Ideale per affollati barbecue, questo girarrosto fai da te permette di rosolare contemporaneamente fino a 48 spiedini che ruotano lentamente e completamente in automatico, sulla brace
Gli “arrosticini” sono lunghi spiedini con carni e verdure. L’attività di rosolatura si effettua facendoli ruotare in prossimità di uno strato di brace e, quando il loro numero è elevato, si pone il problema di effettuarne agevolmente la cottura uniforme, anche perché la temperatura è molto alta per girarli a mano. È per questo motivo che realizzeremo un girarrosto fai da te automatizzato su cui si inseriscono fino a 48 spiedini tutti azionati da un unico motorino elettrico.
La struttura, che poggia su un robusto supporto in profilato di ferro, è costituita da due lunghe vasche metalliche di forma rettangolare, destinate a contenere la brace, e da un asse centrale in profilato di ferro che supporta 24 alberini metallici che forniscono la rotazione agli spiedini. Ogni alberino, infatti, può ricevere uno spiedino su un’estremità e uno su quella opposta. La rotazione di questi alberini è generata da un motorino elettrico per girarrosti, installato all’estremità dell’asse centrale.
Recuperare gli ingranaggi
Un punto abbastanza critico di questa costruzione è il reperimento degli ingranaggi che consentono la rotazione dei piedini tramite la catena. Li si può acquistare ma, con un po’ di pazienza, si possono trovare di recupero, per esempio in vecchi rulli trasportatori di uso agricolo o industriale. Anche i riparatori di moto e biciclette elettriche possono essere utili fornitori di tali componenti.
Il motorino mette in rotazione un ingranaggio a 14 denti che pone in movimento una lunga catena a maglie mobili che percorre tutta la lunghezza dell’asse e si impegna sugli ingranaggi a 8 denti inseriti sugli alberini, facendoli ruotare. La catena è posta in tensione da un ingranaggio di supporto e da un cuscinetto a sfere la cui posizione può essere variata grazie a un foro ad asola sull’asse, che permette il tensionamento. Ogni spiedino è inserito sull’alberino di trascinamento mentre l’altra estremità poggia in un incavo sulla parete esterna della vasca con la brace. Le due vasche non sono montate in solido con la struttura, ma possono essere asportate lateralmente per facilitare vari compiti di gestione delle braci.
Osservazioni tecniche
La costruzione del girarrosto fai da te è molto impegnativa ed è stata effettuata con ottima conoscenza della lavorazione del ferro e della meccanica. La sua dimensione e la capacità di cottura rendono questo maxi girarrosto adatto alle feste con tanti invitati e persino per una sagra di paese, ma nulla toglie che, per il semplice impiego famigliare, se ne possa usare una zona limitata, concentrando la brace nell’estensione coperta dagli arrosticini da cuocere. Tuttavia la medesima struttura si può senz’altro replicare riducendo il numero di spiedini da movimentare. Per una famiglia potrebbero bastare 12 spiedini rosolati contemporaneamente. In questo caso, oltre a ridursi la dimensione e il peso dell’insieme, potrebbe essere impiegata una catena con maglie più piccole, molto più leggera, e si avrebbe la possibilità di utilizzare un motorino-girarrosto meno potente e di minor costo.
Tempo richiesto: 2 giorni
Acquistare o recuperare gli ingranaggi
Per realizzare trasmissione del moto rotatorio tramite la catena (e quindi la rotazione di ogni singolo spiedino) sono stati acquistati 24 ingranaggi a 8 denti e uno a 14 denti, di maggior diametro, ma possono essere anche essere recuperati da un macchinario dismesso.
Regolare (se serve) il foro dei singoli ingranaggi
Il foro centrale di ogni ingranaggio è stato allargato in modo opportuno (con un trapano a colonna) in modo da poter ricevere un tondino che serve a sorreggere e azionare due spiedini, uno innestato su una estremità e uno sull’altra.
Montare gli ingranaggi sui tondini
Ogni ingranaggio viene montato su un tondino, preventivamene forato assialmente alle due estremità per accogliere i gambi degli spiedini. Un foro trasversale sul tondino e sul corpo dell’ingranaggio permette di renderli solidali tramite una copiglia.
Forare l’asse centrale della culla del girarrosto fai da te
L’asse centrale della culla del girarrosto fai da te è costituito da un profilato quadro di ferro che va forato a distanze regolari (su entrambe le facce opposte) in modo da potervi inserire la serie di tondini con ingranaggio. Sono stati praticati 24 fori.
Inserire i tondini all’interno del profilato
I tondini su cui sono inseriti gli ingranaggi vengono collocati all’interno dei fori sul profilato. Nella zona immediatamente adiacente alla faccia opposta del profilato i tondini vengono forati per inserirvi un’ulteriore copiglia che impedisca loro di sfilarsi.
Applicare il motorino elettrico
Il motorino elettrico che fa ruotare l’insieme degli spiedini è montato all’estremità dell’asse centrale della culla. Il suo alberino attraversa il profilato grazie a un opportuno foro passante che interessa sia l’asse centrale sia il supporto saldato. Sull’alberino è inserito l’ingranaggio a 14 denti.
Montare la catena sull’ingranaggio del motorino
La catena viene montata sull’ingranaggio del motorino, su un secondo ingranaggio a 8 denti ed è posta in tensione da un cuscinetto a sfere regolabile grazie a un foro ad asola, installato sull’asse in prossimità del motorino del girarrosto.
Funzionamento della catena
La lunga catena impegna tutti gli ingranaggi degli spiedini e ritorna al motorino. Quando questo è in movimento fa ruotare i 48 tondini (con gli spiedini inseriti) contemporaneamente in modo da realizzare una cottura perfetta.
Applicare le vasche
Le due lunghe vasche in ferro destinate a contenere le braci, sono poste sotto gli spiedini e sono sagomate con 12 intagli lungo il bordo esterno in modo che la parte più esterna dell’asta dello spiedino possa appoggiarsi e ruotare.
Collocare il girarrosto fai da te su un robusto basamento
L’insieme del girarrosto fai da te e delle vasche è collocato su un robusto basamento in profilato metallico che sorregge il tutto. Le vasche possono essere comodamente sfilate verso l’esterno per reintegrare le braci e per la pulizia finale.
Motorini per girarrosto
Per far ruotare tutti i 48 spiedini contemporaneamente si è utilizzato un motorino elettrico per girarrosto a 220 volt. In commercio si trovano motori che svolgono questa funzione in versioni differenziate in fatto di potenza e alimentazione. Vi sono modelli che funzionano alla tensione di rete a 220 V, hanno potenze di 4-15 watt e possono ruotare pesi fino a oltre 50 kg. Altri sono alimentati a batteria e consentono una particolare libertà nella collocazione della struttura destinata alla cottura.
Alcune versioni sono azionate da un meccanismo a molla che viene caricato manualmente e garantisce la rotazione per diversi minuti, prima di essere ricaricato. Alcuni presentano una velocità di rotazione fissa (generalmente due giri al minuto) altri possono essere regolati su diverse velocità di rotazione. Per questa costruzione viene impiegato un motore di elevata potenza dato che ha il compito di azionare un discreto peso totale.
FERVI torna in gara sulle due ruote per il quarto anno consecutivo a sostegno delle potenti moto di Borgo Panigale nelle competizioni del WorldSBK e WorldSSP 2022.
Vignola (MO) 13 aprile 2022 – FERVI è sponsor tecnico del team Aruba.it Racing – Ducati in entrambi i campionati, fornendo tutto l’allestimento dei box e gli utensili necessari alla messa a punto delle moto di scuderia. Si tratta della Ducati Panigale V4R per il circuito Superbike e della Panigale V2 per il SuperSport, con l’obiettivo di sostenere a livello professionale i meccanici e i piloti delle adrenaliniche gare dei due mondiali.
L’accordo prevede appunto l’allestimento dei box di scuderia con gli arredi modulari e i carrelli proposti dal marchio di Vignola che, in questo caso, vengono personalizzati con i colori sociali delle rosse di Borgo Panigale. In aggiunta viene fornita tutta l’utensileria meccanica necessaria, a conferma dell’affidabilità dei prodotti FERVI, già apprezzati anche dagli hobbisti più esigenti che trovano nel rapporto qualità prezzo del catalogo FERVI un motivo sufficiente per affidarsi alla loro esperienza e ad un catalogo ricco e completo.
L’avventura è cominciata nel weekend dell’8-10 aprile nel circuito spagnolo di Aragòn per poi proseguire un tour all’insegna dell’adrenalina in giro per l’Europa e per il mondo. I due campionati toccheranno anche suolo italiano nel weekend del 10-12 giugno a Misano Adriatico (RN) dove si svolgerà il Pirelli Emilia-Romagna Round, unica tappa italiana della stagione 2022. Nel campionato di Superbike il team Aruba.it Racing-Ducati vede schierati sulla griglia di partenza l’italiano Michael Ruben Rinaldi, arrivato quinto nel mondiale 2021, e lo spagnolo Alvaro Bautista che torna in sella alla Ducati dopo due anni, mentre Nicolò Bulega, già noto al pubblico per le sue apparizioni in Moto3 e Moto2, debutterà con il team Aruba.it Racing – World SuperSport Team, in sella alla Ducati Panigale V2.
“Ci abbiamo preso gusto e con grande piacere torniamo ad abbinare il nostro marchio al brand di un Team Racing tra i più noti nel mondo. Questa sinergia è molto coerente con il nostro marchio che si posiziona in un ambito altamente professionale ma abbordabile anche per gli operatori amatoriali, un po’ come i modelli di moto che possono correre le gare di Superbike e di SuperSport, omologate per la strada ed estremamente competitive se preparate per le gare. Dai box Aruba.it-Racing Ducati usciranno quindi moto che sono espressione di alta tecnologia e ricerca ma, allo stesso tempo, molto vicine ad un pubblico di consumatori appassionati, creando così una sorta di collegamento tra la dimensione PRO e gli appassionati di motori che lavorano nel proprio garage: due differenti dimensioni in cui ci sentiamo decisamente a nostro agio” ha commentato Ermanno Lucci, direttore marketing FERVI.
Il découpage è una tecnica facile e creativa per cambiare aspetto ai più disparati oggetti: in questo caso lo applichiamo ad una sedia
Emily the Strange, personaggio di controcultura creato nel 1991 da Rob Reger per la sua azienda di abbigliamento, è la protagonista di un fumetto e rappresenta la caricatura di una ragazzina gotica di 13 anni. Qui diventa la protagonista di un originale lavoro bricolage
La preparazione della sedia
Puliamo accuratamente la sedia e, con la carta vetrata a grana media, togliamo ogni residuo della precedente verniciatura.
Applichiamo su tutta la superficie della sedia una mano di primer bianco all’acqua per renderla più idonea alla colorazione successiva.
Una volta asciutta, dipingiamo tutta la sedia con uno smalto lucido nero all’acqua, passando se necessario una seconda mano.
Découpage sulla seduta e sullo schienale
on la tecnica del découpage applichiamo sulla seduta un poster con il personaggio di Emily, spennellandolo abbondantemente di colla vinilica.
Dopo aver decorato lo schienale con una striscia di carta a scacchi, rifiniamo il lavoro asciutto con la vernice da découpage.
La scarpetta rossa
Procuriamoci una scarpa classica rossa scollata con il tacco alto ed eliminiamolo tagliandolo di netto con una sega.
Con un trapano con la punta “a tazza” pratichiamo nella suola, al posto del tacco, un foro dello stesso diametro della gamba della sedia.
Infiliamo la gamba della sedia nel foro e coloriamo il finto tacco con il colore acrilico rosso, di una tonalità simile a quella della scarpa.
Le normali zollette di zucchero diventano deliziosi zuccherini alcolici digestivi con una semplice preparazione casalinga
Per preparare gli zuccherini alcolici (una ricetta veloce davvero buona) potremmo essere presi dal dubbio se sia preferibile usare il normale zucchero raffinato o quello di canna, ma tranquillizziamoci: non c’è differenza.
I due zuccheri non differiscono molto per il contenuto calorico, reagiscono altrettanto bene al “trattamento”, ma avranno un sapore finale diverso. Una scatola di zollette di zucchero dovrebbe essere più che sufficiente per riempire circa tre barattoli piccoli.
Per preparare gli zuccherini digestivi depositiamo un primo strato di zollette sul fondo del barattolo. Quindi procediamo con altri strati alternandoli con una foglia di alloro, chiodi di garofano, la cannella e aggiungendo anche, come aromatizzante, due o tre pezzetti di buccia di limone tra uno strato e l’altro.
Colmiamo il tutto con alcool a 95° o 90°. Le zollette appariranno, attraverso il vetro come se fossero di ghiaccio ma non si scioglieranno. Lasciamo riposare e consumiamo i zuccherini sotto spirito in tutta… dolcezza almeno dopo venti giorni.
E’ possibile aggiungere della buona grappa all’alcool (ma poca, altrimenti le zollette si sciolgono!)
Iniziamo con un primo strato costituito da alcune zollette di zucchero depositate sul fondo del barattolo.
Tra uno strato e l’altro mettiamo una foglia di alloro, un pezzettino di stecca di cannella (ma se non piace l’aroma si può omettere) e procediamo con altre zollette.
Aggiungiamo anche qualche chiodo di garofano che aromatizza con la sua essenza il composto finale.
Tra uno strato e l’altro collochiamo qualche scorzetta di limone perfettamente lavata e priva della parte bianca, che renderebbe amaro il tutto.
Collocato l’ultimo strato di zollette riempiamo fino a colmare completamente il barattolo con alcool a 95°. Lasciamo assorbire e ricolmiamo con alcool prima di chiudere e rifinire il barattolo con un bel fiocco e un quadretto di stoffa colorata.
1.150 metri quadrati per chi ama casa e giardino in Via Vittorio Veneto, 89
Il nuovo negozio Brico io di Arona è la prima nuova apertura del 2022. Apertura già annunciata a febbraio scorso in occasione dell’accordo di affiliazione con La Quattro S.r.l., già presente nel mondo del bricolage con 3 punti vendita ad insegna Brico Plus nelle località di Gaggiolo di Cantello, Daverio e Cocquio Trevisago, tutti in provincia di Varese, che si aggiungono agli affiliati ad insegna Brico io.
Questa nuova apertura porta a 114 i punti vendita ad insegna Brico io (80 a gestione del gruppo Brico io e 34 in affiliazione). Il punto vendita è facilmente raggiungibile, posizionato lungo un’arteria principale della città, la SP 142. Dispone di un ampio parcheggio a disposizione della clientela.
All’interno dei circa 1.000 mq. destinati alla vendita troviamo oltre 25.000 articoli nei reparti tradizionali e tecnici del “fai da te” affiancati dal corner L’Outlet del Kasalingo per completare l’offerta del mondo casa oltre alle aree dedicate ai prodotti promozionali e stagionali.
“Confermiamo il nostro format di prossimità riservato alle medie superfici, vicine al centro abitato, per risolvere le esigenze di prima necessità dei clienti. –dichiara Paolo Micolucci Consigliere Delegato di Brico io S.p.A. – siamo sicuri che il nostro nuovo affiliato, vista l’esperienza già maturata nel settore a cui si aggiunge una profonda conoscenza del territorio, continuerà nella nostra mission: essere vicini alle famiglie che ogni giorno fanno fronte alla quotidiana manutenzione e decorazione della loro casa e del loro giardino”.
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Le Offerte – il volantino realizzato per l’apertura propone una serie di articoli a prezzi vantaggiosi selezionati tra i più rappresentativi dei reparti, con un occhio particolare alla stagionalità.
Brico io ARONA (NO) – Via Vittorio Veneto, 89 – Tel. Tel. 0322.281303Orario di apertura: dal Lunedì al Sabato dalle 9.00 alle 20.00 – Domenica dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 20.00
Costruiamo un grande orologio fai da te multiplo che ci informa allo stesso tempo dell’ora nelle tre grandi capitali economiche come se fossimo alla Borsa. Anche se di scarsa utilità pratica, acquista un’originale valenza decorativa
Quante volte abbiamo sentito parlare di Nikkei, Dow Jones, Mib30? Sono i famosi indici di borsa rispettivamente di Tokyo, New York e Milano: le tre grandi capitali economiche per eccellenza. Proprio dal mondo delle borse prendiamo lo spunto per un grande orologio fai da te che contenga i quadranti con l’ora di Milano, New York e Tokyo. Anche se quest’idea non ha una grande utilità pratica, da un punto di vista creativo non è priva di originalità e… attualità.
L’assemblaggio dell’orologio fai da te non pone problemi, una volta che ci siamo procurati i tre movimenti elettrici per orologio e abbiamo tagliato i pezzi di multistrato necessari. Iniziamo realizzando il pannello frontale nel quale verranno inseriti i tre orologi: bisogna lavorare con il seghetto alternativo per praticare le tre aperture quadrate per i pannellini portamovimenti.
Assembliamo il telaio rettangolare su cui appoggia il pannello frontale e lo colleghiamo a questo con colla e chiodini. Prepariamo i telaietti degli orologi applicandovi una coppia di distanziali. Prima di montare gli orologi smaltiamo l’insieme con smalti acrilici all’acqua per il frontale e smalto spray per i quadranti. Inseriamo i movimenti nei fori dei pannellini e li blocchiamo con l’apposito dadino, prima di inserire le lancette e le pile. Incastriamo i pannellini del frontale fissandoli con colla vinilica.
Cosa serve per costruire un orologio fai da te multiplo
4 pezzi multistrato da 4 mm: 1 da 1000×500 mm (frontale); 3 da 200×200 mm (quadranti orologi);
4 pezzi multistrato da 8 mm: 2 da 470×75 mm (lati corti telaio); 2 da 970×75 mm (lati lunghi telaio);
3 movimenti per orologio completi di lancette e pile;
colla vinilica;
fondo coprente universale;
smalto acrilico spray;
graffatrice;
pennello
Come progettare un orologio fai da te
Costruzione del pannello a tre finestre
Tracciamo con una matita i contorni quadrati nei quali inseriremo gli orologi fai da te; usiamo riga e squadra per essere certi di tracciare linee parallele ai bordi e perpendicolari tra loro.
Pratichiamo i tagli sul pannello frontale utilizzando il seghetto alternativo. Per inserire la lama è necessario praticare un foro in un angolo di ogni quadrato.
Uniamo i lati corti a quelli lunghi (con chiodini sparati con la graffatrice manuale o affondati con un martello) per realizzare il profilo del telaio di sostegno. Usiamo anche la colla vinilica per migliorare la tenuta.
Stendiamo un filo di colla vinilica sul retro del pannello frontale a 15 mm dai bordi, dopo aver tracciato la posizione del telaio
Applichiamo il telaio in modo che lo spessore dei lati lunghi e corti appoggi pienamente sul filo di colla vinilica steso sul retro del frontale.
Utilizzando la graffatrice manuale miglioriamo la tenuta tra il frontale e il telaio applicando alcuni chiodini a distanza regolare e ben centrati sullo spessore del telaio.
Una volta completato l’assemblaggio carteggiamo tutta la struttura con carta vetrata (numero 240) per prepararla alla successiva fase di smaltatura. Insistiamo con cura particolare sui bordi del frontale che resteranno a vista quando la costruzione verrà appesa al muro.
Stendiamo una mano di fondo coprente su tutta la struttura di multistrato e, ad asciugatura avvenuta, carteggiamo con carta vetrata fine (n. 320) per lisciare il pelo del legno che la mano di pittura ha sollevato.
Con un piccolo rullo stendiamo lo smalto satinato all’acqua di un bel colore vivace. Per un buon risultato applichiamone almeno due mani. I bordi interni delle tre aperture quadrate verranno coperti dai quadranti di misura superiore.
Montaggio dei quadranti
Sul retro dei pannellini di compensato che fungono da quadranti applichiamo, con colla vinilica, dei supporti distanziati tra loro in modo tale da poter essere inseriti nei fori quadrati sul frontale bloccando i quadranti.
oloriamo con smalto acrilico spray i quadranti in compensato: un colore adeguato è l’argento metallizzato su cui le lancette nere si stagliano chiaramente. In seguito tracceremo le ore (12, 3, 6, 9) con il pennarello nero.
Inseriamo il corpo del movimento in un forellino praticato al centro del quadrante. Stringiamo il dado di fissaggio dalla parte anteriore.
Completiamo il montaggio del corpo dell’orologio applicando le lancette delle ore, dei minuti e dei secondi. Controlliamone il funzionamento dopo avervi inserito la pila.
Utilizziamo colla vinilica per fissare i quadranti sul supporto frontale. La colla e i profili laterali precedentemente fissati ai quadranti garantiscono un’ottima tenuta.
L’inserimento dei quadranti nei fori del pannello frontale va eseguito con delicatezza.
In alternativa alla colla vinilica possiamo bloccare gli orologi con due tondini inseriti in fori aperti nei supporti posteriori.
Esistono diversi metodi per curvare il legno, ognuno con caratteristiche e proprietà differenti: noi ve li illustriamo tutti…
Versatile, durevole, resistente, elastico, bello, il legno ha tantissimi pregi. Purtroppo nasce, cresce e viene tagliato dritto. E quando a noi serve curvare il legno? Cerchiamo di scoprire i metodi fai da te principali per “piegare” la sua natura rettilinea.
Il legno è composto di lunghe fibre di lignina ed è, per sua natura, elastico: se viene sottoposto a flessione oppone una forte resistenza e tende ritornare alla forma originale. Per curvare il legno e ottenere una forma stabile bisogna aggirare questa tendenza e, per fare questo, esistono tra gli altri anche sistemi a secco per curvare il legno che non richiedono cioè l’uso di calore o acqua.
La curvatura del legno stagionato di spessore elevato è attuabile con la tecnica dei tagli multipli con i quali si troncano una buona parte delle fibre sul lato posto in compressione, lasciando intatta solo una frazione dello spessore. L’incollatura degli intagli dopo aver modellato il pezzo nella forma desiderata restituisce quasi la resistenza originaria all’oggetto.
Per curvare il legno in modo stabile si può ottenere anche facendo stagionare il legno fresco su una dima composta da un robusto pannello in multistrato forato secondo una griglia 50×50 mm e una sesta realizzata con una tavola ritagliata secondo la forma del pezzo da ottenere. Il listello da curvare va disteso sulla sesta e bloccato inserendo delle spine di faggio nei fori più vicini al profilo da seguire.
I sistemi per curvare il legno
Quando si parla di curvatura del legno dobbiamo innanzitutto partire dalle 5 grandi famiglie di sistemi di curvatura:
Curvare il legno a secco
Curvare il legno con dime e centine
Curvare il legno con acqua
Curvare il legno con fuoco
Curvare il legno con vapore
Per ogni famiglia esistono delle tecniche differenti per piegare legno, andiamo ad analizzarle nel dettaglio.
Come piegare il legno a secco
Con tagli a giusta distanza
Si praticano alcuni intagli su di un listello di prova per verificare quanti praticarne per ottenere la curvatura desiderata. Con un segaccio o una sega a disco si intaglia con la massima precisione circa 2/3 dello spessore del listello a distanze regolari.
Ogni intaglio va riempito con colla vinilica e poi si serra il listello con un nastro puntellandolo al centro con un pezzo di scarto.
Legno curvato con pioli e dima
Tempo richiesto: 2 ore
Disegno della griglia
Disegniamo su un pannello di multistrato spesso 20 mm una griglia con interasse di 50 mm.
Foratura degli incroci
Pratichiamo dei fori passanti all’incrocio delle linee con una punta da 8 mm.
Ritaglio e rifinitura della dima
Partendo da una spessa tavola ritagliamo la dima con il raggio di curvatura desiderato e rifiniamo la superficie arrotondata con la raspa.
Curvatura del legno
Aiutarsi con la dima per procedere alle operazione di curvatura del legno.
Creazione di una dima estemporanea
Si può creare una dima estemporanea piantando una serie di chiodi su di un pannello lungo la linea di curvatura desiderata.
Due guide a 45° e una a 90° sui due bordi con un lato a 45° per sezioni più grandi di materiali
Dimensioni interne: 370 x 125 x 80 mm
Plastica resistente di alta qualità per una rigidità eccezionale
Due fermi per il bordo del banco sul lato inferiore per evitare movimenti durante il lavoro.
La base ha due fessure svasate per il fissaggio permanente alla panca.
Curvatura legno con pezzi aggiunti
Il pezzo curvo di grandi dimensioni si può comporre con diverse porzioni d’arco tagliate da tavole di larghezza maggiore e unite con giunzioni a lamello.
Un listello rigido può essere “alleggerito”con tanti tagli longitudinali che lasciano una serie di lamine di legno flessibile e resistente.
Gli spazi lasciati dal disco sono riempiti con colla e strisce di piallaccio dello stesso spessore della lama della sega.
Sfruttando la flessibilità del pacco di listarelle si stringe il multistrato in una matrice fatta con un pannello tagliato lungo la sagoma desiderata.
Curvare legno con fitti microtagli
Anche l’MDF può essere curvato con il metodo dei tagli multipli che lasciano solo un sottile strato integro esterno.
Con la sega a disco si eseguono i tagli intervallati di circa un centimetro sul lato da incollare al disco di supporto.
Con la sega a tazza
I due tratti della gamba si incrociano profondamente rendendo molto robusto l’elegante raccordo ricurvo che sostiene il tavolino.
Con la colla vinilica si uniscono a “L” sei tavole spesse circa 20 mm in modo che quella centrale in basso resti “pizzicata” tra le due esterne poste in verticale.
Con la sega a tazza si realizza il taglio curvo interno, quindi si eliminano le parti eccedenti interne seguendo le linee tangenti al foro.
Con la sega si arrotonda la parte esterna e con fresa si smussano gli spigoli. Il fissaggio è affidato a due robuste viti.
Con pialla a mano
Con il pialletto a mano si possono arrotondare travetti quadri seguendo la sagoma riportata su una delle teste.
Si comincia sugli spigoli fino ad ottenere poligoni con i lati sempre più vicini al cerchio. Il controllo con una sagoma assicura un lavoro preciso.
【Materiali di Alta Qualità】Il Kit Sega A Tazza è costituito di acciaio al carbonio di alta qualità. Ha un acciaio ad alta velocità che è adatto per tagli veloci e fini. La cosa più importante è che ha un design esclusivo del congegno che consente un servizio della migliore qualità per eseguire il foro al meglio.
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La graffatrice manuale HT 8 di Bosch: robusto design interamente in acciaio
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Il blocco impugnatura consente un lavoro gradevole
Graffe idonee: tipo 53, lunghezza di 4-8 mm
Dotazione di fornitura: 1 x graffatrice manuale HT 8
Curvatura con dime e centine
Chi nasce dritto non muore storto”, recita una massima popolare, e noi aggiungiamo: “a meno che non sia sistemato su una solida dima: a ricordare l’importanza di una severa educazione per contrastare il ruolo di cattive compagnie e falsi modelli”. Entro certi limiti è possibile curvare il legno asciutto vincendo la sua naturale elasticità purché sia di spessore limitato e segua raggi piuttosto ampi.
Il mantenimento in forma è affidato a dime o centine che si lasciano in loco e diventano parte integrante della forma curva. Il più semplice modello di dima è un semicerchio di truciolare sul cui bordo si incolla la masonite o il compensato da curvare (in sostanza si tratta di piegare a semicerchio il legno).
Con lo stesso principio si possono creare ampie ante curve, adatte per esempio per armadi e mobili, utilizzando centine multiple incollate sotto il pannello che irrigidiscono il compensato mantenendo una considerevole leggerezza.
Curvare il truciolare
L’irrobustimento del truciolare fissato alla dima semicircolare è affidato ad una serie di listelli incollati all’interno della curvatura che possono sostenere anche un secondo semicerchio opposto al primo per aumentare la solidità della struttura.
Come curvare il compensato e il piallaccio
Fogli di compensato di basso spessore assumono facilmente forti curvature con una prolungata bagnatura e una altrettanto prolungata asciugatura in forma.
Possiamo ottenere un pannello curvato sovrapponendo vari strati di piallaccio. Applichiamo i piallacci su una sagoma ricoperta da un sottile foglio di plastica e vi sovrapponiamo altri strati incollandoli con colla vinilica. A indurimento avvenuto si toglie il pezzo dalla sagoma. I bordi vengono tagliati e rifiniti con carta vetrata.
La flessibilità dei fogli di compensato ci permette di ottenere complementi dalle forme piuttosto ardite e fuori dal comune che ricordano vagamente pezzi di design di casa Kartell, come questa tripla mensola dal profilo sinuoso: bricolage per veri esperti!
Occorrono pochi strumenti: un seghetto alternativo o un normale segaccio, per tagliare i sottili fogli di compensato e le tavolette; un cacciavite, carta vetrata, martello, chiodi. Tutti presenti in un laboratorio fai da te. Servono molti strettoi, almeno 18, per piegare sulla dima i fogli di compensato.
Otteniamo le mensole con spessore finale di 9 mm, per mezzo di un sandwich di tre strati di compensato più sottile. Immergiamo i sei fogli di compensato in una bacinella con acqua tiepida e attendiamo che si indeboliscano; estraiamoli e leghiamoli in posizione piegata: asciugando conserveranno parzialmente la curvatura e una discreta elasticità.
E’ necessario tagliare i pezzi più lunghi di 20-30 mm rispetto alle dimensioni finali, poiché la piegatura sulla dima e l’accoppiamento dei tre strati di compensato non consentono di prevedere con precisione la lunghezza finale. Uniamo ad incastro le parti curve con le parti diritte formando tre piani curvati a esse: serriamo con gli strettoi e attendiamo l’essiccazione. Le tavolette reggilibro sono fissate con colla e trattenute da viti, infisse dal lato opposto; consigliamo di applicarne una per ogni curva in modo che i libri risultino poco inclinati.
Piegare compensato
Impieghiamo una tecnica tipicamente fai da te: in una bacinella con acqua tiepida, immergiamo anche più fogli di compensato per volta, lasciandoli qualche minuto in ammollo per renderli più flessibili.
Pieghiamo in due, con una curvatura blanda, ciascun foglio di compensato e facciamolo asciugare tenendolo legato nella forma voluta con due giri di spago.
Sui fogli curvati e asciutti stendiamo un sottile strato di colla vinilica sulle superfici che andranno a contatto; per una perfetta adesione attendiamo qualche minuto, quindi stendiamo un secondo strato di colla.
La dima, su cui i fogli vengono messi in piega dopo l’incollaggio, è realizzata con due dischi di compensato.
Piegatura di forza
C’è anche la piegatura a base di forza bruta: la si può adottare con il legno compensato, che è per sua natura molto flessibile, a condizione di fissarlo in piega con colla vinilica e tenerlo saldamente bloccato da morsetti fino ad essiccazione completa dell’adesivo.
È ancora il tipo di piegatura più usato. Per curvare il legno a forte spessore o più semplicemente arrotondare angoli di superfici piane, gli antichi maestri falegnami si servivano di semplici ma sicuri espedienti, ancora oggi diffusi tra i fai da te più esperti.
Ad esempio il raccordo in curva tra due listelli che costituiscono la cornice di un piano viene realizzato con un elemento ricavato da una tavoletta e la sua giunzione avviene, con i listelli, per mezzo di spinatura cieca. Nel caso in cui la cornice sia un vero e proprio telaio, il tratto angolare viene rinforzato da un triangolo interno, opportunamente arrotondato e ben aggraziato.
Piegare tavole larghe
Se invece la curva deve essere creata tra due tavole di una larghezza non inferiore ai 100 mm, si preferisce affiancare ai due lati da raccordare una serie di listelli posti nel senso della larghezza delle tavole e leggermente piallati. Quando infine abbiamo bisogno di una curvatura a 90 gradi possiamo curvare e sovrapporre una serie di strisce di tavolette molto sottili o di compensato di betulla tipo Avio, incollandole una sopra l’altra fino ad ottenere lo spessore desiderato ed avendo cura di tenere, anche se sommariamente, in forma la curva in modo che non si dilati.
Realizzare bombature nel legno
Da una tavola d’abete tagliamo con il seghetto alternativo le centine su cui è stato disegnato un arco di cerchio del raggio di 1800 mm.
Spalmiamo la parte arcuata delle centine con la colla e blocchiamole sul pannello di compensato con una serie di strettoi.
A colla asciutta pareggiamo il bordo da cui sporgono le centine con la levigatrice a nastro e rifiniamo con un paio di mani d’impregnante colorato.
Con dima e controdima
Si prepara la sagoma tagliando con la sega a nastro una tavola di spessore uguale alla larghezza dei fogli di compensato seguendo il profilo che desideriamo ottenere.
Si spalmano abbondantemente i fogli di compensato sottile, già tagliati della larghezza desiderata, con colla vinilica.
Sagoma e controsagoma sono serrate sul pacco di strisce per mezzo di strettoi; rimuoviamo la colla in eccesso che fuoriesce dai bordi. Ad asciugatura avvenuta si apre la dima e si rifinisce il pezzo, che ha acquisito la sua forma definitiva, con raspa e carta abrasiva.
Curvare il legno con acqua
La tecnica più semplice, molto usata in modellismo ed in lavorazioni di bricolage ove lo spessore del materiale è relativamente modesto, è quella della bagnatura per immersione, meglio se eseguita a caldo. Si tratta di utilizzare un tubo o un elemento di grondaia entro i quali si inserisce un listello da piegare (di solito si tratta di fasci di listelli) e lo si lascia a bagno dalle 24 alle 48 ore.
Il tempo è più breve se la temperatura dell’acqua è elevata, questo si può ottenere inserendo una resistenza elettrica ad immersione del tipo per acquari.
Come curvare il legno ammorbidendolo
Quando il legno è ammorbidito dall’acqua, la piegatura diviene agevole ed è possibile evitare la rottura delle fibre; una volta asciugato si ha la stessa robustezza del materiale prima della lavorazione. Quando si curva un listello o una tavola è necessario disporre di una forma, di una specie di stampo rigido sul quale si esegue la piegatura vera e propria appoggiando il materiale e fissandovelo in modo che la curva venga seguita nel suo arco, che di solito non supera mai i 180 gradi.
La tecnica migliore è quella di eseguire una piegatura a strati sovrapposti. Questa consiste nel mettere su una dima, sagomata a piacimento, vari strati di piallaccio, incollandoli con colla vinilica, fino a raggiungere lo spessore desiderato. In questo modo, togliendo il pezzo dalla dima quando la colla si asciuga, si ottiene un elemento rigido che riproduce fedelmente la nostra sagoma.
Quando dobbiamo eseguire piegature su materiali di lunghezza piuttosto breve e spessore piuttosto rilevante, la cosa si complica un po’, come è facile immaginare, quindi è necessario fare ricorso ad un semplice artificio: con una sega a pettine si fa una serie di tagli paralleli, diciamo alla distanza di 10 mm l’uno dall’altro, su di un solo lato della tavola.
In questo modo possiamo eseguire una piegatura su di un materiale che in quei punti è spesso solo la metà, quindi molto più malleabile di quanto non sia il pezzo originale. Impressa la piega, basta una ditata di colla vinilica per irrigidire e bloccare una volta per tutte la tavola piegata a pettine e la robustezza, che è pur sempre dipendente dallo spessore del materiale, non diminuisce molto.
Curvatura legno a vapore
La curvatura del legno a caldo è una tecnica che conoscevano già gli antici Egizi, usata per secoli nelle campagne per costruire ceste di castagno e altri manufatti. Il procedimento fu sviluppato dalla casa austriaca Thonet, le cui sedie sono ancora oggi famose. Poiché le fibre esterne di un pezzo di legno curvo sono poste in forte tensione e possono scheggiarsi mentre quelle compresse, sul lato opposto, resistono molto meglio, il segreto della curvatura del legno sta nel bloccare gli estremi del pezzo su di una dima metallica in modo che non possa espandersi troppo. Così, anche durante le curvatura più strette, le fibre esterne risultano compresse e non si strappano. Il legno è poi bloccato in questa conformazione da un adeguato essiccamento.
Camera a vapore autocostruita
La camera a vapore autocostuita è realizzata con un tubo metallico, per esempio un pluviale da 100 mm, semichiuso alle estremità e isolato in modo che il calore possa permanere abbastanza a lungo da riscaldare i listelli. Il vapore prodotto in un contenitore in ebollizione va portato al tubo per mezzo di un condotto flessibile e il trattamento va protratto per circa un’ora ogni centimetro di spessore dei listelli.
Con la vaporella
Per piegare legno vapore il calore può essere fornito molto rapidamente da un pulitore a vapore la cui uscita va collegata ad uno degli ingressi della ‘camera a vapore’.
I listelli vengono estratti dal contenitore quando sono ancora bollenti e piegati rapidamente prima che si raffreddino.
Il listello va stretto in una dima realizzata con una lamiera metallica e due blocchetti di legno in modo che lo strato esterno, durante la piegatura, venga mantenuto in compressione.
Piegatura del legno a fuoco
Con il termosoffiatore
Il termosoffiatore può fornire un’ottima fonte di calore regolabile per riscaldare i pezzi da curvare, specie se si tratta di legno fresco. Le parti esterne che eventualmente si sfilacciassero possono essere riparate con colla vinilica e due blocchetti sagomati.
Anche il compensato può essere curvato con il termosoffiatore avvolgendolo su di un tubo metallico mentre si riscalda progressivamente il foglio.
Con fiamma viva
I listelli sottili possono essere curvati utilizzando una fonte di calore intensa, ma piccola come una candela o una lampada ad alcool. Il riscaldamento non deve essere troppo brusco per non bruciare il legno, ma abbastanza prolungato da interessare tutto lo spessore.
La sagomatura va realizzata a mano curvando il listello con cautela, fissando la forma definitiva con l’aiuto di una dima formata da una tavola su cui sono applicati dei blocchetti di legno.
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Legni flessibili Topan Form e Flexply
Il Topan form è un pannello di MDF scanalato che si riesce a curvare a secco senza difficoltà fino a raggi di curvatura di pochi centimetri e si presta, oltre che alla creazione di pannelli curvi, anche per realizzazioni inusuali come questo portacarte.
Esistono anche pannelli in compensato flessibile chiamati “Flexply” a tre o cinque strati nei quali la particolare disposizione dei piallacci permette di modellare il legno con e piegare a forma di arco con raggi di curvatura inferiori a 120 mm per le lastre spesse 5 mm.
Terminologia utile legata alla curvatura del legno
Adesivi epossidici, poliuretanici, resorcinici: collanti molto efficaci privi di solventi formati da una resina e un catalizzatore che induriscono molto rapidamente.
Compensato: pannello di vari spessori composto da fogli di piallaccio uniti a venature incrociate con adesivi.
Dima o sesta: sagoma di legno o metallo utilizzata per dare la forma.
Lignina: è un polimero naturale che riveste le pareti delle cellule e dà al legno le sue caratteristiche di robustezza ed elasticità.
Masonite: foglio di conglomerato formato da fibre di legno molto fini tenute assieme da un adesivo.
Piallaccio – tranciato: sottile foglio tranciato da un tronco di legno utilizzato per rivestire legni meno nobili o per realizzare il multistrato e il compensato.
Sega a tazza: utensile tubolare con un bordo munito di denti affilati per eseguire fori di grandi dimensioni.
Strettoio: strumento formato da un ferro piegato a L e un braccio scorrevole con avanzamento a vite che serve per serrare e tenere in pressione i pezzi.
Indirizzi utili
Arca Wood 35127 Padova via Canada, 20 tel 049 8791308 fax 049 8792459
Arespan Brocca 14047 Mombercelli – AT piazza 1° Maggio, 1 tel 0141 955055 fax 0141 955066
Holzbau 39042 Bressanone – BZ via Ammon, 12 tel 0472 822666 fax 0472 822600
Come sagomare il legno, esempi concreti
Canoa a piallacci incrociati
La sagomatura del legno di una superficie curva può essere realizzata con la tecnica dei piallacci incrociati: spessore modesto, ma elevata robustezza. Nel caso di imbarcazioni si utilizzano legni che sopportino la prolungata immersione in acqua e collanti insensibili all’umidità come quelli epossidici, poliuretanici, resorcinici, ecc.
Preparata una robusta struttura portante con un numero sufficiente di ordinate per sostenere la copertura, s’incollano i piallacci in diagonale a partire dalla chiglia fino ad ottenere un primo strato, quindi si applica un secondo strato incrociato a 90° per rivestire l’intera superficie.
I piallacci spessi circa 2,5 mm sono incollati alla chiglia, sulle ordinate e al bordo dello scafo con le resine adesive ad una distanza di circa 100 mm.
Gli spazi sono riempiti con piallacci di forma adatta a compensare le differenze di sviluppo dello scafo la cui sagoma è rilevata con una matita e una squadra a cappello.
Ogni singola striscia viene incollata e fissata temporaneamente con una graffatrice interponendo pezzi di piallaccio in modo da non rovinare la superficie del legno.
Si eliminano tutte le graffature e si spianano le irregolarità con carta abrasiva, quindi si stende un secondo strato di piallacci incrociato rispetto al primo.
Scrivania a curve
Le pannellature curve della scrivania, anziché in tamburato, sono realizzate in solidissimo panforte accoppiando con l’aiuto di strettoi un foglio di compensato sottile ad una serie di listelli curvi, ritagliati con il seghetto alternativo da un pannello di multistrato da 18 mm.
Il lato interno, preventivamente levigato, è rifinito incollando un secondo foglio di compensato che si appoggia ad un listello di battuta e aderisce alla pannellatura con la forza della sua stessa elasticità.
Legno curvo a parete
Al posto di un comune telaio squadrato possiamo costruire un profilo curvo per abbellire il passaggio tra due locali. Si parte da un pannello in compensato che rivesta esattamente lo spessore del muro quindi, con lo stesso materiale, si prepara una nervatura al centro del pannello per sostenere la parte arcuata. Il pannello di rifinitura viene incollato fissandolo con chiodini su due listelli bombati laterali che irrobustiscono le estremità del telaio.
Quattro pannelli di MDF disegnano una sagoma continua sulla parete che offre una postazione di lavoro e un ripiano superiore con luce incorporata; grazie ai fissaggi nascosti rimane semplicemente aggettante, senza alcun ingombro a pavimento
Costruire una scrivania fai da te è utile, perché a volte in casa si ha bisogno di appoggiarsi da qualche parte con il computer portatile, la calcolatrice, un blocco per appunti o qualcosa di simile e non si trova uno spazio libero e abbastanza comodo a disposizione: il tavolo della cucina o del soggiorno è già destinato ad altre attività, lo studio è occupato dai figli che studiano, il tavolino del salotto è basso e costringe ad assumere posture inadeguate. Eppure basterebbe uno spazio anche poco profondo, possibilmente senza dover condividere la superficie con altri per non disturbarsi a vicenda e, magari, giustamente illuminato.
L’idea di questa scrivania fai da te design struttura può essere interessante anche nelle abitazioni che non permettono di allestire una postazione di lavoro domestica in modo stabile, per problemi di ingombro: si tratta infatti di due ripiani distanziati in altezza, il primo con funzione di scrivania e il secondo che incorpora una luce direzionata sul piano di lavoro, collegati da un montante laterale e sagomati nell’insieme per ottenere una linea moderna.
L’assenza di elementi di fissaggio visibili minimizza l’invasività della struttura, la cui sporgenza massima dalla parete è di 400 mm. Non c’è nessun ingombro a pavimento, al momento di utilizzare la scrivania fai da te si può ricorrere a una sedia o a uno sgabello, in base all’altezza scelta al momento dell’installazione. Ciò non toglie che il ripiano superiore e parte della scrivania possano essere utilizzati per riporvi CD, DVD o soprammobili.
Le possibilità di utilizzo si ampliano se sotto la scrivania si avvita, in posizione arretrata, una ciabatta elettrica a cui far pervenire l’alimentazione da una vicina presa: quante volte ci troviamo a dover ricaricare smartphone, mp3, macchine fotografiche e altre apparecchiature elettroniche che non sappiamo dove appoggiare in modo sicuro! La multipresa ci permette di mettere in carica più accessori simultaneamente, senza sparpagliarli per casa.
Cosa serve per costruire una scrivania fai da te design:
Per costruire una scrivania fai da te si inizia tagliando i singoli elementi
Uno dei lati lunghi del montante va rifilato sbieco con la sega circolare munita di guida, in modo da ridurre la larghezza di uno dei lati corti da 400 a 300 mm.
Con la guida di spinatura si realizzano sedi esattamente allineate su due pezzi concorrenti:
Stabilito di utilizzare 3 spine Ø 6 mm per ogni giunzione, si aprono i fori al centro dello spessore di un pezzo (uno a metà larghezza e due a 25-30 mm dalle estremità). Si inseriscono le spine a secco e, utilizzandole come riscontro, si calza su di esse la cavità frontale della guida corrispondente al diametro della boccola di foratura, si regola la battuta inferiore in base allo spessore del pannello e si praticano i fori nel piano del pannello concorrente.
Con una fresa conica, utilizzando la fresatrice come una toupie, si bisellano i bordi a vista a 45°.
L’inclinazione va rivolta verso la parete, dal basso verso l’alto per il pannello superiore e dall’alto verso il basso per quello inferiore, il montante e l’ala inferiore si bisellano di conseguenza.
Collegare i singoli pezzi
Una dima per tenere in posa e per forare il muro
La sospensione invisibile (o quasi) è affidata a due supporti preparati allo scopo, uno sotto la base e uno sopra la fonte luminosa. Qui il primo non occupa tutta la lunghezza del piano, ma viene stabilita una rientranza di 140 mm rispetto alle estremità, in base alla quale si tagliano i listelli.
Dato che si utilizza materiale recuperato dagli scarti di altri lavori, bisogna trovare soluzioni che si adattino allo scopo: due listelli di spessore adatto a essere attraversati dai tasselli, ma non eccessivo, per nasconderli meglio sotto il piano, vengono incollati di costa per raddoppiare la profondità, dopo averne bisellato le estremità per un ulteriore vezzo estetico.
Mantenendoli allineati si serrano tra diversi morsetti e si ripulisce l’eccesso di colla; lo stesso procedimento si utilizza per il supporto superiore, di lunghezza ridotta perché deve essere attraversato da un solo tassello.
La foratura dei supporti per l’inserimento delle barre esagonali dei tasselli si esegue sulla faccia rivolta a parete; il foro va allargato per una profondità di 2-3 mm in modo che possa ospitare il collare del tassello che rimane in battuta sulla muratura.
I due supporti, tenendo sempre presente la linea di centro, vengono provvisoriamente avvitati due listelli sulla faccia posteriore sui quali vanno riprodotti, in perfetta corrispondenza e passanti, i fori relativi ai tasselli.
Questi listelli hanno una duplice funzione: fornire una battuta sul bordo posteriore dei piani, così da poter avvitare e incollare i supporti, ed essere successivamente utilizzati per praticare i fori nella muratura, tramite una dima costruita allo scopo.
Dopo l’incollaggio, si inseriscono alcune viti in fori opportunamente svasati per rinforzo e per mantenere il contatto tra i pezzi mentre la colla fa presa. Si noti l’importanza di marcare i riferimenti sui listelli aggiunti, sia come centratura sia come posizione, per realizzare correttamente la dima.
Fissati entrambi i supporti, prima di svitare il listelli aggiunti bisogna tagliare un terzo listello che li colleghi incastrandosi con precisione tra essi, risultando perfettamente perpendicolare.
Una volta trovata la squadratura, si stabilizza la dima con due coppie di triangoli di legno fissati ai lati del listello e ai supporti, quindi si tolgono le viti e si preleva la dima
Il montaggio con tasselli a scomparsa
La foto è riassuntiva dei listelli occorrenti per realizzare dima e supporti con le rispettive tracciature.
La dima va appoggiata alla parete all’altezza prestabilita per il montaggio della struttura, tenendo conto anche degli ingombri laterali. La livella è indispensabile per marcare i punti da forare in modo che la mensola/scrivania risulti in piano.
Inserendo una matita nei fori e facendola ruotare più volte, senza mai muovere la dima, si riportano sulla parete le tracce per la foratura.
Specialmente se il muro è di mattoni, il finissimo polverino rossastro che si produce in seguito alla foratura si deposita in parte attorno al foro, in parte sullo zoccolino e non è facile da eliminare: anche passando un pennellino in modo leggero si rischia di lasciare un’ombra di sporco. Se non si dispone di un aggiuntivo per l’aspirazione delle polveri, per evitare di disperderle si può ovviare con una busta di carta fissata sulla parete con nastro di carta, poco al di sotto del punto da forare.
I tasselli per mensole a scomparsa si inseriscono nei rispettivi fori, in modo che il collare rimanga a filo della superficie; poi, con una chiave a forchetta, si fa ruotare la barra esagonale in senso orario per provocare l’espansione.
I listelli di supporto inferiore e superiore, separati dalla dima, si avvitano ai pannelli nei punti prestabiliti: calzandoli un poco forzati sulle barre dei tasselli, assicurano una sospensione affidabile e sicura.
Tutti i pannelli che compongono la struttura vengono leggermente levigati per prepararli alla finitura, prima con una mano di fondo e poi con due mani di smalto.
Sulla faccia inferiore del ripiano superiore si fissa una lampada al neon o a led provvista di interruttore; prima di montare la mensola/scrivania occorre praticare una scanalatura nel bordo posteriore per incassarvi il cavo di alimentazione.
Il catalogo Fervi si arricchisce di nuovi strumenti per misurazioni di alta precisione: si tratta di tre modelli di calibri digitali elettronici, ciascuno dei quali disponibile in tre misure, per un totale di nove referenze. I calibri C035, C047 e C047-xb sono in acciaio inox e si distinguono per diverse funzionalità che li rendono idonei sia per il settore professionale sia per il fai da te, ma tutti adottano un sistema innovativo che esclude il rischio di errore nelle misurazioni, per poter contare sempre sulla massima precisione.
Il modello C035, disponibile nelle misure 150, 200 e 300 mm, si caratterizza per la scala di misurazione in vetro e dispone di becchi lappati in superficie e rettificati per escludere la possibilità di misurazioni imprecise. La cassa e i pulsanti sono realizzati in metallo, con la rotella di scorrimento rimovibile e una vite di bloccaggio che garantisce misurazioni sicure e corrette. Questo calibro è provvisto inoltre di una porta mini-USB che permette di connetterlo a dispositivi esterni, sui quali vengono automaticamente riportati i dati di misurazione, senza più necessità di trascrizioni manuali che potrebbero essere fonte di errore.
Il modello C047, disponibile nelle misure 300, 500 e 1000 mm, è lo strumento ideale per la misurazione di diametri interni ed esterni di medie-grandi dimensioni. Anche questo calibro presenta vite di bloccaggio, becchi di misurazione rettificati e schermo LCD ad alta leggibilità, ma dispone inoltre dell’esclusiva funzione “Absolute” che evita errori di lettura derivanti da spostamenti rapidi, assicura maggior autonomia alle batterie e, grazie alla memorizzazione automatica dell’ultima misura rilevata, consente di non azzerare il calibro ad ogni accensione. Nella versione -xb è completato da becchi superiori per la misurazione dei diametri interni.
La qualità dei materiali e l’elevato livello di protezione alle polveri (IP 54) garantiscono ai calibri Fervi una lunga durata; è possibile acquistarli direttamente sul sito www.fervi.com oppure presso i rivenditori autorizzati. L’elenco completo è consultabile online nella sezione “Dove acquistare”.
Un magnifico scorcio del giardino di Villa Bell’Aspetto a Nettuno (Roma), progettata sulle alture prospicenti il mare, dall’architetto Antonio de Rossi nel 1647 ed entrata quest’anno tra i Grandi Giardini Italiani. Foto Dario Fusaro, Courtesy Archivio Grandi Giardini.
Scossi dalla pandemia, ora dalla guerra e dalle sofferenze di una popo-lazione che la subisce, abbiamo più che mai bisogno di qualcosa che torni a farci vedere anche i lati belli della vita, cosa meglio della natura può fare ciò? Grandi Giardini Italiani è un’impresa culturale nata nel 1997 per promuovere e valorizzare i più bei giardini in Italia: ha creato un network che oggi conta circa centocinquanta tra i giardini più famosi nella storia dell’arte, infatti all’elenco, quest’anno, si sono aggiunti altri cinque capolavori di bellezza, storia e significato simbolico. Andando sul sito si rimane senza fiato per le immagini e le riprese realizzate su alcuni dei parchi/giardini selezionati e la domanda è: com’è possibile che i sapiens in passato siano riusciti a realizzare opere tanto imponenti, belle, raffinate, progettate in ogni dettaglio e oggi creino cose modeste per non dire brutte? La nostra specie è progredita in tanti campi ma si-curamente regredita, troppo spesso, in fatto di bello per ciò che riguarda l’arte e l’architettura nelle declinazioni dell’edilizia e del verde. Nei secoli scorsi i giardini erano luoghi dove si poteva godere di raffinatezze este-tiche e culturali, dove venivano organizzati concerti, rappresentazioni teatrali e feste, si allestivano spettacolari giochi d’acqua e successioni di fioriture.
Oggi Grandi Giardini Italiani ha riportato i giardini al centro della vita culturale del nostro Paese organizzando più di 700 appuntamenti l’anno: giornate di studi, laboratori di danza, lezioni e intrattenimenti per bam-bini, mostre, tutti ambientati in questi luoghi fantastici che già da soli portano la mente in un mondo idilliaco. Certo non hanno nulla a che vedere con i nostri spazi verdi e non possimo aspirare ad averne di simili, ma abbiamo comunque la ricchezza di poter riempire gli occhi con la loro bellezza e inebriarci dei loro profumi, prendendo anche spunti per fioriture, bordure, piante che ci piacciono.
Per noi che dobbiamo occuparci direttamente del nostro giardino di casa, in questo numero ci sono tante novità in fatto di macchine per la cura del prato, per potare le piante, per concimare il terreno nel modo giusto, oltre, naturalmente, ai tanti passo-passo con le istruzioni per col-tivare fiori e ortaggi con successo e provando grande soddisfazione.