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Come sostituire le casse per auto

A volte basta sostituirle le casse per auto montate di serie sulla vettura con altre di qualità superiore per beneficiare di un suono più nitido mentre si è in viaggio

Le casse per auto sono una questione di passione

Non sempre le casse per auto di serie soddisfano gli appassionati di musica, che anche in auto esigono un suono pulito o preferiscono una regolazione del suono che faccia risaltare i “bassi”.

Come si rimuovono le vecchie casse per auto

In alcuni casi (esistono grandi differenze tra auto e auto), bisogna rimuovere il pannello di rivestimento, in altri la cassa è dietro a un coperchio grigliato che si può rimuovere facendo leva lungo i bordi con un cacciavite, evitando di rovinare la plastica. Questa seconda possibilità ci permette di verificare forma e dimensione del diffusore, anche la profondità disponibile per alloggiare quelle nuove, quindi di andare sul sicuro per l’acquisto. Se invece dobbiamo rimuovere il pannello, conviene prima accertarci delle dimensioni delle casse rivolgendoci a un rivenditore con il libretto di circolazione alla mano: attraverso il numero del telaio dovrebbe essere in grado di dirci quali casse sono montate di serie sulla nostra auto. Per la stessa vettura, infatti, possono esserci differenze in base all’anno di produzione. Sostituendo i diffusori acustici possiamo migliorare il suono, ma non dimentichiamo che la potenza e la qualità dipendono dall’autoradio.

casse per auto 3

Come sostituire le casse

sostituzione casse

  1. Generalmente i diffusori acustici sono montati nella parte bassa delle portiere, nell’angolo interno. In questo caso dobbiamo rimuovere il rivestimento interno, operazione da effettuare con cautela in quanto i sistemi di fissaggio dello stesso alla scocca cambiano da modello a modello di vettura.
  2. Iniziamo smontando le viti visibili, memorizzando la posizione di ognuna in quanto possono avere lunghezze e diametri differenti in base alla collocazione.
  3. Le mascherine delle maniglie, i braccioli e altri particolari in rilievo hanno anche la funzione di stabilizzare il rivestimento: anche questi vanno rimossi. Oltre alle viti, ci possono essere tappi di plastica innestati a pressione, oppure lamelle a scatto nascoste che possiamo individuare soltanto facendo leva tra rivestimento e scocca, con molta attenzione.
  4. Accedendo al retro del pannello osserviamo ciò che si nasconde all’interno: rimuoviamolo lentamente, verificando che i cavi elettrici dell’alzacristalli o di altri utilizzi non siano incastrati tra le sagomature interne o nel materiale insonorizzante.
  5. L’occasione è buona per eliminare un po’ di sporco, lubrificare le guide di scorrimento del cristallo, verificare che i contatti elettrici non siano ossidati.
  6. Il diffusore è protetto da un materassino spugnoso che ha il compito di assorbire le vibrazioni e limitare l’insediamento dello sporco: sollevandolo, abbiamo accesso ai contatti elettrici e alle viti di fissaggio.
  7.  Tolte le viti di fissaggio del vecchio diffusore, montiamo la mascherina-adattatore per quello nuovo, se necessaria, che dovrebbe utilizzare le vecchie sedi delle viti.
  8. Su questa andiamo ad avvitare il diffusore, tramite altre sedi sfalsate rispetto alle precedenti.
  9. Scolleghiamo i connettori faston dai morsetti della vecchia cassa ed effettuiamo il collegamento a quella nuova; prima di rimontare il tutto, accendiamo la radio per verificare che tutto funzioni.

Come costruire un tiragraffi per gatti fai da te

È una cuccia, un divertente passatempo e un sostituto del divano sul quale, gli adorati gattini, si “fanno le unghie”: tutto questo è il tiragraffi per gatti

Costruire un tiragraffi per gatti fai da te è davvero utile: il gatto, anche in casa, ha sempre bisogno di muoversi e saltare, di affilarsi le unghie, di giocare a nascondino e di dormire. Perché le sue attività non si trasformino in un perenne disastro domestico occorre dargli uno spazio specifico e persuaderlo (qui sta il difficile) ad usare la sua cuccia. Vediamo dunque come costruire un simpatico tiragraffi per gatti, in modo da potergli concedere il giusto svago quotidiano.

tiragraffi per gatti disegno

 

tiragraffi per gattiCostruzione del tiragraffi per gatti fai da te

tiragraffi per gatti

 

Più o meno lunghe, massicce o tubolari, ciò che conta è che le basi delle colonne siano tagliate esattamente a squadra così  da reggere in piano la cuccia ed il belvedere.

 

 

 

 

tiragraffi per gatti

I  capi della corda, di sisal o iuta, si fissano con vite e rondella dopo aver bloccato i trefoli con nastro isolante.
La corda (meglio se umida) va fissata alle colonne con un po’ di colla ogni paio di giri.

tiragraffi per gatti

Il pannello si fissa sui quattro listelli che lo sollevano da terra con viti dall’alto di cui incassare la testa a filo piano.

tiragraffi per gatti

 Vi si incolla sopra la moquette e, capovolto il pannello, la si rifila accuratamente con un cutter.

tiragraffi per gatti

Quattro listelli larghi e piatti, con i capi bisellati a 45°, incollati ed avvitati tutto attorno alla base coprono le giunzioni fra
il pannello, i supporti e la moquette. Per evitare che si fendano vanno preforati e i fori svasati così da incassare a filo piano le teste delle viti.

tiragraffi per gatti

Per comodità di lavorazione ed estetica del risultato qui la porta è circolare, aperta con l’alternativo o con la fresatrice guidata a compasso. Diametro dell’apertura ed altezza della soglia dipendono dalle dimensioni del gatto che, di solito, la gradisce non troppo grande.

tiragraffi per gatti

Il pannello d’entrata e quello opposto sono chiusi fra le pareti e uniti, con viti dal basso, alla base della cuccia, da avvitare alle due colonne prima di applicare il rivestimento interno. Le teste delle viti, come le altre, vanno incassate a filo piano.

tiragraffi per gatti

Le due colonne Ø 80 mm del tiragraffi per gatti possono essere di legno pieno, di tubo
di PVC o di quel tubo di cartone usato come anima dei rotoli di moquette o simili.

tiragraffi per gatti

Le colonne piene del tiragraffi per gatti  si fissano direttamente con viti passanti. Quelle tubolari vanno tappate con
dischi di legno e incastrate, incollate ed avvitate in sede.

tiragraffi per gatti

 Per il rivestimento del tiragraffi per gatti utilizziamo la moquette: ha il dorso di carta, è più economica e più facile da tagliare, piegare ed incollare. L’importante è rivestire la cuccia dentro e fuori senza lasciare lembi sporgenti. I bordi vanno incollati ben stretti fra listelli e, a colla asciutta, ulteriormente affrancati con file di punti metallici.

Scale elicoidali | Come si installano passo-passo

La posa in opera delle scale elicoidali in cemento armato si compone di tre fasi: montaggio strutturale, finitura del manufatto grezzo con gesso alabastrino (o applicazione di malta fratazzata) e rivestimento di pedate e alzate con materiali tradizionali o tecniche innovative

Le scale elicoidali di calcestruzzo sono costituite da elementi prefabbricati che vengono composti direttamente in cantiere, tenendo conto, nella progettazione, dello spessore di un eventuale rivestimento con altri materiali. Sembra impossibile che una struttura di questa maestosità non richieda alcun ancoraggio laterale, eppure è così: la scala sembra sospesa, è ancorata al gradino di partenza per mezzo di un particolare sistema di armature che la rende sicura ed antisismica. Le scale elicoidali di legno o metallo necessitano invece di un ancoraggio a metà sviluppo che ne garantisca la rigidità necessaria.

La posa delle scale elicoidali

La posa in opera avviene predisponendo un gradino dopo l’altro manualmente con l’ausilio di strutture di legno per puntellare la struttura che cresce. Generalmente le fasi si svolgono su sottofondi ancora grezzi, per cui alla partenza va tenuto conto dello spessore che avrà il pavimento finito. La prima solidarizzazione dei gradini prevede l’inserimento tra ogni singola alzata di una speciale malta in grado di raggiungere elevati livelli di resistenza in tempi brevi; quando lo sviluppo della scala è completato, si inseriscono nelle fasce esterna ed interna le barre di armatura, legandole a staffette che sporgono dal cemento. Tutte le scanalature vengono poi sigillate con la stessa malta utilizzata in precedenza, quindi la superficie viene rasata e lisciata per ottenere l’aspetto monolitico che caratterizza la scala.

scala a chiocciola in cemento

montaggio scala in cemento

installazione scala elicoidale

  1. Il secondo gradino va appoggiato sopra il primo e sorretto con un puntello, quindi si stabilizzano ponendo sotto di essi, da dietro, mattoni e calcestruzzo. La parte anteriore del gradino non dev’essere mai più alta di quella posteriore, caso mai è possibile una leggera correzione inversa per esigenze di quota.
  2. La costruzione procede con la posa in successione degli altri gradini, sostenuti da puntelli di legno. La scala va bloccata lateralmente per mezzo di puntoni registrabili di metallo e distanziatori laterali.
  3. Man mano che si sale bisogna controllare le quote e l’asse della scala, correggendo eventuali differenze con cunei di legno da inserire negli spazi tra un gradino e l’altro.
  4. Per la formazione del pianerottolo bisogna sagomare l’ultimo gradino; il bordo esterno va tagliato sia in orizzontale sia in verticale per formare uno spazio vuoto che consenta il passaggio dei ferri di legatura. Anche sul bordo interno va ricavata un’ulteriore feritoia.
  5. I ferri di legatura (tondini) vanno inseriti nelle nicchie dei gradini e fissati con legacci di ferro in occhielli già predisposti. Questo avviene dopo aver praticato 4 fori a pavimento per il bloccaggio dei tondini, due nella parte interna e due nella parte esterna. Per scale di diametro elevato (260-300 cm) si utilizza anche una rete elettrosaldata nella parte esterna e spine di metallo tra i gradini.
  6. Fissata la scala al solaio, con sistemi diversi a seconda della natura dello stesso, si sigillano i tondini con malta speciale, quindi si prepara la cassaforma e si procede alla finitura con altra malta, da rasare e lisciare con frattazzo e spugna. Rizzi Scale (www.rizziscale.it)

Alzata e pedata nelle scale elicoidali

Nelle scale elicoidali la dimensione dell’alzata è 19 cm per scale fino a Ø 165 cm, 18 cm per i diametri intermedi e 17 cm da Ø 240 cm in su; il numero dei gradini che compongono un giro completo è compreso tra 12 e 16. L’arco massimo della pedata, invece, aumenta progressivamente dai 32 cm di una scala ø 120 cm ai 57 del ø 300 cm; siccome si parla di diametri esterni, la luce netta della pedata varia in modo crescente da 42 a 123 cm.

Installare un parapetto o una ringhiera?

Si può scegliere se installare una ringhiera o realizzare un parapetto integrato di cemento semplicemente rialzando la fascia esterna: la prima scelta risulta meno invasiva dal punto di vista ottico, la seconda comporta una spesa inferiore ed esalta l’unicità della composizione. La particolare forma si presta ad interessanti giochi di luce, quindi l’illuminazione non va sottovalutata e segue criteri diversi a seconda che l’installazione della scala sia a centro stanza, totalmente visibile e protagonista degli spazi, o in prossimità delle pareti, magari contornata da un vano proprio a pianta circolare o quadrata. L’aspetto di una forma leggera e sospesa non deve trarre in inganno: ogni gradino grezzo ha un peso variabile da poco più di 20 kg ad oltre 100 kg, pertanto la scala non può insistere su un solaio tradizionale, mentre invece può collegare un piano terra ai livelli superiori senza comportare rinforzi strutturali.

Illuminare le scale elicoidali

illuminare gradiniCi sono molte possibilità che garantiscono sicurezza nella salita e nella discesa della scala, alternative alle fonti di illuminazione tradizionali ed in grado di fornire anche una scenografia d’effetto. Si possono incassare nel cosciale o nella parete alcuni faretti, ma ancor più interessante è la possibilità di inserire stecche luminose a LED nascoste sotto lo sbalzo di ciascuna alzata; questi due sistemi sono i più sicuri, in quanto la zona di calpestio è sempre visibile ed illuminata direttamente, mentre corpi illuminanti ad altezze intermedie possono essere di disturbo visivo durante il percorso. è consigliabile predisporre anche una o più luci di emergenza per evitare situazioni pericolose in caso di temporanea interruzione del servizio elettrico.

Speciali realizzazioni

scale elicoidaliLa geometria dei due livelli da collegare ed i volumi a disposizione condizionano notevolmente lo sviluppo che deve avere la scala : a volte bisogna uscire dagli schemi e ricorrere ad una configurazione asimmetrica, in molti casi lo si fa semplicemente per realizzare un’opera con l’unico scopo di avventurarsi oltre gli standard. Le case produttrici propongono anche soluzioni originali che possono contenere piani intermedi o avere uno sviluppo continuo per consentire di salire e scendere agevolmente anche se si tratta di alternare tratti curvi, rettilinei o con curve contrapposte.

Le tipologie di viti da legno

viti da legno per tutti i gusti e necessità

L’unione con le viti da legno è esteticamente migliore e più robusta di quella effettuata con i chiodi. Possiamo utilizzare le viti di tipo standard (con il gambo lievemente conico e filettato parzialmente) senza preparazioni particolari su legni teneri o compensato, mentre su legni duri è necessario praticare un foro-guida di diametro leggermente inferiore per introdurre meglio la vite. In alternativa utilizziamo le viti autofilettanti per legno che penetrano più agevolmente. Se è possibile, conviene impiegare viti da legno con intaglio a croce che si possono serrare e allentare più facilmente con l’avvitatore elettrico o a batteria. Usando questo attrezzo bisogna calibrare la coppia di serraggio in modo da non far sprofondare la testa della vite, causando un antiestetico incavo.

Da sapere:

  • Per facilitare l’avvitatura si può strofinare preventivamente il gambo della vite su un pezzo di sapone asciutto.
  • La testa della vite non deve sporgere dal piano del legno. Usando viti a testa fresata, prima di procedere, si pratica con un trapano un incavo in cui la testa scompare, rimanendo a filo piano.

Come sono fatte le viti da legno

vite a testa piatta

Le tipologie

tipologie di vite

 Sono disponibili diversi tipi di viti da legno. Tra le più comuni vi sono:

  •  viti standard con gambo parzialmente filettato (A,B)
  • viti autofilettanti per legno di vario tipo, per legni di diversa compattezza. (C,D,E)

Le teste delle viti

teste delle viti

Le teste possono essere dotate di:

  • intaglio diritto (A), per un cacciavite a punta piatta
  • intaglio a croce (B), per utilizzare meglio l’avvitatore. Esistono altre teste meno comuni e per usi specifici.

Viti autofilettanti per legno

vite autofilettante

Per avvitare e assemblare pezzi di truciolare si utilizzano viti autofilettanti per legno, ma con filettatura molto più rilevata per consentire una presa migliore nell’impasto poco compatto del legno. 

La giusta lunghezza

lunghezza vite

Quando dobbiamo unire due pezzi dobbiamo valutare la lunghezza delle viti che, per una sicura tenuta, devono affondare almeno per un terzo della loro lunghezza nel pezzo più lontano dalla testa.

Invisibili e coprivite

  1. Invisibili: quando un manufatto deve soddisfare anche l’estetica, le teste delle viti non devono essere visibili. Possiamo aprire una sede cilindrica in cui affondare la testa della vite, che scompare sotto la superficie. 
  2. Coprivite: occludiamo il foro con un cilindretto di legno o con un po’ di stucco riempitivo. Un sistema più semplice consiste nell’utilizzare i coprivite: coperchietti di plastica che si incastrano nell’intaglio e nascondono la testa.

Metalli diversi usi diversi

metallo vite

Le viti sono prodotte partendo da diversi materiali, di cui i più usati sono l’acciaio e l’ottone. Quando serve una buona resistenza agli agenti corrosivi si utilizza acciaio inossidabile o bronzo. Spesso, per aumentare la resistenza alla corrosione, vengono fissati sulla superficie della vite particolari rivestimenti elettrolitici (zincatura, brunitura, nichelatura, bronzatura, ecc.­). Vengono utilizzati anche materiali plastici, per esempio il nylon, quando serve resistenza alla corrosione e isolamento elettrico (anche se non si può forzare troppo nel serraggio). Questi fattori vanno tenuti in considerazione soprattutto quando dobbiamo realizzare assemblaggi di legno destinati a stazionare all’aperto o quando la vite blocca un elemento metallico al legno, con possibile corrosione.

Qualità e innovazione nelle viti

Nel panorama dei produttori di viti, MUSTAD si distingue per la qualità e l’innovazione dei suoi prodotti. L’azienda, che ha un sito web molto informativo, offre un’ampia gamma di viti adatte a qualsiasi progetto, sia che si tratti di un semplice mobile da interni, sia che si stia realizzando una struttura più complessa all’aperto.

Le viti da legno MUSTAD sono apprezzate per la loro resistenza e durabilità, grazie alla scelta dei materiali utilizzati e ai processi di produzione all’avanguardia. Ad esempio, le loro viti in acciaio inossidabile o in bronzo sono particolarmente indicate per le strutture esterne, resistendo efficacemente agli agenti corrosivi.

Lastre di copertura Onduline Easyfix

Le innovative lastre da copertura Easyfix costituiscono la soluzione ideale per tutti gli amanti del fai da te, coniugando facilità di installazione ad una estetica originale e piacevole

La gamma di lastre da copertura di Onduline® si arricchisce di un nuovo prodotto: Easyfix, una combinazione di praticità e innovazione per offrire una migliorata facilità di posa, assicurata da un doppio profilo di sovrapposizione che ne semplifica notevolmente le operazioni di montaggio. Questa nuova soluzione di copertura è veloce ed intuitiva da installare. Le nuove lastre Easyfix offrono un effetto estetico davvero originale e la garanzia di risultati affidabili, rendendo i bricoleurs orgogliosi e soddisfatti del proprio lavoro.

Installazione rapida di Easyfix

I doppi profili di sovrapposizione sono stampati su entrambe le estremità della lastra per guidare il posizionamento ed il sormonto delle file successive. Ogni fila di lastre viene così disposta con estrema precisione, senza necessità di prendere le misure, eliminando ogni rischio di errore e rendendo più rapida e intuitiva l’installazione, anche per le persone meno esperte.

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Caratteristiche tecniche:

  • Dimensioni: 200 x 81 cm

  • Altezza onde: 38 mm

  • Peso per mÇ 2.77 kg

  • Peso per lastra 4,5 kg

  • Superficie utile 1,34 m2

Le lastre Easyfix si caratterizzano per una eccezionale leggerezza, solo 2,77 kg/m2 (4,5 kg per lastra), che ne assicura l’elevata praticità e maneggevolezza. Le loro grandi dimensioni e la facilità di fissaggio con solo 15 chiodi per ogni lastra, rendono l’installazione estremamente semplice e veloce. L’innovativo profilo, unico sul mercato, è caratterizzato da onde alternate a superfici piatte che consentono un adeguato punto di appoggio in fase di posa e ne favoriscono la calpestabilità in tutta sicurezza. Le eccellenti proprietà di Easyfix assicurano una elevata impermeabilizzazione garantita 10 anni. I chiodi e le viti assicurano una perfetta tenuta all’acqua del fissaggio: la tecnologia SealSmart® permette al materiale elastico di Onduline® di aderire saldamente attorno a ciascun chiodo, creando così una sicura barriera alle infiltrazioni. Inoltre, l’impermeabilizzazione è ulteriormente migliorata dai profili di sovrapposizione, nonostante la ridotta superficie del sormonto. La qualità di Onduline® è testimoniata dal marchio stampato su ogni lastra, ove è presente anche un’etichetta adesiva riportante le principali indicazioni di posa.

Accessori Easyfix

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Easyfix è completato da semplici accessori disponibili nelle medesime tonalità delle lastre. I colmi e le scossaline assicurano una finitura ottimale della copertura sia dal punto di vista estetico che funzionale. I profili laterali proteggono la copertura dal rischio di sollevamento delle lastre in caso di forti raffiche di vento e insieme al colmo garantiscono l’ottimale impermeabilizzazione del tetto.

Morbide tonalità naturali e brillantezza della gamma dei verniciati

Il nuovo profilo permette agli utilizzatori di creare coperture dal look originale e accattivante, grazie alla loro forma particolare. Easyfix offre ai bricoleurs una innovativa gamma cromatica che affianca ai più classici colori pigmentati disponibili in 4 tonalità – rosso, verde, marrone e nero – anche una variante degli stessi colori verniciati dalla brillantezza straordinaria!

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Easyfix è ideale per la realizzazione delle coperture di annessi da giardino, box, carport, gazebo e casette in legno. Easyfix rappresenta una soluzione ideale per tutti gli amanti del fai da te grazie all’estrema semplicità di posa, leggerezza, maneggevolezza, versatilità e piacevolezza estetica, oltre alla disponibilità di un’ampia scelta cromatica. Onduline

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Opacizzare con lo Chaulé

Con la parola francese “Chaulé” si intende una tecnica pittorica che assomiglia allo stucco veneziano, nato per mascherare le macchie dell’umidità nelle case patrizie, dipingendole più volte

Lo chaulé conferisce agli oggetti trattati un aspetto vellutato, setoso: la sovrapposizione dei colori dona un piacevole effetto antichizzante e opacizzante. Vediamo in questa guida come eseguire la corretta applicazione dei prodotti indicati per il chaulé.

Come antichizzare la scrivania con il Chaulé

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  1. Stendiamo sul legno il fondo si preparazione per disporre di una buona tenuta dei prodotti da applicare successivamente.
  2. Il primo colore va distribuito in modo non omogeneo, incrociando le pennellate senza stenderlo per lasciare dei rilievi.
  3. Il secondo colore lo applichiamo facendo compiere al pennello movimenti circolari, sempre senza uniformare.
  4. Prima che il colore asciughi strofiniamo con la spugna asportandolo parzialmente, con movimenti ampi per un effetto nuvolato.
  5. Per lo chaulé è necessario eseguire i trattamenti (a spugna) con una pittura di base ed applicare una protezione invisibile che rispetta il colore e l’opacità dello chaulé. Libéron

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Creare contrasti di colore con la tecnica Chaulé

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  1. Stendiamo sull’oggetto da trattare una prima mano di pittura specifica variando il senso d’applicazione per creare dei rilievi. Poi lasciamo asciugare.
  2. Ricopriamo interamente la prima mano di pittura con un’altra mano di colore differente variando sempre il senso d’applicazione.
  3. Prima che la pittura asciughi completamente tamponiamo sul colore con piccoli tocchi di spugna naturale. Questo sistema rivelerà il colore di base.
  4. Applichiamo infine una mano di protezione trasparente per preservare l’effetto chaulé e rispettare i colori.

Nutrire il pianeta … virtualmente

Editoriale tratto da In Giardino n.52 di Giugno-Luglio 2015

Autore: Nicla de Carolis

Nutrire il pianeta, tema dell’EXPO 2015, forse dovrebbe essere cambiato in nutrire i visitatori, peraltro già ben nutriti, di questa imponente e suggestiva fiera dell’agroalimentare.
La sensazione è che le motivazioni dei partecipanti siano due: avere una vetrina per promuoversi e vendere (per le multinazionali che si contendono la prima fila, per i ristoranti e le bancarelle di cibo e anche per produttori e “artisti” che nessun legame hanno con il tema e che, con funambolismi, cercano di crearli) e scoprire nuovi e speciali sapori, ammirare le architetture dei vari padiglioni (per la maggior parte dei visitatori). Due obiettivi più che legittimi, ma non legati al tema, un tema vitale… che più vitale non si può.

Per non parlare dell’inconsistenza del manifesto di EXPO per nutrire il pianeta, “La carta di Milano”, partorito da centinaia di esperti in sei mesi di lavoro. Tra i numerosi punti del documento alcuni sono davvero lapalissiani: chi potrebbe essere contrario alla disponibilità di cibo sano e sufficiente, sempre e per tutti, chi non condividerebbe la lotta allo spreco, alle frodi, al lavoro minorile e aumentare l’educazione a un consumo corretto? E comunque ben vengano anche queste 16 pagine di parole e promesse, a patto che si traducano in qualcosa di tangibile.
Questa mancanza di contenuti concreti è denuciata, tra altri, anche da un nome di peso come quello di Carlo Petrini, fondatore di Slow Food: “Ma ad Expo dove sono pescatori, contadini, formaggiai e trasformatori, tutti quelli, insomma, che insieme fanno la più grande economia del mondo? Se questi soggetti non sono protagonisti, costruiamo sulla sabbia la manifestazione”.

Forse siamo talmente drogati dalle soluzioni virtuali che pensiamo di poter affrontare la fame nel mondo solo con le parole e con la costruzione di “eventi”, prescindendo dalla concretezza. E stride vedere che giovani disoccupati e popolazioni in fuga dalla povertà siano capaci di digitare sulla tastiera del cellulare o del computer e, quasi sempre, incapaci di coltivare un orto come di fare tutte quelle cose legate alla terra e alla produzione del cibo.
Chi ha la passione per il verde di casa non si è allontanato dalla terra, conosce le gioie dei suoi frutti, ma sa che questi costano impegno, sudore e fatica fisica; per far sbocciare un fiore e per far nascere un ortaggio non basta una tavola rotonda o una fantastica APP…

Piano scorrevole per tavolino

Con questo semplice piano scorrevole per tavolino da salotto facilitiamo il servizio di aperitivi e caffè ai nostri ospiti: si mette e si toglie con facilità

Quando più persone siedono su divani e poltrone attorno a un tavolino, non tutti riescono ad accedere agevolmente a ciò che vi è appoggiato: alcuni possono farlo da seduti, altri devono alzarsi oppure occorre porgere manualmente vassoi, ciotole, bicchieri eccetera. Possiamo costruire piano scorrevole per tavolino che non comporta alcuna modifica del tavolino esistente: è realizzato su misura, ma è indipendente da esso in quanto scorre sul pavimento grazie a 4 ruote fisse di diametro ridotto che permettono di spostare ciò che vi si appoggia sopra da un’estremità all’altra del tavolino.

Sta a noi decidere se utilizzare il piano scorrevole per tavolino stabilmente come complemento o metterlo in funzione solo quando è necessario, per toglierlo basta sollevarlo. l In questo modo, chi siede in posizione favorevole può avvicinare ad altri tutto il necessario con una semplice spinta laterale del piano scorrevole per tavolino; questi, a loro volta, restituiranno il favore senza che nessuno debba alzarsi dal proprio posto.

Cosa serve per costruire un piano scorrevole per tavolino

piano scorrevole per tavolino

  • MDF spessore 25 mm: 2 pezzi da 200×400 mm, un pezzo da 965×400 mm (misure indicative per il tavolino raffigurato, devono rimanere 30 mm di luce tra questo e il pezzo da costruire)
  • 4 ruote fisse a cavalletto alte 35 mm;
  • 8 viti Ø 4×20 mm;
  • 6 spine di faggio Ø 10 mm;
  • colla vinilica;
  • fondo e smalto

Finitura e ruote

piano scorrevole per tavolino

  1. Dopo aver assemblato i tre pannelli che compongono l’aggiuntivo, bisogna smussare leggermente tutti gli spigoli a vista per non avere superfici troppo nette; volendo, si possono anche stuccare le linee di giunzione per ottenere un aspetto monolitico. L’MDF assorbe molto, occorre stendere una mano di fondo abbastanza consistente per preparare le superfici all’applicazione della finitura.
  2. A fondo asciutto una leggera carteggiatura rende le superfici lisce e pronte a ricevere lo smalto, da stendere in due mani.
  3. I cavalletti di metallo che incorporano le ruotine devono essere larghi quanto lo spessore del legno o poco meno. Esternamente vanno mantenuti a filo dei fianchi, si fissano con viti poco più all’interno delle estremità dei pannelli.

Il piano scorrevole per tavolino si costruisce tramite unioni con spine e colla

piano scorrevole per tavolino

piano scorrevole per tavolino

  1. Pratichiamo al centro dello spessore dei due fianchi i fori per la spinatura, profondi poco più della metà delle spine; poi, per far sì che quelli da eseguire sulla faccia inferiore del pannello più grande siano esattamente corrispondenti, allineiamo con precisione uno dei fianchi sotto il pannello grande e utilizziamo la guida per spinatura. Questa dispone di un perno calibrato che si inserisce nel foro già praticato e, facendo passare la punta del trapano nella boccola, la guida esattamente in linea con il foro corrispondente e alla stessa distanza dal bordo.
  2. Stendiamo un poco di colla vinilica su metà lunghezza delle spine e inseriamole nei fori ciechi del pannello grande, spingendole a fondo.
  3. Applichiamo un cordoncino di colla su tutta la superficie di contatto, stendiamone un po’ sulla porzione di spine che affiora dal pannello e inseriamo il fianco; assestiamo l’unione battendo con un mazzuolo di gomma in modo non troppo energico, poi ripetiamo l’operazione sull’altro lato.
  4. Verifichiamo che i pannelli siano correttamente in squadra, poi lasciamo che la colla faccia presa.

piano scorrevole per tavolino

Kit di spinatura

piano scorrevole per tavolino

In una pratica confezione blister possiamo trovare tutto l’occorrente per l’esecuzione di spinature senza commettere errori: c’è un buon numero di spine di faggio Ø 6 mm, un flaconcino di colla vinilica, la giusta punta da legno per eseguire le forature calibrate, il collarino da fissare sullo stelo della punta per limitarne l’affondamento nel caso di spinature del legno cieche e i marcatori a cappellotto.

Questi hanno un’estremità cilindrica che va inserita nei fori praticati in uno degli elementi da unire, l’altra estremità è sagomata a punta. L’altro elemento da unire va appoggiato e premuto, esattamente a filo e con i bordi allineati, su quello forato in precedenza: le punte affondano nel legno e marcano i punti esatti in cui praticare i fori corrispondenti. Bosch 

Briggs & Stratton nelle 10 aziende più affidabili d’America

Il Reputation Institute nomina le 100 aziende con i più elevati standard di innovazione, sostenibilità aziendale, etica del lavoro e qualità dei prodotti

La rivista Forbes ha pubblicato la lista stilata dal Reputation Institute sulla base di un’indagine condotta tra oltre 70.000 consumatori americani intervistati, che vede Briggs & Stratton Corporation posizionarsi al decimo posto tra le società più stimate ed affidabili d’America, davanti a nomi come Microsoft, Nike, Apple. Il Reputation Institute è il più rinomato istituto a livello mondiale di consulenza in materia di valutazione della reputazione delle più note aziende al mondo e classifica la percezione del consumatore in base a criteri quali l’innovazione, la leadership, l’etica e la trasparenza dell’organizzazione aziendale, il rispetto dell’ambiente, i prodotti ed i servizi.  Grazie ad un monitoraggio continuo il Reputation Institute conosce i fattori che determinano la reputazione ed il successo di oltre 7.000 aziende in più di 25 settori e più di 50 paesi.

“Siamo molto onorati di questo prestigioso riconoscimento”, ha affermato Alessandro Durante, Sales Director e Consumer Engines. “Briggs & Stratton prende molto seriamente il suo ruolo di fornitore a livello mondiale di prodotti di alta qualità, con forti valori di etica del lavoro e responsabilità aziendale nei confronti dell’ambiente e delle comunità nelle quali siamo inseriti. È per noi un vero onore essere stati riconosciuti tra le migliori aziende al mondo dal Reputation Institute per queste qualità, nelle quali da sempre crediamo”.

Briggs & Stratton ha costruito la sua forte reputazione investendo nelle prestazioni dei suoi motori e nella qualità dei suoi servizi e rafforzando, in maniera crescente, il proprio impegno per minimizzare il suo impatto sull’ambiente perseguendo principi globali di sostenibilità quali il rispetto della natura e la qualità della vita dei dipendenti, delle comunità locali, e degli utilizzatori finali. Il lancio della nuova gamma di motori E-SERIES è stato, in effetti, fatto con l’intento principale di stabilire dei nuovi standard per i motori di piccola cilindrata ad albero verticale, con una riduzione delle emissioni inquinanti al di sotto dello standard europeo di almeno il 25%. I motori di questa gamma sono equipaggiati con tecnologie brevettate Briggs & Stratton quali il ReadyStart™, il DOV (Direct Overhead Valve) e il nuovissimo sistema di avviamento InStart®, accorgimenti che hanno reso l’utilizzo dei motori Briggs & Stratton molto più semplice, alleggerendo il lavoro degli utilizzatori e migliorandone quindi la qualità della vita.

Rinnovare la vasca da bagno

Se si presenta opacizzata o con aloni che denotano l’erosione dello strato superficiale di smalto possiamo riportarla al candore della ceramica, senza doverla sostituire

Per rinnovare la vasca da bagno possiamo utilizzare un prodotto specifico: diverse volte abbiamo già testato l’efficacia dei trattamenti di rinnovamento possibili con i prodotti della gamma SottoSopra, su mobili e complementi, piani cucina, in verticale e in orizzontale. Questa volta, per rinnovare la vasca da bagno, ci occupiamo del prodotto Ceramizzante, una resina concepita appositamente per il rinnovo dei sanitari e per questo proposta in due sole versioni: bianco, per ridare “smalto” alle superfici ingiallite, e trasparente, per situazioni in cui è sufficiente ripristinare la lucentezza venuta meno per l’azione di detergenti e calcare. La vasca è un ambiente particolare, soggetto a immersione in acqua calda e fredda, oltre che ai detergenti: il Ceramizzante forma un film assolutamente impermeabile e inattaccabile da oli e grassi, resiste all’acqua calda fino a 55 °C, all’abrasione e ai detergenti. La confezione da 250 ml permette di trattare 3 mq di superficie entro 4 ore dalla miscelazione dei componenti; dopo 10 ore il prodotto è asciutto al tatto e sovraverniciabile, pronto per un’eventuale seconda mano entro 72 ore. L’asciugatura completa richiede 7 giorni, in questo lasso di tempo è bene evitare l’uso di detergenti e pulire la superficie solo con un panno bagnato.

Rinnovare la vasca da bagno fai da te

rinnovare la vasca da bagno 2

  1. La superficie va sgrassata a fondo con un detergente, eventualmente ripassandola con acetone. Bisogna evitare di indossare indumenti che possano rilasciare fibre, per esempio maglioni di lana.
  2. Il prodotto aderisce perfettamente anche sulla superficie liscia, ma una leggera passata con una spugnetta abrasiva non guasta: ovviamente poi occorre spolverare.
  3. Tutte le superfici che devono rimanere estranee al trattamento vanno isolate con nastro di carta o altre protezioni.
  4. Aperta la confezione, si versa il componente B nel barattolo del componente A e si miscela con cura per 3 minuti utilizzando una spatolina piatta per raschiare bene le pareti e il fondo del barattolo. Il composto va fatto riposare per altri 3 minuti, poi lo si vuota in una vaschetta per applicazione a rullo.
  5. Il rullo di spugna, intinto e ben sgrondato, va passato più volte sulla superficie per tirare bene il prodotto ed evitare accumuli. Una confezione da 250 ml è più che sufficiente per una vasca di grandi dimensioni; la stesura fatta a regola d’arte richiede non più di 20-25 minuti, un tempo ben lontano dalla soglia di indurimento della resina. Con vasche a ceramica bianca una sola mano è quasi sempre sufficiente a garantire un risultato eccellente; nel caso di vasche colorate come quella del servizio, o se restano imperfezioni, si può ripetere il trattamento a distanza di 10-72 ore per rendere perfettamente uniforme il risultato.
  6. Si ripetono le operazioni di pulizia e preparazione, rispettando i tempi di miscelazione e di attesa.
  7. Si applica la seconda mano sempre evitando accumuli di prodotto.
  8. Al termine del trattamento si rimuove il nastro protettivo dalle superfici limitrofe e, con molta attenzione, si raschiano con un cutter eventuali sbavature di resina.