Home Blog Page 249

Pastiglie freni della moto: come sostituirle

Procurandoci il ricambio giusto possiamo effettuare la sostituzione pastiglie freni  anche nel garage di casa nostra

Quando le pastiglie freni si usurano, non è possibile mantenere una guida sicura, senza contare che oltre un certo limite si può incorrere nel danneggiamento dei dischi, sui quali si formano “solchi” che ne impongono la rettifica o la sostituzione. Se la moto è equipaggiata con un sistema ABS è meglio rivolgersi ad un’officina, diversamente possiamo procedere noi stessi alla sostituzione: la procedura è la stessa per qualsiasi modello, mentre i sistemi di fissaggio e la forma delle pastiglie sono variabili. La zona di lavoro va lavata con un’idropulitrice e soffiata con aria compressa, poi bastano pochi attrezzi e una bomboletta di WD-40 a portata di mano per sbloccare i meccanismi ed eliminare le ossidazioni. Tutto l’intervento richiede meno di un’ora di lavoro: se utilizziamo pastiglie di tipo normale dobbiamo evitare frenate profonde per i primi 100 km, ma alcuni tipi (racing) non richiedono il rodaggio termico e i freni possono essere sfruttati appieno da subito.

Sostituzione pastiglie freni – L’olio dei freni

sostituzione pastiglie freni, pastiglie freni, pasticche freni, pastiglie, freni, dischi freno, cambio pastiglie freni, cambiare pastiglie freni
Quello dell’olio dei freni è un circuito chiuso: l’olio rimane in prossimità del valore massimo e non si consuma, un calo di livello è il segnale inequivocabile che le pastiglie sono consumate (accertato che non ci sia una perdita). Prima di iniziare lo smontaggio, è bene aprire il serbatoio dell’olio dei freni perché nel riportare indietro i pistoncini, che sono in posizione avanzata a causa dell’usura delle pastiglie, si può incontrare difficoltà per via della pressione che si forma all’interno. Meglio anche prelevarne un po’ con una siringa, per evitare che trabocchi, e reimmetterlo a fine lavoro.

Sostituzione pastiglie freni – Smontaggio

sostituzione pastiglie freni, pastiglie freni, pasticche freni, pastiglie, freni, dischi freno, cambio pastiglie freni, cambiare pastiglie freni

  1. Rimuoviamo i bulloni di fissaggio della pinza e portiamola all’esterno senza torcere i tubi.
  2. Con le pinze a becco togliamo la copiglia che ci permette di estrarre la spina di fermo.
  3. Sfiliamo la spina che attraversa le ganasce della pinza e un’estremità delle pastiglie.
  4. Separiamo le pastiglie facendo un poco leva con la lama del cacciavite.
  5. In alcuni casi l’elemento di destra ha forma diversa rispetto a quello di sinistra.

Sostituzione pastiglie freni – Nuovi elementi

sostituzione pastiglie freni, pastiglie freni, pasticche freni, pastiglie, freni, dischi freno, cambio pastiglie freni, cambiare pastiglie freni

  1. Lo spessore delle pastiglie diminuisce con l’usura e questo provoca l’avanzamento dei pistoncini, che devono essere riportati indietro per poter inserire quelle nuove. Facendo molta attenzione a non segnare le superfici, possiamo aiutarci con le pinze a pappagallo.
  2. Osserviamo la forma delle pastiglie per inserirle nel modo corretto. Evitiamo il contatto con l’impasto della superficie frenante, può bastare poco per comprometterne il funzionamento.
  3. Agganciamo la pastiglia sul perno fisso presente sulla ganascia della pinza, tenendola verso l’esterno, e facciamola ruotare verso l’interno.
  4. Assestiamo nella sede la pastiglia, allineandola con quella inserita in precedenza. Se lo abbiamo, possiamo spalmare una modesta quantità di grasso siliconico per freni prima del montaggio.
  5. Controlliamo che i fori per l’inserimento della spina siano allineati, quindi la rimettiamo in sede e la blocchiamo nuovamente con la copiglia.
  6. Rimontiamo la pinza al suo posto e ripetiamo le operazioni sull’altro lato. Al termine del lavoro ripristiniamo l’olio dei freni del serbatoio e azioniamo più volte la leva del freno, fino a quando non sentiamo il circuito in pressione.

Collane in Fimo

Creiamo incredibili collane in Fimo utilizzando una resina morbida che si lavora con facilità

Per i “figli dei fiori” di buona memoria era punto d’onore farsi in proprio monili e ornamenti, per non dare impulso all’economia borghese.
Oggi rivisitiamo questa piacevole attività creativa utilizzando un materiale moderno: la resina sintetica modellabile che ha la caratteristica di essere molto morbida e manipolabile nelle forme desiderate.      
La pasta non indurisce se non è messa in forno, per cui quella che avanziamo può essere riutilizzata successivamente. L’impasto di basi diversamente colorate consente di ottenere monili striati e marezzati che hanno una particolare bellezza.

Le resine sintetiche (come la pasta Fimo) sono facilmente modellabili grazie alla loro morbidezza. Disponibili in svariate colorazioni, sono mescolabili tra di loro per ottenere infinite sfumature. Un panetto di Fimo costa 2,20 euro.
Servono anche fili di ferro sottili, gancetti e anellini per comporre la collana.

Preparare le “perle” per le collane in fimo

collane in fimo preparazione

  1. Realizziamo le “perle” della collana con la tecnica della marmorizzazione accostando tre cordoni di pasta di colori diversi
    e contrastanti.
  2. Arrotoliamo su loro stessi i cordoni di pasta in modo che i colori si mescolino in modo uniforme e regolare.
    Il cordone risultante non si spezza.
  3. Con la pasta formiamo un lungo cilindretto per ottenere perle di uguale dimensione e far sì che i colori si affianchino a formare delle spirali.
  4. Con il cutter tagliamo il cilindro a fettine tutte della stessa lunghezza. La pasta eccedente può essere utilizzata per altre creazioni.
  5. Modelliamo le fettine di pasta appallottolandole con le mani fino a formare le sfere che costituiranno la collana.

 

Preziose collane in Fimo

collane in fimo, completamento

  1. Con uno spillone pratichiamo un foro centrale nelle sfere che infiliamo una dopo l’altra su uno spezzone di filo di ferro.
  2. Preriscaldiamo il forno a 130° C e appoggiamo lo “spiedino” su due supporti. Lasciamo asciugare la pasta per 30 minuti.
  3. Dopo la “cottura” estraiamo le sfere lasciandole raffreddare. Rifiniamole con vernice trasparente lucida.
  4. Le sfere sono pronte per essere unite. I pernetti da usare hanno un occhiello ad un’estremità.
  5. Con le pinze pieghiamo la parte finale del pernetto passante in modo da bloccare la perla e agganciamolo a un tratto di catenella.

Come installare una balaustra in acciaio inox

Quando si tratta di scegliere il materiale per una balaustra esterna niente è più indicato dell’acciaio inox: linee pulite e leggere, facilità di montaggio, nessun problema di manutenzione per gli anni a venire

I lavori di sistemazione esterna di un edificio richiedono un pesante contributo in termini di tempo e denaro. Il buonsenso ci suggerisce quindi di scegliere materiali e tecnologie adatti a garantire alla nostra opera di rimanere inalterata il più a lungo possibile senza obbligarci a frequenti opere di manutenzione. L’acciaio inox è la scelta più adatta (a meno di essere proprietari di una villa storica) e in questo settore esiste un’ampia disponibilità di kit completi che offrono tutto ciò di cui abbiamo bisogno per il montaggio di una balaustra. Una sottigliezza da tenere a mente riguarda il tipo di acciaio di cui sono fatte le ringhiere: se il mare è vicino o se l’ambiente è particolarmente corrosivo è indispensabile richiedere l’acciaio inox 316, più costoso ma più resistente, mentre in condizioni meno estreme basta l’economico acciaio inox 304. Per un’accurata pianificazione del lavoro, esistono programmi di progettazione sui siti internet che, in pochi istanti, consentono di stilare la lista dei pezzi necessari per la costruzione.

Balaustra in acciaio inox – I pezzi del kit

kit balaustra
Il kit di montaggio offre due altezze delle colonnine, 0,85 o 1 metro, corrimano e barre tonde da 1,5 a 3 metri, più altri indispensabili accessori come sostegni per barre tonde, giunzioni correnti e angolate, fascette di supporto per il corrimano, terminali sia per il tubo sia per le barre, supporti e viteria per il fissaggio a pavimento e a parete e giunti sferici per il corrimano.

Balaustra in acciaio inox – Il premontaggio

ringhiera in acciaio inox

 

  1. Se gli spazi in cui viene posizionata la balaustra sono ristretti conviene eseguire un premontaggio di tutti i pezzi più ingombranti per spostare poi la struttura completa nella sua posizione definitiva.
  2. Ogni colonnina è dotata di cinque supporti entro cui inserire le barre tonde. I supporti sono orientabili e passanti in modo da poterli utilizzare anche su parapetti inclinati.
  3. Le barre orizzontali devono sporgere tutte di una stessa misura oltre l’ultima colonnina, sia che termini la ringhiera, sia che prosegua con un tratto a 90°. La sporgenza si calcola in modo da poter lasciare sempre la stessa “abbondanza” in tutte le occorrenze di angoli e terminali di ringhiera.

Balaustra in acciaio inox – La messa in opera

come installare un parapetto

 

ringhiera in acciaio

 

  1. Allineiamo le basi dei montanti lungo il muretto tenendo conto che l’asse delle barre orizzontali, e anche del corrimano, cade all’esterno del montante; bisogna avere chiara questa collocazione per sistemare la barretta di collegamento tra balaustra orizzontale e quella che discende le scale.
  2. Si fora il muretto con una punta da 10 mm dopo aver segnato la posizione con un pennarello.
  3. Con i fori liberi da polvere, si procede all’iniezione della resina per tasselli chimici e all’inserimento dei filetti M8.
  4. A resina indurita, dopo circa un paio d’ore, si possono posizionare le colonnine e tirare i dadi.
  5. Con la livella si controlla la verticalità della ringhiera correggendo eventualmente il fuori piombo con spessori posti sotto le basi delle colonnine.
  6. Fissiamo in una posizione approssimativa il corrimano serrando la fascetta presente sul montante.
  7. All’estremità del corrimano si inserisce un terminale forato. Il suo bloccaggio si effettua serrando le due viti laterali che provocano l’espansione del cilindro di materiale plastico. Il foro al centro rimane a disposizione per il collegamento con i perni degli snodi sferici, da bloccare con una vite incassata nella corona.
  8. All’estremo libero di ciascuna barra montiamo un giunto a manicotto e stringiamo una delle viti a brugola ad incasso per tenerlo fermo al suo posto.
  9. Gli angoli si realizzano con giunti snodabili uniti da una vite a brugola. Eventuali piccole differenze di lunghezza delle barre possono essere corrette facendo scorrere assialmente i giunti fino ad ottenere un corretto allineamento verticale.
  10. Stringiamo i giunti correnti delle barre con una chiave a brugola da 5 mm. Il corrimano si unisce con un raccordo munito di due O-ring da forzare nelle due estremità del tubo.

Il corrimano a scendere

installare un corrimano

 

  1. Con le estremità della barra bloccate nella posizione definitiva, ad esempio con puntelli e morsetti, si tracciano i centri per il montaggio dei sostegni della ringhiera.
  2. Si fora il muro con una punta al widia da 10 mm e si pulisce il foro, soffiando via la polvere con un compressore o con una semplice cannuccia. Poi si inserisce il tassello nel foro, mandandolo a fondo a piccoli colpi con un martello.
  3. Nel tassello si inserisce un tirafondo con un’estremità filettata sulla quale deve essere montato il supporto della ringhiera. Per facilitare la manovra con la chiave a bussola si montano due dadi serrati uno contro l’altro (controdado).
  4. Sull’estremità filettata del tirafondo si avvita il supporto della ringhiera, successivamente si inserisce il perno con la fascetta che si blocca serrando la vite incassata.

Maggiori informazioni sul sito Rintal

Come pulire l'argento

Trattamenti casalinghi per mantenere gli oggetti d’argento sempre splendenti e sfavillanti.

Come pulire l’argento
L’ossigeno contenuto nell’aria è un nemico degli oggetti d’argento. Appena li vediamo anneriti siamo tentati di utilizzare prodotti specifici, ma che risultano troppo spesso aggressivi per l’argento che invece ama le cure dolci, specie se l’ oggetto è antico. Se usiamo prodotti pronti scartiamo quelli “universali” e soprattutto quelli destinati al rame e all’acciaio. Alcuni prodotti liquidi specifici consentono di pulire e lucidare con una sola passata di pelle di daino, ma l’effetto dura poco. È anche possibile intervenire con semplici rimedi casalinghi che non costano molto e che, soprattutto, rispettano adeguatamente l’argento.

Trucchi e segreti
Tra le “ricette della nonna” risulta molto efficace la poltiglia formata da alcool e gesso in polvere finissimo amalgamati insieme. L’impasto che si forma si passa sulle macchie con un batuffolo di cotone idrofilo, strofinando leggermente fino a completo asciugamento; eliminiamo il gesso con altro cotone pulito. • Se non abbiamo del gesso possiamo utilizzare bicarbonato in polvere o semplice sale fino da inumidire sempre con alcool o succo di limone. Tamponiamo eventuali macchie verderame con aceto caldo. • Le posate d’argento si conservano in carta scura. 

Come pulire l’argento – con acqua salata

come pulire l'argento, come pulire argento,  come si pulisce l'argento, pulire argento, pulire l'argento, come pulire l'argento

Prepariamo una soluzione di acqua e sale marino e portiamo a bollore. Nel frattempo fasciamo l’oggetto d’argento in un foglio di carta d’alluminio (1). Immergiamo nella pentola in cui bolle l’acqua e continuiamo a far bollire fino a che il foglio d’alluminio non è annerito. Togliamo l’argento (2) e puliamolo con uno straccio morbido.

Come pulire l’argento – con il latte

come pulire l'argento, come pulire argento,  come si pulisce l'argento, pulire argento, pulire l'argento, come pulire l'argento

Il lavaggio con il latte è soprattutto indicato per le posate, poiché il detergente che adottiamo è perfettamente commestibile e non lascia sull’argento sostanze dannose. Immergiamo le posate per qualche minuto in un po’ di latte (1); togliamole dal bagno e strofiniamole delicatamente con uno straccio morbido (2). 

Come pulire l’argento – con acqua e sapone

come pulire l'argento, come pulire argento,  come si pulisce l'argento, pulire argento, pulire l'argento, come pulire l'argento

Dopo aver utilizzato i prodotti in commercio, venduti pronti e dalla composizione ignota (1), specie se trattiamo oggetti che andranno a contatto con il cibo, è necessario un’abbondante risciacquo: immergiamo l’oggetto in acqua saponata e strofiniamoli con una spugna per eliminare tracce del prodotto (2). 

 

 

WD-40 – Lubrificante multiuso multiuso

Il lubrificante sbloccante WD-40 multiuso è un punto di riferimento importante per tutti i lavori di fai da te, manutenzione, riparazione, protezione

Forse non tutti sanno che il suffisso “40” sta a significare la 40a formulazione elaborata nel lontano 1953 dalla Rocket Chemical nella realizzazione di un prodotto utile alla NASA per risolvere i problemi di corrosione e di protezione dei contatti elettrici sui suoi razzi. Ne provarono 1,2….. 39. La 40a fu quella giusta. Inizialmente il prodotto venne impiegato nell’industria aerospaziale e militare, ma la formulazione risultò così versatile che gli impiegati della Rocket Chemical lo utilizzavano anche a casa.

Letteralmente, quindi, WD-40 significa “Water Displacement 40th, ovvero la 40a formula idrorepellente all’acqua.

Sin dal 1958  WD-40 multiuso viene utilizzato sia a livello industriale (aerospaziale, automobilistico, meccanico, etc ) che a casa, diventando un alleato insostituibile nei lavori di bricolage, fai da te, manutenzione, riparazione, protezione.

Wd-40 Multiuso – Sistema Spray a doppia azione

Basta perdere la cannuccia rossa proprio quando ci occorreva per spruzzare la giusta quantità di WD-40 o per raggiungere un punto di difficile d’accesso. Basta riporre la bomboletta senza tappo, perché sparito o rotto. Tutto ciò che poteva essere scomodo è diventato facile: adesso, con un tocco, potrete passare da una lubrificazione per superfici ampie, a una lubrificazione mirata e precisa o viceversa.
Basta perdere la cannuccia rossa proprio quando occorre per spruzzare la giusta quantità di WD-40 o per raggiungere un punto di difficile d’accesso. Basta riporre la bomboletta senza tappo, perché sparito o rotto. Tutto ciò che poteva essere scomodo è diventato facile: adesso, con un tocco, è possibile passare da una lubrificazione per superfici ampie, a una lubrificazione mirata e precisa o viceversa.

 

 Wd-40 Multiuso – Idrorepellente

wd-40 multiuso, wd-40, wd40, wd 40
L’elevata aderenza di WD-40 al metallo permette il formarsi di una barriera perfetta contro l’umidità. WD-40 si infiltra sotto l’umidità e ricopre completamente qualsiasi superficie, anche quelle che presentano micro irregolarità. È così che WD-40 elimina rapidamente i cortocircuiti da umidità.

 

Wd-40 Multiuso – Anticorrosivo

wd-40 multiuso, wd-40, wd40, wd 40
La pellicola formata da WD-40 garantisce una protezione contro acqua, umidità, gelo e relativi effetti corrosivi. WD-40 protegge dall’ossidazione e da qualunque forma di corrosione anche nelle condizioni più critiche. Questa sua azione è duratura e preventiva.

 

Wd-40 Multiuso – Lubrificante

wd-40 multiuso, wd-40, wd40, wd 40
Uno dei principali componenti di WD-40 è un lubrificante attivo e permanente. WD-40 non contiene silicone, lanolina o additivi che possano attirare polvere o sporcizia. I meccanismi vengono perfettamente lubrificati in modo pulito.

 

Wd-40 Multiuso – Detergente

wd-40 multiuso, wd-40, wd40, wd 40
WD-40 elimina facilmente macchie di grasso, catrame, colla, ecc. da qualunque superficie non porosa. WD-40 penetra sotto la sporcizia eliminandola, senza lasciare residui di agenti corrosivi. WD-40 può essere utilizzato su tutte le superfici metalliche e in plastica.

 

Wd-40 Multiuso – Sbloccante

wd-40 multiuso, wd-40, wd40, wd 40
WD-40® sblocca le parti grippate e i meccanismi arrugginiti, bloccati o congelati. L’aderenza al metallo di WD-40 gli permette di penetrare molto rapidamente per capillarità nelle minime porosità del metallo, attraversando così ruggine e strato corrosivo. Le proprietà lubrificanti di WD-40 garantiscono poi il funzionamento costante delle parti sbloccate.

Cantinetta vino da un cassettone

Le bottiglie di pregio trovano posto in una cantinetta vino ricavata da un vecchio cassettone recuperato.

Se il cassettone della bisnonna non è proprio un pezzo nobile e raro possiamo anche permetterci di scherzarci su e, dopo averlo restaurato, dotarlo di un cassetto molto particolare, in modo da realizzare una cantinetta vino che riceva le bottiglie della nostra piccola riserva. In pratica si tratta di realizzare un grande cassetto che abbia il frontale trasparente (o traslucido), in modo da lasciar vedere, dall’esterno, le bottiglie di vino. Rifinisce il tutto un’illuminazione interna realizzata con un tubo fluorescente di bassa potenza. Tralasciando le attività di restauro vero e proprio, passiamo ad esaminare la costruzione della cantinetta vino. Utilizziamo pannelli di MDF (ma anche il multistrato va bene) dello spessore di 20 mm che è sufficiente per dare una buona rigidità all’insieme. Dobbiamo tagliare quattro pezzi: il piano di base che sarà identico, come dimensioni, a quello del cassetto originale; i due fianchi (lunghi quanto la profondità del piano di base meno 5 mm); il fondo (uguale all’originale). Assembliamo i quattro pezzi a formare il corpo del cassetto, utilizzando colla vinilica. Se vogliamo aumentare la robustezza possiamo utilizzare qualche vite autofilettante ma per questa costruzione, che non deve sopportare sforzi particolari, può bastare la colla. Quando la struttura è pronta, stendiamo una mano di fondo e due mani di smalto acrilico bianco.

Il frontale trasparente
Il cassetto viene dotato di un profilato sagomato di alluminio applicato per incollaggio (con colla di montaggio), lungo il bordo anteriore del piano di base. Il profilato funge da maniglia. Il pannello frontale è costituito da un foglio di plexiglas traslucido dello spessore di 5 mm. La sua lunghezza è pari a quella del piano e la sua altezza è pari a quella dei fianchi Il fissaggio si effettua posizionandolo e bloccandolo con due angolari di alluminio incollati sia ai fianchi che ad esso. Il lavoro termina con l’applicazione di un tubo fluorescente (completo di plafoniera dotata d’interruttore) sul bordo posteriore della traversa che sovrasta il cassetto: la sua luce illuminerà la nostra cantina facilitandone la visione. 

Cantinetta vino – Il progetto

cantinetta vino, cantinette vino,  cantinette per vino,  cantinetta vini,  cantinetta, vino

Il cassetto trasparente

cantinetta vino, cantinette vino,  cantinette per vino,  cantinetta vini,  cantinetta, vino

  1. Dopo aver tagliato tutti i pezzi che compongono il cassetto passiamo all’assemblaggio utilizzando colla vinilica. Alcuni morsetti lasciati in posizione per 24 ore garantiscono una forte presa. 
  2. La finitura del cassetto viene realizzata con l’applicazione di una mano di fondo. Ad asciugatura avvenuta si carteggia accuratamente e quindi si applicano due mani di smalto acrilico bianco
  3. L’impugnatura del cassetto è costituita da un profilato in alluminio. Tagliamo questo elemento, e gli angolari che bloccano il plexiglas, con il seghetto da ferro guidato dalla cassetta tagliacornici.
  4. Il profilato di alluminio si applica lungo il bordo anteriore del piano di base del cassetto e si fissa a questo tramite un cordone di colla di montaggio.
  5. Un grosso morsetto blocca saldamente il profilato di alluminio. Nei 5 mm di spazio restante possiamo applicare il frontalino in plexiglas
  6. Il frontalino si fissa ai fianchi per mezzo di due spezzoni di angolare di alluminio. Il tutto viene bloccato da alcuni cordoni di colla universale. 

La luce interna

cantinetta vino, cantinette vino,  cantinette per vino,  cantinetta vini,  cantinetta, vino

  1. Per illuminare le bottiglie nel cassetto montiamo una luce fluorescente al neon (completa di plafoniera e di interruttore). La avvitiamo sul bordo posteriore della traversa che sovrasta il cassetto. 
  2. Il cavo di alimentazione fuoriesce dal mobile grazie ad un’apertura realizzata con alcuni fori praticati con il trapano. Il cavo è bloccato al telaio con graffette. 

 

 

 

 

 

 

Smaltare vasca da bagno

Guida passo-passo per smaltare vasca da bagno correttamente con smalto epossidico

Le vasche in ghisa ed in acciaio smaltato sono state sostituite da quelle in vetroresina, materiale decisamente più resistente, versatile e leggero. Le vasche in ghisa però, sono comunque ancora diffuse e tendono, con il tempo a scheggiarsi e creparsi.

Con l’uso, la vasca può danneggiarsi a causa di oggetti caduti dentro di essa. Le scheggiature e le crepe vanno riparate subito per non trasformarsi in danni maggiori.

Smaltare vasca da bagno – La procedura

smaltare vasca da bagno, vasca da bagno, smalto per vasca da bagno, smalto vasca da bagno, smalto per vasche da bagno, smaltare la vasca da bagno

 

  1. dopo aver lavato bene la vasca con una soluzione acida si carteggia la zona scheggiata per eliminare le ultime impurità.
  2. per smaltare vasca da bagno si prepara uno smalto epossidico ceramico bicomponente miscelando la resina e l’indurente.
  3. con una spatolina si applica lo smalto sulla zona scheggiata. Durante questa operazione vanno sempre indossati i guanti.
  4. dopo aver lasciato indurire ed essiccare lo smalto epossidico, si carteggia la zona trattata manualmente o con una levigatrice con suola vibrante.
  5. utilizzando carta vetrata a grana fine, si rifinisce per pareggiare il profilo della zona trattata.
  6. per ripristinare il colore “bianco sanitario” si utilizza uno smalto bianco spray che va spruzzato attraverso il foro di un cartoncino.

Vasi decorati

Realizziamo dei vasi decorati per impreziosire i nostri ambienti.

I vasi di terracotta sono pratici e utili finché si vuole, ma sono anche piuttosto anonimi. E’ chiaro che a noi non sta bene e troviamo il sistema di abbellirli, meglio se con un tocco di vivace personalizzazione. Come? Con gli smalti all’acqua e qualche piccola decorazione, ma di buon effetto estetico. Se il vaso è anche un po’ datato meglio ancora, il trattamento gli conferirà un nuovo e splendido look.

Vasi decorati – Come procedere
Utilizziamo gli smalti acrilici all’acqua; da preferire sono quelli adatti per interno ed esterno in modo che se vogliamo disporre i vasi all’aperto non avremo problemi.  Prima di applicare lo smalto all’acqua carteggiamo con carta vetro fine. Se necessario stendiamo una mano di cementite livellando bene la superficie un po’ ruvida della terracotta. Poi stendiamo una o più mani di smalto leggermente diluito in acqua. Passiamo quindi alla fase della decorazione che possiamo realizzare a mano libera effettuando disegni geometrici o volute, oppure utilizzando una mascherella (quelle per stencil vanno bene) e riprodurre sul vaso motivi floreali, decori stilizzati, farfalle e quant’altro la nostra fantasia ci suggerisce. Se desideriamo appendere i vasi è necessario praticare con il trapano due fori per potervi inserire una corda, sufficientemente grossa, in modo che possa sostenere il peso del vaso e bloccandola alle due estremità con un nodo. 

Vasi decorati – Materiali

vasi decorati, vasi decorativi, decorazioni vasi,  vasi, vaso
Servono: vasi di dimensioni e forme diverse; smalti all’acqua per esterno-interno di colori vari; pennelli; una cordicella ø circa 1 cm; un cutter. La spesa è contenuta (in tutto circa 15 euro).

Vasi decorati – Procedimento

vasi decorati, vasi decorativi, decorazioni vasi,  vasi, vaso

vasi decorati, vasi decorativi, decorazioni vasi,  vasi, vaso

  1. Per poter sospendere il vaso pratichiamo due fori in prossimità del bordo superiore che serviranno per farvi passare la cordicella. 
  2. Procediamo dipingendo il vaso con uno smalto all’acqua stendendone almeno due mani per uniformare bene il colore.
  3. Con le mascherelle tipo stencil personalizziamo a piacere il vaso. Utilizziamo smalti le cui tonalità contrastino con il colore di base.
  4. Passiamo la cordicella nei due fori e facciamo due nodi alle estremità per fissarla in modo stabile al vaso.
  5. Per non far colare un colore sopra l’altro utilizziamo smalti poco diluiti all’acqua e, stendendone almeno 2 mani. Se il vaso è vecchio e presenta piccoli difetti conviene applicare preventivamente una mano di cementite e successivamente carteggiare.

 

Installare una vasca idromassaggio

Tutto quello che bisogna sapere per montare la vasca idromassaggio e godersi tutto il suo impareggiabile relax.

La vasca idromassaggio può essere di tipo lineare o angolare. Prima del montaggio è necessario posizionare le connessioni di alimentazione e scarico in funzione della sua forma, consultando la scheda allegata ad ogni singola vasca idromassaggio. Si tratta degli attacchi dell’acqua calda e fredda, dello scarico e del collegamento elettrico di alimentazione del compressore. Durante la fase d’installazione, occorre fare attenzione a non danneggiare le tubature ed i componenti elettrici già predisposti nella parte inferiore della vasca che va posizionata e quindi livellata perfettamente agendo sui piedini a vite che ne regolano la stabilità con precisione. La vasca idromassaggio può essere provvisoriamente spostata in modo da perfezionare i collegamenti elettrici e di scarico a parete e a pavimento. Ricollocata in posizione si fissa a pavimento con alcuni tasselli che attraversano la base dei piedini per stabilizzarla. I cavi elettrici vanno collegati nel quadro-morsettiera presente nell’apposita scatola stagna che va poi richiusa. Ogni altro collegamento dell’idromassaggio è già predisposto nell’impianto annesso alla vasca. Si monta il gruppo di alimentazione idrica completo di tubo flessibile (doccetta) e si passa alla chiusura del pannello frontale.  Si inserisce a scatto sotto alla vasca agendo su particolari molle che lo fermano saldamente. Alcune viti, dotate di cappellotto coprivite permettono il fissaggio stabile del pannello di chiusura che può essere anche composto da più elementi a seconda del modello. l Se la vasca è installata ad incasso bisogna prevedere delle aperture con pannelli asportabili in prossimità delle parti meccaniche per consentire l’ispezione del vano sottostante

Vasca idromassaggio – Come è fatta

La parte non in vista della vasca idromassaggio è solo apparentemente complessa. Tutto è già predisposto: basta effettuare i necessari collegamenti elettrici e idrici.  Prima di procedere alla chiusura del pannello conviene verificare il funzionamento e la tenuta del sifone e dei giunti dello scarico.
La parte non in vista della vasca idromassaggio è solo apparentemente complessa. Tutto è già predisposto: basta effettuare i necessari collegamenti elettrici e idrici. Prima di procedere alla chiusura del pannello conviene verificare il funzionamento e la tenuta del sifone e dei giunti dello scarico.

vasca idromassaggio, idromassaggio, vasca,  vasche idromassaggio,  vasca da bagno

Vasca idromassaggio – Il posto giusto in cui installarla

vasca idromassaggio, idromassaggio, vasca,  vasche idromassaggio,  vasca da bagno

 

La predisposizione dei collegamenti idrici, dello scarico e della cassetta a parete per i collegamenti elettrici va eseguita prima dell’installazione della vasca idromassaggio. A questo scopo è utile consultare la scheda di montaggio allegata a ogni vasca. 

Vasca idromassaggio – Montaggio e collegamenti

vasca idromassaggio, idromassaggio, vasca,  vasche idromassaggio,  vasca da bagno

 

  1. Utilizzando una livella a bolla si pone la vasca perfettamente in piano. Allo scopo si ruotano i piedini a vite.
  2. Si effettuano i collegamenti elettrici e si applica il gomito con il tubo in PVC che dal sifone della vasca va allo scarico a pavimento.
  3. Si bloccano i piedini con alcuni tasselli a espansione inseriti nel pavimento. La vasca risulta assolutamente stabile.
  4. Il pannello di chiusura si presenta lungo il bordo e lo si inserisce sotto di esso bloccandolo con alcune molle. 
  5. Il pannello si blocca definitivamente per mezzo di viti che vengono poi occultate da cappellotti coprivite.
  6. Lungo le linee di contatto tra la vasca e le pareti si stende un cordone di silicone trasparente per evitare infiltrazioni d’acqua. 

Come sostituire il filtro dell’aria

Sostituire il filtro dell’aria dell’auto, è un’operazione che va fatta regolarmente. Vediamo come.

Cambiare o pulire spesso il filtro dell’aria permette al motore di funzionare meglio e inoltre fa consumare all’automobile meno carburante a parità di condizioni.
filtri-aria-autoIl filtro andrebbe sostituito ogni due anni al massimo, a prescindere dai chilometri percorsi, perché residui di polline, smog, polvere si accumulano anche se l’auto viene lasciata a riposo. Chi abita in zone agricole dove pollini e polvere di terra abbondano, dovrebbe sostituirlo ogni anno. Per acquistare il filtro adatto conviene portarsi il libretto di manutenzione per facilitarne l’individuazione.

I filtri di carta (sono i più diffusi) non possono essere puliti in alcun modo e vanno sostituiti con un tipo identico. Cerchiamo di procurarci il tipo di filtro consigliato dalla casa automobilistica, per essere certi di qualità ed efficacia.

 

Se il filtro dell’aria si intasa sono guai!

filtro-aria
Il filtro impedisce alla polvere di penetrare nel condotto di aspirazione del sistema di alimentazione del motore.  Se il filtro è sporco oppure ostruito,  vi è un eccessivo consumo di carburante oppure una regolazione incerta della miscela aria/carburante.
Il mo­to­re ten­de a spe­gner­si al mi­ni­mo, an­che a mo­to­re cal­do e inol­tre, du­ran­te le ac­ce­le­ra­zio­ni, presenta delle discontinuità perché al car­bu­ra­to­re ar­ri­va po­ca aria e quin­di la mi­sce­la con la ben­zi­na è trop­po ric­ca.

Come sostituire il filtro

sostituzione-filtro

  1. Per accedere al filtro dell’aria dobbiamo allentare le viti o le mollette che bloccano il coperchio del contenitore e, talvolta, scollegare questo dal tubo di aspirazione allentando le relative fascette.
  2. Estraiamo dalla sede con attenzione il filtro da sostituire. Prima di inserire quello nuovo puliamo il contenitore con uno straccio imbevuto di gasolio. Mettiamo il filtro e richiudiamo.
  3. Alcune auto, ma soprattutto le moto, sono dotate di filtro in schiuma di poliuretano, che estraiamo allentando le relative viti. Se è compromesso lo si sostituisce, altrimenti è possibile pulirlo.
  4. Il filtro, preventivamente sbattuto per ridurre la polvere, va immerso in una bacinella con petrolio raffinato o gasolio. Lo lasciamo a bagno per una decina di minuti in modo che i residui grassi si sciolgano.
  5. Togliamo il filtro dalla bacinella e lo strizziamo per bene. Possiamo immergerlo in acqua con detersivo per piatti per eliminare le residue tracce di sporco e grasso non completamente sciolte.
  6. Prima di rimontare il filtro è indispensabile asciugarlo perfettamente. Il metodo migliore è sottoporlo al soffio di aria compressa che elimina acqua e residui. Poi lo rimontiamo in sede.

sostituire-il-filtro