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Detrazione 50

Detrazione 50% per le ristrutturazioni

Cos’è la detrazione 50%?
Fino alla fine del 2014 per gli interventi di ristrutturazione edilizia si può usufruire della detrazione fiscale (dall’Irpef) del 50% delle spese sostenute fino ad un tetto massimo di 96.000 euro (IVA inclusa). La riduzione attualmente prevista per il 2015, dal 50% al 40%, è stata rimessa in discussione dal decreto Sblocca-Italia approvato il 29 agosto che contiene la proposta di proroga del bonus attuale, ma che potrà essere ufficializzato solo con la Legge di Stabilità nei prossimi mesi.

Quando si applica la detrazione 50%?
La detrazione 50 è applicabile sulle spese di manutenzione straordinaria, restauro, risanamento conservativo effettuate su unità residenziali di qualsiasi categoria nonché sulle parti comuni di edifici residenziali, più altri interventi volti, per esempio, all’eliminazione di barriere architettoniche e all’adozione di misure antisismiche.

Aliquota IVA
Su materiali forniti dalla ditta che esegue i lavori (non acquistati direttamente dal committente), manodopera, prestazioni di servizi si applica l’IVA agevolata al 10%. Se si tratta di “beni significativi”, ovvero di beni il cui valore è prevalente rispetto a quello della prestazione (ascensori, caldaie, infissi ecc), l’iVA agevolata si applica solo su una parte di cifra, quella equivalente alle spese delle prestazioni. L’altra parte di cifra è soggetta all’aliquota del 22%.

Esempio: costo totale dell’intervento 30.000 euro, di cui 12.000 di prestazioni e 18.000 di beni. Per questi 18.000 si può applicare l’IVA al 10% solo su 12.000 (cifra di pareggio con le prestazioni), i restanti 6.000 euro sono soggetti all’IVA al 22%.

Come si applica
Il bonus si applica sulle spese per materiali, manodopera, prestazioni, oneri vari corredati di regolare fattura da pagarsi tramite bonifico; l’importo da portare in detrazione va suddiviso in 10 quote annuali di pari importo.
Se, ad esempio, si è sostenuta una spesa complessiva di 60.000 euro, si porteranno in detrazione dall’Irpef dovuta allo Stato 3.000 euro l’anno, per 10 anni, compilando l’apposita sezione del modello Unico o del 730.

A chi spetta
L’agevolazione non riguarda solo i proprietari, ma è estesa agli inquilini, ai comodatari, a chi è titolare di un diritto di godimento (come gli usufruttuari), ai soci di cooperative e società semplici e alle imprese individuali (non per gli immobili strumentali o di merce). Inoltre spetta anche a familiari conviventi, a patto che sostengano le spese tramite bonifici a sé intestati, e a chi effettua gli interventi in proprio, nel qual caso la detrazione è applicabile solo sul costo dei materiali, soggetti all’IVA ordinaria.

Detrazione 50

Fioriere da terrazzo

Costruiamo fai da te delle fioriere da terrazzo dove poter collocare vasi di grandi dimensioni

Procurarsi qualche tavola da ponte, magari spezzata in due e non più utilizzabile dai muratori, non è difficile: per realizzare dei contenitori da utilizzare come fioriere da terrazzo basta procurarsene alcune.

Per costruire una fioriera ricaviamo 6 pezzi lunghi 600 mm e 8 lunghi 524 mm per i lati e la parte inferiore, 4 da 38x38x700 mm per le gambe/supporti laterali, 4 da 38x38x448 mm per i supporti inferiori e 4 da 76x38x600 mm per la cornice superiore.
I miniutensili Dremel e i loro accessori sono gli alleati più validi in questo lavoro: in particolare la minisega compatta DSM20, corredata di dischi in carburo, guida parallela e guida per tagli obliqui, e il Dremel 3000 con relativi accessori per foratura e levigatura.
Nel contenitore possiamo introdurre un vaso di grandi dimensioni oppure possiamo rivestire l’interno con un telo di plastica resistente e riempirlo di terriccio per mettervi una pianta a dimora.

Come costruire fioriere da terrazzo

Costruzione passo passo di fioriere da terrazzo

  1. Per ottenere le tavole nelle misure stabilite impostiamo la profondità di taglio a 20 mm e tagliamo prima da un lato e poi dall’altro, facendo scorrere la guida contro un listello di riscontro.
  2. Regolando la guida in modo che appoggi contro il bordo della tavola, otteniamo con precisione i tagli paralleli ai lati lunghi per ottenere le gambe/supporti laterali e i sostegni inferiori.
  3. Utilizzando la guida per tagli obliqui biselliamo a 45° le estremità dei listoni che costituiscono la cornice superiore.
  4. Segniamo la posizione delle viti sui supporti laterali e preforiamo con il Dremel 3000 equipaggiato con punte al titanio le sedi per le viti d’unione.
  5. Iniziamo ad assemblare un lato del contenitore, unendo 3 tavole da 524 mm e due gambe/supporti laterali. Inseriamo le viti autoperforanti Ø 5×65 mm con un cacciavite manuale o elettrico.
  6. Ripetiamo l’operazione con 3 tavole lunghe 600 mm; uniamo i due pannelli ottenuti ad angolo e costruiamone due identici: l’assemblaggio di queste parti completa il perimetro del contenitore.
  7. Con i listelli da 448 mm prepariamo la cornice di supporto per le tavole della base, da avvitare a essa.
  8. Segniamo i punti per applicare la cornice superiore, preforiamo e inseriamo le viti in modo che rimangano leggermente incassate. Stucchiamo tutti i fori in vista e levighiamo con il Dremel 3000 equipaggiato con dischi abrasivi idonei.

Fioriere fai da te

Fughe colorate

Se le fughe sono sporche e sgretolate possiamo rinnovarle con delle fughe colorate per un ambiente più allegro

La linea di giunzione tra una piastrella e l’altra è diventata sporca e sgretolata? È l’occasione per passare alle fughe colorate che trasformano una parete monotona in una superficie allegra e moderna

In tutte le misure esiste sempre un certa differenza fra la misura teorica, ideale, e quella che risulta alla fine delle lavorazioni.
Le tolleranze ammesse negli articoli da rivestimento (piastrelle e simili) vanno da 0,5 a 1 mm che sono sempre sufficienti a provocare, se non si sta attenti, il disallineamento tra le file e le colonne.

Visto che in questo campo ridurre le tolleranze comporterebbe un eccessivo aumento dei costi, il rimedio lo si è trovato con l’invenzione delle fughe: le piastrelle non vengono murate bordo contro bordo, ma allineate con l’interposizione di distanziali (più o meno spessi).

Le fessure che rimangono fra gli elementi vengono poi riempite con uno stucco speciale, appunto il riempifughe, che può essere bianco o colorato.

  1. presa la decisione di sostituire il vecchio insignificante riempifughe, che creava una superficie troppo uniforme e triste, con uno vivacemente colorato, si ricoprono i sanitari con i larghi nastri gommati.
  2. si scavano prima le fessure verticali fra le piastrelle della fila più in alto, poi la prima fessura orizzontale dall’alto, poi le verticali della seconda fila e così via.
  3. il lavoro di fresa si rifinisce con un coltello, con una spatola ben affilata o con la punta di una cazzuolina triangolare, eliminando eventuali bave restate in sede.
  4. la polvere e i detriti rimasti dentro le fessure svuotate vanno eliminati con l’ugello più stretto dell’aspirapolvere prima e con un pennello inumidito poi.
  5. se si vuole ottenere un buon risultato bisogna seguire alla lettera le modalità di preparazione sempre indicate sulle confezioni. Con una spatola di gomma si raccoglie una certa quantità di stucco, si appoggia la spatola a terra, in corrispondenza di una fessura verticale e la si solleva inclinandola in avanti e premendo con forza in modo da riempire la fessura.
  6. le fessure orizzontali si riempiono solo dopo aver finito il lavoro in verticale. Quando il riempifughe ha cominciato la presa si lava con una spugna inumidita.

fughe-colorate-riparate

Quello che inizialmente era solo un accorgimento tecnico in fase di posa delle piastrelle può adesso diventare un simpatico (ed economico) motivo decorativo, giocando sia sulla larghezza
delle fughe (i distanziali sono spessi da 1 a 5 mm) sia sul loro colore, ravvivando, con una griglia in contrasto, una parete altrimenti monotona.

Letto a scomparsa sotto il palchetto

Un letto a scomparsa che di giorno sparisce sotto la sopraelevazione del pavimento; di notte ingombra lo spazio al centro della stanza

Questo letto a scomparsa sotto un podio, adatto soprattutto per gente giovane e nei monolocali o in appartamenti piccoli, permette di sfruttare due volte tutta la superficie utile a pavimento e di creare interessanti soluzioni d’arredo.
Può essere costruito a spicchio di cerchio o a triangolo e montato in un angolo della stanza, oppure a rettangolo contro una parete corta.

Costruire un letto a soppalco
Il pianale di copertura può essere suddiviso in più “coperchi” per i punti in cui l’accesso ai vani sottostanti è possibile solo dall’alto, mentre per tutte le altre zone conviene sia d’un pezzo solo. I pannelli messi di coltello che contornano lo spazio per il giaciglio (fornendogli una guida d’ingresso e uscita) fungono anche da sostegni e da elementi divisori dei vari vani ripostiglio.

La scelta del profilo è legata, oltre ai gusti, alla conformazione della stanza e allo spazio che resta al centro per l’estrazione del letto.
La costruzione in sé non richiede abilità specialistiche (anche la fiancata anteriore del letto, ad arco, si lascia mettere in curva senza problemi né attrezzi speciali), semmai è il progetto a volere un certo impegno di tempo e di attenzione.
La struttura deve avere un’altezza sufficiente per ospitare il giaciglio, formato da ruote, sponde, doghe, materasso, a cui va aggiunta una dozzina di centimetri per cuscino, coperte o piumone.
Il pianale necessita di adeguati sostegni o elementi di irrigidimento, sia lungo il perimetro (robusti listelli ancorati alle pareti, adagiati su puntelli o incollati sotto il piano stesso) sia nella zona interna (pannelli sistemati di coltello a circondare il letto che poggiano sul pavimento più eventuali nervature di rinforzo applicate sotto il piano).

 

costruire-soppalco

  1. Anche i tagli curvi che richiedono l’uso del seghetto alternativo, se ben guidato, risultano piuttosto puliti. Gli spigoli vanno però smussati con la levigatrice, con carta vetrata passata a mano, con la fresatrice. Per le superfici estese conviene usare multistrato da 20 mm, per i sostegni e le varie nervature di contorno o rinforzo, listelli da 40×60 mm.
  2. Gli elementi della struttura si giuntano sotto il pianale, con semplice colla, lavorando con il tutto appoggiato in posizione capovolta.pianale-letto
  3. Nelle zone in cui lo spazio sotto il pianale può essere raggiunto solo dall’alto, conviene predisporre una struttura di sostegno ancorata ai muri della stanza o sostenuta da puntelli sul pavimento.
    Se la superficie è ampia e richiede più di un “coperchio”, occorre sistemare i listelli di sostegno in posizione tale che ambo i pezzi di copertura interessati possano appoggiarcisi sopra. L’estremità dei sostegni lontana dalle pareti può appoggiare sul pannello che delimita lo spazio del letto.
  4. La smaltatura delle parti in vista si affronta più comodamente prima di capovolgere la struttura finita e sistemarla in posizione.soppalco-letto
  5. I pezzi di pianale che fungono da coperchi devono essere il più possibile leggeri, in modo da permettere un agevole sollevamento, e facili da afferrare. Maniglie o pomoli creerebbero inciampo: per la presa basta un foro ampio abbastanzaper infilarci un dito.
  6. Sui lati corti, ai fianchi del letto estraibile, due scalini chiudono lo spazio e facilitano l’accesso a tutta la pedana.

stecche-lettoLetto a scomparsa con stecche

Benché tenace, il compensato sottile si flette tanto da lasciarsi curvare secondo un arco ampio. La stabilità del pezzo curvo si ottiene incollando insieme più pezzi sottili. Si blocca il primo contro la dima, si spalma tutta la superficie di colla, si aggiunge il secondo, si mette in morsa e si procede. Per estrarre facilmente il letto ed evitare che vagabondi per tutta la stanza sotto la spinta più lieve, conviene montare solo due ruote, in corrispondenza della sponda posteriore, e anteriormente farlo appoggiare su semplici piedi (che durante i movimenti vanno sollevati).
Per costruire il letto servono dunque, oltre alle sponde, alla struttura a doghe (che può essere acquistata già pronta) e ai relativi listelli di sostegno, anche degli angolari o dei listelli perimetrali inferiori che permettano il fissaggio di ruote e piedi, più un fondo ad arco per lo scomparto a tasche curve.
Questo fondo funge da dima per la curvatura del pannello anteriore.

letto a scomparsa fai da te

 

Di giorno, il letto occupa una superficie pari a zero, di notte sbuca da sotto il “pavimento” ingombrando il centro della stanza. La funzione di comodino può essere affidata sia al piano del palchetto sia alle tasche dell’arco che contorna la fiancata esterna del letto. Tutto lo spazio sotto il palchetto che non viene riempito dal letto riposto è comunque accessibile, dal lato o dall’alto, e funge quindi da ripostiglio per materiale d’ogni genere.

 

 

Macramé

Il Macramé è una sorta di merletto realizzato per annodatura di fili di lino, cotone, canapa, lana e altre fibre che può essere realizzato solo manualmente; il filato viene appuntato su un tombolo o su un cuscino tramite spilli.
È un’arte di antica origine araba che approdò in Italia nel XV secolo, sviluppandosi in particolar modo in Liguria e tramandandosi da madre in figlia; sono poche le scuole che insegnano questa tecnica popolare.

Con questo fitto intreccio di fili, utilizzato da secoli per abbellire il corredo delle spose, si possono realizzare molte cose, anche i fiori!

Fiori  macramé

Per intraprendere l’arte del macramé bisogna prima imparare a fare i nodi, tanti tipi di nodi: semplici, a cordoncino, ritorti, a catena, piatti, obliqui… Poi si possono realizzare un’infinità di cose, dai braccialetti agli orecchini, dalle bordature per gli asciugamani (che in dialetto ligure si chiamano, appunto, Macramé), alle borse, dalle bomboniere ai sacchetti per profumare la biancheria.
é quello che fa la nostra amica Luciana a    Lavagna, cittadina della riviera ligure famosa per l’ardesia e culla italiana di quest’arte in estinzione che può regalare molte soddisfazioni utilizzando materiali semplici. Per questo merita di essere riscoperta, soprattutto dai giovani.

  1. Tagliamo un filo portanodi “coda di topo” da 2 mm a una lunghezza di 170 cm, quindi fissiamolo al supporto in modo da avere una lunghezza di 30 cm a destra e 140 cm a sinistra.
  2. Prendiamo due fili lunghi 280 cm e annodiamoli con doppio nodo “cordoncino”: sul filo portanodi devono risultare 8 fili paralleli.
  3. Utilizziamo il primo filo libero a destra come conduttore e facciamo un cordoncino orizzontale verso sinistra; annodiamo anche il filo portanodi  di sinistra e ripetiamo ancora una volta.
  4. Ora prendiamo il terzo filo da sinistra e tendiamolo verso sinistra, utilizzandolo come conduttore per annodare i primi due fili.
  5. Annodiamo a cordoncino due fili sul primo filo girato verso destra.
  6. Adesso è il primo filo a sinistra a essere utilizzato come conduttore, sul quale dobbiamo annodare gli altri quattro fili.
  7. Per completare il petalo dobbiamo ripetere altre due volte il passaggio precedente.
  8. Concludiamo il petalo facendo tre cordoncini orizzontali verso sinistra.
  9. Per ottenere gli altri petali, dobbiamo ripetere tutte le fasi partendo dal punto 4. Procediamo fino ad aver realizzato 5 o 6 petali.
  10. Al termine del lavoro, inseriamo nelle punte interne il filo portanodi libero e i fili rimanenti nel giro iniziale, quindi leghiamo tra loro i fili.

La tecnica del macramé

Realizzazione di Luciana Brescia

I merletti al tombolo

Il tombolo non è altro che un cuscino di forma cilindrica che fa da supporto per la realizzazione di merletti, fissandovi il disegno da seguire, che può essere rappresentato da una fotocopia o da un disegno. Questo viene preferibilmente rivestito con un foglio di acetato per evitare che eventuali perdite di colore da parte del disegno possano macchiare il pizzo. I molti fili da utilizzare sono avvolti su bastoncini di legno (fuselli). Viene anche usato per realizzare oggetti con la tecnica del macramé, dove i fili possono anche essere sciolti, in base alla lunghezza necessaria per portare a termine il lavoro. I fili vanno fissati al tombolo con spilli che non devono essere di metallo ossidabile, ma di acciaio inox o di ottone nichelato.

Tombolo

Il filo è solitamente di canapa o lino, ma si utilizzano anche la lana e i filati sintetici. Lo si avvolge sui fuselli, il cui compito è quello di facilitarne lo svolgimento durante il lavoro, secondo una tecnica specifica, sia per il senso di arrotolamento (destra-sinistra). I fuselli si utilizzano in coppia, per cui metà del filo va avvolto su uno e l’altra metà sull’altro, fermandolo con un nodo, cosicché lo si possa srotolare e riavvolgere. Per riprodurre i disegni occorre prima imparare i diversi “punti” che permettono di realizzare la trama, per la quale si lavora in contemporanea con diverse paia di fuselli; i pizzi e i merletti che si ottengono vengono utilizzati per ornare lenzuola, asciugamani, tovaglie, fazzoletti e complementi simili, ma si realizzano anche oggetti a sé stanti come centrotavola elaborati nella forma e nel disegno.

Pare che la tela di colore verde sia la più indicata per il rivestimento del tombolo, in quanto questo colore affaticherebbe meno la vista rispetto ad altri. Esistono di varie misure, solitamente con Ø 22 cm e lunghezze comprese tra 30 e 60 cm, con prezzi tra 38 e 49 euro; è necessario collocarlo su un supporto adeguato, una sorta di culla da tavolo o un cavalletto a pavimento.

Carta da parati | Applicazione spiegata passo-passo

La carta da parati è un particolare tipo di carta utilizzata per rivestire pareti, mobili, porte e accessori; può essere costituita da materiali differenti (cellulosa, vinile, TNT, ecc.)

Per applicare la carta da parati iniziamo con l’eliminare dalla parete le parti che si scrostano e asportando l’eventuale vecchia tappezzeria. Stucchiamo fori e fessure con stucco da muro. Quando i ritocchi sono asciutti carteggiamo con una carta abrasiva medio-fine (n° 220-240) e puliamo per bene con uno straccio.

Asportiamo dalla parete le prese e gli interruttori (dopo aver tolto la tensione), isolandone i conduttori e raggruppandoli all’interno delle scatolette. Asportiamo anche le mascherine degli avvolgitapparelle, le mensole sfilabili e ogni altro elemento asportabile che può essere  di ostacolo durante la posa o costringerci ad aprire fori nei teli.

Per un’esecuzione rapida e precisa conviene tagliare tutti i teli prima dell’applicazione. Poi procediamo con la stesura  della colla sul retro di ognuno.
È importante, in questa fase, non avere tempi morti in quanto le operazioni da compiere sono diverse. Utilizziamo la speciale colla in polvere che deve essere sciolta per bene in acqua tiepida.
Nell’applicazione a parete lasciamo un’abbondanza di alcuni centimetri a soffitto e a pavimento che asporteremo a fine lavoro.
Stendiamo i teli successivi a filo del precedente o, se i muri non sono regolari, sormontandolo di circa 1 cm. Proseguiamo fino alla totale copertura delle pareti.
È utile la collaborazione di una persona che sostenga i teli durante il lavoro. Al termine applichiamo il battiscopa ed eventualmente dei bordini modanati lungo il soffitto.

◆ L’ideale è disporre di un banco pieghevole largo 3-4 cm più della larghezza del rotolo e lungo almeno 2/3 dell’altezza della parete, ma si può rimediare con tavole appoggiate su due cavalletti.  
◆ Conviene collocare i teli a parete “allontanandoci” dalla finestra principale: in questo modo le giunzioni tra i fogli risultano meno visibili. 

 

Predisporre il muro

Predisporre il muro

  1. Stucchiamo fori e crepe. Anche se ricoperti dalla carta, i fori dei tasselli evidenzierebbero piccole depressioni, pertanto bisogna livellarli con lo stucco. A stucco indurito carteggiamo i ritocchi.
  2. Con una spazzola di saggina rimuoviamo le porzioni di vecchia pittura o di finitura (gesso, arenino ecc.) in fase di distacco che possono compromettere la buona adesione della carta da parati.

La colla per la carta da parati

Colla per carta da parati

  1. Prepariamo la colla per la carta da parati sciogliendo in acqua (nelle proporzioni indicate sulla confezione) la colla in polvere (le proporzioni variano in funzione del tipo di carta da parati).
  2. Il preparato in polvere va mescolato con accuratezza per evitare la formazione di grumi e accertandoci che tutto il materiale si sia sciolto. Conviene attendere qualche minuto prima di applicarlo sui teli. (Disponibile anche la versione di colla istantanea già pronta all’uso)

 Come procedere all’applicazione dei teli

Come tappezzare

  1. Tracciamo la linea di partenza con il filo a piombo, in prossimità di un angolo, senza fidarci della regolarità delle pareti. Questo accorgimento è essenziale per la buona riuscita del lavoro.
  2. La colla, da preparare seguendo le istruzioni, va stesa con la pennellessa, trattando con cura i bordi. Le sbavature si possono rimuovere con acqua. Per questo lavoro utilizziamo il tavolo da tappezziere.
  3. Affinché la colla penetri a fondo dobbiamo lasciar assorbire ogni telo per qualche minuto. Steso l’adesivo, si ripiegano i lati corti verso l’interno per trasportarlo verso la parete senza sporcarlo di colla.
  4. Facciamo aderire alla parte alta della parete il lembo superiore del telo, curandone la coincidenza con la linea di partenza. Completiamo l’operazione in basso stendendo bene la carta.
  5. Per premere la tappezzeria contro il muro ed eliminare le bolle d’aria usiamo una spazzola morbida. Eventuali sacche d’aria o di colla si possono aspirare con una siringa, forando la carta con l’ago.
  6. In corrispondenza degli interruttori effettuiamo un taglio a croce e asportiamo le parti eccedenti. Prima di ricollocare la placca tagliamo la carta lungo perimetro della mascherina.

Quanti teli occorrono?

Per calcolare con precisione quanta carta da parati ci serve, misuriamo il perimetro della stanza da rivestire “vuoto per pieno” (cioè considerando porte e finestre come parete intera). Dividiamo la misura (in metri) per 0,53 (larghezza standard dei fogli) e avremo il numero di teli da applicare. Per determinare il numero dei rotoli da acquistare misuriamo (in metri) l’altezza delle pareti e aggiungiamo 8 cm. Poi moltiplichiamo questa misura per il numero di fogli, calcolato prima, e dividiamo per 10 (lunghezza standard dei fogli). Il risultato (arrotondando per eccesso) è il numero di rotoli da acquistare. Un esempio:
Perimetro 20,50 m : 0,53 m = 39 fogli.
Altezza 3,05 m + 8 cm = 3,13 m.
Il calcolo è: 39 x 3,13: 10 = 12,20 per cui bisogna acquistare 13 rotoli. Se la carta da parati ha dei disegni che devono combaciare tra foglio e foglio acquistiamo un 10% di rotoli in più, perché si provoca più scarto.

Leggi anche come togliere la carta da parati.

Antichizzazione a patina

Antichizzazione a patina per la panca in legno

La decorazione dei mobili non è riservata solo a chi ha inventiva pittorica e mani da pittore; chi ritiene di avere comunque un’abilità manuale insufficiente può ricorrere ad altri sistemi, come il découpage o lo stencil, e impreziosire un mobile con una tecnica invecchiante come questa dell’antichizzazione a patina.

panca-grezzaIl trucco tecnico di questa finitura non è tanto il disegno o dipinto in sé, quanto la sua antichizzazione a patina e l’invecchiamento generale a più strati di smalto coprente di diversi colori.
Per entrambe le cose non servono né attrezzi speciali, né abilità particolari, ma si tratta solo di seguire una sequenza precisa nella stesura e parziale asportazione dei prodotti protettivi, lasciandosi guidare dai tempi di asciugatura.
Quanto agli accostamenti di colore e al genere del motivo ornamentale, se non si hanno le specifiche conoscenze, o ci si documenta puntualmente sulle usanze d’un tempo, oppure si va a estro personale.

Il mobile può essere nuovo di fabbrica oppure vecchio ma in buone condizioni strutturali: in entrambi i casi la finitura coprente antichizzante a patina con decorazione alla contadina nasconde del tutto la superficie del materiale, creando una patina che imita quella del tempo. Il trattamento superficiale si adatta a molti tipi di mobili e, in particolare, può rivalutare in maniera allegra e un po’ naïf pezzi d’arredo invecchiati che altrimenti mal si accompagnano ai gusti di oggi.

Come eseguire l’antichizzazione a patina

Antichizzazione a patina

Per prima cosa si riveste la superficie con una mano di fondo bianco. Quando questo è asciutto, si smaltano di rosso le cornici ornamentali e tutte le zone più esposte all’usura, cioè gli spigoli, le coste sottili e le parti sporgenti dei pezzi torniti.
Quindi si ricopre tutto (salvo le specchiature da decorare) con una generosa mano di smalto blu e, senza attendere che asciughi, si ripassano con un panno le zone su cui il trascorrere del tempo avrebbe maggiormente inciso, asportando in maniera irregolare e sfumata il prodotto appena messo.

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Modelli di ornamenti floreali si possono trovare online e stampare su fogli di carta da ritagliare.
Per riportarne i contorni sul mobile va bene la carta carbone, che lascia una traccia nitida sul fondo bianco. Ambo i fogli vanno bloccati con strisce di nastro adesivo.

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I prodotti più adatti per la coloritura sono gli smalti acrilici. Mentre si prosegue nel dipinto, per non rischiare di slavare con il taglio della mano i colori ancora freschi conviene usare un bastoncino, un listello, un pennello che, fungendo da poggiamano, sostenga per bene evitando contatti indebiti.

antichizzazione

Invece di proteggere il dipinto asciutto con un fissatore o della vernice trasparente, lo si ricopre con la patina (un prodotto a base di polveri e colle usato proprio per far apparire un mobile antico), che va sfumata ancora fresca con un panno e poi, da asciutta, ripassata con fine paglietta d’acciaio.

Tavolo fratino fai da te

Tavolo fratino a tutta lunghezza: un grande piano, due sostegni laterali e alcune traverse di rinforzo per un tavolo di grande robustezza e dalla linea sobria

Per la costruzione del tavolo fratino vanno utilizzati legni duri quali noce, faggio e olmo.
Il tavolo fratino è composto da un telaio a V rovesciata di gambe sopra il quale va il piano, rettangolare allungato, fissato con incastri e “chiavette” di legno.
II telaio è costituito da due sostegni laterali, due traverse e due travi. Il sostegno laterale è tagliato nella caratteristica forma rastremata nella parte centrale e allargata alle basi. Alla base inferiore si sagoma la foma dei piedi. Nel centro del sostegno si crea un motivo ornamentale che ha anche funzione di alleggerimento.

costruzione-tavolo-fratino

Traverse e travi

Traverse e travi del tavolo frattino vanno collegate ai sostegni. La trave superiore si incastra a mezzo legno sulla traversa e si fissa definitivamente con una spina da legno. La trave inferiore entra nel sostegno con un tenone sul quale è poi praticato un foro per l’inserimento di un cuneo di bloccaggio. Dalla trave inferiore partono due tiranti che salgono diagonalmente a fissarsi sulla trave superiore. I due tiranti, che hanno funzione sia estetica che strutturale, vanno ricavati da un listello di sezione minore delle travi. Tutti gli spigoli delle parti vanno smussati con la levigatrice o col pialletto. Il piano è costituito da assi accostate con le venature alternate in modo che non si imbarchino. Sono unite tra loro con un incastro a falso maschio. Anche il fissaggio del piano al telaio è realizzato con delle spine da legno.
È necessario una sega circolare per i tagli rettilinei e un seghetto alternativo per le curve. Gli incastri vanno realizzati con un lavoro di scalpello e sponderuola.
Le superfici vanno rifinite con lucidatura a cera.

gambe tavolo fratino

 

 

 

Sui due sostegni che reggono e danno stabilità all’interno tavolo sono ricavati due motivi ornamentali con lo scopo di alleggerire visivamente la struttura.

 

 

 

 

 

 

 

Tutti gli incastri del tavolo fratino

A sinistra incastro  a mezzo legno della trave superiore. A destra incastro della trave inferiore con cuneo di bloccaggio.
A sinistra incastro a mezzo legno della trave superiore. A destra incastro della trave inferiore con cuneo di bloccaggio.

 

 incastro della trave inferiore con cuneo di bloccaggio. il piano  del tavolo è ottenuto  con tavole lunghe giuntate tra loro con incastro a dente e canale
A sinistra incastro della trave inferiore con cuneo di bloccaggio. A destra il piano del tavolo, ottenuto
con tavole lunghe giuntate tra loro con incastro a dente e canale.

 

Stile Shabby Chic

Shabby chic ovvero recuperiamo vecchi mobili rovinati per dargli nuova vita con eleganza!

Recuperare un oggetto palesemente obsoleto ed anche rovinato, che sia un mobile, un complemento d’arredo o un suppellettile, poco importa, può essere più facile del previsto.
E se è consumato meglio, possiamo contare proprio su questo fatto per esaltarne l’eleganza.

Shabby chic è uno stile nato in Gran Bretagna che evoca il tipo di decorazione caratteristico nelle grandi case di paese, dove l’arredamento è usurato dal tempo. è uno stile che riflette la grazia e la semplicità di altri tempi.
Piccoli tesori dei mercatini e vari oggetti dimenticati in soffitta vengono recuperati con un minimo di restauro ed una buona dose di fantasia decorativa.
Fiori, pizzi e velluti la fanno da padroni in questo scenario fiabesco dove ogni cosa, oltre ad essere esteticamente bella, deve essere comoda e funzionale.
Il risultato finale è di realizzare un effetto generale elegante.
Il termine “Shabby chic” (il cui significato è letteralmente “trasandato chic”) è stato coniato dall’americana Rachel Ashwell  negli anni ‘80 sulla rivista “The world of interiors”.

Scrittoio in stile Shabby chic

Scrittoio prima dello Shabby Chic
Lo scrittoio vecchio e rovinato così come si presentava prima di applicare la tecnica dello Shabby chic

Sembra facile una volta fatto. E invece molto spesso, quando si considera un vecchio oggetto ritrovato in soffitta o in cantina, e ci viene in mente di recuperarlo, il dilemma più grosso è quale tecnica utilizzare e quale nuovo stile potrebbe assumere quell’oggetto per inserirsi nel nostro arredo. La risposta è tutt’altro che facile.

La chiave dello Shabby chic è l’effetto “usura”

Step by step shabby chic

  1. Dopo un passaggio di carta vetrata e l’applicazione di un foglio di multistrato da 6 mm per ripristinare la superficie di lavoro dello scrittoio, irrimediabilmente usurata, iniziamo a dare una mano di cementite.
  2. Prima di passare la seconda mano di fondo diamo una carteggiata sui punti del mobile più esposti all’usura. Questo è il primo passo verso la realizzazione della particolare finitura che vogliamo ottenere.
  3. Dopo il fondo, due mani di smalto color avorio, “caricato” un bel po’ con l’ocra, e poi, mascherando con nastro di carta, realizziamo i filetti azzurri sul piano di lavoro e sui cassetti. La giusta tonalità si ottiene mescolando pochissimo blu con smalto bianco.
  4. Alla fine, procediamo carteggiando nuovamente nei punti del mobile più esposti, per ottenere l’effetto di usura caratteristico dello stile Shabby chic. La finitura finale si fa a cera.
La scrivania completata
La scrivania completata

Millechiodi Legno

La nuova formulazione permette di avere una presa immediata (bastano solo pochi secondi di pressione con le mani e non servono morsetti) e un’elevata tenuta finale. Come una vinilica… MEGLIO di una vinilica!

Pattex Millechiodi Legno è l’adesivo di montaggio ideale per tutte le applicazioni su legno. Riparare e montare cassettiere, mobiletti, cornici, sedie e altri oggetti in legno non è mai stato così semplice! Grazie alla sua formula con “effetto ventosa”, garantisce una notevole presa immediata, non cola e permette di evitare l’impiego di morsetti, rendendo più comoda e facile qualsiasi applicazione, anche in verticale! Millechiodi Legno è riposizionabile nei primi 10 minuti, verniciabile e trasparente una volta asciutto, Pattex Millechiodi Legno non è solo il perfetto alleato per tutte le riparazioni su legno, ma permette anche di realizzare infiniti progetti di fai da te. Disponibile nei formati da 100 ml e 200 ml. 

Come si utilizza Millechiodi Legno

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Si distribuisce l’adesivo sulle superfici da incollare e si abbinano le parti facendo pressione per pochi secondi: si sviluppa subito una forte presa immediata e, grazie alla densità dell’adesivo, quello che è di troppo viene espulso, ma senza colare. A questo punto è sufficiente rimuovere quanto deborda raschiandolo via: perfetto è, per esempio, un ritaglio di cartone, da usare di lato nelle giunzioni piane o d’angolo quando i pezzi sono uniti a 90°.

Scopri tutte le caratteristiche di Millechiodi Legno

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