Home Blog Page 26

Una serra fai da te costruita e poi montata

Ogni parete, semiparete, falda del tetto e anche la porta è stata realizzata singolarmente, seguendo le misure stabilite da progetto; soltanto alla fine della fase costruttiva i pezzi vengono montati, direttamente sulla piazzola preparata con quattro plinti di sostegno

Le dimensioni di questa serra potrebbero incutere una certa “soggezione”, ma la scelta costruttiva ridimensiona le difficoltà al punto che può essere costruita da una persona da sola. Si tratta di realizzare un’intelaiatura portante fatta di listelli decisamente sottili, perché il rivestimento è costituito da lastre di vetro acrilico da 3 mm di spessore, quindi molto leggero.

Scegliamo listelli di pino impregnato in autoclave, legno che ha una buona resistenza agli agenti atmosferici. Sotto questo profilo, i listelli di abete, sicuramente più economici, non sono altrettanto validi; nel caso si vogliano utilizzare comunque, raccomandiamo di verniciarli con uno smalto coprente.

Preparazione dell’area

Stabilite le dimensioni di massima della costruzione e individuato lo spazio in cui installarla, dobbiamo affrontare una prima fase di preparazione dell’area interessata. Anche in questo caso, non facciamo nulla di difficile: ripuliamo la superficie dalle erbacce e, senza realizzare fondazioni, scaviamo soltanto quattro buchi per gettare i plinti di cemento nei quali anneghiamo le staffe di sostegno del basamento in legno. Bastano quattro plinti perché non intendiamo pavimentare la serra: metteremo soltanto una stuoia sul terreno, per impedire la crescita delle erbe e mantenere più pulito il fondo. Nel caso si voglia pavimentare la serra, per esempio con un tavolato, si devono aggiungere altri plinti (2 o 4), a seconda delle dimensioni in pianta della costruzione, per sostenere adeguatamente l’intelaiatura sottostante il rivestimento.

Costruzione delle pareti

Non servono molti elettroutensili per procedere e, quelli necessari, sono molto comuni: una troncatrice da legno (ma andrebbe bene anche una sega a dorso); un seghetto alternativo per i due pezzi curvi della porzione di tetto tonda; un trapano avvitatore. Fra gli altri utensili, servono un tampone con carta vetrata, un martello, un paio di squadre di metallo, un flessometro e un metro a stecche, una livella a fiala.

Com’è consuetudine, partiamo facendo un progetto dettagliato, con disegni sulla carta che permettano di definire precisamente dimensioni e sormonti di ogni pezzo. Questo ci è utile anche per valutare quantità, misure e tipo di tutto ciò che ci serve, fra legno, viti, chiodi e vetro acrilico.

La decisione di procedere montando separatamente le pareti e le falde del tetto, per poi assemblarle l’una con l’altra, ha solo uno svantaggio: dobbiamo disporre di un adeguato spazio di lavoro nei pressi del cantiere. Questo spazio deve essere vicino per poter spostare senza fatica i vari pezzi, una volta montati, ma deve avere anche una caratteristica fondamentale: deve essere perfettamente piano; solo in questo modo, sarà facilissimo posizionare a terra i listelli, orientarli in squadro e unirli mantenendo i necessari parallelismi e la planarità.

Costruzione a terra di ogni singola parete e falda del tetto

Distendiamo sulla pavimentazione piana i pezzi, già tagliati a misura, seguendo la traccia del progetto. Disponendo di calcoli precisi fatti sulla carta, marchiamo a matita, sui longheroni, la posizione esatta dei montanti intermedi. Una o anche due squadre ci sono utili per impostare l’insieme con la necessaria squadratura, che sarà comunque da verificare in modo più attento man mano che si procede con l’assemblaggio. I montanti laterali vanno in sormonto alle tavole messe orizzontalmente alla base della parete; quindi prepariamo una serie di prefori negli stessi, per l’applicazione delle viti di fissaggio. Servono due viti per ogni tavola e il listello trasversale, quindi in tutto sono 6 viti per parte. Idem all’estremità alta, dove mettiamo 2 viti per parte, per fissare l’unico listello presente.

Montaggio delle pareti e delle falde del tetto

Sui plinti si appoggia una solida cornice di legno che ricalca il perimetro della serra; si fissa con tirafondi alle staffe che fuoriescono dai plinti, dopo aver controllato la squadratura e la messa in bolla nei due sensi. Eventualmente correggiamo con spessori da mettere tra staffe e legno.

Iniziamo a installare le pareti sostenendole inizialmente con puntelli e aiutandoci a tenerle unite con strettoi sino a quando le viti non siano avvitate. Pezzo per pezzo controlliamo sempre che sia in bolla.

Andando avanti nell’allestimento delle pareti, la struttura diviene sempre più stabile e ci facilita il compito di completamento delle giunzioni e montaggio delle singole falde del tetto. La porta è ampia e potrebbe “scendere” un po’ lato maniglia: eventualmente aggiungiamo un listello inclinato.

Consiglio

Nelle giunzoni di listelli che non incrociano a 90° è meglio adottare alcune accortezze: una prima è quella di segnare sul fianco del primo listello l’inclinazione del secondo (cosa utile per fare i fori passanti con la direzione corretta); una seconda è quella di applicare le viti tenendo uniti e allineati lateralmente i due listelli. Questo lo si può fare mettendo uno strettoio sul fianco, in corrispondenza della linea di giunzione.

Completamento struttura

La parte superiore del tetto presenta una curvatura longitudinale che dobbiamo realizzare tagliando 3 centine di legno da un pannello, dando loro la rotondità. Queste si fissano a una cornice di listelli di forma rettangolare: due alle estremità e una al centro.

Dopo averla messa nella sua sede, fissiamo la parte alta della copertura ai longheroni delle due falde laterali, applicando viti passanti negli stessi; le viti vanno a mordere nella cornice di base della falda tonda.

Per incrementare la robustezza e la rigidità della serra, applichiamo in diversi punti delle volpi, listelli inclinati a 45° che impediscono le oscillazioni laterali a cui è soggetta una struttura fatta con un materiale elastico come il legno.

Applicazione dei vetri acrilici

Il pannello più grosso è quello che mettiamo a intero rivestimento della falda curva. Lo fissiamo con viti dotate di guarnizione di gomma oppure bituminosa, fatte apposta per impedire all’acqua di penerare attraverso il foro nel vetro.

Per le parti piane, sul contorno di ogni apertura inchiodiamo listelli a sezione quadrata 15×15 mm. Usiamo un pezzo di vetro acrilico per posizionarli in modo che il vetro resti a filo interno del telaio.

Tagliati i fogli di vetro acrilico di misura per gli spazi da chiudere, li inseriamo in sede e li bocchiamo al telaio con listelli di sezione 7×27 mm, che fissiamo con viti.

Rivit scende in pista in Superbike e SuperSport con il team Aruba.it Racing – Ducati

0

Il marchio Rivit sostiene le rosse di Borgo Panigale nei campionati di WorldSBK e WorldSSP per ribadire la forte vocazione territoriale nell’ambito della meccanica e dei motori ma anche l’attenzione a innovazione e ricerca

L’eccellenza dei sistemi di fissaggio incontra l’eccellenza della meccanica in una sponsorizzazione che vede Rivit, leader nel mercato dei rivetti e delle rivettatrici, prendere parte a due dei campionati più prestigiosi del motorsport per la stagione 2023: Suberbike e Supersport.

L’azienda ozzanese, attiva dal 1973 nella produzione e nella vendita di sistemi di fissaggio, fornisce infatti i propri prodotti al team Aruba.it Racing – Ducati per sostenere i meccanici nel loro lavoro di manutenzione e di messa a punto delle moto e dei box durante tutto il campionato, abbinando il proprio marchio alle rosse di Borgo Panigale.

Una collaborazione nata per promuovere e sottolineare il collegamento tra due eccellenze del territorio emiliano, luogo che da sempre attrae e favorisce l’insediamento di imprese legate alla meccanica e ai motori. In questo ambito si colloca la scelta dell’azienda ozzanese che con Ducati e con il motorsport condivide valori e principi come l’attenzione e il supporto a ricerca e innovazione per un costante miglioramento di prodotti e performance.

Il campionato delle derivate di serie, iniziato nel weekend 24-26 febbraio, si articola in 12 round disputati sulle più importanti piste internazionali e toccherà suolo italiano in Emilia-Romagna, a Misano Adriatico (02-04 giugno). Il team Aruba.it Racing – Ducati schiera in pista il campione del mondo in carica Alvaro Bautista e l’italiano Michael Ruben Rinaldi per la SBK, mentre in SSP correrà Niccolò Bulega.

“Con la sponsorizzazione del team Aruba.it Racing – Ducati riprende il nostro rapporto con lo sport dopo un paio d’anni di interruzione. La scelta di puntare sul motorsport con il marchio Rivit trova una coerenza non solo nella logica di valorizzazione del nostro territorio, da sempre terra di motori, ma anche per valorizzare a livello di Gruppo Fervi (di cui siamo parte) il sostegno alle superbike nostrane. Partecipare come sponsor ai campionati mondiali SBK e SSP è dunque per noi un’importante occasione per far emergere la qualità dei nostri prodotti, in grado di soddisfare gli alti standard richiesti in competizioni sportive di massimo livello, ma mette in luce anche l’ambizione di presidiare i vertici del nostro mercato di riferimento” ha commentato Guido Greco, CEO di Rivit.

FERVI e Aruba.it Racing – Ducati ancora insieme nel campionato mondiale Superbike e SuperSport 2023  

0

Dopo il successo dell’anno scorso, anche quest’anno FERVI supporta le Ducati in gara nei campionati WorldSBK e WorldSSP nella lotta per il titolo

Per il quinto anno FERVI è sponsor tecnico del team Campione del Mondo di Superbike 2022. Anche per la stagione 2023, dunque, le Panigale V4 R e la Panigale V2 vengono messe a punto dagli ingegneri del team Aruba.it Racing – Ducati grazie anche agli utensili FERVI, in grado di garantire performance di ottimo livello.  

Terminati i festeggiamenti per il successo sportivo dell’anno scorso, quando il pilota spagnolo Alvaro Bautista si è laureato Campione del Mondo di Superbike, FERVI ha rinnovato con entusiasmo il proprio supporto alla squadra bolognese che, come ringraziamento per il sostegno e il contributo dato durante la stagione 2022 alla messa a punto delle moto, ha inviato aIl’azienda emiliana una targa-ricordo in argento molto apprezzata.  

Il rinnovato accordo prevede l’utilizzo degli arredi modulari e dei carrelli FERVI per l’allestimento dei box di scuderia, rigorosamente personalizzati con il colore rosso che da sempre caratterizza il costruttore di moto di Borgo Panigale. Inoltre, la precisione, la robustezza e l’affidabilità degli utensili FERVI sono a disposizione di tecnici e piloti per perfezionare e cercare l’assetto migliore delle potenti due ruote.  

Il campionato toccherà la nostra Penisola nel fine settimana del 2-4 giugno quando la Superbike correrà a Misano Adriatico (RN) unica tappa italiana dell’evento targato FIM (Fédération Internationale de Motocyclisme).   Sia nel Campionato di Superbike sia in quello di SuperSport, i piloti sono gli stessi dell’anno scorso: in Superbike a lottare per il titolo ci sono Alvaro Bautista, che correo con il numero 1 del Campione del Mondo, e il riminese Michael Rinaldi chcon il numero 21. Il numero 11 Niccolò Bulega è invece il pilota schierato in pista per il campionato SuperSport.  

“Siamo molto orgogliosi del successo del 2022 che però non ha appagato la nostra voglia di vincere, anzi, ci sprona a fare ancora meglio nella nuova stagione. In FERVI, proprio come nei campionati agonistici, l’impegno e la ricerca per migliorarsi sono sempre al primo posto e per questo anche accogliamo nuovamente la sfida della WorldSBK e della WorldSSP. Crediamo infatti che i nostri utensili abbiano ancora molto da dare nell’armonioso gioco di squadra che scandisce i 12 round di gara, soprattutto grazie alla loro versatilità che li rende idonei sia agli alti standard dei campionati internazionali di racing, sia alle esigenze degli hobbisti e degli appassionati che seguono le gare” ha commentato Ermanno Lucci, Direttore Marketing FERVI Group.

Saldatura a gas | Approfondimento tecnico

La saldatura a gas rappresenta la più raffinata forma di saldatura, per la quale occorre pratica ed esperienza

La saldatura a gas è comunemente conosciuta come saldatura forte e a volte impropriamente definita saldatura a cannello: ciò deriva dal fatto che il materiale d’apporto ha maggior robustezza delle leghe di stagno e piombo. Questi materiali hanno, in genere, una temperatura di fusione tra gli 800 ed i 1000 °C, non ottenibili con un saldatore elettrico per stagno.

È necessario ricorrere a fiamme con elevato potere calorifico. Il materiale in questione si presenta fisicamente sotto forma di bacchette di piccolo diametro sui 2 mm, lunghe sui 300 mm. Le leghe che offrono i risultati migliori sono le più costose.

Le leghe all’argento per saldature a gas hanno una resistenza e una durezza molto più elevate dell’argento puro, si legano bene con quasi tutti i metalli (escluso l’alluminio) e perfino con l’acciaio inox. Mentre talune bacchette di argento vengono fornite con un rivestimento di polvere disossidante, nella maggior parte dei casi si preferisce cospargere le superfici con polvere di borace che, alla fiamma, fonde e disossida chimicamente i metalli. Le bacchette ricoperte sono in genere più costose e delicate.

La saldatura a gas si esegue fondendo
La saldatura a gas si esegue fondendo il metallo d’apporto con torce o cannelli a gas liquido: propano o butano danno i risultati più soddisfacenti. Le torce a gas dispongono, nei modelli migliori, di un sistema di accensione piezoelettrica. Ad ogni scatto corrisponde una robusta scintilla che scocca davanti all’ugello del bruciatore e la fiamma è subito pronta. I cannelli a gas dispongono di un sistema di carburazione molto semplificato.

Carburare significa saturare di idrocarburi un’atmosfera gassosa, ossia l’aria. Questa saturazione, o carburazione, viene corretta in modo che la fiamma formi al suo centro un dardo azzurrognolo, che ha il massimo potere calorifico. Un gas liquido può raggiungere, nel dardo, 1800 °C di calore ma, per le inevitabili dispersioni, la temperatura utile si riduce a 1300 °C.

Gas per saldatura

I gas liquidi possono essere di due tipi fondamentali: il butano e il propano. Il propano è nettamente superiore, come rendimento, al butano: gasifica più facilmente anche quando fa freddo mentre il butano, in compenso, è meno costoso.

Ricordiamo anche che la saldatura a gas non è la saldatura a elettrodo

Cosa serve per la saldatura a gas

Per saldare correttamente a gas serve diversa attrezzatura

attrezzi per saldatura forte
  1. La bomboletta: Anche per le torce a gas sono disponibili ugelli di diversa forma, studiati per erogare una fiamma più o meno concentrata e per riscaldare quindi superfici più o meno estese: ogni modello, però, accetta in genere solo accessori a lui dedicati (e non quelli di altre ditte).
  2. La torcia: La torcia a gas viene alimentata direttamente da bombole a perdere di ridotta capacità, avvitate all’impugnatura: i suoi punti di forza sono leggerezza, praticità e, nei modelli più raffinati, l’accensione piezoelettrica, mentre l’autonomia è ovviamente condizionata dalle dimensioni del serbatoio.
  3. Ricaricabile: Per lavorare in condizioni scomode, ma disponendo comunque di una buona autonomia, è utilissima una bombola ricaricabile di piccole dimensioni, collegata con un tubo lungo un paio di metri circa al cannello per saldare: quest’ultimo è in genere formato da un’impugnatura che accetta diversi tipi di ugello.
  4. Ministilo: collegata con un tubo di giusta lunghezza circaal cannello: quest’ultimo è in genere formato da un’impugnatura che accetta diversi tipi di ugello.

Le varietà di fiamme della saldatura a gas

tipi di fiamme nella saldatura
Tre tipi di bruciatori per fiamme con diverso sviluppo.
  1. un bruciatore che consente di sviluppare un forte calore su spazi ristretti.
  2. un bruciatore a forcella per saldobrasatura ferro,rame e piombo del diametro massimo di 20 mm.
  3. un bruciatore a forcella per tubi fino al diametro di 40 millimetri.

Gli ugelli nella saldatura a gas

ugelli per saldatrice
La varietà degli impieghi della saldatura a gas è testimoniata dal gran numero di ugelli tra cui la versione per saldare guaine bituminose (in alto a destra) e quella per saldare a stagno (mazzetta in basso a sinistra). Speciali valvole evitano dispersioni di gas e garantiscono pressioni sempre costanti del gas in uscita

I vantaggi della saldatura a gas

Il gas liquido ha numerosi vantaggi, primo tra i quali una facile portatilità, un’eccellente conservazione, specie se le bombole sono ben costruite, ed è reperibile senza alcuna difficoltà anche nelle ferramenta. Come contropartita il gas liquido non offre buoni rendimenti quando le superfici da saldare, e quindi da riscaldare, raggiungono dimensioni notevoli.

Mentre con le saldature ossiacetileniche, ove sono in gioco temperature intorno ai 3000°C, si debbono regolare due manopoline ed è necessario applicare sulle bombole appositi riduttori di pressione che debbono anch’essi essere regolati, sul cannello a gas liquido c’è un rubinetto solo, quindi una sola manopola.

La carburazione avviene di solito soltanto aumentando o diminuendo l’afflusso di gas mentre l’aria entra attraverso ugelli fissi, predisposti nella costruzione del cannello. Oltre al cannello a gas, serve un tubo di raccordo, in gomma resistente al propano, di una lunghezza superiore ai 2 metri, munito di attacchi idonei.

Impugnature controllate e sicure nella saldatura a gas

impugnatura di sicurezza per saldatura

Le impugnature destinate alla saldatura a gas possono essere equipaggiate con diversi tipi di lancia e sono soggette a severi controlli sul piano della sicurezza: i rubinetti, ad esempio, devono sopportare fino a 10.000 cicli di apertura e chiusura. I manicotti metallici posti a circa metà lunghezza dei tubi di alimentazione non indicano la presenza di una giunzione tra due spezzoni: si tratta invece delle utilissime valvole di non ritorno, che permettono il passaggio del gas in una sola direzione ed eliminano la pur improbabile eventualità di un ritorno di fiamma.

Il regolatore e le bombole nella saldatura a gas

regolatore di sicurezza bombole
I dispositivi di erogazione da applicare sulle bombole per
la saldatura a gas sono molto curati dal punto di vista della sicurezza: oltre alle valvole di non ritorno che impediscono il verificarsi di ritorni di fiamma, ci sono i regolatori di pressione, uno per ogni bombola, con doppio manometro, che permettono di impostare le corrette precondizioni per gestire la calibrazione finale della fiamma con le manopole in testa al cannello.

I posti di saldatura

Sono sicuri e semplici, completi e pratici, portatili e poco ingombranti. La loro autonomia è tranquillizzante e le parti di ricambio, così come gli accessori, sono sempre reperibili. Si trovano in commercio pratici posti di saldatura ossiacetilenica a peso contenuto, destinati all’artigiano, ma validissimi anche per il fai da te. Le caratteristiche di questi impianti portatili non differiscono per niente da quelli più grossi, il volume di ossigeno e di acetilene contenuto in ciascuna bombola è comunque notevole. Il posto di saldatura funziona esattamente come un grande impianto: salda, brasa, taglia, con ampia autonomia.

Le bombole sono di tipo ad alta sicurezza, con il collare superiore protetto, come quelle del gas liquido da cucina, in modo che né colpi, né cadute o altri incidenti possano danneggiare la rubinetteria. La presenza dei riduttori e dei doppi manometri installati su ciascuna bombola, il sistema di bloccaggio rapido, la lunghezza dei tubi ne fanno una soluzione valida. Vi sono versioni anche più economiche e leggere per la saldatura a base di ossigeno e butano e modelli di tipo polivalente (in cui basta cambiare la bombola del gas da miscelare con l’ossigeno).

Saldatura a gas nella pratica

I pezzi da saldare non debbono muoversi tra loro e rispetto al banco di saldatura. Quando le parti da saldare sono pesanti e sagomate in maniera favorevole, non è necessario bloccarle. Oltre al banco di lavoro servono alcuni utensili: martelli, tenaglie, pinze sia per spianare le lamiere, per piccoli lavori di aggiustaggio, sia per reggere o spostare i pezzi o tutto il lavoro di saldatura quando esso è ancora caldo.  Il lavoro di ripresa, ossia di saldatura anche dall’altro lato, deve essere eseguito prima che il metallo si raffreddi, per evitare distorsioni.

Temperature elevate nella saldatura a gas

saldare il ferro
Per saldare il ferro servono temperature molto elevate, raggiungibili solo con la saldatura a gas: a seconda della resistenza meccanica che si vuole ottenere e dello spessore dei pezzi si usano come materiale d’apporto o bacchette di ferro, o leghe con un punto di fusione inferiore.

Quale dardo utilizzare per la saldatura a gas

tipi di fiamma e temperature
  1. il dardo ossiacetilenico normale è lungo 7-8 cm. La temperatura è tanto più alta quanto più ci si avvicina all’ugello del cannello, ma in prossimità dell’imboccatura c’è una lieve flessione. A seconda del colore e della forma della fiamma si possono riscontrare diverse caratteristiche.
  2. la fiamma gialla, ampia e molto luminosa è ossidante e troppo ricca di ossigeno.
  3. la fiamma stretta e di colore azzurro è riducente e ricca di acetilene. Per ottenere una buona saldatura la miscelazione deve avvenire nei rapporti dovuti.

Le bombole di gas

Si possono adottare diverse soluzioni. La più economica è quella di munirsi di una grossa bombola di gas di quelle che si usano per le cucine, e in tal caso non è nemmeno necessario usare il riduttore di pressione. Con le bombole di propano, è meglio montare anche il riduttore a membrana. Si può essere indotti nella tentazione di fare il pieno delle bombolette più piccole mediante operazioni di travaso da quella più grossa. Questo travaso, apparentemente semplice, è in realtà pericolosissimo e assolutamente sconsigliabile.

La torcia a gas

La fiamma ossidrica portatile utilizza bombolette da poche centinaia di grammi, a perdere, di lamierino leggero. Le migliori sono le lampade che possono funzionare in posizione orizzontale, verticale, obliqua e addirittura capovolta: non sempre i lavori di saldatura a gas vengono eseguiti in posti agevoli!

Come si salda a gas

come si salda
  1. su due pezzi che vanno saldati ad angolo il metallo di apporto si deposita solo da una parte.
  2. due lamiere per essere saldate insieme devono essere lavorate sui bordi per avere uno smusso a V con apertura di 70° circa.
  3. lamiere con forte spessore si preparano e si saldano così.
  4. nella saldatura a sinistra l’angolo del cannello non deve superare i 50°, mentre la bacchetta è mantenuta a 45°, in quella a destra il cannello deve essere inclinato fino a 70°.
  5. nella saldatura a sinistra il cannello insegue la bacchetta tenuta inclinata di 45°. La saldatura a destra, o saldatura all’indietro, è molto usata con i pezzi di spessore superiore ai 4 mm, perché richiede un minor consumo di materiale d’apporto.
  6. la sezione del bagno di fusione e la forma di un cordone ben eseguito, che assomiglia ad una corda appiattita.

Errori da evitare nella saldatura a gas

saldatura errori
  1. la saldatura tende a chiudere i due pezzi e quindi, prima di stendere un nuovo cordone, occorre lasciar raffreddare il precedente.
  2. nella saldatura a T c’è il rischio dell’imbarcamento.
  3. nella saldatura laterale i pezzi vengono spostati dalla verticale per ovviare si pone il pezzo ad un angolo maggiore di 90°.
  4. anche una barra saldata a T rischia di imbarcarsi, ma il lavoro risulta corretto se si effettuano puntature alternate.
  5. per evitare l’imbarcamento orizzontale si pongono i pezzi in modo divaricato così da compensare la contrazione

I cannelli nella saldatura a gas

Per operare fattivamente con la saldatura a gas è necessario un minimo di pratica. La bombola deve essere tenuta piuttosto vicina al punto di lavoro, in modo che il tubo (il cordone ombelicale tra cannello e bombola) non debba mai tendersi e ostacolare il lavoro.  Attenzione alla tenuta dei raccordi: la maggior parte di essi viene avvitata in senso antiorario, perché la filettatura ha un passo sinistrorso.  Per essere sicuri che non vi siano perdite, si spennella un poco di acqua saponata sulle giunzioni.

Anche la più piccola fuga viene rilevata dal rigonfiarsi di tante bollicine. Il sistema di avvicinare un fiammifero ai giunti è senz’altro da evitare. La saldatura deve essere preceduta dalla preparazione del punto di lavoro. Dato il forte calore irraggiato, è necessario proteggere la zona circostante, per cui, se si lavora su un banco, è meglio rivestirlo con uno o più mattoni refrattari. Se si salda un tubo accanto ad una parete o sotto un lavandino, è consigliabile ispezionare la zona circostante.

Dopo l’accensione del cannello, automatica se questo è munito del dispositivo piezoelettrico, con un fiammifero da cucina se si tratta di un utensile classico, si controlla la carburazione della fiamma. Facendo oscillare la fiamma dei saldatori a gas si preriscalda il pezzo da saldare. Si deposita un poco di polvere disossidante sul punto da saldare e vi si ripassa sopra la fiamma facendolo sciogliere e bollire. Quando le bollicine sono quasi completamente scomparse, possiamo far colare le prime gocce di metallo sopra la giunzione.

La puntatura con la saldatura a gas

Per saldare correttamente pezzi di dimensioni apprezzabili è consigliabile eseguire un lavoro di puntatura. Puntare due pezzi tra loro consiste nel far cadere una goccia di materiale d’apporto alle due estremità del tratto da saldare, in modo che le due parti rimangano provvisoriamente unite. Ottenuto questo risultato, per evitare le deformazioni provocate dal calore, conviene proseguire la puntatura facendo cadere alcune gocce in zone intermedie.

Tutti i metalli sono isotropi ed ottimi conduttori del calore, con la conseguenza di riscaldarsi abbastanza uniformemente anche in punti distanti. Quando la saldatura avviene, per motivi di spessore del materiale, da ambo i lati, è indispensabile che la puntatura venga ripetuta anche dalla parte opposta. Ma non si commetta l’errore di sfalsare la simmetria dei punti: essi debbono essere ripetuti esattamente nelle medesime posizioni e nella stessa quantità per non inarcare le lamiere.

A saldare, di solito, si inizia da un lato e si conclude su quello opposto. Quando c’è il pericolo di deformare le parti, per effetto del calore, si può anche eseguire una saldatura a zone, saldando prima un tratto ad un’estremità, poi l’altra, quindi il centro.  Le tre zone così formatesi vengono congiunte tra loro con altri due tratti di saldatura. Riscaldando il materiale d’apporto nella zona di giunzione tra le diverse zone si spianano le asperità e si ottiene un cordone esteticamente perfetto.

La formazione della fiamma non è ottenuta solo a spese della bombola di acetilene e di quella di ossigeno, ma anche l’ossigeno presente nell’aria contribuisce alla combustione. Per la combustione completa di un litro di acetilene concorrono 2,5 litri di ossigeno.  Di questi mediamente 1,1 litri sono forniti dalla bombola, ed 1,4 litri dall’aria circostante. Da ciò si deduce quanto sia importante effettuare la saldatura a gas in presenza di una buona ventilazione.

Puntature contrapposte

puntature contrapposte
Per saldare un tubo è necessario eseguire delle puntature contrapposte nell’ordine indicato. Il cordone viene realizzato con un movimento a zig-zag del cannello, cercando di distribuire nel modo più uniforme possibile il materiale d’apporto: così facendo si migliorano l’aspetto e la resistenza della saldatura.

Unire in orizzontale

saldare in orizzontale
Questo tipo di saldatura è detto anche “in cornice”. Con i dovuti accorgimenti è semplice da effettuare: nei limiti del possibile è meglio eseguirla da sinistra (l’effetto di capillarità fa sì che il metallo fuso venga risucchiato nella fessura), inoltre la lancia va tenuta rivolta verso l’alto, con un angolo di circa 70°, in modo che la fiamma spinga la fusione verso l’alto, riducendo la possibilità di colature.

Unire in verticale

saldare in verticale
Due lamiere affiancate in piedi si uniscono con una saldatura a zig-zag che parte dal basso; il materiale d’apporto segue i movimenti del cannello e chiude la linea di giunzione. L’inclinazione della lancia di 70° verso l’alto e rapidi passaggi in successione impediscono le colature e permettono di ottenere un cordone di buona qualità estetica.

Unire sopra la testa

saldare sopra testa
È la più difficile, ma non impossibile. Per evitare colature è necessario procedere rapidamente, eseguendo un piccolo cordone di saldatura iniziale, che potrà essere anche ripreso più volte. La potenza del cannello è meglio che sia ridotta di 1/3 rispetto a quella nominale. Resta da mantenere a 45° l’inclinazione della bacchetta rispetto alla superficie da saldare, mentre il dardo deve risultare quasi perpendicolare.

Cosa fare se si spegna la fiamma durante la saldatura

Durante la saldatura a gas o nel corso dei preliminari si può verificare una tipica serie di inconvenienti. Il più comune è quello che si manifesta con un improvviso spegnimento della fiamma, seguito da un sonoro schiocco. È dovuto all’improvvisa ostruzione dell’ugello della punta.

Il rimedio è quello di sfregare la punta contro una tavoletta per estrarre, con l’attrito, il corpuscolo che ostruisce l’ugello. Se lo sfregamento non produce risultati, bisogna aspettare che il cannello si raffreddi, quindi si smonta la punta e la si pulisce all’interno, servendosi esclusivamente di uno stuzzicadenti (mai punte di ferro o di acciaio che allargherebbero il diametro).

Qualora si oda una serie di scoppi, a brevi intervalli tra loro, significa che la punta si è riscaldata troppo: bisogna lasciarla raffreddare. Il cordone di saldatura deve somigliare a una corda appiattita, perché è costituito da una serie di gocce di metallo parzialmente sovrapposte e allargate. La regolarità della larghezza del cordone, la distanza simmetrica delle sue squame e l’assenza di difetti estetici sono segnali che la saldatura è corretta e solida.

Qual’è la corretta angolazione del cannello?

Il cannello viene tenuto con un’inclinazione di 45° rispetto al piano di saldatura: la punta del dardo della fiamma dev’essere posta a 4-6 mm dal cordone che si sta formando per non toccare il metallo, in quanto il dardo è ancora ricco di carburante: non ha ancora bruciato tutto il gas e il punto più caldo della fiamma si trova a qualche millimetro davanti alla punta del dardo.

Mentre con la saldatura a sinistra si va verso la sinistra, e il cordone di saldatura viene lasciato sotto e dietro il cannello, nella saldatura a destra il cordone viene lasciato sotto e dietro la bacchetta. Con questo tipo di saldatura lo smusso a V può essere molto più stretto, diciamo a 70° anziché a 90°, perché il cannello non viene più tenuto a 45°. Risulta utile ricordare che nella saldatura a destra il cannello rimane sempre a destra e la bacchetta a sinistra, esattamente come si fa con la saldatura a sinistra.

Nella saldatura a sinistra la bacchetta viene tenuta con la punta immersa nel bagno che costituisce il cordone ancora liquido. La bacchetta segue ugualmente il movimento del dardo della fiamma, che si trova a circa 5 mm
dal piano.

Interventi sulla carrozzeria

saldare la carrozzaria
In carrozzeria capita spesso di dover ricostruire una parte deteriorata o deformata in modo irrecuperabile. Il nuovo elemento, che sia una piccola pezza oppure un ricambio intero (parafango, sottoporta, montante ecc) spesso deve essere unito per tutto il suo perimetro di contatto. In questo caso, la saldatura a gas è quasi d’obbligo per via del limitato spessore delle lamiere che oggi formano la carrozzeria delle automobili (un tempo erano molto più spesse e si saldavano più facilmente): come materiale d’apporto si usano spesso leghe a basso punto di fusione, che tendono a distribuirsi sulla superficie senza formare rilievi. In alternativa si usano le saldatrici a filo con protezione gas inerte (MIG), montando un rotolo di filo di piccola sezione e, di conseguenza, il giusto rapporto di voltaggio e amperaggio applicato alla torcia.

Come effettuare degli smussi

Quando le lamiere hanno uno spessore che supera i 4 mm la fiamma non penetra profondamente nel vano tra i bordi da saldare. Per questo motivo bisogna eseguire, su ciascuna parte, uno smusso a 45°, in modo da formare, unendo i due pezzi, una gola a V: essa può essere ottenuta con una lima, una mola o una smerigliatrice. Quando lo spessore dei pezzi supera i 12-15 mm, lo smusso deve essere eseguito in forma di X praticando smussi a V su entrambi i lati: in tal modo è possibile eseguire una saldatura simmetrica da ambo i lati delle lamiere.

La precisione è la base di ogni saldatura a gas

Per iniziare una saldatura a gas occorre essere precisi fino alla pignoleria. Prima si apre il rubinetto della bombola dell’acetilene o del gas liquido. Poi si apre la valvola dell’ossigeno. Si regola con precisione il riduttore dell’ossigeno controllando il manometro.

Quindi si controlla il corretto funzionamento del cannello, provandolo con la fuoriuscita di un soffio di ossigeno. Finalmente si apre il rubinetto dell’acetilene posto sul cannello con ossigeno chiuso. Si accende l’acetilene puro e si inizia cautamente l’apertura del rubinetto dell’ossigeno posto sul cannello.

Quando si ritiene che la saldatura sia terminata, si chiudono nell’ordine il rubinetto dell’acetilene e dell’ossigeno posti sul cannello, il rubinetto della bombola di acetilene o di gas liquido; infine si allentano le viti del riduttore dell’ossigeno. 

Il taglio con la fiamma

taglio a fiamma

Con la fiamma è possibile effettuare il taglio di pezzi e di lamiere, anche di spessore considerevole. Il principio dell’ossitaglio è basato sull’ossidazione del ferro ad alta temperatura. Per ossidazione si intende, è noto, la combinazione di un metallo con l’ossigeno. Quando il ferro, mantenuto ad alta temperatura dalla fiamma, viene investito da un violento getto di ossigeno, brucia rapidamente nel punto in cui è colpito. In tal modo la fiamma lo “taglia” anche se di spessore considerevole. In queste condizioni il ferro brucia senza fondere; il taglio è bello, netto, sottile, mentre la scoria viene lanciata via dal getto dell’ossigeno e dalla fiamma.

Il cannello comune non è in grado di tagliare lamiere o pezzi di qualsiasi spessore. La qualità del cannello riveste la massima importanza, perché da esso dipendono sia il consumo del gas e dell’ossigeno, sia la velocità del taglio. Le punte dei cannelli da taglio emettono la fiamma da riscaldamento in forma anulare che viene circondata dal getto di ossigeno. Si accende prima il gas e si apre successivamente l’ossigeno, regolando la fiamma.

Il cannello deve essere tenuto, inizialmente, inclinato di 40° rispetto al piano di taglio. Quando si invia l’ossigeno per il taglio, si verifica un inevitabile abbassamento nella pressione dell’ossigeno inviato alle fiammelle di taglio. Bisogna quindi ridurre l’afflusso di gas. Appena si inizia il taglio, si chiude l’ossigeno e si riscalda il pezzo fino al color rosso vivo, tenendo sempre il cannello inclinato a 40°. Quindi si riapre l’ossigeno da taglio ponendo il cannello in perfetta verticale e si insiste su quel punto fino a che non si vedono le scintille uscire sotto la lamiera. Solo adesso possiamo incominciare lo spostamento lungo la linea di taglio.

Diagramma riassuntivo per la saldatura a gas

Sicurezza durante la saldatura a gas

La sicurezza è un aspetto fondamentale quando si lavora con attrezzature di saldatura a gas. È importante indossare l’abbigliamento protettivo appropriato, che include guanti di saldatura, occhiali di sicurezza e un grembiule o una giacca di saldatura per proteggere la pelle dalle scintille e dal calore. Inoltre, lavorare in un’area ben ventilata è essenziale per evitare l’inalazione di gas e fumi potenzialmente nocivi.

Tecnologie avanzate nella saldatura a gas

Negli ultimi anni, la tecnologia della saldatura a gas ha fatto passi da gigante. Ad esempio, le torce di saldatura a gas moderne sono spesso dotate di sistemi di controllo del flusso di gas per migliorare l’efficienza e la precisione della saldatura. Inoltre, alcuni saldatori a gas ora includono funzionalità digitali, come display LCD e controlli touch, che rendono l’attrezzatura più facile da usare e più precisa.

Saldatura a gas rispetto ad altri metodi di saldatura

Mentre l’articolo si concentra sulla saldatura a gas, potrebbe essere utile per i lettori comprendere come si confronta con altri metodi di saldatura, come la saldatura MIG (Metal Inert Gas) o TIG (Tungsten Inert Gas). Questo potrebbe includere una discussione sui vantaggi e gli svantaggi di ciascun metodo, così come le applicazioni più adatte per ciascuno.

Formazione e certificazione per la saldatura a gas

Infine, un’aggiunta utile all’articolo potrebbe essere un paragrafo sulla formazione e la certificazione necessarie per diventare un saldatore a gas professionista. Questo potrebbe includere informazioni su dove e come ottenere la formazione, così come i benefici di ottenere una certificazione professionale.

Un baule armadio fai da te per la cameretta

0

Un grande contenitore fatto come un baule, ma allestito internamente per essere un armadio a misura di teenager. Messo su rotelle pivotanti, lo si sposta agevolemente nella stanza; può rimanere aperto, per una maggiore comodità di utilizzo, e in questo caso una quinta rotella permette di aver maggiore stabilità. Ecco come realizzare un baule armadio fai da te

Per la stanza dei più giovani si cercano sempre idee per rendere l’ambiente giocoso e allegro, ma non bisogna mai sottovalutare la necessità che sia anche funzionale e comodo per incentivare gli occupanti a gestirsi con piacere e non come imposizione. Pertanto, è importante che l’arredo sia a misura per la loro statura oltre che colorato e divertente. Il baule armadio fai da te che proponiamo è un’ottima idea perché è una costruzione semplice e ampiamente personalizzabile, sia nelle misure, per adattarle all’età e alla statura del ragazzo, sia nelle decorazioni e nelle finiture.

Si tratta di costruire un parallelepipedo di legno, usando pannelli di OSB, di multistrato o di MDF; qualsiasi materiale va bene perché sia esternamente sia internamente lo si può rivestire mascherandolo completamente. Questa scelta semplifica molto il lavoro perché permette di fissare i pezzi con chiodi o viti, mandandole sotto filo piano e, al termine, dare una rapida stuccatina agli avvallamenti, prima della verniciatura coprente.

Cassa con coperchio

Si monta la cassa unendo i pannelli che la compongono, ottenendo un parallelepipedo completamente chiuso. Per ricavare il coperchio si effettua un taglio preciso, ovvero eseguito con cura e perfettamente rettilineo, a 100 mm circa da quello che è stato designato come il lato frontale del baule. Per fare un buon taglio ai fini estetici bisogna andare diritti e paralleli al lato, facendo in modo che i lembi del legno non siano rovinati dalla lama.

Completamenti

La parte profonda del baule si allestisce come se fosse un armadio, applicando un bastone in alto per appendere le grucce e, in basso, tre ripiani. Nell’esiguo spessore del coperchio si realizzano col legno alcuni ripiani/contenitore come quelli delle porte dei frigoriferi; alcuni di questi si lasciano aperti nella parte sotto in modo da potervi mettere le calzature. Sempre nello spazio del coperchio, ma nella parte alta, si applica uno specchio fissandolo con due listelli, uno sotto e uno sopra come contenimento, e altri due in sovrapposizione, per tenerlo aderente al pannello posteriore. Ogni coppia di listelli è fissata con una serie di 4 viti.

Il posizionamento naturale del baule armadio fai da te è in piedi; per poterlo spostare comodamente, si applicano sotto la base alcune rotelle di tipo pivotante. Ne servono in tutto cinque: quattro si mettono sotto il corpo grosso del baule e una sotto il coperchio. Quest’ultima è necessaria per sostenere la parte a sbalzo del coperchio quando è in posizione di apertura: a causa delle strutture fissate all’interno e degli oggetti che vi si ripongono, infatti, il peso complessivo di questa parte può diventare molto elevato e, senza un punto d’appoggio a terra, riuscirebbe a sbilanciare in avanti l’intero baule. Alla base del coperchio, ma internamente, si applica anche un listello, fissandolo con 4 viti, messo in modo che sporga di circa 15 mm. Questo è utile per allineare perfettamente la porta del baule armadio fai da te quando viene chiusa.

Finiture del baule armadio fai da te

Il lavoro si conclude con l’applicazione degli angolari tipici dei bauli, ma solo dopo aver completato la colorazione del mobile. In questo caso, avendo usato per la cassa il legno multistrato, la vernice coprente è stata applicata solo esternamente, mentre all’interno è stata data vernice trasparente (flatting).

baule armadio fai da te

Cosa occorre

Multistrato spessore 15 mm:

  • 2 pareti A di 400×1300 mm,
  • 2 basi B di 400×520 mm,
  • 3 ripiani C di 290×518 mm.

Multistrato spessore 10 mm:

  • 2 facciate D di 550×1300 mm.

Abete o pino massello, spessore 8 mm:

  • 9 listelli E da 44×520 mm.

Abete o pino massello, spessore 15 mm:

  • 6 tavolette F da 91×91 mm,
  • 3 tavolette G da 91×520 mm,
  • 2 tavolette reggiscarpe H da 44×140 mm.

Ramino, spessore 4 mm:

  • 4 listelli J da 20×400 mm.

1 specchio piano K, 400×500 m, spessore 4 mm.

In aggiunta: 5 rotelle pivotanti M, con attacco a piastra; 2 tubi reggiabito N, con relativi supporti; 12 reggipiano; 8 rinforzi angolari O; 1 maniglia da baule; 3 cerniere; 1 chiusura a leva; colla vinilica; vernici acriliche e all’alluminio; chiodi e viti.

Baule armadio fai da te: costruzione della cassa di legno

Seguendo le misure indicate, ma redigendo in proprio un disegno dettagliato per confermarne la correttezza, possiamo far tagliare i pezzi direttamente nel centro fai da te, soprattutto i pannelli di multistrato spessi 15 e 10 mm.

baule armadio fai da te

Gli altri pezzi in abete e ramino massello sono facilmente producibili tagliando listelli e tavole piallate: possiamo tagliarli con precisione usando una cassetta tagliacornici e una sega a dorso. I pezzi della cassa li uniamo con chiodi senza testa (gruppini), ma avendo l’accortezza di stendere un filo di adesivo vinilico sulle superfici di contatto, prima dell’inchiodatura.

baule armadio fai da te
Misurati circa 100 mm dal bordo, tracciamo a matita una linea sul fianco, facendola proseguire sulla base e, via via, su tutto il contorno. È la linea da seguire per tagliare la cassa in due pezzi ottenendo fondo e coperchio del baule. Tagliando con il seghetto alternativo, quando arriviamo in fondo a una faccia, incliniamo indietro la lama (portando in avanti l’impugnatura) in modo che la sua punta non vada a toccare la parete della faccia che segue, facendo rimbalzare pericolosamente lo strumento. Con la sega circolare il problema non sussiste.
Costruiamo a parte i ripiani del coperchio. Ogni listello è fissato con due chiodini per estremità: li prepariamo già piantati nel pezzo, poi mettiamo un filo di adesivo, posizioniamo il listello e mandiamo a fondo i chiodini, mandandoli sotto filo piano con il cacciachiodi.
Prima di applicare gli angolari di protezione, dobbiamo colorare l’esterno del baule armadio fai da te, quindi decidiamo se applicare veri profili angolari d’alluminio sugli spigoli oppure simularne la presenza verniciando la parte con smalto argento, previo mascheramento con nastro di carta.

Per bordi di taglio netti e non sbrecciati

Per la divisione del parallelepipedo in coperchio e fondo, se si considera di utilizzare un seghetto alternativo o una sega circolare, va tenuto conto che in entrambe le macchine i denti delle lame lavorano agendo dal basso verso l’alto, quindi tendono a sbrecciare il bordo superiore (in uscita).

Per ovviare al problema, un sistema è quello di appoggiare una tavola di scarto sulla cassa e procedere tagliando contestualmente anche quella: se la tavola viene tenuta bene in appoggio sulla cassa, il bordo rovinato risulterà soltanto il suo.

Bonus pubblicità 2023

Dal 1° al 31 marzo 2023 è possibile inviare la “Comunicazione per l’accesso” al credito d’imposta per gli investimenti pubblicitari incrementali per l’anno 2023

Anche quest’anno sarà possibile beneficiare del credito di imposta per gli investimenti pubblicitari, ma con alcune differenze rispetto al passato:

il credito d’imposta ammonterà al 75% e riguarderà solo gli investimenti incrementali rispetto a quelli effettuati nel 2022;

riguarderà solo gli investimenti su carta stampata e media on line, registrati come “testate giornalistiche”, escludendo i canali televisivi e radiofonici.

Le domande possono essere presentate fino al 31 marzo attraverso il portale dell’Agenzia delle Entrate, utilizzando l’apposito modello da compilare seguendo le istruzioni.

La dichiarazione sostitutiva degli investimenti effettuati, invece, andrà presentata tra il 9 gennaio 2024 e il 9 febbraio 2024.

Per il bonus pubblicità 2023 sono stati stanziati 30 milioni di euro, che verranno ripartiti sulla quota delle domande pervenute. L’esclusione dei canali TV e radio, che comportano gli investimenti più costosi, e il calcolo ristretto agli investimenti incrementali, fanno pensare che quest’anno il riparto sia ben più cospicuo rispetto a quello dello scorso anno, che è risultato significativamente ridotto a causa di una forte richiesta.

I media cartacei e digitali di EDIBRICO sono testate giornalistiche attraverso le quali è possibile accedere al bonus, presentando richiesta della dichiarazione da allegare a quella relativa agli investimenti effettuati. 

I 3 media cartacei EDIBRICO

I 6 media digitali EDIBRICO

Verniciare il legno | Guida completa illustrata

Verniciare il legno è fondamentale per proteggerlo e resistere alle aggressioni dell’ambiente esterno o per mostrare, per intero, la sua bellezza

Con i termini verniciare il legno o pitturare il legno facciamo riferimento ad un “mondo” vastissimo che attinge da svariate tecniche e materiali. Occorre sempre tenere presente che una volta terminato il montaggio di una costruzione, sia esso mobile od oggetto di arredo, siamo a poco più della metà del lavoro…

Il legno grezzo, manca di tutta la fase di rifinitura che serve da abbellimento, ma anche di protezione: una difesa che evita il rapido deterioramento del legno. I mezzi che abbiamo a disposizione sono, a seconda del tipo di legno e delle nostre esigenze costruttive ed estetiche:

  • verniciatura legno (che implica la conoscenza delle vernici per legno, dei colori per legno, smalto per legno, ecc)
  • mordenzatura del legno (valutando uno specifico mordente legno)
  • laccatura del legno
  • smaltatura
  • Sbiancatura del legno (utilizzando gel impregnanti specifici. Impara qui come sbiancare il legno).

Il mondo del legno colorato è davvero ampio… siete pronti ad iniziare il viaggio e imparare a pitturare il legno?

Verniciare legno

Prima di capire come verniciare il legno occorre sottolineare che se ci troviamo davanti a un buon legno, bello nell’aspetto e nel colore, la vernice legno lucida o vernice per legno semilucida , come il flatting per legno o la vernice poliuretanica, sono una scelta d’obbligo.  Per verniciare il legno al fine di ottenere un buon risultato l’oggetto deve essere prima pulito attentamente, con uno straccio di lino, che non lasci pelucchi. Una volta tolta la polvere, passiamo sulla superficie il turapori  o cementite per legno e attendiamo che si asciughi perfettamente.

Poi stendiamo la vernice per legno, con un pennello, cercando di dare passate uniformi. Asciugata la prima mano di pittura per legno, si dà una buona carteggiata a grana fine. Si tratta di un metodo semplice, economico, che lascia trasparire sempre la venatura del legno, ma la isola e la protegge; si procede quindi con una seconda mano di vernice. Sempre nel caso che il legno sia già di bel colore è possibile lucidarlo a cera, invece che verniciarlo: occorre solo un poco di attenzione.

Infatti il trattamento a cera serve ad arricchire la bellezza del legno, ma non a proteggerlo come la vernice per legno. La cera va stesa con un tampone e dobbiamo tirarla fino a quando risulta perfettamente asciutta cioè non appiccica le dita al tatto. Quindi se ne dà una seconda passata fino a che, sempre toccando con la mano, il piano risulta liscio.

Pittura legno a pennello

Tempo richiesto: 1 ora

 

  1. Sgrassare la superficie

    Le crepe ed i nodi vengono sigillati con lo stucco. Prima però la superficie del mobile va sgrassata con acqua e ammoniaca.Pittura legno a pennello

  2. Riparare le piccole scheggiature

    Per riparare piccole scheggiature si usano le paste di legno plasmanti che si lasciano lavorare molto bene con la spatola e si collegano alla perfezione con le parti adiacenti.Pittura legno a pennello

  3. Applicare il fondo livellante

    Si applica un fondo livellante, che poi si carteggia per lisciare la superficie prima di applicare lo smalto legno con un pennello piatto in più mani successive.Pittura legno a pennello

  4. Applicare la vernice trasparente e colorata

    La vernice trasparente per legno dev’essere preceduta da un’accurata lisciatura della superficie e dall’applicazione di una mano di impregnante turapori. La prima mano di verniciatura deve essere seguita da una accurata lisciatura che elimina la peluria raddrizzata e indurita dalla prima mano.Pittura legno

  5. Applicazione della gommalacca

    La gommalacca è una resina naturale che si acquista in scaglie e si scioglie in alcool. Si imbeve un batuffolo di cotone o di lana avvolto in una pezzuola di cotone: questo tampone, passato con movimenti paralleli e regolari sul legno (fino a quattro o cinque strati successivi), rilascia la gommalacca.Pittura legno

Mordenzatura del legno – Mordente o impregnante?

Quando abbiamo da trattare il legno rustico, in stile o anche per scurirne uno troppo chiaro, è meglio usare un mordenzante. Anche un legno non troppo pregiato, acquista bellezza con questo trattamento. Il mordente è un colorante, generalmente a base di aniline.

Si trova sia ad acqua che ad alcool. Se usiamo un mordente ad acqua per pitturare il legno è indispensabile, per dipingere sul legno,  passarlo sulla superficie più di una volta. Ma noi sappiamo che un legno tende ad assorbire acqua, quindi si gonfia. Allora, molto spesso, capita che ad asciugatura ultimata, il piano trattato presenti dei rigonfiamenti che devono essere ricarteggiati e rimordenzati.

Perciò non è consigliabile stendere mordenti ad acqua sopra legni molto porosi; conviene trattarli con coloranti ad alcool. Questi sono molto rapidi ad asciugare e come unico inconveniente hanno che, se passiamo con il pennello su una parte appena trattata, vi rimane una striscia più scura. La superficie da trattare va prima sgrassata e per farlo usiamo una soluzione di acqua e ammoniaca, utile anche a favorire l’apertura dei pori del legno.

Una volta pronto, facciamo una prova su un pezzo di scarto, della stessa essenza del manufatto che vogliamo colorare. Dobbiamo usare il pennello con mano decisa, stendendo il liquido nel modo più uniforme possibile. Terminata la mordenzatura, lasciamo asciugare per almeno 24 ore.

legno verniciato

La mordenzatura del legno può essere effettuata in due modi nettamente diversi per dipingere mobili o ad esempio rinnovare le ante della cucina o riverniciare un mobile in compensato

  1. applicazione di un mordente (ad acqua o ad alcool) con una spugna, tampone o a pennello e successiva verniciatura finale con un protettivo trasparente.
  2. verniciatura con un prodotto “mordenzato” che realizza, contemporaneamente le due operazioni.

Ritocchi alla superficie

stuccare legno
  1. se il legno da trattare presenta delle fessure o delle piccole parti mancanti, conviene riempire tali mancanze con resine riempitive che possono essere mordenzate nello stesso colore del legno.
  2. dopo la mordenzatura si possono ulteriormente rifinire alcuni difetti con stick di cera colorata.

Come dipingere il legno con Smaltatura

Quando il nostro mobile è costruito con un legno meno pregiato o abbiamo particolari esigenze di ambientazione è necessario pitturare il legno con smalto . Lo smalto per legno è un coprente della superficie, che prima di riceverlo deve essere trattata con una leggera passata di fondo livellante. Quindi la carteggiamo e dopo averla attentamente pulita, procediamo a stendere lo smalto con pennellate molto lente e lunghe. Per evitare di fare “rizzare” il pelo del legno, usiamo il pennello seguendo la venatura e appoggiandone solo la punta.

Questa prima mano di sottofondo per pitturare il legno, la lasciamo asciugare per almeno 24 ore, cioè fino a quando la sentiamo ben indurita sotto le dita. Infine, prima di passare la seconda e definitiva mano, carteggiamo ancora e ripetiamo la smaltatura. Se desideriamo laccare il legno, è meglio che prepariamo il fondo con due mani di cementite, per dargli maggiore consistenza. Quindi sempre con lo smalto, passiamo fino a 5 mani ben tirate.

Smaltare con la pistola a spruzzo

pistola a spruzzo

Utilizzando una pistola a spruzzo di tipo elettrico o a compressore si ottiene una smaltatura di alta qualità per l’uniformità con cui la pittura viene applicata sul legno. In particolare conviene utilizzare la pistola a spruzzo su parti molto sagomate su cui è impossibile applicare delle passate uniformi con il pennello.

Come pitturare il legno vecchio

Come verniciare un mobile? Capita molto spesso che invece di realizzare una nuova costruzione si debba riparare o riportare a nuovo un mobile o un manufatto danneggiato. Le operazioni fondamentali che si devono affrontare per dipingere su legno sono le seguenti:

pulire il legno
  1. lavaggio e spazzolatura del legno con acqua tiepida cui si può aggiungere poca ammoniaca. Il lavaggio deve essere abbastanza veloce e la conseguente asciugatura molto accurata e non al sole.
  2. se il legno presenta superfici molto danneggiate è opportuno pareggiarle con uno stucco riempitivo indurente che si applica con la spatola e che si carteggia quando è indurito. Conviene effettuare sottili applicazioni successive.
  3.  se la pittura o la vernice sono danneggiate o screpolate è necessario asportarle utilizzando una pistola ad aria calda o uno sverniciatore chimico.

Tingere e colorare il legno per restituire, con essenze e pigmenti, nuova lucentezza e ricche tonalità ai nostri mobili

Più che affermare “verniciare il legno” sarebbe più corretto porsi il seguente quesito: Tingere il legno o colorare il legno o pitturare il legno? Cioè impregnarlo di un colore o rivestirlo con uno strato colorato? Questo è il problema: di fatto le tecniche e i prodotti a disposizione per verniciare il legno sono differenti e molto dipende dal tipo di mobile, dal legno, da cosa realmente vogliamo farne e se lasciarlo a tinta naturale o meno.  Fortunatamente in commercio si trovano numerosi prodotti che ci vengono in aiuto risolvendo tutti i nostri dubbi.

Verniciare il legno: differenza tra tintura e colorazione

Come vernicare un tavolo di legno
Se desideriamo “tingere” un mobile grezzo il modo più semplice consiste nell’usare le tinte per legno a base d’acqua, in particolar modo vernici per legno interno. Vi sono anche quelle a solvente (o all’alcool) che penetrano molto in profondità e sono più adatte per legni duri.

  1. Per tingere grezzo applichiamo la vernice all’acqua per legno desiderata usando un panno, un pennello o un tampone morbido.
  2. Un eccesso di tinta può compromettere la finitura del legno; è necessario quindi togliere l’eccesso strofinando con un panno di cotone pulito e asciutto.
  • Lasciamo asciugare la tinta come indicato sulla confezione del prodotto. Una sola mano è sufficiente a donare al legno un nuovo colore ma con mani successive il colore diventa più scuro e più intenso. A seconda dell’essenza del legno, la tinta penetrerà di più nella vena tenera, un po’ meno in quella dura; in questo modo si accentueranno i contrasti conferendo al mobile una bellezza particolare.

Come proteggere la tinta
Per proteggere la tinta è necessario stendere una mano di vernice o di cera per mobili. Le resine e le cere contenute in questi prodotti fissano il colore, rendono impermeabile il legno e garantiscono lunga durata ai nostri mobili. è necessaria l’applicazione di due mani.

Come colorare il legno
Se desideriamo “colorare” usiamo pigmenti colorati che misceliamo agli smalti e alle cere. Sugli smalti colorati si stende poi un fissativo che stabilizza i colori, impermeabilizza e protegge il legno nel tempo.

  1. Colori e tinte legno in diverse gradazioni. Costituiti da acqua e pigmenti la loro applicazione è consigliata su legni come il pino o l’abete.
  2. Le tinte “due in uno” sono prodotti all’acqua che contengono cere che apportano una leggera protezione al legno. Dopo aver applicato il prodotto non sono necessari altri trattamenti.
  3. Le terre colorate sono pigmenti naturali che si miscelano a tutti i prodotti, sia liquidi che in pasta. Mescolati a cere e pitture colorano il legno creando gradevoli effetti.
  4. Utilizziamo le cere colorate per ottenere nuove tonalità decorative originali. Si possono scegliere tra una vasta gamma di colori e si applicano sul mobile con un panno morbido.

Vernici per legno antiche e moderne

vernici antichizzanti
Trattamenti che durano nel tempo adatti sia per mobili di pregio sia per quelli rustici

Le vernici antiche per legno
Le vernici per pitturare il legno sono prodotti di protezione per il legno che formano sulla superficie una invisibile pellicola.  Le vernici “antiche” realizzate secondo le ricette in uso tra il 18° e 19° secolo, sono l’ideale per mettere in risalto le essenze nobili del legno. Le resine naturali di cui sono composte (gommalacca) vengono disciolte nell’alcool. Il risultato finale è molto bello e i composti naturali donano una bella patina al legno che dura nel tempo. L’aspetto negativo di queste vernici è il fatto che i mobili così trattati soffrono le macchie d’acqua e alcool, per cui è preferibile riservare questo trattamento a mobili che non corrano mai questi rischi.

vernici per legno per interno
  1. Le vernici “all’antica” conferiscono al legno una trasparenza leggermente ambrata. Si stendono con il tampone o il pennello.
  2. Vengono vendute in confezioni già pronte all’uso: è sufficiente seguire le indicazioni riportate sulla confezione.
trattamento a gommalacca
  1. I mobili antichi hanno un’estetica particolare dovuta all’effetto brillante e trasparente del trattamento con la gommalacca. L’applicazione si realizza tramite un tampone di cotone imbevuto di questa soluzione.
  2. Più facile da utilizzare è la vernice da stendere con uno stoppino di cotone. È il complemento indispensabile della vernice a tampone perché abbastanza simile nella composizione. È indicata soprattutto per trattare gambe di sedie, porte, cassetti e piedi dei mobili.
  3. Per i mobili impagliati (bamboo, paglia di Vienna, palma, paglia intrecciata ecc.) l’ideale è il trattamento con vernici specifiche che, oltre a proteggerli dalla polvere e dalla luce, conferisce una leggera brillantezza.

Le vernici moderne per legno

Le vernici “moderne” all’acqua o all’alcool contengono resine sintetiche (per lo più acriliche). Conferiscono ai mobili un bell’aspetto e formano sulla superficie una pellicola protettiva resistente e che dura nel tempo.

Quali prodotti comperare per verniciare il legno?

Come avrete capito, verniciare il legno… è un modo molto vasto: in commercio possiamo trovare prodotti molto validi.

Verniciare il legno con prodotti eco-compatibili

Negli ultimi anni, l’attenzione verso l’ambiente e la sostenibilità è cresciuta notevolmente. Questo ha portato allo sviluppo di vernici eco-compatibili per il legno, che sono formulate per ridurre l’impatto ambientale. Queste vernici sono prive di composti organici volatili (VOC) nocivi e sono realizzate con ingredienti naturali e rinnovabili. Non solo sono più sicure per l’ambiente, ma sono anche più sicure per l’uso in casa, in quanto non rilasciano fumi tossici.

Verniciare il legno con tecniche creative

Oltre alle tecniche tradizionali di verniciatura del legno, ci sono molte tecniche creative che possono essere utilizzate per dare un tocco unico ai tuoi progetti fai-da-te. Ad esempio, la tecnica del decoupage può essere utilizzata per applicare disegni o immagini al legno prima della verniciatura. Allo stesso modo, la tecnica del finto finito può essere utilizzata per dare al legno l’aspetto di un altro materiale, come il marmo o il metallo. Queste tecniche richiedono un po’ più di pratica, ma possono portare a risultati davvero unici.

Manutenzione del legno verniciato

Una volta che il legno è stato verniciato, è importante mantenere la finitura per garantire che duri nel tempo. Questo può includere la pulizia regolare con un panno morbido e asciutto per rimuovere la polvere e lo sporco. Se la finitura inizia a mostrare segni di usura, può essere necessario ritoccare o rinnovare la vernice. In alcuni casi, potrebbe essere necessario carteggiare leggermente la superficie prima di applicare una nuova mano di vernice.

Verniciare il legno esterno

Il legno utilizzato all’esterno, come per le terrazze o i mobili da giardino, richiede una protezione extra per resistere agli elementi. Le vernici per esterni sono formulate per resistere a condizioni climatiche estreme, come la pioggia, il sole e le temperature estreme. Inoltre, molte vernici per esterni contengono additivi che aiutano a prevenire la crescita di muffe e funghi, che possono danneggiare il legno nel tempo. Quando si vernicia il legno per l’uso esterno, è importante applicare più mani di vernice per garantire una protezione adeguata.

Sdraio fai da te a doghe per il giardino

1

Dopo le debite valutazioni sulla forma e lo sviluppo delle doghe, si dà il via a questa costruzione tutto legno: una sdraio fai da te oltre modo rilassante e gradevole per il meritato riposo nel déhor

Per costruire una sdraio fai da te con doghe di legno è necessario fare riferimento a un modello reperito su internet o, meglio, fotografato in qualche negozio dove è stato possibile anche testare l’effettiva comodità dell’oggetto. Quello a cui si è ispirato Paolo Laino è ormai un modello classico che si distingue per la linea moderna, sinuosa ed elegante. Due lunghi elementi laterali sono conformati in modo da costituire appoggio a terra e contestualmente supporto per le doghe che vanno a formare un’unica superficie d’appoggio ergonomica per la persona, dalla testa ai piedi. Come si può notare, i fianchi si sviluppano curvando verso il pavimento con l’estremità (piede) anteriore e con un prolungamento mediano, per poi orientarsi verso l’estremità posteriore con un percorso più rettilineo, inclinato verso l’alto.

Dato che le doghe d’appoggio seguono il profilo superiore dei fianchi, il loro andamento determina la comodità della sdraio fai da te, mentre la posizione e lo sviluppo delle gambe posteriori sono fondamentali per ottenere una sdraio che non si ribalti all’indietro quando ci si siede un po’ più in su del normale.

Essendo un manufatto destinato a rimanere all’aperto, almeno in estate, si sceglie di utilizzare per i fianchi pannelli di multistrato marino; mentre per le doghe si usa lamellare di abete di un certo spessore. Questo, oltre ad assicurare una maggiore durata del legno in questione, garantisce anche una maggiore tenuta delle viti che fissano le doghe ai fianchi.

Le doghe della sdraio fai da te sono montate con i fianchi che vanno in sormonto laterale. Allo scopo si eseguono fori equidistanti sui fianchi e si applicano le viti a testa svasata avvitate sino a filo piano.
La finitura con tre mani di impregnante garantisce una discreta durata al manufatto.

Sagoma di cartone per fare i fianchi della sdraio fai da te

Realizzare una sagoma di cartone è fondamentale per poter tracciare i contorni dei fianchi su due pannelli di legno. Date le dimensioni, è necessario industriarsi un po’ per ingrandire alle proporzioni reali il disegno originale eseguito su un foglio di carta.
Per eseguire il taglio del pannello, seguendo con precisione le varie curvature, si usa il seghetto alternativo, rialzando di quanto basta il legno con travetti di recupero.
I due pezzi ottenuti vanno carteggiati con cura lungo i bordi non solo per rimuovere le sbavature del taglio, ma anche per regolarizzare le curve nel loro sviluppo.
Tagliate con la troncatrice le 20 doghe, tutte di identica lunghezza, si passano alla fresatrice, montata su un banchetto, per arrotondare i 4 spigoli sui lati lunghi.
Gli spigoli delle doghe che vanno fresati sono soltanto quelli destinati a rimanere sopra, sul lato della seduta, tranne la prima e l’ultima doga, di cui va fresato il terzo spigolo esposto alla vista.

Una serie di fissaggi distanziati

Tempo richiesto: 4 ore

  1. Avvitare le prime doghe

    Per iniziare il montaggio è necessario tenere in posizione verticale i due fianchi mentre si avvitano la prima doga in alto dello schienale e quella al piede posteriore che irrobustisce l’intera struttura. Immediatamente dopo, segue l’applicazione della doga al piede anteriore, che ha lo stesso scopo.

  2. Realizzare una dima di controllo

    Con due pezzi di MDF di scarto si realizza una dima che aiuta ad applicare le doghe tutte alla medesima distanza e, nel contempo, a eseguire allineati ed equidistanti i fissaggi con le viti che vanno messe di lato.

  3. Fissare le doghe una per volta

    Con le doghe si procede a fissarne una per volta: una dopo l’altra vanno messe nella posizione corretta e tenute ferme comprimendo fra loro i fianchi con uno strettoio. A doga bloccata si applicano le viti, due per ogni lato, quindi si può allentare lo strettoio e ripetere la procedura per quella successiva.

  4. Fissare la traversa al piede

    Giunti verso la fine dell’applicazione delle doghe sulla sdraio fai da te, si mette al suo posto la traversa al piede (di fatto una doga anch’essa), per non aver difficoltà a metterla per ultima.
    sdraio fai da te

  5. Viti ben allineati ed equidistanti

    Le teste delle viti risultano ben allineate ed equidistanti (a coppie). Questo è bene perché, nonostante con la successiva finitura il colore brunito si confonda con quello dell’impregnante, le viti restano abbastanza visibili.

  6. Carteggiare e applicare la finitura

    Prima di applicare la finitura, con impregnante color noce, si carteggia la superficie superiore delle doghe e quella esterna dei fianchi.
    sdraio fai da te

Progetto di Paolo Laino

Portasalviette fai da te da parete

0

Realizziamo un portasalviette fai da te con una specie di scaletta appoggiata alla parete che è in grado di ricevere e mantenere in ordine numerosi asciugamani e salviette nella stanza da bagno

La struttura di questo portasalviette fai da te a “scaletta” è costituita da un telaio rettangolare in listelli di legno al cui interno sono presenti quattro pioli paralleli su cui andranno poggiati gli asciugamani. Il telaio è formato da due montanti e due traverse avvitate agli angoli, mentre i pioli sono inseriti in fori corrispondenti sui montanti.

Materiali:

  • 4 Listelli di faggio sez. 50×30 mm: 2 lunghi 2000 mm, 2 lunghi 600 mm.
  • 4 tondini di ramin Ø 20 mm lunghi 630 mm.
  • Viti da legno in acciaio inox 60×3 mm.

Attrezzi:

Scelta del legno e suo formato

Se scegliamo listelli di ramin, che si trova facilmente nei centri di bricolage già piallato, con lunghezze di 2000 o 3000 mm, avremo legno di buona qualità, già liscio e, acquistando il formato da 3 metri, lo scarto sarà inferiore: bastano 2 listelli dai quali ricaviamo subito un montante lungo 2000 mm da ognuno; con i due pezzi rimanenti (lunghi poco meno di 1000 mm) ricaviamo le due traverse lunghe 600 mm ognuna. Anche per i pioli scegliamo ramin, ma in questo caso potrebbe essere difficile trovare una stecca (tondino Ø 20 mm) lunga 3000 mm: i formati più reperibili sono 2000 e 1000 mm. Acquistiamo un tondino da 2000 e uno da 1000 mm: dal più lungo ricaviamo 3 pioli lunghi 630 mm, il quarto, lungo sempre 630 mm, lo otteniamo dal tondino da 1000 mm.

Note di costruzione

Per eseguire nel legno fori di diametro rilevante (da 15 mm in su) si possono utilizzare le punte o frese Forstner che abbiamo usato in questa realizzazione, ma si possono usare anche le “mecchie” o punte “a lancia”, meno costose delle precedenti. La mecchia è costituita da un gambo, che va inserito nel mandrino del trapano, e da una parte piatta, che taglia frontalmente, dotata di un vettino di centratura: una punta centrale sporgente e acuminata che serve per iniziare il foro e agevolarlo.

La scelta della Forstner al posto della mecchia è data proprio dal vettino che nella prima è appena accennato, mentre nella seconda è piuttosto lungo: in caso di fori non passanti, il vettino della mecchia rischia di fuoriuscire nella parte posteriore del pezzo di legno, se questo non è spesso abbastanza. In entrambi i casi, per limitare la lunghezza del foro, in questo caso 16 mm, è necessario disporre di limitatori di profondità di cui sono dotati alcuni trapani oppure le colonne per trapano.

Costruzione del portasalviette fai da te: taglio dei pezzi

Tutti questi tagli sono troncature a 90° e, soprattutto quelli fatti sui listelli del telaio, richiedono, oltre alla precisione (le due coppie di pezzi devono avere lunghezza identica), che i lembi risultino puliti e regolari. Per questo utilizziamo una cassetta tagliacornici che guida l’angolo della lama della sega a dorso sui 90° rispetto al pezzo, sia in senso verticale sia orizzontale. Ovviamente, eseguiamo con le stesse modalità e i medesimi strumenti anche i tagli dei pioli.

Fori passanti e ciechi

I fori passanti li dobbiamo fare alle estremità dei montanti, per fissare le traverse del telaio, sulle quali i montanti vanno in sormonto. I fori sono due per ogni estremità e devono essere di diametro uguale o leggermente superiore (massimo 0,5 mm) rispetto a quello delle viti previste. In questo modo la vite non riesce ad avvitarsi nello spessore del montante, ma fa presa solo nella traversa, col risultato di un ottimo serraggio fra i due pezzi. I fori ciechi servono per fare le sedi alle estremità dei pioli, quindi devono essere di diametro uguale a questi ultimi (Ø 20 mm). La profondità del foro deve essere di 16 mm, sufficienti per un saldo fissaggio del piolo con la colla.

Dopo aver tagliato a misura i 4 pezzi del telaio portante, usando la cassetta tagliacornici e la sega a dorso per fare tagli precisi e a 90°, accostiamo a coppie i pezzi uguali mettendoli su un piano. Segniamo sui montanti i punti in cui fare i fori ciechi per i pioli e i fori passanti per le viti di fissaggio delle traverse. Per non commettere errori, anche se i pezzi dovrebbero risultare identici, conviene sempre effettuare una marcatura speciale, con un triangolo, che permetta di identificare la posizione corretta di ogni singolo pezzo.
Foriamo le estremità dei montanti facendo per ognuna due fori passanti Ø 3 mm che poi svasiamo nella parte esterna con una fresa conica, facendo la sede per le viti a testa svasata in modo che restino a filo della superficie, senza sporgere.
Sulla faccia interna dei montanti del portasalviette fai da te da 50×30 mm realizziamo i fori ciechi per applicare i pioli; usiamo il trapano con montata la punta Forstner Ø 20 mm. I fori sono 4 per montante; devono essere equidistanti e profondi 16 mm. In questa fase è molto importante la precisione, in modo che i fori risultino alla stessa altezza rispetto al montante controlaterale.
Procediamo con l’assemblaggio del portasalviette fai da te applicando colla vinilica nei fori per i pioli e inserendoli uno per volta su un montante. Puliamo subito l’eventuale colla che fuoriesce con uno straccetto pulito. Messa la colla nei fori del secondo montante, si inseriscono i pioli anche su questo lato, ma contestualmente applichiamo i due traversi, spalmando un po’ di adesivo anche sulle loro facce di contatto con i montanti. Il montaggio del portasalviette fai da te si conclude avvitando alle estremità dei montanti le 8 viti da 60×3 mm che bloccano le traverse.

La colonna per trapano

Si tratta di un aggiuntivo che ha il compito di mantenere il trapano (e quindi la punta inserita nel mandrino) perpendicolare rispetto al pezzo da forare. Nella maggior parte dei casi i trapani si montano sulla colonna tramite il collare, una zona posta subito dietro il mandrino, con sezione cilindrica e diametro standard di 43 mm, che però non tutti hanno; quindi, prima di acquistare la colonna, ci si deve accertare della presenza del collare su uno dei trapani che si posseggono. Nella colonna, il supporto che tiene il trapano scorre lungo un tubo, agevolato da leveraggi o sistema a cremagliera, azionato da leva o manettino.

La base della colonna è costituita da una piastra, fissabile al banco da lavoro, che ha al centro un foro per non interferire con il lavoro della punta e scanalature che agevolano il posizionamento dei pezzi, anche tramite l’applicazione di morse. Wolfcraft

ManoMano Pro, la piattaforma per i professionisti

0

Noi appassionati di bricolage siamo sempre alla ricerca di prodotti e materiale vario per i nostri lavori e negli ultimi 3 anni – anche a causa della pandemia da Coronavirus – la propensione e fiducia all’acquisto dei medesimi attraverso canali e-commerce è aumentata enormemente.

Tra i principali attori in gioco per la vendita online di prodotti per il fai da te, giardinaggio e ristrutturazione è il marketplace francesce ManoMano a essere un riferimento primario, grazie a un catalogo di oltre 2 milioni di prodotti e un servizio di assistenza eccellente.

Da qualche tempo, dapprima in Francia, poi in Spagna e in Italia ad affiancare ManoMano è attiva anche la piattaforma ManoManoPro (pensata per i professionisti con partita IVA) che offre un catalogo esclusivo di oltre 75.000 prodotti selezionati comprendenti i migliori marchi in utensileria, idraulica, elettricità e molto altro.

Questa è una notizia importante, perché sono davvero numerosi i professionisti (anche tra noi amanti del fai da te) che ogni giorno necessitano di acquistare per il loro lavoro utensili di alta gamma, specifici e spesso differenziati. Poterlo fare all’interno di una piattaforma “one-stop-shop” che offre numerosi vantaggi è ovviamente l’ideale!

Ma vediamo insieme le caratteristiche e i vantaggi offerti dalla piattaforma ManoManoPro.

ManoMano PRO, caratteristiche e vantaggi

Come dicevamo il servizio ManoManoPro è rivolto ai professionisti e offre numerosi vantaggi, tra cui:

  • Un catalogo di prodotti delle più grandi marche;    
  • Prezzi IVA esclusa e fino al 20% di sconto rispetto alla piattaforma Manomano per privati;
  • Accesso al 100% delle fatture dalla pagina cliente;
  • Servizio Clienti con team di esperti attivo dalle 8:00 alle 18:00, dal lunedì al venerdì, disponibile tramite telefono, chat o e-mail;
  • Alto livello di servizio (spedizione gratuita, 80% catalogo con consegna in 24h, 100% tracking, franco su tutti i venditori pro);
  • Applicazione dedicata (iOS e Android) con navigazione più semplice, tracciamento degli ordini e accesso al supporto umano;

Inoltre, con un account Pro, è possibile accedere all’intero catalogo destinato ai clienti privati, anche se i prezzi non saranno esclusivi come quelli del catalogo Pro.

Come si accede a ManoMano Pro?

Per accedere alla piattaforma, occorre soddisfare alcune condizioni, tra cui dichiarare di possedere un’azienda attiva in Italia, fornire il numero di Partita IVA, la visura camerale dell’attività e il nome e l’indirizzo della società.

A prescindere dal fatto che un utente si già registrato su ManoMano.it o un nuovo arrivato, è possibile creare un account Pro seguendo questi passaggi:

  1. Andare sul sito e poi clic qui per accedere alla pagina di login
  2. In alto a destra, selezionare “Accedi”
  3. Scegliere “Sono un Professionista”
  4. Se si è un nuovo utente, cliccare su “Crea un conto Pro gratuitamente!” altrimenti, inserisci il tuo indirizzo email e la password del tuo account esistente
  5. Completare la registrazione fornendo le informazioni richieste
  6. Dopo la verifica dei dati, si ha l’accesso a tutti i vantaggi offerti da ManoManoPro.

ManoMano Pro, l’App dedicata

La piattaforma di ManoMano Pro dispone, inoltre, di un App dedicata fruibile sia da smartphone Android che iOS.