Home Blog Page 24

Case efficienti: come cresce la sensibilità degli italiani

Tratto da “Come ristrutturare la casa n.2 – Marzo/Aprile 2023″

Autore: Nicla de Carolis

Non vogliamo certo entrare nella diatriba tra i sostenitori e detrattori del bonus 110% (riconosciuto sulle spese sostenute per interventi di efficientamento energetico, consolidamento statico o riduzione del rischio sismico degli edifici), oggetto di dibattiti, decreti e controdecreti, la materia è tutta così in continuo divenire. Vogliamo solo evidenziare che il provvedimento ha contribuito a sensibilizzare tutti noi circa l’importanza di rendere le abitazioni energeticamente più efficienti riducendo i consumi per rinfrescare e scaldare e, di conseguenza, le emissioni di CO2. Tutto ciò ha portato anche a una maggiore informazione su quelli che sono i lavori da fare per riqualificare la casa: questa evoluzione in termini di conoscenza e desiderata si può rilevare anche dall’indagine CASADOXA (osservatorio sugli italiani e la casa) di cui pubblichiamo un report all’interno del dossier dedicato all’involucro edilizio, argomento che, sia pur ora familiare a molti, fa rilevare continue innovazioni. Quindi da pagina 48 troverete i diversi tipi di pannelli per rivestire le pareti esterne come il nuovo cappotto che isola e ha la robustezza della muratura o il cappotto per risanare quello vecchio ammalorato senza rimuoverlo o quello da interno particolarmente indicato per edifici d’epoca, di cui non si possono toccare le facciate, o per isolare autonomamente un solo appartamento. E ancora i sistemi per isolare il tetto e quelli schermanti per il foro finestra.
A completare gli interventi per avere una casa efficiente, da pagina 104 uno speciale sulle pompe di calore, le macchine che climatizzano e riscaldano anche l’acqua sanitaria, utilizzando energia elettrica. Ovviamente, perché il tutto presenti un beneficio anche in termini di inquinamento, è necessario che l’energia consumata sia prodotta da fonti rinnovabili, quindi, affinché questo intervento abbia un senso compiuto, nello speciale ci sono interessanti novità riguardanti impianti abbinati a pannelli fotovoltaci.
Anche l’intramontabile e sempre bellissimo parquet stupisce per la capacità di rinnovarsi mischiandosi a piastrelle di marmi e metalli, arricchendosi di trame decorative e addirittura ridando nuova vita a vecchie travi di recupero (lo speciale da pagina 84).
Il servizio iniziale è dedicato alla zona lavanderia, spesso trascurata nella progettazione per cui la lavatrice rimane antiesteticamente a vista, magari in bagno. Diversi i tipi di mobili dedicati a contenere l’indispensabile elettrodomestico e anche l’asciugatrice che si possono posizionare ovunque a patto che siano stati previsti i necessari impianti di carico e scarico dell’acqua. Ma non è tutto qui, come sempre avrete modo di apprezzare spunti e idee tratti anche dalle bellissime ristrutturazioni degli architetti: non rimane che iniziare a pianificare, in attesa di poter realizzare.

Legno MDF | Caratteristiche, prezzi e utilizzo nei dettagli

Legno MDF è l’acronimo di Medium Density Fibreboard, cioè pannello di fibre (di legno) a media densità

L’MDF è un materiale eccezionale: Il legno MDF artificiale, approdato in Europa nei primi anni ’70, è formato da fibre molto fini e densamente compattate che lo rendono più pesante del legno truciolare. Il processo di produzione consiste nel cuocere a vapore i frammenti di legno e sfibrarli entro grandi dischi dentati fino a ottenere una lanugine asciutta, poi mescolata con speciali adesivi.

La lanugine viene stesa in un materassino e compattata con una pressione di centinaia di atmosfere, alla temperatura di circa 160 °C, fino a ridurne di circa 30 volte lo spessore iniziale.

Legno MDF caratteristiche

 caratteristiche mdf

Tra i pannelli di fibra, il legno MDF è il più conosciuto, ma esistono anche l’LDF (bassa densità) e l’HDF (alta densità). Si ottiene attraverso due procedimenti diversi, per via secca o per via umida. Nel primo caso viene utilizzata aria calda per essiccare le fibre e occorre l’impiego di colla, da inserire prima o dopo l’essiccazione a seconda del collante utilizzato, nel secondo viene utilizzata invece acqua, come si fa per produrre la carta, e il collante diventa superfluo, a patto che le fibre contengano lignina in quantità sufficiente. Questa, se non si altera, si trasforma in una sorta di adesivo e fa da legante per le fibre di legno.

Tempo di lettura: 10 minuti

  1. Tracciatura sull’MDF materiale

    Le superfici dell’MDF legno sono molto lisce, merito della levigatura eseguita dopo la pressatura fino a ottenere una finitura simile a quella di un foglio di carta, su cui si traccia facilmente.

  2. Come rinforzare MDF

    Una giunzione d’angolo si rinforza aggiungendo all’interno dei pannelli MDF un listello che fornisce un supporto sia per la colla sia per i chiodi. L’MDF è abbastanza compatto da essere inchiodato.

  3. Spinatura MDF

    Le spine di legno hanno un’ottima presa anche nelle giuzioni di costa grazie alla compattezza della tessitura. Nell’utilizzo casalingo la fedele colla vinilica dà risultati eccellenti.

  4. Lamelli e tiranti nell’MDF

    Le parti interne, molto robuste, permettono di bloccare i pannelli di MDF con sistemi di ancoraggio a lamelli e tiranti incassati in cave cilindriche ottenute con frese Forstner.

  5. Piallatura MDF

    I pannelli si piallano come se fossero legno massiccio e si ottengono superfici levigate e spigoli vivi. A seconda della compattezza dell’MDF i coltelli possono essere più o meno sollecitati, fino a perdere l’affilatura.

  6. Fresatura MDF

    Per fresare l’MDF occorrono avanzamenti veloci e passate poco profonde per non surriscaldare troppo la fresa. Sono da preferire utensili al widia dato che anche le migliori frese HSS hanno una durata limitata.

  7. Rifinitura materiale MDF

    L’m.d.f. legno è molto usato per costruire parti laccate lisce e lucenti. Per ottenere un risultato ottimale si deve uniformare l’assorbimento del pannello con una mano di turapori trasparente prima di passare alla decorazione finale. Una leggera carteggiatura con un tampone e carta abrasiva fine è sufficiente per livellare le fibre che sfuggono alla lama della sega lungo lo spigolo.

Sviluppi recenti nella produzione di MDF

Negli ultimi anni, la tecnologia di produzione del MDF ha fatto passi da gigante. Nuovi adesivi ecocompatibili sono stati sviluppati, riducendo l’impatto ambientale del processo di produzione. Inoltre, sono stati introdotti nuovi metodi di pressatura che migliorano la densità e la resistenza del MDF, rendendolo ancora più versatile per una vasta gamma di applicazioni.

Nuovi tipi di MDF

Oltre all’MDF standard, sono ora disponibili sul mercato varie tipologie di MDF specializzate. Ad esempio, l’MDF resistente all’umidità, che è trattato per resistere meglio all’acqua e all’umidità, è ideale per l’uso in ambienti umidi come bagni e cucine. L’MDF ignifugo, che è trattato per resistere al fuoco, è un’opzione sicura per l’uso in edifici pubblici e commerciali.

Impatto ambientale del MDF

La produzione di MDF ha un impatto significativo sull’ambiente, principalmente a causa dell’uso di legno e adesivi. Tuttavia, l’industria sta facendo sforzi per ridurre questo impatto. Ad esempio, molti produttori di MDF ora utilizzano legno proveniente da foreste gestite in modo sostenibile. Inoltre, sono in corso ricerche per sviluppare adesivi a base di materiali naturali, che sarebbero meno dannosi per l’ambiente rispetto agli adesivi tradizionali.

Riciclo del MDF

Il riciclo del MDF è un’area che ha visto significativi progressi negli ultimi anni. Mentre in passato il MDF era difficile da riciclare a causa degli adesivi utilizzati, nuovi metodi di riciclo sono stati sviluppati che possono separare le fibre di legno dagli adesivi. Questo rende possibile il riciclo del MDF in nuovi prodotti, riducendo la quantità di rifiuti che finiscono in discarica.

Legno MDF prezzi

I prezzi del Legno m.d.f. al metro quadrato variano, ovviamente, in funzione dello spessore della tavola che si intente utilizzare. Ecco un elenco riassuntivo dei pannelli mdf prezzo:

  • pannello mdf da 3 mm – 4,90 € /mq
  • pannello mdf da 6 mm – 8,90 € /mq
  • pannello in mdf da 10 mm – 11,90 € /mq
  • pannello da 15 mm – 16,90 € /mq
  • pannello da 19 mm – 19,90 € /mq
  • pannelli in mdf da 25 mm – 27,90 € /mq
Come verniciare il legno MDF

La peculiarità del legno MDF è quella di non essere particolarmente rifinito, per ovviare ad un’estetica non ottimale è possibile vernicare il legno MDf seguendo questa procedura:

– Carteggiare la superficie con carta vetrata numero 120 aiutandosi con una levigatrice orbitale;
– Applicazione di un fondo turapori (cementite)
– Applicazione dello smalto (preferibilmente ad acqua)
– Asciugatura

Dove acquistare pannelli MDF

L’MDF generalmente si acquista presso i rivendoti specializzati o, in alternativa, presso i grandi centri di distribuzione come Leroy Merlin, Brico Io, Bricoman

Pensilina fai da te

Una pratica ed elegante pensilina fai da te la si può realizzare in proprio con poca spesa con una lastra di plexiglas, mensole e guardie metalliche, tasselli, viti, rondelle e tre mensoloni ricavati da tavole da ponte o travetti, sagomati in modo da incastrarsi sulle mensole metalliche.

FATTA IN CASA

Pensilina fai da te
Bisogna tracciare la linea di colmo della tettoia sul muro, tenendo conto che l’inclinazione verso il basso non disturbi l’apertura di scuri o persiane.

Stabiliti i corretti interassi per il fissaggio delle mensole, si praticano i fori per i tasselli con il trapano a percussione ed una punta da muro di diametro adeguato; la profondità dev’essere almeno di 5 millimetri superiore alla lunghezza dei tasselli.

I fori vanno ripuliti dalla polvere insufflando aria all’interno; quest’operazione è particolarmente importante con l’uso di ancoranti chimici.

Se si utilizzano tasselli ad espansione, questi vanno tirati fino alla massima tenuta, senza esagerare se il supporto è di materiale poroso e leggero (cemento cellulare o arenaria).
Utilizzando tasselli chimici, dopo il riempimento del foro con l’ancorante (con o senza calza) si inserisce la barra filettata ruotandola per impastarla e si aspetta che avvenga l’indurimento prima di calzare la mensola e tirare il dado.

Sulle mensole stabilizzate si calzano i supporti a sbalzo, già verniciati con la finitura desiderata.

Si monta la lastra di plexiglas (qui spessa 10 mm), dopo averla preforata utilizzando come dima le guardie metalliche superiori. La pellicola che protegge dai graffi la lastra su entrambe le facce va rimossa solo al momento del montaggio.

I CONSIGLI DI fischer

In muri costruiti con intercapedine isolante la barra filettata dev’essere tanto lunga da entrare nella muratura principale. La barra filettata va usata con ancorante chimico e tassello a rete/calza.

La massima tenuta si ha nel calcestruzzo, materiale per il quale sono previsti tasselli metallici ad espansione.

Per pareti in calcestruzzo cellulare la massima tenuta si ha con gli speciali tasselli conici PBB a forte espansione.

Per edifici rivestiti da cappotto è previsto il tassello Thermax dal gambo lungo ed isolato in modo da evitare la formazione di ponti termici.

Human Centric Lighting luce bella e buona

Tratto da “Rifare Casa n.86 – Marzo/Aprile 2023″

Autore: Nicla de Carolis

Pittori, scienziati, architetti hanno scritto sulla luce cose interessantissime legate alla percezione dei colori, allo stretto legame con la valorizzazione delle architetture, alla bellezza delle ombre, all’esaltazione del progresso e dell’energia elettrica: penso alla stupenda opera di Giacomo Balla della foto a lato (Lampada ad arco del 1909-1911 conservata al MOMA di New York). Noi ci limitiamo pragmaticamente a valutarne l’importanza all’interno di una casa perché la giusta illuminazione è fondamentale per determinare la bellezza dei vari ambienti ma anche per il nostro benessere. Studi scientifici riscontrano che il corpo umano, sensibile alla luce che ne controlla le fasi di veglia e di sonno, reagisce automaticamente di conseguenza.
Rimanere immersi in un’illuminazione non adatta alle esigenze psico-fisiche sfalsa il nostro bioritmo interno perché influisce sui nostri ormoni, sulla stanchezza e sulla capacità di concentrazione.
Human Centric Lighting, l’illuminazione a misura d’uomo, è il nuovo approccio alla progettazione illuminotecnica che, oltre alla funzione visiva della luce, considera proprio i suoi effetti sui ritmi biologici ispirandosi al ciclo della luce naturale e al suo mutare. La progettazione quindi si propone di adattare la luce ai momenti della giornata, agli ambienti e alle specifiche attività svolte al loro interno: il soggiorno di una casa, la sera, dovrà essere illuminato da una luce calda, che diventa caldissima e soffusa mano a mano che si avvicina l’ora di andare a dormire. Così come un angolo lavoro dovrà essere illuminato da una luce chiara e intensa, che stimola l’attenzione e dà energia.
La diffusione della tecnologia a LED ha portato una vera e propria rivoluzione che ci consente di controllare meglio la luce artificiale, passando da quella più intensa a quella soffusa, da quella fredda a quella calda, di adattarla automaticamente alla quantità di luce naturale attraverso sensori o con un’APP dallo smartphone.
Nel servizio da pagina 86 troverete una selezione di lampade, lampadari e quanto di meglio propongono le aziende per illuminare; troverete anche le informazioni di base per fare le scelte corrette e per conoscere le principali caratteristiche delle fonti luminose che potranno valorizzare i vostri ambienti e contribuire in maniera determinante a farvi godere dei benefici di un’illuminazione artificiale a misura d’uomo.

Una serra fai da te costruita e poi montata

Ogni parete, semiparete, falda del tetto e anche la porta è stata realizzata singolarmente, seguendo le misure stabilite da progetto; soltanto alla fine della fase costruttiva i pezzi vengono montati, direttamente sulla piazzola preparata con quattro plinti di sostegno

Le dimensioni di questa serra potrebbero incutere una certa “soggezione”, ma la scelta costruttiva ridimensiona le difficoltà al punto che può essere costruita da una persona da sola. Si tratta di realizzare un’intelaiatura portante fatta di listelli decisamente sottili, perché il rivestimento è costituito da lastre di vetro acrilico da 3 mm di spessore, quindi molto leggero.

Scegliamo listelli di pino impregnato in autoclave, legno che ha una buona resistenza agli agenti atmosferici. Sotto questo profilo, i listelli di abete, sicuramente più economici, non sono altrettanto validi; nel caso si vogliano utilizzare comunque, raccomandiamo di verniciarli con uno smalto coprente.

Preparazione dell’area

Stabilite le dimensioni di massima della costruzione e individuato lo spazio in cui installarla, dobbiamo affrontare una prima fase di preparazione dell’area interessata. Anche in questo caso, non facciamo nulla di difficile: ripuliamo la superficie dalle erbacce e, senza realizzare fondazioni, scaviamo soltanto quattro buchi per gettare i plinti di cemento nei quali anneghiamo le staffe di sostegno del basamento in legno. Bastano quattro plinti perché non intendiamo pavimentare la serra: metteremo soltanto una stuoia sul terreno, per impedire la crescita delle erbe e mantenere più pulito il fondo. Nel caso si voglia pavimentare la serra, per esempio con un tavolato, si devono aggiungere altri plinti (2 o 4), a seconda delle dimensioni in pianta della costruzione, per sostenere adeguatamente l’intelaiatura sottostante il rivestimento.

Costruzione delle pareti

Non servono molti elettroutensili per procedere e, quelli necessari, sono molto comuni: una troncatrice da legno (ma andrebbe bene anche una sega a dorso); un seghetto alternativo per i due pezzi curvi della porzione di tetto tonda; un trapano avvitatore. Fra gli altri utensili, servono un tampone con carta vetrata, un martello, un paio di squadre di metallo, un flessometro e un metro a stecche, una livella a fiala.

Com’è consuetudine, partiamo facendo un progetto dettagliato, con disegni sulla carta che permettano di definire precisamente dimensioni e sormonti di ogni pezzo. Questo ci è utile anche per valutare quantità, misure e tipo di tutto ciò che ci serve, fra legno, viti, chiodi e vetro acrilico.

La decisione di procedere montando separatamente le pareti e le falde del tetto, per poi assemblarle l’una con l’altra, ha solo uno svantaggio: dobbiamo disporre di un adeguato spazio di lavoro nei pressi del cantiere. Questo spazio deve essere vicino per poter spostare senza fatica i vari pezzi, una volta montati, ma deve avere anche una caratteristica fondamentale: deve essere perfettamente piano; solo in questo modo, sarà facilissimo posizionare a terra i listelli, orientarli in squadro e unirli mantenendo i necessari parallelismi e la planarità.

Costruzione a terra di ogni singola parete e falda del tetto

Distendiamo sulla pavimentazione piana i pezzi, già tagliati a misura, seguendo la traccia del progetto. Disponendo di calcoli precisi fatti sulla carta, marchiamo a matita, sui longheroni, la posizione esatta dei montanti intermedi. Una o anche due squadre ci sono utili per impostare l’insieme con la necessaria squadratura, che sarà comunque da verificare in modo più attento man mano che si procede con l’assemblaggio. I montanti laterali vanno in sormonto alle tavole messe orizzontalmente alla base della parete; quindi prepariamo una serie di prefori negli stessi, per l’applicazione delle viti di fissaggio. Servono due viti per ogni tavola e il listello trasversale, quindi in tutto sono 6 viti per parte. Idem all’estremità alta, dove mettiamo 2 viti per parte, per fissare l’unico listello presente.

Montaggio delle pareti e delle falde del tetto

Sui plinti si appoggia una solida cornice di legno che ricalca il perimetro della serra; si fissa con tirafondi alle staffe che fuoriescono dai plinti, dopo aver controllato la squadratura e la messa in bolla nei due sensi. Eventualmente correggiamo con spessori da mettere tra staffe e legno.

Iniziamo a installare le pareti sostenendole inizialmente con puntelli e aiutandoci a tenerle unite con strettoi sino a quando le viti non siano avvitate. Pezzo per pezzo controlliamo sempre che sia in bolla.

Andando avanti nell’allestimento delle pareti, la struttura diviene sempre più stabile e ci facilita il compito di completamento delle giunzioni e montaggio delle singole falde del tetto. La porta è ampia e potrebbe “scendere” un po’ lato maniglia: eventualmente aggiungiamo un listello inclinato.

Consiglio

Nelle giunzoni di listelli che non incrociano a 90° è meglio adottare alcune accortezze: una prima è quella di segnare sul fianco del primo listello l’inclinazione del secondo (cosa utile per fare i fori passanti con la direzione corretta); una seconda è quella di applicare le viti tenendo uniti e allineati lateralmente i due listelli. Questo lo si può fare mettendo uno strettoio sul fianco, in corrispondenza della linea di giunzione.

Completamento struttura

La parte superiore del tetto presenta una curvatura longitudinale che dobbiamo realizzare tagliando 3 centine di legno da un pannello, dando loro la rotondità. Queste si fissano a una cornice di listelli di forma rettangolare: due alle estremità e una al centro.

Dopo averla messa nella sua sede, fissiamo la parte alta della copertura ai longheroni delle due falde laterali, applicando viti passanti negli stessi; le viti vanno a mordere nella cornice di base della falda tonda.

Per incrementare la robustezza e la rigidità della serra, applichiamo in diversi punti delle volpi, listelli inclinati a 45° che impediscono le oscillazioni laterali a cui è soggetta una struttura fatta con un materiale elastico come il legno.

Applicazione dei vetri acrilici

Il pannello più grosso è quello che mettiamo a intero rivestimento della falda curva. Lo fissiamo con viti dotate di guarnizione di gomma oppure bituminosa, fatte apposta per impedire all’acqua di penerare attraverso il foro nel vetro.

Per le parti piane, sul contorno di ogni apertura inchiodiamo listelli a sezione quadrata 15×15 mm. Usiamo un pezzo di vetro acrilico per posizionarli in modo che il vetro resti a filo interno del telaio.

Tagliati i fogli di vetro acrilico di misura per gli spazi da chiudere, li inseriamo in sede e li bocchiamo al telaio con listelli di sezione 7×27 mm, che fissiamo con viti.

Rivit scende in pista in Superbike e SuperSport con il team Aruba.it Racing – Ducati

0

Il marchio Rivit sostiene le rosse di Borgo Panigale nei campionati di WorldSBK e WorldSSP per ribadire la forte vocazione territoriale nell’ambito della meccanica e dei motori ma anche l’attenzione a innovazione e ricerca

L’eccellenza dei sistemi di fissaggio incontra l’eccellenza della meccanica in una sponsorizzazione che vede Rivit, leader nel mercato dei rivetti e delle rivettatrici, prendere parte a due dei campionati più prestigiosi del motorsport per la stagione 2023: Suberbike e Supersport.

L’azienda ozzanese, attiva dal 1973 nella produzione e nella vendita di sistemi di fissaggio, fornisce infatti i propri prodotti al team Aruba.it Racing – Ducati per sostenere i meccanici nel loro lavoro di manutenzione e di messa a punto delle moto e dei box durante tutto il campionato, abbinando il proprio marchio alle rosse di Borgo Panigale.

Una collaborazione nata per promuovere e sottolineare il collegamento tra due eccellenze del territorio emiliano, luogo che da sempre attrae e favorisce l’insediamento di imprese legate alla meccanica e ai motori. In questo ambito si colloca la scelta dell’azienda ozzanese che con Ducati e con il motorsport condivide valori e principi come l’attenzione e il supporto a ricerca e innovazione per un costante miglioramento di prodotti e performance.

Il campionato delle derivate di serie, iniziato nel weekend 24-26 febbraio, si articola in 12 round disputati sulle più importanti piste internazionali e toccherà suolo italiano in Emilia-Romagna, a Misano Adriatico (02-04 giugno). Il team Aruba.it Racing – Ducati schiera in pista il campione del mondo in carica Alvaro Bautista e l’italiano Michael Ruben Rinaldi per la SBK, mentre in SSP correrà Niccolò Bulega.

“Con la sponsorizzazione del team Aruba.it Racing – Ducati riprende il nostro rapporto con lo sport dopo un paio d’anni di interruzione. La scelta di puntare sul motorsport con il marchio Rivit trova una coerenza non solo nella logica di valorizzazione del nostro territorio, da sempre terra di motori, ma anche per valorizzare a livello di Gruppo Fervi (di cui siamo parte) il sostegno alle superbike nostrane. Partecipare come sponsor ai campionati mondiali SBK e SSP è dunque per noi un’importante occasione per far emergere la qualità dei nostri prodotti, in grado di soddisfare gli alti standard richiesti in competizioni sportive di massimo livello, ma mette in luce anche l’ambizione di presidiare i vertici del nostro mercato di riferimento” ha commentato Guido Greco, CEO di Rivit.

FERVI e Aruba.it Racing – Ducati ancora insieme nel campionato mondiale Superbike e SuperSport 2023  

0

Dopo il successo dell’anno scorso, anche quest’anno FERVI supporta le Ducati in gara nei campionati WorldSBK e WorldSSP nella lotta per il titolo

Per il quinto anno FERVI è sponsor tecnico del team Campione del Mondo di Superbike 2022. Anche per la stagione 2023, dunque, le Panigale V4 R e la Panigale V2 vengono messe a punto dagli ingegneri del team Aruba.it Racing – Ducati grazie anche agli utensili FERVI, in grado di garantire performance di ottimo livello.  

Terminati i festeggiamenti per il successo sportivo dell’anno scorso, quando il pilota spagnolo Alvaro Bautista si è laureato Campione del Mondo di Superbike, FERVI ha rinnovato con entusiasmo il proprio supporto alla squadra bolognese che, come ringraziamento per il sostegno e il contributo dato durante la stagione 2022 alla messa a punto delle moto, ha inviato aIl’azienda emiliana una targa-ricordo in argento molto apprezzata.  

Il rinnovato accordo prevede l’utilizzo degli arredi modulari e dei carrelli FERVI per l’allestimento dei box di scuderia, rigorosamente personalizzati con il colore rosso che da sempre caratterizza il costruttore di moto di Borgo Panigale. Inoltre, la precisione, la robustezza e l’affidabilità degli utensili FERVI sono a disposizione di tecnici e piloti per perfezionare e cercare l’assetto migliore delle potenti due ruote.  

Il campionato toccherà la nostra Penisola nel fine settimana del 2-4 giugno quando la Superbike correrà a Misano Adriatico (RN) unica tappa italiana dell’evento targato FIM (Fédération Internationale de Motocyclisme).   Sia nel Campionato di Superbike sia in quello di SuperSport, i piloti sono gli stessi dell’anno scorso: in Superbike a lottare per il titolo ci sono Alvaro Bautista, che correo con il numero 1 del Campione del Mondo, e il riminese Michael Rinaldi chcon il numero 21. Il numero 11 Niccolò Bulega è invece il pilota schierato in pista per il campionato SuperSport.  

“Siamo molto orgogliosi del successo del 2022 che però non ha appagato la nostra voglia di vincere, anzi, ci sprona a fare ancora meglio nella nuova stagione. In FERVI, proprio come nei campionati agonistici, l’impegno e la ricerca per migliorarsi sono sempre al primo posto e per questo anche accogliamo nuovamente la sfida della WorldSBK e della WorldSSP. Crediamo infatti che i nostri utensili abbiano ancora molto da dare nell’armonioso gioco di squadra che scandisce i 12 round di gara, soprattutto grazie alla loro versatilità che li rende idonei sia agli alti standard dei campionati internazionali di racing, sia alle esigenze degli hobbisti e degli appassionati che seguono le gare” ha commentato Ermanno Lucci, Direttore Marketing FERVI Group.

Saldatura a gas | Approfondimento tecnico

La saldatura a gas rappresenta la più raffinata forma di saldatura, per la quale occorre pratica ed esperienza

La saldatura a gas è comunemente conosciuta come saldatura forte e a volte impropriamente definita saldatura a cannello: ciò deriva dal fatto che il materiale d’apporto ha maggior robustezza delle leghe di stagno e piombo. Questi materiali hanno, in genere, una temperatura di fusione tra gli 800 ed i 1000 °C, non ottenibili con un saldatore elettrico per stagno.

È necessario ricorrere a fiamme con elevato potere calorifico. Il materiale in questione si presenta fisicamente sotto forma di bacchette di piccolo diametro sui 2 mm, lunghe sui 300 mm. Le leghe che offrono i risultati migliori sono le più costose.

Le leghe all’argento per saldature a gas hanno una resistenza e una durezza molto più elevate dell’argento puro, si legano bene con quasi tutti i metalli (escluso l’alluminio) e perfino con l’acciaio inox. Mentre talune bacchette di argento vengono fornite con un rivestimento di polvere disossidante, nella maggior parte dei casi si preferisce cospargere le superfici con polvere di borace che, alla fiamma, fonde e disossida chimicamente i metalli. Le bacchette ricoperte sono in genere più costose e delicate.

La saldatura a gas si esegue fondendo
La saldatura a gas si esegue fondendo il metallo d’apporto con torce o cannelli a gas liquido: propano o butano danno i risultati più soddisfacenti. Le torce a gas dispongono, nei modelli migliori, di un sistema di accensione piezoelettrica. Ad ogni scatto corrisponde una robusta scintilla che scocca davanti all’ugello del bruciatore e la fiamma è subito pronta. I cannelli a gas dispongono di un sistema di carburazione molto semplificato.

Carburare significa saturare di idrocarburi un’atmosfera gassosa, ossia l’aria. Questa saturazione, o carburazione, viene corretta in modo che la fiamma formi al suo centro un dardo azzurrognolo, che ha il massimo potere calorifico. Un gas liquido può raggiungere, nel dardo, 1800 °C di calore ma, per le inevitabili dispersioni, la temperatura utile si riduce a 1300 °C.

Gas per saldatura

I gas liquidi possono essere di due tipi fondamentali: il butano e il propano. Il propano è nettamente superiore, come rendimento, al butano: gasifica più facilmente anche quando fa freddo mentre il butano, in compenso, è meno costoso.

Ricordiamo anche che la saldatura a gas non è la saldatura a elettrodo

Cosa serve per la saldatura a gas

Per saldare correttamente a gas serve diversa attrezzatura

attrezzi per saldatura forte
  1. La bomboletta: Anche per le torce a gas sono disponibili ugelli di diversa forma, studiati per erogare una fiamma più o meno concentrata e per riscaldare quindi superfici più o meno estese: ogni modello, però, accetta in genere solo accessori a lui dedicati (e non quelli di altre ditte).
  2. La torcia: La torcia a gas viene alimentata direttamente da bombole a perdere di ridotta capacità, avvitate all’impugnatura: i suoi punti di forza sono leggerezza, praticità e, nei modelli più raffinati, l’accensione piezoelettrica, mentre l’autonomia è ovviamente condizionata dalle dimensioni del serbatoio.
  3. Ricaricabile: Per lavorare in condizioni scomode, ma disponendo comunque di una buona autonomia, è utilissima una bombola ricaricabile di piccole dimensioni, collegata con un tubo lungo un paio di metri circa al cannello per saldare: quest’ultimo è in genere formato da un’impugnatura che accetta diversi tipi di ugello.
  4. Ministilo: collegata con un tubo di giusta lunghezza circaal cannello: quest’ultimo è in genere formato da un’impugnatura che accetta diversi tipi di ugello.

Le varietà di fiamme della saldatura a gas

tipi di fiamme nella saldatura
Tre tipi di bruciatori per fiamme con diverso sviluppo.
  1. un bruciatore che consente di sviluppare un forte calore su spazi ristretti.
  2. un bruciatore a forcella per saldobrasatura ferro,rame e piombo del diametro massimo di 20 mm.
  3. un bruciatore a forcella per tubi fino al diametro di 40 millimetri.

Gli ugelli nella saldatura a gas

ugelli per saldatrice
La varietà degli impieghi della saldatura a gas è testimoniata dal gran numero di ugelli tra cui la versione per saldare guaine bituminose (in alto a destra) e quella per saldare a stagno (mazzetta in basso a sinistra). Speciali valvole evitano dispersioni di gas e garantiscono pressioni sempre costanti del gas in uscita

I vantaggi della saldatura a gas

Il gas liquido ha numerosi vantaggi, primo tra i quali una facile portatilità, un’eccellente conservazione, specie se le bombole sono ben costruite, ed è reperibile senza alcuna difficoltà anche nelle ferramenta. Come contropartita il gas liquido non offre buoni rendimenti quando le superfici da saldare, e quindi da riscaldare, raggiungono dimensioni notevoli.

Mentre con le saldature ossiacetileniche, ove sono in gioco temperature intorno ai 3000°C, si debbono regolare due manopoline ed è necessario applicare sulle bombole appositi riduttori di pressione che debbono anch’essi essere regolati, sul cannello a gas liquido c’è un rubinetto solo, quindi una sola manopola.

La carburazione avviene di solito soltanto aumentando o diminuendo l’afflusso di gas mentre l’aria entra attraverso ugelli fissi, predisposti nella costruzione del cannello. Oltre al cannello a gas, serve un tubo di raccordo, in gomma resistente al propano, di una lunghezza superiore ai 2 metri, munito di attacchi idonei.

Impugnature controllate e sicure nella saldatura a gas

impugnatura di sicurezza per saldatura

Le impugnature destinate alla saldatura a gas possono essere equipaggiate con diversi tipi di lancia e sono soggette a severi controlli sul piano della sicurezza: i rubinetti, ad esempio, devono sopportare fino a 10.000 cicli di apertura e chiusura. I manicotti metallici posti a circa metà lunghezza dei tubi di alimentazione non indicano la presenza di una giunzione tra due spezzoni: si tratta invece delle utilissime valvole di non ritorno, che permettono il passaggio del gas in una sola direzione ed eliminano la pur improbabile eventualità di un ritorno di fiamma.

Il regolatore e le bombole nella saldatura a gas

regolatore di sicurezza bombole
I dispositivi di erogazione da applicare sulle bombole per
la saldatura a gas sono molto curati dal punto di vista della sicurezza: oltre alle valvole di non ritorno che impediscono il verificarsi di ritorni di fiamma, ci sono i regolatori di pressione, uno per ogni bombola, con doppio manometro, che permettono di impostare le corrette precondizioni per gestire la calibrazione finale della fiamma con le manopole in testa al cannello.

I posti di saldatura

Sono sicuri e semplici, completi e pratici, portatili e poco ingombranti. La loro autonomia è tranquillizzante e le parti di ricambio, così come gli accessori, sono sempre reperibili. Si trovano in commercio pratici posti di saldatura ossiacetilenica a peso contenuto, destinati all’artigiano, ma validissimi anche per il fai da te. Le caratteristiche di questi impianti portatili non differiscono per niente da quelli più grossi, il volume di ossigeno e di acetilene contenuto in ciascuna bombola è comunque notevole. Il posto di saldatura funziona esattamente come un grande impianto: salda, brasa, taglia, con ampia autonomia.

Le bombole sono di tipo ad alta sicurezza, con il collare superiore protetto, come quelle del gas liquido da cucina, in modo che né colpi, né cadute o altri incidenti possano danneggiare la rubinetteria. La presenza dei riduttori e dei doppi manometri installati su ciascuna bombola, il sistema di bloccaggio rapido, la lunghezza dei tubi ne fanno una soluzione valida. Vi sono versioni anche più economiche e leggere per la saldatura a base di ossigeno e butano e modelli di tipo polivalente (in cui basta cambiare la bombola del gas da miscelare con l’ossigeno).

Saldatura a gas nella pratica

I pezzi da saldare non debbono muoversi tra loro e rispetto al banco di saldatura. Quando le parti da saldare sono pesanti e sagomate in maniera favorevole, non è necessario bloccarle. Oltre al banco di lavoro servono alcuni utensili: martelli, tenaglie, pinze sia per spianare le lamiere, per piccoli lavori di aggiustaggio, sia per reggere o spostare i pezzi o tutto il lavoro di saldatura quando esso è ancora caldo.  Il lavoro di ripresa, ossia di saldatura anche dall’altro lato, deve essere eseguito prima che il metallo si raffreddi, per evitare distorsioni.

Temperature elevate nella saldatura a gas

saldare il ferro
Per saldare il ferro servono temperature molto elevate, raggiungibili solo con la saldatura a gas: a seconda della resistenza meccanica che si vuole ottenere e dello spessore dei pezzi si usano come materiale d’apporto o bacchette di ferro, o leghe con un punto di fusione inferiore.

Quale dardo utilizzare per la saldatura a gas

tipi di fiamma e temperature
  1. il dardo ossiacetilenico normale è lungo 7-8 cm. La temperatura è tanto più alta quanto più ci si avvicina all’ugello del cannello, ma in prossimità dell’imboccatura c’è una lieve flessione. A seconda del colore e della forma della fiamma si possono riscontrare diverse caratteristiche.
  2. la fiamma gialla, ampia e molto luminosa è ossidante e troppo ricca di ossigeno.
  3. la fiamma stretta e di colore azzurro è riducente e ricca di acetilene. Per ottenere una buona saldatura la miscelazione deve avvenire nei rapporti dovuti.

Le bombole di gas

Si possono adottare diverse soluzioni. La più economica è quella di munirsi di una grossa bombola di gas di quelle che si usano per le cucine, e in tal caso non è nemmeno necessario usare il riduttore di pressione. Con le bombole di propano, è meglio montare anche il riduttore a membrana. Si può essere indotti nella tentazione di fare il pieno delle bombolette più piccole mediante operazioni di travaso da quella più grossa. Questo travaso, apparentemente semplice, è in realtà pericolosissimo e assolutamente sconsigliabile.

La torcia a gas

La fiamma ossidrica portatile utilizza bombolette da poche centinaia di grammi, a perdere, di lamierino leggero. Le migliori sono le lampade che possono funzionare in posizione orizzontale, verticale, obliqua e addirittura capovolta: non sempre i lavori di saldatura a gas vengono eseguiti in posti agevoli!

Come si salda a gas

come si salda
  1. su due pezzi che vanno saldati ad angolo il metallo di apporto si deposita solo da una parte.
  2. due lamiere per essere saldate insieme devono essere lavorate sui bordi per avere uno smusso a V con apertura di 70° circa.
  3. lamiere con forte spessore si preparano e si saldano così.
  4. nella saldatura a sinistra l’angolo del cannello non deve superare i 50°, mentre la bacchetta è mantenuta a 45°, in quella a destra il cannello deve essere inclinato fino a 70°.
  5. nella saldatura a sinistra il cannello insegue la bacchetta tenuta inclinata di 45°. La saldatura a destra, o saldatura all’indietro, è molto usata con i pezzi di spessore superiore ai 4 mm, perché richiede un minor consumo di materiale d’apporto.
  6. la sezione del bagno di fusione e la forma di un cordone ben eseguito, che assomiglia ad una corda appiattita.

Errori da evitare nella saldatura a gas

saldatura errori
  1. la saldatura tende a chiudere i due pezzi e quindi, prima di stendere un nuovo cordone, occorre lasciar raffreddare il precedente.
  2. nella saldatura a T c’è il rischio dell’imbarcamento.
  3. nella saldatura laterale i pezzi vengono spostati dalla verticale per ovviare si pone il pezzo ad un angolo maggiore di 90°.
  4. anche una barra saldata a T rischia di imbarcarsi, ma il lavoro risulta corretto se si effettuano puntature alternate.
  5. per evitare l’imbarcamento orizzontale si pongono i pezzi in modo divaricato così da compensare la contrazione

I cannelli nella saldatura a gas

Per operare fattivamente con la saldatura a gas è necessario un minimo di pratica. La bombola deve essere tenuta piuttosto vicina al punto di lavoro, in modo che il tubo (il cordone ombelicale tra cannello e bombola) non debba mai tendersi e ostacolare il lavoro.  Attenzione alla tenuta dei raccordi: la maggior parte di essi viene avvitata in senso antiorario, perché la filettatura ha un passo sinistrorso.  Per essere sicuri che non vi siano perdite, si spennella un poco di acqua saponata sulle giunzioni.

Anche la più piccola fuga viene rilevata dal rigonfiarsi di tante bollicine. Il sistema di avvicinare un fiammifero ai giunti è senz’altro da evitare. La saldatura deve essere preceduta dalla preparazione del punto di lavoro. Dato il forte calore irraggiato, è necessario proteggere la zona circostante, per cui, se si lavora su un banco, è meglio rivestirlo con uno o più mattoni refrattari. Se si salda un tubo accanto ad una parete o sotto un lavandino, è consigliabile ispezionare la zona circostante.

Dopo l’accensione del cannello, automatica se questo è munito del dispositivo piezoelettrico, con un fiammifero da cucina se si tratta di un utensile classico, si controlla la carburazione della fiamma. Facendo oscillare la fiamma dei saldatori a gas si preriscalda il pezzo da saldare. Si deposita un poco di polvere disossidante sul punto da saldare e vi si ripassa sopra la fiamma facendolo sciogliere e bollire. Quando le bollicine sono quasi completamente scomparse, possiamo far colare le prime gocce di metallo sopra la giunzione.

La puntatura con la saldatura a gas

Per saldare correttamente pezzi di dimensioni apprezzabili è consigliabile eseguire un lavoro di puntatura. Puntare due pezzi tra loro consiste nel far cadere una goccia di materiale d’apporto alle due estremità del tratto da saldare, in modo che le due parti rimangano provvisoriamente unite. Ottenuto questo risultato, per evitare le deformazioni provocate dal calore, conviene proseguire la puntatura facendo cadere alcune gocce in zone intermedie.

Tutti i metalli sono isotropi ed ottimi conduttori del calore, con la conseguenza di riscaldarsi abbastanza uniformemente anche in punti distanti. Quando la saldatura avviene, per motivi di spessore del materiale, da ambo i lati, è indispensabile che la puntatura venga ripetuta anche dalla parte opposta. Ma non si commetta l’errore di sfalsare la simmetria dei punti: essi debbono essere ripetuti esattamente nelle medesime posizioni e nella stessa quantità per non inarcare le lamiere.

A saldare, di solito, si inizia da un lato e si conclude su quello opposto. Quando c’è il pericolo di deformare le parti, per effetto del calore, si può anche eseguire una saldatura a zone, saldando prima un tratto ad un’estremità, poi l’altra, quindi il centro.  Le tre zone così formatesi vengono congiunte tra loro con altri due tratti di saldatura. Riscaldando il materiale d’apporto nella zona di giunzione tra le diverse zone si spianano le asperità e si ottiene un cordone esteticamente perfetto.

La formazione della fiamma non è ottenuta solo a spese della bombola di acetilene e di quella di ossigeno, ma anche l’ossigeno presente nell’aria contribuisce alla combustione. Per la combustione completa di un litro di acetilene concorrono 2,5 litri di ossigeno.  Di questi mediamente 1,1 litri sono forniti dalla bombola, ed 1,4 litri dall’aria circostante. Da ciò si deduce quanto sia importante effettuare la saldatura a gas in presenza di una buona ventilazione.

Puntature contrapposte

puntature contrapposte
Per saldare un tubo è necessario eseguire delle puntature contrapposte nell’ordine indicato. Il cordone viene realizzato con un movimento a zig-zag del cannello, cercando di distribuire nel modo più uniforme possibile il materiale d’apporto: così facendo si migliorano l’aspetto e la resistenza della saldatura.

Unire in orizzontale

saldare in orizzontale
Questo tipo di saldatura è detto anche “in cornice”. Con i dovuti accorgimenti è semplice da effettuare: nei limiti del possibile è meglio eseguirla da sinistra (l’effetto di capillarità fa sì che il metallo fuso venga risucchiato nella fessura), inoltre la lancia va tenuta rivolta verso l’alto, con un angolo di circa 70°, in modo che la fiamma spinga la fusione verso l’alto, riducendo la possibilità di colature.

Unire in verticale

saldare in verticale
Due lamiere affiancate in piedi si uniscono con una saldatura a zig-zag che parte dal basso; il materiale d’apporto segue i movimenti del cannello e chiude la linea di giunzione. L’inclinazione della lancia di 70° verso l’alto e rapidi passaggi in successione impediscono le colature e permettono di ottenere un cordone di buona qualità estetica.

Unire sopra la testa

saldare sopra testa
È la più difficile, ma non impossibile. Per evitare colature è necessario procedere rapidamente, eseguendo un piccolo cordone di saldatura iniziale, che potrà essere anche ripreso più volte. La potenza del cannello è meglio che sia ridotta di 1/3 rispetto a quella nominale. Resta da mantenere a 45° l’inclinazione della bacchetta rispetto alla superficie da saldare, mentre il dardo deve risultare quasi perpendicolare.

Cosa fare se si spegna la fiamma durante la saldatura

Durante la saldatura a gas o nel corso dei preliminari si può verificare una tipica serie di inconvenienti. Il più comune è quello che si manifesta con un improvviso spegnimento della fiamma, seguito da un sonoro schiocco. È dovuto all’improvvisa ostruzione dell’ugello della punta.

Il rimedio è quello di sfregare la punta contro una tavoletta per estrarre, con l’attrito, il corpuscolo che ostruisce l’ugello. Se lo sfregamento non produce risultati, bisogna aspettare che il cannello si raffreddi, quindi si smonta la punta e la si pulisce all’interno, servendosi esclusivamente di uno stuzzicadenti (mai punte di ferro o di acciaio che allargherebbero il diametro).

Qualora si oda una serie di scoppi, a brevi intervalli tra loro, significa che la punta si è riscaldata troppo: bisogna lasciarla raffreddare. Il cordone di saldatura deve somigliare a una corda appiattita, perché è costituito da una serie di gocce di metallo parzialmente sovrapposte e allargate. La regolarità della larghezza del cordone, la distanza simmetrica delle sue squame e l’assenza di difetti estetici sono segnali che la saldatura è corretta e solida.

Qual’è la corretta angolazione del cannello?

Il cannello viene tenuto con un’inclinazione di 45° rispetto al piano di saldatura: la punta del dardo della fiamma dev’essere posta a 4-6 mm dal cordone che si sta formando per non toccare il metallo, in quanto il dardo è ancora ricco di carburante: non ha ancora bruciato tutto il gas e il punto più caldo della fiamma si trova a qualche millimetro davanti alla punta del dardo.

Mentre con la saldatura a sinistra si va verso la sinistra, e il cordone di saldatura viene lasciato sotto e dietro il cannello, nella saldatura a destra il cordone viene lasciato sotto e dietro la bacchetta. Con questo tipo di saldatura lo smusso a V può essere molto più stretto, diciamo a 70° anziché a 90°, perché il cannello non viene più tenuto a 45°. Risulta utile ricordare che nella saldatura a destra il cannello rimane sempre a destra e la bacchetta a sinistra, esattamente come si fa con la saldatura a sinistra.

Nella saldatura a sinistra la bacchetta viene tenuta con la punta immersa nel bagno che costituisce il cordone ancora liquido. La bacchetta segue ugualmente il movimento del dardo della fiamma, che si trova a circa 5 mm
dal piano.

Interventi sulla carrozzeria

saldare la carrozzaria
In carrozzeria capita spesso di dover ricostruire una parte deteriorata o deformata in modo irrecuperabile. Il nuovo elemento, che sia una piccola pezza oppure un ricambio intero (parafango, sottoporta, montante ecc) spesso deve essere unito per tutto il suo perimetro di contatto. In questo caso, la saldatura a gas è quasi d’obbligo per via del limitato spessore delle lamiere che oggi formano la carrozzeria delle automobili (un tempo erano molto più spesse e si saldavano più facilmente): come materiale d’apporto si usano spesso leghe a basso punto di fusione, che tendono a distribuirsi sulla superficie senza formare rilievi. In alternativa si usano le saldatrici a filo con protezione gas inerte (MIG), montando un rotolo di filo di piccola sezione e, di conseguenza, il giusto rapporto di voltaggio e amperaggio applicato alla torcia.

Come effettuare degli smussi

Quando le lamiere hanno uno spessore che supera i 4 mm la fiamma non penetra profondamente nel vano tra i bordi da saldare. Per questo motivo bisogna eseguire, su ciascuna parte, uno smusso a 45°, in modo da formare, unendo i due pezzi, una gola a V: essa può essere ottenuta con una lima, una mola o una smerigliatrice. Quando lo spessore dei pezzi supera i 12-15 mm, lo smusso deve essere eseguito in forma di X praticando smussi a V su entrambi i lati: in tal modo è possibile eseguire una saldatura simmetrica da ambo i lati delle lamiere.

La precisione è la base di ogni saldatura a gas

Per iniziare una saldatura a gas occorre essere precisi fino alla pignoleria. Prima si apre il rubinetto della bombola dell’acetilene o del gas liquido. Poi si apre la valvola dell’ossigeno. Si regola con precisione il riduttore dell’ossigeno controllando il manometro.

Quindi si controlla il corretto funzionamento del cannello, provandolo con la fuoriuscita di un soffio di ossigeno. Finalmente si apre il rubinetto dell’acetilene posto sul cannello con ossigeno chiuso. Si accende l’acetilene puro e si inizia cautamente l’apertura del rubinetto dell’ossigeno posto sul cannello.

Quando si ritiene che la saldatura sia terminata, si chiudono nell’ordine il rubinetto dell’acetilene e dell’ossigeno posti sul cannello, il rubinetto della bombola di acetilene o di gas liquido; infine si allentano le viti del riduttore dell’ossigeno. 

Il taglio con la fiamma

taglio a fiamma

Con la fiamma è possibile effettuare il taglio di pezzi e di lamiere, anche di spessore considerevole. Il principio dell’ossitaglio è basato sull’ossidazione del ferro ad alta temperatura. Per ossidazione si intende, è noto, la combinazione di un metallo con l’ossigeno. Quando il ferro, mantenuto ad alta temperatura dalla fiamma, viene investito da un violento getto di ossigeno, brucia rapidamente nel punto in cui è colpito. In tal modo la fiamma lo “taglia” anche se di spessore considerevole. In queste condizioni il ferro brucia senza fondere; il taglio è bello, netto, sottile, mentre la scoria viene lanciata via dal getto dell’ossigeno e dalla fiamma.

Il cannello comune non è in grado di tagliare lamiere o pezzi di qualsiasi spessore. La qualità del cannello riveste la massima importanza, perché da esso dipendono sia il consumo del gas e dell’ossigeno, sia la velocità del taglio. Le punte dei cannelli da taglio emettono la fiamma da riscaldamento in forma anulare che viene circondata dal getto di ossigeno. Si accende prima il gas e si apre successivamente l’ossigeno, regolando la fiamma.

Il cannello deve essere tenuto, inizialmente, inclinato di 40° rispetto al piano di taglio. Quando si invia l’ossigeno per il taglio, si verifica un inevitabile abbassamento nella pressione dell’ossigeno inviato alle fiammelle di taglio. Bisogna quindi ridurre l’afflusso di gas. Appena si inizia il taglio, si chiude l’ossigeno e si riscalda il pezzo fino al color rosso vivo, tenendo sempre il cannello inclinato a 40°. Quindi si riapre l’ossigeno da taglio ponendo il cannello in perfetta verticale e si insiste su quel punto fino a che non si vedono le scintille uscire sotto la lamiera. Solo adesso possiamo incominciare lo spostamento lungo la linea di taglio.

Diagramma riassuntivo per la saldatura a gas

Sicurezza durante la saldatura a gas

La sicurezza è un aspetto fondamentale quando si lavora con attrezzature di saldatura a gas. È importante indossare l’abbigliamento protettivo appropriato, che include guanti di saldatura, occhiali di sicurezza e un grembiule o una giacca di saldatura per proteggere la pelle dalle scintille e dal calore. Inoltre, lavorare in un’area ben ventilata è essenziale per evitare l’inalazione di gas e fumi potenzialmente nocivi.

Tecnologie avanzate nella saldatura a gas

Negli ultimi anni, la tecnologia della saldatura a gas ha fatto passi da gigante. Ad esempio, le torce di saldatura a gas moderne sono spesso dotate di sistemi di controllo del flusso di gas per migliorare l’efficienza e la precisione della saldatura. Inoltre, alcuni saldatori a gas ora includono funzionalità digitali, come display LCD e controlli touch, che rendono l’attrezzatura più facile da usare e più precisa.

Saldatura a gas rispetto ad altri metodi di saldatura

Mentre l’articolo si concentra sulla saldatura a gas, potrebbe essere utile per i lettori comprendere come si confronta con altri metodi di saldatura, come la saldatura MIG (Metal Inert Gas) o TIG (Tungsten Inert Gas). Questo potrebbe includere una discussione sui vantaggi e gli svantaggi di ciascun metodo, così come le applicazioni più adatte per ciascuno.

Formazione e certificazione per la saldatura a gas

Infine, un’aggiunta utile all’articolo potrebbe essere un paragrafo sulla formazione e la certificazione necessarie per diventare un saldatore a gas professionista. Questo potrebbe includere informazioni su dove e come ottenere la formazione, così come i benefici di ottenere una certificazione professionale.

Un baule armadio fai da te per la cameretta

0

Un grande contenitore fatto come un baule, ma allestito internamente per essere un armadio a misura di teenager. Messo su rotelle pivotanti, lo si sposta agevolemente nella stanza; può rimanere aperto, per una maggiore comodità di utilizzo, e in questo caso una quinta rotella permette di aver maggiore stabilità. Ecco come realizzare un baule armadio fai da te

Per la stanza dei più giovani si cercano sempre idee per rendere l’ambiente giocoso e allegro, ma non bisogna mai sottovalutare la necessità che sia anche funzionale e comodo per incentivare gli occupanti a gestirsi con piacere e non come imposizione. Pertanto, è importante che l’arredo sia a misura per la loro statura oltre che colorato e divertente. Il baule armadio fai da te che proponiamo è un’ottima idea perché è una costruzione semplice e ampiamente personalizzabile, sia nelle misure, per adattarle all’età e alla statura del ragazzo, sia nelle decorazioni e nelle finiture.

Si tratta di costruire un parallelepipedo di legno, usando pannelli di OSB, di multistrato o di MDF; qualsiasi materiale va bene perché sia esternamente sia internamente lo si può rivestire mascherandolo completamente. Questa scelta semplifica molto il lavoro perché permette di fissare i pezzi con chiodi o viti, mandandole sotto filo piano e, al termine, dare una rapida stuccatina agli avvallamenti, prima della verniciatura coprente.

Cassa con coperchio

Si monta la cassa unendo i pannelli che la compongono, ottenendo un parallelepipedo completamente chiuso. Per ricavare il coperchio si effettua un taglio preciso, ovvero eseguito con cura e perfettamente rettilineo, a 100 mm circa da quello che è stato designato come il lato frontale del baule. Per fare un buon taglio ai fini estetici bisogna andare diritti e paralleli al lato, facendo in modo che i lembi del legno non siano rovinati dalla lama.

Completamenti

La parte profonda del baule si allestisce come se fosse un armadio, applicando un bastone in alto per appendere le grucce e, in basso, tre ripiani. Nell’esiguo spessore del coperchio si realizzano col legno alcuni ripiani/contenitore come quelli delle porte dei frigoriferi; alcuni di questi si lasciano aperti nella parte sotto in modo da potervi mettere le calzature. Sempre nello spazio del coperchio, ma nella parte alta, si applica uno specchio fissandolo con due listelli, uno sotto e uno sopra come contenimento, e altri due in sovrapposizione, per tenerlo aderente al pannello posteriore. Ogni coppia di listelli è fissata con una serie di 4 viti.

Il posizionamento naturale del baule armadio fai da te è in piedi; per poterlo spostare comodamente, si applicano sotto la base alcune rotelle di tipo pivotante. Ne servono in tutto cinque: quattro si mettono sotto il corpo grosso del baule e una sotto il coperchio. Quest’ultima è necessaria per sostenere la parte a sbalzo del coperchio quando è in posizione di apertura: a causa delle strutture fissate all’interno e degli oggetti che vi si ripongono, infatti, il peso complessivo di questa parte può diventare molto elevato e, senza un punto d’appoggio a terra, riuscirebbe a sbilanciare in avanti l’intero baule. Alla base del coperchio, ma internamente, si applica anche un listello, fissandolo con 4 viti, messo in modo che sporga di circa 15 mm. Questo è utile per allineare perfettamente la porta del baule armadio fai da te quando viene chiusa.

Finiture del baule armadio fai da te

Il lavoro si conclude con l’applicazione degli angolari tipici dei bauli, ma solo dopo aver completato la colorazione del mobile. In questo caso, avendo usato per la cassa il legno multistrato, la vernice coprente è stata applicata solo esternamente, mentre all’interno è stata data vernice trasparente (flatting).

baule armadio fai da te

Cosa occorre

Multistrato spessore 15 mm:

  • 2 pareti A di 400×1300 mm,
  • 2 basi B di 400×520 mm,
  • 3 ripiani C di 290×518 mm.

Multistrato spessore 10 mm:

  • 2 facciate D di 550×1300 mm.

Abete o pino massello, spessore 8 mm:

  • 9 listelli E da 44×520 mm.

Abete o pino massello, spessore 15 mm:

  • 6 tavolette F da 91×91 mm,
  • 3 tavolette G da 91×520 mm,
  • 2 tavolette reggiscarpe H da 44×140 mm.

Ramino, spessore 4 mm:

  • 4 listelli J da 20×400 mm.

1 specchio piano K, 400×500 m, spessore 4 mm.

In aggiunta: 5 rotelle pivotanti M, con attacco a piastra; 2 tubi reggiabito N, con relativi supporti; 12 reggipiano; 8 rinforzi angolari O; 1 maniglia da baule; 3 cerniere; 1 chiusura a leva; colla vinilica; vernici acriliche e all’alluminio; chiodi e viti.

Baule armadio fai da te: costruzione della cassa di legno

Seguendo le misure indicate, ma redigendo in proprio un disegno dettagliato per confermarne la correttezza, possiamo far tagliare i pezzi direttamente nel centro fai da te, soprattutto i pannelli di multistrato spessi 15 e 10 mm.

baule armadio fai da te

Gli altri pezzi in abete e ramino massello sono facilmente producibili tagliando listelli e tavole piallate: possiamo tagliarli con precisione usando una cassetta tagliacornici e una sega a dorso. I pezzi della cassa li uniamo con chiodi senza testa (gruppini), ma avendo l’accortezza di stendere un filo di adesivo vinilico sulle superfici di contatto, prima dell’inchiodatura.

baule armadio fai da te
Misurati circa 100 mm dal bordo, tracciamo a matita una linea sul fianco, facendola proseguire sulla base e, via via, su tutto il contorno. È la linea da seguire per tagliare la cassa in due pezzi ottenendo fondo e coperchio del baule. Tagliando con il seghetto alternativo, quando arriviamo in fondo a una faccia, incliniamo indietro la lama (portando in avanti l’impugnatura) in modo che la sua punta non vada a toccare la parete della faccia che segue, facendo rimbalzare pericolosamente lo strumento. Con la sega circolare il problema non sussiste.
Costruiamo a parte i ripiani del coperchio. Ogni listello è fissato con due chiodini per estremità: li prepariamo già piantati nel pezzo, poi mettiamo un filo di adesivo, posizioniamo il listello e mandiamo a fondo i chiodini, mandandoli sotto filo piano con il cacciachiodi.
Prima di applicare gli angolari di protezione, dobbiamo colorare l’esterno del baule armadio fai da te, quindi decidiamo se applicare veri profili angolari d’alluminio sugli spigoli oppure simularne la presenza verniciando la parte con smalto argento, previo mascheramento con nastro di carta.

Per bordi di taglio netti e non sbrecciati

Per la divisione del parallelepipedo in coperchio e fondo, se si considera di utilizzare un seghetto alternativo o una sega circolare, va tenuto conto che in entrambe le macchine i denti delle lame lavorano agendo dal basso verso l’alto, quindi tendono a sbrecciare il bordo superiore (in uscita).

Per ovviare al problema, un sistema è quello di appoggiare una tavola di scarto sulla cassa e procedere tagliando contestualmente anche quella: se la tavola viene tenuta bene in appoggio sulla cassa, il bordo rovinato risulterà soltanto il suo.

Bonus pubblicità 2023

Dal 1° al 31 marzo 2023 è possibile inviare la “Comunicazione per l’accesso” al credito d’imposta per gli investimenti pubblicitari incrementali per l’anno 2023

Anche quest’anno sarà possibile beneficiare del credito di imposta per gli investimenti pubblicitari, ma con alcune differenze rispetto al passato:

il credito d’imposta ammonterà al 75% e riguarderà solo gli investimenti incrementali rispetto a quelli effettuati nel 2022;

riguarderà solo gli investimenti su carta stampata e media on line, registrati come “testate giornalistiche”, escludendo i canali televisivi e radiofonici.

Le domande possono essere presentate fino al 31 marzo attraverso il portale dell’Agenzia delle Entrate, utilizzando l’apposito modello da compilare seguendo le istruzioni.

La dichiarazione sostitutiva degli investimenti effettuati, invece, andrà presentata tra il 9 gennaio 2024 e il 9 febbraio 2024.

Per il bonus pubblicità 2023 sono stati stanziati 30 milioni di euro, che verranno ripartiti sulla quota delle domande pervenute. L’esclusione dei canali TV e radio, che comportano gli investimenti più costosi, e il calcolo ristretto agli investimenti incrementali, fanno pensare che quest’anno il riparto sia ben più cospicuo rispetto a quello dello scorso anno, che è risultato significativamente ridotto a causa di una forte richiesta.

I media cartacei e digitali di EDIBRICO sono testate giornalistiche attraverso le quali è possibile accedere al bonus, presentando richiesta della dichiarazione da allegare a quella relativa agli investimenti effettuati. 

I 3 media cartacei EDIBRICO

I 6 media digitali EDIBRICO