un laboratorio non ha molta importanza l’estetica per cui vediamo le perline fissate con viti a vista. In questo caso Ø 3,5×20, abbastanza piccole che l’avvitatore le mandi a filo piano. Sistema meno visibile ma altrettanto sicuro, l’inchiodatura con la graffatrice, col chiodino inserito alla traditora alla base del dente.
  4. Ancora più semplice l’applicazione dello zoccolino con un adesivo strutturale.

Applicazione con piastrine metalliche

perline

Una buona perlinatura fai da te esige di non avere alcun elemento di fissaggio in vista (a meno di utilizzare gli speciali chiodi con testa a borchia). Per farlo occorre utilizzare le apposite piastrine sagomate o procedere con una graffatura nascosta.

  1. Nel montaggio invisibile (o “cieco”) le perline si montano incastrando il maschio nella femmina e non viceversa. L’incastro si rafforza battendo dentro la scanalatura una striscia di perlina col dente.
  2. Si utilizzano le piastrine metalliche a dente da fissare al telaio.
  3. Si incastra la piastrina a dente dentro la femmina e la si fissa sul telaio con due chiodini. Il lavoro riesce meglio con l’apposito attrezzo.
  4. In alternativa alla piastrina si possono usare graffe lunghe e strette da piantare con una graffatrice elettrica che le faccia penetrare a fondo nel telaio.

Conclusioni
L’uso di un impregnante a protezione totale ed a solvente permette di trattare il rivestimento di perline dopo il montaggio, solo sulla faccia esterna. Volendo usare prodotti a base d’acqua occorre darli, su entrambe le facce, prima del montaggio da fare a vernice perfettamente asciutta.

Come costruire un banco da lavoro in ferro

È fondamentale disporre di un ampio banco da lavoro in ferro per il bricolage

Il primo passo è fare un disegno preciso e ordinato del grande banco da lavoro per il bricolage che vogliamo realizzare, dove si possano delineare con chiarezza le giunzioni dei singoli pezzi e tutte le misure necessarie: qui ci serve sia per procurare il tubolare necessario e tagliarlo nelle giuste lunghezze, sia per prevedere una corretta sequenza di montaggio.

Fondamentale è disporre di un ampio piano di lavoro. Questo è indispensabile per l’allineamento dei pezzi, tenuto conto che, man mano, la costruzione aumenta in dimensioni.

Pezzi ben bloccati

Prima di saldare due pezzi questi vanno messi in posizione e così bloccati saldamente con i morsetti. Nelle fasi iniziali, per garantire il mantenimento degli angoli corretti fra i segmenti da unire, è bene utilizzare anche una squadretta, sempre tenuta da morsetti, mentre diamo alcuni punti di saldatura, prima del passaggio definitivo.

Mentre il lavoro procede, anche se ci sembra che le parti stiano ferme da sole, serriamo comunque con morsetti i segmenti, diamo i soliti punti di tenuta e controlliamo i parallelismi prima della saldatura finale.

Costruzione del banco da lavoro in ferro

costruire banco da lavoro

  1. Diamo una passata di lima alle estremità del tubolare: oltre a rimuovere la sbavatura del taglio, riportiamo al vivo la superficie del ferro ottenendo un migliore innesco dell’arco nelle fasi d’attacco della saldatura. Il tubolare ha uno strato di lubrificazione che per comodità conviene rimuovere prima delle operazioni di montaggio. Usiamo fogli di carta assorbente ben imbevuti con diluente nitro.
  2. Prendiamo le misure con il metro flessibile e segniamo con un gessetto bianco i punti di collegamento di due elementi. Tracciamo le linee con una squadretta a sbalzo, diversa da quella più robusta che usiamo poi, bloccandola con i morsetti, per mantenere l’angolo corretto durante la saldatura.
  3. Dopo la fase di puntatura dei pezzi, verificato anche che l’angolo fra i due sia rimasto di 90°, procediamo con la saldatura completa dei lembi da unire. Dato che, nonostante la puntatura, la parte saldata del banco da lavoro tende a tirare ancora, facciamo un lato, poi giriamo i due pezzi e facciamo quello opposto, poi andiamo sul terzo lato e infine sul suo opposto.
  4. Rimossa la scoria formatasi sulla saldatura, usando prima la martellina e poi la spazzola di ferro, possiamo rifinire meglio il cordone spianandolo con la smerigliatrice angolare. Stiamo molto leggeri in quest’operazione evitando di andare troppo a fondo.

morsa

UTENSILI

Saldatrice, maschera, elletrodo, spazzola di ferro, lima, smerigliatrice, morsetto, squadra.

Offerta
Banco da Lavoro con piano da 120x60cm, parete forata e ganci universali per attrezzi + 1 cassetto porta utensili + 2 mensole
  • Dimensioni Totali: 150x120x60 cm - Piano di Lavoro: 120x60cm
  • Struttura Solida, Stabile e Resistente
  • 12 ganci inclusi nella confezione
  • Packaging revisionato e super protettivo
  • Mensola Portaoggetti superiore + Vano Porta Utensili inferiore + Superficie forata con ganci porta attrezzi + 2 cassetti
BLACK+DECKER, Banco da Lavoro Workmate, Black/Wood, 15.5 x 84 x 12.5 cm. WM301-XJ
  • VERSATILITÀ PER PORTARE A TERMINE IL LAVORO: Questa superficie di lavoro versatile è il tuo aiuto indispensabile per vari compiti. Per l'uso come cavalletto, banco da lavoro o morsa, fornisce un piano di lavoro solido per tagliare, misurare o assemblare progetti—qualsiasi compito in cui hai bisogno di una superficie robusta o di un morsetto utile per liberare entrambe le mani.
  • DESIGN PIEGHEVOLE: Il Workmate 301 si piega in modo piatto per un facile stoccaggio, e il suo design compatto lo rende facile da trasportare e riporre quando non in uso. Questo lo rende ideale per progetti in movimento—facile da portare ovunque ne abbiate bisogno, o da riporre senza occupare spazio prezioso. Inoltre, è abbastanza leggero e compatto da poter essere appeso al muro nel tuo garage, capanno o officina quando è piegato, per una soluzione di risparmio di spazio ancora maggiore.
  • COSTRUZIONE IN ACCIAIO ROBUSTO: Realizzato in acciaio resistente, questo banco da lavoro offre una superficie di lavoro stabile e affidabile per levigare, segare, forare, dipingere o svolgere qualsiasi altra attività fai-da-te domestica in cui è necessaria una superficie di lavoro stabile e durevole. Questo garantisce che i tuoi progetti siano supportati da un banco solido e duraturo su cui puoi contare per tutti i tuoi lavori fai-da-te.
  • FORZA DI SERRAGGIO AUMENTATA E VERSATILITÀ: I perni girevoli regolabili e le scanalature di ritenzione della ganascia offrono versatilità di serraggio e una presa affidabile del materiale, mentre le doppie manovelle di serraggio sono in grado di afferrare e trattenere in modo sicuro anche i materiali più scomodi o di forma irregolare. Questo significa che puoi lavorare con sicurezza su una gamma più ampia di progetti, sapendo che i tuoi materiali rimarranno saldamente in posizione per risultati precisi, sicuri ed efficienti.
  • CONFIGURAZIONE E SMONTAGGIO FACILI: Una volta assemblato fuori dalla scatola, il Workmate 301 è facile da configurare per l'uso, e altrettanto facile da ripiegare e riporre tra un utilizzo e l'altro. Il meccanismo a forbice del design pieghevole a X consente una rapida trasformazione da piatto a completamente operativo in pochi secondi, senza bisogno di attrezzi o passaggi complessi. Basta aprire le gambe, fissare i meccanismi di bloccaggio, e sei pronto per partire.
Simon Rack Banco da lavoro per officina, capacità di carico 600 kg, 1445x1210x610 mm, Pannello Forato, Tavolo da lavoro fai da te, Blu/Legno - BT2
  • TAVOLO DA LAVORO - Con il tavolo da lavoro SimonRack potete creare il vostro spazio per tagliare, riparare e aggiustare tutto ciò che volete. Ha l'altezza giusta per lavorare senza piegarsi e mantenere una buona postura di lavoro. Include un cassetto con guide telescopiche per organizzare e/o riporre tutti gli strumenti di ferramenta necessari.
  • CAPACITÀ DI CARICO E DIMENSIONI - Il banco da lavoro da officina misura 1445x1210x610 mm (altezza, profondità, larghezza). CAPACITÀ DI CARICO e PUNTO DI FLESSIONE è di 600 kg per livello, ciò significa che quando il carico viene rimosso, il vassoio ritorna alla forma originale. Questo vantaggio garantisce una maggiore durabilità nel tempo ed un utilizzo prolungato dei nostri scaffali.
  • STABILITÀ - Il tavolo da lavoro non necessita di essere fissato a terra o appeso al muro perché non si inclina essendo completamente rigido. La sua superficie di lavoro è 1210x610 mm.
  • QUALITÀ EUROPEA - L'acciaio utilizzato per rispettare la norma EN 10130 è DC 01, consentendo il recupero dopo la flessione subita. I profili in acciaio S325 hanno spessore 1,5 mm con rivestimento Z275 sulle parti zincate, ma vengono realizzati in spessore 16 mm.
  • PRODUZIONE EUROPEA - Tutti i prodotti SimonRack sono fabbricati in Europa e hanno una garanzia di 5 anni.

Costruire una levigatrice a nastro

Un motore di lavatrice recuperato, due rulli per nastri trasportatori, spezzoni di lamiera e di profilato bastano per costruire una levigatrice a nastro fai da te dalle prestazioni industriali

Come costruire una levigatrice a nastro?

Un paio di rulli per nastro trasportatore e un motore di lavatrice recuperato sono il punto di partenza per realizzare un’ottima levigatrice a nastro autocostruita da montare sul banco. Si prepara una culla rettangolare di tubo quadro, lunga a piacere e larga quanto la misura dei rulli con i loro supporti a cuscinetto; ad un’estremità della culla si salda un pezzo di robusta lamiera grande quanto occorre per imbullonarvi sopra uno dei due rulli al cui asse, prolungato, calettiamo la puleggia di trascinamento, a sua volta collegata col motore con una cinghia trapezoidale.

Sempre col tubo quadro si prepara un’altra culla, più piccola, che entri di misura fra i lati lunghi della prima e, dopo avervi saldato sopra un pezzo di lamiera, vi si fissa l’altro rullo. Questa culla deve scorrere, agevolmente ma senza gioco, fra i lati della prima alla quale è collegata con un’asta filettata che, attraversato uno dei lati corti, si avvita in un bullone saldato al corrispondente lato del carrello.

Il piano di scorrimento della levigatrice a nastro autocostruita

Per finire il lavoro basta inserire al centro della cornice maggiore un piano di scorrimento per il nastro abrasivo, costituito da un paio di supporti a “L” saldati alle traverse della culla, sormontati da legno, a misura, meglio se in truciolare nobilitato che assicura una maggiore scorrevolezza al nastro. Due testate in lamiera o compensato o masonite, che possano essere facilmente smontate hanno funzione sia di protezione sia di raccolta della segatura.

In questa levigatrice a nastro la polvere generata (e nella levigatura è veramente tanta!) viene aspirata da un sistema di tubi idraulici in PVC collegato ad un aspiratore; soluzione questa adottabile solo nel caso in cui la macchina sia montata su un suo specifico sostegno. Puleggia e motore vanno protetti con un carter dal grosso della segatura.

Cosa serve per realizzare una levigatrice a nastro autocostruita

  • Tubo quadro (1 da 30x20x1500 mm, 1 da 25x 10×460 mm);
  • 2 piastre ferro 5x70x220 mm;
  • 1 puleggia Ø 40 mm gola a V;
  • 1 cinghia trapezoidale;
  • 1 tenditore a vite;
  • 1 tavolino di recupero a misura;
  • tubo gas (2 pezzi da 3/4” 120 mm; 2 da 1/2” 180 mm);
  • 1 motore lavatrice completo;
  • 2 rulli per nastro trasportatore completi di cuscinetti e supporti 80×100 mm;
  • truciolare nobilitato da 18x130x500 mm
  • 1 carter in lamiera;
  • rivetti; tubi e raccordi PVC Ø 30 mm;
  • viti; bulloni; dadi; cerniere;
  • 1 manopola; nastro abrasivo;
  • interruttore bipolare; cavo 3×0,75; spina

 Il progetto

schema levigatrice a nastro

levigatrice fai da te

  1. Il carrello di tensione del nastro abrasivo è azionato da una barra filettata, con un pomello, che, avvitandosi trascina il carrello verso la testata della levigatrice.
  2. La puleggia, all’altra estremità della levigatrice a nastro, va coperta con un carter, qui in lamiera forata. Sotto il nastro si intravede il piano di sostegno montato su supporti ad L capovolta. La levigatrice a nastro autocostruita è pronta per entrare in azione

Per garantire un buono scorrimento è sempre fondamentale lubrificare nastri trasportatori.

Einhell 4460640 Levigatrice Orbitale, 230 V, Tre Fogli Abrasivi Inclusi, Rosso
  • Ottima per levigare superfici piatte
  • Cambio rapido della carta grazie al velcro
  • Adeguato per carta abrasiva senza velcro
  • Impugnature grandi ed ergonomiche
  • Collegamento diretto all' aspirapolvere
BLACK+DECKER Levigatrice Mouse Multifunzione
  • Piastra adatta per utilizzo sulle superfici con angoli
  • Adeguato per lavorare a una mano
  • Punta rimovibile per attacco profilo levigatura dettagli
  • Attacco carta abrasiva a velcro per sostituzione rapida e tenuta ottima in levigatura
  • Blocco dell'interruttore per uso continuo

Come Costruire una inferriata di ferro

Costruzione di un’inferriata antieffrazione per una piccola finestra e successiva installazione senza opere murarie distruttive, usando tasselli, viti a impronta torx e rosette di chiusura

Come costruire una inferriata?

dispositivo antieffrazioneQuando vogliamo applicare un dispositivo antieffrazione ad una piccola finestra, tipico il caso del box, delle cantine, dei vani scala, non è strettamente necessario ricorrere al fabbro e al muratore, basta costruire una inferriata.  La strada per far da sé è facilmente percorribile e ci fa risparmiare i sempre più onerosi interventi dei professionisti. La costruzione che proponiamo è volutamente essenziale. Si tratta di una soluzione che può realizzare chiunque, usando attrezzature di base. Ognuno, seguendo il proprio estro, può migliorare l’estetica e la complessità dell’inferriata, ottenendo un risultato finale di maggiore impatto. Non forniamo misure perché sono strettamente dipendenti dalla situazione specifica, consigliamo solo di non scendere sotto i 14 mm di diametro del tondino, in modo che sia abbastanza robusto.

Materiali e utensili

tondino e piattina di ferro per inferriata

Il materiali da utilizzare sono tondino e piatto di ferro (1). Si possono acquistare in stecche presso un fabbro, che solitamente dispone di barre intere molto lunghe, oppure in un grande centro fai da te in cui si trovano anche in tagli di misure inferiori. L’abbinamento fra tondino e piatto è uno dei più utilizzati perché forando il secondo si possono combinare molto velocemente i segmenti e comporre l’inferriata. Naturalmente, il piatto deve essere scelto di larghezza e spessore adeguato al diametro del tondino in modo che non sorgano problemi all’atto della foratura e ci sia una proporzione estetica e funzionale fra i due elementi. Per il lavoro di costruzione bastano una smerigliatrice angolare, una saldatrice ad arco, una squadretta di metallo e due strettoi; chi disponesse di una sega a nastro per metalli, può effettuare tagli in serie rapidamente, senza rinunciare ad un’alta precisione. Per il montaggio servono: livella a bolla, flessometro, trapano avvitatore con percussione, martello. L’installazione “a secco” delle inferriate, quindi senza murarne una parte nello spessore della parete, avviene con l’uso di tasselli. Per evitare che un malintenzionato possa svitare il sistema di fissaggio e rimuovere l’inferriata, si usano viti con testa a strappo (la parte con l’esagono salta via a conclusione del serraggio), oppure viti con impronta torx (2) che, una volta completato il montaggio, si rendono non svitabili inserendo a pressione una stellina.

La costruzione

lavorare il ferro

  1.  La larghezza fra spallina e spallina della finestra ci indica quale deve essere la lunghezza delle stecche di piatto. Dobbiamo solo sottrarre il doppio dello spessore del piatto stesso, da saldare a L ai due capi.
  2. Il piatto va forato per il passaggio del tondino. Facciamo tanti fori quanti segmenti di tondino abbiamo deciso di incrociare, mantenendoli equidistanti. Per essere certi della corrispondenza in alto e in basso, foriamo contemporaneamente i due piatti, tenendoli perfettamente sovrapposti e allineati nella morsa del trapano a colonna.
  3. Ad ogni estremità delle stecche di piatto saldiamo un corto segmento a L al quale in seguito pratichiamo un foro corrispondente al diametro del tassello.
  4. Le saldature devono essere robuste e, trattandosi di un piatto di buon spessore, possiamo applicare potenza all’elettrodo senza timore; l’eccedenza di materiale da apporto si rimuove velocemente con la smerigliatrice angolare. Messi nelle loro sedi i tondini, mantenendo l’insieme in squadra, si uniscono anche questi al piatto saldandoli ai contorni dei fori. L’intera inferriata va infine sgrassata e verniciata a piacere.

Il montaggio

costruire una inferriata

  1. L’inferriata va messa e tenuta provvisoriamente nella posizione corretta per fare i fori nel muro per i tasselli. Tagliamo di misura due tacchi di legno che mettiamo sotto, mentre sui fianchi mettiamo sottili cunei verificando attentamente la verticalità delle sbarre.
  2. I fori dell’angolare piatto guidano la punta del trapano per forare la parete nei punti giusti; va fatta attenzione a non forzare di lato per non spostare l’inferriata.
  3. Il tassello si inserisce senza togliere l’inferriata, spingendolo dentro sino a filo del ferro.
  4. Si mette il trapano in posizione di avvitatura, si monta il bit torx di misura corretta e si avvitano una per una le viti, ma senza tirare a fondo. Quando sono tutte messe, si inizia a togliere un cuneo laterale e si tira del tutto la relativa vite; l’operazione si ripete per tutti i fissaggi messi.
  5. Guardando bene nel dettaglio la rosetta antieffrazione, si nota che ha un leggerissimo andamento conico. Per inserirla nella sua sede bisogna orientarla correttamente (con la parte più piccola in avanti) altrimenti non entra. La si manda a fondo con un martello, sino a quando non resta a filo della testa della vite.
  6. L’inferriata può dirsi installata a dovere; non resta che togliere i tacchi di sostegno che eventualmente servono come campione per montare alla medesima altezza l’inferriata nella finestra accanto.

Come eseguire la pirografia del legno

Una punta incandescente passata sul legno lascia una traccia bruciata, come un disegno a matita, ma indelebile: è la pirografia

Trasformare uno scarto di compensato in un quadro, impreziosire con decori una cassetta di legno (tipo quelle per i vini) e farla diventare un elegante cofanetto, sono alcune possibilità per prendere confidenza con la tecnica della pirografia. Il pirografo funziona come un saldatore: una punta metallica viene arroventata da una resistenza elettrica e permette di scrivere e disegnare sul legno; la temperatura è regolabile tramite un potenziometro che la mantiene stabile. La bozza va eseguita a matita, o ricalcando il disegno sul legno tramite un foglio di carta carbone, per poter effettuare eventuali correzioni: un errore durante le fasi di pirografia può essere eliminato solo piallando la superficie. Lo strumento è utilizzabile su qualsiasi tipo di legno, meglio se chiaro ed a fibra compatta, sui legni scuri la traccia bruciata risulta meno evidente. A seconda dell’essenza bisogna anche imparare a trovare la giusta regolazione della temperatura e del movimento della mano; per tracce diritte si possono usare righelli o squadre, purché metallici. 

Il pirografo e decorazione

pirografia, pirografo, pirografare, decorare il legno, come utilizzare il pirografo

pirografia, pirografo, pirografare, decorare il legno, come utilizzare il pirografo

  1. Lo stelo isolato può essere impugnato come un pennarello di medie dimensioni, in modo molto sicuro. Si nota l’attacco che permette di sostituire la punta (o ansa).
  2. Il pirografo  ha una manopola di regolazione della temperatura. Quello qui ILLUSTRATO è distribuito da Noitools ed acquistabile on line.
  3. Si traccia prima il disegno a matita, poi lo si segue con la punta ben arroventata, come a ricalco.
  4. Diversi tipi di legno richiedono differenti regolazioni della temperatura: per sicurezza è bene prima fare una prova su un pezzo di scarto dello stesso materiale.

Punte differenti per tracce “ad hoc”

pirografia, pirografo, pirografare, decorare il legno, come utilizzare il pirografo
Se il pirografo è predisposto per intercambiare le punte, si possono ottenere linee più o meno marcate con interessanti effetti di chiaroscuro che valorizzano il disegno: alcune di queste sono utilizzate “a scorrere”, ovvero per seguire il disegno come con una penna, altre funzionano come veri e propri timbri che lasciano un’impronta sagomata in vario modo. Si trovano sui cataloghi di chi fabbrica pirografi.

Multimetro digitale | Guida completa al corretto utilizzo

Il multimetro digitale è uno strumento completo che può affrontare tutte le sfide nel campo della misura delle grandezze elettriche, con ampi sconfinamenti nell’elettronica e nella misura delle temperature. Occorre saperlo utilizzare bene, senza incertezze.

Avere in pugno un multimetro digitale (più comunemente conosciuto come tester) produce un’elettrizzante espansione delle proprie capacità percettive. É come avere un senso in più (oltre ai sei che i far da sé hanno normalmente!) che permette di osservare facilmente fenomeni invisibili legati all’elettricità e alla temperatura. Ovviamente il multimetro digitale dev’essere preciso (oltre che sensibile) e capace di dare una risposta certa per tutti i parametri che può essere necessario misurare.

Il multimetro digitale P10000, top di gamma tra gli strumenti Linea Arancio professionale distribuiti da Valex, ha tutte le funzioni necessarie per dare risposte precise in ogni ambito di misure. Lo strumento rileva la tensione continua e alternata, la frequenza della corrente alternata, le resistenze, l’intensità di corrente in continua e in alternata, la capacità dei condensatori, l’isolamento dei diodi e transistor e legge perfino le temperature con una termocoppia standard. Inoltre, selezionando il buzzer, lo strumento emette un suono se rileva la continuità nel circuito, un utile gadget per quando non si ha la possibilità di controllare direttamente la misura sul display. Lo strumento è protetto da un guscio in materiale elastico capace di assorbire gli urti di una caduta e preservarlo dallo sporco.

Legenda pulsanti tester

multimetro digitale

Multimetro digitale – Le regolazioni

regolazioni tester

  1. Il multimetro digitale è fornito di quattro prese sulle quali inserire gli spinotti in base ai parametri da misurare. Questi ultimi sono identificati dai colori nero per la presa COM e rosso per la misura. Le varie prese sono destinate a misure di intensità diverse con chiare indicazioni su come effettuare il collegamento. Le due prese centrali servono anche per collegare la termocoppia durante le misure di temperatura.
  2. Una volta collegati gli spinotti si preme il pulsante azzurro di accensione e si imposta il selettore di scala sul valore da misurare, sempre nel valore più alto nel caso non fosse nota la probabile grandezza effettiva. Nel caso la misura fosse fuori scala il display mostrerebbe la cifra 1.
  3. Ruotando il selettore è possibile cambiare sia il campo di misura sia il parametro da misurare. Lo strumento è in grado di leggere tensioni fino a 1000 volt in corrente continua e 750 volt in corrente alternata.
  4. Il contatto con i conduttori da controllare è agevolato dai puntali a coccodrillo che possono essere inseriti sopra quelli in dotazione. Inoltre la misura appena letta può essere registrata premendo il pulsante HOLD (il terzo da sinistra).

Multimetro digitale – Controllare batterie, frutti, prese ecc

utilizzo tester

  1. Il test per i transistor si esegue con il microchip scollegato dal circuito: si imposta il selettore di scala sul settore hFE e si accende lo strumento. Si inseriscono i fili dell’emettitore, base e collettore nei fori NPN o PNP appropriati al transistor in misura e si legge il valore sul display.
  2. Con un tester si può controllare lo stato delle comuni batterie per torcia. A circuito aperto (cioè scollegate dal carico) i vari tipi di batterie nuove forniscono tensioni diverse: le zinco-carbone e le alcaline arrivano a 1,6 V; Ni-Cd e Ni-Mh arrivano appena sopra 1,3 V, quelle al litio a 1,7 V.
  3. Con il buzzer si può controllare la continuità dei circuiti, ad esempio di un interruttore, semplicemente appoggiando i puntali ai contatti. Il suono avverte che il circuito è chiuso (c’è continuità).
  4. Anche lo stato delle lampadine può essere controllato con il tester: si imposta il selettore sulla misura delle resistenze (ohm) e si appoggiano i puntali sui contatti. La misura di resistenza di una lampadina nuova da 100 W – 220 V è di circa 500 ohm. Se è bruciata il display indica la cifra 1.
  5. La misura della resistenza permette di controllare anche l’isolamento degli elettrodomestici nel caso l’interruttore salvavita aprisse il circuito frequentemente. Collegando i puntali allo spinotto centrale e alla piastra del ferro da stiro si dovrebbe leggere una resistenza infinita. Se il valore è molto basso, come in questo caso, significa che il ferro scarica a terra ed è da cambiare.
  6. La tensione di rete può essere controllata facilmente attraverso una presa: con molta cautela si inseriscono contemporaneamente i puntali nei fori per aprire la chiusura di sicurezza. La tensione di rete è intorno ai 240 V.

Multimetro digitale – Controllare l’azzeramento

azzeramento tester

Anche se è assai improbabile che lo strumento possa andare fuori taratura, si controlla lo zero prima di ogni misura di resistenza mettendo a contatto i due puntali. Il display deve segnare il valore 0,00. In caso contrario potrebbe essere esaurita la pila o esserci uno o entrambi gli spinotti inseriti nelle prese sbagliate.

Le grosse cifre, alte 31 mm, sono visibili anche da lontano ma, per facilitare ulteriormente la lettura, è prevista anche una retroilluminazione del display che si attiva premendo il tasto in alto a destra. Nelle misure di resistenza il circuito da testare deve essere scollegato dall’alimentazione. Nei puntali non è presente che una tensione minima, quindi innocua, ma è sempre buona abitudine evitare di toccare le parti metalliche durante le misure, in quanto potrebbero essere percorse da tensione.

Multimetro digitale – Sostituire il fusibile

sostituire fusibile tester

  1. Dopo aver rimosso il guscio protettivo di gomma, si apre il dorso svitando le quattro viti sui bordi. Si nota così l’estrema semplicità costruttiva dello strumento, che dispone di un unico circuito stampato su cui da un lato è direttamente saldato il grande display. Al di là della curiosità tecnica, l’unica necessità di aprire il dorso può essere quella di accedere al fusibile per la sostituzione.
  2. Il fusi
    bile, infatti, è montato su supporti saldati direttamente sulla scheda madre dello strumento; è raro che si bruci, a meno di accidentali errori nel collegamento dei terminali alle fonti di tensione.
  3. La sostituzione della batteria, invece, può essere fatta rimuovendo un piccolo sportello posto sul dorso del tester, dopo aver allentato la vite di bloccaggio. è lo stesso strumento che avverte per tempo della necessità di sostituire la batteria, facendo comparire la scritta BAT sul display.

Consigli per l’acquisto di un tester

Valex Tester Digitale P4500
  • Misura resistenza
  • Test diodi
  • Test transistor-pnp npn
  • Sonda termica

Come sostituire la tapparella passo-passo

Sostituzione tapparella passo-passo

Quando il problema non riguarda solo il cintino, potrebbe essere necessario sostituire la tapparella, vediamo come fare.
Per raggiungere il rullo di avvolgimento si deve togliere il coperchio del vano, che è inserito a pressione nelle due scanalature orizzontali.
Il rullo avvolgitore va spinto verso l’alto per circa un centimetro, agendo alternativamente sulle estremità laterali, poi lo si tira verso l’esterno dal lato inferiore e quindi lo si sfila: al momento di rimontarlo bisogna  non confondere il lato superiore con quello inferiore, poiché le scanalature hanno diverse misure: quella superiore infatti è più profonda.

tapparelle
STECCHE ISOLATE: Le stecche migliori sono oggi quelle imbottite di materiale isolante: offrono un ottimo isolamento e risultano poco umorose.

Avvolgibile alzato
La sostituzione della cinghia deve avvenire con l’avvolgibile alzato: se la cinghia si è rotta accidentalmente, di certo lo spezzone superiore è riavvolto interamente sul rullo; per rialzare l’avvolgibile occorre recuperare l’estremità, farla passare nella fessura del cassettone e tirare.
Analogamente si estrae l’altro spezzone dalla molla di richiamo inferiore, svitando le due viti che trattengono il dispositivo avvolgitore al muro.
Inserita la nuova cinghia dalla fessura sul fondo del vano avvolgirullo, poi nella scanalatura della puleggia, la si blocca a questa con un doppio nodo; abbassata la tapparella, prima di bloccare la cinghia al rullo di richiamo, in basso, bisogna ruotare questo in senso orario per mettere la molla in tensione: un cacciavite inserito lateralmente lo tiene bloccato mentre si sistema la cinghia.

Sostituire la tapparella vecchia con quella nuova

come sostituire la tapparella

  1. Il colore scuro non è molto in sintonia con l’aspetto esterno della parete in cui la tapparella è inserita, l’uso ha reso difficile lo scorrimento e spesso la tapparella non scende in modo allineato: occorre sostituirla.
  2. Le cinghie che collegano la tapparella sono fissate al rullo per mezzo di viti autofilettanti. Sbloccate le vite, la tapparella si sfila e si estrae dal vano portarullo.
  3. Quando colleghiamo le tre cinghiette, regoliamo la loro lunghezza in modo che lo sforzo sia ben ripartito.
  4. Per posizionare il coperchio di chiusura individuiamo il lato superiore e spingiamolo verso l’alto, nella scanalatura, poi abbassiamolo di un centimetro.
  5. Avvitiamo i tappi di fine corsa sull’ultimo elemento in basso della tapparella, sul lato esterno.

Boiserie fai da te decorative

Boiserie moderne

Trasformare un ambiente spoglio arricchendolo con boiserie fai da te di classe richiede solo pochi passaggi e si tratta di un progetto che ciascuno può realizzare da sé con soddisfazione. Chi predilige ambienti senza boiserie, ridotto all’indispensabile per lasciare che siano gli spazi ad essere protagonisti, rischia di trasferire alla propria abitazione un senso di incompletezza: sorge il bisogno di valorizzare in qualche modo una stanza evitando, però, di introdurre presenze ingombranti. L’utilizzo di boiserie ci permette di trasformare una parete in un polo di attrazione, senza per questo appesantirla.

Come fare una boiserie

Ad un’altezza di circa 110 cm realizziamo una mensola poco profonda, ma lunga quanto la parete che coloriamo nella stessa tonalità della parete per minimizzarne la presenza. Sotto, formiamo riquadri rettangolari 80×60 cm, distanziati di 12 cm, con bordini di polistirolo: lo spazio interno viene rifinito con una carta da parati il cui sfondo si avvicina alla tonalità della parete e reca ampi disegni arabescati riflettenti. Oltre la mensola, ad altezza dello sguardo, la parete rimane libera e non intacca la spazialità, ma l’intero ambiente assume un’identità molto più marcata.

Materiali necessari per boiserie fai da te

boiserie, boiserie in legno, boiserie moderne, boiserie fai da te, boiserie in gesso, boiserie prezzi, boiseries
Bordi sagomati di polistirolo altezza 40 mm per le cornici e 110 mm per il frontale della mensola; carta da parati con disegni metallizzati di tessuto-non-tessuto e colla idonea; MDF spesso 10 mm per la mensola; adesivo di montaggio a base acrilica.

 

Tagliare e applicare una boiserie

boiserie, boiserie in legno, boiserie moderne, boiserie fai da te, boiserie in gesso, boiserie prezzi, boiseries

 

  1. In base alle dimensioni del foglio che dovrà rivestire l’interno del riquadro tagliamo i bordini di polistirolo a 45° per realizzare la cornice. La cassetta tagliacornici ci assicura un taglio netto e preciso.
  2. Stendiamo sui bordini di polistirolo il colore acrilico argento, meglio a consistenza pastosa in quanto il materiale assorbe molto.
  3. La carta da parati in tessuto-non-tessuto richiede un collante specifico (Ovalit T di Metylan) che va steso sulla parete, poi si applica il foglio con precisione e si completa l’incollaggio passandovi sopra un rullo, mantenendo il foglio in tensione per evitare formazioni di grinze o bolle d’aria.
  4. Stendiamo sul retro di ciascun profilo una serpentina di adesivo strutturale privo di solventi, in quanto questi causerebbero lo scioglimento del polistirolo. Tagliamo il beccuccio in modo da estrudere un cordone sottile di prodotto; evitiamo così fuoriuscite al momento di premere il listello a parete. Curiamone l’allineamento e il collegamento a quelli adiacenti.

La mensola

boiserie, boiserie in legno, boiserie moderne, boiserie fai da te, boiserie in gesso, boiserie prezzi, boiseries

 

  1. Sul bordo della mensola pratichiamo i fori Ø 30 mm per appenderla ai tasselli a gancio fissati a parete. Su una lunghezza di 2 metri sono sufficienti 3 agganci, uno al centro e due a 5 cm dalle estremità.
  2. Rileviamo la sagoma del profilo per realizzare i tappi modanati che chiudono lateralmente lo sbalzo della mensola; incolliamo tra loro le parti e, in ultimo, chiudiamo con il profilo.
  3. L’intero scatolato va pitturato come la parete e appeso ai terminali a gancio fissati a parete. La loro posizione viene tracciata prima di chiudere lo scatolato, utilizzando i fori come maschera.

Risanare un muro con pietra tecnica

Come risanare un muro

Ecco come si presentava il muro prima dell’intervento:

 

Guardando il risultato finale, è difficile ipotizzare quali possano essere le dimensioni reali delle pietre utilizzate per costruire i muri che delimitano questo cortile. In effetti, i muri non sono stati costruiti, ma semplicemente rivestiti con “fette” di pietra spesse da 3,5 a 5 centimetri. La soluzione ha permesso di risanare un muro esistente senza affrontare polverose demolizioni e, al tempo stesso, di arricchire lo spazio con l’aspetto di un muro d’altri tempi affrontando una spesa tutto sommato ragionevole. Per la posa non occorre essere professionisti, basta preparare un impasto omogeneo di colla in polvere miscelata con acqua ed incollare le pietre come se fossero piastrelle, con il vantaggio che qui non occorre perfezione nell’allineamento e proporzione tra le fughe. Anzi: più la posa è incerta (così si chiama tecnicamente) e più realistico è il risultato.Se i muri concorrenti generano uno spigolo, questo può essere ricoperto con pezzi speciali dedicati allo scopo, nella stessa finitura scelta; da tenere presente che mentre il rivestimento del muro viene fornito a metri quadrati, questi particolari (ed anche eventuali “copertine” per la sommità del muro) sono da ordinare per metri lineari. Un rivestimento di pietra tecnica può essere realizzato su pareti grezze abbastanza uniformi, su cartongesso, su cappotti e su qualsiasi tipo di malta. Si tratta di una soluzione interessante anche per ambienti interni quali taverne o altri locali in stile rustico e per un accostamento estremo tra antico e moderno. Lo spessore ridotto comporta una riduzione minima dell’area calpestabile.

I più esigenti possono realizzare lo stesso tipo di rivestimento ricorrendo alla pietra naturale, con infinite variazioni di colore e sfumature che si manifestano con lo scorrere del tempo; la pietra naturale, invecchiando, migliora. Ma è possibile ricorrere anche a pannelli di pietra ricostruita, vere e proprie porzioni di muro dall’aspetto grezzo ottenute per stampaggio che misurano indicativamente 120×80 cm. I lati verticali sono sagomati ad incastro come se si trattasse di un puzzle, quelli orizzontali sono piani ed il retro del pannello è perfettamente liscio. Anziché per incollaggio (pesano 21-24 kg, ma possono arrivare a 30), i pannelli si fissano al supporto con tasselli e le teste delle viti vengono nascoste con stucco; l’effetto rustico è garantito ed il lavoro è indubbiamente più veloce e pulito.

La colla, miscelata con acqua fino ad ottenere un impasto cremoso ed omogeneo, si stende sulla parete con un frattazzo dentato, come se si trattasse di piastrelle.
I mattoncini vanno incollati alternando i formati. In presenza di particolari che interrompono la continuità della parete occorre partire da essi e convergere verso l’interno, facendo combinare le pietre in zone diverse del muro.

Trascorse 48 ore si possono riempire le fughe con lo speciale stucco, utilizzando una “sac a poche” da spremere per farlo penetrare in profondità.
La fessura tra pavimento e parete non dev’essere stuccata. Picchettando con un pennello si compatta lo stucco e gli si dà un aspetto più rustico, senza lasciare fessure. Dopo l’asciugatura le pietre si ripuliscono dai residui con una spazzola di plastica.

Come costruire un tavolo estensibile

Poche ore di lavoro e spesa contenuta per la costruzione di questo tavolo estensibile tira e raddoppia

Più adatto ad essere usato “a penisola” che al centro stanza, in quanto un capotavola non consente l’inserimento di una sedia, questo tavolo estensibile si realizza con poche ore di lavoro di bricolage ed una spesa contenuta. Lo presentiamo nella versione più semplice, alla portata di chi non dispone di un granché di attrezzatura per il fai da te, con tutte le unioni realizzate con spine o tasselli piatti e l’unica difficoltà di un taglio sbieco sui due pannelli della prolunga. L’elenco del materiale, quindi, riguarda questa versione di base.

Tavolo estensibile fai da te

Se non si ha la possibilità di fare con la dovuta precisione tagli sbiechi lunghi 800 mm, si allunga di 28 mm il piano della prolunga e si accorcia di pari misura la sua gamba, così da fissare, con spine o tasselli piatti, il piano sopra il bordo superiore della gamba.  Chi è meglio attrezzato fisserà il fascione alle gambe con incastro a mezzo legno rinforzato da spinatura cieca, allungandone gli elementi di 164 o 218 mm, secondo che si preferisca dare slancio ottico alle gambe tenendo il fascione al loro interno o si privilegi l’impressione di solidità data dal fascione tutto esterno. Anche per le gambe a diedro, che qui sono realizzate con due tavole da 18 mm larghe 100 ed 82 mm, si può ottenere un risultato esteticamente più valido usando due tavole da 100 con il bordo di contatto bisellato a 45° da unire con tasselli piatti o, meglio, con linguetta riportata. Un sesto posto a tavola si può ottenere abbastanza facilmente aprendo nella gamba della prolunga, centrandolo bene, un portale largo 600 ed alto 650 mm. In questo caso i piedi vanno collegati con una striscia di ferro piatto 3x25x800 mm che ne garantisca il parallelismo accorciandoli dello spessore della striscia metallica. Il sistema è tanto semplice che lo si può usare per allungare qualsiasi tavolo (ovviamente senza valore di antiquariato) che abbia il piano sporgente rispetto al fascione. L’unione fra tavolo e prolunga viene fatta con piastrine metalliche avvitate in bussole a doppio filetto inserite sotto i due piani, con foro ad asola.

 

tavolo allungabile fai da te

 

Cosa serve per costruire un tavolo estensibile
Per costruire il tavolo estensibile servono (misure in mm): Lamellare di pino da 18: 4 gambe 100×720; 4 gambe 82×720; 4 fascioni 100x 600; abete sezione 35×35: 4 reggipiano da 727; MDF da 19: 1 piano tavolo 762×762; MDF da 28: 1 piano prolunga 800×843; 1 sostegno prolunga 800×726; 2 cancani a vite a paletta Ø 6×40; 3 piastre ad L acciaio zincato 60x60x2; 18 viti Ø 4×25; 8 scivoli autoadesivi 20×70; 1 maniglia (eventuale); spine, tasselli piatti n° 20, colla vinilica, materiale di finitura (a piacere).

costruzione tavolo allungabile

Costruzione passo-passo

  1. Ogni gamba è costituita da due tavole di lamellare da 18 mm unite a squadra con colla e tasselli piatti o spine cieche; perché le due facce del diedro risultino di pari larghezza una tavola è larga 100 e l’altra 82 mm.
  2. Alle quattro gambe vanno fissati i quattro elementi del fascione; anche in questo caso si possono usare spine o tasselli piatti anche se sarebbe più sicura un’unione a mezzo legno.
  3. Aperti i fori per le spine nei capi degli elementi del fascione, vi si inseriscono i marcatori con i quali si segna la sede dei fori sulla parete della gamba.
  4. Serve una tavola di guida lungo cui far scorrere i pezzi. Per facilitare la correzione di eventuali piccoli errori di foratura sono disponibili tasselli di plastica con i capi disassati da 0,5 a 2 mm che, inserendosi a pressione, non richiedono l’uso di colla.
  5. Una squadra d’appoggio ricavata da pezzi di scarto permette di stringere esattamente a squadra le gambe contro gli elementi  del fascione.

Solido piano

  1. All’interno del telaio, a 16 mm dai bordi superiori, si avvitano ed incollano, a correre, i quattro listelli da 727 mm con già aperti e svasati i fori per le viti per fissare il piano.
  2. Le viti entrano dal basso. Il pannello di MDF da 15 mm deve sporgere in su di circa 2 mm a guidare la prolunga e ne vanno smussati gli spigoli.

Realizzare la prolunga

  1. Il taglio sbieco del bordo dei due pannelli che formano la prolunga è l’unica vera difficoltà del lavoro. Il taglio può essere eseguito con la sega circolare portatile guidata da una tavola fissata a squadra sul pannello. Conviene prima eseguire il taglio sbieco, obiettivamente più difficile da centrare, e poi tagliare a misura, a squadra, l’altro lato.
  2. Uniti a squadra i due pannelli con l’uso di colla e tasselli piatti o linguetta riportata (una striscia di compensato da 4 mm affondata per 10 mm in una scanalatura), l’unione si rafforza con squadre metalliche zincate 60×60 mm e viti Ø 4×25 mm. Gli scivoli autoadesivi tengono sollevata la prolunga rispetto al piano del tavolo.
  3. La prolunga viene resa solidale al tavolo da una coppia di cancani a vite la cui paletta entra in fori ciechi aperti sotto il suo piano. Perché la gamba della prolunga possa essere ben addossata al tavolo occorre aprirvi, in corrispondenza dei cancani, due scanalature che ne ospitino la sporgenza.