Proteggiamo e nobilitiamo l’aspetto del nostro termosifone con un grigliato leggero, realizzato con un intreccio di nastro di iuta da 40 mm.
A un copritermosifone fai da te non è richiesto di resistere a particolari sollecitazioni, ma si rivela idoneo come protezione anche da urti accidentali da parte dei bambini. Sulla robustezza del nastro di iuta non ci sono dubbi, dato il suo utilizzo nella preparazione delle sedute di molte poltroncine. Il ripiano che sovrasta il copritermosifone fai da te è costituito da un pannello di multistrato spesso 18 mm da incollare e inchiodare, dopo averlo trattato con impregnante per legno, magari a effetto cera per valorizzarne le venature. I nastri vanno tagliati con una certa abbondanza e si fissano con la graffatrice al telaio, nella sua parte non a vista, tagliando via l’eccedenza. Per fare in modo che i nastri di iuta risultino ben tesi adottiamo un piccolo trucco: mettiamo a bagno in acqua tiepida i nastri (per qualche minuto) prima di fissarli sul telaio di legno.
Cosa serve per realizzare il copritermosifone fai da te:
Listelli d’abete
Nastro di iuta largo 40 mm
Graffette o chiodinir
Coppia di piedini d’acciaio
Ripiano di multistrato da 18 mm
Seghetto, cacciavite
Colla vinilica,
viti autofilettanti
Copritermosifone fai da te – Il disegno
Come costruire un copritermosifone fai da te
Per realizzare l’incastro a mezzo legno, le estremità dei listelli vanno incise al centro per una profondità pari allo spessore del listello concorrente. Utilizziamo un segaccio o una sega a pettine.
Applichiamo sulle facce interne degli incastri un poco di colla vinilica e mettiamo in pressione, tra due blocchi di legno, con un morsetto, per almeno 24 ore. Una vite può rinforzare l’unione.
Per fissare gli spezzoni di listello ai distanziali, separando il telaio dal muro, foriamo la cornice in corrispondenza degli angoli. Attraverso tali fori inseriamo viti autofilettanti di opportuna lunghezza.
Il nastro di iuta va fissato (umido per migliorarne la tensione) nella parte posteriore del telaio, usando le viti o una graffatrice. Applichiamo e fissiamo prima tutte le strisce di iuta nello stesso senso.
Intrecciamo i nastri, perpendicolari ai precedenti. Il primo sotto/sopra poi sopra/sotto il secondo e così via. Infine li graffettiamo o li avvitiamo ben tesi. Curiamo la regolarità della distanza tra i nastri.
I piedini che servono d’appoggio si fissano alla base del telaio con viti autofilettanti. La loro conformazione triangolare contribuisce a conferire alla struttura del telaio maggior robustezza.
Ecco come personalizzare i pacchetti regalo fai da te
La natura, specialmente in autunno, ci regala tante risorse per realizzare pacchetti regalo fai da te . Altri elementi, sempre ispirati alla natura, sono frutto della fantasia e della manualità.
Cosa serve per realizzare i pacchetti regalo fai da te:
cartoncino;
spago argentato;
midollino;
rametti con foglie;
carte da rifascio;
un quotidiano;
fil di ferro;
forbici
Pacchetti regalo fai da te – La rosa di carta
Dopo aver ritagliato nel cartoncino rosso la forma di un petalo di rosa disteso, usiamolo per replicarne molti altri con i fogli del quotidiano.
Pieghiamo il primo foglio-petalo su sé stesso dandogli una conformazione a cono stretto; facendogli aderire un secondo foglietto alla base, glielo arrotoliamo attorno mantenendolo però più aperto del primo.
Proseguiamo aggiungendo petali e mantenendoli sempre un po’più aperti verso l’alto. Infine leghiamoli alla base con fil di ferro sottile: la rosa è fatta.
Realizziamo altre roselline e poi, usando sempre il fil di ferro, fissiamole al rametto di foglie.
Ghiande, spighe e carta
Pieghiamo a metà dei pezzetti di carta verde e da pacchi e strappiamola in modo da darle la forma frastagliata di una foglia.
Con la pistola incollatrice a caldo fissiamo le foglie al pacchetto già fasciato con la carta verde, intercalando strati di foglie nocciola a strati di foglie verdi.
Tagliamo una striscia di carta da pacchi ed arrotoliamola stretta stretta attorno ad una matita dandole forma a boccolo.
Fissiamo alcuni boccoli in modo che partano da sotto le foglie e completiamo la composizione con ghiande; in alternativa usiamo spighe di grano.
Una guida completa per imparare a tappezzare le pareti senza paura di sbagliare
Tappezzare le pareti non è un lavoro molto complicato, ma è necessario prepararlo con accuratezza in quanto vi sono fasi delicate che, se non sono affrontate nel modo adeguato, possono essere fonte di difficoltà. Prima di iniziare a tappezzare le pareti occorre eliminare le parti che si scrostano e asportando l’eventuale vecchia tappezzeria. Stucchiamo fori e fessure con stucco da muro. Quando i ritocchi sono asciutti carteggiamo con una carta abrasiva medio-fine (n° 220-240) e puliamo per bene con uno straccio. Asportiamo dalla parete le prese e gli interruttori (dopo aver tolto la tensione), isolandone i conduttori e raggruppandoli all’interno delle scatolette. Asportiamo anche le mascherine degli avvolgitapparelle, le mensole sfilabili e ogni altro elemento asportabile che può essere di ostacolo durante la posa o costringerci ad aprire fori nei teli. Per tappezzare le pareti in modo rapido e preciso conviene tagliare tutti i teli prima dell’applicazione. Poi procediamo con la stesura della colla sul retro di ognuno. È importante, in questa fase, non avere tempi morti in quanto le operazioni da compiere sono diverse. Utilizziamo la speciale colla in polvere per tappezzeria che deve essere sciolta per bene in acqua tiepida. Nell’applicazione a parete lasciamo un’abbondanza di alcuni centimetri a soffitto e a pavimento che asporteremo a fine lavoro. Stendiamo i teli successivi a filo del precedenteo, se i muri non sono regolari, sormontandolo di circa 1 cm. Proseguiamo fino alla totale copertura delle pareti. È utile la collaborazione di una persona che sostenga i teli durante il lavoro. Al termine applichiamo il battiscopa ed eventualmente dei bordini modanati lungo il soffitto.
Per tappezzare le pareti al meglio è utile sapere che:
Per un lavoro rapido e preciso conviene tagliare tutti i teli prima dell’applicazione. Se questi non hanno disegni che devono combaciare, basta tagliarli all’altezza della stanza più 8 cm. Se hanno disegni stendiamo un rotolo e tagliamo il primo telo alla lunghezza adeguata (altezza parete + 8 cm). Stendiamo un secondo telo accanto al primo e tagliamolo dopo aver fatto corrispondere i disegni. Accostiamo il terzo al secondo, e procediamo così per tutti i teli. Numeriamo i fogli e, per l’applicazione, procediamo secondo la numerazione.
L’ideale è disporre di un banco pieghevole largo 3-4 cm più della larghezza del rotolo e lungo almeno 2/3 dell’altezza della parete, ma si può rimediare con tavole appoggiate su due cavalletti.
Conviene collocare i teli a parete “allontanandoci” dalla finestra principale: in questo modo le giunzioni tra i fogli risultano meno visibili.
Il classico tavolo da tappezziere. Non è fondamentale, possiamo sostituirlo con una tavola appoggiata su cavalletti
Cosa serve per tappezzare le pareti:
Tavolo da tappezziere (o tavola poggiata su cavalletti);
Colla per carta da parati;
carta da parati
Forbici, filo a piombo, matita, spazzola larga, spazzola di saggina, spatola, carta vetrata, pennelli;
Staccatappezzeria;
Stucco da muro;
Aste battiscopa;
Adesivo per battiscopa
Staccare gli eventuali vecchi teli
Se la parete ha una vecchia tappezzeria prepariamo una soluzione con acqua tiepida e il preparato staccatappezzeria. Applichiamo il liquido e lasciamo agire il prodotto per circa 15-20 minuti.
Partendo dal bordo di un telo cominciamo a staccare la vecchia tappezzeria. Se alcune parti non si staccano ripetiamo la bagnatura. I pezzetti più resistenti vanno asportati con la spatola.
Predisporre il muro
Stucchiamo fori e crepe. Anche se ricoperti dalla carta, i fori dei tasselli evidenzierebbero piccole depressioni, pertanto bisogna livellarli con lo stucco. A stucco indurito carteggiamo i ritocchi.
Con una spazzola di saggina rimuoviamo le porzioni di vecchia pittura o di finitura (gesso, arenino ecc.) in fase di distacco che possono compromettere la buona adesione della carta da parati.
Preparare la colla
Prepariamo la colla per la nuova carta da parati sciogliendo in acqua (nelle proporzioni indicate sulla confezione) la colla in polvere (le proporzioni variano in funzione del tipo di carta da parati).
Il preparato in polvere va mescolato con accuratezza per evitare la formazione di grumi e accertandoci che tutto il materiale si sia sciolto. Conviene attendere qualche minuto prima di applicarlo sui teli.
Quanti teli occorrono per tappezzare le pareti?
Per calcolare con precisione quanta carta da parati ci serve, misuriamo il perimetro della stanza da rivestire “vuoto per pieno” (cioè considerando porte e finestre come parete intera). Dividiamo la misura (in metri) per 0,53 (larghezza standard dei fogli) e avremo il numero di teli da applicare. Per determinare il numero dei rotoli da acquistare misuriamo (in metri) l’altezza delle pareti e aggiungiamo 8 cm. Poi moltiplichiamo questa misura per il numero di fogli, calcolato prima, e dividiamo per 10 (lunghezza standard dei fogli). Il risultato (arrotondando per eccesso) è il numero di rotoli da acquistare. Un esempio:
Perimetro 20,50 m : 0,53 m = 39 fogli.
Altezza 3,05 m + 8 cm = 3,13 m.
Il calcolo è: 39 x 3,13: 10 = 12,20 per cui bisogna acquistare 13 rotoli. Se la carta da parati ha dei disegni che devono combaciare tra foglio e foglio acquistiamo un 10% di rotoli in più, perché si provoca più scarto.
Tappezzare le pareti
Tracciamo la linea di partenza con il filo a piombo, in prossimità di un angolo, senza fidarci della regolarità delle pareti. Questo accorgimento è essenziale per la buona riuscita del lavoro.
La colla, da preparare seguendo le istruzioni, va stesa con la pennellessa, trattando con cura i bordi. Le sbavature si possono rimuovere con acqua. Per questo lavoro utilizziamo il tavolo da tappezziere.
Affinché la colla penetri a fondo dobbiamo lasciar assorbire ogni telo per qualche minuto. Steso l’adesivo, si ripiegano i lati corti verso l’interno per trasportarlo verso la parete senza sporcarlo di colla.
Facciamo aderire alla parte alta della parete il lembo superiore del telo, curandone la coincidenza con la linea di partenza. Completiamo l’operazione in basso stendendo bene la carta.
Per premere la tappezzeria contro il muro ed eliminare le bolle d’aria usiamo una spazzola morbida. Eventuali sacche d’aria o di colla si possono aspirare con una siringa, forando la carta con l’ago.
In corrispondenza degli interruttori effettuiamo un taglio a croce e asportiamo le parti eccedenti. Prima di ricollocare la placca tagliamo la carta lungo perimetro della mascherina.
Applicare i battiscopa
Il battiscopa è bene sia applicato sulla parte terminale della tappezzeria, in modo da fermarla ulteriormente. Per un lavoro rapido e di ottimo risultato possiamo utilizzare un adesivo di montaggio che stendiamo sul retro del battiscopa. Applicando quest’ultimo a parete si nascondono i tagli terminali della carta. Premendo per bene, grazie all’effetto ventosa di questi adesivi, il battiscopa rimane in opera immediatamente.
Questo presepe di pasta frolla e cioccolato prima delizia la vista, poi il palato: è proprio tutto da mangiare!
Realizziamo un particolarissimo presepe di pasta frolla e cioccolato da allestire ed esporre sulla tavola nelle feste di Natale: si può gustare come un normale dolce.
Con gli stampini Prepariamo la pasta frolla e, con dei normali stampini per biscotti, realizziamo sulla sfoglia stesa allo spessore uniforme di qualche millimetro, gli alberi, le stelle e la cometa. Gli steccati e i fregi che ornano il presepe sono eseguiti facendo sciogliere a bagnomaria il cioccolato e depositando, su una placca foderata con carta da forno inzuccherata un reticolo di cioccolato che si fa raffreddare. Altri tipi di decorazione, come il “prato” o eventuali dorature si eseguono come le normali creazioni culinarie usando granella in polvere in vari colori, sbattendo le uova, acquistando in pasticceria i fiorellini di zucchero glassato o le gocce di cioccolato fondente. Le statuine del presepe di pasta frolla si fanno con cioccolato scuro o bianco fuso in stampini. La composizione, poi, assumerà lo sviluppo, la grandezza e la forma che più ci piace.
Preparare la pasta frolla
Per la pasta frolla occorrono:
360 g di farina,
100 g di zucchero
1 pizzico di sal
180 g di burro ammorbidito a temperatura ambiente,
scorza di limone grattuggiata,
4 tuorli
Si lavora molto velocemente con le mani, la farina, il sale, lo zucchero, il burro a pezzettini finché la pasta non assume un aspetto sabbioso. Si aggiungono i tuorli uno alla volta e si avvolge il composto ottenuto in un canovaccio e si lascia riposare al fresco per 1 ora. Per eseguire il presepe si modella la pasta secondo i vari elementi che compongono la creazione.
Dopo aver preparato e lasciato riposare la pasta frolla si tira la sfoglia col mattarello.
Si realizzano con gli appositi stampini per biscotti gli alberi, le stelle e la cometa e si cuoce in forno per 20 minuti a 190° C.
Presepe di pasta frolla- realizzare le statuine di cioccolato
Per realizzare le statuine si fonde un blocco di cioccolato bianco (si scioglie facilmente a fuoco lento diluendo con un po’di latte) e si versa negli appositi stampini.
Gli stampini sono di gomma talmente morbida da poter essere delicatamente aperti anche freddi di freezer, dove erano stati collocati per far indurire il cioccolato.
Presepe di pasta frolla- Realizzare la capanna
Si allestisce, con la pasta frolla, la base del presepe e le parti laterali “saldando” il tutto con cioccolato fondente sciolto a bagnomaria e riposto in una tasca da pasticciere.
Il prato si decora con la granella color verde che acquistiamo in pasticceria oppure nelle drogherie ben fornite. Si sparge sulla base di pasta frolla su cui abbiamo pennellato un po’ di albume sbattuto per farla aderire.
Su una placca o una teglia rivestita con la carta da forno cosparsa di zucchero eseguiamo le decorazioni con il cioccolato fuso messo nella tasca da pasticciere. Raffreddando le decorazioni induriscono.
Si dispongono le dolci statuine di cioccolato bianco sotto la capanna e sul prato di pasta frolla tempestata di granella verde:piccolo, ma di sicuro effetto, può essere consumato in allegria con i nostri ospiti.
Una panoramica sui principali modelli di radiatori design presenti sul mercato.
Se il nostro sistema di riscaldamento interno è a radiatori, possiamo considerare che la loro presenza non passa inosservata e può avere un forte impatto estetico se, al posto dei normali elementi radianti, installiamo radiatori design che uniscono, alla funzionalità e all’efficienza termica, un interessante “disegno”. Le case costruttrici offrono radiatori design di svariata tipologia, sia da un punto di vista funzionale, sia d’arredo. Alluminio, acciaio, ghisa, sono affiancati da leghe moderne con inerzia termica differenziata, mentre forme e colori hanno abbandonato la classica geometria e il normale bianco, per ottenere eleganti sinergie con l’arredo della casa. Grazie alla tecnologia digitale sulle superfici piane possono essere riprodotti molti soggetti aumentando le possibilità di personalizzare l’ambiente.
È utile sapere che: L’inerzia termica è la capacità di un materiale o di una struttura di variare più o meno lentamente la propria temperatura in funzione di variazioni di una sorgente di calore. Nei radiatori a parete l’inerzia termica è determinata da vari fattori, quali il tipo di materiale con cui sono realizzati, gli spessori e le forme. Una bassa inerzia è più utile in ambienti a uso non continuativo, mentre una maggiore inerzia (come quella, per esempio, dei pannelli radianti a pavimento) è adeguata per spazi frequentati in modo stabile.
radiatore a elementi tubolari con sviluppo verticale per ingombrare meno spazio nella parte bassa della parete. Questa tipologia è adatta per locali con spazi lineari limitati da porte, portefinestre e altri elementi infissi.
radiatore con specchio integrato a sviluppo verticale ideale per un ingresso o una camera da letto
calorifero-scaldasalviette costituito da due o più forme elementari, formato da soli collettori radianti. Gli scaldasalviette d’arredo sono prodotti in numerose forme.
scaldasalviette in tubo d’acciaio curvato: il montaggio può essere effettuato sia in verticale sia in orizzontale.
elemento riscaldante fissato a parete, che funge anche da elemento decorativo. Quasi tutti i radiatori d’arredo sono prodotti in colorazioni diverse e anche su indicazione.
termosifone con elementi piatti, sagomato per seguire l’inclinazione di una rampa di scale o adattarsi all’inclinazione del soffitto di una mansarda. Alcuni radiatori sono disponibili in modelli identici a quelli ad acqua calda, ma funzionanti elettricamente.
Un approfondimento del processo di produzione a monte del taglio delle tavole di legno
Il legno è costituito da:
25% fibre di lignina
40% cellulosa
25% emicellulosa (zuccheri)
10 % tannini, oli, sostanze volatili e sali minerali
La parte che ci interessa, ovvero il legno massello, è fornita dalla parte sottocorticale del tronco per taglio e levigatura. Le essenze legnose sono moltissime e anche una singola specie può fornire legname con caratteristiche molto diverse in base alla zona o al terreno su cui la pianta si è sviluppata. È compito delle segherie lavorare i tronchi in modo da minimizzare lo scarto, tagliandoli secondo uno schema preciso e osservando con attenzione ogni singolo tronco.
La stratigrafia di un tronco di legno
Midollo: tessuto centrale della pianta, è una riserva per il suo metabolismo.
Durame: strato di cellule morte o legno vecchio, la parte più pregiata.
Alburno: strato di cellule vive o legno nuovo, con la crescita dell’albero diventa durame e scurisce.
Cambio: produce legno nuovo all’interno e libro all’esterno.
Libro: tessuto che sostiene la pianta e conduce l’acqua.
Sughero: strato di bolle d’aria, cellule morte e sostanze che ne impediscono la decomposizione.
Corteccia: strato esterno protettivo.
Stoccaggio del legno
I tronchi vengono trasportati in segheria a volte dopo un viaggio di migliaia di chilometri via mare o via fiume, numerati e identificati in modo da avere una sicura tracciabilità del prodotto.
Sezionamento del legno
Osservando le teste delle tavole di legno si capisce da che punto del tronco provengono. Solo in alcuni punti il taglio non produce deformazioni ed è da questi che si ricavano i legni di maggior pregio.
Scelta dell’orientamento
Un carrello arpiona il tronco e lo fa scorrere contro una gigantesca sega a nastro. L’esperienza dell’operatore determina la scelta dell’orientamento per ottenere tavole diritte e senza difetti.
Formati extralarge
Capitano anche pezzi di dimensioni fuori norma, che devono essere comunque ridotti a misure commerciali. Mantenendo queste dimensioni le fessurazioni e le distorsioni sarebbero inevitabili.
Stagionatura del legno
I panconi ottenuti dal taglio dei tronchi devono essere sottoposti a una lunga e corretta stagionatura per evitare svergolamenti. Anche la loro disposizione segue precisi schemi.
Come si creano i piallacci
Pur avendo uno spessore ridotto a pochi decimi di millimetro, il piallaccio è un pezzo di legno massiccio che si ottiene tranciando un foglio da un tronco di legno pregiato tramite lame affilatissime. Viene utilizzato per migliorare esteticamente (nobilitare) la faccia a vista di altri materiali, in particolare pannelli di truciolare e tavole di basso pregio. Nel disegno si può notare come si ottiene un piallaccio.
per “sfogliatura rotativa” si ricava un foglio dal disegno molto vario e con poche venature.
con il sistema della tranciatura sui piani si hanno venature spaziate.
la tranciatura sul quarto fornisce piallacci a rigatura diritta
Senza danneggiare la natura in alcun modo, anzi, prolungandone in questo caso la magia, utilizziamo le foglie degli alberi come decorazione della nostra casa
La natura è sempre prodiga di buoni suggerimenti fra i quali spiccano quelli che da sempre ci guidano nelle migliori scelte estetiche. Quante volte, infatti, abbiamo trasferito nella nostra casa le forme e i colori della natura per abbellirla, magari soltanto guarnendo un mobi le, un angolo o una stanza intera! Le foglie decorative dell’acero rosso, con la loro inta decisa, a volte violacea, a volte fiammata, che inondano l’intera parete di fondo del soggiorno, crea-no un magico corollario ai vivaci colori del mobilio e degli accessori. La disposizione delle foglie decorative sulla parete non deve essere casuale, anzi: il dispiegamento di foglie, in file del tutto regolari, deve avere inizio ad una distanza dal pavimento doppia rispetto a quella fra foglia e foglia. La prevalenza cromatica della foglia rispetto alla parete bianca viene miti- gata dall’applicazione su ognuna di un singolo velo di tovagliolo imbevu- to di colla: una volta essiccato, tinta e trama della foglia affiorano quanto basta ad ottenere l’effetto decorativo.
Come applicare le foglie decorative
Cosa serve per applicare le foglie decorative: foglie essiccate rosse (raccolte e pressate tra due pesi con un foglio di carta tra uno strato e l’altro), un barattolo di colla vinilica, fogli di carta velina, un cutter e una riga.
Diluiamo un po’ di colla vinilica con acqua e applichiamola sul dorso delle foglie secche.
Incolliamo le foglie decorative sul muro a intervalli regolari lungo tutta la parete e ricopriamole con un pezzetto di carta velina.
Passiamo il pennello intriso di colla e acqua su tutta la velina tamponando delicatamente per non strapparla.
Se necessario tamponiamo ulteriormente con uno straccetto. La carta velina, una volta asciutta, si confonderà col muro e lascerà intravedere solo le foglie.
La costruzione passo-passo di un originalissimo ripiano fai da te rivestito con specchi
Tutto si rispecchia e si duplica se appoggiato su questo imponente e originale ripiano fai da te completamente rivestito di specchi. Dobbiamo inizialmente costruire una “scatola” di multistrato che poi rivestiamo con gli specchi fatti tagliare e molare lungo i bordi per evitare che gli spigoli risultino taglienti. Gli specchi vanno applicati alla struttura di multistrato con adesivo siliconico specifico per specchi, la cui formulazione non intacca l’argentatura. Un utile accorgimento, per facilitare il montaggio degli specchi, consiste nel fissare alla struttura quattro tacchetti di legno provvisori che la tengono sollevata permettendo una facile applicazione degli specchi laterali.
Cosa serve per costruire il ripiano fai da te:
Multistrato da 10 mm: un pezzo da 1098×494 mm, 1 da 1118×160 mm, 2 da 494×160 mm
6 rinforzi interni di legno di scarto
Chiodini,
2 supporti mensola di profilato,
4 tasselli con vite,
Silicone per vetri, adesivo di montaggio
Specchi molati per rivestimento spessi 4 mm
2 mensole di profilato
Ripiano fai da te – Il progetto
Come costruire un ripiano fai da te
Al bordo del ripiano superiore incolliamo il pannello frontale controllando che sia esattamente in squadra. Per una migliore tenuta del pannello, rinforziamo il fissaggio con alcuni chiodini.
Dopo aver completato l’assemblaggio, con alcuni pezzetti di legno prepariamo i tacchetti che permettono di tenere sollevata la “scatola” per poter fissare agevolmente gli specchi.
Utilizzando silicone per specchi, estruso con l’apposita pistola, fissiamo, a pressione, la lastra frontale. Ripetiamo l’operazione per gli specchi laterali, bloccandoli con alcune strisce di nastro di carta.
È ora possibile completare il ripiano fissando lo specchio superiore. Abbiamo alcuni minuti di tempo per riposizionare correttamente gli specchi prima che il silicone cominci a far presa.
Tracciamo la posizione dei fori per fissare le mensole. Utilizzando il trapano eseguiamo i quattro fori, inseriamo i tasselli e quindi applichiamo le mensole che blocchiamo stringendo le viti.
Stendiamo un adesivo di montaggio lungo il perimetro posteriore della scatola-ripiano. La inseriamo sulle mensole e premiamo contro il muro per far agire l’adesivo bloccando l’insieme.
Una panoramica dettagliata delle principali soluzioni paraspifferi per la casa
Le fessure che si formano tra le ante di una finestra o di una porta, o tra queste e il telaio, vanno sigillate con guarnizioni specifiche (bordini paraspifferi) in materiale morbido o fibra sintetica, che si deformano quando le ante vengono chiuse e occludono totalmente lo spazio. L’installazione dei paraspifferi è molto semplice in quanto basta tagliare nella lunghezza opportuna la guarnizione da applicare, pulire accuratamente la sede in cui essa andrà collocata, e stendere la guarnizione dopo aver asportato la protezione della parte adesiva. I vari tipi di guarnizione si differenziano in larghezze, spessori e materiali per adattarsi a tutti i serramenti e a fessure di varia entità. È bene chiudere la finestra (o la porta) dopo il fissaggio della guarnizione per favorire una forte presa dell’adesivo. A complemento dei bordini possiamo utilizzare i pratici “salsicciotti paraspifferi” in materiale morbido da collocare alla base delle portefinestre, soggette a fessure anche rilevanti.
Cosa serve per l’installare
Bordini paraspifferi per porte e finestre: guarnizioni adesive a profili standard, guarnizioni adesive con profilo a E e a V in gomma, per interstizi grandi e piccoli.
Guarnizioni a spazzola per porte e porte-finestre
Forbici
Suddivisione dei paraspifferi:
bordini autoadesivi standard
bordini autoadesivi per interstizi grandi
bordini autoadesivi per interstizi piccoli
paraspifferi sottoporta
bordini paraspifferi adesivi standard
La guarnizione si applica al battente della finestra (o porta) dopo averlo pulito bene. Premiamo con le dita per garantire un’adesione forte e duratura nel tempo.
bordini paraspifferi per interstizi grandi
I profili di gomma sagomati si applicano grazie al potente adesivo e si suddividono facilmente in due striscie in modo da poterli fissare ai battenti della finestra o della porta.
bordini per interstizi piccoli
Il bordino con sagoma a V offre un’ottima protezione dagli spifferi in spazi ristretti. Dopo aver misurato il battente lo tagliamo nella lunghezza adeguata.
Paraspifferi sottoporta
Utilizzando una pinza, estraiamo il tappo di chiusura laterale dall’asta e sfiliamo dal supporto il bordino dotato di setole di nylon paraspifferi. Con il seghetto tagliamo a misura il supporto.
Dopo aver reinserito il bordino con le setole all’interno del supporto di plastica, togliamo il nastro di protezione dell’adesivo e applichiamo il paraspifferi alla porta premendo tutta la superficie.
Le guarnizioni e le aste sottoporta ci permettono di proteggere efficacemente la casa dal freddo riducendo le correnti d’aria, la polvere e il rumore. Sono generalmente durature nel tempo.
Il calore del termosifone
Specifici pannelli termoriflettenti, migliorano il risparmio energetico ed evitano la dispersione del calore attraverso i muri. I pannelli sono di morbida schiuma di poliuretano accoppiato con alluminio e si adattano a tutti i tipi di termosifone. Si tagliano molto facilmente con le forbici e si posizionano sul retro del calorifero.
Pregiati vasi in ceramica? L’effetto visivo trae in inganno: in realtà si tratta di semplici vasi di carta fai da te realizzati con tubi di cartone avvolti da carta spiegazzata
Realizziamo degli originali vasi di carta fai da te per impreziosire i nostri ambienti con un tocco creativo: servono pochi materiali e l’effetto è garantito!
Vasi di carta fai da te – Fasciare i cilindri
Cosa serve per realizzare i vasi di carta fai da te:tubi di cartone, fogli di carta bianca, tempere o colori acrilici, colla vinilica, forbici, pennelli, matita e righello.
Ritagliamo un pezzo di carta della dimensione necessaria a rivestire il tubo di cartone maggiorata di un paio di centimetri in altezza e in larghezza. Spiegazziamo bene la carta con le mani.
Stendiamo un velo di colla vinilica su tutta la superficie del tubo e rivestiamolo con la carta stropicciata; in alto e in basso ripieghiamo all’interno.
Prima che la colla faccia ben presa accentuiamo con le dita alcune delle pieghe della carta rendendole più a rilievo. Più pieghe ci saranno più forte sarà l’effetto finale.
Vasi di carta fai da te – La decorazione
Stendiamo sulla carta incollata uno strato di colla vinilica. Quando indurirà conferirà al portavasi una certa solidità. Lasciamo asciugare bene.
Coloriamo tutto il vaso di una tinta (in questo caso rosa) dando, se necessario, più mani fino a quando il colore non è uniforme.
Intingiamo il pennello in un colore contrastante con quello dato come base (in questo caso giallo), puliamolo dal colore in eccesso e passiamolo velocemente sulla superficie da colorare in maniera tale che il colore si depositi solo sulle zone a rilievo.
Ritagliamo una bottiglia di plastica e infiliamo il fondo dentro al vaso di cartone per poter mettere i fiori in acqua. Per rendere il tutto più resistente, possiamo anche dare una mano finale di flatting.
Per colorare le pieghe a rilievo si utilizza un pennello asciutto che viene prima intinto nella pittura, poi passato su un foglio di carta fino a quando non ci sia quasi più colore tra le setole. A questo punto, passandolo su un oggetto che presenta rilievi, deposita il colore solo su di essi.