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Ripiani fai da te in vetro

Pratiche mensole realizzate con tondini di ramin sostengono ripiani fai da te in vetro molato

ripiani fai da te, mensole fai da te, ripiani in vetro, mensole in vetro, installare ripiani, installare mensolePer fissare a parete ripiani fai da te in vetro molato, dobbiamo realizzare tre mensole ricavandole da tondini di legno opportunamente scanalati, che vengono dotati di tasselli mensola. Occorre precisione nell’effettuare le scanalature, i fori nel muro e nei tondini. Questi ultimi devono essere più piccoli dell’anima esagonale del tassello a scomparsa in modo che si incastri nel legno e non ruoti con il peso delle lastre di vetro. Per praticare le scanalature nei tondini con la fresatrice bisogna costruire anche un piccolo telaio rettangolare che blocchi il pezzo da fresare offrendo una superficie piana su cui fare scorrere la guida della fresatrice.

Cosa serve per realizzare i ripiani fai da te in vetro:

  • 2 ripiani di vetro spessi 6 mm da 250×600 mm
  • 3 tondini di ramin Ø 70×200 mm
  • 3 tasselli mensola
  • Fresatrice con guida parallela
  • Trapano a colonna
  • Squadretta cercacentri
  • Matita

Come realizzare i ripiani fai da te

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  1. Tracciamo il centro di ciascun cilindro di legno. Utilissima in questi casi la squadretta cercacentri con la quale si tracciano due linee a 90° che si incontrano per l’appunto, al centro del disco.
  2. Con il trapano a colonna foriamo i cilindri. Il diametro della punta dev’essere 0,5 mm più piccolo di quello dell’anima del tassello a scomparsa in modo da poterlo incastrare solidamente.
  3. Per eseguire le scanalature con precisione, costruiamo una guida fatta con quattro tavolette larghe 70 mm inchiodate insieme. Lo spazio interno deve contenere i cilindri in modo che non si muovano.
  4. Montiamo i tasselli nel muro facendo molta attenzione all’allineamento e alla perpendicolarità delle aste. Due dei cilindri hanno una sola scanalatura mentre quello intermedio ne ha due.
  5. Se il montaggio dei cilindri è  preciso le lastre di vetro scivolano nelle scanalature senza difficoltà. Il tassello dev’essere ben stretto per evitare di ruotare quando si carica il ripiano.

La stondatura del cristallo

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Dopo aver fatto tagliare i piani di cristallo che ci occorrono, bisogna far rifinire i bordi perché non risultino taglienti. Può trattarsi di una semplice bisellatura con l’intento di “rompere” gli spigoli sia dal lato superiore, sia dal lato inferiore, oppure di una sagomatura più ricercata come l’arrotondamento semicircolare (che viene definito toro) o a quarto di cerchio (il mezzo toro). Per un lavoro perfetto l’ideale sarebbe utilizzare un buon cristallo al posto del vetro: la differenza tra i due materiali è determinata dalla presenza o meno di ossido di piombo, il cui impiego fa sì che la densità del vetro aumenti notevolmente e così pure l’indice di rifrazione, avvicinandolo alle proprietà ottiche del diamante.

Come erigere un muro di mattoni

Realizzare un muro di mattoni può sembrare cosa semplice, ma non è propriamente così…occorre pratica e grande precisione.

mattone e cementoPer costruire un muro di mattoni iniziamo con la realizzazione di un piccolo scavo entro il quale va disposta una rete di armatura o una serie di tondini di ferro per conferire rigidità alla gettata di partenza. Per un muro di mattoni imponente occorre racchiudere la fondazione in una cassaforma. I mattoni vanno sfalsati man mano che si sale, in modo da ottenere una maglia che dà rigidità alla struttura. Il primo “corso” è fondamentale e determina la buona riuscita del lavoro anche se l’allineamento e la planarità devono essere controllate con frequenza fino a fine lavoro. Non dimentichiamo che una differenza di 1 mm sulla fuga verticale tra un mattone e l’altro, su muro lungo quanto 15 mattoni porta a uno sbalzo finale di 1,5 cm, difficile da correggere. Lo stesso vale per l’allineamento e la verticalità, anche perché vanno mantenute fughe di circa 1 cm.

Cosa è utile sapere circa la realizzazione di un muro di mattoni:

  • è opportuno inumidire la superficie dei mattoni prima di porli in opera, specialmente se il tempo è molto secco.
  • Su ciascun mattone, prima della posa, va spalmata di malta la faccia piccola che va a contatto con quello già posato.

Nella realizzazione di un muro di mattoni andare dritti è fondamentale

tirare una lenza

Accostando alle lenze una livella a bolla è possibile tracciare, sulla base, la precisa linea lungo la quale stendere il primo cordone di impasto, destinato a ricevere il primo “corso” del muro di mattoni. La parte superiore della gettata all’interno della fondazione dev’essere ben livellata al terreno.

Come realizzare un muro di mattoni

fare un muro

  1. Se vogliamo una fila di mattoni interi, disponiamoli sul cordone di malta livellato, curando che la faccia esterna dei mattoni sfiori la lenza e giocando sullo spessore della malta nei collegamenti verticali.
  2. Alle due estremità del muretto piantiamo i picchetti rigorosamente in verticale. A essi leghiamo la lenza ben tesa a sfiorare lateralmente il primo “corso” di mattoni. La alziamo man mano che si sale.
  3. La malta va stesa sul “corso” di mattoni inferiore livellandola per bene con la cazzuola. Ogni mattone va appoggiato sullo strato deponendo un po’ di malta su un lato verticale e muovendolo di lato per assestarlo.
  4. Verificata la planarità e l’allineamento agli altri mattoni, la malta in eccesso che fuoriesce di lato va recuperata con la cazzuola e riutilizzata nell’impasto. Al termine di ogni fila, si sposta la lenza e si passa al corso successivo.

Rifinire le fughe

rifinire le fughe

Nella finitura faccia a vista l’omogeneità delle fughe è fondamentale come pure la pulizia dei mattoni dalle sbavature di malta. I mattoni devono essere strofinati con una spazzola di ferro o, comunque, a setole dure. Le fughe devono risultare tutte della stessa ampiezza e leggermente depresse rispetto alla superficie dei mattoni. Per conferire una forma concava e liscia si può utilizzare un ferro sottile o un tondino, eventualmente rivestiti di carta vetrata, passando prima tutte le fughe orizzontali, lunghe e lineari, poi quelle verticali a una a una.

Scopri quale le differenze tra i mattoni pieni e i mattoni forati

Tipi di caldaie

Una panoramica descrittiva sui differenti tipi di caldaie e sulle loro peculiarità

tipi di caldaie, tipi di caldaie per riscaldamento, caldaie a gasolio, caldaie a pellet, caldaie a legna, caldaie policombustibile, caldaie a gas, caldaie a condensazioneI differenti tipi di caldaie utilizzano combustibili diversi, ma il tipo più diffuso è quello a gas, metano o GPL. Questi tipi di caldaie si differenziano per il modo in cui prelevano l’aria necessaria alla combustione, che avviene nel bruciatore in seguito alla miscelazione con l’ossigeno presente nell’aria. Distinguiamo perciò caldaie a camera aperta, a camera stagna, a condensazione. La caldaia a camera aperta preleva l’aria direttamente dall’ambiente, scarica i fumi per tiraggio naturale attraverso una canna fumaria che li convoglia all’esterno attraverso un camino e va per legge collocata all’esterno o in un locale provvisto di apertura di ventilazione. Nel tipo a camera stagna la fiamma è totalmente isolata dall’ambiente e l’aria viene prelevata dall’esterno attraverso un tubo coassiale che espelle anche l’aria inquinata interna. Il tiraggio è di tipo forzato e può essere installata all’interno, anche in bagno o in camera da letto.

Cosa occorre sapere circa i differenti tipi di caldaie:

  • Le caldaie a camera stagna hanno un costo maggiore rispetto a quella a camera aperta, ma hanno il vantaggio di essere isolate dall’ambiente in cui vengono inserite.
  • Nella scelta della caldaia valutiamo se questa servirà solo per il riscaldamento o anche per la produzione di acqua calda. In quest’ultimo caso dobbiamo ricorrere a un apparecchio combinato (o misto) a produzione istantanea o con accumulo. Il primo tipo entra in azione aprendo il rubinetto dell’acqua, il secondo necessita di un serbatoio. 

Elenco dei tipi di caldaie

  • Caldaie a gasolio
  • Caldaie a pellet
  • Caldaie a legna
  • Caldaie a policombustibile
  • Caldaie a gas a condensazione

Caldaie a gasolio

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Quelle moderne sono ben isolate, hanno superfici di scambio di ghisa, ampie intercapedini che impediscono la formazione di depositi e la trasmissione dei rumori di flusso.

Caldaie a pellet

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Le caldaie a pellet bruciano cilindretti di origine vegetale e hanno un’elevata resa termica. I modelli con evacuazione forzata dei fumi non necessitano di canna fumaria (al contrario delle stufe a pellet che non possono essere installate senza una canna fumaria ) e possono essere posizionati con più libertà.

Caldaie a legna

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Le caldaie a legna sfruttano la combustione della legna in modo più complesso e più efficiente di una normale stufa. La legna richiede spazio, sporca di più, ma rimane il combustibile migliore nelle zone molto fredde.

Caldaie a policombustibile

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Le caldaie a policombustibile possono bruciare una gran varietà di combustibili naturali come legna, cereali, cippato, trucioli, pellet, nocciole ecc. Alcune dispongono inoltre di un bruciatore a gasolio.

Caldaie a gas a condensazione

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Questo tipo di caldaia solitamente è alimentata a metano, può funzionare anche a GPL, ma è meno conveniente perché fa più fatica a condensare. Il vapore prodotto dalla combustione, anziché venire espulso dalla canna fumaria (a circa 110 °C) viene condensato e si recupera calore, mentre in una normale caldaia questo non avviene e si utilizza solo il potere calorifico di combustione. Non si evacuano più fumi, ma un liquido sotto forma di condensa a una temperatura di circa 50 °C che necessita di un tubo per lo scarico. Costa più di una normale caldaia, ma con gli incentivi il costo diventa equivalente. Inoltre, la caldaia può avere una potenza in kW inferiore del 15% e il consumo si riduce del 25-40%. Può essere affiancata a un impianto solare per acqua calda sanitaria e comportare un ulteriore risparmio del 25-30%. La verifica annuale è obbligatoria.

Prezzi caldaie

I prezzi delle caldaie possono variare di molto, in funzione della tipologie ma soprattutto della “potenza” erogata. In linea generale possiamo affermare che i prezzi caldaie possono suddividersi n questo modo:

  • Prezzi caldaie a gasolio: da 800 a 3000 euro
  • Prezzi caldaie a pellet: da 900 a 6000 euro
  • Prezzi caldaie a legna: da 1500 a 5000 euro
  • Prezzi caldaie a policombustibile: da 3000 a 11000 euro
  • Prezzi caldaie a gas a condensazione: da 350 a 3000 euro

 

Portaceri fai da te

Il riciclo creativo di una vecchia ruota da carro trasformata in un originale portaceri fai da te

portaceri fai da te, portaceri, portacandele fai da te, portaceri, ruota da carro, riciclo creativoLe carriole di una volta, fatte interamente di legno, avevano ruote con battistrada metallico che, in genere, sopravvivevano alla carriola stessa. Con pochi euro ce ne possiamo procurare una, magari girando per cascine oppure rovistando fra le cianfrusaglie di un robivecchi, o ancora, sui banchetti di un mercatino.

Una ruota di questo tipo può diventare un rustico portaceri fai da te per illuminare una veranda durante le serate estive. L’unico nemico, da debellare completamente, può essere il tarlo, ma, in genere, sono sufficienti una buona pulizia della superficie e un’efficace carteggiatura.

Eventuali crepe o piccole mancanze possono essere riprese con stucco da legno. Dopo questo restauro iniziale la ruota può essere trattata con un fondo antitarlo e, successivamente, con smalti acrilici in vari colori.

Cosa occorre sapere circa il portaceri fai da te:
La ruota di una carriola (e ancor più quella di un carro) hanno un notevole peso: accertiamoci che il sistema di sospensione a soffitto sia adeguato.

Cosa serve per realizzare il portaceri fai da te:

  • Una vecchia ruota di carriola o carro, in legno
  • Viti per legno con occhiolo
  • Tre gancetti a S
  • Catenella metallica, ceri
  • Fondo turapori
  • Smalti acrilici all’acqua
  • Carta vetrata
  • Pennelli

Come realizzare il portaceri

  1. Levighiamo e puliamo le superfici con carta vetrata in modo da asportare lo sporco, le incrostazioni e le scaglie di vernice che si stanno per staccare. Diamo una passata anche alle parti metalliche.
  2. Trattiamo il legno con un prodotto antitarlo che abbia anche la funzione di fondo turapori. Stendiamolo abbondantemente a pennello, cercando di farlo penetrare in ogni fessura del legno.
  3. Le parti metalliche vanno protette con vernice antiruggine prima di ogni altra pittura di finitura. Possiamo anche utilizzare una pittura antichizzante in gel che contiene un componente antiruggine.
  4. Applichiamo una prima mano di smalto acrilico sulla circonferenza in legno. Scegliamo un colore allegro, contrastante con quello che utilizzeremo per smaltare i raggi della ruota.Completiamo la smaltatura trattando i raggi e rifiniamo le parti metalliche. Quando tutto è asciutto si avvitano le tre viti a occhiolo che si collegano alle catenelle per la sospensione.

Il giusto colore

Quando vogliamo ottenere l’abbinamento o, quanto meno, cogliere la nuance della nostra creazione con altri elementi dal colore deciso che si trovano nell’ambiente, può essere difficile scegliere la tonalità giusta guardando i colori  in negozio. In alternativa possiamo acquistare i colori fondamentali e destreggiarci mescolandoli opportunamente. Non è impresa facile al primo approccio, ma dà molta soddisfazione in quanto apre a impensabili opzioni creative e ci consente di sviluppare il nostro senso estetico.

Tavolo con cavalletti fai da te

Ecco come costruire un simpatico tavolo con cavalletti in legno pieghevoli

Un pannello di legno e una coppia di gambe per tavoli costituiscono gli elementi classici di un tavolo con cavalletti fai da te: utilizziamo questa struttura essenziale per ottenere una scrivania elegante, che si monta e si smonta velocemente e occupa pochissimo spazio in profondità.

La trasformazione è tanto semplice quanto efficace, basta sagomare il perimetro squadrato del pannello per dargli un profilo più sinuoso e arricchire le gambe sottili dei cavalletti con fregi ricavati da un foglio di compensato leggero. Mantenendo l’aspetto naturale del legno esaltiamo la semplicità del tavolo con cavalletti, sulla quale effettuiamo una decorazione a tampone con tinte forti.

Cosa serve per realizzare il tavolo con cavalletti fai da te:

  • Compensato di pioppo da 15 mm e da 4 mm
  • Due cavalletti pieghevoli
  • Spugnetta decorativa
  • Impregnante
  • Smalto acrilico
  • Spray protettivo trasparente

In alternativa alla spugnetta possiamo utilizzare decorazioni adesive, la superficie va poi protetta con vernice vetrificante.

Come realizzare il tavolo con cavalletti fai da te

  1. Su un cartoncino disegniamo i due profili da applicare sulle gambe e sui traversi dei cavalletti: ci servono come dima per ottenere elementi tutti uguali (8+8). Ritagliamo le sagome e riportiamole sul foglio di compensato.
  2. La lama sottile dell’archetto da traforo elettrico permette di seguire con buona precisione il profilo sinuoso disegnato con il curvilineo solo su uno dei lati lunghi delle strisce, larghe quanto basta a ricoprire interamente le gambe e i traversi.
  3. Eliminiamo tutte le asperità prodotte dal taglio con una passata di carta vetrata fine (N° 240-280) ripiegata per praticità su una striscia di legno. Passiamola anche sugli spigoli del profilo per smussarli leggermente.
  4. Stendiamo una mano di impregnante protettivo sulle strisce e sui cavalletti, lasciamo asciugare, tamponiamo con la spugnetta decorativa intrisa in un colore acrilico e incolliamo le strisce a filo interno sulle gambe, con colla vinilica.
  5. Lungo il perimetro del pannello che costituirà il piano di lavoro tracciamo una sagomatura curva molto leggera, in modo da eliminare poco legno e non ridurre la superficie disponibile. Seguiamo la tracciatura con il seghetto alternativo.
  6. La lisciatura del bordo richiede una pazienza maggiore, dato lo spessore del pannello. Anche in questo caso stondiamo leggermente gli spigoli del profilo, poi passiamo alla finitura con lo stesso sistema utilizzato per i cavalletti.

Decorazioni a timbro

Le spugnette sagomate si trovano nei negozi di colori e decorazioni, con varie forme, vanno appoggiate su un velo di colore steso su una tavoletta e utilizzate per tamponare la superficie (1). Quando il colore è asciutto proteggiamo tutta la superficie con protettivo trasparente (2). Per dare l’impregnante su entrambe le facce delle strisce senza aspettare l’asciugatura possiamo piantare alcuni chiodini su un tacco di legno o degli stecchi su polistirolo e su questi sostegni appoggiare le strisce.

 

Chiavi a bussola – Tipologie e utilizzi

Un set di chiavi a bussola è indispensabile all’interno laboratorio: analizziamone le caratteristiche

Contrariamente alle chiavi esagonali piane, che richiedono un ampio spazio attorno per poter smuovere il bullone, le chiavi a bussola permettono di agire in uno spazio di poco superiore a quello occupato dalla testa esagonale. Le bussole possono essere fisse, quando sono tutt’uno con l’impugnatura, o intercambiabili, nel qual caso una sola impugnatura può supportare un’intera serie di bussole e di estensioni per affrontare ogni situazione. Di grande utilità è l’abbinamento delle bussole a un cricchetto che permette, una volta afferrata la testa esagonale, di effettuare l’intera operazione di avvitamento o svitamento senza più togliere l’attrezzo.

Cosa bisogna sapere

  • La chiave a bussola fissa può essere del tipo “a pipa” o “a tubo”. Le prime sono molto simili alle chiavi a brugola, sagomate a 90° con le estremità che ospitano due bussole della stessa misura per agire in profondità o con una forte leva. L’impugnatura delle chiavi a tubo è a T, fissa o mobile; quest’ultima può scorrere di lato in una sede cilindrica per disporre di una potente leva. La bussola esagonale può essere in asse con lo stelo o provvista di uno snodo, come quella per le candele di accensione.
  • Una sola asta-impugnatura può essere inserita su una serie di tubi, ciascuno dei quali riporta due sedi esagonali diverse alle estremità e due inserti per l’asta, per essere utilizzato da entrambi i lati.

Gli utilizzi

Posizioni scomode: quando il serraggio non è in vista e bisogna agire “a tatto” per inserire la chiave, il cricchetto ci permette di farlo una sola volta, senza mettere e togliere la chiave ogni mezzo giro.

Dadi incassati: spesso ci troviamo a dover allentare dadi incassati sotto filo piano, impossibili da afferrare con le chiavi piane. A seconda della profondità a cui si trovano si utilizzano chiavi a tubo o a bussola.

Dinamometrica: è una sorta di chiave a cricchetto a serraggio controllato in cui, impostando la coppia, si ottiene una forza di torsione calibrata su più bulloni. Indispensabile per i serraggi delle teste dei motori.

Innesto a bit: talvolta è possibile montare le bussole anche sul mandrino del trapano, se dispongono del necessario attacco esagonale. Quelle tradizionali possiamo montarle tramite uno specifico adattatore.

Estensioni: possiamo montare le bussole direttamente sul quadrello del cricchetto o interporre tra questi due un’estensione, rigida o a snodo, di varia lunghezza, per agire su dadi in posizione seminascosta.

Funzione cacciavite: un adattatore molto utile è quello che permette di utilizzare il cricchetto con i bit per avvitatura. Nel serraggio, teniamo conto della forte leva ed evitiamo di stringere troppo le viti.

Chiavi a bussola con avvitatore pneumatico

L’avvitatore “a impulsi” è uno degli accessori disponibili per l’utilizzo in abbinamento a un compressore. Le bussole vengono inserite su un attacco quadro, ma non si possono utilizzare quelle tradizionali in quanto devono essere di tipo molto robusto, dedicate all’utilizzo con questo accessorio. Infatti, la rotazione è effettuata da una massa battente che sviluppa una forza di torsione elevata, anche se regolabile, e sollecita molto bussole e innesti.

Chiavi a bussola prezzi

I set chiavi a bussola come quelli di Stanley Fatmax o di Famex hanno prezzi variabili da alcune decine di euro per i modelli hobbistici siano ad oltre 500 euro per i modelli professionali. Per il nostro laboratorio è sufficiente una buona dotazione semi-professionale, per la quale solitamente si spende corca 100-150 euro.

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  • Il contenuto di questa valigetta: un cricchetto di commutazione 6,3 mm a 72 denti; una prolunga di 50 m; una maniglia avvitabile; una leva a T con attacco scorrevole; tredici replacei a bussola da 4 a 14 mm; sette brugole da 1,27 fino a 5 mm; un avvitatore con testa a gancio; un adattatore per punte da 6,3 mm; quattro punte lunghe da 50 mm; cento punte di diverso tipo
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  • adattatore 1/4" (M) x 3/8" (F) chiave per candele (16mm - lunghezza 65mm) - adattatore 1/4" quadrato a 1/4" esagonale (per le punte) - sollevatore telescopico magnetico asta magnetica, magnete telescopico estendibile da 13-64cm
  • Informazioni tecniche: Adattatore di presa: (1/4") & (3/8") - Per le seguenti misure metriche con (1/4") : 4, 4,5, 5,5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13mm - Per le seguenti misure metriche con (3/8") : 14, 15, 16, 17, 18, 19mm - Bit da 1/4" x 25mm (L) in acciaio S2 con le seguenti misure: -Torx: T10, T15, T20, T25, T27, T30 - Slot: SL3, SL4, SL5, SL6, SL7 - Cross: PH0, PH1, PH2, PH3, PZ0, PZ1, PZ2, PZ3 - Hex: H2, H3, H4, H5, H6
  • FATTI: speciale profilo Gear-Lock - utilizzabile per misure esagonali, esagonali, profilo E, Torx, metriche e in pollici - durezza e coppia secondo le norme DIN - eccellente funzione di cricchetto, scorrevolezza, 72 denti reali, qualità robusta con lunga durata - la forma speciale delle bussole permette di allentare un dado o una vite anche se l'attacco della testa del dado / vite è consumato in una certa misura Bussole in acciaio al cromo vanadio - punte in acciaio S2
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  • Attacco misto 1/4" e 1/2"
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  • 1 quadro con impugnatura. 2 prolunghe 75-150 mm. 1 prolunga flessibile 150 mm. 1 snodo universale . 1 bussola porta inserti .1 cricchetto .4 punte (std 4,5-6 mm, Pozi 1-2). 7 chiavi a brugola (1,5-2-2,5-3-4-5-6 mm). 11 bussole esagonali (4-5-5,5-6-7-8-9-10-11-12-13 mm). 3 inserti a bussola esagonali 4-5-6 mm. 2 inserti a bussola std 4-5,5 mm. 3 inserti a bussola Phillips 1-2-3. 3 inserti a bussola Pozi 1-2-3. Valigetta in materiale sintetico
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  • Set 97 pezzi chiavi a bussola ed accessori
  • attacco misto 1/4" - 1/2"
  • in valigetta
  • Contenuto: Attacco 1/2"; cricchetto con impugnatura bi-material; 16 chiavi a bussola esagonali mm 10 - 11- 12 - 13 - 14 - 15 - 16 - 17 - 18 - 19 - 21 - 22 - 24 - 27 - 30 - 32 - 1 snodo universale - 4 bussole esagonali lunghe mm 14 - 15 - 17 - 19 - 2 bussole per candele mm 16 e 21 - 1 prolunga mm 250 - 1 quadro scorrevole - 1 prolunga mm 125 -1 porta inserti - Attacco 1/4": 1 cricchetto con impugnatura bi-material - 14 chiavi a bussola esagonali mm 3,5 - 4 - 4,5 - 5 - 5,5 - 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14 - 8 chiavi a bussola esagonali lunghe mm 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12 - 13 - 1 prolunga mm 100 - 1 snodo cardanico, 1 quadro scorrevole 100 mm - 1 porta inserti - 1 quadro maschio con impugnatura - 26 inserti 25 mm punta esagonale mm 3 - 4 - 5 - 6 , punta a taglio standard mm 4 - 4,5 - 5 - 5,5 - 6 - 6,5 - 8 - punta Phillips 1 e 2 - punta Pozidriv 1 e 2 - punta Torx T10 - T15 - T20 - T25 - T30 - T40 - punta Torx Tamper T10 - T15 - T20 -T25 - T30 - Attacco 5716": 15 inserti mm 25 punta esagonale mm 8 - 10 - 12 - 14 - punta a taglio standard mm 8 - 10 - 12 - punta Phillips 3 -e 4 - punta Pozidriv 3 e 4 - Punta Torx T45 - T50 - T55 - T60

Lampada fai da te

Ecco come realizzare un’originalissima lampada fai da te utilizzando materiali di recupero

lampada fai da te, abat-jour fai da te, lampada polistirolo, lampada creativa, lampada designCon i fiocchi di polistirolo utilizzati per gli imballaggi e una piccola damigiana dalla grande apertura, possiamo realizzare una lampada fai da te unica nel suo genere spendendo poco o nulla.

L’unico passaggio che richiede attenzione riguarda l’apertura del foro nel vetro per il passaggio del cavo elettrico, in quanto non possiamo montare il trapano su colonna e dobbiamo forare una superficie un po’curva: serve qualche precauzione data la fragilità del materiale. Il tappo di plastica che si incastra sulla bocca della damigiana è abbastanza robusto da mantenere stabili sia il portalampada sia il paralume.

Per tagliarlo ci basta un cutter, dopo aver riportato la circonferenza del portalampada sulla faccia inferiore, effettuando poi il taglio un poco più interno della tracciatura. Se abbiamo difficoltà a forare il vetro, possiamo far uscire il cavo attraverso una feritoia aperta nel tappo.

Da sapere
Non avendo la lampada componenti metallici, per i collegamenti elettrici possiamo utilizzare un cavo bipolare, la messa a terra non è necessaria.

Cosa serve per realizzare la lampada fai da te:

  •  Una piccola damigiana tondeggiante con bocca larga e coperchio di plastica
  • Fiocchi di polistirolo da imballaggio
  • Paralume, portalampada completo di cavo
  • Lampadina
  • Cutter, pennello, colla a contatto per polistirolo

Il progetto della lampada fai da te

Come realizzare la lampada fai da te

  1. Di lato, vicino alla base della damigiana, dobbiamo forare il vetro per far passare il cavo. Applichiamo due pezzi di nastro di carta per non far scivolare la punta.
  2. Per forare il vetro si usa una punta a lancia di diametro appena superiore a quello del cavo. Dobbiamo usare il trapano a bassa velocità e senza premere troppo.
  3. Facciamo passare il cavo nel foro, valutiamo la giusta lunghezza e rimuoviamo alcuni centimetri di guaina alle estremità, quindi spelliamo i conduttori.
  4. Foriamo al centro il tappo, quanto basta per farvi entrare il portalampada, poi fissiamolo avvitando la ghiera. In seguito realizzeremo i collegamenti elettrici.
  5. Anche se la damigiana sarà interamente rivestita, dobbiamo stendere un colore per togliere la trasparenza al vetro e impedire che attraverso le fessure tra i fiocchi si possa vedere l’interno. Utilizziamo un pennello largo e piatto.
  6. Partendo dal collo della damigiana, incolliamo pazientemente uno accanto all’altro i fiocchi utilizzando una colla priva di solventi. Questi, infatti, aggredirebbero il polistirolo sciogliendolo e rendendo impossibile l’incollaggio.

Sega a gattuccio per usi diversi

Conosciamo nei dettagli l’utilissima sega a gattuccio

La sega a gattuccio è una sega a lama frontale strutturata genericamente come un segaccio, ma con lama corta, stretta e robusta. La lama si muove con moto alternativo avanti-indietro prodotto da un motore elettrico contenuto nel corpo dell’elettroutensile.

Per adattarsi a ogni materiale, in tutti i modelli di sega a gattuccio è presente un regolatore di velocità elettronico che permette la riduzione della velocità della lama quando si tagliano materiali molto spessi o resistenti come i metalli. La sega a gattuccio serve in molte situazioni, ma in particolare per tagliare elementi in posizioni difficili o rasente a ostacoli che limitano la possibilità di lavoro.

Da sapere:

  • L’uso del gattuccio elettrico presenta un certo grado di rischio, trattandosi di un utensile a lama libera, del tutto priva di sistemi di protezione.
  • L’inserimento delle lame, soprattutto quelle da legno tenero con i denti molto acuminati, va sempre fatto con i guanti e con la spina staccata.
  • Prima di cominciare il lavoro bisogna accertarsi che la lama trovi sempre campo libero davanti a sé e che il cavo, che deve rimanere dietro, possa muoversi senza intoppi.
  • La dentatura della lama del gattuccio è disegnata in modo da ottenere il taglio in trazione. Per evitare saltellamenti e vibrazioni, quindi, conviene azionarlo sempre tenendo il piede contro il pezzo.
  • Nella foto di scena il gattuccio non monta una lama , ma una raspa per rifinire velocemente la sagomatura del legno.

Come è fatta una sega a gattuccio

Uso della sega a gattuccio

Tubi di PVC: con una lama lunga a dentatura non troppo fitta possiamo tagliare facilmente i tubi di PVC non solo sulla morsa (come nella foto) ma, cosa assai più utile, anche direttamente dove sono installati.

Profilati di metallo: una lunga lama a dentatura fine ci permette, a bassa velocità, di tagliare tubi e profilati di metallo. Durante questa operazione indossiamo sempre gli occhiali di protezione.

A filo parete: quest’azione di taglio normalmente è un’operazione difficile. Con la sega a gattuccio, grazie all’elasticità dell’acciaio, diventa facile perché la lama si curva in modo da aderire alla superficie.

Spessori elevati: le lame a coltello consentono di lavorare agevolmente attraverso i grossi spessori di materiale isolante, anche partendo dal centro. Utilizziamo la bassa velocità per non sfibrare il materiale.

Utili accessori: sul gattuccio possiamo montare una spazzola metallica per lavori di asportazione della ruggine e pulizia del metallo, agevolando e velocizzando notevolmente il lavoro in punti difficili.

Sostituzione rapida: molti gattucci elettrici hanno un attacco rapido che rende veloce la sostituzione della lama. Basta intervenire sul blocco per liberarla, rimuoverla e inserirne un’altra.

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Installazione lavello cucina

Una guida passo-passo per installare in autonomia il lavello della cucina

L’installazione lavello cucina in un nuovo top si può eseguire in proprio a patto che il materiale di cui è fatto il ripiano della cucina sia di facile lavorazione come nel caso di truciolare o legno ricoperti di laminato; una lastra di marmo o granito per essere incisa richiede l’uso di attrezzature professionali, rendendo necessario l’intervento di un marmista.

Il tracciamento e il taglio sono operazioni da eseguire con precisione centrando il foro sul ripiano; il risultato è, oltre ad un miglior effetto estetico, una maggior superficie d’appoggio per le spalline del lavello cucina che, specie nei tipi di grandi dimensioni, risultano piuttosto sottili. Prima di inserire il lavello nella sua sede è consigliabile montare sia il rubinetto che le pilette dato che ad installazione terminata il lavoro risulterebbe molto più difficoltoso. Una striscia di stucco da montaggio o di silicone, inserita tra il lavello e il ripiano, impedisce all’acqua, che a volte esce dai bordi, di penetrare all’interno del mobile, cosa che potrebbe risultare pericolosa in presenza di elettrodomestici.

Installazione lavello cucina – Centratura sul top
Il lavello va sistemato nel suo alloggiamento, centrato con precisione sul piano e bloccato in posizione tramite il serraggio dei morsetti posti nella sua parte inferiore; tutti i bordi e le giunzioni vanno rifiniti con stucco o silicone; quello in eccesso va tolto dal bordo esterno tramite uno straccio o un coltellino.

Per ultimi si collegano gli scarichi facendo in modo di accostarli il più possibile alla parete, così da non ingombrare il già angusto spazio esistente sotto il mobiletto. Il rubinetto può essere a parete o a lavello. Gli arrivi a parete dell’acqua calda e fredda sono forniti da due raccordi da 1/2” femmina, con interasse tra i fori di 165 mm: ad essi si collega il rubinetto. Il tipo a lavello va inserito nel foro e si collega alle adduzioni con tubi rigidi o flessibili grazie alle ghiere con guarnizione.

Montaggio del lavello nel top

  1. marcare sul top l’apertura per l’incasso del lavello richiede una misurazione molto accurata che centri esattamente il lavello, tenendo conto anche della presenza del miscelatore.
  2. nei quattro angoli della finestra vanno aperti altrettanti fori di diametro un po’ superiore alle dimensioni della lama del seghetto alternativo.
  3. si procede col taglio. L’applicazione del nastro autoadesivo sulla linea di taglio riduce sensibilmente la scheggiatura del laminato, comunque poi coperta dal bordo del lavello.
  4. i piani di truciolare nobilitato sono molto sensibili all’umidità e all’acqua, pertanto è meglio spalmare sulla superficie interna un po’ di silicone per impermeabilizzarli.
  5. molti lavelli inox comprendono nella confezione anche la guarnizione autoadesiva da inserire sotto i bordi che poi le graffe di sostegno bloccano (attenzione alla centratura) sul top. La rubinetteria e gli scarichi vanno montati al loro posto prima di incassare il lavello.
  6. montato, capovolto, il lavello su una coppia di cavalletti, sostenendolo con un paio d’assi di scarto, vi si calza il top, anch’esso ovviamente capovolto, e dopo averlo centrato con la massima cura si procede al fissaggio seguendo il sistema previsto dal costruttore.
  7. bordato il lavello con nastro, lasciando una fuga di non più di due millimetri, si inserisce sotto il suo bordo il silicone trasparente.
  8. tutta la zona di contatto del top con le pareti si impermeabilizza con un consistente cordone di silicone.

Tasselli per cappotto speciali

Peculiarità, tipologie e utilizzo dei tasselli per cappotto

Il rivestimento delle pareti esterne dell’abitazione con un cappotto termico è uno degli interventi di ristrutturazione più attuali, che consente all’edificio di rispondere alle nuove norme di isolamento termico in materia di risparmio energetico. Si tratta di applicare pannelli di materiale isolante affiancati per mezzo di speciali tasselli da inserire a percussione o per avvitamento, la cui larga testa rimane incassata per essere poi intonacata con speciali prodotti insieme alle giunzioni tra i pannelli, ricoperte con una speciale rete. I tasselli per cappotto dedicati a questo tipo di applicazione hanno in comune una larga testa piatta, in modo da premere sulla più ampia superficie possibile del pannello. Il corpo espandente dei tasselli per cappotto è idoneo a qualsiasi muratura e presenta ridotta trasmissione termica, in alcuni casi nulla, grazie alla realizzazione in materiale sintetico.

Da sapere

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Il cappotto si realizza, solitamente, su un intonaco esistente, per cui la giusta lunghezza del tassello deve tener conto della bontà o dell’instabilità di una parte del supporto. Alcuni tasselli per cappotto speciali per il fissaggio di pannelli isolanti si fissano per avvitatura, altri semplicemente a percussione con il martello.

Tassello extra lungo

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Tassello con anima in acciaio, è adatto per grandi spessori, richiede una foratura ridotta in quanto la profondità di ancoraggio è di soli 35 mm e può fissare spessori di isolamento fino a 200 mm. Il blocco antisfondamento impedisce l’espansione prematura del tassello. Basta un solo colpo di martello per fissare materiali isolanti resistenti a compressione, polistirene, poliuretano, vetro cellulare, lana minerale.

Tassello per materiali morbidi

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Il diametro del disco è molto rilevante (90 mm) e risulta particolarmente indicato nel fissaggio di materiali soffici quali pannelli di sughero o pannelli leggeri in lana di roccia. Idoneo per calcestruzzo, materiale compatto, materiale forato. Il profilo ruvido consente buona presa sulle pareti del foro. La ridotta profondità di ancoraggio diminuisce i tempi di perforazione.

Tasselli per cappotto con nervature

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Le nervature flessibili di questo tassello forniscono una pressione costante sul materiale d’isolamento. Idoneo per calcestruzzo, materiale compatto, materiale forato, trova la sua migliore applicazione nel fissaggio di materiali isolanti resistenti alla pressione, quali possono essere i pannelli di poliuretano, i pannelli leggeri in lana di roccia, i pannelli di sughero.

Tasselli a espansione asimmetrica

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Questa caratteristica agevola il fissaggio sui materiali forati; il perno percussore è in poliammide rinforzato. È indicato per pannelli isolanti in sistemi compositi di isolamento termico  resistenti a compressione: polistirene, poliuretano, vetro cellulare, lana di roccia. Il materiale di questo tassello impedisce la trasmissione del calore in entrambi i sensi.

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