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Risolvere rigurgiti degli scarichi e riflusso

L’intensità dei temporali, cui sempre più spesso assistiamo, negli ultimi mesi ha nuovamente evidenziato che, in molti casi, i locali al di sotto del livello stradale possono essere soggetti ad allagamenti considerevoli se non vengono previsti opportuni dispositivi per impedire risalite attraverso le tubazioni di scarico. Ciò che è meno noto, e lo si scopre a danno subìto, è che in mancanza di queste precauzioni le compagnie assicuratrici respingono la richiesta di indennizzo o intervengono solo in parte rispetto all’ammontare dei danni; per questi non ci si può rivalere neanche nei confronti delle Amministrazioni e, se si è in affitto, bisogna risarcire il proprietario dell’immobile.

Ancora una volta soltanto la prevenzione (il fai da te vi è particolarmente attento!”) può mettere al sicuro da spiacevoli sorprese, adottando sistemi che permettano all’acqua di uscire, ma che intervengano con chiusure se questa tenta di effettuare il percorso contrario. Le valvole antiriflusso da installare lungo le tubazioni possono avere funzionamento manuale, automatico o a bloccaggio elettrico e sono ispezionabili per eventuali manutenzioni. Per casi che prevedono quote di scarico più complesse bisogna ricorrere a sistemi di pompaggio; per entrambe le situazioni si può contare su apparecchiature per acque grigie o nere.

COS´È IL RIFLUSSO

Il piano stradale viene preso come livello di riferimento; tutti i locali al di sotto di questo livello sono esposti al rischio di allagamenti nel caso di forti precipitazioni, in quanto l’acqua non smaltita dalle canalizzazioni potrebbe risalire attraverso gli scarichi ed invadere i locali, secondo il principio dei vasi comunicanti. Occorre installare lungo la tubazione dispositivi che permettano il deflusso dell’acqua in uscita, ma operino uno sbarramento in senso opposto.

LE SOLUZIONI

Bisogna essere anzitutto certi della posizione degli scarichi rispetto alla rete urbana di smaltimento. Se per collegarsi si mantiene una pendenza sufficiente a scaricare per gravità, basta installare una valvola antiriflusso lungo la tubazione per evitare risalite di liquidi. Se, invece, gli scarichi dell’abitazione si trovano ad un livello inferiore, bisogna installare una stazione di pompaggio per convogliare le acque di scarico ad un livello superiore alla quota di riflusso attraverso un collo d’oca, per poi scaricare a caduta.

Alcuni sistemi (non sempre a portata di bricolage) per evitare rigurgiti dagli scarichi: valvola antiriflusso Staufix per tubi di PVC (1), con protezione antiroditori disponibile con cerniera singola a chiusura automatica, con doppia cerniera (automatica/manuale) e con chiusura d’emergenza; doppia valvola antiriflusso automatica Staufix FKA (2) per soletta; Pumpix F (3), valvola antiriflusso con pompa trituratrice per consentire lo scarico anche durante i periodi di riflusso.
Kessel (www.kessel-italia.it)

Come individuare le dispersioni termiche con la termografia

Metà della facciata di questa casa è stata rivestita a cappotto, quindi è stata eseguita la termografia: la fotografia ad infrarossi (sopra) evidenzia l’efficacia dell’intervento. Mentre sul lato destro si notano i ponti termici attraverso i quali si verificano le dispersioni più significative, la parte sinistra, rivestita, si presenta isolata in modo uniforme.

Rivestire l’abitazione con materiale isolante senza avere ben chiare le caratteristiche termiche dell’involucro può non garantire la piena efficacia dell’intervento: si rischia di spendere più del necessario sovradimensionando gli spessori o non ottenere il massimo rendimento possibile. Anche se spesso non viene proposta, l’analisi termografica dell’edificio può rivelare zone insospettate soggette a dispersione; costa poche centinaia di euro, ma può essere un’ottima guida nell’esecuzione del cappotto.

La termografia evidenzia con il colore rosso le zone di maggior dispersione, virando attraverso il giallo ed il verde, fino al blu per le zone fredde e pertanto meglio isolate. Anche se il calore disperso non è quantificabile, il risultato può contribuire alla scelta dei materiali da utilizzare e dello spessore necessario per isolare efficacemente l’edificio.

Per avere un preciso quadro della situazione, l’analisi va fatta nei mesi invernali, quando esiste il maggior salto termico tra interno ed esterno, meglio se in una giornata nuvolosa per evitare che i raggi solari possano riscaldare i muri perimetrali. Anche le ore centrali della giornata, per gli stessi motivi, andrebbero evitate.

Come si è detto, la termografia permette di individuare i difetti non riscontrabili “a sensazione”, ma ci sono anche molte valutazioni che possono essere fatte senza particolari strumenti: discontinuità nei giunti tra elementi della struttura e spifferi non sono difficili da localizzare, in quest’ultimo caso basta aspettare una giornata ventosa e testare l’eventuale presenza di infiltrazioni d’aria con il semplice aiuto di una candela accesa avvicinata ai punti sospetti.

Isolare i muri perimetrali intervenendo dall’esterno è senza dubbio la soluzione che prospetta i migliori risultati di comfort e contenimento delle spese di gestione; il volano termico migliora in quanto il calore assorbito viene rilasciato gradualmente al calare della temperatura. Il cappotto è un vero e proprio “sistema” che si ottiene con l’utilizzo in successione di diversi prodotti per posare un rivestimento isolante in grado di “dissociare” l’escursione termica della temperatura delle pareti della casa, evitando possibili formazioni di condensa. La stabilità dell’isolante è fondamentale per evitare tensioni dovute agli sbalzi termici nel corso della giornata e delle stagioni; i materiali vanno scelti in funzione della posizione geografica dell’edificio, la sua esposizione e le condizioni ambientali.   

Le termocamere ad infrarossi possono essere utilizzate anche per individuare malfunzionamenti e dispersioni localizzate negli impianti di riscaldamento o in particolari zone della struttura. Il funzionamento di questi apparecchi si basa sul rilevamento della radiazione infrarossa emessa dai corpi, come espressione del calore emesso. I dati vengono trasformati in un’immagine visibile i cui colori segnalano i vari range di temperatura.
               

Isolati dal gas Radon

Si sa che una buona ventilazione degli ambienti è indispensabile per eliminare l’aria viziata e scongiurare inconvenienti dovuti all’umidità, ma va sottolineato che in mancanza di questi accorgimenti si rischia di convivere con un gas venefico i cui effetti possono ripercuotersi anche in forma grave sulla salute umana.

Il gas radon si forma in alcune rocce dal decadimento del radio, a sua volta prodotto dal decadimento dell’uranio: un processo naturale, ma che dà origine ad un gas radioattivo. Tuttavia, disperso nell’aria non rappresenta un pericolo, mentre se si concentra negli ambienti chiusi o scarsamente aerati si rivela altamente cancerogeno; inoltre è solubile in acqua e le falde acquifere situate in profondità possono contenerne concentrazioni elevate.
Non è il caso di fomentare allarmismi, ma è necessario prendere coscienza del rischio per adottare i provvedimenti del caso: la presenza di radon nel sottosuolo varia da sito a sito, per la sua misurazione esistono diverse tecniche e, comunque, la soluzione consiste nel farlo disperdere nell’aria senza consentirgli di concentrarsi negli ambienti.

Per questo è bene isolare l’abitazione dal sottosuolo mediante una camera d’aria priva di fessurazioni o crepe e predisporre canali di sfiato all’esterno.

Un vespaio aerato realizzato con i casseri Modulo abbinati alle prolunghe Geoblock permette di ottenere una fondazione monolitica e ventilata con un unico getto; la soletta non fessura ed è più stabile in caso di sisma.

SOLUZIONI ECOCOMPATIBILI

Spaziando tra la gamma di prodotti di Geoplast dedicata alla ventilazione ed al drenaggio, si possono ottenere innumerevoli vantaggi all’interno ed all’esterno: oltre a risolvere il problema dovuto al radon ed all’umidità di risalita, con speciali moduli si ottengono solai alleggeriti, facciate o tetti verdi, isolamento di muri controterra. Per gli spazi esterni è possibile utilizzare griglie carrabili per parcheggi inerbiti, pavimentazioni drenanti per aree sportive, camere sotterranee per lo smaltimento o la raccolta di acque piovane.
Interessanti approfondimenti su questi prodotti sono disponibili nel sito www.geoplast.it; il portale www.ambientenoradon.com fornisce invece dettagliate informazioni per individuare e sconfiggere il gas radon.

Casa rifugio Fincube

 

Se non fosse per la forma squadrata sarebbe quasi difficile individuare questa costruzione in mezzo alla natura, nei pressi di Bolzano, a circa 1200 metri di altitudine. Impossibile immaginare che si tratti di un modulo residenziale in grado di offrire il massimo comfort senza interferire in alcun modo con il paesaggio, al punto di non lasciare segni permanenti sul suolo in caso di spostamento.

Fincube, questo il nome del prefabbricato, nasce da un’idea di Werner Aisslinger, il designer già noto per un’analogo studio denominato Loftcube (Rifare Casa n° 11, pagina 78) collocato sul tetto piano di un palazzo tedesco, un concetto volto al recupero di spazi abitativi urbani. Con la collaborazione di un pull di artigiani del Sud Tirolo è nata questa struttura sopraelevata che poggia su quattro pilastri da 70×70 cm, in grado di adattarsi al suolo con un’altezza complessiva di 5 metri. Lo spazio interno è di 7,25×7,25 metri con un’altezza utile di due metri e mezzo.  

La struttura portante è di legno di larice ed è contornata da un camminamento, protetto da un reticolo di lamellare privo di spigoli, che avvolge il modulo con lo scopo di ridurre l’accesso degli sguardi all’interno senza privare gli abitanti della godibilità del paesaggio. Il tetto è piano e può essere utilizzato per installare un impianto fotovoltaico o per realizzare un tetto verde.  L’interno può essere configurato a seconda della destinazione d’uso: seconda casa in campagna, spazio per i figli vicino a casa, luogo per incontri di lavoro o per lo svago.

Predominante è l’utilizzo di materiali naturali, tant’è che tutti i materiali utilizzati per Fincube sono assolutamente riciclabili; è possibile concordare il livello di finitura e dal momento dell’ordine bastano due mesi per entrarne in possesso: il montaggio richiede solo alcuni giorni. Il prototipo si trova sul terreno di un collaboratore della realizzazione, nei pressi dell’altopiano del Renon (BZ), e può essere visitato con una guida; per informazioni info@fincube.it

Come migliorare isolamento acustico

 

Iimpedire la trasmissione del rumore da un’ambiente all’altro è uno degli aspetti irrinunciabili del costruire, per far sì che gli occupanti possano beneficiare di un maggior comfort e della necessaria privacy.
Tutti i materiali devono concorrere alla buona riuscita del risultato finale, pertanto per i sistemi a secco non è sufficiente affidarsi al potere isolante delle singole lastre: ci vuole un pacchetto completo di accessori concepiti per non trasmettere rumori, testati e certificati.
Per questo Knauf ha raggruppato diversi prodotti nel Sistema Comfort Acustico: soluzioni modulari e complete per la realizzazione di soffitti e controsoffitti, pareti divisorie e contropareti interne, massetti a secco, rivestimenti esterni. Sono ben 95 le soluzioni certificate sulle quali costruttori e committenti possono contare, l’unico Sistema a certificazione globale. Ad arricchire la gamma rivolta all’insonorizzazione c’è la nuova lastra in gesso rivestito Silentboard.
L’innovativo nucleo di gesso modificato interviene con la sua composizione  contrapponendosi alle onde sonore e modificandone la frequenza, ottenendo un potere fonoisolante molto elevato (a parità di spessore di parete si possono avere fino a 13 db in più di isolamento acustico), al punto da rivelarsi una soluzione efficace non solo nel residenziale, ma anche per luoghi adibiti ad utilizzi particolari come possono essere le sale di registrazione o gli studi radiofonici. La lastra Silentboard è utilizzabile sia nelle nuove costruzioni, sia in occasione di ristrutturazioni, associando le propietà acustiche a quelle antincendio, essendo anche una lastra ignifuga. Tutte queste peculiarità sono racchiuse in soli 12,5 mm di spessore (a parità di prestazioni si può risparmiare fino al 45% di spazio), pertanto sono garantite la massima lavorabilità e l’ottenimento di sistemi poco ingombranti con elevate prestazioni acustiche.

Scopri i prodotti Knauf su Almanacco Far da sé

Caricabatterie solare e altre novità Maurer

La sezione del catalogo Maurer dedicata all’elettricità domestica comprende una ricca scelta di accessori per illuminazione ed alimentazione, sia per quando la corrente elettrica è disponibile sia per quando non c´è. Oltre a batterie di ogni tipo a lunga durata per alimentare i più svariati dispositivi, sono molte le soluzioni per provvedere alla ricarica degli apparecchi quando non ci sono prese elettriche disponibili, a dinamo o ad energia solare, per affrontare e superare le situazioni di emergenza che possono verificarsi durante un´escursione.

Con un caricabatterie solare si ha l’energia sempre in tasca per ricaricare cellulari, fotocamere, GPS, PSP, MP4 ed apparecchi simili. La batteria interna al litio con capacità 2600 mAh si carica in 10-15 ore sfruttando l´energia del sole, oppure in 3-5 ore collegandola al computer; dispone di una torcia a 3 led ad alta luminosità e può sopportare fino a 30 ore di uso continuo. Fornisce 400-800 mA di corrente in uscita con tensioni 3,7 – 4,2  – 5,5 – 9 volt.

Le multiprese permettono di collegare in tutta sicurezza fino a 12 apparecchi ad un solo punto di prelievo: ovviamente bisogna che a questo pervengano conduttori di sezione opportuna per fornire il carico senza che i surriscaldamenti o rischio di cortocircuiti. Dispongono di un cavo proprio lungo 1,5 metri e possono essere equipaggiate con un interruttore luminoso che permette con un solo comando di fornire o togliere tensione a tutti gli apparecchi collegati.

Una torcia a led emette un´ottima luce e consuma pochissimo: questa dispone di 3 led più un interruttore a 2 posizioni che permette di utilizzare completamente o parzialmente le fonti luminose. Inoltre, è provvista di una manovella ripiegabile collegata ad una dinamo, per cui basta estrarla ed azionarla a rotazione per produrre energia sufficiente a fornire una carica d´emergenza al cellulare. E´ fornita con 5 spinotti per adattarsi ai principali modelli di cellulare in commercio.

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Parete di pietre a vista per la cucina

Parete rustica ricostruita

Volendo rivisitare l’estetica della porzione di parete compresa tra il top e i pensili, possiamo realizzare un rivestimento con “pietra ricostituita” (in vendita nei centri bricolage). Si tratta di frammenti di pietra naturale (90% circa) che vengono amalgamati con leganti speciali come argilla, cemento e ossidi di ferro (10%) per dar vita a blocchetti singoli o assemblati su fogli a mosaico. Hanno caratteristiche tecniche sorprendenti: sono impermeabili, ignifughi, antigelivi, sottili, facilmente lavorabili e colorati con tutta la gamma naturale. Rivestiamo in cucina una parete di pietre.

  1. Stendiamo su un piano i fogli che devono essere collocati ai bordi e con una moletta incidiamo le parti debordanti (che servono per realizzare gli incastri tra foglio e foglio). Asportiamo le parti incise ottenendo una linea diritta.
  2. I fogli si applicano a parete dopo aver steso con la manara dentata uno strato di adesivo specifico.
  3. Le sagomature permettono ai vari fogli di incastrarsi in modo da rendere il rivestimento, alla vista, come una parete compatta di pietra.
  4. A presa avvenuta stendiamo una pasta riempifughe che va eliminata dalla superficie con una spugna ed uno straccio umidi. Nulla di complicato per un fai da te! Lasciamo asciugare e voilà, la nostra parete di pietre fa bella mostra di sé in cucina.

I nuovi portoni da garage

Grazie ad automatismi e sistemi di scorrimento silenziosi la tecnologia ci permette di entrare ed uscire dal garage anche nel cuore della notte evitando di svegliare l’intero quartiere o di bagnarci se nel frattempo infuria un temporale. Senza contare che le vecchie chiusure non hanno mai brillato per estetica, per non parlare di sicurezza e protezione.

Smontaggio del vecchio portone (o serranda) e installazione di uno nuovo sono due interventi consecutivi che richiedono alcune ore; il lavoro inizia e si conclude in giornata e ci sono un sacco di buoni motivi per giustificare questa scelta. Come i serramenti contribuiscono all’impatto estetico dell’abitazione, così avviene per il portone del garage, in fin dei conti è ancor più sotto gli occhi di chi transita nei paraggi: per questo le case produttrici offrono disegni, finiture ed accessori per far sembrare il garage un’appendice in armonia con la casa.

Nelle giornate ventose, una chiusura vecchia non è mai abbastanza ermetica da precludere l’ingresso di polvere e detriti, mentre i portoni di nuova generazione dispongono di guarnizioni ed isolamento efficienti, favorendo l’utilizzo del garage anche per attività secondarie. Può essere vantaggioso installare un portone con finestrature (che garantiscono luce naturale) ed una porta integrata per disporre di un passaggio pedonale senza aprire completamente il garage.

Il livello di sicurezza offerto dai nuovi prodotti è decisamente elevato: per se stessi, per chi si trova nelle immediate vicinanze e a fronte di tentativi di intrusione. Tutti gli organi in movimento sono protetti da carter o scatolati, i rilevatori di presenza arrestano il movimento in qualsiasi fase della corsa, luci di servizio ritardate interne ed esterne permettono di allontanarsi dalla zona senza alcun pericolo. Tutto questo richiede una manutenzione spicciola a fronte di una garanzia fino a 10 anni ed oltre.

Basculante: il movimento avviene con la rotazione attorno ad un asse ed il portone, ad anta unica, si inclina e sale verso il soffitto, a rientrare.
Sezionale: formato da pannelli trasversali snodati che gli permettono di salire in verticale, di curvare e disporsi in orizzontale a soffitto.

A libro: composto da pannelli verticali incernierati tra loro che all’apertura si impacchettano lateralmente, con o senza guida a terra.
Con scorrevole laterale: ad apertura destra o sinistra, scivola di lato su guide e si dispone parallelo alla parete interna; può effettuare un percorso curvo.

Hörmann.it

Piscina in casa, bagno anche in inverno

Ad avere una piscina poco oltre la soglia di casa e non poterla utilizzare per diversi mesi dell’anno ci si sente un po’ come un bambino davanti alla vetrina di un negozio di giocattoli. Se poi la vasca è talmente vicina all’abitazione da risultare parzialmente coperta da una struttura aggettante, la voglia di una nuotata anche mentre fuori fa freddo fa aguzzare l’ingegno: bisogna trovare il modo di chiudere quello spazio trasformandolo in parte integrante della casa, senza stravolgere l’architettura ed in modo che la struttura possa scomparire nei mesi caldi.

Il proprietario di questa villa in provincia di Massa-Carrara c’è riuscito, delimitando il perimetro dell’area coperta con portoni sezionali Hörmann a taglio termico; alcuni di questi chiudono il porticato tra il soffitto ed il pavimento dell’area esterna dedicata al relax, mentre altri scendono fino sul fondo della piscina, separando gli ambienti interni dallo spazio circostante. Una soluzione già in uso negli impianti natatori del Nord Europa.

Il comfort della piscina in casa è garantito da un sistema di riscaldamento dell’acqua, d’estate i portoni (che hanno le caratteristiche di veri e propri serramenti) scompaiono in un controsoffitto ispezionabile d’acciaio che nasconde anche le guide di scorrimento ed i meccanismi di sollevamento realizzato allo scopo. Il movimento dei portoni è comandato da una centralina con apertura automatica temporizzata; l’unico accorgimento è quello di sottoporli ad un trattamento di verniciatura anticorrosione sulle guide, per proteggere il metallo dal contatto con un ambiente umido. Hörmann

Porte rasomuro

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770-0-porterasomuroIMGLe porte rasomuro (o a filo muro, che dir si voglia) non hanno bisogno di alcuna cornice coprifilo, pertanto, quando sono chiuse, l’unico particolare che ne segnala la presenza è la maniglia, essendo la fessura che rimane tra porta e parete veramente minima. Possono essere acquistate senza finitura, rivestite soltanto con una mano di fondo, per poi essere completate con la stessa finitura della parete, incluso il battiscopa.
Questo tipo di porta non prevede il consueto falso telaio, sostituito da uno stipite in alluminio anodizzato da murare con zanche, se la parete di pertinenza è in muratura, da fissare con piastre o altri sistemi a corredo se si tratta di cartongesso. Il telaio è inoltre provvisto di una guarnizione di battuta in gomma; le cerniere sono a scomparsa, solitamente fissate al telaio in prossimità dello stipite e del pavimento da un lato ed annegate a filo dello spessore della porta dall’altro.
Alcune case adottano una terza cerniera centrale, specialmente per modelli di dimensioni maggiori rispetto agli standard.
Il pannello che costituisce la porta ha spessori compresi tra 42 e 55 millimetri a seconda dei modelli.

Per quanto riguarda i modelli tradizionali a battente, uscendo dalle misure standard (60-70-80×210 cm) non ci sono problemi a reperire porte con altezze comprese tra 150-300 cm e larghezze comprese tra 500-1100 cm, oppure realizzabili su misura anche nella forma.
Infatti è possibile richiedere porte a battente di forma trapezoidale, ad arco, a botte, a doppia botte, consentendo massima versatilità e personalizzazioni estreme. Per chi vuole osare oltre ogni limite esiste un sistema brevettato per porte basculanti o a bilico verticale (da 180° o 360°) a totale filo muro: la porta si apre girando su se stessa, come gli accessi segreti nei film di spionaggio. Il movimento del pannello è determinato da perni a totale scomparsa posizionabili da un minimo di 6,5 cm dal montante fino al centro esatto del pannello.

Se poi si adotta un sistema di chiusura automatico, incassabile a totale scomparsa (quando la porta è chiusa), si ottiene il massimo del minimalismo, in quanto si può eliminare la maniglia ed adottare un’impugnatura simile a quella delle porte scorrevoli

L´INSTALLAZIONE

In una situazione come questa, con il vano porta che quasi interferisce con il soffitto a cupola, una porta tradizionale con falso telaio e cornici coprifilo non è certo il massimo dell’estetica.
La porta rasomuro fa apprezzare in pieno la variazione tra le pareti lineari ed il soffitto curvo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’INSTALLAZIONE DELLA PORTA RASOMURO

  1. Prima di posizionare il telaio all’interno del vano porta bisogna piegare le zanche verso destra o verso sinistra, a seconda del tipo di apertura (verso l’interno o verso l’esterno). L’anta ed il telaio vanno inseriti assemblati. Le zanche vanno murate con cemento a pronta presa o schiuma controllando l’esatta perpendicolarità delle cerniere.
  2. II telaio va collocato a filo muro esterno rispetto all’accesso alla stanza. Quando le zanche sono stabili si toglie la porta e si realizza la cassaforma per procedere al ripristino della muratura.
  3. Rasatura di raccordo con la muratura esistente prima di rimuovere la pellicola protettiva dal telaio.
  4. La sede per il perno della cerniera a sgancio rapido superiore
  5. Il bloccaggio della porta.
  6. Particolare della cerniera a pavimento con il perno di rotazione.

INSTALLAZIONE COMPLETATA

L’installazione è completata: le pareti tinteggiate e lo scarso impatto visivo della porta fanno apprezzare in pieno la geometria della stanza.