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Fontanot

Scale Fontanot: innovazione al servizio dei clienti

L’azienda Fontanot, già conosciuta come Albini & Fontanot, dal 1970 costruisce scale prefabbricate con un processo industriale tecnologicamente avanzato.

Le scale a chiocciola e a giorno Fontanot si caratterizzano da sempre per la ricercatezza del design e la componente ingegneristica all´avanguardia. La ricerca di nuove soluzioni ha permesso la realizzazione di prodotti innovativi come Xnodo, prima scala modulare e Techne, prima scala in tecnopolimero in concorso al Compasso d’Oro 2011.

Nel 2011 Fontanot propone un nuovo prodotto che cambia il modo di progettare le scale a chiocciola, il sistema di gradini alternati 2:Easy Fontanot che aumenta lo spazio disponibile per appoggiare il piede, rendendo le scale a chiocciola comode e sicure.

La capacità di anticipare i tempi e offrire prodotti e servizi in linea con le moderne esigenze di progettisti e utenti finali ha fatto di Fontanot una delle migliori aziende del settore, come dimostrano gli importanti riconoscimenti ottenuti negli anni:

  • Primo premio al concorso “Premio Saiedue” di Bologna;
  • Primo premio al concorso “Diploma Biennal of Industrial Design Bio10” di Lubiana;
  • Primo premio al concorso “International contempory forniture” di New York;
  • Primo premio al concorso “Tecnologia e Forma” International Design Management di Milano.

Gradini 2:Easy Fontanot: state comodi e sicuriLa forma ergonomica dei gradini 2:Easy Fontanot risolve due punti critici delle scale a chiocciola: diminuisce l´altezza dell´alzata, facendo diventare meno faticosa la salita, e aumenta lo spazio calpestabile del gradino nella zona più vicina al palo, rendendo la scala più sicura in discesa.

I gradini 2:Easy Fontanot, coperti da Brevetto d´Invenzione, sono pensati per essere utilizzati da persone di ogni età, dai bambini agli anziani. Con la particolare forma del sistema di gradini 2:Easy Fontanot le scale a chiocciola diventano meno faticose per gli anziani e più sicure per i bambini.

Grazie all’ergonomia dei gradini 2:Easy Fontanot, infatti, si aumenta lo spazio utile vicino al palo della chiocciola, permettendo di appoggiare comodamente il piede anche nella zona del gradino dove nella chiocciola tradizionale c’è meno spazio.

Fontanot Project: servizio completo per i progettistiNel corso della sua lunga esperienza l´azienda Fontanot ha messo a disposizione di architetti, progettisti e addetti ai lavori prodotti e strumenti capaci di assecondare qualunque esigenza.

Per offrire una consulenza completa e integrata ai professionisti che decidono di collaborare con l’azienda, Fontanot lancia Project, il servizio che permette di avere l’azienda Fontanot come unico interlocutore per la fornitura di tutto ciò che concerne la realizzazione di scale su misura per grandi progetti. Fontanot gestisce e organizza per il proprio cliente tutte le fasi del lavoro: dalla stesura del progetto all´allestimento finale.

Innovazione tecnologica: scale di qualità consegnate in tempi recordTutti i prodotti Fontanot nascono da un’esigenza del mercato recepita dall’azienda che la elabora secondo processi automatizzati e certificati per garantire il miglior risultato possibile. Le materie prime certificate, l’alta automatizzazione e il design inconfondibile fanno dei prodotti Fontanot l´unione perfetta tra la qualità artigianale e la precisione industriale. Gli alti standard raggiunti dai processi produttivi permettono all´azienda di consegnare i prodotti in tempi certi che vanno, in base alla tipologia di prodotto, dai 5 ai 20 giorni lavorativi.

Certificazioni. La costante ricerca della qualità nei prodotti e nei processi aziendali per Fontanot è un elemento fondamentale. La qualità finale del prodotto è ricercata sin dalla scelta dei materiali migliori, con standard superiori a quelli indicati dalle normative vigenti.

I processi di progettazione e produzione sono ottimizzati rispetto a criteri di efficacia ed efficienza, come attestato dalle certificazioni IQNet e più precisamente CISQ-CSQ negli standard ISO 9001:2008.

Del Conca Fast – Posa e prezzi

A colpo d’occhio sembra un parquet classico, ma in realtà si tratta di un pavimento di grès porcellanato Del Conca Fast.

I formati disponibili sono due, 20×120 e 15×120 cm, spessi 12 mm e abbinabili tra loro, in quattro tonalità (noce, grigio, bianco, beige); le piastrelle vanno composte su un tappetino fonoassorbente spesso 1-2 mm. Può essere applicato sopra vecchi pavimenti e si ottiene una superficie stabile, continua, senza fughe e immediatamente calpestabile. Resiste a urti o graffi, ai raggi solari e non cambia tonalità con il tempo. Il sistema a incastro ricorda quello dei listoni prefiniti da parquet: in questo caso però interessa solo i lati lunghi, entrambi scanalati “femmina”.

Del Conca Fast – La posa

del conca fast, del conca fast prezzi

Si inizia posando la prima fila di doghe lungo una parete, distanziandola da essa con piccoli cunei; nelle scanalature si inseriscono i listelli di plastica compresi nel kit e la fila successiva, che va posata sfalsata rispetto alla precedente, viene incastrata sulla parte sporgente dei listelli, utilizzando un martello e un tacco di legno, fino a farla collimare con la precedente. Si ripete il sistema per le file successive. I tagli a misura si effettuano senza difficoltà utilizzando una comune tagliapiastrelle.

Del Conca Fast prezzi

I prezzi del sistema Del Conca Fast, serie Montenapoleone, sono di euro 62,80/mq per le piastrelle corredate di listelli, cui vanno aggiunti euro 2,10/mq di materassino fonoassorbente.

Scopri tutti i prodotti Del Conca

Guarda il video di montaggio Del Conca Fast

www.youtube.com/watch?v=LDbZiSD1thQ

Detrazione fiscale 65 % Velux

Fino al 31/12/2014 la sostituzione delle vecchie finestre per tetti con nuovi modelli a risparmio energetico permette di usufruire della detrazione fiscale 65 % sia sul prezzo della finestra sia sulla manodopera per l’installazione.

La detrazione fiscale 65 % ovviamente non tiene conto dei benefici in termini di comfort che si possono ottenere, specialmente adottando una finestra Velux Integra. Ad accompagnare le linee moderne ed essenziali di queste finestre, elettriche o solari, ci sono le prestazioni energetiche dovute essenzialmente alla superficie vetrata più ampia a parità di ingombro e all’applicazione della Thermo Technology™, ovvero l’inserimento di materiale isolante e legno termotrattato nel battente della finestra. Un’ulteriore innovazione è data dal “control pad touch screen” grazie al quale è possibile azionare a distanza finestre, tende interne, tende esterne e tapparelle oppure programmarne le funzioni in base alle proprie esigenze, scegliendo tra 8 programmi predefiniti. Con un solo tocco si chiudono tutte le finestre prima di uscire e, al rientro, si trovano gli ambienti ventilati e alla giusta temperatura, perché le finestre azionano da sé i dispositivi in base alla programmazione; mentre si è in casa, con un solo gesto si avvia la ventilazione per cambiare l’aria, anche più volte al giorno. In caso di pioggia, il sensore di serie provvede alla loro chiusura; inoltre, uno speciale kit permette di trasformare una finestra manuale in elettrica o solare. In quest’ultimo caso senza effettuare opere murarie per creare la predisposizione elettrica. I modelli Integra sono disponibili in legno (GGL) e in legno rivestito di poliuretano bianco (GGU). 

Detrazione fiscale 65 % Velux

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Oltre ai programmi preimpostati, tra cui quello che simula la presenza di persone in casa anche se si è in vacanza, se ne possono aggiungere di nuovi con la massima libertà di personalizzazione. Velux 

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Riforma condominio

La nuova riforma condominio prevede cambiamenti a livello dei consumi energetici, della convivenza con gli animali domestici e molti altri aspetti innovativi.

Il 18 giugno 2013 è entrata in vigore la nuova normativa che regola gli edifici condominiali: la legge di riferimento è la 220/12 ed è composta da 32 articoli, di seguito sono sintetizzati alcuni degli aspetti più interessanti.

  • Gli impianti a energia rinnovabile installati sulle parti comuni non avranno bisogno dell’approvazione dell’assemblea, che potrà comunque mettere ai voti i vincoli architettonici.
  • Sarà più facile staccarsi dal riscaldamento centralizzato, continuando però a partecipare ad eventuali manutenzioni straordinarie dello stesso.
  • Scale e ascensori saranno equiparati per quanto concerne manutenzione e sostituzione: i condomini contribuiranno alle spese per metà in base all’altezza del piano e per metà in base ai millesimi.
  • Non ci sono più limitazioni o divieti al possesso di animali domestici, anche ove questi fossero in precedenza inscritti nei regolamenti condominiali; se, però, il singolo locatore ne fa divieto nel contratto d’affitto, la clausola diventa vincolante per il locatario.
  • Vengono ampliate le parti comuni, nelle quali ora rientrano anche i sottotetti e le antenne, e sarà possibile modificarne la destinazione d’uso con il favore di almeno l’80% dei condomini (in millesimi).
  • Il condominio dovrà obbligatoriamente avere un conto corrente sul quale far transitare tutte le entrate e le uscite, accessibile ai singoli condomini per estrapolare copie di rendiconti.
  • Molte altre novità riguardano il quorum necessario per le delibere dell’assemblea, la possibilità di avere un sito web condominiale, la costituzione di un fondo per fronteggiare le manutenzioni straordinarie.
riforma condominio
D’ora in poi non ci potranno più essere divieti legati al possesso di animali domestici.

Visita il sito Rifare Casa per le norme aggiornate sul regolamento condominiale

Tavolo componibile

Pratico e comodo in casa, il tavolo componibile può essere usato anche in giardino; i suoi sette elementi complessivi si compongono in più forme.

Sette tavolini che si uniscono per un grande tavolo componibile lungo 3750 mm e largo 1500 mm composto da quattro tavolini A, sagomati a quarto di cerchio, con raggio di 750 mm e dotati di tre gambe ciascuno, due piani rettangolari C, sostenuti da un tavolo rettangolare B, che misura 750×1500 mm.

scomporre-il-tavolo

Ogni piano ha il perimetro rinforzato sulla faccia inferiore mediante due strati sovrapposti di listello largo 43 mm: utilizzando per piani e rinforzo multistrato da 15 mm, lo spessore complessivo del bordo diventa così di 45 mm. I piani C si appoggiano su una serie di staffe girevoli L, applicate sotto i listelli di rinforzo degli elementi provvisti di gambe per mezzo di un bullone che funge da perno, permettendo loro di ruotare verso l’esterno del perimetro e di rientrare quando non servono.

Il taglio dei vari piani rettangolari non presenta problemi; invece quello dei quarti di cerchio va preventivamente marcato, improvvisando un compasso con una matita e una cordicella; viene poi eseguito con il seghetto alternativo e infine accompagnato con una fresa o con carta vetrata, dopo avervi applicato i listelli di rinforzo. Se questi ultimi vengono ottenuti da più spezzoni di arco di cerchio, occorre fare in modo che le giunzioni tra un listello e l’altro, nelle due cornici sovrapposte, non coincidono. Prima di applicare i listelli di rinforzo con colla e chiodini bisogna aprire degli intagli sui piani A e B in corrispondenza degli angoli in modo che le gambe non escano dall’ingombro dei piani: questo accorgimento è indispensabile per poter affiancare liberamente i vari piani.
Ogni intaglio, ottenuto con seghetto alternativo o, meglio ancora, con sega a pettine manuale, misura 23×45 mm, ossia ha le esatte dimensioni della sezione delle gambe.

Le gambe del tavolo componibile

Vengono fissate ai piani inserendole negli apposti intagli e bloccandole in posizione con un bullone e 4 spine a secco.
I cinque fori occorrenti, tutti da 6 mm di diametro, vanno disposti come i pallini del numero cinque sui dadi da gioco: i quattro esterni servono per le spine, che hanno la funzione di impedire alle gambe di ruotare; quello interno serve come foro passante per il bullone, che va ad agire in un bussolotto inserito nei listelli di rinforzo. In questo modo, all’occorrenza si possono smontare le gambe semplicemente allentando un bullone. La testa del bullone entra in una fresatura del foro passante aperta sulla faccia esterna della gamba e si avvita con chiave esagonale maschio, detta chiave a brugola.
I piani privi di gambe hanno spine di faggio infisse in corrispondenza delle staffe L, incollate sporgenti verso il basso per metà della loro lunghezza di modo che possano inserirsi nel foro libero delle staffe bloccando fermamente il piano.

Cosa occorre per costruire il tavolo componibile

tavolo-componibile-misure

Multistrato spesso 15 mm:

  • 1 pezzo 1520×1520 mm da cui ricavare i 4 piani A,
  • 3 pezzi 750×1500 mm per il piano B e i 2 per piani C,
  • 12 listelli G e J 43×1500 mm,
  • 28 listelli D, F e H 43×750 mm,
  • 1 pezzo 750×1000 mm da cui ricavare i 4 listelli curvi E,
  • 16 staffe L 40×80 mm;

Tavole pino o abete sezione 21×43 mm:

  • 16 gambe K 730 mm;

Altri materiali:

  • colla vinilica;
  • chiodi 2×25 mm;
  • 32 bulloni 6×40 mm con testa a brugola;
  • 32 bussolotti Ø 6×25 mm;
  • 80 spine 6×40 mm;
  • turapori;
  • flatting;
  • smalto.

 

Bulloni e staffe

tavolo componibile disegno

I bulloni con testa a brugola sono indispensabili per un assemblaggio facile, ma solido. Usare ferramenta d’acciaio offre garanzia di durata e di inalterabilità.

La posizione delle staffe L consente di appoggiare i piani C sprovvisti di gambe con qualunque disposizione degli elementi.
Volendo poter variare al massimo basta applicare altre 4 staffe sui lati di testa del tavolo B.

Spicchi di tavolo

Listelli bordo

  • la doppia fila di listelli che costituisce il bordo è inchiodata e incollata lungo tutto il perimetro dei piani.

Fissaggio gamba

  • fissiamo provvisoriamente la gamba con strettoi prima di aprire i 4 fori laterali per le spine che impediscono la rotazione.

 

 

 

 

Iva 10%

IVA 10% agevolata nelle ristrutturazioni

Cos’è l’iva 10%?
Gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, nonché di restauro e risanamento conservativo di immobili residenziali possono beneficiare di un’aliquota IVA agevolata al 10% anziché al 22%.

Quando si applica?
L’IVA agevolata si applica sia sulla manodopera sia sui materiali necessari per portare a compimento i lavori, purché forniti dalla stessa ditta che si occupa di porli in opera. Non è quindi applicabile se tali materiali vengono acquistati privatamente.
Possono beneficiare dell’Iva agevolata al 10% anche i piccoli interventi di manutenzione ordinaria eseguiti su fabbricati a prevalente destinazione abitativa: tra questi figurano la sostituzione dei sanitari, l’impermeabilizzazione delle coperture, gli interventi di riparazione o sostituzione, anche parziale, degli impianti elettrici, idraulici e termici, la tinteggiatura delle pareti, il ripristino di intonaci e rivestimenti danneggiati.

Limitazioni
L’IVA 10% può essere applicata solo in parte nel caso di “beni significativi”, quelli che hanno un costo superiore rispetto alla manodopera necessaria alla loro installazione. In questi casi l’aliquota al 10% si applica solo sulla parte di cifra a pareggio delle spese di manodopera, mentre la parte eccedente è soggetta all’IVA ordinaria al 22%. Un esempio è riportato nell’articolo Detrazioni 50% ristrutturazione (link diretto alla pagina)  

Mobili rustici

Tronchi, tronchetti, rami più o meno grossi: tutto è utile per un tavolo, una panca e due vassoi che sono il massimo dei mobili rustici

Dedicato agli amici dei mobili rustici, ai nostalgici della vita dei pionieri o, meglio ancora, dei trappers, ai patiti dell’etnico e agli altri lettori con passioni simili, questo servizio mostra come utilizzare in modo utile e spiritoso le ramaglie di scarto, troppo grosse per far fascina e troppo piccole come legna da ardere: quelle che un tempo si usavano per far carbone.

Rami per gambe mobili rusticiIl materiale lo si trova nei boschi, dopo i temporali, o all’epoca della rimonda o resta sul terreno dopo l’abbattimento e lo sfrondamento dei tronchi.
Qualunque legno, tenuto conto che comunque quercia e faggio sono più robusti del pioppo e dell’abete, va bene.

Anche per l’attrezzatura non ci sono problemi: per il taglio bastano un saracco a denti larghi per i rami grossi e l’accetta o la roncola per quelli più fini.
Roncola o coltello da caccia servono per appuntire le zeppe, scortecciare i rami e fenderne i capi.
La punta del coltello andrebbe bene anche per fare i grossi buchi occorrenti per gli incastri ma, anche se meno romantico, è più comodo farli col trapano (ad ingranaggi o a menarola se si lavora nel bosco) e portarli a misura con una raspa a coda di topo. Infine un buon martello con chiodi di varia misura (dai 30 ai 50 mm) serve ad unire i pezzi. In molti casi i chiodi possono essere sostituiti da legature con radici (ottime quelle del faggio, lunghe e resistenti) o strisce di corteccia.

I mobili rustici in questa pagina vanno comunque intesi solo come spunto di partenza: a guidarci nelle realizzazioni sono forma e misura della ramaglia raccolta.
Se poi vogliamo usare i mobili rustici per più stagioni dobbiamo trattarli con un impregnante protettivo.

 

La scortecciatura

Scortecciatura

I rametti raccolti nel bosco della sezione più appropriata per ciò che intendiamo realizzare possono essere usati così come sono oppure scortecciati; la scelta dipende da un giudizio estetico e dall’effetto finale che vogliamo raggiungere, ma anche dal tipo di legno che abbiamo raccolto. Certe cortecce sono lisce, senza disegno, altre troppo rugose, altre tendono naturalmente a creparsi: in certi casi eliminare la corteccia può essere una necessità più che una scelta.
Si usa una roncola o un coltello molto affilato spinto sempre nella direzione contraria a quella del nostro addome contro cui teniamo appoggiata un’estremità del ramo: incidiamo la corteccia quanto basta ad inserire la lama e poi facciamola correre.

Taglio abbondante

Taglio legni

Che cosa costruire dipende dalla lunghezza, diametro e forma dei rami che si sono raccolti. Quale che sia il nostro progetto, i rami vanno tagliati di misura abbondante per essere poi portati a quella esatta a mobile finito in quanto la tecnica costruttiva è per sua stessa natura molto imprecisa.

Gli incastri

foro-legno

Il lavoro più complesso è quello degli incastri: stabilita la loro posizione, si aprono nei pezzi verticali i fori di diametro opportuno per l’inserimento del rudimentale tenone di  quelli orizzontali, eventualmente assottigliati col coltello o la roncola.

Zeppa di blocco

Zeppa di blocco

Inserito a fondo il capo del pezzo trasversale nel foro, lo si taglia al filo esterno e poi se ne fende di traverso l’estremità nella quale si forza a martellate una zeppa da tenere trasversale rispetto al pezzo femmina così da non sollecitarne l’apertura lungo vena.

L’altezza delle gambe

Altezza delle gambe

Così montato il telaio, curando che i montanti siano perfettamente verticali, lo si posa su una superficie ben piana e se ne pareggiano gli stanti per metterlo in bolla.  
Si usa una tavoletta o il ripiano medesimo per riportare la stessa misura sulle quattro gambe.

Piani e fondi

gambe-panca piani-e-fondi

 

I rami si possono usare così come sono o dopo averli accuratamente scortecciati con la roncola.
I piani o i fondi, in origine realizzati con rami o cortecce intrecciate, sono proposti in tavole tenute insieme da due rinforzi di traverso avvitati da sotto nella panchetta; nel vassoio che non deve fare grossi sforzi basta una striscia di compensato avvitato alla struttura dell’oggetto.

Mobili rustici: il tavolino

Per reggere con maggior sicurezza il piano di cristallo, accoppiamento che fa risaltare la rusticità del supporto, i piedi sono stati ricavati da rami tagliati a Y subito a valle della diramazione così da ottenere otto punti d’appoggio (attenzione a che siano esattamente sullo stesso piano).
Se i rami, come di norma, non sono diritti, conviene montarli con la curva all’interno così che i piedi si rivolgano in fuori, aumentando la stabilità.

Tavolo rustico

Elenco dei materiali per costruire il tavolino:

  • 4 gambe (A) ad Y Ø 40×490 mm;
  • 4 traverse (B) Ø 25×650 mm;
  • 4 traverse (C) Ø 25×800 mm;
  • 4 rametti sottili (D) di 650 mm;
  • un piano di mezzo cristallo da 8 mm di 650×800 mm;
  • 16 zeppe;
  • chiodi;
  • impregnante.

 

Mobili rustici: la panca

Si sfruttano due diramazioni ad Y di rami piuttosto grossi per poter reggere il peso di chi si siede. La X di rami fra i longheroni non è solo ornamentale ma contribuisce ad irrigidire l’in­sieme (all’incrocio ci vogliono un incastro a mezzo legno e due chiodi). La seduta, formata da tre assi avvitate su due traverse, è aperta per il passaggio degli stanti.
I capi delle assi si avvitano poi sulle “braccia” degli stanti.

panca-rustica

Elenco dei materiali per costruire la panca:

  • 2 gambe a Y (A) Ø 60×460 mm;
  • 2 longheroni (B) Ø 30×950 mm;
  • 2 supporti orizzontali (C) Ø 40×310 mm;
  • 2 rami di crociera (D) Ø 20x 300 mm;
  • 3 tavole della seduta (E) 19x95x900 mm;
  • 2 traverse della seduta 19x95x300 mm (F);
  • 4 zeppe (G);
  • chiodi;
  • viti;
  • impregnante.

 

 

SCIA

SCIA – Segnalazione Certificata di Inizio Attività

Che cos’è la SCIA?
È il documento da presentare al Comune prima di iniziare interventi edilizi di manutenzione straordinaria, ristrutturazione, restauro o risanamento conservativo che comportino azioni su elementi strutturali. Va presentata anche per interventi che alterano la sagoma degli edifici e per quelli che hanno come scopo il ripristino totale o parziale in seguito a crolli o demolizioni.

Il giorno stesso della presentazione si possono iniziare i lavori, ma il Comune ha 60 giorni di tempo per effettuare verifiche e interrompere i lavori in caso di riscontro di irregolarità. La conclusione dei lavori deve avvenire entro tre anni.

Come fare?
Si deve compilare un modulo disponibile presso gli uffici comunali che dev’essere presentato dal proprietario dell’area o del fabbricato, oppure da altri soggetti a cui è riconosciuto il diritto di eseguire le opere.

Documentazione da allegare
Oltre a eventuali documenti aggiuntivi per casi particolari, è sempre obbligatorio allegare la relazione tecnica redatta da un professionista abilitato, gli elaborati grafici relativi all’intervento e il Durc (Documento unico di regolarità contributiva) che certifica la regolarità dell’impresa nei confronti di Inps, Inail e Cassa Edile.

Mobile sottolavabo fai da te

Una struttura semplice e funzionale, un mobile sottolavabo completa lo spazio di pertinenza del lavabo sospeso, nascondendo il sifone e offrendo un ripiano d’appoggio, uno spazio a giorno capiente per vari contenitori e il portasalviette

Trovare un mobile sottolavabo che si adatti alla perfezione alle proporzioni del bacino, agli spazi disponibili e allo stile del bagno non è detto che sia così semplice: si finisce per cedere a compromessi estetici o di capienza. Costruire un mobile sottolavabo essenziale nella struttura, ma funzionale sotto il profilo pratico, ci permette di utilizzare il volume a disposizione nel modo più consono: larghezza e profondità si adattano per non invadere lo spazio oltre il necessario, la semplicità della struttura non interferisce con altri eventuali complementi, possiamo decidere l’altezza precisa per nascondere al meglio il sifone, che non è occultato da una colonna. La soluzione viene proposta a giorno, ma il sistema utilizzato per montare su un lato dello scaffale un portasalviette può essere sfruttato per chiudere fianchi e frontale con tendine, così da non lasciare a vista il contenuto e ottenere un aspetto più accattivante.

Materiali per la costruzione del mobile sottolavabo

materiali-mobiletto
Due pannelli di abete 1000x400x20 mm
4 travetti sezione 40×40 mm lunghi 650-700 mm
Viti a testa svasata Ø 4×50 mm
Tessere a mosaico assortite
Smalto di finitura
Per facilitare lo spostamento del mobile, volendo, si possono utilizzare 4 ruotine a sfera.

Mobile sottolavabo – Lo scasso per includere il sifone

Scasso sifone

  1. Individuiamo la posizione e l’ingombro del sifone in base alla posizione del lavabo: teoricamente dovrebbe corrispondere al centro, ma il mobile potrebbe anche essere pensato per far rimanere il lavabo decentrato, qualora si trovasse vicino a un angolo. Verifichiamone anche l’ingombro in profondità e disegniamo una sagoma armonica a nostro piacimento per ottenere lo scasso in cui includere il sifone.
  2. Appoggiamo il pannello su un rialzo sufficiente a consentire lo scorrimento della lama del seghetto alternativo e tagliamo seguendo la tracciatura. Levighiamo per bene i bordi in modo che non presentino scheggiature e stondiamo leggermente gli spigoli della sagoma.

La costruzione del mobile sottolavabo

Costruzione mobile sottolavabo

  1. A un’estremità dei travetti realizziamo gli appoggi per il piano superiore: l’altezza dev’essere pari allo spessore del pannello, la larghezza dev’essere metà spessore del travetto. Con la sega a nastro il lavoro riesce veloce e preciso.
  2. A una decina di centimetri dall’estremità opposta, sullo stesso lato del travetto, prepariamo uno scasso a U che abbia le stesse proporzioni del precedente, nel quale incastrare il ripiano inferiore. Eseguiamo una serie di tagli paralleli con il seghetto, poi facciamo saltare i frammenti battendo su uno scalpello affilato.
  3. Per proteggere anche le parti di legno che verranno nascoste con l’assemblaggio stendiamo sui pezzi ancora da unire un paio di mani di cementite, carteggiando tra una mano e l’altra.
  4. Componiamo il mobile e stabilizziamo gli incastri attraversandoli con una vite.
  5. Prima di passare alla finitura si stuccano eventuali imperfezioni del legno: anche le viti possono essere incassate sotto filo piano e stuccate, ma in questo caso verranno nascoste dall’applicazione delle tessere a mosaico.
  6. Verificato che l’assemblaggio non presenti difetti si possono rimuovere le viti e scomporre le parti per stendere lo smalto con maggior facilità, visto che il mobile viene dipinto in due tonalità che richiederebbero di proteggere con nastro per mascheratura i diversi elementi.

Il portasalviette

Installare il portasalviette

  1. Sul lato del mobile che più torna comodo si può installare un’asta portasalviette: per farlo utilizziamo due ganci a occhiolo filettati che avvitiamo appena sotto le viti di fissaggio dei travetti.
  2. I due ganci si avvitano facilmente serrando l’occhiolo tra le ganasce delle pinze, oppure facendovi passare all’interno lo stelo di un cacciavite. Verificato che si trovino in linea, al loro interno può essere sufficiente inserire un tubetto di alluminio, alle estremità del quale possiamo poi fissare due pomoli per evitare che si sfili. A smalto asciutto si realizza una decorazione con tessere a mosaico, fissate con una goccia di colla di montaggio o con pezzetti di nastro biadesivo.

Mobile sottolavabo completato

Sottoscala shabby chic

Incassiamo alcuni contenitori quasi a filo di una pannellatura di perline di diverse tonalità per mettere ordine nel sottoscala e ottenere un singolare impatto visivo

Sfruttare in modo ottimale il sottoscala è sempre un problema, per via del suo volume decrescente. Si finisce per riporvi alla meglio ciò che non trova posto in altri mobili senza razionalità e pur sempre in vista, ma questa semplice soluzione offre abbastanza spazio e garantisce un impatto visivo piacevole.

shabby-disegno
I mobili da inserire per sfruttare lo spazio possono essere acquistati già pronti e finiti nelle tonalità più indicate: in questo caso si tratta di complementi Ikea (cassettiera Hemnes, euro 99,90scaffale Bestå, euro 20,50struttura interna 2 cassetti Kallax, euro 15,00). Il tocco di classe consiste nel chiudere lo spazio risultante tra i mobili con una sorta di parete realizzata con perline. Per la finitura è stata scelta la tecnica Shabby Chic, con superfici decapate e tonalità che si addicono a uno stile marinaresco; a ciascuno la libertà di accostare colori più conformi all’arredamento della propria casa.

L’effetto “vissuto” del mobile nel sottoscala

Effetto legno anticato

Dato il tipo di risultato che vogliamo ottenere, ossia una superficie dall’aspetto “vissuto”, non è il caso di stendere un fondo di preparazione: applichiamo direttamente sul legno uno smalto tendenzialmente scuro, ad esempio marrone, in modo uniforme.

smalto-su-legno

Lasciamo asciugare e stendiamo una seconda mano di un colore contrastante: qui le tavole sono state smaltate con tre tonalità in scala, bianco, azzurro e blu, quest’ultimo non molto scuro affinché il colore di base potesse essere poi evidenziato. Non preoccupiamoci troppo dell’uniformità e dello spessore.

levigatrice-legno

Dopo l’asciugatura, carteggiamo la superficie con carta a grana media (120-180) e con una passata leggera: appena in alcune zone inizia ad apparire il colore sottostante passiamo alla carteggiatura a mano, più marcata in alcune zone e meno in altre, ma lasciando dominare la tonalità della seconda mano.

Perline "invecchiate"

Contenitori tra le strisce

step-by-step-sottoscala

  1. Nel punto più alto del sottoscala fissiamo a parete un travetto di legno, perfettamente a piombo. Deve rimanere rientrante, rispetto al cosciale (il rivestimento esterno della scala) di una misura pari allo spessore delle perline; da questo punto inizia la chiusura del vano. La prima perlina va fissata al montante: non serve tagliare ad angolo l’estremità superiore, in quanto rimarrà nascosta dal cosciale stesso.
  2. Prima, però, dobbiamo mettere in posizione la cassettiera grande e aprire sulla perlina un’asola entro la quale rimarrà incastrato il top sporgente della cassettiera, che utilizziamo come dima tenendo la perlina in verticale appoggiata a pavimento.
  3. La foto mostra come effettuare il taglio con l’alternativo: iniziamo con un taglio diagonale e leggermente curvo tra due angoli opposti del tassello da asportare, poi tagliamo a filo del lato lungo e asportiamo un primo pezzo di legno (quello in primo piano). Ora la lama può lavorare anche nel punto più profondo della scanalatura: tagliamo il lato corto interno, sfiliamo il seghetto e riprendiamo il taglio perpendicolare, asportando il secondo pezzetto di legno.
  4. Ora possiamo fissare la prima perlina, con la cassettiera in posizione. Le perline successive vanno incastrate le une a fianco delle altre e fissate al retro del cosciale.
  5. Per sfruttare lo spazio sopra il top della cassettiera sovrapponiamo un altro contenitore a giorno, rialzandolo grazie a una struttura d’appoggio autocostruita con le stesse perline del rivestimento, lasciate grezze.
  6. Il rivestimento procede alternando i colori delle perline e tagliandole alla lunghezza necessaria a chiudere completamente il sottoscala.
  7. Nella parte più bassa inseriamo un altro contenitore con due cassetti, anche questo rialzato da terra con il sistema precedente. Completiamo il rivestimento, chiudendo lo spazio sotto i mobili con perline disposte in orizzontale.