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Piastrellare un pavimento

Piastrellare un pavimento esige precisione e attenzione: ecco come effettuarla al meglio.

Per piastrellare un pavimento si inizia, preferibilmente, dal lato più lontano dalla porta d’ingresso del locale, nell’angolo opposto a essa. Se le pareti non sono in squadra, dobbiamo segnare sul pavimento la linea di partenza, rivestire tutta la stanza e completare alla fine lo spazio relativo alla parete sghemba. Se le pareti sono in squadra, posiamo le prime due file perpendicolari e poi procediamo verso il centro della stanza. Nei locali con perimetro irregolare è consigliabile piastrellare con posa in diagonale, che ha il pregio ulteriore di dilatare visivamente gli spazi se questi sono ristretti, per esempio nei corridoi.

Da sapere:
Quando acquistiamo le piastrelle ricordiamoci di aumentare il numero necessario del 10% per far fronte agli scarti dovuti al taglio, alle rotture e averne qualcuna di scorta a fine lavoro.

Cosa serve per piastrellare:

  • Piastrelle e colla specifica
  • Manara dentata
  • Frusta per trapano
  • Tagliapiastrelle
  • Mazzuolo
  • Spatola
  • Crocini distanziali
  • Riempifughe
  • Frattazzo di spugna

Leggi l’articolo per saperne di più sugli attrezzi utili per pavimentare e intonacare 

Come piastrellare

  1. Realizziamo un impasto cremoso sciogliendo la colla in polvere in acqua e distribuiamolo con la cazzuola su una porzione ridotta di sottofondo, lasciandone uno spessore di circa 1,5 cm.
  2. Con la manara dentata uniformiamo lo strato di colla, ricoprendo non più di 1,5 m2 per volta. Le righe lasciate dai denti permettono la fuoriuscita dell’aria quando si posa la piastrella.
  3. Appoggiamo la piastrella sulla colla, muoviamola leggermente mentre premiamo per assestarla e accostiamola in linea con quelle adiacenti. Livelliamola con qualche colpetto di manico del mazzuolo.
  4. A colla asciutta prepariamo la malta riempifughe, anche questa da diluire in acqua fino a ottenere un impasto fluido che possa penetrare con facilità nelle fughe. Rovesciamone una parte su una porzione di pavimento.
  5. Con il frattazzo di spugna o con una scopa analoga, migliore perché ci consente di operare stando in piedi, facciamo penetrare il riempifughe tra le piastrelle. Versiamo altro impasto e continuiamo a strofinare fino a rifiuto.
  6. Prima che l’impasto indurisca completamente, ripassiamo con la spugna bagnata sul pavimento per ripulirlo dai residui. La spugna va risciacquata con frequenza in acqua pulita, fino a quando non asporta più sporco.

Crocini distanziali

Le piastrelle possono essere posate con o senza fughe. Se scegliamo il primo sistema, lo spazio tra le piastrelle deve risultare uniforme e costante, perciò abbiamo bisogno di utilizzare i crocini distanziali (1). Questi sono reperibili in diversi spessori, solitamente di materiale plastico, e vanno collocati in corrispondenza degli angoli delle piastrelle durante la posa (2), per avere una guida sicura e calibrata mentre il lavoro avanza. A seconda dei casi, possono essere tolti quando la colla ha fatto presa oppure spinti in profondità e annegati nella colla non ancora indurita, per poi nasconderli con la fugatura.

Tipi di legno naturale

Parlando di tipi di legno massello si intende comunemente la materia fornita dalla parte sottocorticale del tronco degli alberi senza altre lavorazioni oltre il taglio e la levigatura.

Il legno è un tessuto complesso che comprende diversi tipi di cellule: nell’alburno e nella parte più giovane ed esterna dell’albero si trovano cellule vive e vasi che trasportano la linfa grezza. Il durame, la parte centrale del tronco, è invece formato da cellule morte che hanno la funzione di sostegno strutturale ed è la parte dell’albero ricercata per le lavorazioni più pregiate per la sua compattezza e solidità. Il durame è impregnato di sostanze conservanti, come il tannino, che lo rendono difficilmente attaccabile dai parassiti. In segheria si ottengono tipi di legno (tavole e travi) secondo un disegno preciso che minimizza gli scarti.

Da sapere:

  • I tronchi vengono trasportati in segheria a volte dopo un viaggio di migliaia di chilometri via mare, numerati e identificati in modo da avere una sicura tracciabilità del prodotto.
  • Per i tipi di legno sono stati identificati, nel tempo e con l’esperienza, usi specifici che mettono a frutto le sue qualità: con il salice si fanno i cesti, con il noce i mobili, il rovere si usa per le botti, il maggiociondolo si usava per i mozzi delle ruote dei carri, e così via.
  • Il nodo morto, molto comune nel legno delle conifere, è causato da un ramo secco inglobato nella sezione dell’albero in crescita.
  • Il legno vecchio, recuperato da mobili, pavimenti e tetti, è molto ricercato per nuovi utilizzi.

Tavole di legno

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La sezionatura a tagli paralleli del tronco dà origine a larghe tavole che vengono ridotte a una dimensione uniforme per la vendita. Per ridurre le deformazioni si possono anche ricavare con diverse inclinazioni dai quarti di tronco.

Travi di legno

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Le travi di legno vengono ottenute da tronchi interi rettilinei (principalmente conifere o castagno) o da tagli interni di alberi di grosse dimensioni. Va sempre scelto materiale ben stagionato dato che l’essiccamento potrebbe originare flessioni.

Listelli di legno

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I listelli di legno si trovano in commercio di varie sezioni e lunghezze e, specialmente per le essenze resinose, bisogna controllare la presenza di nodi che possono indebolire la resistenza della già sottile sezione del materiale.

Perline di legno

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Le perline più utilizzate sono di abete e sono piallate e maschiate in modo da incastrarsi longitudinalmente una con l’altra, accelerandone l’applicazione e il fissaggio. Di solito sono impacchettate per impedire l’imbarcamento.

Tondini di legno

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I tondini di legno, generalmente in ramin o faggio, trovano numerosissime applicazioni: ringhiere, bastoni per tende, assi per ruote, scorrevoli per ripiani; il costo elevato è dovuto all’alto spreco di materiale nella lavorazione.

Prefiniti di legno

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Realizzare una ringhiera per la scala è semplice con gli elementi prefiniti in legno. Colonne portanti, travetti intermedi, traversine e corrimano già pronti per l’assemblaggio sono solo da tagliare a misura e verniciare a piacere.

Servizio di taglio legno

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Utilissimo è il servizio di taglio legno offerto nei centri fai da te in cui, oltre a reperire il legno nelle varie forme utili alle nostre costruzioni, possiamo anche farlo tagliare a misura. Anche se nel proprio laboratorio o in garage si dispone di una buona attrezzatura, spesso il taglio presso il centro è necessario per ridurre le dimensioni di pannelli o tavole che, interi, si farebbe fatica a portare a casa. Senza contare i casi in cui conviene far fare il taglio a prescindere dalle dimensioni del pezzo, per esempio per usufruire delle ottime macchine squadratrici, da cui escono angoli a 90° di precisione assoluta e profili che paiono recisi con il bisturi, senza alcuna sbavatura. Viene a mancare un po’ di divertimento, ma il risultato è eccellente.

Essenze legno nostrane

Tra le più importanti conoscenze di base di chi ama lavorare il legno o effettuare interventi di restauro, anche semplici, vi sono sicuramente le caratteristiche delle diverse essenze legno.

La natura offre una varietà di essenze legno nostrane ed esotiche assolutamente eccezionale di cui gli artigiani nei secoli si sono ampiamente serviti, utilizzando legni di bassa qualità (e quindi basso costo) per realizzare strutture portanti di mobili e arredi, e impiegando legni duri, di grandi venature e adatti alla piallatura e lisciatura, per i rivestimenti esterni. Le proprietà delle essenze legno sono indicate a sintetizzate da alcune caratteristiche tipiche.

  • Nome comune e scientifico
    Quello scientifico è composto da quello del genere e da quello della specie.
  • Tessitura e fibratura
    La tessitura definisce la distribuzione degli elementi cellulari del legno, si distingue in fine, media e grossa. La fibratura si riferisce alla direzione seguita dalle fibre lungo l’asse longitudinale: può essere dritta, inclinata, intrecciata, ondulata, irregolare.
  • Densità
    è il peso di un’unità di volume e si esprime in kg per m3. Poiché il contenuto di acqua varia, ci si riferisce ad un tenore di umidità del 12-15%.
  • Essiccabilità
    Tendenza dei legni a liberarsi dall’acqua presente nelle fibre. Può essere rapida, media, lenta e anche agevole o difficile.
  • Durezza
    Più il valore sale, più il legno è duro (olmo= 4,9 – ciliegio= 2,9). Sintetizziamo in: tenero, medio, duro, durissimo.
  • Durevolezza
    Resistenza del legno agli attacchi dei funghi e degli insetti; distinguiamo in alta, media, bassa.
  • Fendibilità
    II legno è tanto più fendibile quanto minore è la forza necessaria per lo spacco, quanto maggiore è la sezione di rottura e quanto più regolare è la superficie spaccata. Distinguiamo in massima, alta, media, bassa.
  • Flessibilità
    Il legno resiste di più quando gli anelli di accrescimento sono disposti nella stessa direzione dello sforzo di flessione, mentre se sono disposti ortogonalmente la resistenza scende all’86% del valore massimo. Distinguiamo in alta, media, bassa.
  • Lavorabilità
    è la capacità generica del legno di lasciarsi lavorare con utensili manuali ed elettrici. Distinguiamo in alta, media, bassa.

Abete

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Nome comune e scientifico: Abete Abies alba – Tessitura: fibratura: media dritta – Densita Kg/m3: 450 – Essiccabilità: media diffcile – Durezza: tenero – Durevolezza: bassa – Fendibilità: alta – Flessibilità: media – Lavorabilità: alta – Impieghi: falegnameria (strutture e costruzioni interne)

Acero

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Nome comune e scientifico: Acero Acer campestre – Tessitura: fine ondulata – Densita Kg/m3: 530 – 650 – Essiccabilità: lenta diffcile – Durezza: medio Durevolezza: media – Fendibilità: alta – Flessibilità: alta – Lavorabilità: alta – Impieghi: falegnameria, ebanisteria, liuteria

 

Castagno

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Nome comune e scientifico: Castagno Castanea sativa – Tessitura: grossa dritta – Densita Kg/m3: 540 -600 Essiccabilità: lenta diffcile – Durezza: duro – Durevolezza: medio-alta – Fendibilità: alta – Flessibilità: media – Lavorabilità: medio-alta – Impieghi: pavimenti, travature, doghe, serramenti.

Ciliegio

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Nome comune e scientifico: Ciliegio prunus avium – Tessitura: media dritta – Densita Kg/m3: 580 – 610 Essiccabilità: media diffcile – Durezza: duro – Durevolezza: medio-bassa – Fendibilità: alta – Flessibilità: alta – Lavorabilità: alta – Impieghi: sedie, decorazione mobili, ebanisteria.

Faggio

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Nome comune e scientifico: Faggio Fagus sylvatica – Tessitura: fine dritta dritta – Densita Kg/m3: 650 – 850 Essiccabilità: lenta diffcile – Durezza: duro – Durevolezza: bassa – Fendibilità: alta – Flessibilità: alta – Lavorabilità: alta – Impieghi: ebanisteria, artigianato, manici, telai, sedie curvate.

Frassino

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Nome comune e scientifico: Frassino Fraxinus excelsior – Tessitura: grossa dritta – Densita Kg/m3: 710 – Essiccabilità: rapida agevole – Durezza: duro – Durevolezza: media – Fendibilità: alta – Flessibilità: alta – Lavorabilità: alta – Impieghi: mobili, impugnature, barche, attrezzature sportive.

Larice

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Nome comune e scientifico: Larice Larix decidua – Tessitura: fine dritta – Densita Kg/m3: 650 – 750 Essiccabilità: media agevole – Durezza: media – Durevolezza: media – Fendibilità: massima – Flessibilità: media – Lavorabilità: alta – Impieghi: carpenteria pesante, serramenti, pavimenti.

Noce

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Nome comune e scientifico: Noce juglans regia – Tessitura: media dritta – Densita Kg/m3: 600 Essiccabilità: media agevole – Durezza: duro – Durevolezza: medio-bassa – Fendibilità: alta – Flessibilità: alta – Lavorabilità: alta – Impieghi: mobili, pannellature, porte, impugnature di pregio.

Olivo

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Nome comune e scientifico: Olivo Olea europaea – Tessitura: fine irregolare – Densita Kg/m3: 950 – Essiccabilità: lenta diffcile – Durezza: duro – Durevolezza: alta – Fendibilità: bassa – Flessibilità: bassa – Lavorabilità: bassa – Impieghi: artigianato, decorazioni, pavimenti.

Olmo

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Nome comune e scientifico: Olmo Ulmus campestris – Tessitura: media dritta – Densita Kg/m3: 550 – Essiccabilità: lenta diffcile – Durezza: medio – Durevolezza: media – Fendibilità: alta – Flessibilità: media – Lavorabilità: alta – Impieghi: mobili, pavimenti, artigianato, ebanisteria.

Pino

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Nome comune e scientifico: Pino Pinus sylvestris – Tessitura: media dritta – Densita Kg/m3: 600 – Essiccabilità: rapida agevole – Durezza: medio – Durevolezza: medio-bassa – Fendibilità: alta – Flessibilità: media – Lavorabilità: medio-alta – Impieghi: carpenteria, serramenti, pavimenti, mobili.

Pioppo

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Nome comune e scientifico: Pioppo Populus tremulaa – Tessitura: media dritta – Densita Kg/m3: 400 – 600 Essiccabilità: lenta agevole – Durezza: tenero – Durevolezza: bassa – Fendibilità: alta – Flessibilità: medio-bassa – Lavorabilità: alta – Impieghi: imballaggi, telai di mobili, fiammiferi, compensato.

Rovere

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Nome comune e scientifico: Rovere Quercus sessiflora – Tessitura: grossa irregolare – Densita Kg/m3: 750-820 Essiccabilità: lenta agevole – Durezza: duro – Durevolezza: alta – Fendibilità: medio-bassa – Flessibilità: media – Lavorabilità: alta – Impieghi: mobili, paleria, botti, pavimenti, imbarcazioni.

Tiglio

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Nome comune e scientifico: Tiglio Tilia europaea – Tessitura: fine dritta – Densita Kg/m3: 500-630 Essiccabilità: media agevole – Durezza: tenero – Durevolezza: bassa – Fendibilità: alta – Flessibilità: alta – Lavorabilità: alta – Impieghi: artigianato, zoccoli, cornici, liuteria, manici.

 

 

Intonacare con i giusti attrezzi

Una panoramica completa degli attrezzi più indicati per intonacare una parete.

Intonacare una parete è la fase finale della costruzione di un muretto o di un tamponamento, a meno che i materiali di costruzione non debbano rimanere a vista. L’intonaco è una malta di cemento, calce e sabbia (o anche solo calce e sabbia) di buona pastosità che aderisce bene sui laterizi. L’applicazione si effettua con la cazzuola prelevandone un limitato quantitativo e gettandolo, con un colpo secco del polso, contro la parete. Poi l’intonaco va regolarizzato e rasato, infine ritoccato e rifinito con stabiliture. Ogni intervento prevede l’impiego di specifici utensili che devono far parte del corredo di chi effettua lavori di muratura.

Cosa serve per applicare l’intonaco:

  • Cazzuola per impastare e intonacare
  • Frattazzo per lisciare e regolarizzare
  • Manara per lisciare
  • Frattazzo con spugna per lisciare stabiliture
  • Spatola per piccoli interventi

Cazzuola

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Solitamente di forma triangolare con punta arrotondata. La particolare impugnatura ad angolo retto consente al muratore di scagliare con forza contro il muro una modesta quantità di malta.

Sparviere

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È un tavoletta quadrata in legno, metallo o plastica fornita di impugnatura inferiore. Serve per accogliere un certo quantitativo di malta per poterlo applicare a parete con la cazzuola.

Frattazzo

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L’intonaco gettato con la cazzuola contro la parete, viene spianato e regolarizzato con varie passate del frattazzo. La superficie dell’attrezzo va bagnata per evitare che aderisca all’impasto.

Manara

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Con la manara metallica si applicano impasti e stabiliture “a passata”. Il quantitativo da stendere si applica sulla lama che si passa sulla parete rilasciando uno strato uniforme di impasto.

Frattazzo di spugna

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Le stabiliture a granulometria fine esigono una lisciatura prolungata con questo attrezzo. La spugna bagnata idrata la superficie e la liscia con molta regolarità.

Spatola

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Serve in molte occasioni per eliminare eccedenze, spianare irregolarità e stendere piccoli quantitativi di impasto dove compaiano crepe o fenditure. Ideale per la finitura.

È utile sapere che:
Alcune finiture rustiche si ottengono con la chiocciola, un piccolo contenitore in cui si immette l’impasto; girando una manovella si azionano le lamelle poste dentro il serbatoio e si scaglia l’impasto contro la parete.

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Complementi utili

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  1. Una staggia in alluminio serve per regolarizzare grossolanamente l’intonaco facendola scorrere sulle fasce-guida e asportando le eccedenze di impasto.
  2. L’attrezzo spianatore è fornito di alcune lame e una robusta impugnatura. Si passa su vecchi intonaci per scalfirne la superficie e favorire la presa di un nuovo intonaco.
  3. La livella a bolla è utilissima per controllare con continuità la verticalità (o l’orizzontalità) di un rivestimento durante le fasi dell’intonacatura.

 

Come lavorare metalli non ferrosi

Non sempre capita di dover tagliare, saldare, sagomare ferro o acciaio, molto spesso dobbiamo utilizzare metalli non ferrosi, come le leghe.

Lavorare metalli non ferrosi, in genere, è meno difficoltoso rispetto al ferro perché rame, ottone, argento e altri sono molto più teneri e si lavorano più agevolmente, soprattutto per quanto riguarda il taglio e la sagomatura in quanto non oppongono la stessa resistenza che oppone il ferro. La loro elevata malleabilità facilita anche la realizzazione di oggetti particolarmente elaborati e sagomati, imponendoci di utilizzare la saldatura più raramente. In commercio troviamo lamiere, piattine, profilati di vario genere in numerosi metalli teneri.

Cosa serve per lavorare metalli non ferrosi

  • Attrezzi manuali ed elettrici per la lavorazione dei metalli
  • Lamiere, tubi, profilati piattine, quadrelli di metalli diversi

Metalli non ferrosi –  Il rame

È duttile e malleabile. Otteniamo unioni solide, ma smontabili, con l’aggraffatura, ripiegando i lembi di due fogli attorno a un tubo o una robusta piattina. Incastrate le due parti ripiegate, si ribatte la piega fino a ottenere un giunto solido (1). La curvatura di tubi si ottiene con dime (2). L’unione di pezzi in rame si ottiene con saldatura a stagno, rivettatura, incollaggio con adesivi epossidici. Si sbalza e si sagoma con facilità.

Metalli non ferrosi –  L’alluminio

È plastico, ma facilmente deformabile, si incrudisce diventando più fragile quando è sottoposto a deformazioni a freddo (piegatura) e si salda con difficoltà, per cui si preferiscono lavorazioni di taglio e unione con viti e rivettature. Il taglio di fogli lisci o traforati si esegue facilmente con le cesoie (1) e quello di profilati con il seghetto manuale (2). Per la saldatura occorrono attrezzature particolari (TIG-MIG).

Metalli non ferrosi –  Ottone

È una lega di rame che contiene dal 10 al 40% di zinco più piccole percentuali di altri metalli. Non è facilmente lavorabile per deformazione a freddo, mentre si comporta molto bene nelle lavorazioni alle macchine utensili. Si lascia incidere molto agevolmente con opportuni attrezzi (1) e offre una superficie estremamente brillante quando viene lucidato con tele abrasive e feltri di finitura azionati con il trapano (2).

Metalli non ferrosi –  Argento

È disponibile in fili e fogli larghi 250 mm con il titolo di 925 millesimi, cioè in lega con 75 millesimi di rame, che lo rende più duro e ne abbassa il punto di fusione. Si salda con filo di stagno e cannello a gas (1), si taglia e si sagoma senza difficoltà. La pulizia dell’argento si ottiene immergendo l’argento per alcune ore in acqua calda nella quale siano stati sciolti alcuni cucchiaini di sale da cucina o bicarbonato di sodio (2).

Facciata ventilata – Installazione

Caratteristiche e installazione della facciata ventilata

La Facciata ventilata è una moderna soluzione di rivestimento delle pareti esterne che, rispetto al cappotto tradizionale, prevede un’intercapedine tra le pareti e il rivestimento stesso, favorendo la circolazione dell’aria e mantenendo i muri asciutti grazie a uno scudo termico che migliora le prestazioni energetiche dell’edificio, a seconda delle stagioni. La facciata ventilata può essere utilizzata sia per nuove costruzioni, sia per interventi di ristrutturazione. I vantaggi ottenibili da una facciata ventilata sono molteplici. Innanzitutto un buon risparmio energetico e la protezione nel tempo dal deterioramento estetico. Il rivestimento può essere applicato senza necessità di risanare l’intonaco.Si tratta un intervento di riqualificazione energetica dell’edificio, pertanto è possibile accedere ai bonus fiscali previsti in questi casi. I requisiti richiesti e i parametri di riferimento variano da Comune a Comune e vanno verificati prima di eseguire l’intervento.

Facciata ventilata – è utile sapere che

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✓ Lastre da rivestimento in legno, grès, pietra, fibrocemento, laminati HPL, laminati metallici, vetro  ✓ Pannelli isolanti di vario tipo
✓ Binari, staffe e altri accessori di montaggio

Facciata ventilata – Intercapedine e intelaiatura

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La ventilazione dei muri perimetrali permette di sfruttare la capacità termica delle pareti. Nel periodo estivo il calore penetra all’interno in forma ridotta e in orari in cui la temperatura ambiente è meno elevata, mentre d’inverno le pareti si raffreddano più lentamente. All’interno dell’intercapedine si possono stendere gli impianti di luce, gas e acqua, facilitandone l’ispezione.

L’intelaiatura

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Per mantenere la finitura a vista distanziata dalla facciata si montano particolari binari fissati alla parete esterna su cui vengono montate le staffe che sorreggono gli elementi di rivestimento (dis. 1). In alcune versioni (in funzione anche del materaiale di finitura) i binari verticali sorreggono binari orizzontali (dis. 2). Nello spazio tra supporti dei binari e parete si inseriscono i pannelli isolanti. 

Facciata ventilata – installazione

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  1. I pannelli ad alto spessore e ad alto isolamento vengono fissati a parete tramite i tasselli a grande testa per materiali flessibili, specifici per questo impiego.
  2. Lungo i binari sono inserite le staffe sagomate che bloccano i pannelli di rivestimento. Le staffe possono scorrere per essere bloccate stringendo l’apposito bullone.
  3. L’applicazione di pannelli per la facciata ventilata risulta facile e veloce. Ogni elemento si appoggia alle staffe sottostanti, quindi si fanno scorrere quelle laterali e si bloccano.
  4. Le lastre utilizzabili sono di materiale diversificato: pietra, vetro, metallo, ecc. Il procedimento è simile in tutti i casi, ma non identico per la peculiarità di ogni materiale.

Forbici da elettricista

Le forbici da elettricista a lama corta e tozza sono lo strumento tipico da utilizzare nei lavori elettrici.

Le forbici da elettricista, oltre a tagliare come una normale forbice sono dotate di un incavo a mezzaluna su una lama, in prossimità del fulcro. Inserendo il cavo provvisto di guaina nella mezzaluna e imprimendo una pressione debole e controllata, si intacca la guaina stessa senza danneggiare i sottili fili di rame del conduttore interno. Poi, esercitando una trazione laterale, si fa scivolare via la guaina lasciando l’estremità del conduttore nuda, pronta per collegamenti con morsetti, saldature e unioni di vario tipo. I manici delle forbici da elettricista sono isolati per evitare eventuali contatti accidentali con corpi sotto tensione.

Forbici da elettricista – è utile sapere che

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◆ Stacchiamo corrente per essere certi che nel cavo che ci apprestiamo a tagliare non sia presente tensione; usiamo comunque utensili con manici isolati perfettamente integri e rivestiti.
Le lame devono essere ben affilate. In caso contrario quando si incide un cavo per spellarlo si è portati a stringere eccessivamente e si rischia si incidere anche la trecciola in rame.

Forbici da elettricista – Le caratteristiche

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  1. Doppio incavo: alcune forbici, oltre al classico incavo per spellare, ne presentano un altro molto più grande che serve per incidere e spellare cavi di grande sezione, composti da più conduttori.
  2. Dorso tagliente: particolari modelli di forbice presentano, sul bordo esterno delle lame, una scalinatura affilata che consente di allargare i fori di ingresso delle canaline nelle scatole elettriche.
  3. Serraggio dei terminali: per stringere capicorda e crimpaggi di diversi terminali, si utilizzano forbici che possiedono sull’impugnatura, vicino al fulcro, particolari sagomature a incastro.
  4. Chiusura guaine: le forbici fornite di pressore circolare interno consentono di afferrare i tubi corrugati utilizzati come guaine portacavi e premerle fortemente per chiuderne un’estremità.
  5. Custodia protettiva: la delicata affilatura delle lame e l’integrità delle forbici in generale si proteggono efficacemente con la custodia da cintura che le mantiene a portata di mano durante il lavoro.
  6. A tronchese: per tranciare cavi particolarmente spessi e duri, conviene utilizzare il tronchese a protezione completa con manici isolati che permette un’ideale trasmissione della forza impressa.

Sguainare facilmente

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Per la sguainatura longitudinale dei cavi si utilizzano le forbici da elettricista con lame diritte e ben affilate. La punta di una lama si inserisce nella testa del cavo e, agendo sull’impugnatura si pratica un primo taglietto sulla guaina esterna. Si inserisce la lama inferiore e si spinge in avanti tenendo teso il cavo. La lama entra nella guaina e pratica un lungo taglio. Si elimina la porzione di guaina aperta.

Armadi per mansarde fai da te

Soluzioni particolari che consentono di utilizzare una scaffalatura modulare, adattandola alla pendenza del tetto: ecco come realizzare armadi per mansarde fai da te risparmiando

Armadi per mansarde fai da te a tutta parete completi di ante a battente, che segue la pendenza del tetto, sono opere complesse che nella loro realizzazione richiedono attrezzature non sempre disponibili ad un fai da te. Con questa soluzione, invece, riusciamo a costruire armadi per mansarde eliminando le lavorazioni più lunghe e complesse, acquistando elementi modulari (come gli scaffali a parete con montanti metallici a scaletta e reggimensola ad incastro) e parti prefinite, con il risultato di ottenere un livello di finitura professionale, un tempo di realizzazione ragionevole e l’uso di attrezzature semplici ed economiche, alla portata di tutti.

Si tratta dunque di una tecnica mista, che nulla toglie alla soddisfazione di avere costruito da soli la nostra opera, ma che ci assicura la bontà del risultato. Ognuno adatterà l’idea degli armadi per mansarde alla propria situazione e l’unico vincolo è rappresentato dalle misure dei pezzi in commercio, come le ante degli sportelli e i reggimensola metallici.

I pezzi da realizzare

Si riducono ai travetti dell’intelaiatura, alle mensole e ai pochi pannelli di chiusura, che occorre solo tagliare e forare L’armadio è formato da un telaio in travetti, avvitati tra loro: i montanti determinano gli spazi da chiudere con le ante acquistate prefinite; la traversa orizzontale di sommità si trova a circa 300 mm dal tetto e lo spazio sovrastante è chiuso da un cassonetto composto da due pannelli in MDF, uno orizzontale ed uno verticale, uniti a squadra; nel cassonetto trovano posto i faretti alogeni a bassa tensione e il trasformatore che li alimenta.

Spazio triangolare

Per utilizzare al meglio lo spazio, a sezione triangolare, all’interno degli armadi per mansarde, si adotta questo stratagemma: la scaffalatura modulare è montata alla rovescia, i montanti metallici a scaletta sono avvitati sul retro dei montanti di legno del telaio e i reggimensola metallici, agganciati ai montanti e ad altezza regolabile, sono rivolti verso l’interno dell’armadio; poiché in commercio esistono reggimensola di diverse lunghezze, riusciamo a seguire la pendenza del tetto. I travetti dell’intelaiatura si montano in posizione orizzontale, a pavimento: avvitiamo i montanti alle traverse orizzontali tenendo conto della larghezza delle ante; l’eventuale spazio tra montanti laterali e le pareti viene chiuso da una o più tavole disposte verticalmente. Il telaio ultimato viene alzato e posizionato verticalmente, controllando la perpendicolarità con una livella; fissiamo i montanti laterali alle pareti con squadrette metalliche. Ora è possibile tagliare a lunghezza le ante prefinite e incollare alla loro estremità la traversa terminale.

Cosa serve per realizzare armadi per mansarde:
Per il telaio di un armadio a 4 ante: 7 montanti sezione 40×60 mm; 1 traversa orizzontale di sommità stessa sezione; 1 traversa orizzontale di base sezione 40×100 mm.

Per il cassonetto superiore: 2 pannelli di MDF spesso 15 mm; 4 faretti alogeni ad incasso con trasformatore e interruttore di accensione.

Per la chiusura: 4 ante a persianetta prefinite; 8 cerniere a molla; 4 scrocchetti magnetici; 4 pomoli in legno tornito.

Per l’interno: 5 montanti metallici a scaletta; reggimensola metallici di varie lunghezze; ripiani in nobilitato spesso 20 mm; laminato in nastro termoadesivo per i bordi dei ripiani.

Armadi per mansarde con faretti alogeni

I faretti alogeni, incassati, orientabili o a bassa tensione, hanno notevoli vantaggi, si installano facilmente all’interno di un cassonetto e, proprio per la bassa tensione con cui sono alimentati, funzionano in tutta sicurezza producendo un calore limitato. Sul pannello orizzontale del cassonetto, con trapano munito di sega a tazza, pratichiamo tanti fori quanti sono i faretti da installare; in ogni foro, dalla parte superiore, inseriamo il portalampade che, a seconda dei modelli, si blocca con clips metalliche o con corte viti autofilettanti. Dalla parte esterna si applicano la parabola orientabile, la lampadina e il vetro di protezione. All’interno del cassonetto alloggiamo il trasformatore di alimentazione a cui colleghiamo in parallelo tutti i faretti, effettuando le connessioni con i moderni morsetti a cappuccio. L’interruttore di comando, posto all’esterno in posizione comoda, è installato a monte del trasformatore poiché, in caso contrario, consumerebbe energia elettrica anche a faretti spenti.

Montare il telaio

  1. il montaggio del telaio non richiede incastri: sono sufficienti due viti autofilettanti per ogni giunzione, che si serrano dopo aver forato solo il travetto che riceve la testa della vite.
  2. prima di rizzare e installare il telaio conviene fissare sul lato interno del montante le scalette metalliche che reggono le mensole ad altezza regolabile.
  3. il telaio, assemblato a pavimento, si alza in posizione e viene fissato alle pareti laterali per mezzo di squadrette metalliche.
  4. lo spazio laterale, tra l’anta e la parete, viene colmato con una tavola spessa 20 mm, disposta verticalmente e avvitata ai montanti.

Reggimensola con cerniere

  1. i bracci reggimensola, acquistati in diverse lunghezze, si adattano alla pendenza del tetto.
  2. sui montanti delle ante, con punta Forstner e trapano montato su colonna, pratichiamo i fori in cui inserire le cerniere a molla.
  3. allentando l’apposita vite regoliamo la sporgenza del braccio a molla, per ottenere la precisa battuta dell’anta sul telaio.

Baldacchino fai da te

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Grandi spazi sopra e sotto il letto possono essere intelligentemente utilizzati chiudendo il baldacchino con antine persianate

In quest’articolo viene esaminata la costruzione di un baldacchino dall’estetica sobria ed elegante. Soppalchi, letti a ponte, grandi cassetti o sportelli, offrono soluzioni per sfruttare lo spazio sottostante il letto, molto più raro è imbattersi in qualche suggerimento per utilizzarne lo spazio soprastante, a meno che non si tratti di realizzare un tradizionalissimo letto a castello. Talvolta capita che a qualche arredatore di interni venga in mente di rispolverare l’idea dell’accogliente alcova insita nel letto a baldacchino, ma finora nessuno aveva pensato di utilizzarla anche come funzionalissima soluzione salvaspazio. Questo letto riempie tutto lo spazio in altezza disponibile nella stanza, sfruttandolo, oltre che per il giaciglio, anche per due ampi ripostigli in cui riporre materiale ingombrante d’ogni genere. Naturalmente, per potervi accedere con una discreta facilità, entrambi i ripostigli (e in particolar modo quello superiore, che si raggiunge con una scaletta) devono avere una buona altezza (non necessariamente tanto da permetterci di entrarci accucciati, ma quasi) ed essere chiusi con un sistema che permetta l’apertura dell’intero varco.

Antine a coppia
Poiché due sole ante larghe ottanta-novanta centimetri non sono funzionali e, per giunta, con la grande leva che esercitano sulle articolazioni, rischiano alla lunga di svergolarsi, risolviamo la questione con due coppie di antine snodate a libro e sospese, ciascuna in un solo punto, a un binario di scorrimento. In questo modo, tra l’altro, né il pavimento né il piano del restano ingombri da listelli di battuta o altri elementi che sarebbero solo d’impaccio quando vogliamo riporre o prendere qualcosa. Il binario di scorrimento del ripostiglio inferiore viene avvitato contro i longheroni e le traverse che sostengono il pianale del letto; quello del ripostiglio superiore ai montanti, per mezzo di squadrette o piastrine. Per ingentilire il letto basta evidenziarne la struttura con una tinta delicata, richiamare la tappezzeria anche nel soffitto del baldacchino ed, eventualmente, applicare tutt’attorno al letto una soffice tenda.

Cosa occorre per realizzare il letto a baldacchino:
Travetti 80×80 mm: 4 montanti;
travetti 40×50 mm: 4 longheroni e 4 traverse;
tavole massello spesse 25 mm per entrambi i piani e per la mensola;
binario scorrimento: 4 longheroni e 2 traverse;
antine persianate;
1 carrello di ruotine per ogni coppia di ante;
4 cerniere per ogni coppia di ante;
materiale di giunzione;
tappezzeria e materiale di finitura.

Baldacchino fai da te – Il progetto

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 Incastri a tenone e mortasa

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  1. l’incastro a tenone e mortasa è il più adatto a sostenere forti sollecitazioni di peso. Un velo di colla vinilica stesa sul tenone prima del suo inserimento rende la giunzione ancora più salda.
  2. di solito il tenone ha una sezione pari ad un terzo del montante nel quale si inserisce; per questo l’incastro si chiama anche ad un terzo di legno.
  3. le cerniere che articolano le due ante vanno applicate in maniera simmetricamente opposta a quelle che le collegano ai montanti.

Binario sotto la traversa

baldacchino,

Il binario va fissato sulla traversa del letto dopo averci fatto entrare, dalle estremità, il carrello a ruotine. Si fissa con alcune viti curando la solidità dell’ancoraggio perché le antine sono appese (sul pavimento non c’è un analogo binario di scorrimento).

Carrello libero

baldacchino,

Il carrello di sospensione delle ante al binario di scorrimento deve essere libero di ruotare sul piano orizzontale in modo da permettere l’apertura in fuori delle ante stesse.

Apertura totale

baldacchino,

Lo snodo a libro delle antine persianate apre per intero il varco al mobile-ripostiglio, consentendo massima facilità di accesso allo spazio ampio, ma basso, che c’è sotto il letto.

Mosquito Nets 4 U Zanzariera per Letto Matrimoniale King Size a 4 Angoli a baldacchino, Nera

  • Crea eleganza nella vostra camera da letto – Questo bellissimo letto a baldacchino canopy da casa e più Store creare il calore ed eleganza nella vostra camera da letto. Il morbido nero puro rete crea quel look mozzafiato che desiderate

  • Romantico letto Restyling per meno – la parte migliore è che non vi serve una costosa baldacchino per avere il letto dei vostri sogni. Basta appendere il letto a baldacchino sopra il letto e si dispone di un letto a baldacchino immediatamente.

  • Camera da letto trasformata in pochi minuti – il baldacchino canopy viene fornito con quattro ganci e tappi. e 'davvero facile da appendere. Basta inserire la ganci nel soffitto sopra i quattro angoli del letto, poi prendere il loop di letto a baldacchino e appendere sopra il gancio. Lavoro fatto. La rete può essere lasciato a cadere e il letto o il baldacchino di copertura può essere legato al angoli con fermatende (incluse)

  • Può essere utilizzato per proteggere contro punture di insetti – nonché trasformare la stanza da letto, questo baldacchino può essere utilizzato per protezione contro insetti. I fori sono abbastanza piccolo da tenere gli insetti fuori e abbastanza grande per la circolazione dell' aria

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  • ARIA FRESCA E DESIGN A BALDACCHINO: La zanzariera da letto singolo e matrimoniale tectake è pensata per una ventilazione ottimale. Le 4 aperture sovrapposte permettono un accesso pratico e possono essere raccolte con i lacci inclusi, creando una tenda letto elegante. Una zanzariera a baldacchino funzionale e bella da vedere.
  • INSTALLAZIONE FACILE SU LETTI DI OGNI DIMENSIONE: Il montaggio è semplice grazie ai ganci e tasselli inclusi. Puoi usare questa zanzariera baldacchino matrimoniale su qualsiasi letto: letto 1 piazza e mezza, letti singoli o letti matrimoniali. I 4 angoli con occhielli offrono un fissaggio sicuro. Una zanzariera letto elegante e sicura.
  • VERSATILITÀ PER INTERNI E CAMPEGGIO: Grazie alle sue dimensioni generose (220x220x210 cm), questa zanzariera per letto si adatta a ogni ambiente: perfetta come zanzariera per la cameretta, come zanzariera letto singolo, o per il letto matrimoniale bianco . Una rete zanzare leggera e pieghevole ideale per ogni esigenza.
  • MATERIALE LEGGERO, LAVABILE E RESISTENTE: Realizzata al 100% in poliestere, questa zanzariera a baldacchino è leggera (solo 0,6 kg), lavabile a mano a 30 °C e adatta all’asciugatura all’aria. Non usare sbiancanti. Ideale come zanzariera letto, questa zanzariera, è una protezione efficace contro le zanzare per ogni stagione e ambiente.
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  • adatta per letto matrimoniale / a due piazze

Mobile bagno fai da te | Guida completa alla costruzione

Ecco un mobile bagno fai da te che da solo arreda l’intera stanza!

Ecco un mobile bagno fai da te capiente e dall’interessante profilo articolato, offre sostegno al lavabo e ampio spazio in cui riporre, sia fuori vista sia in bella mostra, ogni genere di materiale utile in bagno. La struttura costruttiva si compone di un corpo centrale maggiore e tre più tre corpi simmetrici laterali con ingombro a scalare: per ogni lato uno a sezione di trapezio, uno squadrato e uno a sezione di triangolo. I sette corpi, costruiti separatamente e giuntati con viti dall’interno attraverso i fianchi, appoggiano su un sostegno chiuso e sono completati in alto con un piano sagomato, che regge il lavabo.

I corpi laterali del mobile bagno fai da te

Quelli estremi sono a giorno con tre ripiani triangolari fissi, gli altri montano antine persianate da mobili (con lamelle che non lasciano filtrare né luce né polvere, disponibili in commercio già pronte, ma da portare a misura) e sono articolati internamente a ripiani regolabili in altezza, a cassetti, a scomparto intero.

Adattamento per il mobile fai da te te per bagno

Il mobile bagno fai da te completo ha un certo ingombro, che potrebbe non trovare spazio in ogni bagno, ma il suo schema costruttivo si presta a ogni sorta di adattamenti, anche asimmetrici, con l’eventuale eliminazione di qualche corpo o con la modifica di alcune misure e, conseguentemente, degli angoli fuori squadra (qui di 47 e 133° negli elementi a trapezio, di 30 e 60° in quelli a triangolo) e delle larghezze delle ante. I singoli corpi sono composti, ciascuno, da fianchi che chiudono fra loro il fondo e il tetto più un dorso sottile inserito in una gola. Fanno eccezione i due estremi che, per ragioni di solidità, montano un dorso spesso come gli altri pezzi.

Mobile bagno fai da te – Il progetto

progetto mobile per bagno

Cosa occore per realizzare il mobile bagno fai da te:

  • MDF spesso 19 mm: 4 pezzi (1) fra fianchi corpo squadrato centrale e fianchi maggiori corpi a trapezio 760×580 mm, 2 fianchi minori (2) corpi a trapezio 760×284 mm, 6 pezzi (3) fra fianchi corpi squadrati minori e fianchi corpi a triangolo estremi 760×265 mm, 2 dorsi (4) corpi a triangolo estremi 760×141 mm, 1+1 fondo e tetto maggiori (5) 565×462 mm, 2+2 fondi e tetti trapezoidali (6) 546×277 mm, 2+2 fondi e tetti minori (7) 262×250 mm, 2+2+4 fondi, tetti e ripiani triangolari (8) 235×125 mm, 4 ripiani trapezoidali (9) 535×275 mm, 4 ripiani squadrati (10) 260×240 mm, 3 frontalini cassetti (11) 200×120 mm, 6 fianchi cassetti (12) 250×120 mm, 3 dorsi cassetti (13) 200×105 mm, 1+2+2+2 zoccoli (14, 15, 16, 17) 500/460/319/280×80 mm.
  • Multistrato spesso 19 mm: 1+1+6 elementi piede (18, 19, 20) 1945/1745/148×80 mm.
  • Compensato spesso 5 mm: 1+2+2 dorsi (21, 22, 23) 750×482/297/ 282 mm.
  • Masonite bianca spessa 3,2 mm: 3 fondi cassetti (24) 240×220 mm.
  • Persiane da mobili: 5 elementi alti 750 mm da adattare in larghezza, uno 494, due a 394 e due a 294 mm.
  • Ferramenta: viti da truciolare 3,5×35 mm e 3×16 mm, 32 piolini reggipiani, 3 coppie di guide a rotelle per cassetti da 250 mm, 10 cerniere a scatto per chiusura a battuta esterna, 5 maniglie.
  • Varie: pastiglie lamello, colla a prova d’acqua, fondo e smalto.
  • 1 piastra di copertura 600×2090 mm di marmo, graniglia, legno speciale o altro materiale da piani di lavoro.

Mobile bagno fai da te – Corpi laterali a trapezio e triangolo

fresare legno per mobile bagno

  1. il sistema più semplice e preciso per determinare l’angolazione con cui bisellare le coste in vista dei fianchi e del dorso nei corpi con sezione fuori squadra è quello di misurarle dai fondi o dai tetti già tagliati a trapezio e triangolo.
  2. fatta eccezione per i corpi estremi, la scanalatura che accoglie il dorso (profonda 10 mm, distante dal bordo altrettanto e larga 5) va aperta sulla faccia interna dei fianchi (che per i corpi trapezoidali corrisponde al vertice acuto nel minore, all’ottuso nel maggiore).
  3. per montare piani interni regolabili in altezza occorre preparare, all’interno di ciascun fianco interessato, due serie di fori a interdistanze regolari per i piolini reggipiano. La pratica guida disponibile in commercio ha buchi con distanze standard da centro a centro di 32 mm. Per avvitare con efficacia occorre far passare la vite liberamente nel primo pezzo che attraversa e farla mordere solo nel secondo, così che possa tirare. L’effetto può essere ottenuto con viti e punte speciali molto costose o, più economicamente, con prefori a diametri differenziati.

Mobile bagno fai da te – Piede e foro per il lavabo

fresatrice verticale per legno

  1. il mobile bagno fai da te appoggia su un piede di sostegno che, con lo zoccolo anteriore, ne segue il perimetro frastagliato, in posizione rientrata di pochi centimetri. Affinché le giunzioni fra i pezzi in vista risultino tenaci, in corrispondenza di ogni angolo entrambi gli elementi di zoccolo interessati sono troncati fuori squadra (precisamente con un angolo pari alla metà di quello del mobile in quel punto) e uniti con pastiglie a lamello.
  2. se il lavabo da montare ha forma circolare, per aprire nel tetto centrale il relativo foro si può ricorrere alla fresatrice equipaggiata con guida a compasso, affondando nel legno in più passate. Con profili d’altra forma, per fresare (ottenendo quindi contorni già rifiniti) ci vuole un copiatore. In tutti i casi vanno benissimo anche il seghetto alternativo e un cilindro abrasivo da montare sul trapano.

Mobile bagno fai da te – Zoccolo rinforzato

mobile bagno in mdf
Per consentire al mobile di scaricare il peso su una superficie maggiore che non il semplice perimetro, il piede è formato, nella parte posteriore, da due longheroni di diversa lunghezza (e il maggiore troncato fuori squadra come i dorsi dei corpi a triangolo) collegati assieme da una serie di traverse. La struttura nascosta (dimensionata in maniera tale da risultare a filo dei dorsi e quindi rientrata rispetto alle ali estreme dello zoccolo) è unita per avvitatura, lo zoccolo è applicato con sola colla o anche con corte viti dall’interno.

Mobile bagno fai da te – Antine prefabbricate tagliate a misura

antine prefabbricate

A meno di ridisegnare il mobile prendendo come misure di partenza le larghezze delle persiane da mobili disponibili in commercio (il che potrebbe tradursi in una struttura con forma e ingombro più oppure meno funzionali di questa, secondo le dimensioni del bagno e le esigenze di ciascuno), per avere ante con misura giusta bisogna o costruirle da zero o ridurre in larghezza quelle prefabbricate. L’adattamento richiede la troncatura delle lamelle (1) e il successivo intaglio del nuovo maschio con più passate di sega alla giusta profondità, il distacco degli scarti dal montante a colpi di mazzuolo (2), previo eventuale ammorbidimento della colla con acqua, e infine il rimontaggio (3) con adesivo e morsetti.

Mobile bagno fai da te – Cassetto senza maniglia

cassetto in legno fai da te

  1. all’interno di un mobile, l’ingombro di pomoli o maniglie costringe a utilizzare cassetti ridotti in lunghezza rispetto allo spazio disponibile. Per aggirare il problema e sfruttare tutta la profondità degli scomparti basta, però, adottare un altro sistema di presa, aprendo nei frontali dei cassetti un foro circolare, un’asola o un intaglio lungo il bordo superiore che consentano una presa alle dita. Trattandosi di cassetti interni, la costruzione può essere semplificata al massimo senza turbare l’estetica esterna.
  2. le scanalature che accolgono il fondo possono sfondare le estremità, risultando visibili davanti e il controfrontalino diventa superfluo.
  3. I pezzi, dimensionati in maniera tale che frontale e dorso siano chiusi tra i fianchi (il sistema più robusto) e il fondo venga inserito da dietro, sotto il dorso, si giuntano con pastiglie lamello, spine o viti e colla e si stringono in morsa con alcuni strettoi.
  4. per levigare l’intaglio d’impugnatura tagliato con il seghetto alternativo, il mezzo più efficace è il tamburo abrasivo montato sul trapano a colonna. Le guide a rotelle vanno acquistate prima della costruzione, per adattare le misure al loro ingombro.

Mobile bagno fai da te – Mecchia per cerniere

mecchia per cerniere
Ormai impiegate per quasi tutte le ante dei mobili, le cerniere a scatto vanno scelte in base al tipo di apertura (battuta esterna o interna, allineamento a filo, rientrato o parzialmente rientrato rispetto alla faccia interna del fianco). Tutte le versioni sono proposte con attacco a tazza (esistono anche i modelli a piastra esterna, ma sono meno belli e più ingombranti), che va alloggiato in un foro cilindrico cieco aperto nella faccia interna dell’anta. Per prepararlo si usa una mecchia o fresa speciale (si dicono mecchie le punte che tagliano anche lungo il perimetro esterno, lasciando il foro ben rifinito), lavorando con il supporto a colonna e il blocco della profondità.
13Casa - Hill E20 - Buffet. Dim: 80x35,3x85 h cm. Col: Bianco. Mat: Truciolare.
  • Dimensioni: 85 x 80 x 35,3 cm
  • Materiale: nobilitato
  • Colore: bianco
  • Stile: basic
ASPECT Aspetto Ashmore Bagno armadietto sottolavabo, Legno, Bianco
  • Sotto lavello armadietto. Dimensioni: 60 (L) x (D) X60 (H) cm.
  • Top con uno spazio aperto e 2 ante scorrevoli per mantenere i vostri asciugamani, articoli da toeletta pulita e ordinata.
  • Materiale: MDF con finitura bianca liscia.
  • Ideale per le aree bagno.
  • Il mobile richiede il montaggio e viene fornito con assemblaggio hardware.