Impariamo a restaurare una cornice dorata attraverso interventi di pulizia preliminare e riapplicazione della foglia d’oro
Restaurare una cornice dorata è sicuramente un’attività che esige pazienza e precisione, ma con la giusta attenzione risulta essere operazione meno complicata di quello che si potrebbe immaginare. Per restaurare una cornice dorata occorre innanzi tutto effettuare un lavaggio con alcool denaturato per togliere lo sporco annidato nelle sagomature. Si applica poi una miscela di gesso per doratura e vi si stende sopra la colla di pesce, che serve per creare un adeguato sottofondo con il “bolo”. La doratura si effettua applicando particolari foglioline d’oro, vendute appositamente per questo lavoro. Le foglioline sono applicate su foglietti di carta leggermente più grandi. La foglia d’oro si fa aderire con molta delicatezza alla cornice premendola senza romperla fino alla totale copertura. La foglia d’oro, venduta in “libretti” contenenti più fogli, si presta all’utilizzo in vari lavori decorativi e di restauro delle dorature. Ne esistono diversi formati, con spessore differente.
Cosa serve per restaurare una cornice dorata:
Pennelli e spatoline di varie forme e dimensioni
Foglia d’oro, piuma, pietra d’agata
Colla di pesce, gesso
Bolo di sottofondo (già pronto)
Missione all’acqua per foglia d’oro
Carta vetrata fine
Aspiratore
Restaurare una cornice dorata – Pulizia e applicazione del gesso
Sulla cornice, pulita con alcool, stendiamo una miscela di gesso per doratura e colla di pesce. L’applicazione si esegue con il pennello, cercando di far penetrare il prodotto in tutte le fessure della cornice.
Con spatoline di varie dimensioni rifiniamo la gessatura sulle decorazioni, in modo da ricostruire eventuali mancanze sui rilievi. Lavoriamo con pazienza, in modo da effettuare un lavoro preciso.
Quando il gesso è indurito passiamo la cornice con carta verata molto fine, delicatamente, per lisciare le superfici e togliere irregolarità e asperità. Asportiamo il polverino prodotto con l’aspiratore.
La prima fase termina con un’ulteriore mano di gesso liquido su cui si applica una passata di colla di pesce. Si crea così il sottofondo per il “bolo” colorato che applichiamo a seguire.
Restaurare una cornice dorata – Applicazione della foglia d’oro
Applicato il bolo, rossiccio, passiamo alla doratura, stendendo la missione all’acqua su cui applichiamo le foglioline d’oro.
Un sistema alternativo, anzichè utilizzare la missione all’acqua, consiste nell’impiegare colla di pesce stesa di volta in volta, durante la posa delle foglie d’oro.
Le foglie d’oro, durante l’applicazione, non devono essere mai toccate con le dita. Possiamo aiutarci, invece, con una soffice piuma.
Con una pietra d’agata, facciamo aderire le foglie d’oro alla cornice. La pietra è in grado di esaltare la brillantezza dell’oro.
La spazzola abrasiva utilizzata per agire su parti metalliche (ma non solo) è prodotta in numerose varianti.
Il manico della spazzola abrasiva è di solito prolungato, per mantenere le mani al sicuro dai filamenti che possono traumatizzare le dita fino a conficcarsi sotto la pelle, l’estremità opposta all’impugnatura è spesso ricurvata verso l’alto per consentire ai filamenti di raggiungere anche gli angoli. Le setole della spazzola abrasiva possono essere di ottone, acciaio, acciaio inox o acciaio ottonato, di lunghezza e diametro variabile per esercitare una maggior aggressione sullo sporco e sulla ruggine o per rispettare le superfici senza produrre graffi che possono diventare veri e propri solchi.
Cosa bisogna sapere circa la spazzola abrasiva:
Sotto l’azione dello sfregamento le setole si adattano anche a superfici molto eleborate e riescono a rimuovere lo sporco anche nelle zone nascoste.
Su manufatti molto arrugginiti, l’azione della spazzola abrasiva, anche se a setole dure, non può in alcun modo permettere di raggiungere una pulizia approfondita. Serve per eliminare le parti incoerenti, le sfogliature e la patina più esterna, ma occorre comunque effettuare una successiva carteggiatura, se possibile, o applicare un convertitore di ruggine.
Spazzola abrasiva per lamiere
Per rimuovere le tracce di ossido serve una spazzola abrasiva che non risulti troppo aggressiva, di buone dimensioni, con setole di ottone o PVC da strofinare sulla superficie senza premere troppo.
Spazzola per barbecue
Le robuste setole metalliche sono l’unico sistema valido per rimuovere i residui unti e carboniosi dalle griglie di cottura dopo l’utilizzo, prima di procedere al loro lavaggio.
Pulizia delle candele
L’elettrodo è molto delicato, le incrostazioni si eliminano con una spazzola di ottone a fili sottili, soffiando poi con l’aria compressa per non portare pulviscolo nella camera di combustione.
Scovolo abrasivo per tubazioni
Lo scovolo per la pulizia interna dei tubi presenta un’avvolgimento cilindrico di lana d’acciaio o di setole metalliche. Va utilizzato ruotandolo e facendolo scorrere avanti e indietro.
Spazzola per saldatura
A corredo delle saldatrici per uso hobbistico c’è solitamente un accessorio che, sullo stesso manico, ha una sorta di martellina per rimuovere la scoria e una spazzola per pulire la saldatura.
Per pavimenti
Per la pulizia dei pavimenti esterni di pietra una scopa a setole metalliche non aggressive permette di rimuovere la patina di smog e il muschio o di stendere terra o sabbia di riempimento.
Scovoli speciali
Per applicazioni specifiche si possono trovare scovoli la cui conformazione e i materiali utilizzati garantiscono l’efficacia del lavoro. Esistono di forma ridotta (1) per la pulizia interna dei terminali idraulici; particolari per la forma sono quelli concepiti per la pulizia dei terminali (scovolo esterno) e dei morsetti (scovolo a boccola) delle batterie (2), a duplice funzione. Inoltre, scovoli per la pulizia dei tubi della caldaia, di acciaio temperato liscio con anima di filo metallico (3) e per camini, di grandi dimensioni, con le setole realizzate di piattina d’acciaio (4) o, per la pulizia di canne fumarie d’acciaio, con setole di nylon.
Finemente dipinte e arricchite con fiocchi le scatole tonde dei formaggini diventano raffinati decori natalizi fai da te
Un alberello tutto bianco e abbellito da dischi luccicanti, impreziositi da minuziosi decori natalizi fai da te in raffinate tonalità e riccamente infiocchettati: costa un occhio? No, se i decori natalizi fai da te sono realizzati con le comunissime scatolette di robusto cartone che contengono i formaggini “a spicchi”.
Decori natalizi fai da te con con poca spesa Recuperiamo un certo quantitativo di scatolette : l’idea è quella di una realizzazione dominata prevalentemente dai colori bianco e blu, dove i dischi, grazie all’effetto del colore a olio e ancor più della vernice trasparente che li ricopre, somigliano ad antiche ceramiche. Il disegno da eseguire sulla scatola richiede una mano ferma e un po’ di pazienza.
Applicare i colori Diluiamo i colori con la trementina e dipingiamo le varie illustrazioni a mano libera con un pennello tondo a punta fine. Il retro e i fianchi della scatoletta sono colorati in tinta unita. Quando il colore a olio è asciutto stendiamo due mani di vernice lucida trasparente. Ogni disco viene rifinito con cordoncino e fiocco di raso. Possiamo adottare la stessa tecnica su un albero tradizionale verde, realizzando decorazioni dorate, argentate, oppure nei classici colori natalizi: rosso e verde.
Cosa serve per realizzare i decori natalizi fai da te:
cutter,
pennellini,
forbici,
pistola per colla a caldo,
scatolette dei formaggini,
avanzo di pittura murale bianca, colori a olio (blu cobalto e blu di Prussia),
carta vetrata fine,
vernice lucida tipo flatting,
cordoncino bianco, nastro di raso blu,
colla a caldo in stick, colla vinilica,
trementina.
Come realizzare i decori natalizi fai da te
Il cartoncino delle scatolette di formaggini è molto robusto e si presta a essere utilizzato come fondo per questa tecnica decorativa con colori a olio. Rimuoviamo la carta su tutti i lati, con l’aiuto di un cutter, cercando di non danneggiare la superficie sottostante e uniamo il coperchio alla scatola con un velo di colla vinilica.
La pittura di base, che costituisce il sottofondo, è data da una mano di idropittura murale bianca stesa a pennello. Basta qualche piccolo avanzo che abbiamo in casa, residuo di precedenti lavori.
Perché il lavoro di decorazione venga bene e senza imperfezioni, la superficie deve risultare molto liscia per cui la levighiamo con carta vetrata fine (N° 320). Poi puliamo la scatoletta con una straccio umido.
Con un po’ di creatività e senso artistico iniziamo la decorazione scegliendo preferibilmente soggetti natalizi, come paesaggi invernali, animaletti, campane e agrifogli. Il tocco finale è dato dalla vernice lucida che fissa e protegge il disegno, rendendo la realizzazione simile ad una ceramica.
L’accostamento bianco e blu è molto diffuso nelle decorazioni natalizie moderne. È molto suggestivo e ricorda le ceramiche olandesi, quelle originarie del paese di Delft. Per far risaltare i colori delle decorazioni ci conviene collocarle su un alberosintetico tutto bianco.
Ogni disco viene avvolto con un cordoncino bianco che riprende il colore dei rami. Il cordoncino viene fissato, per una maggiore tenuta, con la colla a caldo. In cima si crea un’asola per appenderlo, a cui si incolla un fiocco di raso blu che riprende, a sua volta, il colore di fondo e i disegni del disco.
Ecco come realizzare un centrotavola natalizio fai da te
Questo centrotavola natalizio fai da te è costituito da un’elegante composizione da realizzare con pigne, rametti verdi e bacche che punteggia di colore la casa delle feste natalizie.
Cosa serve per realizzare il centrotavola natalizio fai da te:
pigne di grandezze diverse;
qualche rametto di abete e bacche rosse;
colla vinilica;
spray color oro e argento;
brillantini argentati;
alcuni contenitori in plastica
Come realizzare il centrotavola natalizio fai da te
Prima di smaltare le pigne asportiamo con un pennellino bagnato di acqua ragia eventuali impurità di resina presenti sulle squame legnose. Poi le trattiamo con lo spray oro smaltando anche il contenitore in plastica che fungerà da supporto per la decorazione. Se necessario ripetiamo l’operazione.
Trattiamo un’altra pigna, magari quella più grande, distribuendo con un pennellino sulla superficie un’abbondante mano di colla vinilica.
Spargiamo sulla pigna un po’ di brillantini argentati cercando di ricoprire tutte le squame legnose. Lasciamo asciugare bene prima di comporre la decorazione.
Inseriamo la pigna al centro del contenitore di plastica. Per fermarla possiamo utilizzare la spugna verde, quella adoperata dai fioristi. Inseriamo anche i rametti d’abete e le bacche cercando di realizzare una composizione armonica e decorativa.
Proteggiamo e nobilitiamo l’aspetto del nostro termosifone con un grigliato leggero, realizzato con un intreccio di nastro di iuta da 40 mm.
A un copritermosifone fai da te non è richiesto di resistere a particolari sollecitazioni, ma si rivela idoneo come protezione anche da urti accidentali da parte dei bambini. Sulla robustezza del nastro di iuta non ci sono dubbi, dato il suo utilizzo nella preparazione delle sedute di molte poltroncine. Il ripiano che sovrasta il copritermosifone fai da te è costituito da un pannello di multistrato spesso 18 mm da incollare e inchiodare, dopo averlo trattato con impregnante per legno, magari a effetto cera per valorizzarne le venature. I nastri vanno tagliati con una certa abbondanza e si fissano con la graffatrice al telaio, nella sua parte non a vista, tagliando via l’eccedenza. Per fare in modo che i nastri di iuta risultino ben tesi adottiamo un piccolo trucco: mettiamo a bagno in acqua tiepida i nastri (per qualche minuto) prima di fissarli sul telaio di legno.
Cosa serve per realizzare il copritermosifone fai da te:
Listelli d’abete
Nastro di iuta largo 40 mm
Graffette o chiodinir
Coppia di piedini d’acciaio
Ripiano di multistrato da 18 mm
Seghetto, cacciavite
Colla vinilica,
viti autofilettanti
Copritermosifone fai da te – Il disegno
Come costruire un copritermosifone fai da te
Per realizzare l’incastro a mezzo legno, le estremità dei listelli vanno incise al centro per una profondità pari allo spessore del listello concorrente. Utilizziamo un segaccio o una sega a pettine.
Applichiamo sulle facce interne degli incastri un poco di colla vinilica e mettiamo in pressione, tra due blocchi di legno, con un morsetto, per almeno 24 ore. Una vite può rinforzare l’unione.
Per fissare gli spezzoni di listello ai distanziali, separando il telaio dal muro, foriamo la cornice in corrispondenza degli angoli. Attraverso tali fori inseriamo viti autofilettanti di opportuna lunghezza.
Il nastro di iuta va fissato (umido per migliorarne la tensione) nella parte posteriore del telaio, usando le viti o una graffatrice. Applichiamo e fissiamo prima tutte le strisce di iuta nello stesso senso.
Intrecciamo i nastri, perpendicolari ai precedenti. Il primo sotto/sopra poi sopra/sotto il secondo e così via. Infine li graffettiamo o li avvitiamo ben tesi. Curiamo la regolarità della distanza tra i nastri.
I piedini che servono d’appoggio si fissano alla base del telaio con viti autofilettanti. La loro conformazione triangolare contribuisce a conferire alla struttura del telaio maggior robustezza.
Ecco come personalizzare i pacchetti regalo fai da te
La natura, specialmente in autunno, ci regala tante risorse per realizzare pacchetti regalo fai da te . Altri elementi, sempre ispirati alla natura, sono frutto della fantasia e della manualità.
Cosa serve per realizzare i pacchetti regalo fai da te:
cartoncino;
spago argentato;
midollino;
rametti con foglie;
carte da rifascio;
un quotidiano;
fil di ferro;
forbici
Pacchetti regalo fai da te – La rosa di carta
Dopo aver ritagliato nel cartoncino rosso la forma di un petalo di rosa disteso, usiamolo per replicarne molti altri con i fogli del quotidiano.
Pieghiamo il primo foglio-petalo su sé stesso dandogli una conformazione a cono stretto; facendogli aderire un secondo foglietto alla base, glielo arrotoliamo attorno mantenendolo però più aperto del primo.
Proseguiamo aggiungendo petali e mantenendoli sempre un po’più aperti verso l’alto. Infine leghiamoli alla base con fil di ferro sottile: la rosa è fatta.
Realizziamo altre roselline e poi, usando sempre il fil di ferro, fissiamole al rametto di foglie.
Ghiande, spighe e carta
Pieghiamo a metà dei pezzetti di carta verde e da pacchi e strappiamola in modo da darle la forma frastagliata di una foglia.
Con la pistola incollatrice a caldo fissiamo le foglie al pacchetto già fasciato con la carta verde, intercalando strati di foglie nocciola a strati di foglie verdi.
Tagliamo una striscia di carta da pacchi ed arrotoliamola stretta stretta attorno ad una matita dandole forma a boccolo.
Fissiamo alcuni boccoli in modo che partano da sotto le foglie e completiamo la composizione con ghiande; in alternativa usiamo spighe di grano.
Una guida completa per imparare a tappezzare le pareti senza paura di sbagliare
Tappezzare le pareti non è un lavoro molto complicato, ma è necessario prepararlo con accuratezza in quanto vi sono fasi delicate che, se non sono affrontate nel modo adeguato, possono essere fonte di difficoltà. Prima di iniziare a tappezzare le pareti occorre eliminare le parti che si scrostano e asportando l’eventuale vecchia tappezzeria. Stucchiamo fori e fessure con stucco da muro. Quando i ritocchi sono asciutti carteggiamo con una carta abrasiva medio-fine (n° 220-240) e puliamo per bene con uno straccio. Asportiamo dalla parete le prese e gli interruttori (dopo aver tolto la tensione), isolandone i conduttori e raggruppandoli all’interno delle scatolette. Asportiamo anche le mascherine degli avvolgitapparelle, le mensole sfilabili e ogni altro elemento asportabile che può essere di ostacolo durante la posa o costringerci ad aprire fori nei teli. Per tappezzare le pareti in modo rapido e preciso conviene tagliare tutti i teli prima dell’applicazione. Poi procediamo con la stesura della colla sul retro di ognuno. È importante, in questa fase, non avere tempi morti in quanto le operazioni da compiere sono diverse. Utilizziamo la speciale colla in polvere per tappezzeria che deve essere sciolta per bene in acqua tiepida. Nell’applicazione a parete lasciamo un’abbondanza di alcuni centimetri a soffitto e a pavimento che asporteremo a fine lavoro. Stendiamo i teli successivi a filo del precedenteo, se i muri non sono regolari, sormontandolo di circa 1 cm. Proseguiamo fino alla totale copertura delle pareti. È utile la collaborazione di una persona che sostenga i teli durante il lavoro. Al termine applichiamo il battiscopa ed eventualmente dei bordini modanati lungo il soffitto.
Per tappezzare le pareti al meglio è utile sapere che:
Per un lavoro rapido e preciso conviene tagliare tutti i teli prima dell’applicazione. Se questi non hanno disegni che devono combaciare, basta tagliarli all’altezza della stanza più 8 cm. Se hanno disegni stendiamo un rotolo e tagliamo il primo telo alla lunghezza adeguata (altezza parete + 8 cm). Stendiamo un secondo telo accanto al primo e tagliamolo dopo aver fatto corrispondere i disegni. Accostiamo il terzo al secondo, e procediamo così per tutti i teli. Numeriamo i fogli e, per l’applicazione, procediamo secondo la numerazione.
L’ideale è disporre di un banco pieghevole largo 3-4 cm più della larghezza del rotolo e lungo almeno 2/3 dell’altezza della parete, ma si può rimediare con tavole appoggiate su due cavalletti.
Conviene collocare i teli a parete “allontanandoci” dalla finestra principale: in questo modo le giunzioni tra i fogli risultano meno visibili.
Il classico tavolo da tappezziere. Non è fondamentale, possiamo sostituirlo con una tavola appoggiata su cavalletti
Cosa serve per tappezzare le pareti:
Tavolo da tappezziere (o tavola poggiata su cavalletti);
Colla per carta da parati;
carta da parati
Forbici, filo a piombo, matita, spazzola larga, spazzola di saggina, spatola, carta vetrata, pennelli;
Staccatappezzeria;
Stucco da muro;
Aste battiscopa;
Adesivo per battiscopa
Staccare gli eventuali vecchi teli
Se la parete ha una vecchia tappezzeria prepariamo una soluzione con acqua tiepida e il preparato staccatappezzeria. Applichiamo il liquido e lasciamo agire il prodotto per circa 15-20 minuti.
Partendo dal bordo di un telo cominciamo a staccare la vecchia tappezzeria. Se alcune parti non si staccano ripetiamo la bagnatura. I pezzetti più resistenti vanno asportati con la spatola.
Predisporre il muro
Stucchiamo fori e crepe. Anche se ricoperti dalla carta, i fori dei tasselli evidenzierebbero piccole depressioni, pertanto bisogna livellarli con lo stucco. A stucco indurito carteggiamo i ritocchi.
Con una spazzola di saggina rimuoviamo le porzioni di vecchia pittura o di finitura (gesso, arenino ecc.) in fase di distacco che possono compromettere la buona adesione della carta da parati.
Preparare la colla
Prepariamo la colla per la nuova carta da parati sciogliendo in acqua (nelle proporzioni indicate sulla confezione) la colla in polvere (le proporzioni variano in funzione del tipo di carta da parati).
Il preparato in polvere va mescolato con accuratezza per evitare la formazione di grumi e accertandoci che tutto il materiale si sia sciolto. Conviene attendere qualche minuto prima di applicarlo sui teli.
Quanti teli occorrono per tappezzare le pareti?
Per calcolare con precisione quanta carta da parati ci serve, misuriamo il perimetro della stanza da rivestire “vuoto per pieno” (cioè considerando porte e finestre come parete intera). Dividiamo la misura (in metri) per 0,53 (larghezza standard dei fogli) e avremo il numero di teli da applicare. Per determinare il numero dei rotoli da acquistare misuriamo (in metri) l’altezza delle pareti e aggiungiamo 8 cm. Poi moltiplichiamo questa misura per il numero di fogli, calcolato prima, e dividiamo per 10 (lunghezza standard dei fogli). Il risultato (arrotondando per eccesso) è il numero di rotoli da acquistare. Un esempio:
Perimetro 20,50 m : 0,53 m = 39 fogli.
Altezza 3,05 m + 8 cm = 3,13 m.
Il calcolo è: 39 x 3,13: 10 = 12,20 per cui bisogna acquistare 13 rotoli. Se la carta da parati ha dei disegni che devono combaciare tra foglio e foglio acquistiamo un 10% di rotoli in più, perché si provoca più scarto.
Tappezzare le pareti
Tracciamo la linea di partenza con il filo a piombo, in prossimità di un angolo, senza fidarci della regolarità delle pareti. Questo accorgimento è essenziale per la buona riuscita del lavoro.
La colla, da preparare seguendo le istruzioni, va stesa con la pennellessa, trattando con cura i bordi. Le sbavature si possono rimuovere con acqua. Per questo lavoro utilizziamo il tavolo da tappezziere.
Affinché la colla penetri a fondo dobbiamo lasciar assorbire ogni telo per qualche minuto. Steso l’adesivo, si ripiegano i lati corti verso l’interno per trasportarlo verso la parete senza sporcarlo di colla.
Facciamo aderire alla parte alta della parete il lembo superiore del telo, curandone la coincidenza con la linea di partenza. Completiamo l’operazione in basso stendendo bene la carta.
Per premere la tappezzeria contro il muro ed eliminare le bolle d’aria usiamo una spazzola morbida. Eventuali sacche d’aria o di colla si possono aspirare con una siringa, forando la carta con l’ago.
In corrispondenza degli interruttori effettuiamo un taglio a croce e asportiamo le parti eccedenti. Prima di ricollocare la placca tagliamo la carta lungo perimetro della mascherina.
Applicare i battiscopa
Il battiscopa è bene sia applicato sulla parte terminale della tappezzeria, in modo da fermarla ulteriormente. Per un lavoro rapido e di ottimo risultato possiamo utilizzare un adesivo di montaggio che stendiamo sul retro del battiscopa. Applicando quest’ultimo a parete si nascondono i tagli terminali della carta. Premendo per bene, grazie all’effetto ventosa di questi adesivi, il battiscopa rimane in opera immediatamente.
Questo presepe di pasta frolla e cioccolato prima delizia la vista, poi il palato: è proprio tutto da mangiare!
Realizziamo un particolarissimo presepe di pasta frolla e cioccolato da allestire ed esporre sulla tavola nelle feste di Natale: si può gustare come un normale dolce.
Con gli stampini Prepariamo la pasta frolla e, con dei normali stampini per biscotti, realizziamo sulla sfoglia stesa allo spessore uniforme di qualche millimetro, gli alberi, le stelle e la cometa. Gli steccati e i fregi che ornano il presepe sono eseguiti facendo sciogliere a bagnomaria il cioccolato e depositando, su una placca foderata con carta da forno inzuccherata un reticolo di cioccolato che si fa raffreddare. Altri tipi di decorazione, come il “prato” o eventuali dorature si eseguono come le normali creazioni culinarie usando granella in polvere in vari colori, sbattendo le uova, acquistando in pasticceria i fiorellini di zucchero glassato o le gocce di cioccolato fondente. Le statuine del presepe di pasta frolla si fanno con cioccolato scuro o bianco fuso in stampini. La composizione, poi, assumerà lo sviluppo, la grandezza e la forma che più ci piace.
Preparare la pasta frolla
Per la pasta frolla occorrono:
360 g di farina,
100 g di zucchero
1 pizzico di sal
180 g di burro ammorbidito a temperatura ambiente,
scorza di limone grattuggiata,
4 tuorli
Si lavora molto velocemente con le mani, la farina, il sale, lo zucchero, il burro a pezzettini finché la pasta non assume un aspetto sabbioso. Si aggiungono i tuorli uno alla volta e si avvolge il composto ottenuto in un canovaccio e si lascia riposare al fresco per 1 ora. Per eseguire il presepe si modella la pasta secondo i vari elementi che compongono la creazione.
Dopo aver preparato e lasciato riposare la pasta frolla si tira la sfoglia col mattarello.
Si realizzano con gli appositi stampini per biscotti gli alberi, le stelle e la cometa e si cuoce in forno per 20 minuti a 190° C.
Presepe di pasta frolla- realizzare le statuine di cioccolato
Per realizzare le statuine si fonde un blocco di cioccolato bianco (si scioglie facilmente a fuoco lento diluendo con un po’di latte) e si versa negli appositi stampini.
Gli stampini sono di gomma talmente morbida da poter essere delicatamente aperti anche freddi di freezer, dove erano stati collocati per far indurire il cioccolato.
Presepe di pasta frolla- Realizzare la capanna
Si allestisce, con la pasta frolla, la base del presepe e le parti laterali “saldando” il tutto con cioccolato fondente sciolto a bagnomaria e riposto in una tasca da pasticciere.
Il prato si decora con la granella color verde che acquistiamo in pasticceria oppure nelle drogherie ben fornite. Si sparge sulla base di pasta frolla su cui abbiamo pennellato un po’ di albume sbattuto per farla aderire.
Su una placca o una teglia rivestita con la carta da forno cosparsa di zucchero eseguiamo le decorazioni con il cioccolato fuso messo nella tasca da pasticciere. Raffreddando le decorazioni induriscono.
Si dispongono le dolci statuine di cioccolato bianco sotto la capanna e sul prato di pasta frolla tempestata di granella verde:piccolo, ma di sicuro effetto, può essere consumato in allegria con i nostri ospiti.
Una panoramica sui principali modelli di radiatori design presenti sul mercato.
Se il nostro sistema di riscaldamento interno è a radiatori, possiamo considerare che la loro presenza non passa inosservata e può avere un forte impatto estetico se, al posto dei normali elementi radianti, installiamo radiatori design che uniscono, alla funzionalità e all’efficienza termica, un interessante “disegno”. Le case costruttrici offrono radiatori design di svariata tipologia, sia da un punto di vista funzionale, sia d’arredo. Alluminio, acciaio, ghisa, sono affiancati da leghe moderne con inerzia termica differenziata, mentre forme e colori hanno abbandonato la classica geometria e il normale bianco, per ottenere eleganti sinergie con l’arredo della casa. Grazie alla tecnologia digitale sulle superfici piane possono essere riprodotti molti soggetti aumentando le possibilità di personalizzare l’ambiente.
È utile sapere che: L’inerzia termica è la capacità di un materiale o di una struttura di variare più o meno lentamente la propria temperatura in funzione di variazioni di una sorgente di calore. Nei radiatori a parete l’inerzia termica è determinata da vari fattori, quali il tipo di materiale con cui sono realizzati, gli spessori e le forme. Una bassa inerzia è più utile in ambienti a uso non continuativo, mentre una maggiore inerzia (come quella, per esempio, dei pannelli radianti a pavimento) è adeguata per spazi frequentati in modo stabile.
radiatore a elementi tubolari con sviluppo verticale per ingombrare meno spazio nella parte bassa della parete. Questa tipologia è adatta per locali con spazi lineari limitati da porte, portefinestre e altri elementi infissi.
radiatore con specchio integrato a sviluppo verticale ideale per un ingresso o una camera da letto
calorifero-scaldasalviette costituito da due o più forme elementari, formato da soli collettori radianti. Gli scaldasalviette d’arredo sono prodotti in numerose forme.
scaldasalviette in tubo d’acciaio curvato: il montaggio può essere effettuato sia in verticale sia in orizzontale.
elemento riscaldante fissato a parete, che funge anche da elemento decorativo. Quasi tutti i radiatori d’arredo sono prodotti in colorazioni diverse e anche su indicazione.
termosifone con elementi piatti, sagomato per seguire l’inclinazione di una rampa di scale o adattarsi all’inclinazione del soffitto di una mansarda. Alcuni radiatori sono disponibili in modelli identici a quelli ad acqua calda, ma funzionanti elettricamente.
Un approfondimento del processo di produzione a monte del taglio delle tavole di legno
Il legno è costituito da:
25% fibre di lignina
40% cellulosa
25% emicellulosa (zuccheri)
10 % tannini, oli, sostanze volatili e sali minerali
La parte che ci interessa, ovvero il legno massello, è fornita dalla parte sottocorticale del tronco per taglio e levigatura. Le essenze legnose sono moltissime e anche una singola specie può fornire legname con caratteristiche molto diverse in base alla zona o al terreno su cui la pianta si è sviluppata. È compito delle segherie lavorare i tronchi in modo da minimizzare lo scarto, tagliandoli secondo uno schema preciso e osservando con attenzione ogni singolo tronco.
La stratigrafia di un tronco di legno
Midollo: tessuto centrale della pianta, è una riserva per il suo metabolismo.
Durame: strato di cellule morte o legno vecchio, la parte più pregiata.
Alburno: strato di cellule vive o legno nuovo, con la crescita dell’albero diventa durame e scurisce.
Cambio: produce legno nuovo all’interno e libro all’esterno.
Libro: tessuto che sostiene la pianta e conduce l’acqua.
Sughero: strato di bolle d’aria, cellule morte e sostanze che ne impediscono la decomposizione.
Corteccia: strato esterno protettivo.
Stoccaggio del legno
I tronchi vengono trasportati in segheria a volte dopo un viaggio di migliaia di chilometri via mare o via fiume, numerati e identificati in modo da avere una sicura tracciabilità del prodotto.
Sezionamento del legno
Osservando le teste delle tavole di legno si capisce da che punto del tronco provengono. Solo in alcuni punti il taglio non produce deformazioni ed è da questi che si ricavano i legni di maggior pregio.
Scelta dell’orientamento
Un carrello arpiona il tronco e lo fa scorrere contro una gigantesca sega a nastro. L’esperienza dell’operatore determina la scelta dell’orientamento per ottenere tavole diritte e senza difetti.
Formati extralarge
Capitano anche pezzi di dimensioni fuori norma, che devono essere comunque ridotti a misure commerciali. Mantenendo queste dimensioni le fessurazioni e le distorsioni sarebbero inevitabili.
Stagionatura del legno
I panconi ottenuti dal taglio dei tronchi devono essere sottoposti a una lunga e corretta stagionatura per evitare svergolamenti. Anche la loro disposizione segue precisi schemi.
Come si creano i piallacci
Pur avendo uno spessore ridotto a pochi decimi di millimetro, il piallaccio è un pezzo di legno massiccio che si ottiene tranciando un foglio da un tronco di legno pregiato tramite lame affilatissime. Viene utilizzato per migliorare esteticamente (nobilitare) la faccia a vista di altri materiali, in particolare pannelli di truciolare e tavole di basso pregio. Nel disegno si può notare come si ottiene un piallaccio.
per “sfogliatura rotativa” si ricava un foglio dal disegno molto vario e con poche venature.
con il sistema della tranciatura sui piani si hanno venature spaziate.
la tranciatura sul quarto fornisce piallacci a rigatura diritta