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Scacchi fai da te in legno

Ecco come costruire bellissimi scacchi fai da te intagliati direttamente in radici di legno

Costruire scacchi fai da te è un’attività divertente e propedeutica ad altre lavorazioni del legno più complesse. Durante una passeggiata in un bosco di castagni non è raro imbattersi nelle galle, escrescenze legnose (grandi anche come un’arancia) di forma globosa che crescono alla base delle vecchie ceppaie.

Le galle si staccano senza fatica con una semplice torsione dato che sono collegate alle radici della pianta soltanto da un sottile picciolo. A prima vista le galle sono prive di ogni utilità pratica, ma possiamo invece utilizzarle per ottenere scacchi fai da te che rappresentano maghi e gnomi e perfino tutti i pezzi per armare un’originalissima scacchiera.

Le galle devono essere sbucciate appena colte, quando la corteccia è ancora fresca e ricca di linfa, in modo da ottenere una bella pallina bianca e liscia. Il legno, a questo punto è ancora molto tenero e facile da lavorare, anche se la cedevolezza delle fibre rende difficile realizzare i particolari più minuti. Lasciando asciugare a lungo le galle è invece possibile ottenere una ricca serie di dettagli come le barbe, le mani e i visi dei soggetti.

Cosa serve per realizzare gli scacchi fai da te

  • Galle di castagno
  • Coltellini da ebanista
  • Carta vetrata
  • Pennello
  • Impregnante ad acqua
  • Flatting satinato o lucido

Realizzare scacchi fai da te

  1. Per realizzare i pedoni degli scacchi fai da te utilizziamo le galle più piccole. Una volta scortecciate, incidiamo le galle con il coltellino, lasciando il cono del picciolo intatto in modo da ottenere un cappello a cono.
  2. Utilizziamo le galle più grandi per realizzare il re e la regina, le cui fattezze sono appannaggio della nostra fantasia. Lavoriamo delicatamente con il coltellino per ottenere le sagomature desiderate.
  3. Il viso è la parte più delicata. Affondando la lama al di sotto degli occhi emerge il naso, più o meno tozzo, e il sorriso che caratterizza diversamente ognuno di questi personaggi intagliati.
  4. Il lavoro più faticoso, specie se la galla è stagionata, è assottigliare la figura con il coltellino in corrispondenza del punto vita per mettere in risalto le forme di braccia, barbe e capelli.
  5. Le figure, lasciate grezze dopo l’intaglio o lucidate con tela abrasiva, vengono colorate con impregnante ad acqua in varie tonalità del legno e verniciate con flatting satinato o lucido.

Scacchi fai da te 32 pezzi

Per realizzare tutti i 32 pezzi che costituiscono le figure della scacchiera occorre molta pazienza e molto tempo, soprattutto se vogliamo arricchire di particolari i nostri personaggi, andando a definire dettagliatamente la fisionomia dei visi e del corpo. Il risultato ottenuto, con un po’ di esperienza, può essere notevole, rendendo ancor più piacevole una partita a scacchi con gli amici.

 

Barattoli fai da te

Due interessanti idee per barattoli fai da te riciclati e destinati ad utilizzi… alternativi!

Creare barattoli fai da te è sicuramente un’ottima idea per riciclare e riutilizzare prodotti che altrimenti butteremmo nel sacchetto della spazzatura. Quasi quotidianamente in cucina si apre un barattolo di conserva, piselli, frutta e altri alimenti. Siano essi di latta (ferro stagnato) di acciaio, alluminio o plastica, meritano attenzione da parte nostra perché potrebbero assumere altri compiti e svolgere altre funzioni. La loro peculiarità di contenitori e la loro modularità facilitano l’individuazione di nuovi e pratici utilizzi come portaoggetti da tavolo o da parete, paralumi per ceri e tante altre applicazioni, da ottenere con poche e semplici rielaborazioni.

Cosa serve per realizzare barattoli fai da te

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✓ Barattoli di conserva e di alimenti vari in diverse dimensioni
✓ Primer, smalti acrilici spray e liquidi
✓ Squadrette metalliche, tasselli, bulloncini
✓ Trapano, pennelli, nastro per mascheratura

Barattoli fai da te come portaoggetti a parete

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  1. Applichiamo un pezzetto di nastro per mascheratura sulla zona da forare e, utilizzando una squadretta come dima, tracciamo la posizione dei fori da praticare in prossimità della base.
  2. Oltre a evidenziare la tracciatura, il nastro evita che la punta scivoli all’inizio della rotazione. Utilizziamo una punta per metalli e foriamo senza premere troppo, per non deformare il barattolo
  3. Eliminiamo le sbavature prodotte dalla foratura e quelle intorno al bordo superiore, quindi applichiamo un primo strato di primer e procediamo con la smaltatura con spray acrilico.
  4. Fissiamo la squadretta metallica al barattolo con due bulloncini. Poggiamo il barattolo alla parete e  tracciamo il foro per il tassello che realizziamo col trapano, poi fissiamo il tutto con un tassello ø 6 mm.

Barattoli fai da te come portalumini appesi

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  1. Coloriamo i barattoli con smalto acrilico all’acqua, scegliendo un colore deciso. Per ottenere una uniforme copertura del supporto è necessario stendere almeno due mani di prodotto.
  2. Pratichiamo alcuni fori con punte per metallo Ø 5 e 8 mm, applicando il nastro per mascheratura.
  3. Sospendiamo i barattoli, realizzando un manico e inseriamo un cero acceso all’interno.

 

Scrivania modulare fai da te

Costruzione passo-passo di una scrivania modulare recuperando due vecchi pensili

scrivania modulare, scrivania modulare fai da te, scriviania fai da te, costruire una scrivaniaAlcuni mobili, sebbene nascano con una specifica destinazione d’uso, possono essere utilizzati anche per altre applicazioni, unico limite è la fantasia e la capacità di reinterpretare la loro funzione, specialmente quando vengono surclassati da nuove tendenze. È il caso di una coppia di pensili dismessi, ma ancora in buono stato, che possono essere riutilizzati come contenitori anche senza sospenderli, facendoli diventare i supporti per una scrivania modulare che, al tempo stesso, permette di avere tutto l’occorrente ben riposto e a portata di mano. Ma l’estro non si ferma qui, all’idea “statica” si può conferire mobilità mettendo i pensili su ruote e facendo in modo che la scrivania modulare fai da te, invece di ingombrare l’ambiente anche quando non serve, possa essere scomposta e occupare uno spazio ridotto a parete, senza per questo rinunciare alla funzione primaria dei contenitori.

Cosa serve per realizzare la scrivania modulare

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✓ Due pensili di recupero
✓ Truciolare bilaminato da 15 mm
✓ 8 ruote piroettanti ø 50 mm
✓ Bordo melamminico, colla di montaggio
✓ Pistola per estrusione, cerniera a metro, viti, spine di legno ø 8 mm

Scrivania modulare fai da te

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  1. Da uno dei due pensili asportiamo le ante e le rispettive cerniere metalliche, per utilizzarlo come scaffale a giorno. Un avvitatore a batteria ci consente di allentare le viti con una presa sicura.
  2. I bordi dei pannelli di truciolare bilaminato vanno ricoperti con bordino melamminico preincollato. Utilizziamo il ferro da stiro interponendo un pezzo di tessuto tra esso e il bordino.
  3. Le eccedenze di bordo melamminico si asportano utilizzando l’apposito rifilatore o un cutter. Rifiniamo con qualche passata di lima sugli spigoli, lavorando dall’esterno verso l’interno. 
  4. Sul top dei pensili, previa stesura di alcuni cordoni di adesivo strutturale, fissiamo un pannello di truciolare bilaminato. Poniamo alcuni pesi sopra il piano e lasciamo stabilizzare l’incollaggio per 24 ore.
  5. Capovolgiamo su un piano uno dei pensili, affianchiamo il pannello che servirà da scrivania, ben allineato, e avvitiamo a entrambi la cerniera a metro che permetterà di ripiegarlo lungo il dorso.
  6. Sotto la base di entrambi i moduli fissiamo, con viti, quattro ruote piroettanti che hanno la funzione di renderli facilmente spostabili. È bene che almeno le quattro frontali siano provviste di blocco. 

Spinatura del piano

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La larghezza del top del pensile libero dev’essere un paio di centimetri inferiore rispetto a quella del pensile stesso, affinché sollevando la scrivania incernierata all’altro pensile possa disporre di un appoggio e rimanere in piano. Per ottenere un’unione stabile anche in caso di spostamento, pratichiamo due fori in questo spazio, a circa 3 cm dai fianchi, inseriamo i copiatori a cappellotto e copiamo i fori sulla faccia inferiore del ripiano. Inseriamo poi in quelli sul mobile una coppia di spine, in modo che la scrivania si incastri su di esse.

Abrasivi fai da te

Chiunque faccia largo uso della levigatrice sa quanto sia importante, ai fini di un buon risultato, sostituire i fogli di abrasivo non appena perdono la loro funzionalità.

Perché fare degli abrasivi fai da te? Dato che fogli a misura della suola non sono sempre disponibili e che, comunque, hanno un costo superiore agli abrasivi in rotoli, specialmente se sono predisposti per l’aggancio a strappo e riportano i fori calibrati per l’aspirazione delle polveri, risulta utile preparare una buona scorta di abrasivi fai da te con una spesa contenuta e in poco tempo, magari anche di diversa grana per sgrossare e rifinire senza fatica.

Cosa bisogna sapere per realizzare abrasivi fai da te:

  • La suola rettangolare delle levigatrici è più stretta della larghezza del rotolo. La striscia che avanza, anche se larga 1-2 cm, non va buttata, può servire per rifare la punta alle matite strofinandovele sopra, per affilare attrezzi o, arrotolata più volte su un tondino, utilizzata per lucidare scanalature.
  • I fogli a delta si consumano di solito più rapidamente nella zona posteriore mentre la punta, su cui si fa meno pressione, dura di più. Durante l’uso di uno stesso foglio, ruotiamolo per portare sul davanti uno degli angoli posteriori e consumarlo in modo uniforme.

Come realizzare abrasivi fai da te

  1. Applichiamo alcune strisce di nastro biadesivo sul retro del foglio di carta abrasiva a una distanza di circa 1 cm una dall’altra. Serviranno per l’applicazione sotto la suola della levigatrice.
  2. Per tracciare a matita i contorni dei nuovi abrasivi sul retro del foglio, a misura della suola della levigatrice, possiamo utilizzare come dima un abrasivo consumato della stessa levigatrice.
  3. Ritagliamo con le forbici i triangoli abrasivi completi del nastro biadesivo. Da un foglio di 300×250 mm possiamo tranquillamente ricavare sei fogli abrasivi, che costituiscono una discreta scorta.
  4. Con l’occhiellatrice foriamo i nuovi fogli nei punti precedentemente marcati a matita. Rimuoviamo le strisce di biadesivo e possiamo fissare la carta abrasiva su quella vecchia fornita di velcro.
  5. Chiunque faccia largo uso della levigatrice a delta si trova spesso nella situazione di dover sostituire i fogli abrasivi. Con questo sistema li abbiamo costruiti da soli e, applicati sulla piastra della levigatrice, possiamo riprendere il lavoro.

Da cosa è composta la carta abrasiva?

composizione carta abrasiva

La grana è costituita da minuscoli cristalli di materiale molto duro, con resistenza meccanica, al calore e in grado di mantenere bordi taglienti. Il più comune è il corindone, un ossido di alluminio, poi ci sono il carburo di silicio e il carburo di tungsteno, che ha una durezza simile al diamante. Questi abrasivi hanno soppiantato lo smeriglio e le pomici.

Installare faretti d’accento

Per nobilitare i quadri un’ottima idea è installare faretti d’accento

I quadri vivono di luce. Se abbiamo la fortuna di possederne qualcuno di buon livello, perché non evidenziarlo con faretti d’accento e farlo diventare centro di interesse di un ambiente? L’importante è che la luce dei faretti d’accento non sia fredda o troppo bianca.

Optiamo invece per luci più calde, morbide, di bassa potenza con temperatura di colore tra i 3000 e i 4000 kelvin. Importante è il posizionamento dei faretti d’accento. Facciamo alcune prove prima dell’installazione per verificare che il fascio di luce non si rifletta sul quadro con un’agolazione tale da essere visibile ad altezza d’uomo e adottiamo la regola generale: più il faretto è vicino all’immagine e minore deve essere la sua potenza luminosa.

Potendo, sarebbe meglio distanziare il punto luce dal quadro utilizzando un proiettore dotato di schermo a nido d’ape che permette un’illuminazione ottimale di tele, stampe e fotografie.

Cosa serve per installare faretti d’accento

  • Faretto da parete con lampadina con ampolla smerigliata, della potenza di 25-40 watt
  • Tasselli a espansione per fissaggio a parete
  • Trapano, cacciavite, forbici da elettricista

Collegamento elettrico dei faretti d’accento

Come installare i faretti d’accento

  1. A tensione scollegata, dopo aver predisposto una guaina murata con un cavo tripolare, foriamo la parete e inseriamo i due tasselli a espansione che servono per fissare la staffa reggifaretto.
  2. Effettuiamo tutti i collegamenti inserendo i cavi di alimentazione e quelli del faretto nella morsettiera (il cavo giallo-verde, di massa, va inserito nel morsetto centrale). Stringiamo bene le viti dei morsetti.
  3. Dopo aver ordinato per bene i cavi all’interno della base inseriamo il faretto sulla staffa e fissiamolo a questa stringendo la vite di bloccaggio posta sul bordo laterale del supporto.
  4. Avvitiamo la lampadina smerigliata e dirigiamo il proiettore verso il quadro. Rimettiamo tensione all’impianto e accendiamo il faretto regolando l’angolazione del proiettore nella maniera ottimale.

Faretti d’accento su binario

Un grande quadro esige un’illuminazione uniforme con punti luce sufficientemente distanziati. Ecco, quindi, l’utilità di installare una coppia di faretti su bracci che si protendono in avanti. Utilizziamo una barra portafaretti che supporta i due punti luce montati su bracci in modo tale da poter essere rivolti verso la tela. La barra può essere montata sia a parete, sia sul bordo superiore del quadro, quando lo spessore lo consente. Un trasformatore abbassa la tensione per alimentare due lampadine alogene da 40 watt.

Mosaico fai da te

Realizzare un mosaico fai da te è un’operazione divertente, appagante e non eccessivamente complicata. Ecco come fare…

Un mosaico fai da te richiede innanzitutto pazienza. L’arte del mosaico ha radici lontane nel tempo, ma ancor oggi affascina quanti hanno voglia di creare piccoli capolavori dal sapore antico o pezzi unici da collezionare.

Creare un mosaico fai da te prevede l’uso di tessere di svariati materiali (ceramica, vetro, ma anche sassolini, conchiglie ecc.) messe l’una accanto all’altra per formare determinate composizioni. Si può lavorare su un supporto piano (una tavola, una parete, una porta) o si può decidere di rivestire un oggetto, vale a dire un vaso, un piatto, un orologio da parete.

I materiali si possono reperire nei negozi specializzati a prezzi accessibili, ma si può anche scegliere di utilizzare ciò che si ha in casa, come cocci di bottiglie colorate o pezzi di vasi rotti ed eseguire la composizione con gli stessi materiali (adesivi e riempifughe) utilizzati nelle normali piastrellature.

Cosa serve per realizzare un mosaico fai da te:

  • Tessere colorate, pretagliate o recuperate da vecchie piastrelle smaltate
  • Tagliapiastrelle
  • Stucco riempitivo
  • Martello
  • Tenaglie
  • Colla per ceramica

Mosaico fai da te con stucco speciale

  1. Riportiamo sulla superficie da rivestire i contorni del disegno da realizzare (a matita o a pennarello in funzione del tipo di supporto), poi stendiamo un sottile strato di colla specifica per mosaico.
  2. Applichiamo le tesserine e, quando la colla è perfettamente  indurita, riempiamo vuoti e commessure con lo stucco speciale per mosaico, che contribuisce a stabilizzare la composizione.

Tessere mosaico fai da te

  1. Possiamo realizzare le tessere con diversi materiali: le piastrelle di ceramica sono ottime. I pezzi così ottenuti sono irregolari: disponiamoli sul disegno e rifiniamo le tessere con le tenaglie.
  2. Per ottenere tessere regolari è necessario usare una tagliapiastrelle: posizioniamo la piastrella facendo corrispondere la linea di taglio alle ganasce e stringiamo l’impugnatura per tagliare.
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Mosaico in stile bizantino

  1. Il mosaico in stile bizantino può essere realizzato con tessere già pronte. Ricalchiamo sul supporto la traccia scelta e applichiamo quindi dietro a ogni tesserina una goccia di colla a caldo.
  2. Seguiamo con attenzione il disegno e tagliamo con le tenaglie le tessere che devono avere una forma diversa. Riempiamo i vuoti con lo stucco ed eliminiamo l’eccedenza con una spugna.

Stuccatura delle fughe

  1. Lo stucco in polvere va diluito con acqua nelle proporzioni indicate sulla confezione ed eventualmente addizionato con un colore acrilico.
  2. Spalmiamo lo stucco facendolo penetrare nelle fughe. Quando è quasi asciutto passiamo una spugna umida per togliere i residui di stucco.

Ripiani fai da te in vetro

Pratiche mensole realizzate con tondini di ramin sostengono ripiani fai da te in vetro molato

ripiani fai da te, mensole fai da te, ripiani in vetro, mensole in vetro, installare ripiani, installare mensolePer fissare a parete ripiani fai da te in vetro molato, dobbiamo realizzare tre mensole ricavandole da tondini di legno opportunamente scanalati, che vengono dotati di tasselli mensola. Occorre precisione nell’effettuare le scanalature, i fori nel muro e nei tondini. Questi ultimi devono essere più piccoli dell’anima esagonale del tassello a scomparsa in modo che si incastri nel legno e non ruoti con il peso delle lastre di vetro. Per praticare le scanalature nei tondini con la fresatrice bisogna costruire anche un piccolo telaio rettangolare che blocchi il pezzo da fresare offrendo una superficie piana su cui fare scorrere la guida della fresatrice.

Cosa serve per realizzare i ripiani fai da te in vetro:

  • 2 ripiani di vetro spessi 6 mm da 250×600 mm
  • 3 tondini di ramin Ø 70×200 mm
  • 3 tasselli mensola
  • Fresatrice con guida parallela
  • Trapano a colonna
  • Squadretta cercacentri
  • Matita

Come realizzare i ripiani fai da te

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  1. Tracciamo il centro di ciascun cilindro di legno. Utilissima in questi casi la squadretta cercacentri con la quale si tracciano due linee a 90° che si incontrano per l’appunto, al centro del disco.
  2. Con il trapano a colonna foriamo i cilindri. Il diametro della punta dev’essere 0,5 mm più piccolo di quello dell’anima del tassello a scomparsa in modo da poterlo incastrare solidamente.
  3. Per eseguire le scanalature con precisione, costruiamo una guida fatta con quattro tavolette larghe 70 mm inchiodate insieme. Lo spazio interno deve contenere i cilindri in modo che non si muovano.
  4. Montiamo i tasselli nel muro facendo molta attenzione all’allineamento e alla perpendicolarità delle aste. Due dei cilindri hanno una sola scanalatura mentre quello intermedio ne ha due.
  5. Se il montaggio dei cilindri è  preciso le lastre di vetro scivolano nelle scanalature senza difficoltà. Il tassello dev’essere ben stretto per evitare di ruotare quando si carica il ripiano.

La stondatura del cristallo

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Dopo aver fatto tagliare i piani di cristallo che ci occorrono, bisogna far rifinire i bordi perché non risultino taglienti. Può trattarsi di una semplice bisellatura con l’intento di “rompere” gli spigoli sia dal lato superiore, sia dal lato inferiore, oppure di una sagomatura più ricercata come l’arrotondamento semicircolare (che viene definito toro) o a quarto di cerchio (il mezzo toro). Per un lavoro perfetto l’ideale sarebbe utilizzare un buon cristallo al posto del vetro: la differenza tra i due materiali è determinata dalla presenza o meno di ossido di piombo, il cui impiego fa sì che la densità del vetro aumenti notevolmente e così pure l’indice di rifrazione, avvicinandolo alle proprietà ottiche del diamante.

Come erigere un muro di mattoni

Realizzare un muro di mattoni può sembrare cosa semplice, ma non è propriamente così…occorre pratica e grande precisione.

mattone e cementoPer costruire un muro di mattoni iniziamo con la realizzazione di un piccolo scavo entro il quale va disposta una rete di armatura o una serie di tondini di ferro per conferire rigidità alla gettata di partenza. Per un muro di mattoni imponente occorre racchiudere la fondazione in una cassaforma. I mattoni vanno sfalsati man mano che si sale, in modo da ottenere una maglia che dà rigidità alla struttura. Il primo “corso” è fondamentale e determina la buona riuscita del lavoro anche se l’allineamento e la planarità devono essere controllate con frequenza fino a fine lavoro. Non dimentichiamo che una differenza di 1 mm sulla fuga verticale tra un mattone e l’altro, su muro lungo quanto 15 mattoni porta a uno sbalzo finale di 1,5 cm, difficile da correggere. Lo stesso vale per l’allineamento e la verticalità, anche perché vanno mantenute fughe di circa 1 cm.

Cosa è utile sapere circa la realizzazione di un muro di mattoni:

  • è opportuno inumidire la superficie dei mattoni prima di porli in opera, specialmente se il tempo è molto secco.
  • Su ciascun mattone, prima della posa, va spalmata di malta la faccia piccola che va a contatto con quello già posato.

Nella realizzazione di un muro di mattoni andare dritti è fondamentale

tirare una lenza

Accostando alle lenze una livella a bolla è possibile tracciare, sulla base, la precisa linea lungo la quale stendere il primo cordone di impasto, destinato a ricevere il primo “corso” del muro di mattoni. La parte superiore della gettata all’interno della fondazione dev’essere ben livellata al terreno.

Come realizzare un muro di mattoni

fare un muro

  1. Se vogliamo una fila di mattoni interi, disponiamoli sul cordone di malta livellato, curando che la faccia esterna dei mattoni sfiori la lenza e giocando sullo spessore della malta nei collegamenti verticali.
  2. Alle due estremità del muretto piantiamo i picchetti rigorosamente in verticale. A essi leghiamo la lenza ben tesa a sfiorare lateralmente il primo “corso” di mattoni. La alziamo man mano che si sale.
  3. La malta va stesa sul “corso” di mattoni inferiore livellandola per bene con la cazzuola. Ogni mattone va appoggiato sullo strato deponendo un po’ di malta su un lato verticale e muovendolo di lato per assestarlo.
  4. Verificata la planarità e l’allineamento agli altri mattoni, la malta in eccesso che fuoriesce di lato va recuperata con la cazzuola e riutilizzata nell’impasto. Al termine di ogni fila, si sposta la lenza e si passa al corso successivo.

Rifinire le fughe

rifinire le fughe

Nella finitura faccia a vista l’omogeneità delle fughe è fondamentale come pure la pulizia dei mattoni dalle sbavature di malta. I mattoni devono essere strofinati con una spazzola di ferro o, comunque, a setole dure. Le fughe devono risultare tutte della stessa ampiezza e leggermente depresse rispetto alla superficie dei mattoni. Per conferire una forma concava e liscia si può utilizzare un ferro sottile o un tondino, eventualmente rivestiti di carta vetrata, passando prima tutte le fughe orizzontali, lunghe e lineari, poi quelle verticali a una a una.

Scopri quale le differenze tra i mattoni pieni e i mattoni forati

Tipi di caldaie

Una panoramica descrittiva sui differenti tipi di caldaie e sulle loro peculiarità

tipi di caldaie, tipi di caldaie per riscaldamento, caldaie a gasolio, caldaie a pellet, caldaie a legna, caldaie policombustibile, caldaie a gas, caldaie a condensazioneI differenti tipi di caldaie utilizzano combustibili diversi, ma il tipo più diffuso è quello a gas, metano o GPL. Questi tipi di caldaie si differenziano per il modo in cui prelevano l’aria necessaria alla combustione, che avviene nel bruciatore in seguito alla miscelazione con l’ossigeno presente nell’aria. Distinguiamo perciò caldaie a camera aperta, a camera stagna, a condensazione. La caldaia a camera aperta preleva l’aria direttamente dall’ambiente, scarica i fumi per tiraggio naturale attraverso una canna fumaria che li convoglia all’esterno attraverso un camino e va per legge collocata all’esterno o in un locale provvisto di apertura di ventilazione. Nel tipo a camera stagna la fiamma è totalmente isolata dall’ambiente e l’aria viene prelevata dall’esterno attraverso un tubo coassiale che espelle anche l’aria inquinata interna. Il tiraggio è di tipo forzato e può essere installata all’interno, anche in bagno o in camera da letto.

Cosa occorre sapere circa i differenti tipi di caldaie:

  • Le caldaie a camera stagna hanno un costo maggiore rispetto a quella a camera aperta, ma hanno il vantaggio di essere isolate dall’ambiente in cui vengono inserite.
  • Nella scelta della caldaia valutiamo se questa servirà solo per il riscaldamento o anche per la produzione di acqua calda. In quest’ultimo caso dobbiamo ricorrere a un apparecchio combinato (o misto) a produzione istantanea o con accumulo. Il primo tipo entra in azione aprendo il rubinetto dell’acqua, il secondo necessita di un serbatoio. 

Elenco dei tipi di caldaie

  • Caldaie a gasolio
  • Caldaie a pellet
  • Caldaie a legna
  • Caldaie a policombustibile
  • Caldaie a gas a condensazione

Caldaie a gasolio

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Quelle moderne sono ben isolate, hanno superfici di scambio di ghisa, ampie intercapedini che impediscono la formazione di depositi e la trasmissione dei rumori di flusso.

Caldaie a pellet

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Le caldaie a pellet bruciano cilindretti di origine vegetale e hanno un’elevata resa termica. I modelli con evacuazione forzata dei fumi non necessitano di canna fumaria (al contrario delle stufe a pellet che non possono essere installate senza una canna fumaria ) e possono essere posizionati con più libertà.

Caldaie a legna

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Le caldaie a legna sfruttano la combustione della legna in modo più complesso e più efficiente di una normale stufa. La legna richiede spazio, sporca di più, ma rimane il combustibile migliore nelle zone molto fredde.

Caldaie a policombustibile

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Le caldaie a policombustibile possono bruciare una gran varietà di combustibili naturali come legna, cereali, cippato, trucioli, pellet, nocciole ecc. Alcune dispongono inoltre di un bruciatore a gasolio.

Caldaie a gas a condensazione

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Questo tipo di caldaia solitamente è alimentata a metano, può funzionare anche a GPL, ma è meno conveniente perché fa più fatica a condensare. Il vapore prodotto dalla combustione, anziché venire espulso dalla canna fumaria (a circa 110 °C) viene condensato e si recupera calore, mentre in una normale caldaia questo non avviene e si utilizza solo il potere calorifico di combustione. Non si evacuano più fumi, ma un liquido sotto forma di condensa a una temperatura di circa 50 °C che necessita di un tubo per lo scarico. Costa più di una normale caldaia, ma con gli incentivi il costo diventa equivalente. Inoltre, la caldaia può avere una potenza in kW inferiore del 15% e il consumo si riduce del 25-40%. Può essere affiancata a un impianto solare per acqua calda sanitaria e comportare un ulteriore risparmio del 25-30%. La verifica annuale è obbligatoria.

Prezzi caldaie

I prezzi delle caldaie possono variare di molto, in funzione della tipologie ma soprattutto della “potenza” erogata. In linea generale possiamo affermare che i prezzi caldaie possono suddividersi n questo modo:

  • Prezzi caldaie a gasolio: da 800 a 3000 euro
  • Prezzi caldaie a pellet: da 900 a 6000 euro
  • Prezzi caldaie a legna: da 1500 a 5000 euro
  • Prezzi caldaie a policombustibile: da 3000 a 11000 euro
  • Prezzi caldaie a gas a condensazione: da 350 a 3000 euro

 

Portaceri fai da te

Il riciclo creativo di una vecchia ruota da carro trasformata in un originale portaceri fai da te

portaceri fai da te, portaceri, portacandele fai da te, portaceri, ruota da carro, riciclo creativoLe carriole di una volta, fatte interamente di legno, avevano ruote con battistrada metallico che, in genere, sopravvivevano alla carriola stessa. Con pochi euro ce ne possiamo procurare una, magari girando per cascine oppure rovistando fra le cianfrusaglie di un robivecchi, o ancora, sui banchetti di un mercatino.

Una ruota di questo tipo può diventare un rustico portaceri fai da te per illuminare una veranda durante le serate estive. L’unico nemico, da debellare completamente, può essere il tarlo, ma, in genere, sono sufficienti una buona pulizia della superficie e un’efficace carteggiatura.

Eventuali crepe o piccole mancanze possono essere riprese con stucco da legno. Dopo questo restauro iniziale la ruota può essere trattata con un fondo antitarlo e, successivamente, con smalti acrilici in vari colori.

Cosa occorre sapere circa il portaceri fai da te:
La ruota di una carriola (e ancor più quella di un carro) hanno un notevole peso: accertiamoci che il sistema di sospensione a soffitto sia adeguato.

Cosa serve per realizzare il portaceri fai da te:

  • Una vecchia ruota di carriola o carro, in legno
  • Viti per legno con occhiolo
  • Tre gancetti a S
  • Catenella metallica, ceri
  • Fondo turapori
  • Smalti acrilici all’acqua
  • Carta vetrata
  • Pennelli

Come realizzare il portaceri

  1. Levighiamo e puliamo le superfici con carta vetrata in modo da asportare lo sporco, le incrostazioni e le scaglie di vernice che si stanno per staccare. Diamo una passata anche alle parti metalliche.
  2. Trattiamo il legno con un prodotto antitarlo che abbia anche la funzione di fondo turapori. Stendiamolo abbondantemente a pennello, cercando di farlo penetrare in ogni fessura del legno.
  3. Le parti metalliche vanno protette con vernice antiruggine prima di ogni altra pittura di finitura. Possiamo anche utilizzare una pittura antichizzante in gel che contiene un componente antiruggine.
  4. Applichiamo una prima mano di smalto acrilico sulla circonferenza in legno. Scegliamo un colore allegro, contrastante con quello che utilizzeremo per smaltare i raggi della ruota.Completiamo la smaltatura trattando i raggi e rifiniamo le parti metalliche. Quando tutto è asciutto si avvitano le tre viti a occhiolo che si collegano alle catenelle per la sospensione.

Il giusto colore

Quando vogliamo ottenere l’abbinamento o, quanto meno, cogliere la nuance della nostra creazione con altri elementi dal colore deciso che si trovano nell’ambiente, può essere difficile scegliere la tonalità giusta guardando i colori  in negozio. In alternativa possiamo acquistare i colori fondamentali e destreggiarci mescolandoli opportunamente. Non è impresa facile al primo approccio, ma dà molta soddisfazione in quanto apre a impensabili opzioni creative e ci consente di sviluppare il nostro senso estetico.