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La porta rototraslante

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Ergon® è una porta per interni installabile in qualsiasi contesto abitativo, senza vincoli dimensionali o costruttivi, con la sola predisposizione di un falso telaio.
Il meccanismo, che garantisce il movimento rototraslante dell’anta, dispone di una speciale battuta per bloccarla centralmente in posizione di chiusura; non crea intoppi, non necessita di manutenzione e non produce rumori di scorrimento. Il movimento su entrambi i fronti riduce gli ingombri e permette di recuperare spazio utile, migliora l’accessibilità anche in ambienti angusti e risolve il conflitto tra porte contigue. Basti pensare che una porta di questo tipo, con larghezza utile di passaggio di 790 mm, ha un ingombro massimo dell’anta aperta, con pannello a filo muro, di 392 mm.

La porta Ergon®, nella versione per ambienti pubblici, ha un’anta spessa 50 mm, composta da un pannello tamburato a nido d’ape rivestito con laminato plastico, protetta da un profilato d’alluminio con doppio spazzolino di tenuta; la cassa a vista è di lamiera d’alluminio anodizzato o verniciato (o acciaio inox), i montanti sono anch’essi d’alluminio anodizzato o verniciato. Sono previste molteplici finiture e tutti gli accessori per avere la porta finita (maniglie, serrature con chiave, ecc).

Grazie al Kit Ergon® Living è possibile applicare laf erramenta necessaria per il movimento rototraslante a qualsiasi porta di legno, purché pannello e stipite siano realizzati rispettando determinate specifiche tecniche, senza costi di lavorazione maggiori e senza dover effettuare interventi sulla muratura; esiste anche una versione per porte a battuta, rinunciando alla duplice possibilità di apertura. Lo spessore della porta è ridotto da 50 a 40 mm, con un minor peso ed una maggiore facilità di movimentazione; il costo del meccanismo si aggira sui 180,00 euro.

Il sistema, testato con 100.000 cicli di apertura e chiusura, è affidabile anche perché la versione per abitazione deriva dall’esperienza maturata in ripetute installazioni in ambienti pubblici.
Celegon www.ergon.eu
PORTA ROTOTRASLANTE

Lo spazio necessario all’apertura della porta si riduce del 50% ed il movimento ad “arco ribassato” permette di abbattere l’ingombro dell’anta in movimento; con il sistema Ergon® Living è possibile avere la porta che si apre con un unico senso di apertura oppure in entrambi i sensi, spingendo sempre l’anta sia per entrare che per uscire dall’ambiente, migliorando l’accessibilità.

Nella foto sotto è possibile vedere il movimento rototraslante applicato su una porta della gamma di porte Tondin.

Le luci incassate nei pavimenti e nelle scale

controsoffitto bagnoNel bagno è rilevante la presenza di acqua per cui, realizzando un’illuminazione artificiale, dobbiamo rispettare la distanza dai punti di erogazione idrica, nonché il grado di protezione IP (luci stagne) che le apparecchiature elettriche devono avere a seconda che siano installate in zone esposte a schizzi, acqua a pioggia, immersione. Nella disposizione delle luci vanno privilegiate la vasca, la doccia e la zona del lavabo. Piccoli led di colore appropriato incassati nelle superfici o strisce di luce, specialmente se per accedere alla vasca si salgono un paio di scalini, possono dar vita ad un’atmosfera stimolante.
Accensione e spegnimento dei settori devono essere possibili da più zone; le luci attorno allo specchio non devono abbagliare la persona, ma consentire una visione nitida dell’immagine riflessa.
Va bene che siano poste da entrambi i lati, dall’alto tenderebbero a lasciare in ombra alcuni particolari del viso.
Può essere utile avere a disposizione anche una luce ausiliaria a braccio orientabile vicino allo specchio.       

 

lusci nelle scale
 
 
 
 
 
SICUREZZA DELLE SCALE
 
La luce dei faretti incassati nel muro ed orientati verso il basso garantisce sicurezza a chi sale o scende una scala ed aggiunge un tocco di eleganza senza essere invasiva.
Impiegando luci a led il consumo è talmente basso da poterle lasciare accese per tutta la notte. Ad altezza opportuna, un solo punto luce serve per illuminare due gradini.
 
 
 
 
 
 
 
 
 

ELEGANZA NELLE LUCI INCASSATE NEI PAVIMENTI

LUCI A INCASSO PARETI

Alcune luci incassate nel pavimento in prossimità delle pareti proiettano fasci di luce sul muro. Questa interessante illuminazione è ottenibile prevedendo il loro inserimento prima di completare la pavimentazione. Bisogna far pervenire l’impianto, necessariamente a bassa tensione, nei punti prestabiliti ed inserire i corpi illuminanti nel massetto, facendoli affiorare quanto basta a farli rimanere a filo della pavimentazione una volta posata.

 Ulteriori approfondimenti

I diversi tipi di luci incassate – faretti e segmenti

LUCI INCASSATE NEL CONTROSOFFITTO

Nelle controsoffittature di cartongesso si  lascia una guaina con i conduttori che esce dal soffitto. Ai conduttori vanno collegati i vari punti luce o il trasformatore, se sono a bassa tensione (vedi schemi in basso).
I fori nel controsoffitto, per l’installazione dei punti luce a faretto, si praticano con facilità usando una semplice sega a tazza. La posizione va calcolata in modo da non interferire con i profilati di sostegno.

La guaina proveniente dall’intercapedine del controsoffitto, già fissata all’orditura prima di applicare il cartongesso, viene estratta dal foro insieme a quella che raggiunge gli altri punti luce; con le guaine posizionate, si fanno passare i fili con la sonda.

I conduttori che alimentano i vari faretti vengono fissati nei morsetti e poi i faretti si inseriscono e si bloccano nel relativo foro.

SEGMENTI DI LUCE, LUCI INCASSATE NELLE PARETI

SEGMENTI DI LUCE

Nuovi profili da incasso permettono di incorporare luci al neon o a led a filo di pareti e soffitti di cartongesso, per illuminare gli ambienti in modo inusuale: sembra che siano le stesse superfici a dar luce al locale. Volendo, è possibile tinteggiare il profilo che ospita la fonte luminosa nella stessa tonalità delle pareti. Si tratta di barre di gesso con differenti sagomature, lunghe 1 – 1,5 – 2 metri che vanno inserite in aperture realizzate nel cartongesso e che possono ospitare tubi fluorescenti ad alta efficienza, con potenze comprese tra 14 e 54 W, o stringhe di led da 5 metri, sezionabili ogni 10 cm, che contengono 60 led per metro, alimentate a 24 V.  Il materiale di cui sono fatte le barre permette di adattarle facilmente per seguire profili di scale, passaggi tra i locali, nicchie ed altre superfici irregolari. Si possono adattare tagliandole a misura.

COME SI MONTANO

Si realizza nel cartongesso un’apertura poco più grande del profilo che ne permetta l’aggiustamento; si fanno arrivare i cavi necessari per l’alimentazione come per qualsiasi fonte luminosa.
Il montaggio dei profili avviene con colla e viti; la stuccatura nasconde qualsiasi segno di giunzione ed il risultato è quello di una nicchia ricavata nella superficie.

La luce del faretto nel mobile

Un classico utilizzo del faretto è quello di proiettare luce concentrata su un elemento particolare dell’arredo, come un quadro o una scultura per creare un centro di interesse e valorizzarne la bellezza. Una struttura di cartongesso fa da cornice ad una scultura e supporta il faretto.

INSTALLAZIONE FARETTO D´ARTE
Individuato il punto opportuno, si fora il pannello e si allarga l’apertura con la sega a tazza.
Predisposto il collegamento, si inserisce il faretto nell’apertura. Sono molto importanti sia il colore della luce emessa, sia l’apertura del fascio luminoso. Nei cataloghi delle lampade alogene troviamo un’ampia gamma di entrambi.

 

Cartongesso in bagno antirumore e antiumidità

Le lastre in cartongesso hanno una buona compensazione igrometrica: sono cioè in grado di assorbire una discreta percentuale di umidità.
Tuttavia, per ambienti soggetti a condizioni di umidità persistente, esiste un particolare tipo di lastra nella quale questa capacità è stata accentuata ed il suo campo d’impiego diventa perciò specifico e rivolto alla realizzazione di pareti, contropareti e soffitti in locali come bagni e cucine. Questo tipo di lastra è facilmente riconoscibile dal suo colore verde.
Assicura prestazioni ancora più alte la lastra con barriera al vapore, ideale per l’applicazione a ridosso di muri umidi o dove si renda necessario impedire la propagazione del vapore acqueo.
Si tratta di lastre in gesso rivestito accoppiate con una sottilissima lamina di alluminio, collocata sul lato a vista, il cui scopo è quello di proteggere anche dall’umidità ascendente ed è largamente utilizzata quando si tratta di bonificare dall’interno i muri perimetrali umidi.  

I supporti di sanitari ed altri carichi sono installati all’interno della parete, prevedendo in fase di progettazione la loro ubicazione. Non esistono pertanto problemi di carico sostenibile anche utilizzando i sistemi a secco.

IL CARTONGESSO  GIUSTO PER IL BAGNO

acquapanel pannello knauf

Le lastre Aquapanel® sono in cemento fibrorinforzato e sono progettate per resistere alle condizioni climatiche più estreme: possono sopportare pioggia, umidità, gelo e shock termici nonostante il peso ridotto. Per questo possono essere utilizzate in ambienti come bagni, saune, docce, per realizzare pareti, contropareti e soffitti.
Il trattamento dei giunti è contestuale all’applicazione di ogni lastra, pulendo i bordi con un pennello umido ed applicando una speciale colla poliuretanica.
Knauf

TRAMEZZA COIBENTATA ACUSTICAMENTE

PANNELLO CARTONGESSO BAGNO

Per contenere le trasmissioni acustiche è fondamentale applicare il nastro di guarnizione in polietilene espanso sull’anima della guida. Lo spazio interno dell’orditura dev’essere colmato con materiale isolante di spessore adeguato e senza lasciare spazi vuoti.
Knauf

Come installare un miscelatore monocomando doccia | Foto e video passo-passo

Nell’installazione di un miscelatore monocomando per la doccia, la parte più “difficile” è rompere la piastrellatura per mettere a nudo le tubazioni e, a lavoro ultimato, ripristinarla. La parte idraulica, invece, non presenta difficoltà particolari.

Scopri come installare un miscelatore monocomando per doccia

SCOPRI I MISCELATORI PER DOCCIA GROHE

Tolte le manopole e le mascherine dai rubinetti, dopo aver chiuso le adduzioni, allentiamo e togliamo i vitoni. Con mazzuolo e scalpello a punta piatta asportiamo le piastrelle necessarie per poter raggiungere le tubazioni. Facciamo attenzione a non scheggiare le piastrelle che vanno lasciate in opera. Rompiamo anche parte della parete in modo da raggiungere e mettere a nudo le tubazioni di adduzione e quella che alimenta il soffione.

ASPORTARE LE VECCHIE TUBAZIONI

  1. Asportiamo il soffione e svitiamo il suo tubo di alimentazione dopo aver ruotato in avanti l’insieme.
  2. Agiamo con la pinza a pappagallo sui manicotti che fissano il gruppo dei rubinetti in modo da liberarlo e poterlo asportare.
  3. Utilizziamo nuovi manicotti filettati che si adattino alle dimensioni del monocomando. Opportunamente filettati e dotati di guarnizioni sigillanti, li avvitiamo sui tubi di adduzione di acqua calda e fredda.
  4. Presentiamo e montiamo il monocomando con due raccordi e, su di esso, il tubo di deflusso di acqua miscelata per la doccetta.

NUOVA PARETE E MISCELATORE MONOCOMANDO

  1. Ripristiniamo la muratura. In questo caso, invece di una piastrellatura, si è preferito un riempimento di malta ben lisciata rifinita a smalto.
    Posizioniamo il saliscendi che montiamo con due tasselli alla parete.
  2. Sigilliamo le uscite del tubo di deflusso e l’apertura del monocomando. Inseriamo le relative mascherine e colleghiamo il tubo flessibile, con doccetta, al tubo di adduzione.
  3. L’ultima operazione consiste nell’installare la mascherina del monocomando e collocare la manopola di azionamento. Ora possiamo rimettere acqua nell’impianto ed effettuare la prova di funzionamento.

Cartongesso in bagno per angolo doccia

VELOCE ANGOLO DOCCIA GRAZIE AL CARTONGESSO IN BAGNO

  1. realizzato il telaio di supporto con guide e montanti metallici, le lastre Aquapanel® Indoor vanno posizionate in senso orizzontale e trasversale rispetto all’orditura metallica.
    I giunti di testa non devono essere allineati, ma sempre sfalsati.
  2. una volta fissata la prima lastra, si procede con l’applicazione della colla poliuretanica lungo il bordo della stessa, in filo continuo, dopo aver ripulito i bordi con un pennello inumidito. Si accosta la lastra successiva, la si avvita e si ripete l’operazione di sigillatura.
  3. quando la colla ha raggiunto l’essiccazione, la quantità fuoriuscita lungo i bordi va asportata utilizzando una spatola; questo può avvenire il giorno successivo al fissaggio delle lastre. Un indurimento eccessivo della colla, lasciando trascorrere più tempo, ne rende difficoltosa la rimozione.
  4. una corretta stuccatura avviene in tre mani: una prima mano di riempimento e due successive di rasatura e lisciatura del giunto. Per impedire la formazione di fessure tra le lastre può essere utile ricoprire con lo speciale nastro microforato o con rete autoadesiva i giunti prima di stendere lo stucco. A conclusione di questo lavoro fai da te si applica un rasante bianco ottenendo uno strato di 4-5 mm di spessore; se la superficie della cabina dev’essere rivestita con piastrelle di ceramica, la rasatura si rivela superflua.

RAPIDITA´ DI POSA DEL CARTONGESSO IN BAGNO

La facilità con cui si tagliano le lastre, incidendole da un solo lato con un cutter, consente di realizzare qualsiasi tipo di costruzione, adattandola agli spazi disponibili.

Controsoffitto di cartongesso sospeso con faretti

In questo controsoffitto di cartongesso, l’orditura metallica è assicurata al solaio tramite speciali elementi di sostegno detti pendini.
Questi hanno diverse configurazioni, come aspetto e come uso, in funzione del tipo di solaio, dell’ampiezza della copertura e dei carichi ad essa applicati.
Volendo ottenere un isolamento acustico elevato, si possono utilizzare speciali pendini provvisti di un ammortizzatore che assorbe le vibrazioni interrompendo la continuità tra solaio e controsoffitto. L’orditura può essere semplice, costituita da profili disposti parallelamente, o doppia, con i profili che formano maglie ortogonali sovrapposte e legate con giunti d’incrocio. Tutto l´occorrente si può trovare nei centri bricolage più forniti.

STRUTTURA SOSPESA

La foto evidenzia la notevole riduzione di volume realizzata rispetto al soffitto esistente: contestualmente alla parziale controsoffittatura dell’ambiente è stato realizzato un divisorio fai da te tra l’ingresso ed il salone. In questo modo si è creata una barriera alla risalita del calore per convezione; anche la riduzione di superficie della parete perimetrale comunicante con l’interno contribuisce ad un maggior comfort.

Fresco, caldo, aria deumidificata e pulita: i nuovi climatizzatori

C’era una volta il condizionatore, quello rumoroso che d’estate faceva venire il torcicollo, che ai primi caldi mandava in tilt la rete elettrica, che per fare fresco contribuiva ad assottigliare lo strato di ozono che preserva il pianeta dal surriscaldamento. Rinfrescava, ma era una sorta di macchina infernale, e non per tutti.

Oggi si parla di climatizzatori, ovvero di macchine che mantengono la temperatura gradevole sia che faccia caldo, sia che faccia freddo; eppure questi elettrodomestici sono considerati prodotti stagionali, si affronta l’acquisto all’ultimo minuto, con le prime “botte di caldo”, a scapito di un doveroso approfondimento delle caratteristiche peculiari di una macchina rispetto all’altra.

Il primo consiglio è quello di valutare il volume che si vuole climatizzare, l’esposizione ed il livello di isolamento termico, in modo da orientarsi su una potenza adeguata che garantisca il giusto comfort. Gli apparecchi migliori sono quelli che funzionano come pompa di calore, per l’utilizzo pluristagionale e la deumidificazione dell’aria; la funzione inverter contribuisce a ridurre i consumi anche del 40%, in quanto la velocità di rotazione del compressore viene variata in funzione della temperatura impostata: si raggiunge rapidamente la gradazione che viene poi mantenuta con maggior silenziosità.

Meglio spendere qualcosa di più all’acquisto per un modello con queste caratteristiche che affrontare costi di gestione maggiori protratti nel tempo; mediamente, il consumo può raggiungere 500 kWh/anno, pari ad una spesa di 80 euro, ma per alcuni modelli, specie monosplit, la spesa è inferiore (fonte Legambiente).

Un occhio di riguardo lo merita anche il sistema di filtrazione che determina la qualità dell’aria nell’ambiente: bisogna informarsi su quanti m3/h la macchina è in grado di purificare. Per conoscere l’efficienza energetica basta guardare la targhetta che ormai abbiamo imparato a leggere; quanto al tipo di gas refrigerante utilizzato, l’R-410A è senz’altro quello che rispetta maggiormente lo strato di ozono.

Mono o multisplit, a parete, a soffitto o a pavimento, rimangono scelte strettamente personali. Quanto all’uso consapevole in estate, il salto termico tra interno ed esterno non deve superare i 7-8 gradi, mantenendo un tasso di umidità intorno al 50%. 

I nuovi sistemi multisplit permettono di collegare ad una sola unità esterna fino a tre climatizzatori, con collocazione a parete, pavimento e soffitto; la tecnologia inverter permette un significativo risparmio energetico.

Commutazione automatica caldo-freddo & eliminazione cattivi odori

Nelle stagioni intermedie possono verificarsi bruschi cambiamenti di temperatura che richiederebbero frequenti regolazioni del climatizzatore. Nei modelli che adottano la modalità AUTO, l’apparecchio si regola automaticamente sul funzionamento più idoneo a mantenere un comfort ottimale, sia che stia funzionando come riscaldatore sia come raffrescatore.  

La funzione Auto Clean impedisce la formazione di cattivi odori nell’unità interna. Quando il climatizzatore cessa di funzionare, consente di asciugare lo scambiatore dell’unità interna eliminando ogni traccia di umidità per scongiurare la formazione di muffe maleodoranti; si tratta di un’operazione che viene effettuata totalmente in automatico in modalità di raffreddamento, senza che occorrano pulizie manuali.

ARIA FRESCA E PULITA

Il sistema di depurazione Neoplasma, attraverso diverse fasi di filtrazione, assicura una valida difesa contro le allergie. Un pre-filtro costituisce una barriera contro polveri e muffe, quindi l’aria passa attraverso un filtro ai carboni attivi che elimina gli odori più persistenti; la deodorazione si completa attraverso un filtro triplo, poi un successivo passaggio elimina batteri ed allergeni. L’aria così disinfettata viene immessa nell’ambiente dopo essere sterilizzata al 99,9% da un filtro-plasma che elimina anche i contaminanti microscopici come acari e pollini.

Da terrazza a vasca, a serra bioclimatica

Terrazza a vascaLa terrazza a vasca è uno scavo nella copertura di un edificio; spesso è l’unica soluzione per associare uno spazio aperto ad una mansarda, ma è anche esposta a piogge, vento ed intenso irraggiamento: dal punto di vista energetico si rivela un disastro. Se è orientata a sud, con una copertura adeguata che segua l’inclinazione della falda può diventare però una risorsa: solo in questo caso ci sono incentivi per strutture che favoriscano l’accumulo termico.

La legge, inoltre, considera la chiusura con finalità energetica ininfluente sui volumi dell’immobile in quanto la terrazza diventa un locale tecnico. Il vincolo è che i locali tecnici non sono ad uso abitativo, ma hanno funzione esclusivamente energetica ed impiantistica: si possono però installare nella parte alta alcuni pannelli solari collegati ad un serbatoio d’accumulo per acqua calda sanitaria situato all’interno ed ecco che i benefici aumentano ancora.

Ovviamente, occorre adottare tutti gli accorgimenti del caso, ovvero telai a taglio termico e vetrocamere adeguate. Stando alla normativa, dovrebbe essere sufficiente comunicare l’inizio lavori, ma occorre consultare gli uffici tecnici locali e, se del caso, l’amministratore del condominio per verificare che non vi siano ambiguità o vincoli, anche se, tutto sommato, l’inquilino del piano di sotto dovrebbe essere grato.

La chiusura della terrazza permette notevoli miglioramenti sia come fruibilità, sia come climatizzazione; inoltre, il valore dell’immobile viene incrementato grazie all’apporto fornito dalla trasformazione dal punto di vista della normativa sulla certificazione energetica degli edifici. Il concetto di serra bioclimatica può essere esteso anche a verande, balconi o porzioni di logge.

  1. Lo stato di fatto evidenzia come le dimensioni e la geometria della terrazza non ne rendano possibile alcuno sfruttamento di tipo abitativo; è solo possibile affacciarsi verso l’esterno, al massimo se ne può approfittare per installare uno stendibiancheria o collocare alcune piante che non soffrano l’insolazione.
  2. La prima fase consiste nel realizzare il telaio di supporto della superficie vetrata, con travetti di legno o metallo disposti paralleli alla falda.
  3. Le finestre da adottare sono del tipo per tetti, con apertura manuale a vasistas nella parte bassa, destinata all’affaccio, e motorizzate nella parte alta, complete di protezioni solari esterne.
  4. Un’ulteriore possibilità, a seconda della superficie disponibile, è quella di predisporre un terzo settore nella parte alta destinato all’installazione di pannelli solari termici per la produzione di acqua calda. (www.casa-luce.it)