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Dimensionamento cavi elettrici

Il dimensionamento cavi elettrici è cruciale per garantire la sicurezza e l’efficienza degli impianti elettrici, considerando la sezione, la capacità di corrente e le normative locali, insieme all’uso di cavi esterni con isolamento adeguato.

Il corretto dimensionamento cavi elettrici è la base fondamentale di qualsiasi impianto elettrico, poiché garantisce sicurezza e funzionalità all’impianto stesso.

Per dimensionamento dei cavi elettrici si intende lo studio e la corretta valutazione della sezione adeguata al passaggio di corrente che gli stessi cavi elettrici devono sostenere nell’ambito della realizzazione di un impianto elettrico. È importante considerare anche fattori come la lunghezza del cavo, il tipo di isolamento e le condizioni ambientali.

Calcolo sezione cavi nel dimensionamento cavi elettrici

Per un corretto dimensionamento cavi elettrici non è necessario fare i calcoli specifici per ogni filo, è sufficiente rispettare una regola di base: la linea che alimenta prese da 16 A va realizzata con cavi non inferiori a 2,5 mm², mentre la linea che alimenta prese da 10 A si realizza con cavi da 1,5 mm² o superiori. Tuttavia, in situazioni particolari o impianti più complessi, è consigliabile consultare le normative locali o un esperto per determinare le specifiche corrette.

In caso di sostituzione di un cavo, è consigliabile utilizzare la stessa sezione del cavo originale. Tuttavia, se il filo si è danneggiato a causa di una corrente eccessiva, conviene utilizzare un filo con sezione maggiore per prevenire ulteriori problemi. In caso di dubbio, è sempre meglio chiedere il parere di un esperto inerentemente la portata cavi elettrici.

Le principali sezioni per corretti dimensionamenti cavi elettrici sono:

  • 0,5 mm² (usato per collegamenti di servizio; vietato per l’alimentazione di rete 230 V);
  • 0,75 mm² (usato nei fili di alcune lampade a bassa potenza; vietato per l’alimentazione di rete 230 V);
  • 1,5 mm² (punti luce e prese elettriche sino a 10 ampère);
  • 2,5 mm² (punti luce e prese elettriche sino a 16 ampère);
  • 4 mm² (assorbimenti complessivi sino ad un massimo di 25 ampère);
  • 6 mm² (assorbimenti complessivi sino ad un massimo di 32 ampère).
dimensionamento cavi elettrici

Cavi per alimentazione esterna

In caso si dovessero collocare cavi di alimentazione esterni alla parete, per collegare elettrodomestici vari o realizzare un nuovo cavo con spina, si utilizzano cavi con doppio isolamento che possono essere costituiti da uno o più conduttori, come:

  • il cavo unipolare (un solo conduttore);
  • il cavo bipolare (neutro e fase);
  • tripolare (neutro, fase, terra);
  • cavi multipolari, fino a 4 anime (2 fasi, 1 neutro, 1 terra) e uno a 5 anime (3 fasi, 1 neutro,
  • 1 terra). Questi ultimi due tipi servono per la forza motrice e altre applicazioni che richiedono più conduttori.

È importante ricordare che il dimensionamento dei cavi elettrici deve tenere conto anche delle specifiche dell’applicazione e dell’ambiente in cui i cavi saranno installati. Per esempio, i cavi che saranno esposti a temperature estreme, umidità elevata, agenti chimici o radiazioni solari, potrebbero richiedere materiali di isolamento speciali o ulteriori protezioni.

È fondamentale considerare le normative e le leggi locali relative agli impianti elettrici, poiché potrebbero esistere requisiti specifici per il dimensionamento dei cavi elettrici e la loro installazione. Seguire tali normative è essenziale per garantire la sicurezza e la conformità dell’impianto elettrico.

In conclusione, il corretto dimensionamento dei cavi elettrici è un aspetto cruciale nella progettazione e realizzazione di impianti elettrici. È importante considerare vari fattori, come la capacità di corrente, la lunghezza del cavo, il tipo di isolamento e le condizioni ambientali, oltre alle normative locali. In caso di dubbio o per impianti più complessi, consultare un esperto in materia può aiutare a garantire un impianto elettrico sicuro ed efficiente.

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Come riparare la pompa sommersa per pozzo

Il malfunzionamento di una pompa sommersa per pozzo priva il giardino della fonte di irrigazione. Urge l’immediata riparazione

Una pompa sommersa per pozzo (detta anche pompa ad immersione o elettropompa) ha, malgrado le condizioni difficili in cui opera, una lunga durata e si rompe di rado. Quando accade, il grattacapo più fastidioso è l’estrazione di decine di metri di tubo dal pozzo per raggiungere la pompa sommersa per pozzo in avaria.

Poi il lavoro è tutto… in discesa. L’identificazione del problema passa per un primo smontaggio che permetta di raggiungere il blocco motore, contenuto nella carcassa di lamiera attraverso la quale passa il flusso d’acqua proveniente dalle numerose giranti.

Gli avvolgimenti sono sigillati in un cilindro chiuso in basso da una tenuta meccanica e in alto da un coperchio stagno dal quale emergono il cavo di alimentazione e quello del galleggiante. Dopo un primo controllo con il tester tra alimentazione e carcassa per verificare che gli avvolgimenti non siano a massa, si apre la cupola della pompa sommersa per pozzo nella quale sono contenuti i collegamenti agli avvolgimenti e il condensatore, responsabile in questo caso del malfunzionamento della pompa ad immersione.

Com’è fatta una pompa ad immersione

pompa sommersa per pozzo

Estrazione del motore

smopntaggio pompa ad immersione
  1. Per estrarre il motore bisogna prima togliere il filtro che si svita, ruotando a sinistra, con una chiave a perni.
  2. La grossa ghiera a settori è bloccata da una brugola che la espande contro la filettatura della carcassa.
  3. La ghiera, a passo sinistro, si allenta usando una chiave formata da una piastra sporgente e una chiave a nastro per bloccare la carcassa.
  4. Sotto la ghiera è presente un anello di centratura che sigilla lo spazio attraverso cui l’acqua fluisce verso il collettore superiore.
  5. Si estrae il pacco delle 5 giranti e il motore ad esse collegato. Occorre ricordare che la pompa è in bagno d’olio, risulta quindi necessario recuperarlo durante la fase di estrazione. Provvedere alla sostituzione completa dell’olio è operazione certamente utile: si deve utilizzare un comune olio motore HD 15 W-40.

Riparare la pompa sommersa per pozzo

aggiustare elettropompa
  1. La cupola a tenuta stagna che racchiude i collegamenti elettrici si apre allentando i dadi sui tre tiranti da 5 mm. Il cilindro metallico è la parete esterna del motore: non ha alettatura di raffreddamento dato che è lambita dal flusso d’acqua in risalita.
  2. Ecco identificato il guasto: il condensatore del motore monofase è esploso interrompendo il circuito. L’interno del motore risulta asciutto per cui non è il caso di smontare la tenuta meccanica sul lato opposto. Non è necessario svitare i passacavi del galleggiante e dell’alimentazione perché la lunghezza dei conduttori all’interno è sufficiente per separare le due parti.
  3. Il condensatore da 25 mF (microfarad), è di forma particolare, corto e largo, reperibile presso negozi di elettronica. Da scegliere quelli di classe A che garantiscono una durata maggiore. Nel nostro caso è stato necessario montare sui fili nudi due capicorda maschio.
  4. I fili che emergono dal condensatore stagno si ricollegano ai faston del circuito. Non è necessario rispettare alcuna polarità, ma soltanto curare attentamente l’isolamento dei capicorda con le apposite custodie ad incastro.
  5. Si allontana il grosso O-ring dalla sede e si pulisce perfettamente con un panno fino ad eliminare tutto il fango. L’operazione è molto importante per assicurare la tenuta dell’unione e impedire all’umidità di penetrare all’interno del motore.
  6. Con l’aria compressa ed un pennello pulito si rimuovono tutti i residui lasciati nella zona della cupola dall’esplosione del condensatore in modo da evitare che finiscano nelle parti in movimento. Si controlla inoltre l’integrità dei fili coinvolti nella fiammata. A questo punto si può rimontare la cupola e assemblare tutte le parti della pompa sommersa per pozzo.

Quale tipo di elettropompa scegliere?

pompa ad immersione gardena
pompa con interruttore flottante
  1. Se in giardino esiste la possibilità di scavare un pozzo, inserendo in questo una pompa sommersa è possibile far risalire l’acqua in superficie ed utilizzarla per irrigare il giardino o per alimentare apparecchiature domestiche che non necessitano di acqua potabile.
  2. è anche possibile intercettare i canali di gronda e raccogliere l’acqua piovana in un serbatoio fuori terra, sul fondo del quale si colloca la pompa ed irrigare il giardino o lavare l’auto.
  3. Le pompe sommerse con interruttore flottante ne permettono il funzionamento in automatico anche se installate in pozze d’acqua poco profonde ed in presenza di impurità.
  4. Il funzionamento può essere imposto, anche se il livello dell’acqua è bassissimo, fissando il sensore in posizione eretta. In questo caso il funzionamento va controllato a vista, in modo da interromperlo non appena la pompa inizia ad aspirare aria.
  5. Le pompe per cisterna sono molto potenti e possono essere utilizzate anche per lo svuotamento anche in caso di allagamento. Sono provviste di un dispositivo di sicurezza che ne impedisce il funzionamento a secco, hanno un funzionamento silenzioso senza specifiche necessità di manutenzione ed un filtro integrato che, insieme al piede addizionale, impedisce che sporco ed impurità vengano aspirati.
  6. Sul corpo delle pompe sommerse con interruttore flottante è ricavata una rastrelliera a più posizioni dove è possibile agganciare il cavo del sensore per regolare il funzionamento in modalità manuale. Gardena

Importanti considerazioni circa le pompe sommerse per pozzi

  1. Sicurezza: Prima di effettuare qualsiasi riparazione o manutenzione sulla pompa sommersa per pozzo, è essenziale scollegare l’alimentazione elettrica e seguire tutte le misure di sicurezza per evitare incidenti o lesioni.
  2. Diagnosi dei problemi: Oltre al condensatore, ci possono essere altri motivi per cui una pompa sommersa per pozzo potrebbe non funzionare correttamente, come ostruzioni, usura delle componenti interne o problemi elettrici. È importante eseguire una diagnosi accurata per identificare la causa esatta del problema e intraprendere le azioni appropriate.
  3. Garanzia e supporto del produttore: Se la pompa sommersa per pozzo è ancora coperta da garanzia, potrebbe essere preferibile contattare il produttore o il rivenditore per la riparazione o la sostituzione. Inoltre, il produttore può offrire supporto tecnico e consigli utili per la diagnosi e la riparazione del problema.
  4. Manutenzione preventiva: Per prolungare la durata della pompa sommersa per pozzo e prevenire malfunzionamenti futuri, è importante seguire un programma di manutenzione preventiva. Questo può includere la pulizia regolare del filtro, la verifica delle tenute e la sostituzione periodica dell’olio.
  5. Sostituzione della pompa: In alcuni casi, potrebbe essere più conveniente sostituire la pompa sommersa per pozzo piuttosto che ripararla. È importante valutare il costo delle riparazioni rispetto al costo di una nuova pompa, nonché l’età e le condizioni generali dell’attrezzatura esistente.
  6. Installazione professionale: Se non si è esperti o non si dispone delle competenze e degli strumenti necessari per riparare o sostituire una pompa sommersa per pozzo, potrebbe essere opportuno rivolgersi a un professionista del settore per garantire un lavoro sicuro ed efficiente.
  7. Efficienza energetica: Quando si sceglie una nuova pompa sommersa per pozzo o si effettuano riparazioni, è importante considerare l’efficienza energetica dell’attrezzatura. Una pompa ad alta efficienza può ridurre i costi energetici e l’impatto ambientale a lungo termine.
  8. Risparmio idrico: Per massimizzare l’efficienza dell’irrigazione e ridurre lo spreco d’acqua, è possibile utilizzare sistemi di controllo dell’irrigazione intelligenti e regolabili, come timer e sensori di pioggia. Questi dispositivi possono contribuire a garantire che l’acqua venga utilizzata in modo efficace e sostenibile.
  9. Smaltimento responsabile: Se si decide di sostituire la pompa sommersa per pozzo, è importante smaltire correttamente la vecchia pompa e le parti danneggiate. Molti produttori e rivenditori offrono programmi di riciclaggio o smaltimento responsabile per garantire che i materiali non finiscano in discariche o causino danni ambientali.
  10. Risorse e formazione: Per coloro che desiderano apprendere di più sulla manutenzione e la riparazione delle pompe sommerse per pozzi, ci sono numerose risorse disponibili, tra cui manuali del produttore, video tutorial e corsi di formazione. Approfittare di queste risorse può aiutare ad acquisire competenze e conoscenze per gestire in modo efficace e sicuro la manutenzione delle pompe.
  11. Valutazione delle necessità di irrigazione: Prima di installare o sostituire una pompa sommersa per pozzo, è importante valutare le necessità specifiche di irrigazione del giardino, tenendo conto di fattori come le dimensioni, le tipologie di piante e le condizioni del suolo. Questa valutazione può aiutare a scegliere la pompa più adatta alle esigenze del giardino e garantire un’irrigazione ottimale.
  12. Legislazione e permessi: In alcune aree, potrebbero essere richiesti permessi o autorizzazioni per l’installazione o l’utilizzo di pompe sommerse per pozzi. È importante informarsi sulle normative locali e ottenere i permessi necessari prima di procedere con l’installazione o la sostituzione della pompa.

FERVI rinnova la sponsorship con il pilota Michael Rinaldi per il Campionato di Superbike 2023

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Fiducia reciproca, talento, passione per le moto e per la meccanica, questi gli elementi che hanno portato FERVI a scendere nuovamente in pista accanto al pilota numero 21, Michael Ruben Rinaldi, che correrà nel Campionato di Superbike 2023 a bordo della Panigale V4 R del team Aruba.it Racing – Ducati

Una sponsorship che si rinnova per il terzo anno consecutivo quella tra l’azienda attiva nel settore della fornitura di attrezzature professionali FERVI e il pilota di WorldSBK Michael Ruben Rinaldi. Il marchio dell’azienda di macchine, utensili e attrezzature da officina anche quest’anno sarà presente sulla manica sinistra della tuta del pilota e negli arredi del box del team Aruba.it Racing – Ducati. 

Una sponsorship che nasce nel cuore della Motor Valley, territorio ancora una volta protagonista della WorldSBK e del mondo dei motori grazie alla sinergia fra le tre città dell’Emilia-Romagna coinvolte: Vignola (MO) dove FERVI ha il suo quartier generale, Borgo Panigale (BO) sede storica della Ducati, e Rimini, città natale di Rinaldi. Un legame, quello fra l’Emilia-Romagna e i motori, evidente anche nel calendario gare che avrà due tappe nel nostro Paese. Infatti, dopo anni le derivate di serie torneranno a gareggiare sullo storico circuito di Imola (14-16 luglio), tappa che si aggiunge alla classica gara sul circuito di Misano Adriatico (02-04 giugno). 

Una comunicazione a 360°, con la partecipazione del pilota numero 21 a eventi, campagne di comunicazione tradizionali e digitali attraverso i social. L’obiettivo rimane quello di consolidare ulteriormente il marchio FERVI non solo tra i professionisti del settore ma anche tra gli appassionati di motorsport e dell’officina fai-da-te. 

FERVI affiancherà e supporterà dunque il pilota romagnolo, da sempre grande appassionato non solo di motori ma anche di meccanica, nella nuova stagione 2023, partita a fine febbraio con un ottimo weekend di gara e due podi del pilota numero 21. Rinaldi sembra quindi avere tutte le carte in regola per poter migliorare ulteriormente il 4° posto nel Campionato WorldSBK della scorsa stagione.  

“Sono molto contento della rinnovata fiducia di FERVI nei miei confronti anche per la stagione 2023. Sapere di avere il supporto di un’azienda storica che conosco molto bene per la qualità dei loro attrezzi, è gratificante. Quando scendo in pista non corro solamente per me e per seguire la mia passione per le corse, ma corro anche per tutti coloro che mi supportano: famiglia, amici, tifosi e sponsor. Il team ha fatto un gran lavoro e con la nuova moto il feeling è buono. L’ottimo inizio di stagione è stato il risultato della preparazione svolta durante l’inverno e sono pronto per affrontare le prossime gare al meglio” ha commentato Michael Ruben Rinaldi, pilota del team Aruba.it Racing – Ducati. 

Michael Ruben Rinaldi, pilota del team Aruba.it Racing – Ducati

“Un campionato come quello di Superbike è un contesto sfidante che sprona i piloti a lavorare sodo e a migliorarsi sempre di più. Per questo siamo contenti di poter dare il nostro contributo al lavoro e alla crescita di un team e di un pilota del nostro territorio. Michael è un professionista che, anno dopo anno, sta dimostrando di poter lottare con i migliori. Siamo quindi orgogliosi di poterlo affiancare anche quest’anno nella sua avventura in sella alla Panigale V4 R e siamo fiduciosi che possa raccogliere grandi risultati anche grazie all’affidabilità dei nostri attrezzi e del nostro marchio” ha dichiarato Ermanno Lucci, Direttore Marketing FERVI Group.

Ermanno Lucci, Direttore Marketing FERVI Group

I vostri progetti… altro che VIP!

Tratto da “Far da sé n.530 – Aprile/Maggio 2023″

Autore: Nicla de Carolis

Non so voi, ma io faccio davvero fatica a condividere la bontà e il successo che hanno programmi, sia pur d’intrattenimento, tipo GRANDE FRATELLO VIP e gli onori a cui assurgono i partecipanti, per me perfetti sconosciuti, non certo VIP, termine peraltro odioso. Stanno in questa casa senza fare nulla di interessante, litigando e parlando di sciocchezze: il tutto mi sembra diseducativo perché propone dei modelli che creano l’idea di poter guadagnare denaro e fama senza nessun impegno, nessuna preparazione e nessuna fatica, forse solo annoiandosi un po’.
Incomprensibile per me come un giornalista con un percorso lavorativo e una preparazione encomiabile, studi classici e conservatorio, possa stare a questo gioco, addirittura condurlo. Mi sorge spontaneo il paragone tra questi VIP e la qualità di una persona che abbia la concreta passione di fare e imparare. Certo sono di parte: tra le cose che preferisco metto le conversazioni con i tecnici esperti che sanno rispondere alle mie domande e mi arricchiscono di conoscenze. Al pari metto le realizzazioni che ci mandate in redazione, i vostri testi dai quali leggo la capacità di fare rispondendo a esigenze particolari, questa creatività che sembra non aver mai fine e continua da decenni ancora a stupirmi. L’esatto contrario di una passività, tra le altre, appunto, quella dei cosiddetti VIP degli show televisivi, che, a mio avviso, può portare a un’involuzione del cervello, per arrivare fino all’analfabetismo funzionale di cui, ahimé, l’Italia vanta una percentuale intorno al 30%, seconda in Europa dietro alla Turchia. Chi è in questa condizione, pur sapendo leggere e scrivere, è incapace di usare in modo efficace la lettura, la scrittura e il calcolo nelle situazioni della vita quotidiana, gran parte delle informazioni non sono comprese e metabolizzate, quindi non vengono messe in pratica.
Più passa e si evolve il tempo più mi rendo conto di quanto voi lettori di
FAR DA SÉ siate persone veramente speciali, anche se non vi chiedono l’autografo e non siete famosi. Per dare più spazio a quanto realizzate, abbiamo pensato di creare una sezione dedicata ai vostri lavori sul nostro sito fardase.bricoportale.it.
Qui potrete caricare le foto e il testo rendendo il tutto visibile alle centinaia di migliaia di visitatori e follower sui canali social, potrete leggere i commenti e condividerli più facimente con i vostri cari/amici. Ecco anche il QRCODE per collegarsi alla nuova sezione a voi dedicata e a pagina 77 gli altri dettagli. La vostra ribalta è aperta, siamo pronti ad applaudirvi!

Posacenere fai da te: guida illustrata passo-passo

Questo posacenere fai da te sta in piedi grazie a una conformazione a zeta e un ampio piede che aumenta la stabilità della costruzione.

Eccellente riutilizzo di una grata pedonabile ossidata, ma ancora sana e robusta nello spessore del materiale, per fare un posacenere fai da te da pavimento da posizionare in esterni.

L’idea è quella di utilizzare una grata per canale di scolo, sostituita perché aveva fatto la ruggine. Con una rapida analisi si comprende che l’ossido è ancora superficiale, pertanto può ancora essere utilizzata per il progetto del posacenere fai da te. La lunghezza è sufficiente per fare la gamba inclinata del portacicche fai da te, tagliandone un pezzo da usare come supporto per la vaschetta. Come piede, invece, al fine di dare stabilità, si deve realizzare qualcosa di più esteso. Dopo il trattamento contro la ruggine, al posacenere fai da te per esterno si dà a spruzzo un colore sgargiante per renderlo ben visibile. La vaschetta, ricavata da una padella quadrata, trova posto sul supporto, poi si mette un po’ di sabbia.

Tempo richiesto: 1 giorno

Realizzazione passo-passo del posacenere fai da te: dalla gamba a forma di Z alla marchiatura a fuoco

  1. Saldatura delle piastre di ferro

    Unite saldandole a formare una L due piastre di ferro, si saldano a loro volta a un’estremità della grata, dopo averla sagomata in modo che l’insieme formi un angolo inferiore ai 90°.

  2. La superfice d’appoggio

    Altre due piastre a L si saldano alle prime ottenendo una superficie d’appoggio ampia, capace di dare la necessaria stabilità al posacenere.

  3. Il piano superiore in bolla

    In cima al sostegno, ovvero all’altra estremità della grata, si salda lo spezzone quadrato, tagliato via prima di provvedere al piede. La difficoltà in questa fase è quella di far rimanere questo pezzo esattamente in piano.

  4. Rinforzo inferiore

    Per limitare la flessione delle piastre, data dal peso che grava sul piede, si salda un tubo di ferro puntato fra le lamelle della grata e la parte distale del piede.

  5. Il piatto… con la padella

    La padella in ghisa è fissata sulla grata sottostante con una vite messa al centro.
    Il peso impone anche qui di contrastare la flessione, quindi si mettono ai lati due portamensola

  6. Rinforzo superiore

    La vite passante al centro della padella fa presa agguantando più lamelle della grata, mediante una piastrina messa trasversalmente.

  7. Saldatura del supporto per la scritta

    Si salda un pezzo di lamiera sagomata e ripiegata in avanti sul contenitore del posacenere, in modo che sia ben visibile, e vi si compone con la saldatrice la scritta «Spegni qui!».

  8. Verniciatura

    Dopo aver spazzolato bene tutta la struttura, la si tratta con convertitore di ruggine. Infine, sempre per fare in modo che il posacenere non passi inosservato, lo si vernicia con bombolette spray di colori ben evidenti.

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ECLISSE Syntesis Areo è il nuovo prodotto pensato per chiudere e nascondere cabine armadio, scarpiere, ripostigli, nicchie e sottoscala attrezzati con una soluzione di design ad effetto filo muro totale

Versatile e discreto, ECLISSE Syntesis Areo offre la massima flessibilità grazie alle numerose configurazioni, aperture e dimensioni, anche su misura. Gli sportelli filo muro garantiscono una perfetta continuità tra anta e parete e sono pensati per un pratico uso quotidiano attraverso comode aperture push-pull completamente invisibili. Il tutto è stato concepito per offrire un prodotto funzionale ma al contempo elemento di arredo.

Il pannello dell’anta viene fornito con un rivestimento in melaminico, pronto per essere pitturato e rifinito come la parete oppure ricoperto con carta da parati, per un risultato finale all’insegna della totale omogeneità. Il telaio è assolutamente versatile e si integra sia nelle pareti in muratura come in quelle in cartongesso. La soglia è rifinita in modo tale da assicurare un perimetro della struttura pulito e minimale. I profili del telaio sono disegnati per integrarsi perfettamente nella parete e al contempo scongiurare il rischio di crepe, mentre i sistemi di apertura, quali cerniere e pistoni idraulici, sono collaudati per garantire solidità e affidabilità dei meccanismi nel tempo.

ECLISSE Syntesis Areo completa la gamma di chiusure filo muro proponendo una soluzione di design e d’arredo insieme ad ECLISSE Syntesis Tech, botola filo muro pensata per occultare i vani contenitivi di servizio.  

Dimensioni e tipologie di apertura

Il telaio è completamente personalizzabile essendo disponibile sia in dimensioni standard che su misura, con differenti modalità di apertura, per risolvere qualsiasi esigenza di spazio e funzione. Le aperture laterali (anta singola e doppia) sono proposte con riquadratura a 4 lati, in caso di apertura sospese, oppure a 3 lati in caso di aperture a filo pavimento.
Le versioni disponibili:

  • anta singola con traverso dritto o inclinato (su 3 oppure 4 lati) con dimensioni L 300÷650 e H 300÷2700
  • anta doppia (su 3 oppure 4 lati) con dimensioni L 300+300÷650+650 e H 300+300÷2700+2700
  • anta a ribalta verso l’alto o verso il basso (su 4 lati) con dimensioni L 300÷1800 e H 300÷650
  • anta a libro con dimensioni L 600÷1200 e H 300÷2700 (anta singola) e L 1200÷2400 e H 300÷2700 (anta doppia)

Possibili realizzazioni su misura con intervalli ogni 10 mm in larghezza ed altezza.

Il dettaglio tecnico che fa la differenza

Per agevolare il lavoro del cartongessista in fase di finitura, ECLISSE ha sviluppato uno speciale profilo che facilita il completamento della parte interna con lastre di cartongesso. Attraverso un unico profilo il posatore avrà la possibilità di creare o una parete finita da 100 mm (orditura 75 mm) oppure una parete perpendicolare al lato filo muro partendo dal telaio.

Case efficienti: come cresce la sensibilità degli italiani

Tratto da “Come ristrutturare la casa n.2 – Marzo/Aprile 2023″

Autore: Nicla de Carolis

Non vogliamo certo entrare nella diatriba tra i sostenitori e detrattori del bonus 110% (riconosciuto sulle spese sostenute per interventi di efficientamento energetico, consolidamento statico o riduzione del rischio sismico degli edifici), oggetto di dibattiti, decreti e controdecreti, la materia è tutta così in continuo divenire. Vogliamo solo evidenziare che il provvedimento ha contribuito a sensibilizzare tutti noi circa l’importanza di rendere le abitazioni energeticamente più efficienti riducendo i consumi per rinfrescare e scaldare e, di conseguenza, le emissioni di CO2. Tutto ciò ha portato anche a una maggiore informazione su quelli che sono i lavori da fare per riqualificare la casa: questa evoluzione in termini di conoscenza e desiderata si può rilevare anche dall’indagine CASADOXA (osservatorio sugli italiani e la casa) di cui pubblichiamo un report all’interno del dossier dedicato all’involucro edilizio, argomento che, sia pur ora familiare a molti, fa rilevare continue innovazioni. Quindi da pagina 48 troverete i diversi tipi di pannelli per rivestire le pareti esterne come il nuovo cappotto che isola e ha la robustezza della muratura o il cappotto per risanare quello vecchio ammalorato senza rimuoverlo o quello da interno particolarmente indicato per edifici d’epoca, di cui non si possono toccare le facciate, o per isolare autonomamente un solo appartamento. E ancora i sistemi per isolare il tetto e quelli schermanti per il foro finestra.
A completare gli interventi per avere una casa efficiente, da pagina 104 uno speciale sulle pompe di calore, le macchine che climatizzano e riscaldano anche l’acqua sanitaria, utilizzando energia elettrica. Ovviamente, perché il tutto presenti un beneficio anche in termini di inquinamento, è necessario che l’energia consumata sia prodotta da fonti rinnovabili, quindi, affinché questo intervento abbia un senso compiuto, nello speciale ci sono interessanti novità riguardanti impianti abbinati a pannelli fotovoltaci.
Anche l’intramontabile e sempre bellissimo parquet stupisce per la capacità di rinnovarsi mischiandosi a piastrelle di marmi e metalli, arricchendosi di trame decorative e addirittura ridando nuova vita a vecchie travi di recupero (lo speciale da pagina 84).
Il servizio iniziale è dedicato alla zona lavanderia, spesso trascurata nella progettazione per cui la lavatrice rimane antiesteticamente a vista, magari in bagno. Diversi i tipi di mobili dedicati a contenere l’indispensabile elettrodomestico e anche l’asciugatrice che si possono posizionare ovunque a patto che siano stati previsti i necessari impianti di carico e scarico dell’acqua. Ma non è tutto qui, come sempre avrete modo di apprezzare spunti e idee tratti anche dalle bellissime ristrutturazioni degli architetti: non rimane che iniziare a pianificare, in attesa di poter realizzare.

Legno MDF | Caratteristiche, prezzi e utilizzo nei dettagli

Legno MDF è l’acronimo di Medium Density Fibreboard, cioè pannello di fibre (di legno) a media densità

L’MDF è un materiale eccezionale: Il legno MDF artificiale, approdato in Europa nei primi anni ’70, è formato da fibre molto fini e densamente compattate che lo rendono più pesante del legno truciolare. Il processo di produzione consiste nel cuocere a vapore i frammenti di legno e sfibrarli entro grandi dischi dentati fino a ottenere una lanugine asciutta, poi mescolata con speciali adesivi.

La lanugine viene stesa in un materassino e compattata con una pressione di centinaia di atmosfere, alla temperatura di circa 160 °C, fino a ridurne di circa 30 volte lo spessore iniziale.

Legno MDF caratteristiche

 caratteristiche mdf

Tra i pannelli di fibra, il legno MDF è il più conosciuto, ma esistono anche l’LDF (bassa densità) e l’HDF (alta densità). Si ottiene attraverso due procedimenti diversi, per via secca o per via umida. Nel primo caso viene utilizzata aria calda per essiccare le fibre e occorre l’impiego di colla, da inserire prima o dopo l’essiccazione a seconda del collante utilizzato, nel secondo viene utilizzata invece acqua, come si fa per produrre la carta, e il collante diventa superfluo, a patto che le fibre contengano lignina in quantità sufficiente. Questa, se non si altera, si trasforma in una sorta di adesivo e fa da legante per le fibre di legno.

Tempo di lettura: 10 minuti

  1. Tracciatura sull’MDF materiale

    Le superfici dell’MDF legno sono molto lisce, merito della levigatura eseguita dopo la pressatura fino a ottenere una finitura simile a quella di un foglio di carta, su cui si traccia facilmente.

  2. Come rinforzare MDF

    Una giunzione d’angolo si rinforza aggiungendo all’interno dei pannelli MDF un listello che fornisce un supporto sia per la colla sia per i chiodi. L’MDF è abbastanza compatto da essere inchiodato.

  3. Spinatura MDF

    Le spine di legno hanno un’ottima presa anche nelle giuzioni di costa grazie alla compattezza della tessitura. Nell’utilizzo casalingo la fedele colla vinilica dà risultati eccellenti.

  4. Lamelli e tiranti nell’MDF

    Le parti interne, molto robuste, permettono di bloccare i pannelli di MDF con sistemi di ancoraggio a lamelli e tiranti incassati in cave cilindriche ottenute con frese Forstner.

  5. Piallatura MDF

    I pannelli si piallano come se fossero legno massiccio e si ottengono superfici levigate e spigoli vivi. A seconda della compattezza dell’MDF i coltelli possono essere più o meno sollecitati, fino a perdere l’affilatura.

  6. Fresatura MDF

    Per fresare l’MDF occorrono avanzamenti veloci e passate poco profonde per non surriscaldare troppo la fresa. Sono da preferire utensili al widia dato che anche le migliori frese HSS hanno una durata limitata.

  7. Rifinitura materiale MDF

    L’m.d.f. legno è molto usato per costruire parti laccate lisce e lucenti. Per ottenere un risultato ottimale si deve uniformare l’assorbimento del pannello con una mano di turapori trasparente prima di passare alla decorazione finale. Una leggera carteggiatura con un tampone e carta abrasiva fine è sufficiente per livellare le fibre che sfuggono alla lama della sega lungo lo spigolo.

Sviluppi recenti nella produzione di MDF

Negli ultimi anni, la tecnologia di produzione del MDF ha fatto passi da gigante. Nuovi adesivi ecocompatibili sono stati sviluppati, riducendo l’impatto ambientale del processo di produzione. Inoltre, sono stati introdotti nuovi metodi di pressatura che migliorano la densità e la resistenza del MDF, rendendolo ancora più versatile per una vasta gamma di applicazioni.

Nuovi tipi di MDF

Oltre all’MDF standard, sono ora disponibili sul mercato varie tipologie di MDF specializzate. Ad esempio, l’MDF resistente all’umidità, che è trattato per resistere meglio all’acqua e all’umidità, è ideale per l’uso in ambienti umidi come bagni e cucine. L’MDF ignifugo, che è trattato per resistere al fuoco, è un’opzione sicura per l’uso in edifici pubblici e commerciali.

Impatto ambientale del MDF

La produzione di MDF ha un impatto significativo sull’ambiente, principalmente a causa dell’uso di legno e adesivi. Tuttavia, l’industria sta facendo sforzi per ridurre questo impatto. Ad esempio, molti produttori di MDF ora utilizzano legno proveniente da foreste gestite in modo sostenibile. Inoltre, sono in corso ricerche per sviluppare adesivi a base di materiali naturali, che sarebbero meno dannosi per l’ambiente rispetto agli adesivi tradizionali.

Riciclo del MDF

Il riciclo del MDF è un’area che ha visto significativi progressi negli ultimi anni. Mentre in passato il MDF era difficile da riciclare a causa degli adesivi utilizzati, nuovi metodi di riciclo sono stati sviluppati che possono separare le fibre di legno dagli adesivi. Questo rende possibile il riciclo del MDF in nuovi prodotti, riducendo la quantità di rifiuti che finiscono in discarica.

Legno MDF prezzi

I prezzi del Legno m.d.f. al metro quadrato variano, ovviamente, in funzione dello spessore della tavola che si intente utilizzare. Ecco un elenco riassuntivo dei pannelli mdf prezzo:

  • pannello mdf da 3 mm – 4,90 € /mq
  • pannello mdf da 6 mm – 8,90 € /mq
  • pannello in mdf da 10 mm – 11,90 € /mq
  • pannello da 15 mm – 16,90 € /mq
  • pannello da 19 mm – 19,90 € /mq
  • pannelli in mdf da 25 mm – 27,90 € /mq
Come verniciare il legno MDF

La peculiarità del legno MDF è quella di non essere particolarmente rifinito, per ovviare ad un’estetica non ottimale è possibile vernicare il legno MDf seguendo questa procedura:

– Carteggiare la superficie con carta vetrata numero 120 aiutandosi con una levigatrice orbitale;
– Applicazione di un fondo turapori (cementite)
– Applicazione dello smalto (preferibilmente ad acqua)
– Asciugatura

Dove acquistare pannelli MDF

L’MDF generalmente si acquista presso i rivendoti specializzati o, in alternativa, presso i grandi centri di distribuzione come Leroy Merlin, Brico Io, Bricoman

Pensilina fai da te

Una pratica ed elegante pensilina fai da te la si può realizzare in proprio con poca spesa con una lastra di plexiglas, mensole e guardie metalliche, tasselli, viti, rondelle e tre mensoloni ricavati da tavole da ponte o travetti, sagomati in modo da incastrarsi sulle mensole metalliche.

FATTA IN CASA

Pensilina fai da te
Bisogna tracciare la linea di colmo della tettoia sul muro, tenendo conto che l’inclinazione verso il basso non disturbi l’apertura di scuri o persiane.

Stabiliti i corretti interassi per il fissaggio delle mensole, si praticano i fori per i tasselli con il trapano a percussione ed una punta da muro di diametro adeguato; la profondità dev’essere almeno di 5 millimetri superiore alla lunghezza dei tasselli.

I fori vanno ripuliti dalla polvere insufflando aria all’interno; quest’operazione è particolarmente importante con l’uso di ancoranti chimici.

Se si utilizzano tasselli ad espansione, questi vanno tirati fino alla massima tenuta, senza esagerare se il supporto è di materiale poroso e leggero (cemento cellulare o arenaria).
Utilizzando tasselli chimici, dopo il riempimento del foro con l’ancorante (con o senza calza) si inserisce la barra filettata ruotandola per impastarla e si aspetta che avvenga l’indurimento prima di calzare la mensola e tirare il dado.

Sulle mensole stabilizzate si calzano i supporti a sbalzo, già verniciati con la finitura desiderata.

Si monta la lastra di plexiglas (qui spessa 10 mm), dopo averla preforata utilizzando come dima le guardie metalliche superiori. La pellicola che protegge dai graffi la lastra su entrambe le facce va rimossa solo al momento del montaggio.

I CONSIGLI DI fischer

In muri costruiti con intercapedine isolante la barra filettata dev’essere tanto lunga da entrare nella muratura principale. La barra filettata va usata con ancorante chimico e tassello a rete/calza.

La massima tenuta si ha nel calcestruzzo, materiale per il quale sono previsti tasselli metallici ad espansione.

Per pareti in calcestruzzo cellulare la massima tenuta si ha con gli speciali tasselli conici PBB a forte espansione.

Per edifici rivestiti da cappotto è previsto il tassello Thermax dal gambo lungo ed isolato in modo da evitare la formazione di ponti termici.

Human Centric Lighting luce bella e buona

Tratto da “Rifare Casa n.86 – Marzo/Aprile 2023″

Autore: Nicla de Carolis

Pittori, scienziati, architetti hanno scritto sulla luce cose interessantissime legate alla percezione dei colori, allo stretto legame con la valorizzazione delle architetture, alla bellezza delle ombre, all’esaltazione del progresso e dell’energia elettrica: penso alla stupenda opera di Giacomo Balla della foto a lato (Lampada ad arco del 1909-1911 conservata al MOMA di New York). Noi ci limitiamo pragmaticamente a valutarne l’importanza all’interno di una casa perché la giusta illuminazione è fondamentale per determinare la bellezza dei vari ambienti ma anche per il nostro benessere. Studi scientifici riscontrano che il corpo umano, sensibile alla luce che ne controlla le fasi di veglia e di sonno, reagisce automaticamente di conseguenza.
Rimanere immersi in un’illuminazione non adatta alle esigenze psico-fisiche sfalsa il nostro bioritmo interno perché influisce sui nostri ormoni, sulla stanchezza e sulla capacità di concentrazione.
Human Centric Lighting, l’illuminazione a misura d’uomo, è il nuovo approccio alla progettazione illuminotecnica che, oltre alla funzione visiva della luce, considera proprio i suoi effetti sui ritmi biologici ispirandosi al ciclo della luce naturale e al suo mutare. La progettazione quindi si propone di adattare la luce ai momenti della giornata, agli ambienti e alle specifiche attività svolte al loro interno: il soggiorno di una casa, la sera, dovrà essere illuminato da una luce calda, che diventa caldissima e soffusa mano a mano che si avvicina l’ora di andare a dormire. Così come un angolo lavoro dovrà essere illuminato da una luce chiara e intensa, che stimola l’attenzione e dà energia.
La diffusione della tecnologia a LED ha portato una vera e propria rivoluzione che ci consente di controllare meglio la luce artificiale, passando da quella più intensa a quella soffusa, da quella fredda a quella calda, di adattarla automaticamente alla quantità di luce naturale attraverso sensori o con un’APP dallo smartphone.
Nel servizio da pagina 86 troverete una selezione di lampade, lampadari e quanto di meglio propongono le aziende per illuminare; troverete anche le informazioni di base per fare le scelte corrette e per conoscere le principali caratteristiche delle fonti luminose che potranno valorizzare i vostri ambienti e contribuire in maniera determinante a farvi godere dei benefici di un’illuminazione artificiale a misura d’uomo.