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Come contrastare la condensa sui muri in modo definitivo

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Per porre rimedio alla condensa sui muri dobbiamo mettere in atto una serie mirati di interventi. Vediamo quali

muffaLa condensa sui muri è causata da un eccesso di umidità negli ambienti di casa (che è estremamente dannosa). L’aria calda è in grado di mantenere più umidità sospesa rispetto a un pari volume di aria fredda. Quando una massa calda (come i fumi di cottura dei cibi) viene a contatto con una superficie fredda (pareti, infissi) si abbassa di temperatura e cede l’umidità che non riesce più a mantenere in sospensione. L’umidità si condensa sui muri in minuscole goccioline e la sua presenza favorisce la formazione di colonie fungine (muffa sui muri) che anneriscono le pareti. Le colonie fungine causate dalla presenza di condensa si formano frequentemente vicino alle finestre e agli angoli delle stanze con muri freddi.  Inoltre, l’umidità, provoca la marcescenza di materiali porosi, come il legno dei mobili. La muffa sui muri si forma più spesso in cucina e in bagno dove la produzione di vapore acqueo è alta. Possiamo ridurre la formazione di condensa sui muri agendo su più fronti, come l’isolamento di pareti e infissi e il miglioramento della qualità dell’aria in casa.

Cosa serve per contrastare la condensa sui muri:

  • Materiali isolanti di vario tipo
  • Ventole, deumidificatori
  • Pitture antimuffa

Perchè si forma la condensa sui muri?

perché si forma la condensa

 Come contrastare la condensa sui muri

tubo isolato

Isolare i tubi: le tubazioni che entrano nell’abitazione, in cui scorre acqua fredda, si ricoprono di goccioline d’acqua. Per evitarlo dobbiamo fasciare i tubi con manicotti isolanti lungo tutto il loro sviluppo.

parete isolata

Isolare le pareti: per ridurre considerevolmente il raffreddamento delle pareti e la conseguente formazione di condensa possiamo applicare un isolante interno con controparete o un cappotto esterno.

deumidificatore

Il deumidificatore: per abbassare   l’umidità presente nell’aria di casa  utilizziamo un deumidificatore elettrico. La stessa funzione può essere svolta dal condizionatore impostato su “deumidificazione”.

ventola a vetro

Ventola a vetro: una ventola inserita sul vetro di una finestra della cucina (o in bagno, lavanderia) fornisce un ricambio continuo e una buona estrazione di umidità che riduce la formazione di condensa.

aspiratore elettrico

Aspiratore elettrico: nei locali come il bagno o la lavanderia ove la produzione di vapore acqueo è importante, è conveniente installare un aspiratore elettrico che convogli all’esterno l’aria umida.

pittura antimuffa

Pitture antimuffa: sulle pareti interessate dalla formazione di muffe conviene eseguire tinteggiature con idropitture contenenti (o arricchite da noi) con preparati antimuffa; ottima è la candeggina.

Uso dei sali assorbenti

sali assorbenti

  1. l’umidità ambientale può essere fortemente ridotta utilizzando i sali igroscopici che permettono di assorbire l’umidità dall’aria e fissare le polveri.
  2. il preparato (granulare o in pastiglie) si colloca in un cestello sotto il quale è presente una vaschetta. Il sale assorbe l’umidità dell’aria che si condensa e gocciola nella vaschetta. Questa va periodicamente svuotata e i sali vanno rinnovati quando sono esauriti.
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Errori elettrici da evitare

Una piccola, ma dettagliata panoramica, sui più classici e pericolosi errori elettrici da evitare

errori elettrici, errori elettricità, sicurezza elettrica, errori da evitare, sicurezza, rischio elettrico, energia elettricaIl rischio di incidenti dovuti agli errori elettrici è oggi ridotto al minimo grazie ai diversi sistemi di controllo installati negli impianti a norma, ma l’energia elettrica rimane potenzialmente pericolosa, per negligenza o mancanza di informazioni nei riguardi della materia. Spesso viene sottovalutata la differenza tra prese e spine che possono reggere fino a 10 A (adatte per luci e similari) e quelle fino a 16 A utilizzate per i grossi carichi (stufa elettrica, ferro da stiro, ecc.), con il risultato che, collegando questi apparecchi con spine sottodimensionate si ha un surriscaldamento dei contatti che può causare cortocircuiti. Isolamenti trascurati, piegature forti o spaccature nelle guaine delle prolunghe, cavi da interno utilizzati in esterno, apparecchi sotto tensione che possono essere interessati da schizzi d’acqua sono altre fonti di errori elettrici. Basta qualche banale precauzione.

Cosa bisogna sapere circa gli errori elettrici da evitare:

  • Quando si utilizza un qualsiasi apparecchio elettrico bisogna sempre ridurre al minimo l’eventuale dispersione verso terra di una fuga di corrente, attraverso il proprio corpo. La prima precauzione è quella di calzare scarpe, meglio se con la suola di gomma.
  • Le spine e le prese da 10 A e 16 A si riconoscono per la distanza fra i tre poli e il loro diametro, maggiore nel secondo tipo. Le spine Schuko (tedesche) possono essere inserite nelle prese da 16 A tramite un adattatore.
  • I cavi per esterni devono disporre di doppia guaina e grado di protezione da acqua e polveri IP44 o IP55.

Errori elettrici da evitare

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  1. Poggiare sul bordo di una vasca da bagno un apparecchio elettrico collegato alla rete come il phon o la radio, costituisce pericolo di folgorazione. Ricordarsi sempre che negli apparecchi la tensione è presente anche se sono spenti.
  2. Per sostituire una lampadina non basta “spegnere” la luce: dobbiamo scollegare la tensione all’interruttore generale perché la tensione (la fase) potrebbe comunque essere presente in un morsetto del portalampada.
  3. Inserire spine nelle prese o azionare elettrodomestici sul piano di cucina bagnato o in una zona esposta agli schizzi del rubinetto (magari con le mani bagnate) espone a un possibile rischio di folgorazione.
  4. Uno degli errori che viene fatto più frequentemente è quello di collegare a spine multiple una massa di altre spine che si sommano e causano un forte flusso di corrente sui conduttori e sulla presa di corrente a parete.
  5. Non utilizziamo mai apparecchi con spine che mostrino segni di usura, come lacerazioni, spellature o elementi fuori posto. All’interno della spina possono crearsi pericolosi cortocircuiti di contatto tra con
  6. Non collochiamo mai veli o foulard su una lampada per attenuarne la luminosità. Il calore emanato dalla lampadina è ostacolato nella circolazione e nella sua dispersione: possono incendiarsi il velo o il paralume.

Togliere sempre la tensione prima di ogni intervento

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Qualsiasi intervento decidiamo di affrontare su una qualunque parte dell’impianto elettrico è sempre necessario togliere tensione all’impianto stesso, agendo sul quadro generale o addirittura sull’interruttore presente sul contatore è buona norma di sicurezza porre un cartellino sull’interruttore con l’indicazione (ad altri) di non rimettere tensione mentre stiamo effettuando l’intervento senza prima avercelo segnalato.

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Scaffali modulari fai da te

Realizziamo degli scaffali modulari fai da te eleganti nella loro essenzialità, facilmente modificabili e che comprendono un piano-scrittoio per studiare o lavorare al computer.

La costruzione degli scaffali modulari fai da te consiste nel preparare una coppia di montanti “dentati” sui quali sia possibile spostare a piacimento i ripiani in modo da ottenere diverse configurazioni possibili. Gli elementi verticali e quelli orizzontali degli scaffali modulari fai da te sono incastrati fra loro a mezzo legno.

Usiamo lamellare per i montanti e legno MDF per i ripiani. I montanti si possono anche realizzare in massello usando faggio, frassino o betulla. I ripiani sono facilmente spostabili in una nuova posizione ogni qual volta si desideri o si debba cambiarli di posto per accettare oggetti più o meno alti. I montanti sono “dentellati” con modularità uniforme in modo da lasciare circa 170 mm di spazio fra due ripiani successivi.

Cosa serve per realizzare gli scaffali modulari fai da te:

  • 4 montanti di lamellare
  • Ripiani di MDF
  • 1 gamba per tavolo con attacco a piastra
  • 8 tasselli a espansione
  • Viti per fissare l’attacco della gamba
  • Turapori
  • Vernice di fondo e smalto
  • Seghetto alternativo
  • Scalpello
  • Raspa
  • Livella a bolla

Scaffali modulari fai da te – il progetto

La costruzione

  1. Per arrotondare gli angoli anteriori dei ripiani, tracciamo una linea guida sull’MDF utilizzando come dima un disco di cartone del diametro opportuno. Utilizziamo una matita da falegname.
  2. Con il seghetto alternativo, tagliamo gli angoli seguendo la linea precedentemente tracciata. Utilizziamo una lama stretta per seguire facilmente la curva e impostiamo una velocità di taglio lenta.
  3. Anche gli incastri dei ripiani si sagomano con l’alternativo. Per non indebolire troppo il margine dei ripiani, il dente esterno dell’incastro dev’essere largo almeno quanto lo spessore del montante.
  4. Avvitiamo il supporto della gamba da tavolo al pannello di MDF (che funge da scrittoio) usando viti autofilettanti. La posizione della gamba dev’essere distante circa 25 cm dal bordo minore.
  5. Valutiamo con attenzione profondità e altezza degli incastri: nei montanti la prima dev’essere metà della larghezza dei montanti, la seconda dev’essere uguale allo spessore dei ripiani.
  6. I montanti si fissano con tasselli a vite. Fissato a piombo il primo, gli altri si montano usando come dime distanziali gli stessi ripiani. Durante le fasi di lavorazione verifichiamo che sia tutto in bolla.
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Tutti gli usi delle tenaglie

Panoramica degli utilizzi classici di un attrezzo fondamentale nel laboratorio fai da te: la tenaglia

Come le pinze, le tenaglie sono costituite da due impugnature robuste, imperniate molto vicino alla parte attiva, che in questo caso è formata da due ganasce anziché da una coppia di becchi. Queste formano una curva a raggio molto stretto e, se chiuse, offrono una superficie di contatto piuttosto larga e assottigliata in modo da poter tranciare anche barrette metalliche tenere. Esistono vari tipi di tenaglia che differiscono sostanzialmente dal loro campo di impiego. Se la tenaglia serve soprattutto per trattenere, estrarre, torcere, le impugnature sono libere. Se invece le sue funzioni principali sono la tranciatura o la sbeccatura possono essere provviste, sotto il perno di articolazione, di molle telescopiche a lamelle che fanno ritornare le ganasce alla massima apertura rilasciando la presa, facilitando l’utilizzo ripetitivo e modulando la forza della mano.

Cosa bisogna sapere circa l’utilizzo delle tenaglie:

  • La parte terminale dell’impugnatura di alcune tenaglie è fornita di un’unghia, semplice o biforcuta, utile per sollevare la testa del chiodo e permettere di afferrarla con le ganasce per estrarlo.
  • Il perno di articolazione è posto molto in avanti rispetto alle dimensioni dell’utensile, quindi il fulcro è molto vicino al punto che offre resistenza alla leva: si ottiene quello che viene definito “guadagno meccanico”.

Le tenaglie servono per:

  • estrarre
  • tranciare
  • sagomare
  • trattenere
  • sbeccare
  • torcere

Estrarre

Il profilo tondo delle ganasce facilita l’estrazione dei chiodi, facendo “ruotare” quella a contatto con la superficie. Per non rovinare il supporto si interpone un pezzetto di legno o altro materiale.

Tranciare

I chiodi di piccolo diametro che vengono utilizzati per realizzare strutture provvisorie, se troppo lunghi, possono essere tranciati una volta conficcati a fondo, perfettamente a filo del legno.

Sagomare

Forzando sull’impugnatura si esercita un serraggio molto forte e, facendo forza in trazione o lavorando di polso, si possono sagomare anche piattine di ferro di discreto spessore.

Trattenere

Per trattenere i manufatti di ferro durante la lavorazione a caldo si utilizzano attrezzi a metà strada tra pinze e tenaglie con manici molto lunghi che non trasmettono il calore alle mani.

Sbeccare

Per sagomare le piastrelle in modo da adattarle a prese, sanitari, lungo linee curve o irregolari, si utilizza una tenaglia provvista di ganasce affilate e molla di ritorno con cui si asportano piccoli pezzi di ceramica in successione.

Torcere

Anche se esistono attrezzi specifici per effettuare legature di reti metalliche o armature di ferro, la tenaglia è l’attrezzo ideale che tutti possiedono. Modulando la forza si torce più volte il filo di ferro e, premendo, si trancia l’eccesso.

Utilizzi vari

Tra gli attrezzi del maniscalco non può mancare una robusta tenaglia. La ferratura del cavallo, nella sua fase finale (lo zoccolo e il ferro devono prima essere reciprocamente adattati) prevede il fissaggio allo zoccolo tramite chiodini di ferro dolce conficcati un poco inclinati, tranciando poi la parte eccedente con la tenaglia e ribattendo la punta. Al momento di sostituire il ferro, alcuni di questi chiodini rimangono conficcati nello zoccolo e si estraggono nuovamente con la tenaglia.

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Tavoli modulari fai da te

L’originale costruzione di due tavoli modulari da un unico pannello di MDF.

Possiamo sfruttare al meglio lo spazio di casa con semplici accorgimenti costruttivi e un risultato estetico apprezzabile, realizzando due tavoli modulari fai da te (complementari fra loro nella forma) ricavati da un unico pannello di MDF. Addossati alle pareti, lasciano libero il centro della stanza, valorizzando spazi di difficile utilizzo, come il vano di una finestra o davanti a un termosifone. Usando l’MDF non servono bordini di finitura. Il materiale non è molto resistente alla flessione, ma grazie alla gamba robusta e all’ancoraggio a muro si ottiene buona solidità. I piani  dei tavoli modulari hanno un bordo a “S” allungata, ma possono essere sagomati in maniere diverse.

Cosa serve per realizzare i tavoli modulari fai da te:

  • 1 piano di MDF spesso 28 mm
  • 2 gambe metalliche cilindriche con supporto
  • Profilo angolare di alluminio
  • Viti e tasselli a espansione
  •  Vernice di sottofondo e smalto di finitura a base acqua
  • Matita grassa
  • Seghetto alternativo
  • Trapano
  • Cacciavite o avvitatore
  • Pennello o rullo

Tavoli modulari fai da te – il progetto

Costruzione dei tavoli modulari

  1. Un unico taglio a “S” divide il pannello rettangolare in due parti complementari e quasi del tutto speculari. Per tracciare le curve possiamo servirci di un compasso autocostruito con cordicella.
  2. Con il seghetto alternativo, meglio se corredato dalla sua guida graduata per tagli a compasso, tagliamo il piano di MDF seguendo il profilo segnato. Otteniamo così direttamente i due piani.
  3. I tavoli si sorreggono anteriormente su una gamba metallica cilindrica con supporto. La gamba si monta semplicemente avvitandola, facendo combaciare il perno con il foro predisposto nel supporto.
  4. 4Sui due lati a muro i tavoli sono sorretti da profili di alluminio a L. Dopo aver tagliato a misura i profili li appoggiamo alla parete, li foriamo e li fissiamo con tasselli a espansione.

La smaltatura

Un materiale nuovo, asciutto e poroso, richiede sempre una mano di sottofondo, meglio se a base acqua (1), per trattare e assicurare una buona copertura dello smalto di finitura, una o due mani secondo il colore e il potere coprente. Usare il rullo (2) garantisce comodità e uniformità di colore. Possiamo usare due tinte diverse, in contrasto, per i due tavoli.

Zuccheriera segmentata fai da te

Una bellissima realizzazione di legno pregiato che impreziosisce e nobilita la nostra tavola

Questa zuccheriera segmentata è frutto dell’ingegno e della passione del nostro affezionato lettore friulano Mauro Bisaro il quale, negli anni, ha coltivato la sua passione per il legno d’arte fino a diventare un vero… “maestro di bottega artigiana”. Questa e altre realizzazioni sono consultabili nel suo interessante sito Il legnaiolo

Chi è Mauro Bisaro

mauro bisaro“Sono un Friulano della provincia di Pordenone, in quel di Spilimbergo, città del mosaico per eccellenza, ubicata sulle rive del Tagliamento ed a ridosso delle prealpi carniche. La mia passione per il legno e per la falegnameria d’arte nasce una ventina di anni fa, quando,fresco abbonato della rivista ‘ far da sè ‘, mi divoravo tutto quello che era scritto, invidiando quei lavori che i vari lettori sottoponevano alla rivista. Mi sono detto: vorrei provare anch’io, ma per lavorare il legno ci vogliono gli attrezzi necessari, ed io possedevo soltanto un trapanino della Black&Decker e qualche cacciavite. Così,risparmiando un pò alla volta, e facendo vari lavoretti in giro, mi sono messo da parte quelle somme che mi servivano per i primi attrezzi: pian piano sono così incominciate ad arrivare una fresa, una sega a nastro , una piccola combinata , il compressore e quanto serviva per incominciare a copiare qualche piccolo lavoretto che mi piaceva, e naturalmente sbagliando e buttando poi via tutto.A forza di sbagli qualche cosa riusciva: e questo mi riempiva di grande soddisfazione , stimolo a continuare ed arricchendo la mia esperienza. Avevo poi a disposizione soltanto qualche tavola dei nostri legni più comuni, e la riuscita dei primi lavori avevano i colori scialbi e monotoni delle cose banali. Mi diedi allora da fare per recuperare qualche listello di legno esotico e colorato ,andando a chiede a parchettisti per poter acquistare qualche avanzo, e non trovando sempre cortesia e disponibilità. Con il passare del tempo, poi, ho acquistato quella conoscenza necessaria per procurarmi quello che mi serviva, ed oggi debbo dire che i legni che uso per le mie creazioni sono nella stragrande maggioranza di qualità pregiata ed anche costosa, questo per donare all’ opera un’ impronta di qualità e di unicità destinata a ben figurare ed a durare nel tempo. 

Cosa serve per realizzare la zuccheriera segmentata

listelli di noce walnut di mm.25 x 25, due listelli di acero di mm.5 x 25, ed un listello di padouk di mm.10 x 25
Listelli di noce walnut 25 x 25 mm; due listelli di acero 5 x 25 mm; un listello di padouk di 10 x 25 mm; morsetti; colla vinilica; troncatrice; tornio per legno; trapano dotato di punta Forstner

Zuccheriera segmentata – Unione e taglio dei listelli

zuccheriera segmentata, mauro bisaro, il legnaiolo,

  1. I listelli, di lunghezza di circa 75-80 cm, vanno accoppiati tra di loro.
  2. Utilizzando colla vinilica incolliamo tra loro i listelli e morsettiamo saldamente.
  3. A colla asciutta pialliamo i listelli e li tagliamo a 30°.
  4. I singoli pezzi pezzetti, di 30 mm di lunghezza, vanno accostati tra loro in maniera alternata.
  5. In tutto sono 16 pezzetti, che accostati, formano le 8 sezioni della zuccheriera. Tagliamo anche dei triangoli , sempre di walnut ed acero, a 22,5°  (larghezza 50 mm), per impostare il fondo della zuccheriera, ed incolliamo il tutto.

Zuccheriera segmentata -Troncatrice a accoppiamento

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  1. Una volta asciugata la colla, mettiamo i pezzettini nella troncatrice e tagliamo gli spigoli sopra e sotto.
  2. Ora i pezzetti risultanti vanno tagliati ancora a 22,5° per poter creare un’unione circolare.
  3. Particolare del taglio a 22,5°
  4. Uniamo il tutto ed incolliamo.

Zuccheriera segmentata – Il fondo

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  1. Le sezioni del fondo risulteranno con un buco nel centro, da regolarizzare con una punta Forstner e che poi sarà riempito con un cilindretto di padouk.
  2. Al tornio, poi, verrà ricavato un gradino maschio-femmina, delle stesse dimensioni, come da figura.
  3. La sezione più larga del fondo serve solamente per poter prendere in seguito la zuccheriera e poterla lavorare poi al tornio.
  4. Tagliamo ulteriori 8 triangolini, sempre a 22,5° per comporre il bordo superiore,così come abbiamo fatto per il fondo.
  5. Regolarizziamo al tornio anche il bordo, fornendolo di un gradino per poter essere inserito nel corpo della zuccheriera
  6. Il gradino servirà a trattenere la ciotolina in vetro da mettere all’interno. (Ciotolina in vetro che si trova normalmente in commercio nei negozi di casalinghi).

Zuccheriera segmentata – Il coperchio

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  1. Ora passiamo a comporre il coperchio: tagliamo dei cerchi con quello che vogliamo: in questo caso con degli avanzi di ulivo, di padouk e una rimanenza di una precedente creazione.
  2. Ecco il risultato una volta incollati i pezzi e poi tornito il tutto.
  3. La zuccheriera segmentata è ora terminata. Ora manca solamente una mano di turapori ed una di vernice trasparente.

Leggi anche come realizzare una zuccheriera fai da te al tornio.

Isolamento a sandwich

L’isolamento a sandwich, nelle nuove costruzioni, rappresenta la soluzione più adottata ed efficiente. 

pannelli sandwich, pannello sandwich, isolamento a sandwich, isolamento sandwich, pannelli sandwich coibentati, pannelli sandwich coperturaI sistemi per l’isolamento termico utilizzabili nelle nuove costruzioni sono molto più validi di quelli applicabili alla ristrutturazione, le strutture sono già dimensionate secondo precisi parametri e l’isolamento a sandwich rimane all’interno della muratura, senza essere esposto ad alcun degrado. I prezzi dell’isolamento a sandwich è sicuramente superiore rispetto ai sistemi tradizionali, ma i costi di manodopera si riducono grazie alla facilità e alla velocità di posa. La minor quantità di leganti riduce il rischio di ponti termici e la costruzione finita manterrà inalterate le proprie performance. Nella ristrutturazione, tuttavia, è talvolta possibile insufflare in intercapedine materiali isolanti in fiocchi o in granuli, attraverso fori di Ø 5-6 cm aperti nella parte alta delle pareti, fino a saturare lo spazio tra esse, ma le superfici devono possedere una resistenza tale da sopportare la pressione del materiale insufflato.

Cosa bisogna sapere circa l’isolamento a sandwich:

  • La trasmittanza termica esprime la quantità di calore che può attraversare il materiale in un dato tempo e a una data temperatura. Più il valore è basso, più il materiale isola efficacemente. Le pareti di blocchi che incorporano materiali isolanti garantiscono un valore di 0,16-0,20 W/m °K per murature spesse circa 50 cm, basti pensare che la parete esterna di un edificio costruito negli anni ‘60 ha valori di circa 1,11 W/m °K e risulta molto disperdente. I valori limite imposti dalla normativa sono 0,62-0,33 W/m °K, perciò con questi blocchi bastano spessori ridotti.

Isolamento a sandwich – Cosa mettere tra le due pareti?

  • Lana di vetro tra i laterizi
  • Lana di roccia
  • Insufflaggio con cellulosa
  • Blocchi porizzati imbottiti
  • Blocchi a tre componenti
  • Casseri di argilla

Lana di vetro

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Si inizia a erigere la parete interna fino a una certa altezza, poi si imposta quella esterna a pari livello e si inseriscono i materassini isolanti. Si sale per gradi.

Lana di roccia

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In sostanza è quasi identica alla lana di vetro, ma spesso è associata a un foglio di alluminio rinforzato da una rete di fibra di vetro per svolgere funzione di barriera al vapore.

Insufflaggio

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Vengono utilizzati fiocchi di materiale di origine vulcanica (perlite, vermiculite) oppure di sughero, cellulosa, argilla espansa. Nelle nuove costruzioni può riguardare anche le superfici orizzontali.

Poroton imbottito

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I fori del blocco, già alleggerito aggiungendo all’argilla cruda sfere di polistirolo, vengono riempiti con perlite, il cui peso specifico non lo appesantisce e ottiene un valido isolamento. 

Blocchi a tre componenti

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I due laterizi vengono uniti in fase di produzione con fissaggi brevettati. In un’unica posa si ottiene una doppia parete con isolamento, senza malte o intonaci termoisolanti.

Casseri di argilla

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Provvisti di sistemi a incastro che facilitano la costruzione, alloggiano un inserto isolante ad alta densità. Le cavità vengono armate e riempite con il getto di calcestruzzo.

Scacchi fai da te in legno

Ecco come costruire bellissimi scacchi fai da te intagliati direttamente in radici di legno

Costruire scacchi fai da te è un’attività divertente e propedeutica ad altre lavorazioni del legno più complesse. Durante una passeggiata in un bosco di castagni non è raro imbattersi nelle galle, escrescenze legnose (grandi anche come un’arancia) di forma globosa che crescono alla base delle vecchie ceppaie.

Le galle si staccano senza fatica con una semplice torsione dato che sono collegate alle radici della pianta soltanto da un sottile picciolo. A prima vista le galle sono prive di ogni utilità pratica, ma possiamo invece utilizzarle per ottenere scacchi fai da te che rappresentano maghi e gnomi e perfino tutti i pezzi per armare un’originalissima scacchiera.

Le galle devono essere sbucciate appena colte, quando la corteccia è ancora fresca e ricca di linfa, in modo da ottenere una bella pallina bianca e liscia. Il legno, a questo punto è ancora molto tenero e facile da lavorare, anche se la cedevolezza delle fibre rende difficile realizzare i particolari più minuti. Lasciando asciugare a lungo le galle è invece possibile ottenere una ricca serie di dettagli come le barbe, le mani e i visi dei soggetti.

Cosa serve per realizzare gli scacchi fai da te

  • Galle di castagno
  • Coltellini da ebanista
  • Carta vetrata
  • Pennello
  • Impregnante ad acqua
  • Flatting satinato o lucido

Realizzare scacchi fai da te

  1. Per realizzare i pedoni degli scacchi fai da te utilizziamo le galle più piccole. Una volta scortecciate, incidiamo le galle con il coltellino, lasciando il cono del picciolo intatto in modo da ottenere un cappello a cono.
  2. Utilizziamo le galle più grandi per realizzare il re e la regina, le cui fattezze sono appannaggio della nostra fantasia. Lavoriamo delicatamente con il coltellino per ottenere le sagomature desiderate.
  3. Il viso è la parte più delicata. Affondando la lama al di sotto degli occhi emerge il naso, più o meno tozzo, e il sorriso che caratterizza diversamente ognuno di questi personaggi intagliati.
  4. Il lavoro più faticoso, specie se la galla è stagionata, è assottigliare la figura con il coltellino in corrispondenza del punto vita per mettere in risalto le forme di braccia, barbe e capelli.
  5. Le figure, lasciate grezze dopo l’intaglio o lucidate con tela abrasiva, vengono colorate con impregnante ad acqua in varie tonalità del legno e verniciate con flatting satinato o lucido.

Scacchi fai da te 32 pezzi

Per realizzare tutti i 32 pezzi che costituiscono le figure della scacchiera occorre molta pazienza e molto tempo, soprattutto se vogliamo arricchire di particolari i nostri personaggi, andando a definire dettagliatamente la fisionomia dei visi e del corpo. Il risultato ottenuto, con un po’ di esperienza, può essere notevole, rendendo ancor più piacevole una partita a scacchi con gli amici.

 

Barattoli fai da te

Due interessanti idee per barattoli fai da te riciclati e destinati ad utilizzi… alternativi!

Creare barattoli fai da te è sicuramente un’ottima idea per riciclare e riutilizzare prodotti che altrimenti butteremmo nel sacchetto della spazzatura. Quasi quotidianamente in cucina si apre un barattolo di conserva, piselli, frutta e altri alimenti. Siano essi di latta (ferro stagnato) di acciaio, alluminio o plastica, meritano attenzione da parte nostra perché potrebbero assumere altri compiti e svolgere altre funzioni. La loro peculiarità di contenitori e la loro modularità facilitano l’individuazione di nuovi e pratici utilizzi come portaoggetti da tavolo o da parete, paralumi per ceri e tante altre applicazioni, da ottenere con poche e semplici rielaborazioni.

Cosa serve per realizzare barattoli fai da te

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✓ Barattoli di conserva e di alimenti vari in diverse dimensioni
✓ Primer, smalti acrilici spray e liquidi
✓ Squadrette metalliche, tasselli, bulloncini
✓ Trapano, pennelli, nastro per mascheratura

Barattoli fai da te come portaoggetti a parete

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  1. Applichiamo un pezzetto di nastro per mascheratura sulla zona da forare e, utilizzando una squadretta come dima, tracciamo la posizione dei fori da praticare in prossimità della base.
  2. Oltre a evidenziare la tracciatura, il nastro evita che la punta scivoli all’inizio della rotazione. Utilizziamo una punta per metalli e foriamo senza premere troppo, per non deformare il barattolo
  3. Eliminiamo le sbavature prodotte dalla foratura e quelle intorno al bordo superiore, quindi applichiamo un primo strato di primer e procediamo con la smaltatura con spray acrilico.
  4. Fissiamo la squadretta metallica al barattolo con due bulloncini. Poggiamo il barattolo alla parete e  tracciamo il foro per il tassello che realizziamo col trapano, poi fissiamo il tutto con un tassello ø 6 mm.

Barattoli fai da te come portalumini appesi

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  1. Coloriamo i barattoli con smalto acrilico all’acqua, scegliendo un colore deciso. Per ottenere una uniforme copertura del supporto è necessario stendere almeno due mani di prodotto.
  2. Pratichiamo alcuni fori con punte per metallo Ø 5 e 8 mm, applicando il nastro per mascheratura.
  3. Sospendiamo i barattoli, realizzando un manico e inseriamo un cero acceso all’interno.

 

Scrivania modulare fai da te

Costruzione passo-passo di una scrivania modulare recuperando due vecchi pensili

scrivania modulare, scrivania modulare fai da te, scriviania fai da te, costruire una scrivaniaAlcuni mobili, sebbene nascano con una specifica destinazione d’uso, possono essere utilizzati anche per altre applicazioni, unico limite è la fantasia e la capacità di reinterpretare la loro funzione, specialmente quando vengono surclassati da nuove tendenze. È il caso di una coppia di pensili dismessi, ma ancora in buono stato, che possono essere riutilizzati come contenitori anche senza sospenderli, facendoli diventare i supporti per una scrivania modulare che, al tempo stesso, permette di avere tutto l’occorrente ben riposto e a portata di mano. Ma l’estro non si ferma qui, all’idea “statica” si può conferire mobilità mettendo i pensili su ruote e facendo in modo che la scrivania modulare fai da te, invece di ingombrare l’ambiente anche quando non serve, possa essere scomposta e occupare uno spazio ridotto a parete, senza per questo rinunciare alla funzione primaria dei contenitori.

Cosa serve per realizzare la scrivania modulare

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✓ Due pensili di recupero
✓ Truciolare bilaminato da 15 mm
✓ 8 ruote piroettanti ø 50 mm
✓ Bordo melamminico, colla di montaggio
✓ Pistola per estrusione, cerniera a metro, viti, spine di legno ø 8 mm

Scrivania modulare fai da te

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  1. Da uno dei due pensili asportiamo le ante e le rispettive cerniere metalliche, per utilizzarlo come scaffale a giorno. Un avvitatore a batteria ci consente di allentare le viti con una presa sicura.
  2. I bordi dei pannelli di truciolare bilaminato vanno ricoperti con bordino melamminico preincollato. Utilizziamo il ferro da stiro interponendo un pezzo di tessuto tra esso e il bordino.
  3. Le eccedenze di bordo melamminico si asportano utilizzando l’apposito rifilatore o un cutter. Rifiniamo con qualche passata di lima sugli spigoli, lavorando dall’esterno verso l’interno. 
  4. Sul top dei pensili, previa stesura di alcuni cordoni di adesivo strutturale, fissiamo un pannello di truciolare bilaminato. Poniamo alcuni pesi sopra il piano e lasciamo stabilizzare l’incollaggio per 24 ore.
  5. Capovolgiamo su un piano uno dei pensili, affianchiamo il pannello che servirà da scrivania, ben allineato, e avvitiamo a entrambi la cerniera a metro che permetterà di ripiegarlo lungo il dorso.
  6. Sotto la base di entrambi i moduli fissiamo, con viti, quattro ruote piroettanti che hanno la funzione di renderli facilmente spostabili. È bene che almeno le quattro frontali siano provviste di blocco. 

Spinatura del piano

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La larghezza del top del pensile libero dev’essere un paio di centimetri inferiore rispetto a quella del pensile stesso, affinché sollevando la scrivania incernierata all’altro pensile possa disporre di un appoggio e rimanere in piano. Per ottenere un’unione stabile anche in caso di spostamento, pratichiamo due fori in questo spazio, a circa 3 cm dai fianchi, inseriamo i copiatori a cappellotto e copiamo i fori sulla faccia inferiore del ripiano. Inseriamo poi in quelli sul mobile una coppia di spine, in modo che la scrivania si incastri su di esse.