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Foglie decorative per le pareti

Senza danneggiare la natura in alcun modo, anzi, prolungandone in questo caso la magia, utilizziamo le foglie degli alberi come decorazione della nostra casa 

foglie decorative 8La natura è sempre prodiga di buoni suggerimenti fra i quali spiccano quelli che da sempre ci guidano nelle migliori scelte estetiche. Quante volte, infatti, abbiamo trasferito nella nostra casa le forme e i colori della natura per abbellirla, magari soltanto guarnendo un mobi le, un angolo o una stanza intera! Le foglie decorative dell’acero rosso, con la loro inta decisa, a volte violacea, a volte fiammata, che inondano l’intera parete di fondo del soggiorno, crea-no un magico corollario ai vivaci colori del mobilio e degli accessori. La disposizione delle foglie decorative sulla parete non deve essere casuale, anzi: il dispiegamento di foglie, in file del tutto regolari, deve avere inizio ad una distanza dal pavimento doppia rispetto a quella fra foglia e foglia. La prevalenza cromatica della foglia rispetto alla parete bianca viene miti- gata dall’applicazione su ognuna di un singolo velo di tovagliolo imbevu- to di colla: una volta essiccato, tinta e trama della foglia affiorano quanto basta ad ottenere l’effetto decorativo.

Come applicare le foglie decorative

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  1. Cosa serve per applicare le foglie decorative: foglie essiccate rosse (raccolte e pressate tra due pesi con un foglio di carta tra uno strato e l’altro), un barattolo di colla vinilica, fogli di carta velina, un cutter e una riga.
  2. Diluiamo un po’ di colla vinilica con acqua e applichiamola sul dorso delle foglie secche.
  3. Incolliamo le foglie decorative sul muro a intervalli regolari lungo tutta la parete e ricopriamole con un pezzetto di carta velina.
  4. Passiamo il pennello intriso di colla e acqua su tutta la velina tamponando delicatamente per non strapparla.
  5. Se necessario tamponiamo ulteriormente con uno straccetto. La carta velina, una volta asciutta, si confonderà col muro e lascerà intravedere solo le foglie.

Ripiano fai da te con specchi

La costruzione passo-passo di un originalissimo ripiano fai da te rivestito con specchi

ripiano fai da te, fai da te, costruire un ripiano, mensola fai da te, mensola con specchiTutto si rispecchia e si duplica se appoggiato su questo imponente e originale ripiano fai da te completamente rivestito di specchi. Dobbiamo inizialmente costruire una “scatola” di multistrato che poi rivestiamo con gli specchi fatti tagliare e molare lungo i bordi per evitare che gli spigoli risultino taglienti. Gli specchi vanno applicati alla struttura di multistrato con adesivo siliconico specifico per specchi, la cui formulazione non intacca l’argentatura. Un utile accorgimento, per facilitare il montaggio degli specchi, consiste nel fissare alla struttura quattro tacchetti di legno provvisori che la tengono sollevata permettendo una facile applicazione degli specchi laterali.

Cosa serve per costruire il ripiano fai da te:

  • Multistrato da 10 mm: un pezzo da 1098×494 mm, 1 da 1118×160 mm, 2 da 494×160 mm
  • 6 rinforzi interni di legno di scarto
  • Chiodini,
  • 2 supporti mensola di profilato,
  • 4 tasselli con vite,
  • Silicone per vetri, adesivo di montaggio
  • Specchi molati per rivestimento spessi 4 mm
  • 2 mensole di profilato 

Ripiano fai da te – Il progetto

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Come costruire un ripiano fai da te

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  1. Al bordo del ripiano superiore incolliamo il pannello frontale controllando che sia esattamente in squadra. Per una migliore tenuta del pannello, rinforziamo il fissaggio con alcuni chiodini.
  2. Dopo aver completato l’assemblaggio, con alcuni pezzetti di legno prepariamo i tacchetti che permettono di tenere sollevata la “scatola” per poter fissare agevolmente gli specchi.
  3. Utilizzando silicone per specchi, estruso con l’apposita pistola, fissiamo, a pressione, la lastra frontale. Ripetiamo l’operazione per gli specchi laterali, bloccandoli con alcune strisce di nastro di carta.
  4. È ora possibile completare il ripiano fissando lo specchio superiore. Abbiamo alcuni minuti di tempo per riposizionare correttamente gli specchi prima che il silicone cominci a far presa.
  5. Tracciamo la posizione dei fori per fissare le mensole. Utilizzando il trapano eseguiamo i quattro fori, inseriamo i tasselli e quindi applichiamo le mensole che blocchiamo stringendo le viti.
  6. Stendiamo un adesivo di montaggio lungo il perimetro posteriore della scatola-ripiano. La inseriamo sulle mensole e premiamo contro il muro per far agire l’adesivo bloccando l’insieme.

Paraspifferi per porte e finestre

Una panoramica dettagliata delle principali soluzioni paraspifferi per la casa

paraspifferiLe fessure che si formano tra le ante di una finestra o di una porta, o tra queste e il telaio, vanno sigillate con guarnizioni specifiche (bordini paraspifferi) in materiale morbido o fibra sintetica, che si deformano quando le ante vengono chiuse e occludono totalmente lo spazio. L’installazione dei paraspifferi è molto semplice in quanto basta tagliare nella lunghezza opportuna la guarnizione da applicare, pulire accuratamente la sede in cui essa andrà collocata, e stendere la guarnizione dopo aver asportato la protezione della parte adesiva. I vari tipi di guarnizione si differenziano in larghezze, spessori e materiali per adattarsi a tutti i serramenti e a fessure di varia entità. È bene chiudere la finestra (o la porta) dopo il fissaggio della guarnizione per favorire una forte presa dell’adesivo. A complemento dei bordini possiamo utilizzare i pratici “salsicciotti paraspifferi” in materiale morbido da collocare alla base delle portefinestre, soggette a fessure anche rilevanti.

Cosa serve per l’installare

  • Bordini paraspifferi per porte e finestre: guarnizioni adesive a profili standard, guarnizioni adesive con profilo a E e a V in gomma, per interstizi grandi e piccoli. 
  • Guarnizioni a spazzola per porte e porte-finestre
  • Forbici

Suddivisione dei paraspifferi:

  • bordini autoadesivi standard
  • bordini autoadesivi per interstizi grandi
  • bordini  autoadesivi per interstizi piccoli
  • paraspifferi sottoporta

bordini paraspifferi adesivi standard

paraspifferi

La guarnizione si applica al battente della finestra (o porta) dopo averlo pulito bene. Premiamo con le dita per garantire un’adesione forte e duratura nel tempo.

bordini paraspifferi per interstizi grandi

paraspifferi

I profili di gomma sagomati si applicano grazie al potente adesivo e si suddividono facilmente in due striscie in modo da poterli fissare ai battenti della finestra o della porta.

bordini per interstizi piccoli

paraspifferi

Il bordino con sagoma a V offre un’ottima protezione dagli spifferi in spazi ristretti. Dopo aver misurato il battente lo tagliamo nella lunghezza adeguata.

Paraspifferi sottoporta

paraspifferi

  1. Utilizzando una pinza, estraiamo il tappo di chiusura laterale dall’asta e sfiliamo dal supporto il bordino dotato di setole di nylon paraspifferi. Con il seghetto tagliamo a misura il supporto.
  2. Dopo aver reinserito il bordino con le setole all’interno del supporto di plastica, togliamo il nastro di protezione dell’adesivo e applichiamo il paraspifferi alla porta premendo tutta la superficie.
  3. Le guarnizioni e le aste sottoporta ci permettono di proteggere efficacemente la casa dal freddo riducendo le correnti d’aria, la polvere e il rumore. Sono generalmente durature nel tempo.

 

Il calore del termosifone 

paraspifferi

Specifici pannelli termoriflettenti, migliorano il risparmio energetico ed evitano la dispersione del calore attraverso i muri. I pannelli sono di morbida schiuma di poliuretano accoppiato con alluminio e si adattano a tutti i tipi di termosifone. Si tagliano molto facilmente con le forbici e si posizionano sul retro del calorifero.

Scopri tutta la linea di paraspifferi tesa

Vasi di carta fai da te

Pregiati vasi in ceramica? L’effetto visivo trae in inganno: in realtà si tratta di semplici vasi di carta fai da te realizzati con tubi di cartone avvolti da carta spiegazzata

Realizziamo degli originali vasi di carta fai da te per impreziosire i nostri ambienti con un tocco creativo: servono pochi materiali e l’effetto è garantito!

Vasi di carta fai da te – Fasciare i cilindri

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  1. Cosa serve per realizzare i vasi di carta fai da te: tubi di cartone, fogli di carta bianca, tempere o colori acrilici, colla vinilica, forbici, pennelli, matita e righello.
  2. Ritagliamo un pezzo di carta della dimensione necessaria a rivestire il tubo di cartone maggiorata di un paio di centimetri in altezza e in larghezza. Spiegazziamo bene la carta con le mani.
  3. Stendiamo un velo di colla vinilica su tutta la superficie del tubo e rivestiamolo con la carta stropicciata; in alto e in basso ripieghiamo all’interno.
  4. Prima che la colla faccia ben presa accentuiamo con le dita alcune delle pieghe della carta rendendole più a rilievo. Più pieghe ci saranno più forte sarà l’effetto finale.

Vasi di carta fai da te – La decorazione

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  1. Stendiamo sulla carta incollata uno strato di colla vinilica. Quando indurirà conferirà al portavasi una certa solidità. Lasciamo asciugare bene.
  2. Coloriamo tutto il vaso di una tinta (in questo caso rosa) dando, se necessario, più mani fino a quando il colore non è uniforme.
  3. Intingiamo il pennello in un colore contrastante con quello dato come base (in questo caso giallo), puliamolo dal colore in eccesso e passiamolo velocemente sulla superficie da colorare in maniera tale che il colore si depositi solo sulle zone a rilievo.
  4. Ritagliamo una bottiglia di plastica e infiliamo il fondo dentro al vaso di cartone per poter mettere i fiori in acqua. Per rendere il tutto più resistente, possiamo anche dare una mano finale di flatting.
  5. Per colorare le pieghe a rilievo si utilizza un pennello asciutto che viene prima intinto nella pittura, poi passato su un foglio di carta fino a quando non ci sia quasi più colore tra le setole. A questo punto, passandolo su un oggetto che presenta rilievi, deposita il colore solo su di essi.

Come installare un miscelatore monocomando

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Installare un miscelatore monocomando è un’operazione che possiamo svolgere in autonomia. Vediamo come fare a sostituire il rubinetto con video e foto

Per installare un miscelatore monocomando è fondamentale chiudere l’afflusso d’acqua all’utenza interessata. Se non ci sono valvole intermedie bisogna chiudere la valvola principale, con la conseguenza che mentre effettuiamo la riparazione non è possibile utilizzare l’acqua neppure dagli altri rubinetti: per questo installare un miscelatore monocomando è l’occasione per montare, tra i tubi di mandata dell’acqua calda e fredda e i rispettivi flessibili collegati all’erogatore, un rubinetto che permetta, in futuro, di chiudere la mandata soltanto alla singola utenza, mentre nel resto dell’abitazione rimane fruibile.

Installare un miscelatore monocomando comporta il collegamento del rubinetto alle tubazioni di adduzione, ma anche al meccanismo del salterello che consente di otturare il lavello con il tappo metallico mobile.

Se attualmente disponiamo di un rubinetto a tre fori (una bocca e due manopole laterali) e vogliamo inserirne uno a monocomando, dobbiamo chiudere i fori laterali del lavabo con coperchi cromati a vite. Facciamo attenzione a posizionare correttamente le guarnizioni. Affidiamoci a prodotti di alta qualità.

Come si sviluppano i collegamenti

collegamento rubinetto

Cosa serve per installare un miscelatore monocomando:

  • Rubinetto monocomando completo di tubi flessibili e guarnizioni
  • Tappi cromati a vite
  • Meccanismo del salterello
  • Chiave regolabile a rullino
  • Pinza a pappagallo
  • Chiave a forchetta

Installazione miscelatore monocomando

sostituzione rubinetto

  1. Per rimuovere i vecchi rubinetti bisogna asportare la placca superiore o la manopola bloccata da una vite. Sfilato il corpo esterno cromato appare il vitone che regola il flusso.
  2. Asportiamo i vitoni utilizzando una chiave a pappagallo, poi stacchiamo i flessibili di acqua calda e fredda e allentiamo la ghiera di fissaggio posta sotto il lavabo, ora si può asportare il rubinetto.
  3. Inseriamo il rubinetto a monocomando nel foro centrale. Lungo i due tubi che fuoriescono dal rubinetto inseriamo la guarnizione e la ghiera di fissaggio facendoli risalire fino all’erogatore.
  4. Per il fissaggio dell’erogatore le case produttrici adottano sistemi differenti. In questo caso si tratta di stringere un dado che fissa la ghiera e blocca il monocomando rendendolo solidale al sanitario.
  5. I tubi flessibili si avvitano agli attacchi a muro delle tubazioni di adduzione di acqua calda e fredda. In questo caso, è stato installato precedentemente un rubinetto che permette di chiudere l’acqua solo a questa utenza.
  6. Una coppia di tappi cromati occulta le sedi dei vecchi rubinetti. Prima di riaprire l’acqua per controllare che non ci siano perdite regoliamo la corsa del salterello in modo che tirandolo verso l’alto chiuda il foro di scarico.

Abat jour di porcellana fai da te

Non è certo difficile trovare la lampada che sia di nostro gusto, ma possiamo anche ricorrere a oggetti “estranei” al mondo delle lampade e adattarli a questo impiego.

È il caso di questo abat jour di porcellana realizzato riciclando un vaso decorato. Il sistema di illuminazione è composto da un portalampada fissato al collo del vaso da cui parte il cavo di alimentazione. Il portalampada è avvitato su un tige che è, a sua volta, inserito longitudinalmente in un coperchio di plastica posto sul collo del vaso. Il cavo di alimentazione entra nel portalampada attraverso il tige e fuoriesce dal vaso attraverso un foro alla base di questo.

Il portalampada blocca l’anello centrale del paralume mantenendo questo in posizione. Utilizziamo una lampadina di bassa potenza, max 40 W, oppure una luce “fredda” per non surriscaldare troppo l’insieme. Il conduttore di terra non serve perché  la base è in materiale isolante.

Cosa serve per realizzare l’abat jour di porcellana fai da te:

  • Vaso di porcellana decorato 
  • Paralume in stoffa
  • Coperchio di plastica rigida di dimensioni adatte a chiudere la bocca del vaso
  • Cavo bipolare elettrico con interruttore passante
  • Tige filettato con due dadi di bloccaggio
  • Portalampada e lampadina standard (E 27)
  • Trapano, forbici, attrezzi per elettricità  

Abat jour di porcellana fai da te

  1. Pratichiamo un foro nella parte inferiore del vaso con una punta da muro di piccolo diametro; poi allarghiamo il foro con una punta Ø 6 mm per permettere al cavo elettrico di passare senza difficoltà.
  2. Inseriamo il cavo facendolo fuoriuscire dalla bocca del vaso. Pratichiamo un nodo nel cavo (nella parte che sta dentro al vaso) in modo che non possa essere tirato verso l’esterno.
  3. Con la punta delle forbici, foriamo al centro il coperchio di plastica. ll foro deve essere abbastanza largo da consentire il passaggio del tige. Per rifinire l’apertura possiamo utilizzare una raspa tonda.
  4. Introduciamo il tige nel foro e lo blocchiamo avvitandovi, da entrambe le parti, due dadi che serriamo con le pinze. Non stringiamo eccessivamente per non deformare il coperchio.
  5. Avvitiamo la parte inferiore del portalampada al tige. Solo successivamente, dopo il fissaggio del cavo di alimentazione, fisseremo gli altri elementi che costituiscono il portalampada.
  6. Facciamo passare il cavo elettrico nel tige attraverso il portalampada, facendolo fuoriuscire di qualche centimetro. Asportiamo una parte di guaina per scoprire le trecciole (utilizzando la pinza spellafili) conduttrici di rame.
  7. Inseriamo i conduttori nei morsetti del portalampada serrandoli bene con un cacciavite. I cavi devono conservare intatto il rivestimento isolante fino ad appoggiarsi ai morsetti del portalampada.
  8. Dopo aver assemblato i componenti elettrici inseriamo il paralume e lo blocchiamo con la ghiera che si avvita al portalampada. Avvitiamo quindi la lampadina e testiamo il funzionamento.

Pinza spellafili e capicorda

Se dobbiamo spellare numerose estremità di conduttori isolati, non conviene affidarci alle forbici da elettricista, ma alla pinza spellafili che esegue questo compito con rapidità e precisione.

La pinza spellafili ha le estremità delle due ganasce dotate di una dentatura affilata; serrando le impugnature le ganasce si stringono e incidono il rivestimento isolante mentre, scorrendo all’indietro, asportano il pezzetto di guaina, lasciando libero e scoperto il conduttore interno. La finitura dei conduttori con capicorda può essere eseguita con un altro attrezzo che è in grado di serrare fortemente tali elementi sulla parte nuda del conduttore.

E’ utile sapere che, è bene procurarsi:

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  1. pinza spellafili
  2. tronchesino
  3. cutter
  4. capicorda

Come utilizzare la pinza spellafili

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  1. Se i conduttori da spellare sono all’interno di una guaina che li contiene, dobbiamo inizialmente portarli allo scoperto, incidendo con cautela la guaina con un cutter, e asportarne alcuni centimetri.
  2. Inseriamo il conduttore da spellare tra le ganasce della pinza spellafili facendolo arrivare a battuta. Stringiamo le impugnature per tagliare la guaina isolante e asportarla, liberando il conduttore.
  3. La forza di incisione può essere regolata, in modo da tagliare solo lo spezzone di guaina che viene poi “tirato” dalle lamelle. I conduttori vanno successivamente attorcigliati con le dita.

Che cosa sono i capicorda?

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I capicorda (capocorda) sono elementi metallici di varia foggia che permettono di collegare un cavo ad apparecchiature diverse, su cui sono presenti opportuni elementi in cui i capicorda si incastrano o si bloccano per avvitatura,  con  ottimo contatto,  stabilità nel tempo e possibilità di rapido scollegamento.

La pinza per capicorda

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  1. La pinza per capicorda permette anche di sguainare i cavi grazie a una serie di incavi, presenti nella parte interna delle impugnature, che riportano il diametro del cavo da spellare.
  2. Nella parte anteriore della pinza sono presenti due sottili ganasce taglienti che ci consentono di tranciare i conduttori per adeguarli all’inserimento nei diversi tipi di capicorda metallici.
  3. Le parti interne delle ganasce sono sagomate in modo da poter afferrare e stringere i capicorda deformandoli quanto basta per bloccare saldamente al loro interno i conduttori.

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Addobbi natalizi fai da te

Scintillanti creazioni geometriche per insoliti addobbi natalizi fai da te con l’utilizzo di un docile materiale

Creare addobbi natalizi fai da te è un’attività divertente, soprattutto se svolta in compagnia dei più piccoli! Il filo di ferro è un materiale creativo per eccellenza in quanto si può sagomare, piegare e curvare in piano o in tre dimensioni per ottenere composizioni di varia forma e colore limitate solo dalla nostra fantasia. Ebbene, realizzando alcune sagome e dotandole di perline colorate, creiamo spettacolari addobbi natalizi fai da te. Ci serve del filo di ferro dello spessore di 1 millimetro abbastanza robusto ma sufficientemente malleabile da poter essere modellato facilmente con le mani o con le pinze. Le perline si acquistano in merceria o nei negozi di bigiotteria: sono disponibili in molte versioni, dimensioni e colori.

Fare una dima
Per creare gli addobbi natalizi fai da te con il filo di ferro dobbiamo inizialmente disegnare le forme che desideriamo eseguire: stelle, casette, anelli, greche. Poi per poterle creare è necessario costruire una dima su cui sagomare il filo di ferro. La realizziamo con una tavoletta di legno su cui riportiamo la forma da eseguire. In corrispondenza di ogni spigolo del disegno piantiamo sulla tavoletta un chiodo che lasciamo sporgere di circa due terzi della sua lunghezza. Infine con un tronchesino tagliamo la testa ai chiodi e la dima è pronta. Fissiamo un’estremità del filo di ferro ad un chiodo, e “percorriamo” con il filo tutti i lati del perimetro mentre infiliamo le perline (completando ogni tratto prima di arrivare al chiodo successivo). Possiamo realizzare gli addobbi natalizi fai da te anche senza l’uso della dima, ma aiutandoci con un paio di pinze con i rebbi lunghi e sottili con cui eseguiamo le pieghe.

Il progetto degli addobbi natalizi fai da te

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Con l’aiuto della dima possiamo progettare decorazioni diverse, dalle più semplici a quelle più complesse. L’importante è tendere il fil di ferro tra un chiodo e l’altro, seguendo il contorno della figura. In corrispondenza di ogni chiodo il filo di ferro va ritorto a occhiello, dopo avervi inserito le perline necessarie. Per realizzare decorazioni tonde usiamo come dima un elemento cilindrico. Il lavoro si presenta più delicato in quanto i chiodi che fanno da guida sono in numero più ridotto rispetto alle altre forme e occorre più pratica per dare al filo di ferro la giusta piegatura. Per questo lavoro è preferibile acquistare fil di ferro robusto, ma duttile.

Addobbi natalizi fai da te passo passo

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Una tavoletta dello spessore di 20 mm è la base su cui realizzare la dima. Su ogni spigolo del disegno tracciato sulla tavoletta conficchiamo un chiodo lungo 30 mm che lasciamo leggermente sporgere. Per poter estrarre la decorazione ultimata senza dover scomporre la dima asportiamo con un tronchesino le teste a tutti i chiodi.

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Dopo aver eseguito la sagoma e infilate le perline, togliamo la decorazione dalla dima che è pronta a ricevere un altro filo da sagomare. Se vogliamo possiamo fissare stabilmente le perline sul filo di ferro incollandole in posizione con una goccia di adesivo universale oppure con colla cianoacrilica che ha una grande rapidità di presa.

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Possiamo realizzare forme diverse, anche senza l’impiego della dima, usando pinze con i rebbi lunghi. Accertiamoci, prima di ogni piega, che le perline siano distribuite in giusto numero lungo il tracciato ed eventualmente regolarizziamo la forma geometrica. 

 

 

Pannelli radianti a parete

Approfondimento sui nuovi sistemi di pannelli radianti a parete per un riscaldamento efficiente ed economico

pannelli radianti a parete, pannelli radianti, installare pannelli radianti, pannelli radianti elettrici, I pannelli radianti a parete si possono utilizzare quando installare un impianto radiante a pavimento risulta essere invasivo e complesso. I pannelli radianti a parete possono essere adottati come forma di riscaldamento esclusiva o per integrare impianti esistenti. Si tratta di realizzare un controsoffitto (o una controparete) utilizzando pannelli radianti nei quali è già inserita la serpentina riscaldante, quindi applicare l’intonacatura, preferibilmente con un prodotto fibrorinforzato per aumentare il rendimento termico.

Nei sistemi ad acqua la circolazione avviene come a pavimento, i pannelli radianti a parete sono collegati da collettori e alimentati da una tubazione principale di mandata e ritorno, collegata a un distributore. Esistono anche pannelli radianti elettrici costituiti da resistenze premontate su rete, ottimi per il riscaldamento integrativo senza dover intervenire sull’impianto esistente.

Cosa bisogna sapere circa i pannelli radianti a parete

  • I sistemi a circolazione d’acqua, collegati a una pompa di calore, possono essere utilizzati anche in estate per il raffrescamento degli ambienti.
  • Alcune soluzioni per pareti e soffitto sono caratterizzati da spessori ridotti, anche solo 14-15 mm in aggiunta all’intonaco per le pareti e circa 30 mm in aggiunta alla sottostruttura per i soffitti.
  • Una parete non dev’essere per forza rivestita interamente con pannelli radianti, il tamponamento può essere completato con analoghi pannelli sprovvisti di circuito di riscaldamento.

Come installare pannelli radianti a parete

pannelli radianti

  1. Si può ottenere una parete riscaldante applicando sul muro esistente uno strato di pannelli isolanti sul quale fissare la serpentina elettrica predisposta su rete e che andrà rivestita con pannelli di pietra ricostruita.
  2. Incolliamo sulla parete i pannelli isolanti spessi 10-15 mm, ben affiancati per formare una superficie continua. Srotoliamo la rete che ospita il cavo scaldante e fissiamola a essi con la graffatrice.
  3. Possiamo collegare tra loro più strisce di rete riscaldante per rivestire ampie zone, saldando i capi dei rispettivi conduttori e ricoprendo la giunzione con una guaina termoretraibile.
  4. Utilizzando viti autofilettanti che non richiedono l’uso di tasselli, fissiamo i pannelli di pietra ricostruita alla muratura. La testa della vite, incassata, si mimetizza con lo stucco in dotazione.
Zephir ESQ400 Pannello Riscaldante, Bianco
  • Potenza 550W
  • Verniciabile
  • Appendibile a parete
  • Spessore 11 mm
Teploceramic TC370 - Pannello a infrarossi per il calore crema/bianco
  • L’INSTALLAZIONE È FACILE E VELOCE! – È sufficiente collegarlo e il gioco è fatto! I Pannelli Riscaldanti Teploceramic possono essere appesi facilmente come una cornice tramite il montaggio a parete integrato.
  • ECONOMICAMENTE VANTAGGIOSO – Il pannello riscalda il vostro spazio abitabile in due modi diversi: calore a raggi infrarossi e convezione lenta.
  • DESIGN ATTRAENTE – Il design piatto e attraente accompagna qualsiasi stile di arredamento.
  • IDEALE PER I BAMBINI E PER CHI SOFFRE DI ALLERGIE – I pannelli radianti Teploceramic non utilizzano ventole interne che fanno circolare sostanze irritanti nocive e polvere nella stanza.
  • AFFIDABILE E DUREVOLE – Ogni pannello ha una durata media di 30 anni!
TIH 300 S
  • Efficace processo di riscaldamento con radiazione IR-C ecocompatibile
  • Trasporto del calore tramite onde luminose: riscaldamento diretto dell’oggetto senza alcuna perdita convettiva
  • Calore pulito: nessun rumore, nessun odore, nessuna condensa, nessun spreco di ossigeno, nessun sollevamento di polvere

Esistono anche i pannelli radianti a soffitto

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Il sistema capillare è estremamente flessibile e adatto per ogni superficie irregolare o addirittura per il soffitto. Il reticolo scaldante è facile da stendere e si adatta in maniera ottimale all’intonacatura.

Riscaldamento radiante e riscaldamento tradizionale: quali le differenze?

Nel riscaldamento tradizionale, il moto convettivo dell’aria calda, tende a convogliare la maggior parte del calore nella parte alta della stanza, con temperature non uniformi nell’ambiente. Il riscaldamento con pannelli radianti a parete minimizza il moto convettivo dell’aria mantenendo temperature uniformi e gradevoli nelle zone basse e più “vissute” delle stanze. Il comfort si raggiunge più rapidamente anche se la temperatura di regime è inferiore.

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Piano girevole fai da te in legno

Realizziamo un piano girevole fai da te da utilizzare come portavivande centrotavola

portavivande girevoleUn piano girevole fai da te posto a centrotavola è un’idea simpatica e funzionale che permette a ogni commensale di accedere a diversi contenitori con stuzzichini e salse, semplicemente facendolo ruotare. Il disco superiore può ruotare liberamente e senza attrito su un altro disco inferiore, più piccolo e provvisto di piedini, sul quale è fissato un cuscinetto a sfera tramite un tondino di legno inserito nel suo diametro interno. Questo blocca a pressione la parte interna del cuscinetto e lascia quella esterna. Il disco superiore si appoggia sul cuscinetto e rimane premuto su di esso da un bullone che attraversa tutta la struttura al centro.

Da sapere circa il piano girevole fai da te:

  • Il tondino di legno che inseriamo nel cuscinetto ha tre fori: due laterali, per fissarlo con viti al disco inferiore, uno centrale, attraverso cui passa il bullone che funge da perno di rotazione. Lo spessore del tondino di legno deve essere inferiore di 1 mm a quello del cuscinetto, per non strisciare contro il disco superiore.

Cosa serve per costruire il piano girevole fai da te:

  • Due dischi di MDF da 19 mm Ø 350 e Ø 200 mm
  • Cuscinetto Ø interno 40 mm,
  • tondino di legno,
  • bullone a testa tonda,
  • rondella,
  • dado a cupola
  • Carta vetrata, smalto

Piano girevole fai da te – il progetto

piano girevole fai da te

Come costruire il piano girevole fai da te

piano girevole cucina

  1. Per entrambi i dischi tracciamo il cerchio con un compasso, tagliamo con il seghetto alternativo e foriamo esattamente al centro, dove deve passare il perno. Regolarizziamo i tagli con carta vetrata.
  2. I profili esterni dei due dischi vanno leggermente smussati  con la carta vetrata. Avvitiamo sul piano inferiore il disco di legno inserito nel cuscinetto, quindi posiamo sopra di esso il disco superiore per il fissaggio definitivo.
  3. Inseriamo il bullone a testa tonda nel piano superiore e lo fissiamo al piano inferiore con rondella e dado a cupola. Dobbiamo tenere  fermo il disco mentre stringiamo il dado, in quanto la rotazione rimane libera per via del cuscinetto.
  4. Da un tondino di legno tagliamo quattro dischetti uguali che fungono da piedini, poco più alti del dado a cupola. Pratichiamo un foro al centro e fissiamoli con una vite sotto il disco inferiore, in posizione simmetrica.

Come estrarre i cuscinetti a sfera

estrazione cuscinetti a sfera

Se disponiamo di un estrattore possiamo facilmente smontare il cuscinetto, grazie a un perno centrale che, avvitando, preme ed estrae il cuscinetto dalla sua sede. Altrimenti dobbiamo appoggiare il diametro esterno sulle ganasce divaricate della morsa, procurarci un punzone di diametro adeguato e battere perpendicolarmente con il martello senza rovinare i bordi.