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Svelt

Una gamma sicura e adeguata a tutti i settori

La produzione Svelt comprende prodotti adeguati a tutti i settori:
  • edile,
  • ferramenta,
  • colorifici,
  • grande distribuzione organizzata
I clienti possono usufruire di più di 200 prodotti dedicati all’elevazione con caratteristiche professionali, hobbistiche e domestiche. Svelt produce dal 1964 una grande varietà di scale professionali, sgabelli e scale hobbistiche e domestiche in alluminio, acciaio, legno e vetroresina, trabattelli professionali e per il fai da te in acciaio e alluminio, sollevatori di materiali, rampe da carico, strutture speciali su misura, piattaforme aeree e soppalchi. Svelt assicura alla clientela che i requisiti di sicurezza sono la base della filosofia aziendale.

 

Scale prestampate

Un sistema brevettato semplifica la costruzione delle scale in calcestruzzo gettate in opera e apre nuove prospettive per l’architettura, con rampe che seguono sviluppi inconsueti e scenografici diventando elementi d’arredo importanti, non puramente funzionali. Andiamo alla scoperta delle scale prestampate

Costruire una scala in cemento ha sempre comportato una discreta mole di lavoro piuttosto invasivo: misurazioni e calcoli, casseratura, armatura, gettata, rimozione della casseratura a fine lavoro e rifinitura delle superfici prima del rivestimento coinvolgono diverse maestranze, con tempi e costi non indifferenti.

Il sistema brevettato Scawo si basa sulla progettazione computerizzata di scale prestampate applicata alla soluzione dei casseri a perdere, ovvero quelle strutture in materiale leggero e compatto che non si limitano al semplice contenimento della gettata fino all’indurimento, per poi essere smantellate, ma restano inglobate in essa e la delimitano con superfici liscie e regolari. Oltre a consentire di realizzare ogni casseratura a misura della singola situazione e della massima libertà progettuale, questa soluzione offre innegabili vantaggi:

  • i blocchi componibili di polistirolo a più gradini e completi dell’armatura possono essere trasportati ai piani superiori da una sola persona e il loro posizionamento è agevole anche in spazi ristretti;
  • la parte cementizia della scala rimane separata fisicamente da solaio, pavimento e muratura, anche per l’uso di distanziali fonoassorbenti, riducendo drasticamente la trasmissione del rumore da calpestio e i ponti termici.

Anche le dimensioni di eventuali rivestimenti (pietra, legno ecc) e ringhiere possono essere trasmesse all’artigiano preposto con precisione al decimo di millimetro. Le prove, necessarie per risultare conformi alle varie normative, hanno dimostrato che la massa del calcestruzzo delle scale Scawo corrisponde a quello delle scale tradizionali, comprovandone l’idoneità all’utilizzo quotidiano, la capacità di carico e il rispetto delle norme antincendio.

Scale prestampate di varie forme

Con le moderne tecniche di progettazione e costruzione è possibile adeguare la scala a qualsiasi situazione, personalizzandone lo sviluppo in base alle richieste e agli spazi disponibili. I cambi di direzione delle rampe uniche e i ballatoi nelle scale a doppia rampa possono essere inseriti nei punti più idonei a garantire uno sviluppo armonioso, rendendo agevole ed equilibrato il percorso.

Come nascono le scale prestampate

A seconda delle esigenze architettoniche e dei vincoli dettati dallo spazio la scala viene progettata a computer, elaborandone forma e sviluppo attraverso complessi sistemi di calcolo. La costruzione digitale delle scale prestampate viene quindi tradotta in dati CNC (Computer Numeric Control) e trasmessi a una particolare fresatrice che lavora su 5 assi: da blocchi di polistirolo espanso vengono fresati con la massima precisione i singoli gradini, uniti a segmenti in base alla forma stabilita a progetto e allo spazio di cui si può usufruire sul luogo al momento del montaggio. Uno speciale rivestimento conferisce al cassero la stabilità per la successiva lavorazione e, prima di lasciare la fabbrica, la struttura viene provvista della necessaria armatura.

Come si installano le scale prestampate

  1. il montaggio vero e proprio inizia dall’alto, tramite ganci da fissare allo spessore del piano superiore. In base alle quote si posiziona a terra la piastra di partenza; quindi, si fissa nella muratura laterale una barra di profilato rettangolare, a sbalzo, che rappresenta il punto di ancoraggio al centro della rampa. Questo profilato deve penetrare di lato nella cassaforma e va legato ai ferri d’armatura con uno spezzone di barra sagomato allo scopo. L’elemento inferiore della casseratura va messo in posizione provvisoriamente sostenuto da puntelli.
  2. montato l’elemento superiore, sempre con l’aiuto di puntelli provvisori, si provvede alla stesura di un cordone di sigillante su tutta la linea di collegamento a quello inferiore, per poi unirli e stabilizzarli.
  3. la prima pedata deve appoggiare sulla piastra a terra, quindi si forano contemporaneamente piastra e soletta per inserire due barre di ancoraggio a pavimento.
  4. prima della gettata l’armatura di base va rinforzata inserendo spezzoni di barra sagomati a doppio gancio contrapposto (S) in modo da legare i ferri orizzontali.
  5. dall’alto si inizia la colata di calcestruzzo, la cui consistenza dev’essere tale da consentirne lo scorrimento verso la base della scala.
  6. Il riempimento va comunque assecondato pigiando il materiale in modo che non rimangano zone vuote all’interno dei casseri.
  7. con cazzuola e frattazzo si livella la superficie di ciascun gradino, quindi si attende la stagionatura.

Rivestimento in resina

Per la sua natura di rivestimento continuo e personalizzabile, la resina è senz’altro la soluzione migliore per ottenere una scala monolitica.

  1. la parte a vista dei casseri (fianchi e alzate) va rifinita con un sottile strato di rasatura.
  2. dopo l’asciugatura e la levigatura, si stende a rullo un primer a consistenza lattiginosa su alzate e pedate. Lo stesso prodotto si può utilizzare per rendere più fluido lo stucco epossidico.
  3. lo strato di stucco epossidico non dev’essere superiore a 2-3 mm per mano. Va applicato a spatola in due mani, cercando di rialzare leggermente il bordo in prossimità dello spigolo esterno di ciascuna pedata, per contenere la resina.
  4. tra una mano e l’altra si aspettano circa 12 ore e si carteggiano le creste lasciate dalla spatolatura che, dopo la seconda passata, risultano più chiare ed esaltano l’effetto spatolato.
  5. sul supporto asciutto si esegue una decorazione a pennello, cercando di mantenere l’effetto realizzato a campione. Servono coloranti compatibili con i prodotti epossidici.
  6. la resina si cola sulle pedate e si stende con una spatola a denti fini per avere uno spessore di 1-2 mm; sulle alzate viene stesa a pennello. Occorrono almeno un paio di applicazioni.

Rivestimento di piastrelle

Anche una scala non rettilinea può essere rivestita con piastrelle, purché i tagli del caso vengano effettuati con la massima precisione.

  1. se la scala è in curva, come in questo caso, serve una dima di cartoncino per ogni pedata non rettilinea, per avere una guida per il taglio delle piastrelle in base al loro formato. Le piastrelle vanno tagliate in modo che la loro profondità sia pari a quella della pedata più il loro spessore e quello della colla, per ricoprire il bordo di quelle dell’alzata e formare un angolo perfetto.
  2. l’inclinazione necessaria per il taglio sbieco delle piastrelle nel tratto in curva si rileva con una falsa squadra appoggiata all’alzata successiva alla pedata da rivestire e utilizzando come riscontro una squadra a cappello appoggiata contro lo spigolo della pedata.
  3. si prepara una tavoletta spessa quanto le piastrelle e lunga quanto la larghezza dei gradini, da usare come riscontro appoggiata all’alzata
  4. la colla si stende su un gradino per volta.
  5. quando la colla delle pedate ha fatto presa si procede di conseguenza con il rivestimento delle alzate, incastrando alla perfezione le piastrelle.
  6. si conclude con la stesura di abbondante riempifughe con una racla di gomma, eliminando l’eccesso con una spugna umida prima che asciughi.

Per tagli precisi si utilizza il tagliapiastrelle

scale prestampate 8

Nel rivestimento di una scala si può ipotizzare che ogni singola piastrella debba essere adattata alle dimensioni di alzate e pedate e il buon esito del lavoro dipende dalla precisione dei tagli. Le tagliapiastrelle manuali Masterpiuma T3, in 7 versioni, eseguono il taglio a spingere su piastrelle di spessore tra 0-22 mm e dispongono di squadra goniometrica con due scale di misura (una per tutti i tagli, l’altra specifica per il taglio a 45° partendo dallo spigolo). La struttura è in alluminio pressofuso e acciaio nichelato, per la massima robustezza e l’inattaccabilità da parte degli agenti atmosferici; di serie montano una rotella in titanio, adatta per grès porcellanato. I piani sono molleggiati per permettere uno spacco sicuro; squadra e goniometro sono ripiegabili per il minor ingombro nel trasporto.

Protezione invisibile

Harley-Davidson e Porsche fai da te

La laboriosa riproduzione di un’auto sportiva d’epoca e di una moto leggendaria, entrambe funzionanti a batteria: in particolar modo la Porsche fai da te, con le sue linee e i dettagli, trasmette tutto il fascino della mitica Speedster

Il figlio di Andrea Morchio può ritenersi un bambino fortunato perché alla sua età può già guidare due dei miti del mondo dei motori: una Porsche fai da te e una Harley Davidson.
La Speedster è il modello più ambito fra le già esclusive Porsche 356 costruite fra gli anni 50’ e 60’. In particolare, proprio questo modello, fatto per il mercato statunitense, era caratterizzato dal parabrezza ribassato con profilo “America” (tutto curvo).

Partendo da un disegno della scocca originale ridotto in scala, Andrea ha realizzato prima il telaio di legno della porsche fai da te, con una tecnica che ricorda quella usata un tempo dai carrozzieri per imprimere alle lamiere quelle splendide forme arrotondate. Oltre alla fedeltà della linea e alla precisione del profilo del parabrezza, la porsche fai da te è stata arricchita con interni e capote di vera pelle, recuperata dalle parti non usurate di un divano dismesso.

Inoltre, il volante è di mogano e alluminio, ottenuto partendo da una grossa rondella piana su cui è stato applicato il mogano grezzo, lavorato poi con la fresatrice e verniciato. Delle decorazioni, fatte a mano, invece, si è fatta carico la moglie di Andrea, con una precisione all’altezza del lavoro svolto dal marito. Meno impegnativa, ma non per questo meno accattivante, è la moto: in questo caso il punto di partenza è stata una foto di una Harley fai da te customizzata, scaricata da internet. La scena è tutta per il telaio da chopper in tubi con la lunga forcella anteriore, mentre la meccanica è perfettamente efficiente, come nel caso dell’auto, grazie ai componenti recuperati da un monopattino elettrico.

Costruire una porsche fai da te

porsche fai da te 2

  1. La struttura principale è un telaio di listelli di legno curvati e uniti con incastro a mezzo legno nelle fasce sagomate: il muso e il posteriore sono di poliuretano.
  2. Sul telaio sono stati graffettati fogli di cartoncino, poi ricoperti con tre strati di tessuto mat e vetroresina.
  3. La stuccatura e la levigatura uniformano la carrozzeria dell’auto, sulla quale è poi stato applicato un fondo prima di passare alla verniciatura. Anche questa fase ha richiesto un lungo lavoro in quanto, per ottenere un buon risultato, sono state necessarie ben 11 mani tra fondo e finitura; prima di proteggere la carrozzeria con una vernice trasparente sono stati disegnati con pennarelli a vernice tutti i particolari (griglie, profili delle portiere, fari ecc).
  4. Il motore è stato recuperato da un monopattino elettrico ed è alimentato da due batterie da 12 volt. Dallo stesso monopattino sono stati recuperati la centralina e il gruppo di accensione a chiave.

Harley-Davidson fai da te

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  1. Il telaio è realizzato con tubolare di ferro Ø 20 mm; con due tubi idraulici da 1” sono state fatte le forcelle.
  2. Il canotto dello sterzo è fatto al tornio, i cuscinetti e le sedi sono di recupero dalla demolizione del monopattino.
  3. Il telaio prende forma ed è il momento di pensare alle piastre: non disponendo di un’attrezzatura che gli permettesse di forare 1”, sono state fatte in due pezzi e successivamente saldate.
  4. La ruota posteriore proviene da un’autentica minimoto, mentre quella anteriore è un altro pezzo di monopattino. Particolare interessante è la sella ammortizzata, costituita da una sagoma di legno rivestita in vera pelle; le pedaline sono fatte al tornio e godronate per renderle antiscivolo. Il motore, la batteria e la centralina sono racchiusi in una “scatola” di compensato di pioppo su cui è stato disegnato il mitico bicilindrico Harley.

Porsche fai da te: un progetto più ardito…

La porsche Ferdinand GT3 RS è il modello più lento sul mercato… ma forse anche il più economico! Fantastica!

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Finiture decorative Tattoo

A Made Expo, presso il padiglione 6 – stand C35 / D32, Tattoo presenta due novità in anteprima ed espone gli effetti creativi più originali, da guardare e da toccare con mano.

Le finiture decorative TATTOO sono la linea di prodotti decorativi professionali di JColors, quest’anno presente a Made Expo con uno stand dedicato ad alcune importanti novità:

Acolor e Tattoo. Il mix perfetto di fantasia e colore, anche senza tintometro.
La versatilità di Acolor, il colorante concentrato universale di J Colors, si è unita alla creatività degli effetti cromatici TATTOO, inaugurando un nuovo modo di utilizzare i prodotti decorativi. Il successo decennale di Acolor, utilizzato da tantissimi applicatori, è merito della semplicità d’uso: basta aggiungere il colorante alla pittura e mescolare per ottenere la tonalità desiderata. Acolor, è nato per le pitture a base acqua, ma è pienamente compatibile anche coi prodotti TATTOO.

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Acolor è il colorante concentrato universale per tutte le pitture a base acqua. Semplice. Economico. Ecologico: privo di composti organici volatili.

Con TATTOO e ACOLOR si potranno realizzare all’istante effetti decorativi professionali senza bisogno di un sistema tintometrico. Una soluzione di grande comodità per l’applicatore, soprattutto in caso di piccole superfici, per le quali diventa possibile colorare al momento la quantità di prodotto necessario.

La gamma dei prodotti colorabili con Acolor comprende 4 finiture decorative:

  • Rivela
  • Starlight
  • Karma
  • Tahiti

Rivela

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Starlight

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Karma

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Tahiti

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TATTOO live show a MADE expo (pad. 6 – stand C35 / D32)
Da non perdere la dimostrazione dal vivo delle nuove finiture TATTOO, presentate in anteprima assoluta. Come la nuova finitura Travertino, che permette di riprodurre superfici in pietra e a rilievo con suggestive variazioni sul tema. O il nuovo fondo per decorativi Relief, adatto ad una grande varietà di effetti materici ad alto spessore e Krakeliur, una finitura che consente di creare superfici screpolate e invecchiate con estrema semplicità.

Le nuove finiture decorative Tattoo

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  1. Relief
  2. Krakeliur 
  3. Travertino techstone
  4. Travertino rigato

L’aspetto più innovativo di tutte le finiture decorative TATTOO è l’estrema semplicità di applicazione. La loro formulazione esclusiva permette di ridurre sensibilmente il numero dei passaggi e i tempi di applicazione, ottimizzando di conseguenza la redditività del lavoro. In questo modo, gli applicatori possono lavorare con maggiore tranquillità e concentrarsi sulla qualità dell’esecuzione, per valorizzare al meglio le proprie capacità tecniche. Con nove differenti finiture e decine di effetti a disposizione, le potenzialità espressive di TATTOO sono davvero ampie. Tutto sta nella fantasia dell’applicatore e prima ancora in quella dell’interior designer. Da una parte, ci sono effetti cromatici metallizzati, riflessi multicolori e giochi di luce, che sfruttano la presenza di particelle riflettenti o microsfere metallizzate per dare vita a diverse tipologie di riflessi cangianti. Sono disponibili finiture con base opaca, lucida, oppure perlacea, metallizzata, e prodotti glitterati che possono essere combinati tra loro in modo da sfruttare il colore e la luce come elementi d’arredo, ad esempio per valorizzare particolari architettonici o per segmentare in zone differenti un unico ambiente. La gamma include inoltre una serie di effetti materici che rappresentano lo stato dell’arte della decorazione d’interni, con la possibilità di simulare una grande varietà di materiali, come il legno, il coccodrillo, la corteccia, la pietra lavica, il tessuto jeans ed altri tipi di texture. Le finiture decorative TATTOO sfruttano la tecnologia dei sistemi tintometrici professionali J System per ottenere una gamma praticamente illimitata di tonalità personalizzabili. Le finiture decorative vengono colorate al momento presso il punto vendita specializzato, dove gli applicatori possono ottenere un servizio qualificato di consulenza per la scelta del colore e gli abbinamenti cromatici ideali per ciascun ambiente.

 Nove finiture per effetti infiniti

 L’offerta TATTOO comprende:

  • TAHITI, finitura dai preziosi riflessi perlacei
  • RIFLESSI, la calce a spatola per finiture classiche e attuali
  • KARMA, raffinata finitura che unisce pigmenti metallici e particelle cristalline
  • VENIXIA, l’eleganza dei classici stucchi reinterpretata in chiave contemporanea
  • PRECIOUS, finitura che esalta la lucentezza dei metalli preziosi (oro, argento, bronzo)
  • OXID, ferromicaceo da parete, ideale per effetti contemporanei e materici
  • RIVELA, velatura utilizzabile creativamente per sorprendenti effetti materici
  • STARLIGHT, finitura glitterata ultra brillante per suggestivi giochi di luce
  • ROCKSTAR, glitter a grana grossa da addizionare alle altre finiture per un tocco extra di lucentezza, disponibile anche nella versione fotoluminescente STARDUST, per realizzare giochi di luce visibili al buio

La gamma è completata dai fondi IMPRONTE (liscio, riempitivo, strutturato), indispensabili per la preparazione dei supporti, e da una serie di strumenti decorativi per lavorazioni particolari.

Novità:

  • TRAVERTINO, tradizione e contemporaneità in una finitura particolarmente versatile
  • KRAKELIUR, finitura per superfici screpolate e invecchiate
  • RELIEF, fondo multieffetto fibrato per la preparazione di effetti materici ad alto spessore

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Rullo abrasivo Bosch PRR 250 ES | Recensione completa con video

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Con il rullo abrasivo Bosch PRR 250 ES e i relativi accessori possiamo levigare superfici irregolari che non permettono l’uso di palmari o altre carteggiatrici; un ottimo utensile che lavora sia su legno sia su metallo e permette di levigare listelli, scanalature, profili

Il rullo abrasivo Bosch PRR 250 ES è un innovativo utensile per la carteggiatura che risolve il problema della levigatura delle superfici irregolari.

Rullo abrasivo Bosch

Infatti, per quanto un hobbista sia attrezzato con più levigatrici di tipo diverso, fino a oggi in molte circostanze non c’era alternativa alla carteggiatura manuale, tranne qualche caso risolvibile con accessori per trapano o per smerigliatrice, con notevoli limitazioni nella gestione dell’elettroutensile, poco adatto allo scopo. Con il rullo abrasivo Bosch PRR 250 ES l’azione di rulli abrasivi, mole lamellari, rotelle e spazzole è molto facile da controllare grazie all’impugnatura cilindrica simile a un rullo per pittura e alla velocità regolabile tra 1600 e 3000 giri/minuto che, a parità di grana, offre differenti livelli di asportazione. Bosch

Guarda il video del rullo abrasivo Bosch

Utilizzi del rullo abrasivo Bosch PRR 250 ES

Il rullo abrasivo è particolarmente adatto per la levigatura di superfici piane, telai di porte, gradini di scale e mobili da giardino; dalle lavorazioni di asportazione leggere fino alla levigatura fine.

Rullo abrasivo Bosch

Vantaggio per l’utilizzatore
  • Asportazione uniforme ed elevata, grazie all’ampia superficie di appoggio
  • Per sostituire con semplicità le bussole abrasive
  • Addio a tanti utensili e stancante lavoro manuale: i diversi accessori del rullo abrasivo sono stati appositamente sviluppati per materiali differenti e ben si adattano anche a superfici irregolari e non livellate
  • Ottima maneggevolezza e controllo, grazie alla corretta forma dell’impugnatura, simile a quella di un rullo vernice, e al rivestimento Softgrip
  • Sistema SDS brevettato, per una sostituzione dell’accessorio semplice e senza l’uso di attrezzi
  • Preselezione continua del numero di giri, per un lavoro ottimale in base al tipo di materiale
  • Motore da 250 Watt, per un’elevata capacità di asportazione

Rullo abrasivo Bosch

Caratteristiche rullo abrasivo

  • Assorbimento nominale: 250 W
  • Numero di giri a vuoto 1.600 – 3.000 giri/min
  • Larghezza rullo abrasivo, da 5 fino a 60 mm
  • Peso: 1,3 kg
  • Sistema SDS
  • Preselezione continua del numero di giri
  • Livello di pressione acustica: 82 dB(A)
  • Livello di potenza sonora: 93 dB(A)
  • Incertezza della misura K 3 dB

La gamma degli accessori del rullo abrasivo Bosch

Rullo abrasivo Bosch

La gamma di accessori è veramente completa

  • bussole abrasive diritte o piatte grana 80-120-240;
  • rulli a lamelle arcuati o integrali grana 80-120-240;
  • rulli a lamelle scanalati da 10-5 mm grana 80-120;
  • rulli di smerigliatura da 60-10 mm arcuati o flessibili grana 80-120;
  • bussole abrasive coniche con attacco, grana 80-120
Rullo abrasivo Bosch
In dotazione con il rullo abrasivo Bosch PRR 250 ES vengono forniti attacco per bussole abrasive da 60 mm e relativa bussola grana 80, rullo lamellare da 10 mm grana 80 e rullo lamellare da 60 mm grana 80.

Rullo abrasivo Bosch

Con l’attacco SDS il passaggio da un accessorio a un altro è questione di secondi, così come il passaggio da una superficie piana alla levigatura delle scanalature tra le perline, oppure alle gole tra le lamelle della saracinesca del garage; il motore da 250 W garantisce un’elevata capacità di asportazione e sopporta l’utilizzo intensivo.

Rullo abrasivo Bosch

La velocità può essere variata in continuo durante il lavoro con il selettore alla base dell’impugnatura. La cuffia di aspirazione polveri è regolabile in tre posizioni a scatto per proteggere l’operatore in ogni angolazione di utilizzo; è removibile allentando la vite a pomolo (rossa) e, tramite un accessorio Ø 19 mm (opzionale), può essere collegata al tubo flessibile di un aspiratore.

Semplici operazioni per tanti utilizzi

Rullo abrasivo Bosch

1 – L’attacco per bussole abrasive va montato sul mandrino con le molle per attacco SDS rivolte verso l’esterno; lo si spinge e lo si ruota fino a farlo scattare.

Rullo abrasivo Bosch

2 – lo si spinge e lo si ruota fino a farlo scattare. Poi vi si calza, ruotandola, la bussola abrasiva fino a rivestirlo completamente.

Rullo abrasivo Bosch

3 – Rulli a lamelle, cilindri di levigatura e spazzole metalliche si possono innestare direttamente sul mandrino. Per sostituire l’accessorio basta premere il pulsante centrale…

Rullo abrasivo Bosch

4 – e l’attacco SDS si sblocca, basta sfilare l’accessorio e inserirne un altro.

Il rullo abrasivo Bosch costa euro 139,95

La fatica salutare

Editoriale tratto da Far da sé n.447 di Febrraio 2015

Autore: Carlo De Benedetti

Se lo scrittore Cesare Pavese afferma che “lavorare stanca” la Bibbia sostiene che “col sudore del tuo volto mangerai il pane”. D’altronde la parola “lavoro” deriva dal latino “labor” che significa fatica e i Francesi lo chiamano “travail” che richiama in modo palese l’idea del travaglio, quasi della sofferenza (non chiamiamo forse “travaglio” la fatica e il dolore della donna che partorisce?).
Quanto parlare si fa in questi nostri giorni di lavoro, perché non ce n’è abbastanza (la disoccupazione, soprattutto giovanile, ha raggiunto livelli drammatici), perché è reale e incombente per troppe persone il rischio di perderlo, perché politici e sindacalisti si attardano in sterili polemiche nominalistiche anziché adottare in armonia scelte forti e  coraggiose, perché chi ha il posto fisso troppo spesso se ne approfitta e lo trasforma in una rendita parassitaria, perché troppi scandalosi privilegi vengono difesi con tracotanza e impudenza, perché l’evasione fiscale e la corruzione imperante divorano risorse che potrebbero essere altrimenti impiegate, perché… ecc.
Ma quanto ancora la ricerca dei giovani punta su un lavoro fatto in camicia e cravatta piuttosto che in guanti e tuta, perché è ancora viva la convinzione che esistano lavori di serie A, quelli per cui non ci si sporcano le mani e si fanno solo con la mente, e altri di serie B, idraulico, calzolaio, elettricista, contadino, piastrellista, muratore, fabbro, badante, cameriere ecc, che, proprio per essere lavori manuali, sono esclusi dal proprio orizzonte?
Sappiamo di non dire cose originali, anzi forse abbiamo banalizzato troppo un problema che richiede sempre tanta serietà perché chiama in gioco le vite stesse delle persone, ma un buon far da sé queste cose le respira, la manualità per lui è importante, sa quale risorsa sono le sue mani e quali miracoli può compiere con esse, le impiega attivamente nel momento dello svago e del relax se non può farlo nella sua occupazione primaria, non fugge dalla fatica che imperla di sudore la fronte o dal travaglio che sporca le mani e le riempie di calli.
Anche il profeta Maometto diceva “colui che alla fine della giornata è esausto a causa del lavoro delle sue mani è perdonato da Dio” che, in termini laici, equivale a dire che il lavoro e l’impegno quotidiano salvano le nostre vite, non solo perché ci danno cibo e benessere, ma perché le rendono utili, significative, importanti per noi e per gli altri.
Ma bisogna essere disposti a fare fatica…

Progress Profiles

Con 30 anni di esperienza Progress Profiles offre una gamma di oltre 12500 prodotti per finiture d’interni ed esterni per la posa.

Progress Profiles, azienda leader nel settore dei profili tecnici e decorativi di finitura, forte della creatività e della professionalità del proprio team, dopo l’apertura di tre sedi nei centri nevralgici del business contemporaneo quali Dubai, Mosca e Randolph, nel New Jersey, si affaccia sul 2015 con successo, pronta per festeggiare i suoi 30 anni di attività nella nuova sede di Asolo.

L’azienda offre sui mercati mondiali oltre 12.500 articoli in acciaio inox, alluminio, ottone, PVC e vero legno nel settore profili e per la posa della ceramica e di altri rivestimenti nell’edilizia industriale. Inoltre Progress Profiles ha brevettato dei veri e propri sistemi innovativi in grado di soddisfare ogni tipo di clientela, in sintonia con i più evoluti trend del mercato e con le più innovative tendenze architettoniche e d’arredo.

Una vastissima gamma di prodotti (la cui qualità è certificata al 100% come originale italiana) che unisce estetica raffinata e alta tecnologia: un Made in Italy di eccellenza che impiega esclusivamente materiali atossici e di prima scelta.

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Costruire una libreria con dei pensili

Pensili, ripiani, vetri e luci: ecco come costruire una libreria di grande impatto visivo

Costruire una libreria utilizzando dei pensili non è propriamente una novità, ma quella che vi proponiamo in questo articolo ha caratteristiche uniche e fornisce molto spazio utile per riporre libri e oggetti vari, è anche in grado di “mettere in mostra” i soprammobili più interessanti in vani illuminati dall’interno.
Per costruire una libreria come questa occorre un intelligente assemblaggio che prevede l’impiego di 7 pensili in bilaminato, inseriti “a scacchiera”, all’interno di un’intelaiatura formata da quattro pannelli di bilaminato. Nei vani a giorno sono inseriti, a metà altezza, altrettanti piani in vetro che poggiano su spine di legno smaltate di bianco. Le antine dei pensili, invece, sono smaltate con un colore vivace (in questo caso l’arancione) in modo da ottenere un piacevole contrasto cromatico d’insieme. La libreria è sorretta da cinque cilindretti in legno alti 85 mm, smaltati di bianco e avvitati sotto la base. Per “dare luce” al nostro mobile utilizziamo i pratici faretti a led, molto sottili e facilissimi da installare grazie al retro autoadesivo. Basta collegare i singoli fili al connettore alimentato da un piccolo trasformatore a bassa tensione.

Progetto per costruire una libreria
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Cosa occorre per costruire una libreria con dei pensili (lettere riferite al disegno soprastante)

  • 7 mobiletti pensili (A) da 300x370x700 mm con relative antine;
  • 2 piani (B) di bilaminato da 370x22x1700 mm e
  • 2 piani (C) da 370x22x1544 mm;
  • 5 piedi di legno massello Ø 55×85 mm (D)
  • 24 spine di legno (E) Ø 6×30 mm;
  • 6 piani di vetro (F) da 295x350x6 mm;
  • faretti a led a bassa tensione autoadesivi;
  • smalto acrilico all’acqua;
  • primer universale;
  • viti;
  • bordino termoadesivo in fibra melamminica

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Per costruire una libreria…si parte dai piedi

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  1. Utilizzando il trapano montato su colonna, pratichiamo i fori nei cinque piedi di appoggio. Serve precisione perché i fori devono essere passanti; sul lato della testa della vite occorre praticare anche una svasatura in modo che la vite rientri e non possa segnare il pavimento.
  2. Avvitiamo parzialmente le lunghe viti nei fori praticati in modo da usarle come impugnatura mentre smaltiamo di bianco la superficie laterale dei cilindretti che costituiscono i cinque piedi, senza sporcarci le mani.
  3. Mettiamo i piedi in posizione sul pannello di fondo, quattro agli angoli della base e uno al centro (nel punto in cui si incrociano le due diagonali della base) e avvitiamo a fondo le viti con il trapano avvitatore.
  4. Spinta bene a fondo la vite in modo che faccia buona presa sullo spessore della base e che rientri a fondo nella svasatura chiudiamo il foro con un largo e robusto feltrino.

Smaltare le antine

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  1. Utilizzando la levigatrice orbitale, carteggiamo entrambi i lati delle ante dei pensili per favorire l’aggrappaggio del primer, quindi stendiamo almeno due mani di primer universale per preparare le superfici alla successiva fase di smaltatura.
  2. Quando questo è asciutto possiamo smaltare utilizzando il rullo: stendiamo due mani di smalto acrilico per ottenere un buon risultato. In questo caso abbiamo usato l’arancione, un colore molto forte che contrasta con il resto del mobile, ma la scelta è lasciata al gusto estetico di chi realizza questa libreria.

Rifinire i bordi

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  1. Utilizzando il ferro da stiro ben caldo applichiamo lungo i bordi dei pannelli che formano la cornice il bordino di rivestimento dotato di colla termofusibile. I pannelli vanno stretti nella morsa da banco interponendo carta o stracci affinché la superficie non si rovini.
  2. Carteggiamo lungo gli spigoli del rivestimento appena applicato per eliminare eventuali sbavature ottenendo così una perfetta rifilatura.

Costruire una libreria con i pensili: i vani interni

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  1. Disponiamo ordinatamente tutti i pannelli in bilaminato che compongono la struttura esterna del mobile e muniamoci di morsetti che ci servono per tenere insieme i pezzi.
  2. Iniziamo il montaggio del telaio disponendo i pannelli di cornice intorno ai quattro pensili da installare agli angoli per garantire la squadratura dell’insieme.
  3. Ecco come si presenta il telaio una volta completato, pronto a ricevere gli elementi da montare internamente.
  4. I pannelli sono stati fissati con quattro viti autofilettanti che fanno presa nello spessore del pannello di truciolare.
  5. Usiamo una dima di cartone per segnare le linee su cui devono essere montati i ripiani di vetro, là dove bisogna forare per i piolini reggipiani.
  6. Il trapano, munito di un improvvisato limitatore di profondità, è indispensabile per forare dove vanno le spine o le cerniere.
  7. Quando il telaio esterno è bene solidamente montato, fissiamo i pensili nella loro posizione
    come da progetto con viti autofilettanti.
  8. Per montare i pensili rialzati, aiutiamoci con due tavole di legno morsettandone una al montante esterno del mobile, l’altra al fianco di un pensile messo appositamente sul lato opposto, che tra l’altro diventa la sua posizione definitiva.
  9. Appoggiamo il pensile sul bordo delle tavole (i due centimetri di spessore sono sufficienti a reggerlo in posizione verticale) e mettiamolo in modo che il suo profilo anteriore sia perfettamente allineato con quello del montante, da un lato e del pensile a fianco, dall’altro.
  10. Mentre lo avvitiamo da una parte e dall’altra, stiamo attenti che non ci siano disallineamenti, perché il minimo scalino salta subito all’occhio. Ripetiamo l’operazione per tutti i pensili, continuando ad appoggiarli su spessori di legno.
  11. I due pensili messi più in alto vanno stabilizzati nella loro parte superiore, perché in quel punto non hanno nulla di fianco. Fissiamoli quindi con viti autofilettanti, a testa svasata, applicate con l’avvitatore, dall’interno, sino a filo piano.

Antine colorate e faretti a Led

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  1. Su tutte le ante pratichiamo un foro per l’applicazione dei pomelli per l’apertura: usiamo un punteruolo per passare lo strato della laminatura.
  2. Ecco come si presenta il mobile a montaggio quasi completato: le antine si fissano ai pensili tramite cerniere a braccio montate ai pannelli con viti.
  3. Utilizziamo le spine di legno che inseriamo in fori praticati sulle facce interne del telaio e su quelle esterne dei pensili.
  4. I ripiani di vetro vengono semplicemente appoggiati sulle spine, due per lato, al centro degli spazi che, nelle colonne con un solo pensile centrale, restano vuoti in alto e in basso.

Particolari nel dettaglio

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Questa composizione, che fornisce molto spazio utile per riporre libri e oggetti vari (l’interno dei pensili è attrezzato con ripiani), è in grado di “mettere in mostra” i soprammobili più interessanti in vani illuminati dall’interno. Grazie ai faretti a led che si applicano con una membrana autoadesiva, possiamo illuminare gli oggetti posti sui ripiani in vetro. Il cavo di ogni faretto converge su una presa multipla collegata a un trasformatore a bassa tensione.

Ciondolo fai da te

Un ciondolo fai da te il cui percorso del filo metallico è assolutamente libero, le perle vanno inserite in modo artistico

Oggetti unici e veramente degni di apprezzamento si possono creare con l’impiego di pochi materiali: ad esempio un ciondolo fai da te relizzato con un paio di perle di vetro di Murano e filo metallico dorato.

creativo intreccio per il ciondolo fai da te

La particolarità del lavoro risiede nella lavorazione del filo dorato. La scelta della forma da dare può essere variata a seconda del proprio estro creativo.
Si infila una prima perla nel filo e si intreccia quest’ultimo in modo da creare fantasiosi disegni. Si procede poi infilando altre perle seguite da altri intrecci fino a raggiungere il risultato desiderato. Facendo un occhiello col filo, si può appendere il ciondolo così ottenuto ad una collanina dorata.

Infilare le perle per il ciondolo fai da te

  1. Per dare più consistenza al gioiello si utilizzano due fili metallici. Si procede quindi infilando le varie perle, dei colori che più si preferiscono, nel filo doppio.

    cionodlo-vetro

  2. Si intreccia il filo facendo in modo di lasciare un po’ di gioco per la perla di vetro.

    intreccio-ciondolo

  3. Si alternano intrecci senza perle ad altri intrecci con le perle. Occorre anche preventivare un intreccio che funga da occhiello per appendere il ciondolo fai da te ad una catenella.

    chiudere-ciondolo

  4. Una volta finita la composizione del gioiello, si taglia il filo in eccesso con un tronchesino ed eventualmente si arrotola bene il filo su se stesso con l’aiuto di una pinza. Il ciondolo fai da te è pronto!

 

Composizione di rose

Composizione di rose in esile cestino in fil di ferro; il vaso c’è, ma non si vede: é ben nascosto, nel cestino che lo contiene, da una spessa coltre di fresco muschio.

disegnocestinoAffinché lo speciale portavaso si mantenga bello a lungo, occorre costruirlo a partire da filo di ferro zincato, altrimenti l’umidità dell’aria, accentuata da quella del muschio, fa fiorire ben presto la ruggine. Il lavoro consiste nell’intrecciare gli spezzoni in ogni punto d’incrocio come a tessere un tessuto (per quanto riguarda tanto il fondo quanto il cilindro di parete), fissare le estremità modellandole ad anellino, formare gli anelli di struttura giuntandone i capi sovrapposti di qualche centimetro e bloccare ogni giunta con una saldatura.

Riccioli e anelli nella composizione di rose

Per ottenere un cestino con diametro e altezza interni utili di circa 180 mm, servono: per il fondo quattro più quattro spezzoni da 180 e da 200 mm, gli anelli perimetrali (in numero di quattro) sono ottenuti da pezzi lunghi 580 mm, il manico richiede filo lungo almeno 700 mm, i quattro montanti con piede hanno lunghezza svolta di 400 mm, mentre i dodici senza piede misurano 300 mm.

Costruzione del portavaso

materiali-per-cestino

Occorre filo di ferro zincato per legature (Ø 1,4 mm) e per avvolgimento (Ø minore di 1 mm), pinze, tronchesino, saldatore istantaneo, rocchetto di filo di stagno, barattolino di disossidante e metro.

riccioli-cestino

Le estremità superiori dei montanti sono avvolte a ricciolo e quelle inferiori
ad anellino, salvo quattro con il ricciolo ad entrambi i capi per fare da piedi; la curvatura si lavora con pinze a becchi tondi.

saldatura-cestino

Il fondo si ottiene incrociando i fili e si completa con un anello, al quale sono fissati i montanti. Tutti i punti di giunzione  sono fissati per saldatura. Gli anelli superiori sono poi collegati ai montanti ad intreccio. Il filo d’avvolgimento protegge le saldature.