Home Blog Page 250

Installare i profili per pavimenti

I profili per pavimenti rispondono alla necessità di raccordare rivestimenti differenti per tipologia e, talvolta, anche per spessore. Solitamente si fissano al pavimento con viti e tasselli.

I listelli acquistabili in commercio, dei più svariati materiali, sono preforati e svasati per un inserimento perfetto della vite, mentre la banda superiore viene applicata a scatto. Alcuni modelli possono essere fissati senza viti utilizzando potenti adesivi. Esistono inoltre profili per pavimenti che hanno lo scopo specifico di proteggere le superfici, come quelli variamente sagomati per proteggere le pedate di una scala, gli spigoli dei rivestimenti piastrellati, la linea tra pavimento e parete. 

Profili per pavimenti – è utile sapere che

profili per pavimenti, profili pavimenti, profilo, profili, profilo inclinato, profilo concavo, profili salvaspigolo, profilo stondato
Per raccordare superfici differenti, ma allo stesso livello, si possono utilizzare profili a T che si incastrano nella fuga di giunzione tra i rivestimenti e aderiscono al pavimento con nastro biadesivo. I profili per parquet devono assecondare i movimenti di dilatazione del legno, per questo motivo sono sagomati in modo da rimanere distanziati dalle doghe nella parte inferiore, oppure sono composti da due pezzi separati, inferiore e superiore.

Profili per pavimenti – Situazioni differenti

profili per pavimenti, profili pavimenti, profilo, profili, profilo inclinato, profilo concavo,  profili salvaspigolo, profilo stondato

  1. Se tra due pavimentazioni adiacenti risulta un dislivello per differente spessore del rivestimento, come nel caso di un parquet sovrapposto, le possiamo raccordare con l’inserzione di un profilo inclinato.
  2. Negli angoli di superfici soggette a getti d’acqua o dove occorre facilitare la pulizia, la linea di raccordo tra pareti e piani va rifinita con l’applicazione di un profilo concavo o inclinato.
  3. La pedata di un gradino dev’essere sporgente rispetto all’alzata sottostante, se non utilizziamo piastrelle già sagomate per questo scopo possiamo ricorrere a profili salvaspigolo di vario tipo.
  4. Lo spigolo verticale dei rivestimenti ceramici è la zona più esposta a rischio di sbeccature, perciò viene rifinito con un profilo stondato di pari spessore sulla cui ala poggia la piastrella adiacente.
  5.  La soglia di una stanza rivestita con moquette richiede un profilo di raccordo, per ovvi rischi di inciampo o di sollevamento del rivestimento. Occorre un profilo abbastanza largo da sovrapporsi a entrambe le pavimentazioni.
  6.  Quando il pavimento di parquet comunica con uno di altro tipo, per esempio moquette o doghe di legno con piastrelle, si utilizza un profilo di raccordo di legno, metallo o plastica che rende piana e invisibile la linea di giunzione. 

Inserimento a scatto

profili per pavimenti, profili pavimenti, profilo, profili, profilo inclinato, profilo concavo,  profili salvaspigolo, profilo stondato

  1. Alcuni profili speciali sono composti di una parte superiore e una inferiore. Quest’ultima va fissata al massetto (o al pavimento) tra gli stipiti della soglia, prima del rivestimento.
  2. La parte inferiore è scanalata e, dopo aver posato il rivestimento, permette l’inserimento a scatto di una lamina rifinita in vario modo che raccorda i rivestimenti.

Come saldare a stagno

Saldare a stagno pone meno difficoltà pratiche, economiche e di addestramento rispetto ad altre tipologie di saldatura: con lo stagno si impara a saldare nel giro di pochi minuti.

Per saldare a stagno  si usa una lega di stagno e piombo che fonde a temperatura variabile tra i 195 ed i 325 °C a seconda della percentuale di piombo contenuta in essa. Richiede il riscaldamento di ambedue le parti da saldare, ma di solito è questione di pochi secondi. Viene utilizzata molto nei collegamenti elettrici e nei circuiti elettronici, offre una resistenza meccanica modesta, ma serve anche per unire parti metalliche di rilevanti dimensioni. É eccellente per saldare rame e ottone.

 è utile sapere che

saldare a stagno, saldare, saldatore, brasatura, brasare, come saldare a stagno,  stagno per saldare, saldatore a stagno, saldatura a stagno,

La saldatura a stagno è di fatto una brasatura, perché l’unione avviene con apporto di materiale. La saldatura vera e propria avviene per fusione senza materiale d’apporto. Per dissaldare un componente basta riscaldare la saldatura con la punta del saldatore, lo stagno si ammorbidisce e si può liberare il componente. Il residuo di stagno può essere assorbito, mentre è liquefatto, con una pompetta a stantuffo (succhiastagno). L’esatto riscaldamento dei pezzi determina la riuscita della saldatura che deve somigliare a una lucente pagnottella. Troppo calore rende lo stagno sottile, poco non lo fa aderire né al conduttore né alla sede. Il disegno sintetizza l’effetto di tre differenti modalità di saldatura.

Leggi la nostra guida su come saldare correttamente

Saldare a stagno in elettronica

saldare a stagno, saldare, saldatore, brasatura, brasare, come saldare a stagno,  stagno per saldare, saldatore a stagno, saldatura a stagno,

  1. Il disossidante contenuto nei fili di stagno non è sempre sufficiente a garantire una buona saldatura. Prima di iniziare, immergiamo la punta ben calda del saldatore nel vasetto di disossidante.
  2.  Per evitare di scottarsi durante la saldatura vera e propria conviene trattenere il pezzo con le pinze, qualora non fosse possibile appoggiare le parti da unire affiancate su un piano.
  3. Nelle schede elettroniche, la saldatura dei componenti si effettua dalla faccia inferiore, dopo aver inserito i conduttori rigidi, dalla faccia opposta, all’interno dei fori riportati sulla scheda. Avviciniamo il filo di stagno alla punta riscaldata del saldatore, attendiamo 2-3 secondi affinché la goccia si sciolga e si espanda uniformemente, quindi allontaniamo la punta e aspettiamo qualche secondo per lasciar condensare lo stagno.

Unire lamiere

saldare a stagno, saldare, saldatore, brasatura, brasare, come saldare a stagno,  stagno per saldare, saldatore a stagno, saldatura a stagno,

  1. Per prima cosa sgrassiamo i lembi delle lamiere da unire con uno straccio imbevuto di solvente e, se possibile, strofiniamoli con carta vetrata per irruvidire la superficie.
  2. Sulle zone da portare a contatto passiamo, con un pennellino, il liquido disossidante. Questa pulizia è indispensabile per ottenere un buon risultato finale e una saldatura efficace.
  3. Riportiamo un sottile strato di stagno su entrambi i lembi, mettiamo i pezzi in posizione e facciamo sciogliere lo stagno per realizzare la giunzione, aggiungendo altro materiale di apporto.
  4. Sovrapponiamo i lembi stagnati e premiamoli con il saldatore. I due strati di stagno fondono e le due lamiere si uniscono. Eventualmente si ripete l’operazione anche sulla faccia opposta.

TUF

Dal 1980 Spektra (TUF) opera sul mercato delle costruzioni con un solo obiettivo: fornire alle imprese strumenti precisi, affidabili e semplici da usare per migliorare la produttività e l’efficienza del lavoro in cantiere

Il reale valore aggiunto delle soluzioni Spektra – TUF è il successo dei professionisti che le adottano. Per questo, oltre a selezionare e proporre strumenti di alta qualità, progettati specificamente per il cantiere e con un elevato tasso di innovazione, abbiamo creato una squadra di collaboratori qualificati, che conoscono profondamente il mondo delle costruzioni e del movimento terra, in grado di affiancare in ogni momento i nostri clienti.

Siamo stati i primi a proporre al mondo delle costruzioni la tecnologia laser, creando nel tempo una gamma in grado di rispondere a tutte le esigenze, dai lavori in interno ai grandi cantieri delle infrastrutture. Agli strumenti abbiamo via via affiancato tecnologie di comunicazione, dai sistemi radio al posizionamento GPS, e software proprietari capaci di portare il progetto direttamente sugli strumenti.

Sandokan

DeN è un’azienda attiva dal 1983. È situata in una posizione strategica che la vede esattamente a metà strada fra due delle città commercialmente più importanti dell’Emilia Romagna: Bologna e Modena. Un’area con un indotto produttivo molto elevato che concentra tra le maggiori aziende italiane: Ferrari, Maserati, Bugatti, Lamborghini, Ducati, Gd, ecc.
Con il marchio DeN vengono realizzati e commercializzati in Italia e all’estero, prodotti le cui caratteristiche hanno un forte denominatore comune: rispondere alle esigenze di coloro che hanno l’hobby del “fai da te” o che svolgono attività professionali specifiche. Soluzioni d’avanguardia per irrigare, e proteggere il verde.

Le linee Sandokan sono frutto di ricerche e sperimentazioni mirate ad ottenere prodotti sempre più efficaci nel pieno rispetto dell’uomo, degli animali non bersaglio e dell’ambiente. Per lo sviluppo dei prodotti Sandokan ci siamo avvalsi delle competenze delle Università di Bologna e di Pavia con le quali collaboriamo già da diversi anni. 

Armadio sottoscala fai da te

Ecco come realizzare un armadio sottoscala per sfruttare al meglio lo spazio a disposizione.

Una soluzione per utilizzare un vano altrimenti inutilizzatoa consiste nel realizzare un armadio sottoscala composto da una serie di moduli indipendenti e montati su ruote che, inseriti nel vano e ben accostati, lo chiudano totalmente. In pratica si tratta di costruire un armadio sottoscala constituito da tre carrelli mobili costituiti da un telaio di supporto il cui frontale, in pannello di multistrato, è sagomato in modo che insieme completino la superficie frontale del vano. I frontali vanno misurati e tagliati a misura e poi collegati all’intelaiatura con colla e viti. Nella costruzione proposta i moduli servono come capace scarpiera.

Armadio sottoscala – Cosa serve

armadio sottoscala, costruire un armadio sottoscala, sottoscala
✓ Listelli di abete (anche di recupero)
✓ Pannelli di multistrato da almeno 15 mm
✓ Tondino di ramin ø 20 mm
✓ Spine di faggio ø 6 mm
✓ 12 ruotine fisse
✓ Viti; maniglie; cerniere; scrocchetto magnetico; squadrette di rinforzo
✓ Colla vinilica; materiali di finitura (impregnante e vernice trasparente o fondo opaco e smalto, copribordo termosaldante)
✓ Ferro da stiro; cacciavite; sega circolare; morsetti; avvitatore; pennello; falsa squadra

Armadio sottoscala – Il disegno

armadio sottoscala, costruire un armadio sottoscala, sottoscala

Armadio sottoscala -La realizzazione

armadio sottoscala, costruire un armadio sottoscala, sottoscala

  1. Addossati i pannelli alla parete, individuiamo la linea di taglio. Poi eseguiamo i tagli sui pannelli frontali utilizzando la sega circolare. Teniamoci a filo esterno della linea di taglio.
  2. Tagliamo anche i rimanenti pannelli e li assembliamo avvitandoli all’intelaiatura di listelli. Nei listelli destinati a sostenere i tondini pratichiamo i fori con una punta a fresa di diametro pari ai tondini.
  3. Dopo aver tagliato a misura i tondini e averli incastrati nei listelli, avvitiamo questi ultimi ai pannelli di ogni modulo. Facciamo attenzione alla lunghezza delle viti, non devono sporgere dal pannello.
  4. Trattiamo ogni modulo dapprima con un fondo acrilico e poi con uno smalto, sempre acrilico, applicato in due mani. Tra la prima e la seconda mano, carteggiamo le superfici.

Armadio sottoscala – Le finiture

armadio sottoscala, costruire un armadio sottoscala, sottoscala

  1. I bordi dei pannelli vanno rifiniti con bordino termoadesivo che applichiamo passandovi sopra il ferro da stiro caldo. Le eccedenze si asportano con il cutter.
  2. Le quattro ruotine che si avvitano sotto il fondo devono essere ad asse fisso per consentire di estrarre i moduli con facilità senza urtare i moduli vicini.

Essenziale e sorprendente

Editoriale tratto da “In Giardino n.49 Agosto-Settembre 2014”

Autore: Nicla de Carolis

apple-delanoNel sofisticato hotel Delano di Miami, bell’esempio di edifico art-deco, all’ingresso di ogni stanza c’è appeso al muro un anello di metallo che regge una mela verde e una targhetta con inciso AN APPLE A DAY KEEPS THE DOCTOR AWAY, ovvero “una mela al giorno toglie il medico di torno”, proverbio assai noto anche da noi. Un’idea dell’archistar Philippe Starck che ha curato la ristrutturazione dell’albergo nel 1995 con un’impeccabile minimalismo di cui questo oggetto, nella forma e nella sostanza, è dimostrazione. Una piccola cosa che colpisce e rimane impressa nella memoria dei clienti, forse più di tutte le suggestive scenografie degli ambienti dell’hotel.

Ma della mela si è scritto e si è parlato da sempre; la sua immagine è diventata marchio di aziende come la leader Apple o simbolo di New York, detta appunto “la grande mela”. è il frutto che ha simboleggiato l’amore, la bellezza, la fortuna e la salute, il conforto e la saggezza, la tentazione e la sensualità. E tutto per il fascino che emana questo frutto tanto semplice e speciale determinato dalle sue proporzioni armoniose (ci sono studi che le rimandano alla sequenza di Fibonacci), ma anche dalle sue proprietà eccezionali conosciute fin dall’antichità: … un antiossidante, fa bene all’intestino, combatte l’invecchiamento della pelle e soprattutto è amica della salute cardiovascolare, contribuendo grazie ai flavonoidi a tenere sotto controllo il colesterolo…
È un frutto che può essere presente sulle nostre tavole tutto l’anno, sempre fresco e succoso, anche se la buccia si raggrinzisce (succede perché contine il 25% di aria…), sazia con poche calorie. E poi gli alberi di mele, le cui varietà sono addirittura migliaia, sono davvero generosi, non necessitano di particolari cure e producono frutti in abbondanza. Metterne un paio di piante in giardino è sicuramente un investimento che ripaga abbondantemente. Se vi avessi convinto, nell’articolo a pagina 14 troverete i consigli per una giusta coltivazione.

Con gli auguri di un rilassante e gratificante giardinaggio estivo, vi dedico la bella poesia qui a fianco che Pablo Neruda ha scritto per elogiare le qualità del prezioso frutto.

ODE ALLA MELA – 1957 PAOLO NERUDA
Te, mela,
voglio
celebrare
riempiendomi
la bocca
col tuo nome,
mangiandoti.
Sei sempre
nuova come niente altro,
sempre
appena caduta
dal Paradiso:
piena
e pura
guancia arrossata
dell’aurora!
Quanto difficili
sono
paragonati
a te
i frutti della terra,
le uve cellulari,
i manghi
tenebrosi,
le prugne
ossute, i fichi
sottomarini:
tu sei pura manteca,
pane fragrante,
cacio vegetale.
Quando addentiamo
la tua rotonda innocenza
torniamo per un istante
ad essere
creature appena create…
Io voglio
un’abbondanza totale,
la moltiplicazione
della tua famiglia,
voglio una città,
una repubblica,
un fiume Mississippi
di mele,
e alle sue rive
voglio vedere
tutta
la popolazione
del mondo
unita, riunita,
nell’atto più semplice che ci sia:
mordere una mela.

Tavolino fai da te di design

Ecco una costruzione rustica, ma dal design originale: un tavolino fatto con listelli uniti a formare tante U, a loro volta assemblate con spine e distanziali.

Questo tavolino fai da te si presta a diversi utilizzi fra cui il più ovvio è quello di classico tavolino da salotto, vicino a una poltrona o un divano, in questo caso affiancato da un analogo elemento con proporzioni diverse. Meno scontato, invece, con una piccola variante, farlo diventare un tavolino fai da te che assolve altre funzioni, appeso a parete come mensola per i libri, o impilato con o senza elementi gemelli per contenere raccoglitori e riviste. A seconda dell’idea, e tenendo conto degli spazi a disposizione, si variano numero e dimensioni delle cornici a U da impiegare. Variando la lunghezza dei segmenti a U, infatti, va adeguata di conseguenza la sezione dei listelli impiegati.

Cosa serve:
✓ Listello sezione 20×40 mm (7 traverse lunghe 400 mm; 14 montanti lunghi 450 mm)
✓ 32 distanziali 20x20x20 mm
✓ Spine di legno
✓ Colla vinilica
✓ Impregnante noce chiaro e vernice trasparente

Tavolino fai da te – il progetto

tavolino fai da te, costruire un tavolino, tavolini fai da te, come costruire un tavolo, tavolini di design, tavolo di desing

 Le spine di legno hanno una lunghezza che potrebbe non essere sufficiente per farle spuntare da entrambi i lati del distanziale: in tal caso bisogna metterne due in fila.

Tavolino fai da te – La costruzione

tavolino fai da te, costruire un tavolino, tavolini fai da te, come costruire un tavolo, tavolini di design, tavolo di desing

  1. Il taglio a 45° deve essere molto preciso, pena, una serie di U diverse una dall’altra. Se non abbiamo una sega circolare troncatrice, possiamo utilizzare la sega a dorso e la guida tagliacornici.
  2. Assembliamo ogni elemento a U separatamente, spalmando le facce a 45° di colla vinilica e tenendo serrati i listelli con morsetti per cornici che garantiscono posizione corretta e pressione ben distribuita.
  3. I distanziali da porre fra le varie U devono essere forati da parte a parte, perpendicolarmente e al centro, quindi usiamo il trapano a colonna, serrandoli nella morsa a due a due.
  4. Cospargiamo di colla le spine  e poi le inseriamole nei distanziali. Se oppongono resistenza ci aiutiamo con un martello leggero. Controlliamo che sporgano ugualmente dai due lati.
  5. Anche nelle cornici a U vanno fatti fori con il trapano a colonna, ma questa volta non passanti, per realizzare le sedi delle spine dei distanziali. Poi assembliamo le U aggiungendo un po’ di colla vinilica sulla punta delle spine.
  6. Applichiamo la finitura stendendo due mani di impregnante tinta noce chiaro, intercalate da passate di carta vetrata molto fine o paglietta d’acciaio fine. Per concludere diamo altre due mani di vernice trasparente satinata.

Tavolini fai da te – variazioni sul tema

tavolino fai da te, costruire un tavolino, tavolini fai da te, come costruire un tavolo, tavolini di design, tavolo di desing

  1. La variante mensola prevede un numero di cornici a U inferiore, rispetto a quello per il tavolino. Come sostegno a parete si fissano con tasselli due squadrette di metallo, una per ogni braccio.
  2. Davanti a un divano non sfigura affatto la coppia di tavolini dove il secondo, fatto con la stessa procedura rispetto al primo, si differenzia per misure e proporzioni completamente differenti.

Installazione parabola in kit

L’installazione di un’antenna satellitare a parabola sul balcone deve avvenire nel rispetto di alcune regole fondamentali.

Come dev’essere effettuata l’installazione parabola? La parabola va esposta in modo da “vedere” il satellite cui puntare senza molti ostacoli. Individuato il posto giusto, procuriamoci un kit di montaggio completo che possiamo installare seguendo poche operazioni, avendo cura di seguire passo passo tutte le fasi riportate nelle istruzioni. L’operazione più complessa è puntare al satellite, ma con un poco di pazienza si può superare brillantemente anche questo ostacolo. Per il montaggio corretto è necessaria una bussola, va bene il modello tradizionale con l’ago magnetico e la scala analogica suddivisa in 360°. Con essa si individua il corretto azimut (la nostra posizione rispetto al satellite) e, con la scala graduata presente sul piantone della parabola, la corretta elevazione.

Installazione parabola – Individuare l’azimut

installazione parabola, installazione parabola satellitare, installare parabola, come installare una parabola, installazione antenna parabolica
Per individuare correttamente l’azimut possiamo controllare su internet, ci sono diversi siti in grado di fornire questo dato con buona attendibilità semplicemente indicando in quale città ci troviamo.
Per avere un’indicazione empirica sul corretto orientamento della parabola ci basta osservare la collocazione di quelle dei palazzi circostanti. Il disegno evidenzia le due angolazioni da impostare sulla parabola.

Installazione parabola – Montaggio passo-passo

installazione parabola, installazione parabola satellitare, installare parabola, come installare una parabola, installazione antenna parabolica

  1.  Accoppiamo il supporto della parabola all’attacco da palo. Va imperniato a esso mediante una coppia di bulloni passanti con sede fissa da una parte e semicircolare dall’altra.
  2. Inseriamo il tubo rettangolare nella sede sul retro della parabola e accoppiamo questa con il supporto, trovando l’allineamento tra fori e filettatura delle quattro viti che stringiamo saldamente.
  3. All’estremità del sostegno dell’illuminatore innestiamo un supporto angolare che fascia il corpo dell’illuminatore e lo blocca nella posizione ideale per ricevere le onde riflesse dalla parabola.
  4.  Inseriamo fra le ganasce dentate (di cui sono dotate le staffe del supporto) il tubo a S che sostiene la parabola e stringiamo i dadi, sulle lunghe e sporgenti barre filettate, in modo che le fascette mordano saldamente il tubo.
  5. Appoggiamo la piastra della staffa alla ringhiera e inseriamo le due barrette a U filettate, in modo che la abbraccino in un punto saldo e robusto. Inseriamo i dadi e stringiamo fino a quando la lamiera della piastra inizia a flettersi.
  6. Infiliamo il tubo di sostegno nel suo alloggiamento, completo di parabola, e stringiamo i dadi delle fascette in modo da immobilizzare il tutto. Possiamo ora portare il cavo all’interno seguendo il percorso più breve e opportuno.

Installazione parabola – il cavo coassiale

installazione parabola, cavo coassiale,  installazione parabola satellitare, installare parabola, come installare una parabola, installazione antenna parabolica

Il segnale che arriva alla parabola deve essere portato al ricevitore con un cavo coassiale da 75 Ohm. Deve assicurare perdite molto ridotte, specialmente nel caso di lunghe distanze da coprire tra parabola e decoder. Da esso può dipendere la qualità globale di un impianto di ricezione e distribuzione dei segnali televisivi da satellite. Le caratteristiche più importanti di un cavo sono l’attenuazione del segnale, le qualità meccaniche, il coefficiente di riflessione e l’efficienza di schermatura. Il cavo migliore presenta bassa attenuazione, basso coefficiente di riflessione e alta efficienza di schermatura.

Installare le piastrelle sottili

Con le piastrelle sottili è possibile coprire un pavimento vecchio senza demolirlo.

Lo spessore ridotto delle piastrelle sottili fa sì che questa soluzione sia validissima anche per i rivestimenti di bagni, cucine e di altre stanze della casa, già dotate di piastrellatura, sia a pavimento, sia sulle pareti. Con questi elementi da rivestimento, oltre a evitare polverose demolizioni, si minimizza l’aumento di spessore della nuova copertura: può bastare l’inserimento di qualche rondella su ciascun cardine delle porte, se lo spazio superiore tra anta e telaio consente un’elevazione della porta, mentre non si interferisce praticamente su telai, infissi, rubinetterie e altro. Le piastrelle sottili sono disponibili in diversi formati con spessori da 3 a 5 mm. Essendo le singole piastrelle separate da una fuga variabile da 1 a 2 mm, il risultato finale è molto vicino a quello di un rivestimento continuo. L’applicazione differisce pochissimo rispetto a quella delle normali piastrelle di ceramica. Robustezza e qualità sono garantite da un processo denominato monopressocottura. Lo smalto, in questo modo, non si può degradare con l’usura e le piastrelle, dal punto di vista igienico ed estetico, hanno le stesse caratteristiche di quelle tradizionali.

Cosa serve:
✓ Piastrelle sottili, in varie misure
✓ Rotella diamantata
✓ Smerigliatrice angolare, dischi da taglio, trapano, punte e seghe a tazza per muratura
✓ Adesivo specifico, spatola dentata, frattazzo di gomma
✓ Paraspigoli, livella a bolla

Piastrelle sottili – L’applicazione

piastrelle sottili, installare le piastrelle, piastrellare, piastrelle sottili in bagno, sottili piastrelle, piastrelle appiani, appiani

  1. Il taglio si può effettuare con un normale tagliapiastrelle. Nel caso di lastre di grandi dimensioni si incide la superficie, dalla parte della ceramica, con un comune tagliavetri diamantato o a rotella.
  2. L’esiguo spessore delle piastrelle consente di realizzare con facilità le aperture necessarie per il passaggio di tubi o scatole elettriche, utilizzando la smerigliatrice angolare con il disco diamantato per grès.
  3. L’adesivo va steso sia sul supporto sia sotto la piastrella utilizzando la spatola dentata, che offre un’ottima livellatura ed evita la formazione di bolle. Per spigoli e gradini si applica un paraspigoli.
  4. Soprattutto posando lastre di grandi dimensioni è importante, dopo la posa, battere su tutta la superficie con il frattazzo dotato di suola in gomma che assesta efficacemente l’accoppiamento.
  5. Si prosegue nella pavimentazione. L’aumento di livello è contenutissimo e il lavoro procede speditamente, specie se si posa su un pavimento piastrellato, già perfettamente piano e regolare.
  6. Nei rivestimenti a parete, lo spessore ridotto evita qualsiasi aggiustamento in corrispondenza dei serramenti. La posa si effettua su muro sia rasato, sia piastrellato, dal basso verso l’alto.

Scopri la gamma di piastrelle sottili Kerlite

Scopri la gamma di piastrelle sottili Appiani

Nuove cucine veloci

piastrelle sottili, installare le piastrelle, piastrellare, piastrelle sottili in bagno, sottili piastrelle, piastrelle appiani, appiani
Con le piastrelle sottili è possibile piastrellare la cucina praticamente senza spostare il piano di lavoro con lavello, piano cottura ecc. è sufficiente asportare le sigillature che lo contornano, smontare il rubinetto (se è a parete) e procedere al rivestimento. Lo spessore aggiuntivo difficilmente incide sugli attacchi idrici e fornisce un lieve avanzamento sul piano di lavoro che facilita la succesiva sigillatura con preparati siliconici o acrilici.

 

 

Pavimentare con il klinker

Tra i materiali ceramici, il klinker è quello più tenace: non teme il gelo, l’abrasione, le sollecitazioni meccaniche, gli acidi e può essere naturale o smaltato

Le peculiari caratteristiche del klinker derivano dall’utilizzo di argille ceramiche pure e dall’essere cotte a temperature non inferiori a 1200 °C con cicli che possono durare anche 8-10 ore, ottenendo una vetrificazione parziale. Questo processo elimina i pori d’aria dal materiale, quindi lo rende più denso rispetto ad altri prodotti simili, con una possibilità di assorbimento d’acqua molto ridotta. Non contenendo aria, non possiede buone caratteristiche di isolamento termico, ma risulta sicuramente adatto per pavimenti esposti a imbrattamenti, sostanze oleose e agli urti da parte degli oggetti pesanti, situazioni tipiche dei garage e dei laboratori, oltre che per terrazze e camminamenti esterni nel tipo a superficie rugosa e antiscivolo.

Klinker – Utilizzi e posa

klinker, pavimento in klinker, klinker sire, klinker per esterni, piastrelle klinker, laria klinker, klinker prezzi

  1. In garage: le piastrelle di klinker sono le più facili da ripulire dalle tracce di pneumatici dell’auto e dalle morchie che possono depositarsi con il rimessaggio dopo l’uso in una giornata piovosa. 
  2. Sul massetto ben livellato e privo di irregolarità stendiamo la colla, iniziando da una parete e per una porzione di circa 1 m2. La manara dentata aiuta a lasciare uno strato di altezza uniforme.
  3. La posa può essere lineare, diagonale e sfalsata, singolarmente oppure orizzontale/verticale con piastrelle accoppiate, in quanto la larghezza della piastrella è doppia rispetto all’altezza.
  4. Lo zoccolo si può realizzare, a fine lavoro, con elementi più lunghi o con le stesse piastrelle utilizzate per pavimentare. In questo caso la colla si deposita sul retro della piastrella.
  5. In terrazzo: facile da mantenere pulito, durevole e molto resistente, il klinker si presta ottimamente alle pavimentazioni esterne. Per pavimentare una superficie estesa, dividiamola a settori da delimitare con un giunto di dilatazione.

Sostituire una piastrella di klinker rotta

klinker, pavimento in klinker, klinker sire, klinker per esterni, piastrelle klinker, laria klinker, klinker prezzi

  1. Incidiamo con uno scalpello le fughe in prossimità delle piastrelle rotte e asportiamole utilizzando una spatola per sollevarle. Facciamo attenzione a non danneggiare le piastrelle vicine, ancora sane.
  2. Asportiamo i residui di colla ed eventuali detriti dal massetto, in modo da disporre di una sede pulita per il fissaggio di nuove piastrelle. Eliminiamo i residui di piccola dimensione con l’aiuto di un aspirapolvere.
  3. Per il fissaggio delle piastrelle possiamo usare una colla poliuretanica impermeabile per edilizia, in tubo o in cartuccia, da stendere a cordoli sul retro della piastrella, poi premuta energicamente in sede.
  4. Le qualità di un rivestimento di klinker, per essere mantenute, richiedono l’utilizzo di prodotti adeguati, anche la fugatura va realizzata con prodotti che abbiano bassa sensibilità all’umidità e all’acqua. Quando lo stucco non viene più assorbito dalle fughe si pulisce accuratamente il pavimento con una spugna umida.