Home Blog Page 45

FILA Solutions sul podio del premio Mediastars

Un nuovo riconoscimento per FILA Solutions, che si aggiudica il prestigioso Premio Mediastars: l’Azienda di San Martino di Lupari (PD) è 1a Classificata nella Categoria Restyling Social per la strategia creata in collaborazione con l’agenzia KF ADV.

Premiata la campagna “Because we care”, che veicola la comunicazione del brand e i contenuti legati alla sostenibilità e alla responsabilità sociale di impresa, l’ideazione di una materioteca su Instagram con soluzioni rapide per ogni materiale e l’intuizione di declinare ogni messaggio del brand come una micro-campagna.

https://www.youtube.com/watch?v=7U1upiQjOHk

“Siamo molto orgogliosi di questo riconoscimento” commenta Davide Carpin, Head of Digital & E-commerce di FILA Solutions. “La strategia di comunicazione progettata con KF ADV ci ha permesso di veicolare in modo efficace e puntuale i messaggi e coinvolgere gli utenti su tutti i touchpoint. I risultati in termine di engagement parlano da soli: oltre 22 milioni di impressions, con una reach complessiva di 12 milioni di utenti e 250 mila atterraggi sul sito FILA”.

Abbiamo accolto la sfida lanciata da FILA Solutions di riposizionare la comunicazione social ideando una strategia basata in primis sul centralizzare la comunicazione nei canali ufficiali” aggiunge Francesco Gobbato, CEO & Creative Director di KF ADV. “In seconda battuta abbiamo attivato campagne “Always on” sui principali Paesi europei e veicolato anche una campagna creativa per sottolineare la forte predisposizione alla sostenibilità dell’azienda. Il premio assegnato è la conferma che le competenze sono la base del risultato”.

L’approccio globale alla comunicazione social ha convinto la giuria, composta da oltre un centinaio di qualificati professionisti del settore designati dalle associazioni di categoria, da esponenti delle riviste specializzate, tecnici e delegati di agenzie di comunicazione. Mediastars si conferma come l’organizzazione più rappresentativa del settore sul territorio nazionale. Ogni anno premia la migliore creatività e professionalità di quanti operano in Italia nello sviluppo di Adv, Corporate Design e Comunicazione Multimediale. FILA e KF ADV hanno ritirato il premio durante il gala di premiazione che si è tenuto presso Casa degli Artisti a Milano il 16 giugno 2022.

Manutenzione del trapano e accessori con WD-40

Per un trapano in grado di svolgere sempre al meglio qualsiasi applicazione ci si deve abituare a una regolare lubrificazione delle parti soggette a movimento e usura. Il prodotto più indicato in questo frangente è WD-40 Multifunzione, da applicare sui meccanismi come il mandrino, lato ganasce, ma anche sul sistema di serraggio e all’innesto con il corpo macchina.

Punte per foratura

Le punte per legno o altri materiali di natura morbida vanno solo lubrificate per la loro migliore conservazione; quelle per i materiali ferrosi o acciaio inox, invece, perdono facilmente l’affilatura. Durante il ripristino di una punta per metallo con l’affilatore, si applica qualche goccia di WD-40 Specialist Olio da Taglio per ridurre l’attrito e, di conseguenza, l’accumulo di calore sul metallo.

Al termine si applica il Lubrificante Multifunzione. Se la punta ha attacco SDS, prima di ogni utilizzo bisogna controllare e semmai intervenire nelle scanalature del codolo con WD-40 Specialist Grasso Bianco al Litio, per una lubrificazione di lunga durata e il funzionamento senza usura delle parti metalliche in movimento.

A proposito, ricorda che è sempre importante avere punte per trapano ben affilate. Se non sai come fare, consulta la nostra guida dettagliata su come affilare le punte per trapano.

Accessori da taglio

Nel caso di seghe a tazza per legno e seghe a corona per muratura con taglienti intercambiabili bisogna pulire accuratamente le scanalature del supporto affinché sia possibile inserire i taglienti circolari con precisione, bloccandoli saldamente. Al termine della pulizia, applicare ogni volta il Lubrificante Multifunzione.

Aggiuntivi

Nei rinvii a 90° con mandrino, come anche nei mandrini con flessibile, in cui vi sono varie parti in movimento, la pulizia deve essere effettuata con spazzole a setole morbide e, al termine, spruzzare il Lubrificante al PTFE ad Alte Prestazioni per lubrificare al meglio le parti soggette a movimento. Per tutti gli aggiuntivi è consigliata l’applicazione generica del Lubrificante al Silicone Applicazione Pulita della linea WD-40 Specialist per proteggerli dall’ossidazione e assicurare la loro funzionalità.

Si rinnova la sponsorship di FERVI con il pilota Michael Rinaldi che corre il WorldSBK2022

Squadra che vince non si cambia: anche quest’anno il pilota Michael Ruben Rinaldi correrà nel campionato Superbike affiancato da FERVI, già sponsor tecnico del team Aruba.it Racing – Ducati

 FERVI, l’azienda di utensili e arredo da officina eccellenza della motor valley emiliana, prende parte alla stagione 2022 di Superbike. Oltre a curare l’arredo dei box del team Aruba.it Racing – Ducati, FERVI rinnova il sostegno al pilota riminese Michael Ruben Rinaldi che gareggia in sella alla Panigale V4 R numero 21 con cui la scorsa stagione ha chiuso il campionato mondiale al quinto posto.

Il Campionato di Superbike 2022 si giocherà in dodici tappe internazionali durante le quali scenderà in pista una sintesi dell’eccellenza della Regione Emilia-Romagna e del Made in Italy per quanto riguarda i motori e la passione per le gare, grazie alla collaborazione tra le città coinvolte in questa sponsorship: Vignola (MO) sede di FERVI, Rimini che è città di Rinaldi, e Bologna (Borgo Panigale) dove da sempre c’è la Ducati.

A chiudere il cerchio, sottolineando la stretta relazione fra utensili di alta qualità e le potenti due-ruote da pista, FERVI ha scelto allestire i box di scuderia marchiando gli arredi e la tuta del pilota riminese con il logotipo aziendale sulla manica sinistra. La collaudata collaborazione tra FERVI e Rinaldi nasce da un interesse comune verso il mondo della meccanica e dei motori, e vedrà la partecipazione del pilota ad eventi promozionali e campagne di comunicazione sia digitali che tradizionali volte a rinforzare il brand FERVI a 360°.

“La mia personale passione per la meccanica e per la manutenzione delle moto mi fa sentire particolarmente vicino a FERVI con cui, già in passato, abbiamo lavorato molto bene. Sono quindi molto contento di ricevere il loro supporto anche per la stagione 2022 in cui ci siamo mostrati competitivi fin da subito. Il feeling con la moto è buono e dobbiamo continuare a lavorare così per le prossime gare, in particolare quella di Misano dove non vedo l’ora di correre, spinto dall’entusiasmo dei tifosi del circuito di casa” ha riferito Michael Ruben Rinaldi, pilota del team Aruba.it Racing – Ducati.

“La nostra collaborazione con Michael e con il team Aruba.it Racing – Ducati in Superbike, ci rende particolarmente orgogliosi perché ci permette entrare a far parte di un campionato ricco di adrenalina affiancando altre eccellenze del nostro territorio. Crediamo molto nel progetto di far crescere il talento di un pilota italiano che ha dimostrato di avere le carte in regola per ottenere ottimi risultati. Quest’anno puntiamo a fare ancora meglio dell’anno scorso e siamo fiduciosi che il mix di affidabilità, competenza e potenza dei marchi coinvolti, insieme all’abilità di Michael, non passeranno inosservati”, ha commentato Ermanno Lucci, direttore marketing FERVI Group.

Stufe a pellet senza canna fumaria

Le stufe a pellet senza canna fumaria esistono? Esistono soluzioni alternative alla canna fumaria per l’installazione di una stufa a pellet?

Stufe a pellet senza canna fumaria?

È assolutamente falso: è opinione comune che basti un tubo collegato all’esterno per evacuare i fumi, ma questo tipo di installazione è assolutamente fuori legge. La stufa funzionerebbe comunque, in quanto l’espulsione è forzata, ma la normativa di riferimento (UNI 10863) per lo scarico dei fumi di combustione prevede che questo avvenga attraverso un condotto che arrivi almeno 2 metri oltre il solaio di copertura. Nel caso delle stufe a pellet, questo condotto ha soltanto un diametro ridotto (80 mm) e deve disporre di un sommitale a fungo. Diffidare, dunque, di chi propone soluzioni alternative.

Ci sono altre agevolazioni oltre al Conto Termico?

Sì, la stufa a pellet rientra tra i “beni significativi” per i quali può essere applicata l’IVA al 10%, ma solo per una parte dell’importo, ovvero quella equivalente alle spese di manodopera sostenute per l’installazione (materiali di consumo inclusi); sulla restante porzione di spesa si applica l’IVA al 21%. Il costo della stufa e le spese d’installazione vanno perciò elencate separatamente in fattura.

Si può installare ovunque in casa?

Teoricamente sì, naturalmente dev’essere addossata a una parete perimetrale e a distanza opportuna da materiali infiammabili, quindi da tutti i componenti d’arredo che possono causare incendi (mobili, tendaggi); è sconsigliabile l’installazione in camera da letto, in quanto nel silenzio notturno il rumore della ventola e della caduta dei pellet possono disturbare il sonno e per i possibili ritorni di fumo dovuti a eventuali interruzioni di corrente elettrica.

stufe a pellet

Riscaldamento ecologico

Attualmente il pellet è il combustibile più economico ed ecologico, a parte la legna che, però, comporta maggiori difficoltà di approvvigionamento, stoccaggio e gestione del focolare. Per l’uso dei pellet ci sono stufe concepite appositamente che riscaldano gli ambienti per irraggiamento e ventilazione o integrabili agli impianti idraulici a termosifoni o radianti, in grado di produrre anche acqua calda sanitaria. Una stufa a pellet dispone di un serbatoio che garantisce lunga autonomia, produce un residuo di cenere pari all’1% del combustibile, per cui basta un aspiratore per la pulizia ordinaria. L’installazione va affidata a un tecnico specializzato e dev’essere a ridosso di un muro perimetrale; può rivelarsi problematica nei condomini, per via dell’indispensabile canna fumaria esterna che deve correre in facciata fino a tetto.
Ci sono anche vere e proprie caldaie a pellet installabili in locali secondari e per le quali, in fase di costruzione dell’edificio o di una ristrutturazione importante, si possono predisporre un locale di stoccaggio del pellet, un sistema di alimentazione automatico dal locale stesso e tubazioni di distribuzione dell’aria in più ambienti o collegamento alla rete idraulica.
Il pellet autentico è di puro legno, dunque è sicuramente ecologico, ma per mantenerlo tale dobbiamo fare la nostra parte: non andiamo in macchina ad acquistare pochi sacchetti per volta, non approfittiamo di offerte a basso prezzo senza verificarne la qualità (le impurità bruciate vanno in atmosfera), non sottovalutiamo l’isolamento termico dell’abitazione, altrimenti la stufa “pompa” più del necessario, l’aspetto ecologico viene meno e resta solo la praticità di utilizzo. L’ecologia dipende da molti fattori…

Finestre efficienti come il primo giorno con WD-40

Il malfunzionamento di una finestra, in apertura e chiusura, può dipendere da numerosi fattori legati anche al materiale con cui è realizzata: legno, alluminio, PVC o materiali compositi. Un tempo i maggiori problemi erano dati da dilatazione e contrazione dei materiali, mentre oggi gli agenti atmosferici influiscono maggiormente sulle guarnizioni e i meccanismi di chiusura di finestre tecnologicamente avanzate e per questo più complesse e “delicate” di quelle di un tempo: sistemi di chiusura a più punti, meccanismi di sicurezza e modalità plurime di apertura (molte aprono anche a vasistas) rendono le finestre molto versatili ed efficaci, ma esigenti sotto il profilo della manutenzione. Perché tutto funzioni sempre a dovere, è necessario adottare alcune regole sulla loro regolare manutenzione.

Guarnizioni

Oggi quasi tutte le finestre, anche quelle di legno, sono dotate di guarnizioni di gomma che, col tempo, finiscono per perdere morbidezza e capacità di adattamento. A seconda della loro conformazione e posizione, possono forzare in apertura e chiusura, sino a essere divelte dalla loro naturale posizione ed essere danneggiate. In altri casi tendono a incrudirsi, perdendo la capacità di tenuta all’aria e all’acqua, con le conseguenze che ne derivano. Per evitare tutto questo è necessario tenere le guarnizioni sempre pulite, passando un panno in microfibra inumidito, e applicare WD-40 Specialist Lubrificante al Silicone Applicazione Pulita che non solo elimina l’attrito nel movimento, ma mantiene nel tempo le proprietà di morbidezza ed elasticità proprie della gomma.

Meccanismi di chiusura e scorrimento

Per prevenire il deterioramento dei sistemi di chiusura quali le aste scorrevoli interne all’anta o le cremonesi esterne o, ancora, dei sistemi di rotazione come perni, cardini e cerniere, basta applicare regolarmente WD-40 Specialist Lubrificante al Silicone Applicazione Pulita che, oltre a una eccellente lubrificazione, ha proprietà di forte adesione, asciugare rapidamente e isolare dall’umidità la superficie trattata. La sua formula è compatibile con tutti i metalli, le plastiche, la gomma e il legno.

I sistemi di chiusura vanno sempre esaminati con attenzione: in presenza di guarnizioni, rondelle in plastica o gomma va sempre utilizzato il Lubrificante al Silicone. Nel caso di sistemi a scorrimento con asole oppure con binari, sia in presenza di scorrevoli con plastiche o carrelli a cuscinetto, si ricorre a WD-40 Specialist Lubrificante Secco al PTFE, ideale perché la sua formulazione asciutta evita l’accumulo di polvere e sporcizia nella parti in movimento, garantendo una lubrificazione di elevato potere.

Candelabro da soffitto fai da te realizzato con tondino di ferro piegato

Tante le operazioni da fare per impratichirsi con il ferro: taglio dei segmenti di tondino con il seghetto a mano, piegatura con le dime, unione con saldatura ad arco, foratura con trapano a colonna e filettatura a impronta maschio e femmina. Per questo candelabro da soffitto fai da te, inoltre sono possibili varianti di forma, di numero bracci e la trasformazione in lampadario

Proponiamo questo candelabro da soffitto fai da te dalle dimensioni importanti. È una costruzione con elevata valenza didattica, adatta per chi voglia fare pratica con questo materiale, caratterizzata dalla possibilità di notevoli variazioni sul formato di ferro da utilizzare, per esempio la piattina invece del tondino, e passibile di interpretazioni personali sulla forma. Usando barre di tondino pieno da 6 e da 8 mm di diametro, la struttura del candelabro resta esile, ma ha il vantaggio di non richiedere molto sforzo, tantomeno perizia, per la sagomatura dei pezzi.

Andando sul ferro piatto, a seconda dello spessore e la larghezza, si incontrano progressive difficoltà e anche le dime per poter fare pezzi tutti uguali devono essere dimensionate opportunamente. Il tondino da 8 mm è utilizzato per fare lo stelo centrale, la cui estremità superiore è curvata a uncino, mentre quella inferiore termina con la sfera d’acciaio. I bracci con i portacandele sono fatti con tondino da 6 mm: ognuno è costituito da 3 pezzi sagomati. Alcuni elementi che rientrano nel progetto, come i piattini di portacandela e le sfere, possono essere acquistati già fatti. I fardasé bravi possono sicuramente realizzare in proprio i piattini, facendoli con la tecnica del ferro battuto su un’incudine, mentre i più attrezzati possono realizzare anche le sfere, usando un tornio per ferro. Altrimenti, tutti questi pezzi si trovano già preconfezionati nei migliori negozi di ferramenta.

Il progetto richiede una fase preparatoria, in cui, sulla base di un disegno (personalizzabile a piacere) si costruiscono le dime per effettuare la piegatura dei ferri, in modo che risultino tutti identici. Questa caratteristica è inderogabile per ben due questioni estetiche: la simmetria che il manufatto deve dimostrare, visto da qualsiasi lato, e poi anche per non ritrovarsi con un candeliere che rimane storto una volta appeso. Così come lo presentiamo, il candelabro da soffitto fai da te ha 5 bracci ed è destinato all’utilizzo con le candele.

Per una maggiore “ricchezza”, i bracci possono essere anche di più, a propria discrezione; riguardo, invece all’uso con candele, sebbene il fascino che emette una tale illuminazione non abbia eguali, chi desiderasse qualcosa di più immediato da accendere e spegnere, può facilmente trasformarlo in lampadario applicando in ogni bicchierino un portalampada E14, con piattina isolata trasparente che corre lungo le bacchette di ferro, sino a raccogliersi all’apice, nei pressi del gancio di sospensione.

La trasformazione in lampadario

È un’operazione non difficile, che si può fare anche in un secondo tempo, ovviamente portando il candelabro sul banco da lavoro. Si tratta di effettuare un foro di diametro 4 mm in ogni piattino, nella porzione che ricade all’interno del bicchiere portacandela: la punta del trapano deve uscire sotto, lambendo la fasciatura con il filo di ferro. Questa apertura serve per far passare il filo elettrico (una piattina per lampadari con isolante trasparente) da collegare ai 2 terminali del portalampada E14, a sua volta da fissare dentro il bicchiere portacandela.

Dato lo stile sinuoso del lampadario, potrebbero essere indicate lampadine a “fiamma” (1), abbinate a portalampada con forma di mozzicone di candela (2); questi si fissano a incastro nel bicchiere da ¾”, tramite adattatori di legno con profilo conico (3), reperibili di diverse misure. La sporgenza cilindrica entra sotto il portalampada fatto a candela, mentre il foro assiale permette di far passare il filo elettrico.

Da sotto il piattino, il filo segue il tondino nel suo sviluppo, sino a convergere insieme agli altri (provenienti dagli altri bracci) e unirsi nelle due polarità per il normale collegamento a una presa luce comandata. La piattina si fissa molto bene sul tondino usando la colla a caldo; in questo modo il filo trasparente rimane appena visibile. La terra dell’impianto va collegata in modo saldo (una vite) al gancio a uncino dello stelo centrale.

Materiale occorrente

· Tondino di ferro di sezione 8 mm e 6 mm.
· Filo di ferro di sezione 3 mm.
· Tubo di acciaio di diametro ¾”.
· Sfere di ottone di diametro 15 mm.
· 1 sfera di acciaio di diametro 40 mm.

I disegni sotto mostrano le due dime necessarie per effettuare le piegature ripetitive del tondino, ottenendo pezzi del tutto identici. La prima serve per fare il ramo interno del braccio; pieghiamo a 90° un pezzo di tondino, quindi lo incastriamo nella dima e tiriamo, una per volta, le estremità contro il legno per dare alla barra la curvatura. La seconda permette di piegare il tondino per fare i due segmenti esterni del braccio.

Nel realizzare le dime si tenga conto che il ferro ha una certa elasticità e tende a “ritornare” leggermente, dopo la piegatura; pertanto è necessario che la sagoma della dima non sia fedele al disegno progettuale del braccio, ma presenti una curvatura più stretta, seppure di poco.

Realizzazione del candelabro da soffitto fai da te

Tempo richiesto: 1 giorno

  1. Fare le pieghe a 90° del tondino

    Le pieghe a 90° del tondino possiamo farle senza alcuna difficoltà stringendolo in una morsa e battendolo con un martello distante un paio di centimetri dalle ganasce della morsa.
    Candelabro da soffitto fai da te

  2. Curvare il tondino

    Per l’operazione di curvatura con la dima, ci aiutiamo con un curvatore a mascella che ci permette di agguantare il tondino anche alla sua estremità e di fare la forza necessaria.

  3. Filettare le estremità dei tondini

    Per applicare le sfere di ottone filettiamo le estremità dei tondini da 6 mm, sui quali vanno messe, usando una filiera di tale diametro.

  4. Saldare per comporre il singolo braccio del candelabro

    I tre pezzi che formano ogni singolo braccio del candelabro da soffitto fai da te li uniamo con saldatura ad arco mediante saldatrice a filo continuo. Per saldarli li appoggiamo su una superficie piana, tenendoli uniti con una pinza a scatto, in modo che restino perfettamente allineati.
    Candelabro da soffitto fai da te

  5. Curvatura per il ricciolo all’estremità superiore

    Per fare il ricciolo all’estremità superiore dello stelo non abbiamo bisogno di dime, perché ne dobbiamo fare uno solo, quindi non siamo strettamente legati a una forma e una misura. Mettiamo nella morsa un pezzo di tubo da ¾”, stringendolo molto forte, quindi fermiamo lateralmente al tubo l’estremità del tondino da 8 mm, con la pinza a scatto. Per fare una curva stretta dobbiamo agire con il curvatore a mascella.

  6. Forare le sfere

    Le sfere vanno tutte forate: usiamo il trapano a colonna, tenendole ferme con una morsa per trapano che abbia le ganasce con incavo, in modo che non tenda a sgusciare via dalla presa. Nella sfera di acciaio facciamo un foro passante Ø 8 mm, mentre in quelle di ottone facciamo un foro cieco Ø 5 mm, per poi filettarlo con il maschio della filiera di diametro 6 mm.

  7. Unire la sfera al tondino

    La sfera da 40 la uniamo al tondino da 8 mm dello stelo inserendola a un’estremità dello stesso. Il tondino è bloccato nella morsa per poter effettuare la saldatura fra i due elementi giusto nel punto in cui la sua punta fuoriesce appena dal foro della sfera. Al termine con la smerigliatrice angolare si liscia la protuberanza che rimane, rendendo regolare la sfera.

  8. Applicare i piattini

    Allo stesso modo, stringiamo nella morsa l’estremità di ogni braccio in cui dobbiamo saldare il piattino del portacandela che abbiamo forato al centro con punta da 6 mm per far spuntare appena il tondino.

  9. Saldare il piattino e lo spezzone di tubo

    Per non rovinare i portacandela con brutte saldature, difficilmente ripulibili per via della curvatura, dobbiamo riuscire a saldare al piattino lo spezzone di tubo da ¾” facendolo da dentro, ma non è impresa ardua, visto che bastano un paio di punti di saldatura.
    Candelabro da soffitto fai da te

  10. Saldare i bracci che compongono il candelabro da soffitto fai da te

    Per saldare i bracci allo stelo e fra loro stessi, sorge il problema di dare loro la corretta angolazione, che dipende dal loro numero: essendo 5, fra l’uno e l’altro deve esserci un angolo di 72°; se fossero 6 l’angolo dovrebbe essere di 60°; nel caso di 8 l’angolo deve essere di 45°.

  11. Mascherare le saldature

    Finite le saldature, le mascheriamo con diversi giri di filo di ferro di sezione 3 mm, di cui nascondiamo le estremità infilandole sotto le spire. Al termine applichiamo le sfere di ottone avvitandole alle estremità che avevamo filettato appositamente.

Come forare per fare il filetto

Di seguito la tabella di riferimento per fare il foro necessario alla filettatura di una sede, in relazione alla vite che si vuole applicare.

Tagliasiepi pulito e lubrificato al meglio con WD-40

Il tagliasiepi funziona mediante lo scorrimento delle lame l’una sull’altra, che devono essere in perfetta aderenza per un taglio efficace. Tuttavia, durante la loro azione, tendono in varia misura ad accumulare residui, a seconda delle piante su cui si lavora: tipo di foglia e presenza di resina sono i parametri che maggiormente incidono.

Pulizia delle lame

Effettuare un’accurata pulizia delle lame scorrevoli è una regola imprescindibile per avere un tagliasiepi che faccia sempre un ottimo lavoro. Nel caso di tagliasiepi alimentati a corrente elettrica o batteria, prima di iniziare qualsiasi operazione di manutenzione è importante assicurarsi che l’alimentazione sia scollegata: vale a dire cavo elettrico staccato e/o batteria rimossa dal dispositivo.

Si procede innanzitutto con l’eliminazione di residui di foglie, legnetti e polvere, passando sulle lame una spazzola, prima a secco, poi con acqua saponata, cercando di rimuovere il grosso dello sporco. Si asciuga. Per i residui incrostati e la resina rimasti, si applica il lubrificante WD-40 Multifunzione che scioglie lo sporco rimanente e rimuove anche eventuali tracce di ruggine.

Durante questi step è necessario azionare per un attimo il motore, per far cambiare posizione alla lama scorrevole rispetto a quella fissa, mettendo a nudo i punti da pulire rimasti coperti. Al termine dei passaggi, si procede con la lubrificazione delle lame utilizzando WD-40 Specialist Lubrificante Secco al PTFE. Oltre a garantire la scorrevolezza, il prodotto crea uno strato isolante che impedisce all’umidità di entrare in contatto con il metallo e formare ossido.

Scocca e impugnature

Tanti residui di sfalcio saltano anche sulle parti in plastica della macchina; si rimuovono facilmente spruzzando WD-40 Multifunzione su un panno pulito e passandolo su scocca e impugnature.

Contatti elettrici

Dato che i tagliasiepi difficilmente sono utilizzati per il lungo periodo invernale, i modelli elettrici possono incorrere nell’ossidazione dei contatti: nella fattispecie si parla dei terminali della spina di alimentazione per quelli a 230 V e dei punti di innesto dell’accumulatore per quelli a batteria. In queste zone delicate bisogna spruzzare WD-40 Specialist Detergente Contatti, che allontana l’umidità residua e crea un film di protezione. Periodicamente è da farsi anche nella stagione estiva.

Evokit Ermetika: il kit per porte a scomparsa per soluzioni comode e facili da installare

Scopri quali sono gli aspetti più vantaggiosi di Evokit, il controtelaio in kit per porte a scomparsa di Ermetika! Un prodotto comodo da trasportare e facile da installare

Il controtelaio in kit per porte a scomparsa di Ermetika

Evokit è il controtelaio non assemblato realizzato da Ermetika per l’installazione di porte scorrevoli con stipiti su pareti in cartongesso. È disponibile anche nella sua variante per porte filo muro, Absolute Evokit, che combina tutti i vantaggi del classico controtelaio alla raffinatezza e al minimalismo dei sistemi filo muro, privi di elementi aggiuntivi come stipiti e coprifili, che si orientano verso un design essenziale, completamente pratico e moderno.

Questi prodotti si distinguono grazie alla loro versatilità, alla facilità e rapidità di montaggio, che consente di eliminare qualsiasi problema legato ad uno spazio abitativo ridotto, in modo da poterlo sfruttare al massimo. Se state realizzando delle progettazioni architettoniche dotate di spazi che non facilitano il trasporto di controtelai già assemblati, come ad esempio edifici a più piani, Evokit rappresenta una soluzione ottimale! Il trasporto di un modello in kit, costituito da un ingombro ridotto, è molto più funzionale perché più comodo da trasportare e installare.

Nel video seguente potrete vedere chiaramente quali sono i passaggi necessari per il montaggio di questo controtelaio per porte a scomparsa!

Le componenti di Evokit, il kit scorrevole per cartongesso

Controtelaio Evokit e Controtelaio Absolute Evokit di Ermetika

Il presente controtelaio in kit per cartongesso è ampiamente apprezzato a livello internazionale proprio per merito della sua funzionalità e della facilità di installazione.
Oltretutto, si costituisce di diversi punti di forza, tra cui:

  • I rinforzi orizzontali, che assicurano solidità strutturale contro la spinta della lastra in cartongesso;
  • Il montaggio rapido e preciso grazie ai punti di fissaggio del controtelaio all’orditura metallica, cosa che evita fissaggi precari del controtelaio. Nella variante filo muro, il profilo superiore PVC verniciabile, che si fonde con la parete salvaguardando il design della parte orizzontale del vano di passaggio, completa la fase di finitura in maniera ottimale;
  • Il binario del controtelaio, elemento estraibile che può essere smontato e ispezionato in qualsiasi momento per l’applicazione di accessori o per la sostituzione dei carrelli. Ad esempio, tale opzione permette l’installazione del kit di rallentamento in chiusura dell’anta, anche in una fase successiva alla posa del telaio;
  • La struttura verticale in lamiera, la quale presenta uno spessore di 1,2 mm che garantisce una tenuta perfetta della sede interna, così da evitare eventuali restringimenti;
  • I carrelli in nylon “easy roll” di alta qualità, che assicurano la silenziosità e la fluidità dello scorrimento dell’anta nel tempo.

Infine, i Controtelai Evokit e Absolute Evokit possono essere completati con le rispettive porte scorrevoli Velio e Velio AB, aventi entrambe un design essenziale e un elevato livello di personalizzazione, tratto distintivo che permette loro di adattarsi ad ogni tipo di arredamento e di interior design.

La porta scorrevole Evokit di Ermetika è dunque una soluzione facile da installare, comoda da trasportare e completamente versatile!

Girarrosto fai da te per spiedini

​Ideale per affollati barbecue, questo girarrosto fai da te permette di rosolare contemporaneamente fino a 48 spiedini che ruotano lentamente e completamente in automatico, sulla brace

Gli “arrosticini” sono lunghi spiedini con carni e verdure. L’attività di rosolatura si effettua facendoli ruotare in prossimità di uno strato di brace e, quando il loro numero è elevato, si pone il problema di effettuarne agevolmente la cottura uniforme, anche perché la temperatura è molto alta per girarli a mano. È per questo motivo che realizzeremo un girarrosto fai da te automatizzato su cui si inseriscono fino a 48 spiedini tutti azionati da un unico motorino elettrico.

La struttura, che poggia su un robusto supporto in profilato di ferro, è costituita da due lunghe vasche metalliche di forma rettangolare, destinate a contenere la brace, e da un asse centrale in profilato di ferro che supporta 24 alberini metallici che forniscono la rotazione agli spiedini. Ogni alberino, infatti, può ricevere uno spiedino su un’estremità e uno su quella opposta. La rotazione di questi alberini è generata da un motorino elettrico per girarrosti, installato all’estremità dell’asse centrale.

​Recuperare gli ingranaggi

​Un punto abbastanza critico di questa costruzione è il reperimento degli ingranaggi che consentono la rotazione dei piedini tramite la catena. Li si può acquistare ma, con un po’ di pazienza, si possono trovare di recupero, per esempio in vecchi rulli trasportatori di uso agricolo o industriale. Anche i riparatori di moto e biciclette elettriche possono essere utili fornitori di tali componenti.

Il motorino mette in rotazione un ingranaggio a 14 denti che pone in movimento una lunga catena a maglie mobili che percorre tutta la lunghezza dell’asse e si impegna sugli ingranaggi a 8 denti inseriti sugli alberini, facendoli ruotare. La catena è posta in tensione da un ingranaggio di supporto e da un cuscinetto a sfere la cui posizione può essere variata grazie a un foro ad asola sull’asse, che permette il tensionamento. Ogni spiedino è inserito sull’alberino di trascinamento mentre l’altra estremità poggia in un incavo sulla parete esterna della vasca con la brace. Le due vasche non sono montate in solido con la struttura, ma possono essere asportate lateralmente per facilitare vari compiti di gestione delle braci.

​Osservazioni tecniche

​La costruzione del girarrosto fai da te è molto impegnativa ed è stata effettuata con ottima conoscenza della lavorazione del ferro e della meccanica. La sua dimensione e la capacità di cottura rendono questo maxi girarrosto adatto alle feste con tanti invitati e persino per una sagra di paese, ma nulla toglie che, per il semplice impiego famigliare, se ne possa usare una zona limitata, concentrando la brace nell’estensione coperta dagli arrosticini da cuocere. Tuttavia la medesima struttura si può senz’altro replicare riducendo il numero di spiedini da movimentare. Per una famiglia potrebbero bastare 12 spiedini rosolati contemporaneamente. In questo caso, oltre a ridursi la dimensione e il peso dell’insieme, potrebbe essere impiegata una catena con maglie più piccole, molto più leggera, e si avrebbe la possibilità di utilizzare un motorino-girarrosto meno potente e di minor costo.

Tempo richiesto: 2 giorni

  1. Acquistare o recuperare gli ingranaggi

    Per realizzare trasmissione del moto rotatorio tramite la catena (e quindi la rotazione di ogni singolo spiedino) sono stati acquistati 24 ingranaggi a 8 denti e uno a 14 denti, di maggior diametro, ma possono essere anche essere recuperati da un macchinario dismesso.

  2. Regolare (se serve) il foro dei singoli ingranaggi

    Il foro centrale di ogni ingranaggio è stato allargato in modo opportuno (con un trapano a colonna) in modo da poter ricevere un tondino che serve a sorreggere e azionare due spiedini, uno innestato su una estremità e uno sull’altra.

  3. Montare gli ingranaggi sui tondini

    Ogni ingranaggio viene montato su un tondino, preventivamene forato assialmente alle due estremità per accogliere i gambi degli spiedini. Un foro trasversale sul tondino e sul corpo dell’ingranaggio permette di renderli solidali tramite una copiglia.

  4. Forare l’asse centrale della culla del girarrosto fai da te

    L’asse centrale della culla del girarrosto fai da te è costituito da un profilato quadro di ferro che va forato a distanze regolari (su entrambe le facce opposte) in modo da potervi inserire la serie di tondini con ingranaggio. Sono stati praticati 24 fori.

  5. Inserire i tondini all’interno del profilato

    I tondini su cui sono inseriti gli ingranaggi vengono collocati all’interno dei fori sul profilato. Nella zona immediatamente adiacente alla faccia opposta del profilato i tondini vengono forati per inserirvi un’ulteriore copiglia che impedisca loro di sfilarsi.

  6. Applicare il motorino elettrico

    Il motorino elettrico che fa ruotare l’insieme degli spiedini è montato all’estremità dell’asse centrale della culla. Il suo alberino attraversa il profilato grazie a un opportuno foro passante che interessa sia l’asse centrale sia il supporto saldato. Sull’alberino è inserito l’ingranaggio a 14 denti.

  7. Montare la catena sull’ingranaggio del motorino

    La catena viene montata sull’ingranaggio del motorino, su un secondo ingranaggio a 8 denti ed è posta in tensione da un cuscinetto a sfere regolabile grazie a un foro ad asola, installato sull’asse in prossimità del motorino del girarrosto.

  8. Funzionamento della catena

    La lunga catena impegna tutti gli ingranaggi degli spiedini e ritorna al motorino. Quando questo è in movimento fa ruotare i 48 tondini (con gli spiedini inseriti) contemporaneamente in modo da realizzare una cottura perfetta.
    girarrosto artigianale costruzione

  9. Applicare le vasche

    Le due lunghe vasche in ferro destinate a contenere le braci, sono poste sotto gli spiedini e sono sagomate con 12 intagli lungo il bordo esterno in modo che la parte più esterna dell’asta dello spiedino possa appoggiarsi e ruotare.
    girarrosto fai da te barbecue

  10. Collocare il girarrosto fai da te su un robusto basamento

    L’insieme del girarrosto fai da te e delle vasche è collocato su un robusto basamento in profilato metallico che sorregge il tutto. Le vasche possono essere comodamente sfilate verso l’esterno per reintegrare le braci e per la pulizia finale.
    girarrosto fai da te

​Motorini per girarrosto

​Per far ruotare tutti i 48 spiedini contemporaneamente si è utilizzato un motorino elettrico per girarrosto a 220 volt. In commercio si trovano motori che svolgono questa funzione in versioni differenziate in fatto di potenza e alimentazione. Vi sono modelli che funzionano alla tensione di rete a 220 V, hanno potenze di 4-15 watt e possono ruotare pesi fino a oltre 50 kg. Altri sono alimentati a batteria e consentono una particolare libertà nella collocazione della struttura destinata alla cottura.

Alcune versioni sono azionate da un meccanismo a molla che viene caricato manualmente e garantisce la rotazione per diversi minuti, prima di essere ricaricato. Alcuni presentano una velocità di rotazione fissa (generalmente due giri al minuto) altri possono essere regolati su diverse velocità di rotazione. Per questa costruzione viene impiegato un motore di elevata potenza dato che ha il compito di azionare un discreto peso totale.

Progetto di Claudio Pioli

L’avventura di FERVI con Aruba.it Racing – Ducati continua sulle piste del campionato mondiale Superbike e SuperSport

FERVI torna in gara sulle due ruote per il quarto anno consecutivo a sostegno delle potenti moto di Borgo Panigale nelle competizioni del WorldSBK e WorldSSP 2022.

Vignola (MO) 13 aprile 2022 – FERVI è sponsor tecnico del team Aruba.it Racing – Ducati in entrambi i campionati, fornendo tutto l’allestimento dei box e gli utensili necessari alla messa a punto delle moto di scuderia. Si tratta della Ducati Panigale V4R per il circuito Superbike e della Panigale V2 per il SuperSport, con l’obiettivo di sostenere a livello professionale i meccanici e i piloti delle adrenaliniche gare dei due mondiali.

L’accordo prevede appunto l’allestimento dei box di scuderia con gli arredi modulari e i carrelli proposti dal marchio di Vignola che, in questo caso, vengono personalizzati con i colori sociali delle rosse di Borgo Panigale. In aggiunta viene fornita tutta l’utensileria meccanica necessaria, a conferma dell’affidabilità dei prodotti FERVI, già apprezzati anche dagli hobbisti più esigenti che trovano nel rapporto qualità prezzo del catalogo FERVI un motivo sufficiente per affidarsi alla loro esperienza e ad un catalogo ricco e completo.

L’avventura è cominciata nel weekend dell’8-10 aprile nel circuito spagnolo di Aragòn per poi proseguire un tour all’insegna dell’adrenalina in giro per l’Europa e per il mondo. I due campionati toccheranno anche suolo italiano nel weekend del 10-12 giugno a Misano Adriatico (RN) dove si svolgerà il Pirelli Emilia-Romagna Round, unica tappa italiana della stagione 2022. Nel campionato di Superbike il team Aruba.it Racing-Ducati vede schierati sulla griglia di partenza l’italiano Michael Ruben Rinaldi, arrivato quinto nel mondiale 2021, e lo spagnolo Alvaro Bautista che torna in sella alla Ducati dopo due anni, mentre Nicolò Bulega, già noto al pubblico per le sue apparizioni in Moto3 e Moto2, debutterà con il team Aruba.it Racing – World SuperSport Team, in sella alla Ducati Panigale V2.

Ci abbiamo preso gusto e con grande piacere torniamo ad abbinare il nostro marchio al brand di un Team Racing tra i più noti nel mondo. Questa sinergia è molto coerente con il nostro marchio che si posiziona in un ambito altamente professionale ma abbordabile anche per gli operatori amatoriali, un po’ come i modelli di moto che possono correre le gare di Superbike e di SuperSport, omologate per la strada ed estremamente competitive se preparate per le gare. Dai box Aruba.it-Racing Ducati usciranno quindi moto che sono espressione di alta tecnologia e ricerca ma, allo stesso tempo, molto vicine ad un pubblico di consumatori appassionati, creando così una sorta di collegamento tra la dimensione PRO e gli appassionati di motori che lavorano nel proprio garage: due differenti dimensioni in cui ci sentiamo decisamente a nostro agio” ha commentato Ermanno Lucci, direttore marketing FERVI.