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Tavolo con cavalletti fai da te

Ecco come costruire un simpatico tavolo con cavalletti in legno pieghevoli

Un pannello di legno e una coppia di gambe per tavoli costituiscono gli elementi classici di un tavolo con cavalletti fai da te: utilizziamo questa struttura essenziale per ottenere una scrivania elegante, che si monta e si smonta velocemente e occupa pochissimo spazio in profondità.

La trasformazione è tanto semplice quanto efficace, basta sagomare il perimetro squadrato del pannello per dargli un profilo più sinuoso e arricchire le gambe sottili dei cavalletti con fregi ricavati da un foglio di compensato leggero. Mantenendo l’aspetto naturale del legno esaltiamo la semplicità del tavolo con cavalletti, sulla quale effettuiamo una decorazione a tampone con tinte forti.

Cosa serve per realizzare il tavolo con cavalletti fai da te:

  • Compensato di pioppo da 15 mm e da 4 mm
  • Due cavalletti pieghevoli
  • Spugnetta decorativa
  • Impregnante
  • Smalto acrilico
  • Spray protettivo trasparente

In alternativa alla spugnetta possiamo utilizzare decorazioni adesive, la superficie va poi protetta con vernice vetrificante.

Come realizzare il tavolo con cavalletti fai da te

  1. Su un cartoncino disegniamo i due profili da applicare sulle gambe e sui traversi dei cavalletti: ci servono come dima per ottenere elementi tutti uguali (8+8). Ritagliamo le sagome e riportiamole sul foglio di compensato.
  2. La lama sottile dell’archetto da traforo elettrico permette di seguire con buona precisione il profilo sinuoso disegnato con il curvilineo solo su uno dei lati lunghi delle strisce, larghe quanto basta a ricoprire interamente le gambe e i traversi.
  3. Eliminiamo tutte le asperità prodotte dal taglio con una passata di carta vetrata fine (N° 240-280) ripiegata per praticità su una striscia di legno. Passiamola anche sugli spigoli del profilo per smussarli leggermente.
  4. Stendiamo una mano di impregnante protettivo sulle strisce e sui cavalletti, lasciamo asciugare, tamponiamo con la spugnetta decorativa intrisa in un colore acrilico e incolliamo le strisce a filo interno sulle gambe, con colla vinilica.
  5. Lungo il perimetro del pannello che costituirà il piano di lavoro tracciamo una sagomatura curva molto leggera, in modo da eliminare poco legno e non ridurre la superficie disponibile. Seguiamo la tracciatura con il seghetto alternativo.
  6. La lisciatura del bordo richiede una pazienza maggiore, dato lo spessore del pannello. Anche in questo caso stondiamo leggermente gli spigoli del profilo, poi passiamo alla finitura con lo stesso sistema utilizzato per i cavalletti.

Decorazioni a timbro

Le spugnette sagomate si trovano nei negozi di colori e decorazioni, con varie forme, vanno appoggiate su un velo di colore steso su una tavoletta e utilizzate per tamponare la superficie (1). Quando il colore è asciutto proteggiamo tutta la superficie con protettivo trasparente (2). Per dare l’impregnante su entrambe le facce delle strisce senza aspettare l’asciugatura possiamo piantare alcuni chiodini su un tacco di legno o degli stecchi su polistirolo e su questi sostegni appoggiare le strisce.

 

Chiavi a bussola – Tipologie e utilizzi

Un set di chiavi a bussola è indispensabile all’interno laboratorio: analizziamone le caratteristiche

Contrariamente alle chiavi esagonali piane, che richiedono un ampio spazio attorno per poter smuovere il bullone, le chiavi a bussola permettono di agire in uno spazio di poco superiore a quello occupato dalla testa esagonale. Le bussole possono essere fisse, quando sono tutt’uno con l’impugnatura, o intercambiabili, nel qual caso una sola impugnatura può supportare un’intera serie di bussole e di estensioni per affrontare ogni situazione. Di grande utilità è l’abbinamento delle bussole a un cricchetto che permette, una volta afferrata la testa esagonale, di effettuare l’intera operazione di avvitamento o svitamento senza più togliere l’attrezzo.

Cosa bisogna sapere

  • La chiave a bussola fissa può essere del tipo “a pipa” o “a tubo”. Le prime sono molto simili alle chiavi a brugola, sagomate a 90° con le estremità che ospitano due bussole della stessa misura per agire in profondità o con una forte leva. L’impugnatura delle chiavi a tubo è a T, fissa o mobile; quest’ultima può scorrere di lato in una sede cilindrica per disporre di una potente leva. La bussola esagonale può essere in asse con lo stelo o provvista di uno snodo, come quella per le candele di accensione.
  • Una sola asta-impugnatura può essere inserita su una serie di tubi, ciascuno dei quali riporta due sedi esagonali diverse alle estremità e due inserti per l’asta, per essere utilizzato da entrambi i lati.

Gli utilizzi

Posizioni scomode: quando il serraggio non è in vista e bisogna agire “a tatto” per inserire la chiave, il cricchetto ci permette di farlo una sola volta, senza mettere e togliere la chiave ogni mezzo giro.

Dadi incassati: spesso ci troviamo a dover allentare dadi incassati sotto filo piano, impossibili da afferrare con le chiavi piane. A seconda della profondità a cui si trovano si utilizzano chiavi a tubo o a bussola.

Dinamometrica: è una sorta di chiave a cricchetto a serraggio controllato in cui, impostando la coppia, si ottiene una forza di torsione calibrata su più bulloni. Indispensabile per i serraggi delle teste dei motori.

Innesto a bit: talvolta è possibile montare le bussole anche sul mandrino del trapano, se dispongono del necessario attacco esagonale. Quelle tradizionali possiamo montarle tramite uno specifico adattatore.

Estensioni: possiamo montare le bussole direttamente sul quadrello del cricchetto o interporre tra questi due un’estensione, rigida o a snodo, di varia lunghezza, per agire su dadi in posizione seminascosta.

Funzione cacciavite: un adattatore molto utile è quello che permette di utilizzare il cricchetto con i bit per avvitatura. Nel serraggio, teniamo conto della forte leva ed evitiamo di stringere troppo le viti.

Chiavi a bussola con avvitatore pneumatico

L’avvitatore “a impulsi” è uno degli accessori disponibili per l’utilizzo in abbinamento a un compressore. Le bussole vengono inserite su un attacco quadro, ma non si possono utilizzare quelle tradizionali in quanto devono essere di tipo molto robusto, dedicate all’utilizzo con questo accessorio. Infatti, la rotazione è effettuata da una massa battente che sviluppa una forza di torsione elevata, anche se regolabile, e sollecita molto bussole e innesti.

Chiavi a bussola prezzi

I set chiavi a bussola come quelli di Stanley Fatmax o di Famex hanno prezzi variabili da alcune decine di euro per i modelli hobbistici siano ad oltre 500 euro per i modelli professionali. Per il nostro laboratorio è sufficiente una buona dotazione semi-professionale, per la quale solitamente si spende corca 100-150 euro.

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  • Il contenuto di questa valigetta: un cricchetto di commutazione 6,3 mm a 72 denti; una prolunga di 50 m; una maniglia avvitabile; una leva a T con attacco scorrevole; tredici replacei a bussola da 4 a 14 mm; sette brugole da 1,27 fino a 5 mm; un avvitatore con testa a gancio; un adattatore per punte da 6,3 mm; quattro punte lunghe da 50 mm; cento punte di diverso tipo
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  • adattatore 1/4" (M) x 3/8" (F) chiave per candele (16mm - lunghezza 65mm) - adattatore 1/4" quadrato a 1/4" esagonale (per le punte) - sollevatore telescopico magnetico asta magnetica, magnete telescopico estendibile da 13-64cm
  • Informazioni tecniche: Adattatore di presa: (1/4") & (3/8") - Per le seguenti misure metriche con (1/4") : 4, 4,5, 5,5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13mm - Per le seguenti misure metriche con (3/8") : 14, 15, 16, 17, 18, 19mm - Bit da 1/4" x 25mm (L) in acciaio S2 con le seguenti misure: -Torx: T10, T15, T20, T25, T27, T30 - Slot: SL3, SL4, SL5, SL6, SL7 - Cross: PH0, PH1, PH2, PH3, PZ0, PZ1, PZ2, PZ3 - Hex: H2, H3, H4, H5, H6
  • FATTI: speciale profilo Gear-Lock - utilizzabile per misure esagonali, esagonali, profilo E, Torx, metriche e in pollici - durezza e coppia secondo le norme DIN - eccellente funzione di cricchetto, scorrevolezza, 72 denti reali, qualità robusta con lunga durata - la forma speciale delle bussole permette di allentare un dado o una vite anche se l'attacco della testa del dado / vite è consumato in una certa misura Bussole in acciaio al cromo vanadio - punte in acciaio S2
Stanley 1-94-656 Set 50 pz chiavi a bussola attacco misto 1/4" e 1/2"
  • Set 50 pz chiavi a bussola ed accessori
  • Attacco misto 1/4" e 1/2"
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  • 1 quadro con impugnatura. 2 prolunghe 75-150 mm. 1 prolunga flessibile 150 mm. 1 snodo universale . 1 bussola porta inserti .1 cricchetto .4 punte (std 4,5-6 mm, Pozi 1-2). 7 chiavi a brugola (1,5-2-2,5-3-4-5-6 mm). 11 bussole esagonali (4-5-5,5-6-7-8-9-10-11-12-13 mm). 3 inserti a bussola esagonali 4-5-6 mm. 2 inserti a bussola std 4-5,5 mm. 3 inserti a bussola Phillips 1-2-3. 3 inserti a bussola Pozi 1-2-3. Valigetta in materiale sintetico
STANLEY 1-94-668 Set 96 Pezzi Chiavi a Bussola Attacco 1/2" + 1/4" ed Accessori
  • Set 97 pezzi chiavi a bussola ed accessori
  • attacco misto 1/4" - 1/2"
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  • Contenuto: Attacco 1/2"; cricchetto con impugnatura bi-material; 16 chiavi a bussola esagonali mm 10 - 11- 12 - 13 - 14 - 15 - 16 - 17 - 18 - 19 - 21 - 22 - 24 - 27 - 30 - 32 - 1 snodo universale - 4 bussole esagonali lunghe mm 14 - 15 - 17 - 19 - 2 bussole per candele mm 16 e 21 - 1 prolunga mm 250 - 1 quadro scorrevole - 1 prolunga mm 125 -1 porta inserti - Attacco 1/4": 1 cricchetto con impugnatura bi-material - 14 chiavi a bussola esagonali mm 3,5 - 4 - 4,5 - 5 - 5,5 - 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14 - 8 chiavi a bussola esagonali lunghe mm 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12 - 13 - 1 prolunga mm 100 - 1 snodo cardanico, 1 quadro scorrevole 100 mm - 1 porta inserti - 1 quadro maschio con impugnatura - 26 inserti 25 mm punta esagonale mm 3 - 4 - 5 - 6 , punta a taglio standard mm 4 - 4,5 - 5 - 5,5 - 6 - 6,5 - 8 - punta Phillips 1 e 2 - punta Pozidriv 1 e 2 - punta Torx T10 - T15 - T20 - T25 - T30 - T40 - punta Torx Tamper T10 - T15 - T20 -T25 - T30 - Attacco 5716": 15 inserti mm 25 punta esagonale mm 8 - 10 - 12 - 14 - punta a taglio standard mm 8 - 10 - 12 - punta Phillips 3 -e 4 - punta Pozidriv 3 e 4 - Punta Torx T45 - T50 - T55 - T60

Lampada fai da te

Ecco come realizzare un’originalissima lampada fai da te utilizzando materiali di recupero

lampada fai da te, abat-jour fai da te, lampada polistirolo, lampada creativa, lampada designCon i fiocchi di polistirolo utilizzati per gli imballaggi e una piccola damigiana dalla grande apertura, possiamo realizzare una lampada fai da te unica nel suo genere spendendo poco o nulla.

L’unico passaggio che richiede attenzione riguarda l’apertura del foro nel vetro per il passaggio del cavo elettrico, in quanto non possiamo montare il trapano su colonna e dobbiamo forare una superficie un po’curva: serve qualche precauzione data la fragilità del materiale. Il tappo di plastica che si incastra sulla bocca della damigiana è abbastanza robusto da mantenere stabili sia il portalampada sia il paralume.

Per tagliarlo ci basta un cutter, dopo aver riportato la circonferenza del portalampada sulla faccia inferiore, effettuando poi il taglio un poco più interno della tracciatura. Se abbiamo difficoltà a forare il vetro, possiamo far uscire il cavo attraverso una feritoia aperta nel tappo.

Da sapere
Non avendo la lampada componenti metallici, per i collegamenti elettrici possiamo utilizzare un cavo bipolare, la messa a terra non è necessaria.

Cosa serve per realizzare la lampada fai da te:

  •  Una piccola damigiana tondeggiante con bocca larga e coperchio di plastica
  • Fiocchi di polistirolo da imballaggio
  • Paralume, portalampada completo di cavo
  • Lampadina
  • Cutter, pennello, colla a contatto per polistirolo

Il progetto della lampada fai da te

Come realizzare la lampada fai da te

  1. Di lato, vicino alla base della damigiana, dobbiamo forare il vetro per far passare il cavo. Applichiamo due pezzi di nastro di carta per non far scivolare la punta.
  2. Per forare il vetro si usa una punta a lancia di diametro appena superiore a quello del cavo. Dobbiamo usare il trapano a bassa velocità e senza premere troppo.
  3. Facciamo passare il cavo nel foro, valutiamo la giusta lunghezza e rimuoviamo alcuni centimetri di guaina alle estremità, quindi spelliamo i conduttori.
  4. Foriamo al centro il tappo, quanto basta per farvi entrare il portalampada, poi fissiamolo avvitando la ghiera. In seguito realizzeremo i collegamenti elettrici.
  5. Anche se la damigiana sarà interamente rivestita, dobbiamo stendere un colore per togliere la trasparenza al vetro e impedire che attraverso le fessure tra i fiocchi si possa vedere l’interno. Utilizziamo un pennello largo e piatto.
  6. Partendo dal collo della damigiana, incolliamo pazientemente uno accanto all’altro i fiocchi utilizzando una colla priva di solventi. Questi, infatti, aggredirebbero il polistirolo sciogliendolo e rendendo impossibile l’incollaggio.

Sega a gattuccio per usi diversi

Conosciamo nei dettagli l’utilissima sega a gattuccio

La sega a gattuccio è una sega a lama frontale strutturata genericamente come un segaccio, ma con lama corta, stretta e robusta. La lama si muove con moto alternativo avanti-indietro prodotto da un motore elettrico contenuto nel corpo dell’elettroutensile.

Per adattarsi a ogni materiale, in tutti i modelli di sega a gattuccio è presente un regolatore di velocità elettronico che permette la riduzione della velocità della lama quando si tagliano materiali molto spessi o resistenti come i metalli. La sega a gattuccio serve in molte situazioni, ma in particolare per tagliare elementi in posizioni difficili o rasente a ostacoli che limitano la possibilità di lavoro.

Da sapere:

  • L’uso del gattuccio elettrico presenta un certo grado di rischio, trattandosi di un utensile a lama libera, del tutto priva di sistemi di protezione.
  • L’inserimento delle lame, soprattutto quelle da legno tenero con i denti molto acuminati, va sempre fatto con i guanti e con la spina staccata.
  • Prima di cominciare il lavoro bisogna accertarsi che la lama trovi sempre campo libero davanti a sé e che il cavo, che deve rimanere dietro, possa muoversi senza intoppi.
  • La dentatura della lama del gattuccio è disegnata in modo da ottenere il taglio in trazione. Per evitare saltellamenti e vibrazioni, quindi, conviene azionarlo sempre tenendo il piede contro il pezzo.
  • Nella foto di scena il gattuccio non monta una lama , ma una raspa per rifinire velocemente la sagomatura del legno.

Come è fatta una sega a gattuccio

Uso della sega a gattuccio

Tubi di PVC: con una lama lunga a dentatura non troppo fitta possiamo tagliare facilmente i tubi di PVC non solo sulla morsa (come nella foto) ma, cosa assai più utile, anche direttamente dove sono installati.

Profilati di metallo: una lunga lama a dentatura fine ci permette, a bassa velocità, di tagliare tubi e profilati di metallo. Durante questa operazione indossiamo sempre gli occhiali di protezione.

A filo parete: quest’azione di taglio normalmente è un’operazione difficile. Con la sega a gattuccio, grazie all’elasticità dell’acciaio, diventa facile perché la lama si curva in modo da aderire alla superficie.

Spessori elevati: le lame a coltello consentono di lavorare agevolmente attraverso i grossi spessori di materiale isolante, anche partendo dal centro. Utilizziamo la bassa velocità per non sfibrare il materiale.

Utili accessori: sul gattuccio possiamo montare una spazzola metallica per lavori di asportazione della ruggine e pulizia del metallo, agevolando e velocizzando notevolmente il lavoro in punti difficili.

Sostituzione rapida: molti gattucci elettrici hanno un attacco rapido che rende veloce la sostituzione della lama. Basta intervenire sul blocco per liberarla, rimuoverla e inserirne un’altra.

Einhell 4326141 TC-AP 650 e sega multifunzione, 240 V, Rosso
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  • Cambio lama manuale
  • Piastra regolabile manualmente per ottimizzare l'utilizzo della lama
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Installazione lavello cucina

Una guida passo-passo per installare in autonomia il lavello della cucina

L’installazione lavello cucina in un nuovo top si può eseguire in proprio a patto che il materiale di cui è fatto il ripiano della cucina sia di facile lavorazione come nel caso di truciolare o legno ricoperti di laminato; una lastra di marmo o granito per essere incisa richiede l’uso di attrezzature professionali, rendendo necessario l’intervento di un marmista.

Il tracciamento e il taglio sono operazioni da eseguire con precisione centrando il foro sul ripiano; il risultato è, oltre ad un miglior effetto estetico, una maggior superficie d’appoggio per le spalline del lavello cucina che, specie nei tipi di grandi dimensioni, risultano piuttosto sottili. Prima di inserire il lavello nella sua sede è consigliabile montare sia il rubinetto che le pilette dato che ad installazione terminata il lavoro risulterebbe molto più difficoltoso. Una striscia di stucco da montaggio o di silicone, inserita tra il lavello e il ripiano, impedisce all’acqua, che a volte esce dai bordi, di penetrare all’interno del mobile, cosa che potrebbe risultare pericolosa in presenza di elettrodomestici.

Installazione lavello cucina – Centratura sul top
Il lavello va sistemato nel suo alloggiamento, centrato con precisione sul piano e bloccato in posizione tramite il serraggio dei morsetti posti nella sua parte inferiore; tutti i bordi e le giunzioni vanno rifiniti con stucco o silicone; quello in eccesso va tolto dal bordo esterno tramite uno straccio o un coltellino.

Per ultimi si collegano gli scarichi facendo in modo di accostarli il più possibile alla parete, così da non ingombrare il già angusto spazio esistente sotto il mobiletto. Il rubinetto può essere a parete o a lavello. Gli arrivi a parete dell’acqua calda e fredda sono forniti da due raccordi da 1/2” femmina, con interasse tra i fori di 165 mm: ad essi si collega il rubinetto. Il tipo a lavello va inserito nel foro e si collega alle adduzioni con tubi rigidi o flessibili grazie alle ghiere con guarnizione.

Montaggio del lavello nel top

  1. marcare sul top l’apertura per l’incasso del lavello richiede una misurazione molto accurata che centri esattamente il lavello, tenendo conto anche della presenza del miscelatore.
  2. nei quattro angoli della finestra vanno aperti altrettanti fori di diametro un po’ superiore alle dimensioni della lama del seghetto alternativo.
  3. si procede col taglio. L’applicazione del nastro autoadesivo sulla linea di taglio riduce sensibilmente la scheggiatura del laminato, comunque poi coperta dal bordo del lavello.
  4. i piani di truciolare nobilitato sono molto sensibili all’umidità e all’acqua, pertanto è meglio spalmare sulla superficie interna un po’ di silicone per impermeabilizzarli.
  5. molti lavelli inox comprendono nella confezione anche la guarnizione autoadesiva da inserire sotto i bordi che poi le graffe di sostegno bloccano (attenzione alla centratura) sul top. La rubinetteria e gli scarichi vanno montati al loro posto prima di incassare il lavello.
  6. montato, capovolto, il lavello su una coppia di cavalletti, sostenendolo con un paio d’assi di scarto, vi si calza il top, anch’esso ovviamente capovolto, e dopo averlo centrato con la massima cura si procede al fissaggio seguendo il sistema previsto dal costruttore.
  7. bordato il lavello con nastro, lasciando una fuga di non più di due millimetri, si inserisce sotto il suo bordo il silicone trasparente.
  8. tutta la zona di contatto del top con le pareti si impermeabilizza con un consistente cordone di silicone.

Tasselli per cappotto speciali

Peculiarità, tipologie e utilizzo dei tasselli per cappotto

Il rivestimento delle pareti esterne dell’abitazione con un cappotto termico è uno degli interventi di ristrutturazione più attuali, che consente all’edificio di rispondere alle nuove norme di isolamento termico in materia di risparmio energetico. Si tratta di applicare pannelli di materiale isolante affiancati per mezzo di speciali tasselli da inserire a percussione o per avvitamento, la cui larga testa rimane incassata per essere poi intonacata con speciali prodotti insieme alle giunzioni tra i pannelli, ricoperte con una speciale rete. I tasselli per cappotto dedicati a questo tipo di applicazione hanno in comune una larga testa piatta, in modo da premere sulla più ampia superficie possibile del pannello. Il corpo espandente dei tasselli per cappotto è idoneo a qualsiasi muratura e presenta ridotta trasmissione termica, in alcuni casi nulla, grazie alla realizzazione in materiale sintetico.

Da sapere

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Il cappotto si realizza, solitamente, su un intonaco esistente, per cui la giusta lunghezza del tassello deve tener conto della bontà o dell’instabilità di una parte del supporto. Alcuni tasselli per cappotto speciali per il fissaggio di pannelli isolanti si fissano per avvitatura, altri semplicemente a percussione con il martello.

Tassello extra lungo

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Tassello con anima in acciaio, è adatto per grandi spessori, richiede una foratura ridotta in quanto la profondità di ancoraggio è di soli 35 mm e può fissare spessori di isolamento fino a 200 mm. Il blocco antisfondamento impedisce l’espansione prematura del tassello. Basta un solo colpo di martello per fissare materiali isolanti resistenti a compressione, polistirene, poliuretano, vetro cellulare, lana minerale.

Tassello per materiali morbidi

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Il diametro del disco è molto rilevante (90 mm) e risulta particolarmente indicato nel fissaggio di materiali soffici quali pannelli di sughero o pannelli leggeri in lana di roccia. Idoneo per calcestruzzo, materiale compatto, materiale forato. Il profilo ruvido consente buona presa sulle pareti del foro. La ridotta profondità di ancoraggio diminuisce i tempi di perforazione.

Tasselli per cappotto con nervature

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Le nervature flessibili di questo tassello forniscono una pressione costante sul materiale d’isolamento. Idoneo per calcestruzzo, materiale compatto, materiale forato, trova la sua migliore applicazione nel fissaggio di materiali isolanti resistenti alla pressione, quali possono essere i pannelli di poliuretano, i pannelli leggeri in lana di roccia, i pannelli di sughero.

Tasselli a espansione asimmetrica

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Questa caratteristica agevola il fissaggio sui materiali forati; il perno percussore è in poliammide rinforzato. È indicato per pannelli isolanti in sistemi compositi di isolamento termico  resistenti a compressione: polistirene, poliuretano, vetro cellulare, lana di roccia. Il materiale di questo tassello impedisce la trasmissione del calore in entrambi i sensi.

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Piastrellare un pavimento

Piastrellare un pavimento esige precisione e attenzione: ecco come effettuarla al meglio.

Per piastrellare un pavimento si inizia, preferibilmente, dal lato più lontano dalla porta d’ingresso del locale, nell’angolo opposto a essa. Se le pareti non sono in squadra, dobbiamo segnare sul pavimento la linea di partenza, rivestire tutta la stanza e completare alla fine lo spazio relativo alla parete sghemba. Se le pareti sono in squadra, posiamo le prime due file perpendicolari e poi procediamo verso il centro della stanza. Nei locali con perimetro irregolare è consigliabile piastrellare con posa in diagonale, che ha il pregio ulteriore di dilatare visivamente gli spazi se questi sono ristretti, per esempio nei corridoi.

Da sapere:
Quando acquistiamo le piastrelle ricordiamoci di aumentare il numero necessario del 10% per far fronte agli scarti dovuti al taglio, alle rotture e averne qualcuna di scorta a fine lavoro.

Cosa serve per piastrellare:

  • Piastrelle e colla specifica
  • Manara dentata
  • Frusta per trapano
  • Tagliapiastrelle
  • Mazzuolo
  • Spatola
  • Crocini distanziali
  • Riempifughe
  • Frattazzo di spugna

Leggi l’articolo per saperne di più sugli attrezzi utili per pavimentare e intonacare 

Come piastrellare

  1. Realizziamo un impasto cremoso sciogliendo la colla in polvere in acqua e distribuiamolo con la cazzuola su una porzione ridotta di sottofondo, lasciandone uno spessore di circa 1,5 cm.
  2. Con la manara dentata uniformiamo lo strato di colla, ricoprendo non più di 1,5 m2 per volta. Le righe lasciate dai denti permettono la fuoriuscita dell’aria quando si posa la piastrella.
  3. Appoggiamo la piastrella sulla colla, muoviamola leggermente mentre premiamo per assestarla e accostiamola in linea con quelle adiacenti. Livelliamola con qualche colpetto di manico del mazzuolo.
  4. A colla asciutta prepariamo la malta riempifughe, anche questa da diluire in acqua fino a ottenere un impasto fluido che possa penetrare con facilità nelle fughe. Rovesciamone una parte su una porzione di pavimento.
  5. Con il frattazzo di spugna o con una scopa analoga, migliore perché ci consente di operare stando in piedi, facciamo penetrare il riempifughe tra le piastrelle. Versiamo altro impasto e continuiamo a strofinare fino a rifiuto.
  6. Prima che l’impasto indurisca completamente, ripassiamo con la spugna bagnata sul pavimento per ripulirlo dai residui. La spugna va risciacquata con frequenza in acqua pulita, fino a quando non asporta più sporco.

Crocini distanziali

Le piastrelle possono essere posate con o senza fughe. Se scegliamo il primo sistema, lo spazio tra le piastrelle deve risultare uniforme e costante, perciò abbiamo bisogno di utilizzare i crocini distanziali (1). Questi sono reperibili in diversi spessori, solitamente di materiale plastico, e vanno collocati in corrispondenza degli angoli delle piastrelle durante la posa (2), per avere una guida sicura e calibrata mentre il lavoro avanza. A seconda dei casi, possono essere tolti quando la colla ha fatto presa oppure spinti in profondità e annegati nella colla non ancora indurita, per poi nasconderli con la fugatura.

Tipi di legno naturale

Parlando di tipi di legno massello si intende comunemente la materia fornita dalla parte sottocorticale del tronco degli alberi senza altre lavorazioni oltre il taglio e la levigatura.

Il legno è un tessuto complesso che comprende diversi tipi di cellule: nell’alburno e nella parte più giovane ed esterna dell’albero si trovano cellule vive e vasi che trasportano la linfa grezza. Il durame, la parte centrale del tronco, è invece formato da cellule morte che hanno la funzione di sostegno strutturale ed è la parte dell’albero ricercata per le lavorazioni più pregiate per la sua compattezza e solidità. Il durame è impregnato di sostanze conservanti, come il tannino, che lo rendono difficilmente attaccabile dai parassiti. In segheria si ottengono tipi di legno (tavole e travi) secondo un disegno preciso che minimizza gli scarti.

Da sapere:

  • I tronchi vengono trasportati in segheria a volte dopo un viaggio di migliaia di chilometri via mare, numerati e identificati in modo da avere una sicura tracciabilità del prodotto.
  • Per i tipi di legno sono stati identificati, nel tempo e con l’esperienza, usi specifici che mettono a frutto le sue qualità: con il salice si fanno i cesti, con il noce i mobili, il rovere si usa per le botti, il maggiociondolo si usava per i mozzi delle ruote dei carri, e così via.
  • Il nodo morto, molto comune nel legno delle conifere, è causato da un ramo secco inglobato nella sezione dell’albero in crescita.
  • Il legno vecchio, recuperato da mobili, pavimenti e tetti, è molto ricercato per nuovi utilizzi.

Tavole di legno

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La sezionatura a tagli paralleli del tronco dà origine a larghe tavole che vengono ridotte a una dimensione uniforme per la vendita. Per ridurre le deformazioni si possono anche ricavare con diverse inclinazioni dai quarti di tronco.

Travi di legno

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Le travi di legno vengono ottenute da tronchi interi rettilinei (principalmente conifere o castagno) o da tagli interni di alberi di grosse dimensioni. Va sempre scelto materiale ben stagionato dato che l’essiccamento potrebbe originare flessioni.

Listelli di legno

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I listelli di legno si trovano in commercio di varie sezioni e lunghezze e, specialmente per le essenze resinose, bisogna controllare la presenza di nodi che possono indebolire la resistenza della già sottile sezione del materiale.

Perline di legno

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Le perline più utilizzate sono di abete e sono piallate e maschiate in modo da incastrarsi longitudinalmente una con l’altra, accelerandone l’applicazione e il fissaggio. Di solito sono impacchettate per impedire l’imbarcamento.

Tondini di legno

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I tondini di legno, generalmente in ramin o faggio, trovano numerosissime applicazioni: ringhiere, bastoni per tende, assi per ruote, scorrevoli per ripiani; il costo elevato è dovuto all’alto spreco di materiale nella lavorazione.

Prefiniti di legno

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Realizzare una ringhiera per la scala è semplice con gli elementi prefiniti in legno. Colonne portanti, travetti intermedi, traversine e corrimano già pronti per l’assemblaggio sono solo da tagliare a misura e verniciare a piacere.

Servizio di taglio legno

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Utilissimo è il servizio di taglio legno offerto nei centri fai da te in cui, oltre a reperire il legno nelle varie forme utili alle nostre costruzioni, possiamo anche farlo tagliare a misura. Anche se nel proprio laboratorio o in garage si dispone di una buona attrezzatura, spesso il taglio presso il centro è necessario per ridurre le dimensioni di pannelli o tavole che, interi, si farebbe fatica a portare a casa. Senza contare i casi in cui conviene far fare il taglio a prescindere dalle dimensioni del pezzo, per esempio per usufruire delle ottime macchine squadratrici, da cui escono angoli a 90° di precisione assoluta e profili che paiono recisi con il bisturi, senza alcuna sbavatura. Viene a mancare un po’ di divertimento, ma il risultato è eccellente.

Essenze legno nostrane

Tra le più importanti conoscenze di base di chi ama lavorare il legno o effettuare interventi di restauro, anche semplici, vi sono sicuramente le caratteristiche delle diverse essenze legno.

La natura offre una varietà di essenze legno nostrane ed esotiche assolutamente eccezionale di cui gli artigiani nei secoli si sono ampiamente serviti, utilizzando legni di bassa qualità (e quindi basso costo) per realizzare strutture portanti di mobili e arredi, e impiegando legni duri, di grandi venature e adatti alla piallatura e lisciatura, per i rivestimenti esterni. Le proprietà delle essenze legno sono indicate a sintetizzate da alcune caratteristiche tipiche.

  • Nome comune e scientifico
    Quello scientifico è composto da quello del genere e da quello della specie.
  • Tessitura e fibratura
    La tessitura definisce la distribuzione degli elementi cellulari del legno, si distingue in fine, media e grossa. La fibratura si riferisce alla direzione seguita dalle fibre lungo l’asse longitudinale: può essere dritta, inclinata, intrecciata, ondulata, irregolare.
  • Densità
    è il peso di un’unità di volume e si esprime in kg per m3. Poiché il contenuto di acqua varia, ci si riferisce ad un tenore di umidità del 12-15%.
  • Essiccabilità
    Tendenza dei legni a liberarsi dall’acqua presente nelle fibre. Può essere rapida, media, lenta e anche agevole o difficile.
  • Durezza
    Più il valore sale, più il legno è duro (olmo= 4,9 – ciliegio= 2,9). Sintetizziamo in: tenero, medio, duro, durissimo.
  • Durevolezza
    Resistenza del legno agli attacchi dei funghi e degli insetti; distinguiamo in alta, media, bassa.
  • Fendibilità
    II legno è tanto più fendibile quanto minore è la forza necessaria per lo spacco, quanto maggiore è la sezione di rottura e quanto più regolare è la superficie spaccata. Distinguiamo in massima, alta, media, bassa.
  • Flessibilità
    Il legno resiste di più quando gli anelli di accrescimento sono disposti nella stessa direzione dello sforzo di flessione, mentre se sono disposti ortogonalmente la resistenza scende all’86% del valore massimo. Distinguiamo in alta, media, bassa.
  • Lavorabilità
    è la capacità generica del legno di lasciarsi lavorare con utensili manuali ed elettrici. Distinguiamo in alta, media, bassa.

Abete

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Nome comune e scientifico: Abete Abies alba – Tessitura: fibratura: media dritta – Densita Kg/m3: 450 – Essiccabilità: media diffcile – Durezza: tenero – Durevolezza: bassa – Fendibilità: alta – Flessibilità: media – Lavorabilità: alta – Impieghi: falegnameria (strutture e costruzioni interne)

Acero

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Nome comune e scientifico: Acero Acer campestre – Tessitura: fine ondulata – Densita Kg/m3: 530 – 650 – Essiccabilità: lenta diffcile – Durezza: medio Durevolezza: media – Fendibilità: alta – Flessibilità: alta – Lavorabilità: alta – Impieghi: falegnameria, ebanisteria, liuteria

 

Castagno

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Nome comune e scientifico: Castagno Castanea sativa – Tessitura: grossa dritta – Densita Kg/m3: 540 -600 Essiccabilità: lenta diffcile – Durezza: duro – Durevolezza: medio-alta – Fendibilità: alta – Flessibilità: media – Lavorabilità: medio-alta – Impieghi: pavimenti, travature, doghe, serramenti.

Ciliegio

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Nome comune e scientifico: Ciliegio prunus avium – Tessitura: media dritta – Densita Kg/m3: 580 – 610 Essiccabilità: media diffcile – Durezza: duro – Durevolezza: medio-bassa – Fendibilità: alta – Flessibilità: alta – Lavorabilità: alta – Impieghi: sedie, decorazione mobili, ebanisteria.

Faggio

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Nome comune e scientifico: Faggio Fagus sylvatica – Tessitura: fine dritta dritta – Densita Kg/m3: 650 – 850 Essiccabilità: lenta diffcile – Durezza: duro – Durevolezza: bassa – Fendibilità: alta – Flessibilità: alta – Lavorabilità: alta – Impieghi: ebanisteria, artigianato, manici, telai, sedie curvate.

Frassino

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Nome comune e scientifico: Frassino Fraxinus excelsior – Tessitura: grossa dritta – Densita Kg/m3: 710 – Essiccabilità: rapida agevole – Durezza: duro – Durevolezza: media – Fendibilità: alta – Flessibilità: alta – Lavorabilità: alta – Impieghi: mobili, impugnature, barche, attrezzature sportive.

Larice

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Nome comune e scientifico: Larice Larix decidua – Tessitura: fine dritta – Densita Kg/m3: 650 – 750 Essiccabilità: media agevole – Durezza: media – Durevolezza: media – Fendibilità: massima – Flessibilità: media – Lavorabilità: alta – Impieghi: carpenteria pesante, serramenti, pavimenti.

Noce

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Nome comune e scientifico: Noce juglans regia – Tessitura: media dritta – Densita Kg/m3: 600 Essiccabilità: media agevole – Durezza: duro – Durevolezza: medio-bassa – Fendibilità: alta – Flessibilità: alta – Lavorabilità: alta – Impieghi: mobili, pannellature, porte, impugnature di pregio.

Olivo

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Nome comune e scientifico: Olivo Olea europaea – Tessitura: fine irregolare – Densita Kg/m3: 950 – Essiccabilità: lenta diffcile – Durezza: duro – Durevolezza: alta – Fendibilità: bassa – Flessibilità: bassa – Lavorabilità: bassa – Impieghi: artigianato, decorazioni, pavimenti.

Olmo

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Nome comune e scientifico: Olmo Ulmus campestris – Tessitura: media dritta – Densita Kg/m3: 550 – Essiccabilità: lenta diffcile – Durezza: medio – Durevolezza: media – Fendibilità: alta – Flessibilità: media – Lavorabilità: alta – Impieghi: mobili, pavimenti, artigianato, ebanisteria.

Pino

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Nome comune e scientifico: Pino Pinus sylvestris – Tessitura: media dritta – Densita Kg/m3: 600 – Essiccabilità: rapida agevole – Durezza: medio – Durevolezza: medio-bassa – Fendibilità: alta – Flessibilità: media – Lavorabilità: medio-alta – Impieghi: carpenteria, serramenti, pavimenti, mobili.

Pioppo

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Nome comune e scientifico: Pioppo Populus tremulaa – Tessitura: media dritta – Densita Kg/m3: 400 – 600 Essiccabilità: lenta agevole – Durezza: tenero – Durevolezza: bassa – Fendibilità: alta – Flessibilità: medio-bassa – Lavorabilità: alta – Impieghi: imballaggi, telai di mobili, fiammiferi, compensato.

Rovere

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Nome comune e scientifico: Rovere Quercus sessiflora – Tessitura: grossa irregolare – Densita Kg/m3: 750-820 Essiccabilità: lenta agevole – Durezza: duro – Durevolezza: alta – Fendibilità: medio-bassa – Flessibilità: media – Lavorabilità: alta – Impieghi: mobili, paleria, botti, pavimenti, imbarcazioni.

Tiglio

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Nome comune e scientifico: Tiglio Tilia europaea – Tessitura: fine dritta – Densita Kg/m3: 500-630 Essiccabilità: media agevole – Durezza: tenero – Durevolezza: bassa – Fendibilità: alta – Flessibilità: alta – Lavorabilità: alta – Impieghi: artigianato, zoccoli, cornici, liuteria, manici.

 

 

Intonacare con i giusti attrezzi

Una panoramica completa degli attrezzi più indicati per intonacare una parete.

Intonacare una parete è la fase finale della costruzione di un muretto o di un tamponamento, a meno che i materiali di costruzione non debbano rimanere a vista. L’intonaco è una malta di cemento, calce e sabbia (o anche solo calce e sabbia) di buona pastosità che aderisce bene sui laterizi. L’applicazione si effettua con la cazzuola prelevandone un limitato quantitativo e gettandolo, con un colpo secco del polso, contro la parete. Poi l’intonaco va regolarizzato e rasato, infine ritoccato e rifinito con stabiliture. Ogni intervento prevede l’impiego di specifici utensili che devono far parte del corredo di chi effettua lavori di muratura.

Cosa serve per applicare l’intonaco:

  • Cazzuola per impastare e intonacare
  • Frattazzo per lisciare e regolarizzare
  • Manara per lisciare
  • Frattazzo con spugna per lisciare stabiliture
  • Spatola per piccoli interventi

Cazzuola

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Solitamente di forma triangolare con punta arrotondata. La particolare impugnatura ad angolo retto consente al muratore di scagliare con forza contro il muro una modesta quantità di malta.

Sparviere

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È un tavoletta quadrata in legno, metallo o plastica fornita di impugnatura inferiore. Serve per accogliere un certo quantitativo di malta per poterlo applicare a parete con la cazzuola.

Frattazzo

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L’intonaco gettato con la cazzuola contro la parete, viene spianato e regolarizzato con varie passate del frattazzo. La superficie dell’attrezzo va bagnata per evitare che aderisca all’impasto.

Manara

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Con la manara metallica si applicano impasti e stabiliture “a passata”. Il quantitativo da stendere si applica sulla lama che si passa sulla parete rilasciando uno strato uniforme di impasto.

Frattazzo di spugna

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Le stabiliture a granulometria fine esigono una lisciatura prolungata con questo attrezzo. La spugna bagnata idrata la superficie e la liscia con molta regolarità.

Spatola

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Serve in molte occasioni per eliminare eccedenze, spianare irregolarità e stendere piccoli quantitativi di impasto dove compaiano crepe o fenditure. Ideale per la finitura.

È utile sapere che:
Alcune finiture rustiche si ottengono con la chiocciola, un piccolo contenitore in cui si immette l’impasto; girando una manovella si azionano le lamelle poste dentro il serbatoio e si scaglia l’impasto contro la parete.

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Complementi utili

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  1. Una staggia in alluminio serve per regolarizzare grossolanamente l’intonaco facendola scorrere sulle fasce-guida e asportando le eccedenze di impasto.
  2. L’attrezzo spianatore è fornito di alcune lame e una robusta impugnatura. Si passa su vecchi intonaci per scalfirne la superficie e favorire la presa di un nuovo intonaco.
  3. La livella a bolla è utilissima per controllare con continuità la verticalità (o l’orizzontalità) di un rivestimento durante le fasi dell’intonacatura.