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Presa d’aria nel muro con sega a tazza contro l’umidità

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Per quanto si cerchi di progettare bene una costruzione, ipotizzando ogni possibile vizio che possa creare inconvenienti futuri, si capisce solo dopo qualche tempo se i provvedimenti adottati siano più o meno efficaci. La formazione di umidità è uno dei disagi più frequenti con i quali ci si trova a combattere, proprio perché molti fattori possono determinarla; intervenire in modo risolutivo a posteriori è un problema serio e dispendioso, ma alla portata di un fai da te.

La causa è sicuramente una circolazione d’aria insufficiente in corrispondenza di una zona sottoposta ad un elevato sbalzo termico: l’aria calda incontra una zona fredda e, non trovando sfogo, forma condensa, che in breve tempo porta alla formazione di macchie umide, spore, salnitro ed efflorescenze. La soluzione consiste nel ridurre il salto termico, oppure far sì che la condensa abbia una via di fuga. Aprire alcuni fori nei muri perimetrali e mettere in comunicazione con l’esterno la zona che determinava la formazione di umidità può essere una soluzione drastica, ma sicuramente efficace.

Carotare il muro non è un lavoro complesso, tanto più che è possibile noleggiare l’attrezzatura occorrente nei centri bricolage; con seghe a tazza di grandi dimensioni si ottengono fori precisi che possono essere mascherati e protetti con una griglia. Naturalmente occorre praticare almeno un foro anche nella parete opposta a quella ammalorata. 

Come carotare un muro

Tempo richiesto: 2 ore

  1. Una guida per l’avvio

    Si fissa la guida per la sega a tazza nel punto da forare. La guida permette di iniziare la foratura evitando scivolamenti dell’utensile e va rimossa dopo aver inciso qualche centimetro di muro.

  2. Tunnel nel mattone

    Mentre si avanza bisogna di tanto in tanto fermarsi per rimuovere con punta e mazzetta il tappo che si forma ed impedisce l’aspirazione e l’avanzamento della sega a tazza.

  3. Griglia di protezione

    Completato e ripulito il foro conviene inserire uno spezzone di tubo e bloccarlo con un po’ di malta, in modo che sia stabile e permetta alle alette della griglia di protezione di aderire alle pareti. La griglia assicura un buon passaggio d’aria ed impedisce l’accesso agli animali.

Importanza della corretta posizione del foro

Quando si decide di fare un foro nel muro tramite carotatura per ridurre l’umidità, la scelta della posizione è essenziale. Non è sufficiente semplicemente forare in qualsiasi punto del muro; bisogna considerare la direzione del flusso d’aria e la gravità. Idealmente, i fori dovrebbero essere posti in alto per permettere all’aria umida di uscire e alla parte inferiore del muro per permettere all’aria fresca di entrare. Questo creerà una corrente d’aria che aiuterà a ridurre l’accumulo di umidità.

Considerazioni estetiche

Mentre l’efficacia nella riduzione dell’umidità è la priorità, l’aspetto del muro non deve essere trascurato. Una volta posizionata la griglia di protezione, si potrebbe considerare la pittura o l’utilizzo di decorazioni per integrare il foro nel design della stanza. Questo garantirà che il foro non diventi un punto focale indesiderato.

Manutenzione periodica

Anche dopo aver fatto un foro per ridurre l’umidità, la manutenzione è essenziale. Con il tempo, la griglia di protezione può diventare intasata da detriti, polvere e sporco. Una pulizia regolare garantirà una circolazione d’aria ottimale e impedirà la riformazione dell’umidità.

Monitoraggio dell’umidità post-intervento

Dopo aver creato il foro, è buona norma monitorare i livelli di umidità nella stanza per assicurarsi che la soluzione stia funzionando come previsto. L’uso di un igrometro può aiutare a tenere traccia dei livelli di umidità. Se, nonostante il foro, l’umidità rimane alta, potrebbe essere necessario valutare altre soluzioni o metodi di intervento.

Consultare un esperto

Anche se forare un muro può sembrare un’operazione semplice, in alcuni casi potrebbe essere utile consultare un esperto prima di procedere. Questo è particolarmente vero se la casa ha una struttura particolare o se si sospetta la presenza di tubature o cavi nel punto scelto per il foro. Un professionista può offrire consigli preziosi e garantire che il lavoro venga eseguito in modo sicuro ed efficace.

Brico io: nuova apertura a Cantù (CO)

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Oltre 1.200 metri quadrati per chi ama casa e giardino in Via Lombardia, 68

Il nuovo negozio Brico io inaugurato oggi a Cantù ri-nasce nel centro Commerciale Mirabello di Cantù, in via Lombardia 68, poco più avanti del vecchio sito. Con accesso direttamente dal parcheggio, godrà dei vantaggi del “vivere in un centro commerciale”. Il Brico io di Cantù, aperto nell’ottobre del 2016 è stato totalmente trasferito durante il mese di agosto nella nuova location.

Cantù oggi ha terminato il suo restyling e si presenta al pubblico con una nuova proposta, in linea con il format e la mission aziendale basato sul concetto di prossimità, vicino alle famiglie, utile per la risoluzione delle quotidiane necessità e piccole manutenzioni di casa e giardino.

Negli oltre 1.200 mq. propone oltre 25.000 articoli nei reparti tradizionali e tecnici del “fai da te”: Utensileria elettrica e manuale, Elettricità, Idraulica, Accessori e Arredo Bagno, Ferramenta, Scaffali, Sistemazione e Arredo casa, Legno, Vernici, Giardinaggio, Arredo giardino, Auto e Bici; affiancati dal nostro shop in shop L’Outlet del Kasalingo, dedicato al mondo del tessile, della cucina, della tavola e del piccolo elettrodomestico. A completare l’offerta un’ampia area dedicata ai prodotti promozionali e stagionali.

E’ stato fatto un grande sforzo da parte di tutto il team – dichiara Paolo Micolucci Consigliere Delegato di Brico io S.p.A. – durante i giorni di chiusura al pubblico abbiamo comunicato alla clientela di Cantù la possibilità di recarsi presso il vicino negozio di Lipomo, offrendo loro uno sconto speciale sugli acquisti. Abbiamo voluto organizzare un rilancio speciale, per festeggiare insieme ai nostri fedelissimi clienti l’apertura del nuovo Brico io di Cantù.

I Numeri 79 negozi a gestione diretta e 36 in affiliazione.

I Servizi Taglio legno, Tintometro, Duplicazione chiavi e radiocomandi, Timbri e Targhe, Pagamento utenze e Punto di ritiro ordini online.

Lo staff 8 addetti, inclusa la regia, sono a disposizione della clientela per aiutarli nella scelta dei prodotti giusti.

Le Offerte Il volantino realizzato per l’apertura propone una serie di articoli a prezzi vantaggiosi selezionati tra i più rappresentativi dei reparti, con un occhio particolare alla stagionalità.

Link al volantino: https://www.calameo.com/read/007223554074382a87e72

Il Lancio La nuova apertura vede protagonista il punto vendita di un concorso veramente interessante che mette in palio, oltre a tantissimi buoni sconto, 10 I-Phone. Concorso “stuzzicante” che abbiamo pensato di ripetere visto il successo riscontrato quando fatto in occasione di aperture o rilanci di altri punti vendita.

A supporto, oltre alla distribuzione del volantino, affissioni Comunali, vele 6×3 fisse e itineranti, invio si sms, comunicazione interna al centro commerciale e social adv.

Orario di apertura: dal lunedì al sabato dalle 9.00 alle 20.00 – domenica dalle 9.30 alle 20.00

Brico io CANTU (CO) – Centro Commerciale Mirabello – Via Lombardia, 68 – Tel. 031.7184829

Non più il triste monolocale ma un posto elegante e funzionale

Tratto da “Come ristrutturare la casa n.5 – Settembre/Ottobre 2023″

Autore: Nicla de Carolis

Monolocale non significa più uno spazio arrangiato con mobili di fortuna e dormire sul divano letto con un materasso che rimane piegato di giorno e la sera si apre risultando inevitabilmente assai scomodo: un vero letto oggi si estrae dal palco o dall’armadio o è sul soppalco e ogni cosa trova il suo spazio per essere riposta ordinatamente. Palchi, soppalchi, ante scorrevoli, pareti tappezzate di contenitori, armadi che nascondono la cucina, il tutto per conferire all’ambiente una bella estetica e praticità; il punto di partenza è una buona progettazione per far realizzare arredi su misura o scegliere tra le proposte dell’industria davvero magiche con i loro morbidi meccanismi apri e chiudi. Per monolocale si intende un miniappartamento costituito da una sola camera più i servizi, con dimensione minima non inferiore a 28 metri quadri, questo dice la legge; poi, come vedrete nel servizio di apertura da pagina 36, la realtà presenta soluzioni anche più piccole, estremamente ingegnose, che potranno essere di spunto per recuperare ogni centimetro.
Per chi invece non ha problemi di spazio e dispone di una casa terratetto di quasi 300 m2 da ristrutturare, ci sono diverse idee nel progetto da pagina 60, dove non si è lesinato in demolizioni e nuove ripartizioni e nell’inserimento di ogni sorta di innovazione, non ultimo il sistema di ventilazione meccanica controllata “puntuale” per garantire il ricambio d’aria in ogni singola stanza.
Anche se solo da poco ci siamo liberati del caldo martellante di questa estate, bisogna pensare al riscaldamento e da pagina 74 troverete un dossier che aiuta ad orientarsi tra le tante novità che offre il mercato, soprattutto votate all’obiettivo di non utilizzare combustibili inquinanti; dalle pompe di calore che, per essere il sistema di riscaldamento ecologico, dovrebbero alimentarsi solo con energia verde, alle caldaie a biomassa che garantiscono rese elevate, basse emissioni e facile reperibilità del combustibile di cui è ricco il nostro Paese. Tutto questo in attesa delle caldaie a idrogeno. Vedrete che alcuni modelli sono già predisposti per un funzionamento ibrido, bisognerà però aspettare che l’idrogeno arrivi in casa e che venga prodotto da una rete totalmente decarbonizzata, questo non sarà immediato.
Da pagina 18 un assaggio di quelle che saranno le novità del CERSAIE, con tre tendenze che hanno l’unico obiettivo di rendere sempre più personalizzate le scelte: la varietà dei colori, lo stile più grezzo delle superfici che si ispira al brutalismo degli anni ‘50, le superfici tridimensionali… quanta strada ha fatto la ceramica!

Idee e nuovi prodotti per una casa su misura

Tratto da “Rifare Casa n.89* – Settembre/Ottobre 2023″

Autore: Nicla de Carolis

Dovendo scegliere tra l’acquisto di una casa già finita e una completamente da ristrutturare, non ho dubbi, sceglierei la seconda: parlando di un appartamento in città, dopo aver valutato la zona e lo stile dell’edifico, è il caso di esaminare lo stato delle parti comuni, la rumorosità dall’interno e dall’esterno, l’esposizione, meglio se doppia, l’altezza dei soffitti. Se queste cose, che ovviamente non potremmo cambiare, vanno bene tutto il resto è fattibile con una buona ristrutturazione. Il bel progetto da pagina 14 ci mostra come addirittura uno spazio di 400 metri quadri, ex officina, abbia cambiato destinazione d’uso diventando un’abitazione con i requisiti necessari per la trasformazione. Tra gli interventi più interessanti il mantenimento di tanta superficie vetrata nei soffitti con la sostituzione di finestre performanti in termini di isolamento acustico e termico, comandate elettricamente con alimentazione a energia solare. L’altro intervento fondamentale è stato l’isolamento del pavimento che, grazie all’altezza degli ambienti si è potuto fare sopraelevandoli addirittura di 60 cm.
Il risultato è una superficie abitabile infinita con un’illuminazione che giova anche all’umore…

Così, da sempre, con i suoi approfondimenti su prodotti e le realizzazioni dei migliori architetti, l’obiettivo di questa rivista è quello
di aiutare i lettori a fare le scelte giuste per ristrutturare la casa, progettando ogni singolo dettaglio come un abito su misura.
In questo numero, da pagina 30, il dossier tratta dei diversi sistemi di riscaldamento, argomento più che mai attuale, in continua evoluzione verso l’eliminazione dei combustibili fossili. Pompe di calore a energia elettrica prodotta da impianti fotovoltaici sul tetto di casa e sistemi a biomassa, particolarmente interessanti considerando l’imponente quantità di boschi presenti nel nostro Paese, queste sono le più attuali proposte da prendere in considerazione se si deve cambiare la caldaia.

Parlando invece di finestre, le principali innovazioni nello speciale da pagina 66 sono i telai sempre più sottili, con più ampie superfici vetrate che fanno venir voglia di sostituirle anche se sono ancora buone; c’è poi grande varietà di materiali, accoppiati e non, particolarmente belli quelli in acciaio zincato con finiture decapato, inossidabile, Cor-Ten e bronzo e quelli in alluminio con la loro ampia scelta cromatica.
Ma anche il fantastico mondo della ceramica non finisce di stupire con pavimenti e rivestimenti, nulla a che vedere con le “piastrelle” di una volta utilizzate solo in bagno e in cucina: forme, spessori, decori anche 3D le rendono protagoniste nell’allestimento di ogni stanza della casa, lo vedrete da pagina 92.

UniversalHammer 18 V di Bosch | Demolisce e fora: 4 applicazioni in 1

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UniversalHammer 18 V è un potente martello elettropneumatico alimentato con batterie 18 V della famiglia Power For All Alliance, con funzione di avvitatura, foratura con o senza percussione e scalpellatura

Hammer in lingua tedesca e inglese significa martello; Universal, invece, nell’ambito del catalogo Bosch, designa una classe di elettroutensili semplici nell’utilizzo ed efficaci, aperti a chiunque nella fruizione e nello stesso tempo sufficientemente potenti e versatili anche per l’utilizzatore più esperto. Ecco quindi UniversalHammer 18 V di Bosch, un martello elettro-pneumatico con caratteristiche che lo rendono veramente universale, di nome e di fatto, alimentato con le diffuse batterie al litio da 18 V del sistema Power For All Alliance.

Si distingue per essere molto compatto e maneggevole, nonché versatile, grazie alle 4 possibilità di funzionamento: foratura, foratura con percussione, scalpellatura e avvitamento. Come scalpellatore e tassellatore dimostra una potenza di tutto rispetto, con un colpo da 2.0 J, che consente di forare e scalpellare nel calcestruzzo con punte sino a un diametro di 16 mm.

Il mandrino universale è SDS-Plus, per un cambio rapido degli accessori e totale affidabilità nel trasmettere il colpo sul materiale. La velocità variabile è utile per adattare l’azione al tipo di applicazione da svolgere. Bassissimo il livello delle vibrazioni sull’impugnatura, essendo questa disaccoppiata dalla parte attiva del martello.

Le 4 posizioni del selettore permettono di scegliere: foratura senza percussione, foratura con percussione, percussione con punta libera di ruotare, percussione con punta bloccata con un orientamento.

Una sola batteria per tutti gli utensili

Power For All Alliance è una delle più grandi alleanze fra produttori di utensili cordless finalizzata alla condivisione di un’unica batteria Bosch da 18V. La batteria Bosch è quindi compatibile al 100% con tutti gli utensili da 18V dei marchi Bosch DIY e Home&Garden, di Gardena, Gloria, Wagner, Rapid, Steinel, Flymo, Husqvarna, Kuebler, PerfectPRO e Ledvance. Con questo ultimo brand, il nuovo entrato del 2023 nella Power For All Alliance, il numero delle aziende che fanno parte dell’alleanza è arrivato a 11, ma è destinato a crescere in maniera importante e velocemente nei prossimi anni.

UniversalHammer 18 V è disponibile in diverse configurazioni:
– solo corpo macchina costa euro 134,99;
– con 1 batteria da 2,5 Ah e caricabatteria costa euro 199,99;
– con 2 batterie da 2,5 Ah e caricabatteria costa euro 239,99.

Lettino fai da te per esterni con tavolino annesso

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Un’abbinata di due complementi d’arredo per la terrazza o il giardino. Questo lettino fai da te per esterni è facilmente realizzabile con legno di recupero da bancali o, magari, avanzi da altre lavorazioni

Un progetto semplice, che può essere anche molto economico da realizzare, in quanto molto del legno necessario può essere facilmente recuperato smontando alcuni bancali. Si tratta di un lettino fai da te per esterni, con schienale regolabile e relativo tavolinetto da abbinare.

Recuperando le tavole dei bancali si ottengono le doghe che formano la superficie d’appoggio del lettino fai da te e il piano del tavolino. I fardasé più smaliziati, facendo un bel po’ di lavoro in più, possono realizzare con il legno dei bancali anche il rivestimento laterale (i fianchi) del lettino, assemblando le singole tavolette per comporre gli interi pannelli di lamellare necessari.

Per irrobustire la costruzione e realizzare i piedi d’appoggio servono anche altri elementi, fra cui travetti a sezione quadrata e listelli a sezione rettangolare. Quelli a sezione quadrata, 50×50 mm circa, si usano per fare i piedi d’appoggio e 3 traverse: due sistemate internamente alle estremità, e una da posizionare ad hoc, come supporto della cerniera a compasso che regge lo schienale.

Altri listelli a sezione rettangolare sono collocati longitudinalmente, all’interno del lettino fai da te, per irrobustire i fianchi e, soprattutto, formare il supporto su cui vanno in appoggio le doghe. La posizione di questi listelli, pertanto, deve essere calcolata con precisione, tenendo conto dello spessore delle doghe e del telaio che le unisce. La superficie del piano d’appoggio, infatti, deve risultare a filo dei fianchi.

Sistema reclinabile

Su internet si trovano facilmente cerniere a compasso di varia foggia e robustezza. La difficoltà sta nell’individuare un modello che sia anche di semplice regolazione, per poter bloccare con diverse inclinazioni lo schienale, senza dover fare manovre impegnative. Ideali sono quei tipi che consentono la regolazione stando seduti.

La struttura con fascione di contorno

Sul pannello del rivestimento frontale si fa una grande asola per poter spostare agevolmente il lettino fai da te. Si eseguono due fori alle estremità dell’apertura con una mecchia, poi si uniscono con seghetto alternativo.
L’unione fra i fianchi e i pannelli di testa si realizza con piastrine angolari piuttosto lunghe, mettendo tutte le viti consentite. Sui fianchi ci sono già avvitati i longheroni di irrobustimento e i piedi.
Sull’altro lato, il lettino fai da te va in appoggio su rotelle fisse. Considerando il peso che può gravare su questi elementi, i supporti devono essere adeguati: un blocchetto a sezione 50×50 mm, su cui è già fissata la rotella, si appoggia al listello longitudinale e viene a sua volta fissato con viti.

La seduta e lo schienale regolabile del lettino fai da te per esterni

Il piano d’appoggio è fatto in modo molto semplice: le doghe si fissano, partendo dalle due alle estremità, a due tavole (della stessa sezione delle doghe), tenendo il tutto ben squadrato. Per distanziare correttamente le doghe durante il fissaggio si usano pezzi di scarto di MDF.
Il piano d’appoggio lungo si unisce con lo schienale mediante un pezzo di cerniera a libro a metro, sovrapponendo i due pezzi e applicando tutte le viti.
Le due cerniere a compasso si fissano solo dopo avere preso i giusti riferimenti per consentire allo schienale il movimento corretto.

La finitura

Se è previsto che questi due complementi d’arredo restino esposti, in caso di maltempo, è necessario applicare molte mani di impregnante, tutte intercalate da carteggiatura, progressivamente più fine.
Considerando l’utilizzo del lettino fai da te è consigliato eseguire una fresatura per arrotondare i bordi. È sufficiente fare una passata su quelli superiori dei fianchi, sui quali si va più facilmente a sfregare con i vestiti o anche con la cute.

Casetta da giardino fai da te per piante… ma non solo!

Collocata ai margini del giardino, in un luogo ombreggiato, la casetta da giardino fai da te può essere utilizzata come serra e come angolo per rilassarsi, leggere un libro o fare colazione, senza dover spostare nulla; la sua costruzione è meno difficoltosa di quanto sembra

Una casetta da giardino fai da te è ideale per permettere a molte piante da giardino fiorite o da orto di svilupparsi anche nelle mezze stagioni, caratterizzate da temperature ancora un po’ rigide prima del sorgere del sole e dopo il tramonto; possono continuare il loro ciclo senza spostarle anche quando arriva il gran caldo, se la casetta da giardino fai da te è posta in una zona ombreggiata e provvista di aperture che favoriscano la circolazione dell’aria. La struttura appena descritta è di fatto una serra, ma quella che proponiamo è decisamente più evoluta: il volume disponibile e alcune intelligenti soluzioni permettono di utilizzarla anche come salottino. Lo spazio per le diverse piante è ricavato lungo il perimetro interno, mentre al centro rimane disponibile un’area sufficiente a collocarvi un tavolino e un paio di sedie, senza limitare la libertà di movimento per accudire le piante. La parete di fondo della casetta da giardino fai da te è cieca, per dare un minimo di riservatezza, ma le pareti laterali e il frontale offrono ampie superfici vetrate; la copertura è del tutto trasparente e incorpora una coppia di lucernari che permettono di smaltire il calore che tende a stratificarsi in alto nelle giornate estive. Sebbene possa apparire complessa, la costruzione di questa casetta da giardino fai da te non contempla l’utilizzo di attrezzature particolari, né laboriosi incastri o fresature: gli elementi sono tutti uniti per avvitatura e sono sufficienti una sega circolare e un seghetto alternativo per tagliarli a misura e sagomarli ove necessario. L’idea di utilizzare listelli di larice stondati per le specchiature cieche ne valorizza l’estetica complessiva, come pure la vetrata a mezzaluna incorporata nel timpano.

La casetta in legno da giardino è utile per le piante, ma non solo

serra per piante

  1. Su entrambi i lati sono installate lunghe mensole su cui appoggiare i vasi di dimensioni ridotte; l’altezza è ideale per curare le piante, eliminare foglie secche o fiori appassiti, incorporare concimi, spruzzare antiparassitari.
  2. Con entrambe le porte aperte si ottiene un’abbondante ventilazione anche nelle giornate estive; se alla serra si fa pervenire la linea elettrica è possibile alimentare una lampada per utilizzarla anche nelle ore serali, magari installando una zanzariera per impedire l’ingresso agli insetti.
  3. A ridosso della parete di fondo vengono collocati tre cassoni in cui coltivare piante orticole a sviluppo aereo, quali peperoni, pomodori, cetrioli. Per nasconderli alla vista si realizza un pannello mobile a tutta larghezza.
  4. La lampada centrale è collegata a una tavola di legno che si avvita sulle travi inferiori (catene) delle capriate del tetto; si notano anche le aste che, grazie a un’estensione, permettono di aprire da terra i lucernari per disperdere il calore interno e favorire la circolazione dell’aria.

Cosa occorre per realizzare la casetta da giardino fai da te (lettere riferite al disegno):

PER  IL BASAMENTO (misure in mm)

  • Legno impregnato da 45×95: 2 raggi (A) da 3800, 2 barre (B) da 3710, 2 barre (C) da 2810;
  • 30 assi di larice (D) da 28x120x2900;
  • 4 blocchi di fondazione (E);
  • 1 telone (F) da 3000x 4000;
  • viti 5×60 e 4×40;
  • bulloni da legno 10×70 con relativi dadi e rondelle;
  • 4 ganci da 45×95;
  • 4 blocchi di legno da 90x90x90

PER  I TELAI LATERALI (misure in mm)

  • Listelli divisori da 45×45: 8 orizzontali (A) da 2685, 19 verticali (B) da 1850,
  • 14 traverse da 615 (C),
  • 4 stipiti da 1840 (D);
  • 6 traverse da 45x95x542 (E);
  • 174 tavole da 19x95x615 (F)

PER  IL TETTO (misure in mm)

  • Listelli da 45×70: 2 travi (A) da 2540, 2 travi (B) da 1610, 6 travi (C) da 1585, 3 travi (D) da 1970,
  • 3 rinforzi capriate (E) da 340;
  • compensato marino spesso 12: 2 fogli interi da 1120×2440 per la finestrella (F), per il colmo (J-K) e per i due fregi (Q);
  • listello di colmo (G) da 45x95x2595;
  • 10 puntoni (H) da 20x95x1555;
  • 2 tavole (J) da 20x95x2685;
  • listelli sezione 20×45: un longherone (K) da 2685, 16 battute (L) da 1560, 8 battute (M) da 615, 2 battute (N) da 575, 4 battute (O) da 1900;
  • listellini fermavetro (P) sezione 17×20 circa 80 metri;
  • nastro isolante (R) sezione 4×10 circa 150 metri.

PER  UN LUCERNARIO (misure in mm)

  • Listelli sezione 45×45: 2 parti telaio (A) da 565, 2 parti telaio (B) da 475;
  • 2 modanature (C) da 20x95x610;
  • una modanatura (D) da 20x45x565;
  • 4 modanature di battuta (E) da 17x20x475;
  • 2 modanature (F) da 8x21x475.
  • Vetri spessi 3
  • 8 lastre (A) da 610×1275,
  • 2 lastre porta (B) da 530×1180,
  • 2 lastre porta (C) da 530×355,
  • 6 lastre (D) da 610×1620,
  • 2 lastre (E) da 610×985,
  • 2 lastre (F) per lucernari da 465×465,
  • 1 lastra ad arco per il timpano (G) da 385×1290.

INOLTRE (misure in mm)

  • viti 4×30 – 4×40 – 5×60 – 5×80 – 5×100 – 6×120;
  • 3 chiavistelli da 50×120;
  • 6 cerniere a libro da 70×170;
  • 2 staffe da 45×95;
  • 4 cerniere per finestre da 45×90;
  • 3 ganci a braccetto da 300;
  • 2 maniglie da porte;
  • 2 aste di apertura lucernai da 300;
  • protettivo per legno

casetta in legno

La preparazione del basamento

preparazione basamento casetta

  1. Il basamento si realizza con travi di legno impregnato 45×95 mm; il telaio è ancorato a 4 plinti di cemento annegati nel terreno, posti lungo i lati lunghi a circa 800 mm dagli angoli. La zona scelta, in questo caso, si presenta con una natura mista (prato e resti di una porzione ricoperta con autobloccanti) e non planare, per cui il telaio va spessorato fino a portarlo in bolla in tutte le direzioni.
  2. Agli angoli, l’unione delle travi è affidata a robuste piastre angolari avvitate dall’interno; si utilizzano viti Ø 4×40 mm.
  3. Alla sommità dei blocchi di cemento vengono fissate le staffe a U per l’ancoraggio del telaio: staffe e legno si attraversano con bulloni a testa tonda Ø 10×70 mm inseriti dall’esterno e serrati con dadi e rondelle.
  4. Per fissare al telaio le travi centrali si utilizzano coppie di piastre angolari con un’ala ripiegata nella parte inferiore.
  5. I mattoncini di cemento sono ottimi come spessori per compensare il dislivello, con l’eventuale aggiunta di un pezzo di piastrella se l’altezza è insufficiente. Ovviamente l’appoggio deve avvenire su un supporto stabile, esente da cedimenti.
  6. Il telaio va rivestito con un telo per pacciamatura, fissato alla struttura con punti metallici. Pur consentendo la traspirazione necessaria a impedire ristagni di umidità, ha lo scopo di inibire la ricrescita dell’erba.
  7. Per realizzare la pavimentazione di legno occorrono 30 assi di larice da 28×120 mm
  8. Le assi di larice sono disposte sul telaio ricoperto di telo nel senso della larghezza.
  9. Le assi non vanno accostate le une alle altre, è previsto che venga mantenuta una fessura costante di 5 mm: a questo proposito occorre avere a disposizione alcuni scarti di compensato da utilizzare come distanziatori. Si utilizzano viti Ø 5×60 mm.

Costruire i pannelli laterali, di fondo e frontale

pannelli laterali casetta in legno

Il perimetro è composto da 4 pannelli: anche quello posteriore, pur essendo totalmente cieco, è diviso in due sezioni sovrapposte come gli altri. La struttura dei due pannelli laterali è identica, ma le due pareti devono essere a specchio: il settore interamente cieco deve essere quello più interno, come si vede nella foto 9. L’altezza interna di ogni specchiatura dev’essere un esatto multiplo della larghezza delle tavolette che la rivestono.

  1. La divisione dei telai viene calcolata sulla misura standard del vetro (610 mm, si calcolano 5 mm in più), che deve inserirsi nel quadro con precisione. Si dispongono in sequenza 4 tavolette da 615 mm intercalate da tozzetti da 45×45 mm che simulano i montanti e si marcano su uno dei listelli orizzontali del telaio le posizioni; questo farà da riscontro per riportare le tracciature anche sugli altri, serrandoli tra morsetti.
  2. Il telaio viene predisposto in bianco sollevando gli elementi da terra con spessori calibrati.
  3. Quindi si procede al loro fissaggio con una coppia di viti Ø 5×80 mm per ogni giunzione.
  4. Le tavolette utilizzate nella fase precedente garantiscono l’esatta posizione.
  5. I listelli orizzontali che separano la specchiatura inferiore da quella superiore si avvitano ai montanti con viti inserite in diagonale, dopo aver preforato il legno.
  6. Qui i listelli di battuta per le tavolette e per i vetri sono ricavati sezionando con tagli longitudinali larghe tavole e poi tagliando alla lunghezza necessaria i vari pezzi per comporre le cornici. Dal punto di vista economico, è più conveniente agire in questo modo che acquistare i listelli già pronti nelle diverse misure.
  7. All’interno di ogni specchiatura si realizza la cornice avvitando i listelli a filo posteriore del telaio con viti Ø 4×40 mm.
  8. Si completano le specchiature cieche con le tavolette, fissandole ai listelli di battuta con chiodini Ø 1,8×35 mm.
  9. Le due pareti laterali sono pronte per la finitura e per il montaggio in sede.
  10. Dopo aver composto il pannello frontale, lasciando liberi i due settori centrali, si serrano i quattro stipiti a un lato del vano destinato all’apertura. Si misura la larghezza dello spazio che rimane vuoto, si sottraggono 10 mm e si divide per due: con questo calcolo si ha l’esatta lunghezza che devono avere le 6 tavole orizzontali necessarie a comporre le ante.
  11. Le due tavole intermedie delle ante, per motivi estetici, devono trovarsi a filo superiore di quelle intermedie dei settori laterali. Con l’aiuto di una squadra a cappello se ne marca il corretto allineamento su uno dei montanti: questo, come già fatto in precedenza, servirà da riscontro per riportare le tracce sugli altri, dopo averli allineati e stretti tra morsetti.
  12. Bloccate le traverse ai montanti per un corretto allineamento, si prefora il legno e si assemblano le parti con viti Ø 5×100 mm. Quando i due telai sono completi, vanno collocati nel pannello per verificare che entrino con un minimo gioco.
  13. Estratte nuovamente le ante, si avvitano i profili di battuta per i vetri superiori e inferiori.
  14. Le ante sono pronte: prima di incernierarle al pannello e inserire i vetri si procede con la finitura.

schema di costruzione casa in legno
I disegni raffigurano in piano lo schema di costruzione del pannello frontale A, dei due pannelli laterali B e del pannello posteriore C.

 

Costruire le capriate e il timpano vetrato

capriate e timpano vetrato

casetta da giardino fai da te 9

  1. Il pannello da cui ricavare il timpano A va centrato sul telaio frontale: i listelli bloccati con morsetti ai lati simulano lo spessore delle pareti laterali. Si misura un’altezza al vertice di 810 mm, poi la si adatta conferendo alla falda un’inclinazione di 30° con uno dei puntoni, sul quale si marcano le estremità da tagliare inclinate.
  2. Come si vede nel dettaglio del disegno E dello spiovente, bisogna considerare l’ingombro della guarnizione e del vetro di copertura del tetto, per cui al bordo superiore si aumenta lo spazio di un centimetro. Per questo motivo, il bordo esterno del puntone non è a contatto dell’angolo formato dai pannelli, ma distanziato da esso di tale misura.
  3. Si tagliano le estremità del primo puntone con l’inclinazione rilevata e, utilizzandolo come dima, si tagliano gli altri per le altre capriate.
  4. Utilizzando due puntoni contrapposti, a formare la falda, si posiziona il listello orizzontale che costituisce la base del timpano e se ne tracciano le estremità con la giusta angolazione.
  5. Effettuato il taglio, si ricompone il triangolo e si uniscono
    i pezzi per avvitatura, utilizzando viti Ø 5×100 e Ø 6×100 mm (sempre preforando il legno).
  6. Le 3 capriate intermedie B sono leggermente diverse da quelle posteriore e anteriore: si nota la scanalatura al vertice per inserimento della trave di colmo e la diversa sagomatura delle estremità inferiori dei puntoni, in quanto questi vanno ad appoggiare sui telai laterali e devono essere sagomati di conseguenza. La base del triangolo (catena) è meno distanziata dal vertice e, sotto quest’ultimo, va inserito un listello di rinforzo; completata la prima capriata, la si usa come dima per le altre due.
  7. Si posiziona la cornice del timpano sul pannello e se ne riporta il perimetro (sul suo vertice troverà posto il fregio proposto nel disegno C).
  8. Si traccia la curva della finestra, con un raggio di 705 mm.
  9. Si taglia la base con la sega circolare munita di guida
  10. …e la curva con il seghetto alternativo.
  11. Dopo aver predisposto i listelli di battuta, si fissa la finestratura all’interno del telaio. Si procede allo stesso modo per il timpano posteriore, ma senza finestratura.
  12. L’inserimento del vetro si effettua dopo l’applicazione della finitura: si nota anche la staffa di collegamento alla trave di colmo. Per realizzare la cornice di battuta del vetro e quella di chiusura si posiziona il timpano sul pannello e si traccia il contorno dell’apertura. Si apre la finestratura con il seghetto alternativo, lasciando legno tutto intorno.
  13. Il pannello con la finestratura D si appoggia su un secondo pannello, si blocca con morsetti e si tagliano i due pannelli insieme, facendo scorrere il seghetto circa 50 mm all’esterno della finestratura. Si ottengono così la cornice di chiusura del vetro, da montare sul lato interno del timpano, e una porzione di pannello a forma di mezzaluna.
  14. Nella mezzaluna risultante si apre una seconda finestratura a 25 mm dal bordo: si ottiene così la cornice di battuta. Le due cornici sono pronte per la finitura.
  15. A smalto asciutto si monta sul perimetro interno delle cornici la guarnizione di mastice e si assembla il vetro.

timpano di vetro

Le pareti, i timpani, le capriate, le ante e tutti i vari listelli e travetti necessari a ultimare la casetta da giardino fai da te vanno trattati prima del montaggio con una mano di fondo e due di smalto per esterni; si potrebbe anche ipotizzare di preservare l’aspetto naturale del legno con protettivi trasparenti, ma il bianco esalta la luminosità della casetta, soprattutto all’interno, facendola risaltare con discrezione tra il verde circostante. Come per la costruzione dei singoli elementi, tutto il montaggio avviene con viti di varie misure tropicalizzate, ovvero rivestite con un trattamento a base di cromo successivo alla zincatura; questo accorgimento le rende particolarmente resistenti all’umidità, si riconoscono per il caratteristico colore giallastro. La preforazione del legno con una punta di diametro appena inferiore a quello della vite allunga un po’ il lavoro, ma permette di inserire la vite senza rischiare fessurazioni nel legno. Il minor sforzo, oltre a ridurre la fatica (di viti ce ne sono un bel po’), evita che il bit possa sfuggire dall’intaglio della testa e rovinarlo; naturalmente la “coppia” dell’avvitatore va regolata in modo che la testa della vite non penetri in profondità nel legno. Le guarnizioni evitano infiltrazioni attraverso le superfici vetrate; verrebbe spontaneo pensare di siliconare anche i collegamenti legno-legno più esposti, ma sarebbe inopportuno, meglio lasciare che l’eventuale condensa che si può formare nello sbalzo termico tra notte e giorno abbia la possibilità di evaporare. D’altro canto, lo smalto protegge già efficacemente la struttura e l’apertura dei lucernari contribuisce allo smaltimento di quella che si può formare all’interno per la presenza delle piante.

Tirar su le pareti e unirle al basamento

unione delle pareti

  1.  Il montaggio inizia con la parete di fondo, ben centrata ai margini del lato posteriore del basamento. Se si lavora da soli, occorre almeno una lunga tavola (ma due sono meglio, una all’interno e una all’esterno) per puntellare il pannello e mantenerlo perpendicolare al basamento mentre si inseriscono le viti attraverso il listello di base.
  2. Senza togliere il puntello si allinea a filo esterno del fondo uno dei laterali,
  3. lo si blocca con morsetti e si uniscono i due pannelli con viti che attraversano il listello estremo del laterale e fanno presa in quello del fondo.
  4. A seguire si monta l’altro laterale e, per finire, il pannello frontale.
  5. Per far sì che i primi due pannelli uniti rimangano in posizione bisogna fissarli alla pavimentazione. Si controlla che formino esattamente un angolo retto e si attraversa la cornice inferiore con le viti, leggermente inclinate. Per proseguire il montaggio si può fare a meno di puntelli ausiliari, le due strutture sono in grado di stare ritte da sole (se non c’è vento).
  6. Il pannello frontale si inserisce tra i due laterali, perfettamente allineato a essi. Bloccarlo con morsetti è più semplice di prima, grazie alle specchiature aperte, ma serve un minimo di gioco tra i laterali: potrebbero essere da rimuovere momentaneamente alcune viti che li fissano al basamento, per poi reinserirle dopo aver bloccato il frontale ai laterali con morsetti. Si inseriscono le viti attraverso i montanti come si è fatto in precedenza.
  7. Anche il fissaggio al basamento è meno impegnativo: nella parte centrale le viti possono essere inserite perpendicolari al basamento anziché inclinate, lungo la mezzeria del listello.

Timpani e capriate

casetta da giardino fai da te 19

Prima del montaggio dei timpani e delle capriate bisogna provvedere a fissare su di essi le battute per i vetri di copertura, sui due lati inclinati. Per i due timpani la battuta si realizza solo sul lato interno, mentre per le capriate occorre su entrambi i lati; i listelli vanno avvitati in posizione ribassata di 10 mm, per tenere conto dell’ingombro della guarnizione e del vetro.

  1. Si appoggia una tavola sulla faccia esterna del pannello di fondo, in corrispondenza di un montante, facendola sporgere in alto di circa 70 cm e la si fissa provvisoriamente con un paio di viti, per avere un riscontro per l’allineamento orizzontale del timpano. Questo si blocca alla tavola con un morsetto e lo si può fissare con viti che attraversano, da sotto, il listello superiore del pannello di fondo.
  2. Al vertice dei timpani, sempre sul lato interno, si avvitano i supporti metallici in cui devono inserirsi le estremità della trave di colmo; ricordiamo che le tre capriate presentano al vertice una gola per lo stesso motivo.
  3. Per montare il timpano frontale, non è necessario avvitare la tavola di riscontro ai montanti: le specchiature permettono il fissaggio con morsetti, senza forare.
  4. La trave di colmo, tagliata alla lunghezza necessaria, si inserisce sui supporti metallici per poi fissarla a essi con viti.
  5. Ciascuna delle tre capriate va sollevata quasi capovolta e fatta ruota
    re, dopo che ha superato l’altezza delle pareti, fino a portarla in verticale con i puntoni in appoggio sulle pareti e la trave di colmo annegata nell’incavo al vertice.

Montare la struttura e chiudere il tetto

montaggio dei timpani e delle capriate

  1. A una a una si controlla che le capriate siano a piombo e che la distanza timpano-capriata e capriata-capriata, misurata tra due elementi, sia 615 mm, ovvero la larghezza del vetro più 5 mm. Si procede quindi al loro fissaggio con viti, nei punti di appoggio inferiori (dall’interno) e nell’intersezione con la trave di colmo (dall’esterno).
  2. Sui lati verticali della trave, tra le capriate e i timpani, si avvitano i listelli M a filo dei listelli L, completando così le cornici di battuta per guarnizioni e vetri.
  3. Sul bordo superiore dei listelli che fanno da battuta ai vetri si srotola la guarnizione, lungo tutto il perimetro di ogni settore. La faccia inferiore della guarnizione è già predisposta con un collante protetto da una pellicola adesiva, basta sollevarla man mano che si avanza e premerla per farla aderire al legno.
  4. Prima di montare i vetri di copertura, si riveste la linea di colmo da entrambi i lati con le tavole J, fissate con viti Ø 4×40 mm inserite nel telaio delle capriate e dei timpani: la fessura che rimane tra queste tavole e i listelli di battuta deve permettere di spingere i vetri di copertura sotto le tavole stesse. Se le tavole J dovessero sporgere dai timpani possono essere rifilate con un segaccio dopo il fissaggio.
  5. Le sei lastre di copertura intere vanno spinte verso l’alto e premute sulla guarnizione: i listelli H avvitati a timpani e capriate hanno il compito di immobilizzarle. Prima di avvitarli bisogna applicare sulla loro faccia inferiore la guarnizione adesiva: una striscia continua per quelli da avvitare ai timpani e due strisce parallele per quelli avvitati sulle capriate, in quanto abbracciano due vetri. Le due lastre più corte vanno allineate alle altre lungo la linea di falda, dopo aver fissato tra le due capriate i listelli orizzontali N di battuta.
  6. La cornice del lucernario è costituita da due coppie di listelli A e B uniti con viti Ø 5×80 mm.
  7. Si preparano i listelli di battuta per il vetro come si è già visto, si applica la finitura su tutto e si stende la guarnizione; il vetro deve rimanere ribassato di circa 3 mm, perché poi si applica una seconda guarnizione perimetrale per i listelli C (che fanno battuta laterale sulle tavole H, sporgendo di lato) e F. Il listello D fa invece battuta sulla lastra di copertura, rivestita da una striscia di guarnizione sulla linea di contatto.
  8. Il lucernario finito viene incernierato sul listello J; vanno stese anche due strisce di guarnizione sui listelli H per assicurare una buona tenuta ad aria e acqua.

Il montaggio delle porte

montaggio porte

  1. Le due ante devono aprirsi verso l’esterno: la soluzione scelta per la loro articolazione è costituita da tre cerniere a bandiera che, quindi, vanno avvitate sulla faccia esterna, in corrispondenza delle traverse.
  2. La prima anta va sollevata e inserita nella specchiatura, appoggiata contro la cornice perimetrale di battuta. Bisogna tenere a portata di mano uno o più spessori da collocare sotto l’anta in modo che sopra e sotto sia distanziata equamente dal telaio.
  3. Controllando che il montante dell’anta e quello del pannello siano a filo esterno, la si blocca in posizione con una coppia di morsetti, poi la si avvita al pannello inserendo le viti nelle ali corte delle cerniere. Lo stesso si fa per l’altra anta.
  4. Dopo aver testato la corretta articolazione delle ante, nonché l’allineamento reciproco, si può provvedere al montaggio della maniglia, degli scrocchetti e dei sistemi di aggancio; si applica poi la guarnizione sulla cornice di battuta della prima specchiatura e si posiziona il vetro.
  5. I listelli fermavetro, già provvisti di guarnizione, si avvitano al telaio, ripetendo l’operazione per tutti gli altri.

I vasconi per l’orto

vasce per piante orticole

  1. Le piante orticole, che con lo sviluppo diventano più ingombranti e richiederebbero innaffiature frequenti, vengono coltivate in cassoni che rilasciano gradualmente l’acqua in essi contenuta per capillarità. In questo modo il terriccio rimane sempre umido a sufficienza senza pericolo di ristagni che potrebbero danneggiare le radici (e il pavimento) o di doversi ricordare di bagnarle. Non serve neppure un contenitore per il terriccio: lo stesso sacco, appoggiato sopra il cassone, può essere inciso quel tanto che basta a collocarvi direttamente le piante. Questo sistema di irrigazione è detto comunemente “a stoppino”: riserva d’acqua e pianta non sono direttamente a contatto, basta utilizzare una striscia di materiale in grado di impregnarsi d’acqua (stuoia filtrante, lana intrecciata), bagnarla bene e porre un’estremità in immersione e l’altra in prossimità delle radici: la pianta sarà in grado di “bere” da sé in base ai bisogni. Anche se molto funzionale, l’insieme non è altrettanto bello da vedere, perciò conviene costruire una schermatura che lasci visibili solo le piante.
  2. Si costruisce una cornice di listelli che abbia la stessa larghezza interna della serra (meno qualche millimetro) e che risulti abbastanza alta da nascondere frontalmente anche i sacchetti di terriccio. L’altezza, all’interno della cornice, deve essere un multiplo esatto delle tavole stondate utilizzate per i pannelli.
  3. La cornice va suddivisa in 4 specchiature, in modo che i montanti ricadano esattamente allineati a quelli del pannello posteriore della serra; come per le pareti, si realizzano le battute per le tavole orizzontali di rivestimento.
  4. Il pannello finito, una volta smaltato e messo in posizione, risulta perfettamente sovrapposto alla parete di fondo;
  5. va provvisto di piedini a filo sul lato anteriore, ma sporgenti su quello posteriore, per garantire una buona stabilità.

Le mensole angolari e la lancia sul timpano

mensole angolari

  1. Per sfruttare bene tutto lo spazio disponibile all’interno, una buona idea è quella di preparare mensole da collocare negli angoli. Sono sufficienti due listelli da 20×20 mm con le estremità sagomate per assecondare la geometria angolare e tre tavolette da 20×95 mm, anche queste con i lati corti bisellati.
  2. I due listelli di supporto si avvitano alle pareti appena sotto la base dei vetri, con viti Ø 4×40 mm; su di essi, con le stesse viti, si montano le tavolette. Da notare che la lunghezza dei listelli va calcolata tenendo conto che le tavolette non vanno accostate, ma distanziate di circa 15 mm.
  3. Un ulteriore abbellimento della facciata è la guglia a lancia posta al vertice del timpano: la si ottiene da un pezzo di compensato marino da 12 mm. Anche in questo caso per il fissaggio è sufficiente una
    coppia di viti, ma è opportuno stendere un velo di sigillante per esterni lungo tutto il perimetro per evitare infiltrazioni d’acqua; se si vuole assicurare una lunga durata al legno, questo accorgimento andrebbe attuato anche sugli altri collegamenti legno-legno della copertura, maggiormente esposti alla pioggia.

Accurati particolari

scrocchetti di chiusura

  1. Per l’apertura dei lucernari basta prolungare il sistema di ribalta con un listello avvitato a esso per effettuare l’operazione senza bisogno di scale o sgabelli.
  2. I due ganci avvitati sui montanti laterali della parete frontale, all’esterno, si inseriscono in occhielli avvitati ai montanti interni delle ante per bloccarle in apertura.
  3. Un terzo gancio, a circa metà altezza dell’anta principale, sul lato interno, permette di bloccarla in posizione semiaperta grazie a un occhiello corrispondente avvitato sul lato esterno dell’altra anta, lasciata chiusa.
  4. L’anta secondaria si blocca in alto e in basso tramite due scrocchetti; un terzo chiude le ante dall’esterno.
  5. Un semplice sistema permette di chiudere la serra anche dall’interno.

LE MACCHINE PER LA LAVORAZIONE DEL LEGNO SOCOMEC

Da piccola impresa artigiana a grande azienda che vanta una produzione interamente italiana di macchine per la lavorazione del legno.

La storia di Socomec inizia nel 1985 dal desiderio comune dei soci fondatori di creare una realtà imprenditoriale capace di offrire macchine resistenti e durature, realizzate con componenti di prima qualità.

La produzione, che inizialmente prevedeva solo seghe a nastro e levigatrici a nastro lungo, è cresciuta costantemente nel corso di questi anni e attualmente prevede: pialle, combinate universali, cavatrici, fresatrici, affilatrici e altri prodotti.

Seghe a nastro e levigatrici a nastro lungo, il top di gamma della produzione di SOCOMEC

Seghe a nastro e levigatrici a nastro lungo rappresentano la punta di diamante della produzione dell’azienda.

Le seghe a nastro consentono il taglio di qualsiasi genere di legname, tre tipologie di taglio differenti (trasversale, longitudinale e curvo) e un risultato finale di qualità a prescindere dalla grandezza della macchina.

La gamma di seghe professionali prevede inoltre seghe circolari e squadratrici e seghe radiali.

Per una levigazione rapida delle superfici in legno SOCOMEC propone una gamma di levigatrici che prevede i seguenti modelli: a nastro, a nastro per bordi, con nastro oscillante e modulari.

Il vantaggio della versatilità delle macchine per la lavorazione del legno SOCOMEC

Ogni macchina per la lavorazione del legno a marchio SOCOMEC è progettata per soddisfare i bisogni e le necessità del proprio utilizzatore, anche quando sono fuori standard.

La versatilità è il fattor comune dell’intera produzione aziendale che, con i dovuti accorgimenti, permette di:

  • soddisfare con successo una vasta clientela costituita da hobbisti e realtà appartenenti all’industria del legno del panorama Nazionale, Europeo e Mondiale;
  • eseguire lavorazioni su materiali diversi dal legno, ad esempio l’alluminio, i metalli leggeri, le plastiche, il pvc e molto altro.

Una manutenzione ordinaria semplice ed intuitiva

Le macchine per la lavorazione del legno SOCOMEC richiedono una manutenzione ordinaria semplice ed intuitiva.

La cadenza, settimanale o giornaliera, dipende dal carico di lavoro della macchina ed è fondamentale per un buon funzionamento della stessa.

Solitamente la manutenzione ordinaria prevede l’aspirazione dei residui di lavorazione, polvere e trucioli, e la lubrificazione di tutti gli organi di movimento.

Gli eventuali interventi di manutenzione straordinaria vengono eseguiti su richiesta del cliente dai tecnici dell’azienda.

SOCOMEC, da sempre sinonimo di qualità ed affidabilità

Il marchio SOCOMEC è garanzia di qualità ed affidabilità nel settore della lavorazione del legno.

Tutte le macchine sono:

  • GARANTITE 12 MESI, a partire dalla data di acquisto, contro i difetti di materiale e di fabbricazione, in condizioni di normale impiego e di manutenzione;
  • CERTIFICATE: è garantita l’omologazione alle normative comunitarie, la provenienza di tutti i componenti ed alti standard qualitativi di produzione.

Donne e motori, gioie e dolori

Tratto da “Far da sé n.532 – Agosto/Settembre 2023″

Autore: Nicla de Carolis

È un detto che fa riferimento a una visione stereotipata, oggi politicamente scorretta, concepita in un mondo sempliciotto dove le donne e i motori erano considerate le due passioni di un uomo. Noi naturalmente vogliamo parlare di auto, il mezzo a motore termico, oggi messo sotto accusa per via delle emissioni di CO2, ma di cui tutti ci serviamo e di cui in molti ci gratifichiamo, essendo appagati
dall’avere un’auto bella e performante.
Certo siamo consci di quanto scientificamente denunciano gli ambientalisti: “… di tutta l’energia liberata dalla combustione di un motore termico solo il 13% si trasforma effettivamente in trazione… il restante 87% diventa solo calore e rumore… l’auto è una specie di gigantesca stufa che riscalda l’atmosfera e poi, incidentalmente, produce movimento… in pratica, solo meno dell’1% di carburante serve in realtà a spingere il veicolo” (TECNOBAROCCO – Mario Tozzi).
In attesa di spostarci tutti in bici o in treno, oppure andare sulle auto elettriche che non hanno bisogno di manutenzione e non inquinano (se non si tiene conto dell’impatto ambientale per la loro produzione, la cui filiera è molto energivora, e se l’auto è alimentata solo con energia rinnovabile), dobbiamo fare i conti con le nostre auto a motore termico che, invece, hanno bisogno di una manutenzione periodica, molto onerosa, se fatta in officina.
Ma per un fardasé che sa cosa sono le bussole, le chiavi con griffe autoregolanti e tante altre cose, fare il tagliando a un’auto è una cosa assolutamente possibile e molto vantaggiosa anche perché si risparmia la voce della manodopera, che incide parecchio nelle fatture delle manutenzioni: le tariffe vanno infatti dai 25 ai 40 euro l’ora.
Il dossier, da pagina 8, analizza tutti gli interventi che si possono fare: dal cambio dell’olio a quello dei diversi filtri, dalla manutenzione della batteria per arrivare addirittura alle piccole riparazioni della carrozzeria, a quella del parabrezza e degli pneumatici tubeless; il tutto documentato con sequenze passo passo, con l’indicazione degli utensili e dei prodotti specifici da utilizzare.
Possiamo dire ancora una volta che l’essere fardasé, alleggerendo uno dei tanti costi che il possedere un’auto comporta, toglie un po’ di dolori e lascia un po’ di gioia.

FERVI: direttamente dai box della Superbike, arriva il set di prodotti Aruba.it Racing Limited Edition

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Una gamma di prodotti utilizzata nei box del Team Aruba.it Racing – Ducati durante le gare di WorldSuperbike e WorldSuperSport, per garantire le massime prestazioni delle moto. Dall’esperienza e dalla professionalità FERVI e Aruba.it Racing nasce il set di prodotti dei Campioni del Mondo Superbike.

Una selezione in edizione limitata che garantisce elevate performance professionali. L’Aruba.it Racing Limited Edition Tools è ideale per i professionisti e per chi cerca prodotti con un rapporto prezzo/prestazioni molto sbilanciato verso le prestazioni e la qualità. La selezione comprende un Carrello Portautensili, un Set Giraviti Diamantati, una Valigetta in Tessuto con Utensili e Accessori, una Serie Chiavi Esagonali a T-Speedy, una Serie Chiavi Combinate Cromate, una Serie Chiavi Fisse Combinate Cromate e una Serie Chiavi Esagonali con Punta Sferica.

Il Carrello Portautensili (art. C900/BAR) si adatta con versatilità a qualsiasi contesto di lavoro, dal laboratorio fai-da-te ai box di gara, e si può facilmente spostare grazie alle 4 ruote di cui è dotato. La solida struttura e i cassetti in lamiera d’acciaio rendono il carrello ideale per riporre in modo ordinato gli attrezzi. I cassetti, ciascuno con una portata di 25 kg, sono facilmente estraibili grazie alle guide telescopiche a sfera, consentendo così di individuare in modo immediato l’utensile cercato. Inoltre, grazie ai bordi anticaduta, anche il ripiano superiore può essere sfruttato per appoggiare strumenti, attrezzi o altri complementi d’arredo FERVI, per esempio una cassetta portautensili.

La Valigetta in Tessuto con Utensili e Accessori (art. 0164AR) è progettata in materiali ultra-resistenti e provvista di doppia maniglia superiore e pratica tracolla per consentirne il facile trasporto. Contiene al suo interno 59 utensili e accessori come pinze, chiavi esagonali, forbici, cutter, porta inserti magnetico, inserti, porta inserti a cricchetto, martello tedesco, giraviti, flessometro e chiavi combinate.

Il Set Giraviti Diamantati (art. D880/006AR) è progettato per avvitare qualsiasi tipo di vite, anche quelle più usurate. I giraviti sono in acciaio al Mo-V con punta diamantata, mentre il manico è in materiale tricomponente per assicurare un migliore grip all’operatore e per offrire una maggiore resistenza all’olio e all’usura.

Nella selezione di articoli firmati Aruba.it Racing sono poi presenti due serie di chiavi esagonali: la Serie Chiavi Esagonali a T-Speedy (art. 0190AR) e la Serie Chiavi Esagonali Colorate con Punta Sferica (art. 0545/EFAR). Le prime sono realizzate in alluminio spazzolato e in acciaio al Cr-V ad alta resistenza, ideali per viti con esagono incassato. La pratica impugnatura girevole “speedy” assicura una presa salda e una maggiore facilità di utilizzo. Le estremità sono in brunite con misure che vanno da 2 a 10 mm. Le seconde invece sono 9 chiavi esagonali in acciaio al Mo-V che assicura un’elevata resistenza meccanica, mentre la verniciatura in elettropolvere protegge l’attrezzo da usura e corrosione. Inoltre, l’estremità a sfera poliedrica consente di raggiungere un angolo di inserzione fino a 25° con un range di misure coperte che va da 1,5 a 10 mm. Le Chiavi esagonali 0545/EFAR sono tutte conformi alla normativa DIN ISO 911.

Infine, all’interno del set sono disponibili le due Serie Chiavi Cromate, Lucidate a Specchio. La prima ha il cod. 0199AR ed è composta da chiavi combinate con misure che vanno da 6 a 22 mm, tutte conformi alla normativa DIN ISO 3113 e realizzate in acciaio al Cr-V e lucidatura a specchio per un effetto anticorrosione. La seconda è la serie di chiavi fisse (art. 0201AR) con misure da 6×7 a 30×32 mm. Queste chiavi presentano anch’esse un’elegante finitura cromata e uno strato anticorrosione dato dalla lucidatura a specchio. Realizzate in acciaio al Cr-V, sono conformi alla normativa DIN ISO 3110. 

La collection FERVI Aruba.it Racing è acquistabile tramite i rivenditori FERVI a un Prezzo Promozionale valido fino al prossimo dicembre e fatto salvo esaurimento scorte. 

Per maggiori informazioni visita il sito www.fervi.com

Valigetta in Tessuto con Utensili e Accessori (art. 0164AR)
Set Giraviti Diamantati (art. D880/006AR)
Serie Chiavi Fisse Cromate (art. 0201AR)
Serie Chiavi Esagonali a T-Speedy (art. 0190AR)
Carrello Portautensili (art. C900/BAR)
Serie Chiavi Combinate Cromate (art. 0199AR)
Serie Chiavi Esagonali Colorate con Punta Sferica (art. 0545/EFAR)