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Bocca di lupo per i locali con poca luce | Come si installa

La bocca di lupo è una sorta di cassone a gomito con due aperture perpendicolari che permettono di fornire luce e aria ai locali interrati

La bocca di lupo si installa nei muri dei locali interrati o seminterrati adiacenti al terreno che manifestano quasi sempre ammaloramenti causati dall’umidità; in alcuni casi questi fenomeni possono estendersi per capillarità anche al piano superiore.

Non sempre è possibile realizzare un’intercapedine (in particolare se la costruzione è prospiciente un tratto di viabilità pubblica) o uno strato che permetta un drenaggio ottimale delle acque piovane; l’umidità attraversa i muri e sfoga sul lato interno, provocando distacchi di intonaco e macchie biancastre.

Le soluzioni hanno curiosamente nomi poco allegri: non potendo realizzare uno “scannafosso”, ovvero uno scavo di separazione e drenaggio, si può ricorrere alle bocche di lupo.

Come installare una bocca di lupo

La bocca di lupo viene installata in corrispondenza di finestrelle aperte nei locali da risanare; grazie a una griglia a maglie fitte, può avere funzione arieggiatrice, oppure essere completata da una vera finestra apribile di dimensioni ridotte.

  • Se serve solo dar luce al locale, la parte superiore calpestabile può essere ricoperta con piastrelle di vetrocemento, mentre per arieggiare il locale occorre una griglia zincata, come quella che chiude la finestrella, ma di tipo calpestabile o carrabile. Per una maggiore rapidità di montaggio, finestre e bocche di lupo sono fornite in abbinamento. Occorre prevedere uno scarico per smaltire l’acqua piovana che si riversa nel contenitore.
  • La soluzione più versatile e leggera vede l’utilizzo di una bocca di lupo di materiale plastico rinforzato con fibra di vetro, resistente alle spinte del terreno e inalterabile, di colore bianco per meglio diffondere la luce all’interno del locale; esistono anche bocche di lupo di calcestruzzo con fondo aperto o chiuso, ma quelle di plastica, oltre a essere facilmente lavabili, sono più rapide da montare e non necessitano di ulteriori finiture.
  • Nel caso di edifici di nuova costruzione l’utilizzo della bocca di lupo si rivela un’ottima scelta se associato a un’adeguata impermeabilizzazione e coibentazione dei muri e alla successiva realizzazione di un’intercapedine. Quando questo non è possibile, il loro utilizzo rappresenta comunque un miglioramento, anche se non risolutivo, e assicura quella circolazione d’aria che facilita lo smaltimento dell’umidità che continua però a formarsi.

Esempio di installazione di una bocca di lupo

bocca di lupo interrata
locale buio
Sotto la scala esterna è stato ricavato il locale lavanderia che però è senza finestre, soggetto alla formazione di muffa e condensa. Ma con l’installazione di una bocca di lupo, in combinazione con la finestra, nel muro della scala contro cui appoggia la terra del giardino, si è potuto dare all’ambiente luce e aria, che hanno contribuito a risolvere il problema. Stabilità, leggerezza e facilità di posa fanno di questa combinata finestra-bocca di lupo una soluzione vincente in molte situazioni.

Come installare le bocche di lupo

come installare le bocche di lupo

La gamma Pircher è composta da finestre complete di telaio di poliestere rinforzato con fibra di vetro, con apertura a vasistas (vetro di sicurezza da 5 mm o isolante da 24 mm) o ad anta vasistas (vetro isolante da 28 mm). Alle bocche di lupo nei modelli rinforzati, Titano e Maxi, si è aggiunto il modello Meamax®, regolabile in altezza. Durante il montaggio, infatti, la bocca può essere alzata di 25 cm e, con appositi rialzi, è possibile aumentarne l’altezza di ulteriori 35 cm. La griglia zincata pedonale è disponibile con diverse maglie; con struttura da 3×1 cm antitacco, con maglia stirata romboidale o con maglia quadrata 3×3 cm.Nei montaggi in serie il lavoro viene semplificato notevolmente; il telaio della finestra, già pronto per essere installato sulla cassaforma e corredato di controtelai di rinforzo, si posa in opera in 15 minuti; una bocca di lupo può essere montata da due persone in 30 minuti.

  1. Per il montaggio basta appoggiare al muro la parte inferiore della bocca di lupo, marcarne la posizione e forare per inserire tasselli con terminale a vite con testa esagonale.
  2. Senza avvitare a fondo, la cassa viene appesa ai tasselli, quindi si serrano le viti.
  3. La parte inferiore è perfettamente installata.
  4. Si inserisce la griglia sulla parte superiore della bocca di lupo e si monta il tutto su quella inferiore a un’altezza intermedia.
  5. Si procede in modo analogo per la parte superiore, segnando il punto dove forare e inserire i tasselli.
  6. Si inseriscono le manopole di regolazione e si avvita parzialmente; si trova la giusta altezza mediante la scala graduata (facendo scorrere la parte superiorequanto serve) e si provvede al serraggio definitivo.

Riempimento e carichi

griglia

Per il riempimento della zona circostante si utilizza magrone o terra, evitando sassi, ciottoli e detriti di grossa pezzatura; una guaina che avvolga muro e bocca di lupo dà ulteriori garanzie di isolamento. Contro la griglia di chiusura si può andare con qualsiasi tipo di pavimentazione. Se la bocca di lupo è installata in luoghi di grande traffico o a ridosso di scarpate che possono esercitare pressioni, conviene eseguire un riempimento protettivo in calcestruzzo di spessore sufficiente a sopportare le spinte dei carichi verticali e laterali; bisogna comunque evitare che ruspe o camion circolino nelle immediate vicinanze della bocca di lupo.

Come realizzare un impianto di messa a terra sicuro e a norma

I due principali fattori di sicurezza dell’impianto elettrico di casa sono rappresentati da un ben progettato impianto di messa a terra (massa) e dall’interruttore differenziale (salvavita).

In questo articolo analizziamo come progettare un corretto impianto di messa a terra. Il filo di terra, il cui colore della guaina è giallo-verde, ha una funzione fondamentale: se un conduttore sotto tensione va a contatto con la carcassa metallica di un apparecchio elettrico, il conduttore di terra (a essa collegato) la scarica direttamente a terra attraverso una punta disperdente conficcata nel terreno.

In questo modo, se l’impianto di messa a terra è ben progettato, si riduce in gran parte il rischio di folgorazione, si tratta di uno dei punti fondamentali per la realizzazione di un impianto elettrico a norma, mettere la massa a terra è fondamentale. Qualunque apparecchio elettrico con carcassa metallica possiede un morsetto cui collegare il cavo di terra, che nella spina è connesso allo spinotto centrale.

Normativa per impianto di messa a terra

Da sapere: Di sicuro interesse e utilità è la consultazione normativa presente sul sito del CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano) per gli impianti di terra e il relativo dimensionamento impianto di terra.

  • Nelle prese elettriche l’alveolo centrale deve essere collegato a terra. Se abbiamo dubbi conviene controllare tutte le prese di casa per accertarci che la terra sia presente.
  • Se l’impianto non è installato, o è mal funzionante, anche l’interruttore salvavita potrebbe non svolgere correttamente il suo compito.

Cosa serve per realizzarlo

  • Cavo di terra con guaina giallo-verde
  • Punta disperdente con morsetteria necessaria
  • Mazza, cazzuola, chiave a forchetta
  • Mattoni, malta di cemento

Schema impianto di terra

schema impianto di terra

Realizzare un impianto di messa a terra

Tempo richiesto: 4 ore

  1. Effettuiamo uno scavo

    Fuori dall’abitazione effettuiamo uno scavo cui facciamo pervenire una canaletta con la trecciola di rame (Ø 16 mmq) del circuito di terra. Il punto di uscita dall’abitazione va segnalato con un cartellino.impianto di messa a terra

  2. Rivestiamo il pozzetto con mattoni pieni

    Scaviamo un pozzetto che va  rivestito con mattoni pieni in modo che il vano rimanga accessibile e ispezionabile. Come legante usiamo una malta povera, realizzata con sabbia e cemento.impianto di messa a terra

  3. Conficchiamo la punta disperdente nel terreno

    Bagniamo il terreno e conficchiamo la punta disperdente in profondità per mezzo di una mazza, lasciando fuori terra l’occhiello metallico cui va collegata la trecciola del circuito di terra.impianto di messa a terra

  4. Colleghiamo la trecciola alla punta disperdente

    Colleghiamo saldamente la trecciola alla punta disperdente serrando il relativo morsetto. Il pozzetto va chiuso con una lastra di metallo. Periodicamente lo si ispeziona e lo si pulisce.impianto di messa a terra

Punta disperdente o puntazza

dispersione elettrica

Se si deteriora la guaina di protezione di un filo di fase, questo può fare contatto con la carcassa di un elettrodomestico. Se l’elettrodomestico non ha un collegamento a terra, toccandolo la corrente attraversa il nostro corpo con conseguenze pericolose.

Con un impianto di messa a terra funzionante, il passaggio di corrente si innesca fra il filo di fase e la terra, in quanto la pelle oppone una certa resistenza al passaggio di corrente. Questa sceglie la strada più facile, evitando di attraversare il nostro corpo.

Controlli e manutenzione dell’impianto di messa a terra

La manutenzione dell’impianto di messa a terra è un elemento chiave per garantirne l’efficienza nel lungo periodo. È consigliabile eseguire controlli periodici, almeno una volta all’anno, per verificare la resistenza dell’impianto e garantire che non ci siano eventuali interruzioni o danni al cavo di terra. La resistenza dell’impianto non deve superare i limiti stabiliti dalle normative vigenti; in caso contrario, sarà necessario eseguire degli interventi di ripristino.

Durante il controllo, è importante verificare anche lo stato della punta disperdente, assicurandosi che non sia corrosa o danneggiata. Se ciò dovesse accadere, sarà necessario sostituirla con una nuova.

Infine, è essenziale controllare il collegamento tra il cavo di terra e tutti gli apparecchi elettrici presenti nell’edificio, assicurandosi che il collegamento sia stabile e sicuro.

Possibili problemi e soluzioni

È possibile che si verifichino vari problemi con l’impianto di messa a terra, tra cui l’alta resistenza del terreno, che può ridurre l’efficacia del sistema, o danni al cavo di terra, che possono compromettere la sicurezza dell’impianto.

In caso di alta resistenza del terreno, può essere necessario installare più punti disperdenti o utilizzare un additivo chimico che migliorerà la conduttività del terreno. Se il cavo di terra è danneggiato, dovrà essere riparato o sostituito.

Se l’impianto di messa a terra non è installato correttamente o non funziona come dovrebbe, è importante rivolgersi a un professionista. La sicurezza dell’impianto elettrico è fondamentale e non dovrebbe essere compromessa.

Ricordiamo che l’installazione di un impianto di messa a terra deve essere eseguita da un tecnico qualificato e deve rispettare le normative vigenti.

Lettino Montessori fai da te

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Una valida idea: realizzare un lettino Montessori fai da te da un semplice lettino, un luogo desiderabile in cui trovare rifugio e giocare, non solo il posto dove si è “costretti” ad andare a dormire

A volte non serve la casetta sull’albero; basta trasformare un normale lettino in un lettino Montessori fai da te, uno spazio esclusivo per il bimbo per farlo sentire protetto, ma anche libero di fantasticare e giocare, così che non lo veda solo come il posto in cui viene relegato per dormire. È così che Corrado Bartolucci ha intrapreso questo semplice ma efficace progetto, per il quale si è dovuto procurare soltanto alcuni listelli piallati di abete 40×20 mm, che ha unito a forma di casetta avvitandoli in sovrapposizione alle gambe del lettino della nipotina.

La costruzione è molto semplice, ma è necessario curare molto la finitura, arrotondando tutti gli spigoli in modo che nel lettino Montessori fai da te non ci siano parti che possano ferire la bambina. Non si tratta solo di fresare i bordi dei listelli, ma anche di carteggiare le superfici, dare un paio di mani di impregnante trasparente all’acqua, inframmezzate da ulteriore carteggiatura.

I fissaggi fra i listelli che formano la casetta del lettino Montessori fai da te, sono fatti semplicemente incollando insieme i pezzi che formano angoli di 120° e mettendo viti per il fissaggio dei listelli longherone che si collegano ai vertici di ogni angolo.

Per ogni angolo ci sono due viti e sono applicate in modo da rendere assolutamente salda la giunzione dei due listelli ad angolo, fatta soltanto con adesivo vinilico.

I listelli di abete, acquistati già piallati, sono di sezione 40×20 mm. Avendo gli spigoli vivi, la prima cosa da fare è passarli alla fresatrice per arrotondarli. Lo si fa con la macchina messa in posizione statica, applicata sotto un banchetto. I listelli si fanno a misura di progetto con la troncatrice, tenendo conto che le estremità devono essere tagliate con un angolo di 60°, per consentire ai listelli di formarne, fra loro, uno di 120°.

Si regola il truschino per marcare una certa distanza dal bordo (circa 15 mm), quindi si traccia una linea parallela a ogni estremità con taglio inclinato.

Si fanno due fori in una fetta di listello, facendola diventare una dima per definire correttamente, in tutte le giunzioni, la posizione in cui vanno fatti i fori per il passaggio delle viti di fissaggio del terzo listello. La posizione corretta è prevedibile perché bisogna fare in modo che il terzo listello risulti di taglio rispetto alla verticale, ovvero rispetto al montante.

Spalmata colla vinilica sulle superfici di contatto, si mettono in giunzione le estremità dei listelli e si bloccano con strettoi. Per una buona adesione, i listelli devono risultare in piano, quindi gli strettoi vanno messi anche alle due estremità dei listelli che nella foto non si vedono.

Fatti i fori passanti sui listelli uniti con la colla, si monta il terzo listello, mettendo adesivo e applicando le viti che bloccano lui e l’intera giunzione in modo saldo. Nell’operazione, il listello va rigorosamente tenuto di taglio rispetto al montante: aver fatto i fori in posizione corretta è solo un primo passaggio, cui deve seguire accuratezza anche nel fissaggio.

Progetto di Corrado Bartolucci

Einhell TE-VC 2340 SAC | Aspiratutto con pulizia del filtro

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Un sistema di aspirazione polveri e liquidi ricco di accessori e dotazioni innovative, con un capiente serbatoio e un potente motore che lavora in abbinamento con tanti elettroutensili. Ecco Einhell TE-VC 2340 SAC

Anche nel comparto dei dispositivi di aspirazione solidi e liquidi c’è effervescenza, soprattutto se guardiamo la gamma offerta da Einhell. Abbiamo fatto appena in tempo a testare un ottimo aspiratore dalle caratteristiche innovative, che lo stesso ha subito un upgrade, solo per aggiungere una specifica di filtraggio legata alle nuove normative europee e la regolazione della potenza di aspirazione. Parliamo dell’aspiratutto Einhell TE-VC 2340 SAC e del nuovo modello “SACL”.

Ovviamente i due modelli sono abbinabili a innumerevoli elettroutensili e sono utilissimi in laboratorio. Hanno entrambi serbatoio in acciaio inox da 40 litri, presa per alimentare elettroutensili, tappo di svuotamento dei liquidi, funzione di soffiaggio e una nutrita serie di accessori fra bocchette, raccordi, e filtri. Fra le novità, presenti in entrambe le macchine, una guarnizione da mettere sul bordo del fusto, atta a migliorare l’aspirazione dei liquidi, e il “filtro di ingresso” che permette di ripulire un filtro Hepa intasato, azionando il Filter Cleaning System.

Il nuovo aspiratutto TE-VC 2340 SACL ha un prezzo consigliato al pubblico di euro 249,95, ma sugli scaffali si trova ancora il modello precedente (SAC), non è escluso, a prezzo conveniente.

Per la normale funzione di aspirazione il tubo spiralato si avvita nel bocchettone anteriore; per la funzione di soffiaggio, lo stesso tubo si sposta sul retro avvitandolo sul bocchettone di uscita dell’aria.
Alla base del fusto d’acciaio inox il tappo di svuotamento liquidi ha dimensioni ampie, in modo da accelerare l’operazione, ma vanta un’eccellente tenuta per impedire qualsiasi fuoriuscita.
Tramite la presa di alimentazione per elettroutensili l’aspiratutto avverte l’avvio della macchina collegata e accende subito l’aspirazione. Spento l’elettroutensile, l’aspirazione lavora ancora alcuni secondi per poi spegnersi a sua volta. Il carico massimo dell’elettroutensile è di 2200 W.

Gli accessori in dotazione con Einhell TE-VC 2340 SAC

In dotazione con l’aspiratutto si trova il tubo flessibile lungo 3 metri (b), un tubo di prolunga rigido estensibile Ø 36 mm (i), un tubo di prolunga curvo Ø 36 mm (g), filtro a pieghe Hepa (a), filtro di carta (d), filtro per aspirazione liquidi (f), filtro di ingresso (e), guarnizione per aspirazione liquidi (c), raccordo per elettroutensili (o), bocchetta per pavimenti e moquette (h), spazzola (m), beccuccio stretto (n) e bocchetta per polvere da foratura (l).

La modalità di pulizia del filtro Hepa

Quando il filtro Hepa appare intasato dalla polvere, si interviene con il Filter Cleaning System, applicando innanzi tutto il filtro di ingresso sul bordo del fusto.

Cosa c’è in più sul modello nuovo

Sul modello TE-VC 2340 SACL (foto di apertura con la levigatrice per pareti) c’è in più la regolazione continua della potenza di aspirazione, mediante la manopola sul motore, e la certificazione secondo Euronorma di cattura particelle di polvere (AGW >1 mg/m³) e classe polvere L.

Il modello da noi testato: Einhell TE-VC 2340 SAC

Un piccolo scrigno fai da te per le prime cose preziose

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Costruito tagliando i pezzi da un foglio di MDF spesso 16 mm, questo scrigno fai da te ha i lati uniti con viti a testa svasata, mandate sotto filo piano per poi essere nascoste con stuccatura. Una mano di primer e la successiva finitura le rendono completamente invisibili

Da chiuso ha la forma di un parallelepipedo ma, come nei veri forzieri, il contenitore ha un coperchio che si apre a scrigno, articolato posteriormente con una cerniera a libro lunga quanto tutto il lato. Nel progettare lo scrigno fai da te, per stabilire le dimensioni dei pezzi, bisogna tenere conto dei sormonti e dello spessore del legno utilizzato, in questo caso MDF spesso 16 mm: il fondo e il top sormontano le pareti, mentre i pezzi frontali e i dorsi sormontano i pezzi laterali. Quindi risultano di uguali misure fra loro: il top e il fondo; il frontale basso e il dorso basso; il frontale alto e il dorso alto; i due fianchi bassi e, infine, i due fianchi alti. I frontali e i dorsi sono tutti larghi quanto il lato lungo del top e del fondo; mentre tutti i laterali sono larghi quanto il lato corto del top e del fondo meno il loro spessore preso due volte.

Servono 32 viti truciolari 3,5x 35 mm a testa svasata, con filetto parziale, per fissare fra loro i vari pezzi di MDF, e 18 viti truciolari 3×16 mm a testa svasata per fissare la cerniera a libro (14) e la chiusura a leva (4) del coperchio. Le nicchie che restano in corrispondenza delle teste delle viti che fissano fra loro i pannelli devono essere colmate con stucco che si stende con una spatolina.

Il colore di base dello scrigno fai da te è un rosa brillante da dare con bomboletta spray su una mano di primer steso a rullo. Quando il colore è perfettamente asciutto si completa la decorazione con disegni di pietre preziose stilizzate, finti angolari disegnati come quelli dei forzieri e altri fregi che possono impreziosire il manufatto.

Montaggio forziere fai da te e accessori, poi applicazione finitura

Tempo richiesto: 4 ore

  1. Tagliare i pezzi di MDF e marcarli

    Dopo aver tagliato i pezzi di MDF per realizzare lo scrigno fai da te, marchiamo i pezzi per identificarli e determinarne l’orientamento, in modo da non confonderli nelle successive lavorazioni.
    forziere fai da te

  2. Praticare i fori e posizionare le viti di giunzione

    Tiriamo una linea su cui posizionare le viti di giunzione. La linea va tirata a una distanza dal bordo pari alla metà dello spessore del pannello. Facciamo i fori per le viti e svasiamone la sede.

  3. Iniziare il montaggio dello scrigno fai da te

    Dopo aver fatto un piccolo preforo sul pannello sottostante, iniziamo il montaggio del contenitore applicando viti per legno truciolare, a testa svasata, parzialmente filettate. Le loro teste devono finire sotto filo piano.

  4. Applicare la cerniera

    Per applicare la cerniera dobbiamo posizionare il coperchio di fianco al contenitore, in posizione aperta; fra i due elementi dobbiamo mettere uno spessore di un paio di millimetri e tenere fermo il tutto con strettoi mentre inseriamo le viti.
    scrigno fai da te

  5. Fissare la chiusura a scatto

    Individuato il centro del lato frontale della scatola, fissiamo prima la parte superiore della chiusura a scatto; poi, per quella inferiore, marchiamo la posizione dei fori con la leva chiusa, quindi la apriamo e mettiamo le due viti inferiori.

  6. Stuccare le teste delle viti

    Per stuccare le teste delle viti basta caricare un poco di stucco sulla spatolina e farci due passate secche sopra: una la tiriamo in un senso e la seconda al traverso rispetto la prima. Per esempio: una da su a giù e una da destra a sinistra.

  7. Rimuovere l’eventuale eccedenza

    Quando lo stucco è secco, l’eventuale eccedenza o imperfezione (anche le classiche righe che possono rimanere dopo aver dato lo stucco) la rimuoviamo facilmente usando una levigatrice orbitale mouse, con carta abrasiva a grana medio-fine.

  8. Stendere il primer

    Per la migliore resa dello smalto, consigliamo caldamente di stendere sulla scatola il cosiddetto primer, che chiude i pori del legno e permette la corretta adesione del prodotto di finitura, facendolo rimanere uniforme e luminoso.

  9. Verniciare lo scrigno fai da te

    Per verniciare lo scrigno fai da te mettiamolo su un grosso foglio di cartone. Teniamo la bomboletta a una distanza di 25-30 cm dalla superficie e, avviato lo spruzzo, non teniamolo mai fermo in un punto: muoviamo sempre lo spray in modo oscillatorio cercando di stendere uno strato uniforme.
    scrigno fai da te

Una perfetta erogazione e risparmio idrico con i prodotti Sodifer

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Il catalogo Sodifer mette a disposizione una vasta gamma di accessori per l’idraulica differenziati per un utilizzo casalingo, volto alla comodità e al risparmio idrico, e per l’impiego tecnico negli impianti

L’utilizzo dell’acqua in casa, in particolar modo erogata nei lavandini, lavabi, bidet, docce e vasche, è condizionato dal fattore comodità, cioè gestione del flusso, direzionabilità, limitazione degli schizzi ecc, e da un fattore di importanza crescente, ovvero la necessità di ridurre il quantitativo erogato: in poche parole, lo spreco.

Sodifer, leader nella fornitura di articoli per la grande distribuzione, presente in tantissimi centri fai da te sul territorio nazionale, dedica molte energie al comparto idraulico, sia quello professionale sia quello casalingo, con particolare attenzione alla migliore fruizione e utilizzo dell’acqua sanitaria.

Le soluzioni volte alla comodità d’uso sono la speciale conformazione dell’erogatore, la qualità e la presenza di eventuali prolunghe o snodi; i vari dispositivi a catalogo ne sono permeati. In risposta al risparmio idrico, ci sono gli aeratori, accessori applicabili nei terminali di erogazione in cucina, bagno, lavanderia, garage e anche in esterni.

Gli aeratori funzionano mescolando aria all’acqua, aumentandone il volume; in questo modo si ottiene la fuoriuscita di un getto importante anche con una bassa emissione di liquido. Inoltre, con questo sistema è possibile gestire l’erogazione in modo che i litri d’acqua al minuto siano predefiniti, semplicemente cambiando il tipo di aeratore nel terminale del rubinetto o nel raccordo.

Saliscendi, doccette e tubi flessibili

Nella foto, solo alcuni esempi di doccette, tubi flessibili di ricambio e un saliscendi (a). Quest’ultimo è fornito in kit di montaggio con asta lunga 69 cm, flessibile lungo 150 cm in acciaio inox cromato con doppia aggraffatura, doccetta in ABS cromato con erogatore in gomma anticalcare e attacco da 1/2” in ottone. La doccetta fornisce tre scelte per l’erogazione: massaggio, massaggio/pioggia, pioggia. Il kit include la minuteria per il montaggio.

Doccetta monogetto (b) ad alto risparmio idrico. È fatta in ABS cromato, con erogatori in silicone anticalcare.
Molte doccette hanno funzione Acqua/Stop che permette di arrestare il flusso d’acqua dall’impugnatura, con un semplice click.
La doccetta a 6 LED (c) si attiva con il semplice flusso dell’acqua e ne indica la temperatura: il verde indica che l’acqua è sotto i 32 °C; blu, acqua fra i 32 e i 42 °C; rosso, acqua sopra i 43 °C.

Aeratori e rompigetto

I terminali dei rubinetti possono avere innumerevoli conformazioni, con e senza attacco a vite. Inoltre, gli attacchi a vite possono essere maschio o femmina e per giunta avere svariati diametri. Sul catalogo e sul sito Sodifer si trova sempre l’accessorio adatto alle proprie necessità, essendo veramente ampia la disponibilità di aeratori e rompigetto di tipo a innesto diretto oppure con tubo flessibile. Ma non solo: si trovano anche raccordi di adattamento che includono i limitatori di portata e aeratori all’interno di innesti rapidi, con attacco filettato maschio o femmina.

Filtri di ricambio (f) con diversi livelli di riduzione di portata; a ogni colore corrisponde una specifica portata.
Il kit contenente 1 riduttore di flusso per docce e soffioni, 2 aeratori (1 con filetto femmina e 1 maschio), più pinza svita/avvita ha un prezzo al pubblico di euro 9,90.
Rompigetto 150 mm (g) con vite stringitubo
Flessibile per doccia in ottone cromato, lunghezza 120 cm.
Doccetta anticalcare a 3 getti (d) con erogatore in silicone.
Kit saliscendi (a) con doccetta a 3 getti, asta e flessibile in acciaio inox.

Tutto il necessario per gli impianti

Vastissima la gamma di prodotti per le installazioni di impianti idrotermosanitari. Sfogliando il catalogo Sodifer o andando nel sito www.sodifer.com, nella sezione “idraulica”, si trova tutto ciò che può essere necessario per realizzare un progetto nuovo, per una riparazione o per la manutenzione dell’impianto. Attrezzi e accessori per l’idraulica in interni e in esterni, per gli impianti nei locali tecnici, per la stesura sottotraccia, per i sanitari, per il gas, per gli elettrodomestici e il condizionamento. I tubi sono disponibili in acciaio zincato con estremità filettate, in polipropilene verde, in polietilene, multistrato, in polipropilene grigio (acque scure).

Einhell TE-CD 18/45 3x Li | Avvitare sempre anche dov’è arduo

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Einhell TE-CD 18/45 3x Li è un trapano avvitatore innovativo a batteria con possibilità di sostituzione del mandrino con una testina ad angolo e una eccentrica; è proposto in valigetta completo di tutti gli accessori necessari: due batterie, stazione di ricarica e una scatola contenente 22 accessori fra punte per legno e bit di avvitatura

Una novità molto interessante arricchisce l’offerta Einhell nel comparto dei trapani avvitatori. Si tratta del modello TE-CD 18/45 3x Li, un trapano avvitatore alimentato con batterie al litio da 18 V della famiglia Power X-Change, che viene fornito in valigetta rigida completo di 2 batterie da 2 Ah, stazione di carica, una scatola con 22 accessori fra punte e bit di avvitatura.

Quello che caratterizza questo trapano avvitatore è la presenza di un efficace sistema di sgancio rapido del mandrino che è quindi rimovibile. Al suo posto si possono applicare due accessori alternativi: una testina angolare e una testina eccentrica, entrambe fornite nella dotazione della valigetta. Tolto il mandrino, resta scoperta la presa di forza del motore, che presenta un sistema d’attacco di metallo, con sfere. La testina angolare trasmette la forza del motore con un attacco in posizione ortogonale, con possibilità di inserire direttamente qualsiasi bit di avvitatura oppure di innestarvi il mandrino.

La testina eccentrica ha lo scopo di disassare la presa di forza del motore, portandola a lavorare nella periferia della sagoma del trapano: il vantaggio è di poter avvitare e svitare fissaggi situati vicino a un angolo, con una superficie laterale che impedisce di manovrare liberamente il trapano. Tutto questo avviene su una macchina che vanta ottime prestazioni in termini di potenza: la coppia di serraggio di 45 Nm, per esempio, è più che sufficiente per la maggior parte della applicazioni di avvitatura.

Dotazioni e peculiarità del trapano avvitatore TE-CD 18/45 3x Li

  • Due le velocità del motore

    Due le velocità del motore: con la prima il range va da 0 a 450 giri/min, con la seconda da 0 a 1600 giri/min.

  • Ventuno regolazioni della coppia torcente

    Ventuno regolazioni della coppia torcente (il cui valore massimo è 45 Nm) più la posizione foratura.

  • Dotazione

    Nella dotazione c’è il trapano TE-CD 18/45 3x Li con mandrino da 13 mm, 2 batterie 18 V da 2,0 Ah, caricabatterie, testina angolare, testina eccentrica, set con 22 accessori.

  • LED alla base dell’impugnatura

    Alla base dell’impugnatura ci sono il LED che si accende premendo il pulsante di avviamento e il gancio per appendere il trapano alla cintola.

  • Contenuto del set

    Il set contiene: 5 punte per legno misure 3, 4, 5, 6, 8 mm; 1 portabit; 3 inserti a impronta esagonale misure 6, 8, 10 mm; 1 punta svasatrice; 1 serie di bit corti PZ2, PH2, T15, T20, 2 T25; 1 serie bit lunghi PZ2, PH2, T15, 2 T20 e T25.

  • 4 bit sempre a disposizione

    Sempre alla base dell’impugnatura, ma sull’altro lato, c’è un utile supporto di gomma con le sedi per avere sempre a disposizione i 4 bit che si utilizzano più frequentemente. Le sedi di gomma trattengono bene i bit; non c’è pericolo che saltino via con i sobbalzi.

Cambio rapido delle testine

Per la sostituzione del mandrino con gli altri attacchi, basta tirare verso la punta l’anello di ritenzione. Lo sgancio avviene senza alcuna difficoltà. Anche al reinserimento va tirato l’anello, in modo da agevolare il corretto aggancio. Al termine l’anello deve tornare nella posizione di bloccaggio.

Tutto all’insegna della versatilità

Lo speciale attacco che consente la regolare trasmissione della forza del motore e nel contempo lo sgancio/aggancio rapido del mandrino, è fatto di metallo. Utilissima, all’estremità, la cava esagonale che permette di inserire direttamente i bit, senza usare il madrino.
La testina angolare si innesta, orientandola in una delle posizioni possibili, tirando indietro l’anello di ritenzione. Notare che la testina offre un attacco uguale a quello del corpo macchina, ovvero con una cava esagonale, in cui si possono inserire direttamente i bit, e la conformazione esterna atta al montaggio di un’ulteriore testina.
Le posizioni in cui si possono mettere le testine sono otto: otto angolazioni che permettono grande versatilità, perché quando lo spazio scarseggia quasi sempre è necessario combinare l’orientamento dell’accessorio innestato con l’ingombro del corpo del trapano.
Stessa procedura per l’inserimento e la rimozione della testina eccentrica, anche questa con possibilità di inserimento in diverse posizioni. Il suo attacco, tuttavia, è una semplice cava per inserimento bit, senza possibilità di ulteriori aggiunte di altre testine.

Lavorare in situazioni più che difficili!

Messa la testina angolare, se necessario, su questa si può montare ancora il mandrino del trapano. In questo modo si possono montare le punte per forare svariati materiali (legno, metalli, plastiche ecc) anche in situazioni di spazio ridotto, ovvero in cui l’insieme del trapano con la punta innestata risulti troppo lungo.

FILA è stata insignita del riconoscimento di Marchio Storico di interesse nazionale

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Per un’impresa, di qualsiasi settore, avere una lunga storia da raccontare è un grande valore aggiunto: significa che l’Azienda, con le sue idee, le persone che la guidano e che ci lavorano è stata capace di attraversare i cambiamenti nel tempo, di fare innovazione e di diventare un grande classico. Una storia che è importante comunicare, attraverso i prodotti, in primis, ma anche con il marchio.

Il marchio FILA è ora Marchio Storico di interesse nazionale. Un riconoscimento arrivato alla luce della storicità dell’Azienda, operativa dal 1943 e del forte legame con il territorio.

L’Azienda è stata infatti iscritta nel Registro Speciale dei Marchi Storici di interesse nazionale, istituito dal MISE – Ministero per lo Sviluppo Economico, che ha l’obiettivo di valorizzare marchi di eccellenza con una continuità operativa di oltre 50 anni e storicamente collegati al territorio nazionale. 

Questo prestigioso riconoscimento – commenta Alessandra Pettenon, AD di FILA Solutions – rende orgogliosa la nostra famiglia, che da tre generazioni è impegnata nella valorizzazione del Made in Italy, entrando a pieno titolo a far parte della storia del nostro Paese. Siamo fieri di portare con i nostri prodotti, sia in Italia che all’estero, il concetto di italianità, di tradizione e di un profondo legame con il territorio in cui operiamo”.

Un risultato di grande prestigio a riprova della capacità del marchio di confermarsi come eccellenza rappresentativa della qualità e della tradizione italiana, che premia l’impegno di un’Azienda che ha perseguito la strategia di innovare, in linea con le esigenze del mercato, pur restando ancorata ai valori del passato. 

Come installare un condizionatore in kit

L’installazione di un condizionatore non potrebbe essere fatta fai da te: va fatta da personale con patentino f-gas e certificazione aziendale

Un tempo era possibile installare un condizionatore in autonomia, senza preoccuparsi di avere una certificazione e un patentino, spesso realizzando impianti non idonei.

Oggi (Aprile 2023) la legge parla chiaro, per installare un condizionatore serve:

  • Attestato di Certificazione: Per manipolare i gas refrigeranti presenti nei condizionatori, è necessario conseguire un attestato di certificazione rilasciato da un organismo accreditato. La certificazione può essere di diversi livelli in base alla quantità di gas refrigerante presente nei sistemi su cui si opera (es. Categoria I, II, III, IV).
  • Patentino del Frigorista: Questa qualifica professionale è rilasciata dalle Regioni e consente di lavorare come tecnico specializzato nella manutenzione e installazione di impianti di condizionamento e refrigerazione. Il corso per ottenere il patentino del frigorista copre aspetti teorici e pratici, tra cui la conoscenza degli impianti, la sicurezza sul lavoro e le normative ambientali.
  • Formazione sulla sicurezza sul lavoro: Lavorare con impianti di condizionamento e refrigerazione comporta rischi per la sicurezza e la salute. Pertanto, è importante completare una formazione sulla sicurezza sul lavoro in conformità con le normative italiane, come il Decreto Legislativo 81/2008.
  • Iscrizione all’Albo Artigiani o alla Camera di Commercio: Per operare legalmente come installatore di condizionatori, è necessario essere iscritti all’Albo Artigiani o alla Camera di Commercio. Questo consente di ottenere un numero identificativo (Partita IVA) e di operare come professionista nel settore.
  • Una volta ottenute le certificazioni e le qualifiche richieste, è possibile avviare un’attività di installazione e manutenzione di condizionatori in Italia, rispettando le normative e le procedure previste per l’installazione degli impianti di climatizzazione.

Non devo installare… ma posso sapere!

Premesso che è vietato per legge installare un condizionatore se non si è abilitati, cerchiamo di capire, però, quali sono le basi fondamentali dell’installazione in funzione dell’abitazione in cui viviamo.

Esistono in commercio condizionatori che consentono di realizzare un impianto perfettamente funzionante, senza dover utilizzare particolari apparecchiature e senza compiere operazioni per cui siano necessarie attrezzature professionali

Come installare un condizionatore in kit

Un condizionatore fisso in kit è tecnicamente avanzato (anche per i professionisti): il tubo flessibile in acciaio spiralato, estremamente duttile, può essere piegato senza danno a mani nude da chiunque senza l’ausilio di particolari attrezzi. Il “vuoto spinto” creato all’interno dei tubi elimina la necessità di effettuare il “vuoto”.

Il cuore del kit è costituito dagli attacchi rapidi che presentano un particolare sistema di collegamento a tenuta perfetta e permanente grazie all’innovativa giunzione “metallo su metallo”.

Il kit è universale e può essere utilizzato con i gas R32R-22, R-407C e R-410A. Evitano immissioni d’aria o umidità, impediscono la fuoriuscita di refrigerante e non vi è nessuna possibilità di inquinamento del circuito. Come sempre, la redazione di Bricoportale ha voluto provare “sul campo” il kit di montaggio. Risultato: due persone hanno impiegato quattro ore dal momento dell’apertura del kit e ora, nell’ufficio, c’è più fresco.

Installazione di un condizionatore fai da te: lo schema

circuito condizionatore
Schema installazione condizionatori

Come installare un condizionatore: messa in opera

 

  1. Applicare la piastra di montaggio a parete

    Per l’installazione condizionatore a parete si applica alla parete la piastra di montaggio dell’unità interna. Si esegue un foro da 60 mm nella parete e si fanno passare tubi e cavo.installazione climatizzazione

  2. Avvitare gli attacchi rapidi del kit sull’unità interna

    Sull’unità interna si avvitano a fondo gli attacchi rapidi del kit: eseguendo un quarto di giro addizionale si realizza un collegamento a tenuta stagna.

  3. Bloccare le estremità delle tubazioni

    Sui due attacchi rapidi si avvitano e si bloccano le estremità delle due tubazioni (anch’esse con serraggio a tenuta).

  4. Innestare la tubazione di scarico

    Si innesta anche la tubazione di scarico condensa fornita nel kit inserendola nell’apposito collegamento che fuoriesce dall’unità interna.Montaggio climatizzatore

  5. Sospendere l’unità interna sulla piastra

    L’unità interna del climatizzatore fisso si sospende sulla piastra. I tubi non sono in vista in quanto il foro è dietro all’unità (ma può essere praticato in altro punto).montaggio climatizzatore

  6. Raggruppare le tubazioni

    All’esterno, il foro di passaggio viene rifinito con una mascherina di raccordo. Le tubazioni si raggruppano con le fascette in dotazione.

  7. Aprire il circuito del fluido refrigerante

    Dopo aver collegato  i tubi all’unità esterna (con gli attacchi rapidi) si apre il circuito del fluido refrigerante con la chiave a brugola.installare condizionatore

  8. Collegare il cavo multipolare in dotazione

    Il cavo multipolare in dotazione va collegato all’unità interna e alla morsettiera di quella esterna rispettando i colori dei conduttori.installazione climatizzatore

Aspetti importanti da tenere a mente prima e dopo l’installazione di un condizionatore

  1. Manutenzione periodica: Dopo aver installato il condizionatore, è importante effettuare una manutenzione regolare per garantire il corretto funzionamento e la longevità dell’apparecchio. La manutenzione comprende la pulizia dei filtri, la verifica delle tubazioni e il controllo del livello di refrigerante. Leggi la nostra guida dettaglia su come effettuare la manutenzione del condizionatore.
  2. Risparmio energetico: È fondamentale scegliere un condizionatore con un buon rapporto qualità-prezzo e con un’etichetta energetica che garantisca un consumo energetico efficiente. L’uso di un condizionatore con una classe energetica elevata può ridurre significativamente i costi delle bollette e l’impatto ambientale.
  3. Rumorosità: Durante la scelta e l’installazione del condizionatore, è importante considerare il livello di rumore prodotto dall’unità esterna e interna. Posizionare l’unità esterna in un’area in cui il rumore non sia un problema per te o per i tuoi vicini e assicurarsi che l’unità interna sia sufficientemente silenziosa per non disturbare le attività quotidiane.
  4. Garanzia e assistenza: Prima dell’acquisto e dell’installazione, informarsi sulla garanzia offerta dal produttore e sull’assistenza post-vendita disponibile nella propria zona. In caso di problemi o guasti, avere accesso a un servizio di assistenza affidabile può essere di grande aiuto.
  5. Valutazione delle esigenze: Prima di procedere con l’installazione di un condizionatore, è utile valutare le proprie esigenze in termini di potenza di raffreddamento e riscaldamento, tenendo conto delle dimensioni e dell’esposizione dell’abitazione. Questo permetterà di scegliere un condizionatore adeguato alle proprie necessità e di garantire un comfort ottimale.
  6. Scelta del tipo di condizionatore: Oltre ai tradizionali condizionatori monosplit, esistono anche i sistemi multisplit e i condizionatori senza unità esterna. Prima di installare un condizionatore, valutare quale tipo di sistema sia più adatto alle proprie esigenze e all’abitazione.
  7. Posizionamento dell’unità interna: L’installazione dell’unità interna dovrebbe essere effettuata tenendo conto della corretta circolazione dell’aria e del comfort degli occupanti. Evitare di posizionare l’unità interna direttamente sopra letti o zone di lavoro, in modo da non creare fastidi dovuti al flusso d’aria diretto.
  8. Uso di un termostato programmabile: L’installazione di un termostato programmabile può contribuire al risparmio energetico e al miglioramento del comfort all’interno dell’abitazione. Un termostato programmabile permette di regolare automaticamente la temperatura in base a orari e preferenze personalizzate, evitando sprechi di energia.
  9. Sistema di ventilazione: Per garantire una buona qualità dell’aria interna, valutare l’installazione di un sistema di ventilazione meccanica controllata (VMC) che assicuri un ricambio costante dell’aria all’interno dell’abitazione. Questo può contribuire a ridurre l’umidità e la concentrazione di inquinanti indoor.

Tenendo conto di questi ulteriori aspetti, si potrà scegliere e installare un condizionatore che soddisfi le proprie esigenze e garantisca un ambiente confortevole e salubre all’interno dell’abitazione.

Se invece non vuoi installare un climatizzatore fai da te fisso, guarda questa guida su pro e contro dei condizionatori portatili.

Condizionatori in kit disponibili in commercio

Ecco alcuni link utili per l’installazione di condizionatori in kit:

Bachelite pannelli | Caratteristiche, taglio e prezzi 2023

La bachelite è un materiale composito inventato all’inizio del secolo scorso e può essere considerata la madre delle materie sintetiche

Con la bachelite (a volte scritto bakelite) venivano realizzati o numerosi oggetti, quali apparecchi telefonici, bocce da biliardo, manici di pentole e, soprattutto, parti protette di apparecchiature elettriche, dato il suo elevato potere isolante.

Caratteristiche

Essendo composta essenzialmente da fenolo e formaldeide, la sua lavorazione richiede accorgimenti a tutela della salute, per evitare di respirarne i fumi, che possono svilupparsi per surriscaldamento durante la tornitura o la fresatura, e le finissime polveri prodotte dal taglio.

Attualmente in commercio si vende la bachelite pannelli.

Come tagliare la bachelite

Tempo richiesto: 32 minuti

Per tagliare i pannelli , è meglio operare all’aperto o in un luogo ben aerato, indossando mascherine protettive provviste di sistemi filtranti adeguati (le classiche mascherine antipolvere sono inefficaci).

  • Con seghetto alternativo

    Le lastre più sottili possono essere tagliate anche con un seghetto alternativo, ma la durezza del materiale, data dagli additivi che lo compongono e dai processi chimici produttivi, rovina le lame in breve tempo.

  • Con frese verticali

    Meglio utilizzare dischi diamantati o ricorrere al taglio tramite frese verticali a due taglienti: in quest’ultimo caso conviene raffreddare costantemente la fresa per fare in modo che non si bruci e diventi inservibile.

  • Importante è trovare la giusta combinazione

    Occorre molta attenzione nel trovare la giusta combinazione tra velocità di rotazione, avanzamento e profondità di asportazione, iniziando con valori medi di rotazione e un affondo che sia inferiore o uguale alla metà del diametro della fresa.

  • Prestare attenzione durante la lavorazione

    In ogni caso, se durante la lavorazione del pannello bachelite si avverte un principio di cigolio è segno che uno dei tre parametri va ridotto. Le stesse regole valgono anche per la tornitura.

Tele bachelizzata

Oggi è più facile reperire la tela bachelizzata, ottenuta per stratificazione di resine fenoliche e tessuti di cotone, prodotta in lastre spesse fino a 50 mm o tondi fino a 120 mm di diametro, più facilmente lavorabile e non classificata come tossica, dura e tenace, utilizzata per realizzare ingranaggi, boccole, cuscinetti, elementi isolanti elettrici ecc.

Sicurezza durante la lavorazione della Bachelite

Quando si lavora con la bachelite, è importante ricordare che la sicurezza deve essere la priorità. Oltre all’uso di mascherine protettive con sistemi filtranti adeguati, è altrettanto importante indossare occhiali di sicurezza per proteggere gli occhi dalle scintille o dalle particelle volanti. Inoltre, è consigliabile indossare guanti resistenti per proteggere le mani durante il taglio o la fresatura del materiale.

Utilizzo della Bachelite nel 2023

Nonostante la bachelite sia un materiale inventato all’inizio del secolo scorso, trova ancora applicazione in vari settori oggi. Ad esempio, è ancora utilizzata in alcuni componenti elettronici grazie alle sue proprietà isolanti. Inoltre, la bachelite è utilizzata in alcuni oggetti d’arte e gioielli grazie alla sua unica estetica vintage.

Pannelli Bachelite Prezzo 2023

I prezzi della bachelite possono variare a seconda del fornitore e della quantità richiesta. Tuttavia, nel 2023, il prezzo medio per chilogrammo di bachelite varia tra i 25 e i 35 euro. Si consiglia di contattare diversi fornitori per ottenere il miglior prezzo possibile.

Alternativa alla Bachelite

Sebbene la bachelite abbia molte applicazioni utili, ci sono anche alternative moderne disponibili. Ad esempio, i materiali come il PVC o l’ABS sono spesso utilizzati in luogo della bachelite in molte applicazioni. Questi materiali possono offrire vantaggi come una maggiore facilità di lavorazione, una maggiore resistenza all’umidità e una maggiore flessibilità.

Link utili: