Ispirata ad una creazione di design, questa comoda e originale sedia, restaurata con sapienza fai da te, può essere realizzata anche in colori diversi.
Restauro completo con smalto
Sverniciatura: procuriamoci una vecchia sedia, puliamola bene e togliamo accuratamente con la carta vetro ogni residuo della vecchia verniciatura.reparazione: stendiamo una mano di primer ad acqua Paramatti, che costituisce un’ottima base per verniciare il legno ed impedisce successive sfogliature.Verniciatura: quando il primer è asciutto, stendiamo due mani di smalto ad acqua rosso Paramatti, scegliendo una tonalità uguale a quella del colorante per tessuti.
Prepariamo la stoffa e l’imbottitura
Con il colorante per tessuti rosso tingiamo in lavatrice il vecchio lenzuolo, seguendo attentamente le istruzioni sulla confezione.Una volta asciutto e stirato, tagliamo il tessuto in strisce larghe circa 10 cm, con l’aiuto del cutter a batteria Xeo di Bosch.Appoggiamo il cuscino di gommapiuma sulla sedia e segniamo il contorno del piano di seduta facendo scorrere un pennarello lungo il perimetro.Tagliano con un cutter il cuscino lungo il segno tracciato con il pennarello.Sagomiamo il cuscino stesso arrotondandone il bordo.Fissiamo il cuscino alla sedia e rivestiamo il piano e lo schienale della sedia con le strisce di tessuto rosso ben tese, come se si trattasse della bendatura di una mummia.
Mummy, design di Peter Traag
Questo progetto si ispira ad una creazione del designer Peter Traag, Mummy, realizzata per Edra. Peter Traag nato nel 1979 a Telegen in Olanda, ha studiato design, prima ad Arnehem, quindi al Royal College di Londra, dove attualmente vive e lavora. Prima del diploma, nel 2003 ha iniziato a collaborare con lo studio Mike Smith per progetti di mostre e allestimenti. Parallelamente ha iniziato a sviluppare i propri progetti di design. Prima di realizzare industrialmente il suo primo pezzo, Sponge per Edra, ha esposto al design Museum di Londra ed ha lavorato per il British council di Londra.
Si montano facilmente in qualsiasi situazione: ne esistono più versioni, anche per soluzioni ad angolo, e la possibilità di molteplici regolazioni in fase di montaggio li rende compatibili con qualsiasi tipo di rivestimento a pavimento ed a parete.
L’innovazione permette di collocare la zona doccia in qualsiasi punto del bagno, senza vincoli, facilitando inoltre la posa della rubinetteria e dello scarico. Il sistema si presta molto bene anche per gli interventi di ristrutturazione.
PIATTO DOCCIA A FILO
Il pannello va collocato su una superficie perfettamente piana dopo aver predisposto lo scarico.L’angolo tra pavimento e pareti va rifinito con una banda isolante.Sistemato il pannello, bisogna sigillare il perimetro con il set di tenuta a corredo e le superfici adiacenti con malta flessibile; in alternativa si può ricorrere ad un foglio d’isolamento sottile.Dopo la piastrellatura si inserisce la piletta del sifone, che rimane ispezionabile.
LA MEMBRANA LIQUIDA
Speciali prodotti consentono di impermeabilizzare il supporto prima della posa delle piastrelle senza lunghi tempi di attesa. Si tratta di una membrana elastica allo stato liquido, pronta all’uso, da applicare a rullo, pennello o spatola in due mani per uno spessore finale di 0,8 mm, lasciando passare circa un’ora tra una mano e l’altra. Dopo un’ora è in grado di resistere all’acqua piovana e dopo sole 4 ore si può procedere con la posa del rivestimento finale. è a base di resine sintetiche in dispersione acquosa, totalmente priva di solventi.
CON LA RESINA
Una doccia a filo impermeabilizzata correttamente non comporta alcun rischio di infiltrazione quale che sia il rivestimento scelto. Scegliendo la resina si dispone di un rivestimento continuo altamente personalizzabile con il vantaggio che, non essendoci fughe, si elimina la possibilità di annerimenti dovuti a formazioni di muffa ed anche la superficie stessa è totalmente impermeabile.
KIT CON PEDANA
Vi sono diversi set completi per l’installazione di piatti doccia a filo pavimento: un tipo è preassemblato in fabbrica già con pozzetto di scarico Ø 100 mm ed uscita di ABS Ø 50 mm, griglia di metallo cromata 110×110 mm e foglio isolante di PVC. Due le misure della pedana di teak: quadrata da 900×900 mm (isolante 1200×1200 mm) oppure rettangolare da 1200×900 mm (isolante 1800×1200 mm).
Ristrutturare il sottotetto e renderloconfortevole non è certo un lavoro da poco. Partiamo da alcuni dati di fatto: non esiste alcun tipo di impianto, occorre un buon isolamento, bisogna far entrare un po’ di luce nel locale ed assicurare il necessario ricambio d’aria. Considerati questi elementi e superata la fase della progettazione degli spazi, l’utilizzo del cartongesso appare l’unica soluzione ragionevolmente possibile. La partizione dei volumi e la finitura, utilizzando i sistemi a secco, è molto più veloce di qualsiasi altra soluzione; il cartongesso possiede già di per sé caratteristiche isolanti termiche ed acustiche; le tramezze non gravano sulla soletta con pesi eccessivi, le crene per gli impianti non servono. La luce che entra dai lucernai, seppur questi abbiano dimensioni ridotte, viene amplificata e diffusa dal bianco continuo delle pareti.
CONTROPARETE
Dove il soffitto spiovente incontra il pavimento si realizza una controparete alta una quarantina di centimetri, utilizzando montanti a forma di trapezio rettangolo e listelli, tutto in legno.
In questo spazio, prima di applicare le lastre, si fanno correre i conduttori per varie prese elettriche, le cui sedi si aprono nelle lastre con una sega a tazza.
PARETE DIVISORIA
La costruzione di una parete divisoria non ha in questo caso la sola funzione di ripartire l’ambiente: si tratta anche di nascondere le travi che sostengono il tetto, lasciando volutamente visibili solo gli elementi in posizioni prestabilite.
Lo scopo è anche quello di far correre tubazioni ed impianti all’interno dell’intelaiatura, semplificando notevolmente l’installazione delle diverse utenze.
Pur con tutta la precisione del caso, i tagli sagomati per incassare le travi che devono rimanere a vista comportano fessure più larghe del normale, non colmabili con una semplice stuccatura. Si protegge il legno con nastro per mascheratura e si colmano le fessure con un ricco cordone di adesivo strutturale, facendolo penetrare all’interno.L’adesivo viene compattato e lisciato con l’aiuto di una spatola, ripetendo più volte l’operazione.
Erigere una tramezza per suddividere un grande ambiente, installare i sanitari sospesi in bagno, creare una nicchia da utilizzare come armadio a muro: sono alcuni lavori fai da te che, se si tratta di realizzarli in una casa abitandovi, suscitano un po’ di timore. Questo perché, tradizionalmente, siamo abituati ad associare gli interventi edili a rumore, nuvole di polvere e disagi a non finire.
Con i sistemi costruttivi a secco è possibile apportare all’abitazione qualsiasi modifica mentre la vita casalinga continua senza intoppi. Si provi a pensare all’esigenza più comune: suddividere un grande ambiente in due più piccoli con una tramezza. I mattoni, anche se forati, hanno un peso considerevole e, a fine lavoro, si ha un forte carico concentrato in una striscia di pochi centimetri attraverso tutta la stanza; oltre a polvere e rumore, c’è poi il fastidio di dover intonacare e rasare la parete su due lati, naturalmente dopo aver aperto e richiuso le crene per far correre gli impianti. Tempi lunghi, che rappresentano costi di manodopera, mentre il cartongesso si presta meglio al fai da te.
Molti gli usi del cartongesso; come prima cosa si realizza un’intelaiatura in profili metallici, fissata con tasselli a pareti, pavimento e soffitto, si fanno passare gli impianti al suo interno e si riempie lo spazio con materiale isolante. Le lastre di tamponamento arrivano da pavimento a soffitto, si tagliano con un cutter, si avvitano alla struttura e si stuccano giunte e teste delle viti: finito, senza rumore, polvere, in tempi brevissimi e senza caricare la soletta.
Inoltre, la superficie è perfettamente liscia e pronta per ricevere qualsiasi finitura, senza dover attendere tempi di asciugatura; a seconda del tipo di lastra utilizzato, la parete è ignifuga, resistente al vapore, isolante.
Grazie ai numerosi accessori dedicati al cartongesso sono possibili, anche per chi fa bricolage, strutture più complesse: pareti e soffitti in curva, cornici, elementi decorativi di ogni tipo. La robustezza della struttura non è proporzionale alla pesantezza del sistema costruttivo: le superfici realizzate con i sistemi a secco sono progettate per resistere sia alle normali sollecitazioni da corpo molle (urti da parte di persone) sia da corpo duro. Gli accessori di gamma consentono la sospensione anche di carichi pesanti. In più, il cartongesso offre infinite possibilità creative a portata di fai da te per personalizzare gli ambienti rendendoli più confortevoli e modificabili in qualsiasi momento.
ORDITURE METALLICHE
Tutti gli elementi che compongono l’orditura sono in acciaio zincato; montanti, guide e traversi hanno spessori di 0,6-0,8 mm, pertanto sono facilmente tagliabili con un seghetto.
1. guide a U e montanti a C; i montanti vanno inseriti nella guida e si fissano con due viti per parte su entrambi i lati. Costituiscono l’orditura per pareti e contropareti.
2. per controsoffitti, specie ad orditura doppia, esistono profili sagomati in modo che l’orditura secondaria si inserisca a scatto nella primaria che, a questo scopo, riporta particolari sagomature.
3. profili angolari e paraspigoli, per velette e per la finitura degli spigoli
4. profili per pareti curve, flessibili, lavorabili a mano; mantengono un’elevata portanza pur potendo raggiungere raggi di curvatura elevati.
Disponibili guide e traversi.
LASTRE
Il nucleo di gesso, ottenuto da rocce naturali, è rivestito su entrambi i lati con fogli di speciale cartone, ricavato da carta riciclata.
La microporosità della lastra favorisce la permeabilità al vapore acqueo, permettendo alle pareti di traspirare.
1. lastra in gesso rivestito universale, installabile con orditura o per incollaggio, spessori da 9,5 a 18 mm.
2. lastra flessibile per pareti curve.
3. lastra antincendio armata con fibre minerali all’interno del nucleo di gesso.
4. lastra idrofuga, per ambienti umidi; assorbe fino al 20%del suo peso.
5. lastre isolanti, accoppiate con pannelli isolanti termici ed acustici in lana minerale, polistirene estruso o polistirolo espanso.
Knauf
USI CARTONGESSO; TELAI PER SANITARI
Per ristrutturare il bagno senza demolizioni è sufficiente realizzare una controparete spessa circa 15 cm; speciali telai in alluminio, già predisposti per gli allacciamenti idraulici, si fissano alla parete esistente senza rompere o smantellare l’impianto esistente, con la possibilità di scegliere la loro posizione.
I nuovi impianti corrono nell’intercapedine tra parete e controparete e installando sanitari sospesi lo spazio perso in profondità si recupera con il loro minor ingombro. Il rivestimento in cartongesso può essere piastrellato. Geberit
USI CARTONGESSO: TELAI PER PORTE SCORREVOLI
Anche su pareti in cartongesso è possibile installare le porte a scomparsa, a una o a due ante: i telai dispongono di sistemi di fissaggio differenti rispetto a quelli dedicati alla muratura.
Il cassonetto, anziché disporre del reticolo metallico per l’aggrappaggio dell’intonaco, è provvisto di profili trasversali per fissare le lastre.
USI CARTONGESSO: FARETTI AD INCASSO
La controsoffittatura ha il grande pregio di permettere l’installazione di fonti di illuminazione ad incasso, scelta impraticabile in un soffitto in laterizi per le numerose crene necessarie.
Il fai da te può progettare la disposizione dei faretti e stabilirne l’interasse sulla fila e tra una fila e l’altra, per non trovarsi ad intercettare i profili dell’orditura; i fori per l’inserimento si praticano facilmente con una sega a tazza montata sul trapano ed i collegamenti elettrici, compreso l’eventuale trasformatore, corrono liberamente nell’intercapedine.
FINITURA IMMEDIATA
Per raccordare la parte in cartongesso con un muro preesistente, finito a stabilitura, si utilizzano prodotti a base di calce idraulica ed inerti selezionati in granuli, in grado di rendere lo stesso effetto di evidente rugosità.
Einhell TE-HA 18 Li è una pistola termica a doppia potenza, alimentata con le batterie al litio della famiglia power X-change
Immancabile nella dotazione di qualsiasi fardasé, la pistola termica è uno strumento che non si usa certo tutti i giorni, ma in diversi frangenti è assolutamente necessaria e insostituibile. I casi sono quelli in cui si debba esprimere molto calore in una zona determinata e, soprattutto, in modo controllato, per ottenere un certo risultato, senza danneggiare l’oggetto specifico o ciò che lo contorna. Oltre alla possibilità di rimuovere vernici, lavoro che si può affrontare anche con prodotti chimici, con la termopistola si possono ammorbidire i materiali plastici per modificarne la forma e permettere, per esempio, di innestare un tubo in un altro; si possono fare saldature a stagno; si può scongelare un tubo o una serratura; applicare una guaina termorestringente ecc. La pistola ad aria calda Einhell TE-HA 18 Li fornisce un flusso d’aria di 200 litri al minuto con due temperature selezionabili fra 350 °C e 550 °C, il tutto con alimentazione a batteria litio 18 V. Il corpo è molto compatto e leggero; la batteria si colloca alla base dell’impugnatura e riesce a bilanciare molto bene l’elettroutensile, che risulta in questo modo maneggevole, oltre a offrire la massima libertà di movimento, grazie alla mancanza di cavi elettrici di alimentazione.
Un gancio apribile con molla consente di appendere la pistola alla cintura e non solo.
Pronta per tanti utilizzi
La termopistola ad aria TE-HA 18 Li Solo ha in dotazione i tre ugelli diffusori; ha un prezzo consigliato al pubblico di euro 69,95. Batteria e caricabatteria non sono inclusi.
Diffusore ad ampio raggio
Il diffusore ad ampio raggio ha forma di ventaglio, con fessura larga in una direzione e sottile nell’altra, e crea una “lama” di aria calda abbastanza larga, ma che si può dirigere selettivamente nella zona interessata.
Ugello riduttore
L’ugello riduttore ha una forma a tronchi di cono che permette la massima concentrazione dell’aria calda in un punto. È perfetto per scongelare serrature, saldare fili elettrici e lamiere.
ugello riflettore
L’ugello riflettore permette di avvolgere d’aria calda un oggetto. È il più indicato nella saldatura di tubi, nella modellazione di piccoli oggetti, nello scongelamento di tubazioni, nell’applicazione di guaine termorestringenti.
Sistema di espulsione degli ugelli
Utilissimo il sistema di espulsione degli ugelli. Durante il lavoro si può sostituire un diffusore anche se è incandescente: basta ruotare la ghiera dell’espulsore e l’ugello si stacca dal corpo macchina.
Pulsante a tre posizioni: 0-1-2
Lo zero corrisponde ovviamente alla pistola spenta, mentre 1 e 2 sono le due posizioni in cui viene emessa aria alle rispettive temperature di 350 °C e 550 °C. Sopra il corpo macchina, sono situati due led che indicano la potenza selezionata: un solo led corrisponde alla potenza 1; due led accesi indicano la massima potenza.
Importante progetto per un angolo cottura in muratura con barbecue, estensione del piano di lavoro che include un lavello autocostruito. Il basamento è di mattoni pieni finiti facciavista con due archi, la cappa è sottolineata da una trave di ginepro
Il nostro lettore Gustavo Ledda, contando sulle sue ormai comprovate ed estese capacità di far da sé, ha realizzato un importante progetto in casa propria: un angolo cottura in muratura fai da te. La posizione scelta per l’installazione è guidata dalla presenza di una canna fumaria che corre esattamente in quell’angolo fra i due muri, ma parte da sopra la soletta del primo piano, che quindi va forata e attraversata. La cucina angolo cottura in muratura prevede l’estensione laterale della struttura per poter disporre di maggiore spazio come piano di lavoro e includere anche un lavello di marmo, anch’esso autocostruito, sfruttando la presenza di un rubinetto esterno e del relativo scarico dell’acqua. La parte bassa della costruzione è fatta con mattoni pieni e rifinita facciavista. Alleggeriscono l’insieme due aperture ad arco ben fatte, una chiusa con due antine rustiche, fatte con perline impregnate color mogano, e una lasciata aperta per l’alloggiamento della legna da ardere. La parte alta comprende la cappa che ricade nell’angolo, raccordandosi verso l’alto con la canna fumaria. Questa sezione è intonacata, tranne che per la mensola di marmo e la splendida travatura ricavata da un tronco di ginepro. Sopra il piano di lavoro la parete invece è rifinita con pietre piatte che salgono da terra, circondano il rubinetto e due mosaici tunisini che alleggeriscono e impreziosiscono l’intera costruzione.
Cosa serve per costruire un angolo cottura in muratura
Mattoni pieni per basamento,
mattonelle refrattarie spesse 30 mm per piano focolare,
mattonelle quadrate 100×100 mm per rivestimento piano lavoro,
pietre piatte spaccate per rivestimento parete
Cemento, sabbia, intonaco pronto, malta refrattaria
Barre di acciaio a T, barre d’acciaio a L,
tondino di ferro,
rete elettrosaldata
Lastra di marmo per il lavello e la mensola della cappa
Tavelloni e blocchetto quadrato prefabbricato di calcestruzzo per la copertura della cappa
2 staffe con tasselli per reggere il lavello
Progetto angolo cottura in muratura
La vasca del lavandino
Partendo dalla lastra di marmo recuperata si tagliano le varie parti. Con il trapano e molta pazienza si esegue ilforo sul fondo per lo scarico: dapprima con una serie di fori continui molto ravvicinati intorno alla circonferenza, poi forando su diametri perpendicolari e con colpi di un piccolo scalpello, infine rifinendo con una piccola mola montata sul trapano.
I pezzi si assemblano con colla bicomponente per marmo e l’aiuto di una cassaforma di legno fatta a stretta misura per tenere gli elementi perpendicolari fra loro durante la fase di fissaggio.
Il lavandino viene messo in posizione grazie a due mensole metalliche, allineate perfettamente usando una livella a bolla, poi fissate alla parete con robusti tasselli d’acciaio.
Il lavello si completa con il montaggio della piletta e, di conseguenza, del tubo di scarico di PVC, che scende perpendicolarmente sino a superare verso il basso il livello dell’attacco a parete. La circonvoluzione che compie ha la funzionione di sifone: l’acqua che resta inevitabilmente nella parte bassa della tubazione impedisce agli odori sgradevoli di risalire il condotto.
Come costruire un angolo cottura in muratura
La preparazione consiste nello scasso orizzontale nella parete per agevolare l’attacco della gettata del piano del focolare. A sinistra si nota un altro piccolo scasso necessario per alzare l’attacco del rubinetto. In primo piano le due centine, già nella loro posizione definitiva: servono per fare gli archi delle aperture del portalegna e dell’armadio.
Il basamento viene eretto usando mattoni pieni. I setti appoggiano alle pareti laterale e di fondo; frontalmente salgono contro i montanti delle centine, per poi, sopra, assecondarne la curvatura.
All’altezza prestabilita si posa l’ultima fila con mattoni tagliati a metà per lungo in modo da formare un gradino su cui appoggiare le tavelle e nascondere il piccolo solaio in laterizio, calcestruzzo e rete elettrosaldata, che si espande allo scasso nel muro.
La gettata rimane a filo dell’ultimo corso di mattoni; al centro del piano di cottura si ricava lo spazio per incassare una teglia in modo da poterla usare come cassetto rimovibile per la cenere.
La griglia del barbecue
Il piano di cottura, ovvero il focolare del barbecue, viene rivestito con mattonelle refrattarie. Attorno al cassetto per la cenere resta uno spazio che viene poi chiuso dalla griglia.
La griglia è formata da quattro pezzi di spesso profilato d’acciaio a T, saldati a formare una cornice. All’interno una serie di tondini di ferro sono saldati in senso laterale, paralleli ed equidistanti fra loro.
Inserita in sede, la griglia chiude perfettamente lo spazio rimasto attorno alla vaschetta raccoglicenere. Ovviamente è solo appoggiata.
La cappa e la canna fumaria
Un bancaletto serve come squadra per saldare fra loro due robusti segmenti di profilato d’acciaio a L. I terminali liberi dei due vanno tagliati e divaricati in modo che facciano miglior presa nel momento in cui si murano a parete.
I fori preparati prima della saldatura sull’ala superiore di ogni profilato servono per fissare da tergo due sezioni di un bellissimo tronco di ginepro, tagliato a metà longitudinalmente.
Per sfruttare una canna fumaria presente nell’angolo della casa, ma al di sopra della soletta soprastante il barbecue, bisogna fare un foro quadrato nella soletta e allargarsi nello spessore delle due pareti che si intersecano per poter incassare e murare un blocchetto di cemento quadrato che, in questo modo, resta bloccato fermamente.
La conformazione del blocchetto di cemento agevola l’inserimento nelle sue fessure delle estremità di quattro barre di ferro a T, inclinate verso la base della cappa, dove si legano con saldatura ad arco al profilato a L strutturale, murato nelle due pareti che fanno angolo.
Le barre inclinate fanno da supporto ai tavelloni messi orizzontalmente, in costa, tagliati in modo che ogni corso, all’incrocio dell’angolo esterno, si alterni come sormonto.
L’interno della cappa mostra due ferri aggiunti, murati in alto e saldati in basso sempre al profilato a L, che hanno funzione di rinforzo per le quattro barre di sostegno ai tavelloni.
ui travi di ginepro si fissa con silicone una mensola fatta con gli avanzi del marmo usato per il lavello. Infine si intonacano i tavelloni applicando sulla superficie la rete elettrosaldata per scongiurare le fessurazioni che, molto probabilmente, si verrebbero a formare a causa dei forti sbalzi termici.
Spunto per divertirsi a realizzare giocattoli di legno
Nel laboratorio, grande o piccolo, di chi fa da sé si possono trovare ritagli di tavole più o meno spesse o pezzetti di tondino di legno troppo piccoli per costruire sia pure uno sgabello. Ecco alcune idee per realizzare giocattoli di legno fai da te con pochi scarti e un po’ di fantasia. In questo caso, ci si è trovati con parecchi scarti di tavole di mogano; inutile dire che l’uso di un legno così pregiato non è indispensabile, il contrasto di colori lo si può ottenere benissimo mordenzando in noce o mogano, o che altro si voglia, del semplicissimo abete per esempio, per la parte più spessa (40 mm) del sandwich. Quanto proposto non vuole essere una guida tassativa, ma uno spunto per divertirsi a realizzare, senza troppa fatica (ma la precisione ci vuole sempre) oggetti curiosi per divertire i più piccoli e avvicinarli al mondo del bricolage.
Giocattoli di legno – Il riccio
Il lato dei quadretti, qui come nella tartaruga, è da portare a 40 mm se si mantengono gli spessori usati dal lettore cioè 40 mm per l’abete e 20 mm per il mogano. Con queste misure il riccio risulta lungo 40 centimetri (10 quadretti). Facile farlo più piccolo o più grande mantenendo la proporzioni fra lato del quadretto e spessore delle tavole.
Riportati sulle tavole i contorni dei pezzi, prima si taglia e fora quello centrale, chiaro, e poi le due guance laterali. Ci si tenga un po’ larghi rispetto alla traccia.
Nelle guance la posizione dei fori per gli assi delle ruote si marca poggiandovi sopra la parte centrale e attraversandola con la punta fino ad incidere. Il foro va aperto poggiando il legno su un pezzo di scarto che evita scheggiature all’uscita.
Le guance si incollano al corpo centrandole sugli assi, folli, che in questo caso servono solo come guida.
Sfilati gli assi vi si devono incollare le ruote ad una estremità; poi, calzati i distanziali, gli assi vanno riinseriti nel riccio. Dall’altra parte vanno messi altri due distanziali e incollate le ruote. Una volta asciutta la colla, gli assi devono essere tagliati a filo della ruota.
Giocattoli di legno – La tartaruga
Di 40 centimetri anche la tartaruga. I fori per gli assi delle ruote, in entrambi i giocattoli di legno nel corpo dell’animale e nei distanziali, debbono essere di diametro un po’ maggiore dell’asse ma esattamente a misura nelle ruote, da incollare. Il foro per gli occhi che poi debbono risultare sporgenti, sia in alto sia lateralmente, va fatto prima di seguire con la sega il contorno del corpo.
Si blocca saldamente la tavola alla base del trapano e si pratica prima il foro piccolo.
Sempre col pezzo bloccato, montando la sega di misura crescente, si ottiene la serie di anelli.
La sega “mangia” un certo spessore di legno da compensare con strisce sottili che, a colla asciutta, si tagliano e levigano a filo piano.
Si leviga, stile tornio, il bordo della trottola.
Una o due mani di lacca atossica completano il lavoro.
Speciali apparecchiature corredate di generatore di vapore permettono di beneficiare di questo trattamento di benessere in uno spazio ristretto: l’ideale è una nicchia in muratura predisposta per la doccia. Basta adottare alcuni accorgimenti nella predisposizione del box, che deve avere il soffitto ribassato, isolato e conformato a cupola, porta a tenuta stagna ed un rivestimento delle pareti piastrellato
Lo spazio che serve per un bagno turco varia da 2,2 a 3,5 mc. Il generatore di vapore è una caldaia con timer, tastiera digitale per il controllo delle funzioni e sedile richiudibile; in soli 30 minuti è in grado di portare la temperatura a 30 °C e l’umidità all’80%, inoltre è predisposta per l’aromaterapia e l’illuminazione del box. Per i collegamenti idraulici, è bene installare a monte un filtro di decalcificazione ed una saracinesca di chiusura. L’involucro va coibentato ed impermeabilizzato, il locale deve trattenere il vapore senza dispersioni. Le superfici interne devono facilitare lo sgrondo della condensa.
ADDUZIONE E SCARICO
Il nuovo monocomando per la doccia è stato predisposto in posizione agevole ed il soffione fisso che sostituisce il saliscendi ha richiesto un certo prolungamento della linea di mandata.
Lo scarico della doccia si innesta nella tubazione proveniente dal lavello di cucina (situato oltre la parete); vanno adattate le rispettive pendenze per non correre il rischio che l’acqua di cucina risalga verso la piletta.
Dopo aver impermeabilizzato il massetto con una guaina idonea, fatta risalire parzialmente lungo le pareti, si può installare il piatto doccia, già predisposto con la pendenza necessaria al deflusso dell’acqua.
SPALLINE E RIVESTIMENTO
Si preparano le spalline, in base alle dimensioni della porta. I blocchi di cemento cellulare semplificano il lavoro. Per dare stabilità alla spallina, man mano che si sale si colloca un tassello a parete con una lunga vite, da annegare in un’incavo alla sommità del blocchetto.
Posizionato il blocchetto con la necessaria malta, la sede in cui è annegata la vite di rinforzo che limita eventuali movimenti si riempie di malta… e si sale.
I dispositivi elettrici e le fonti d’illuminazione devono essere idonei ad installazioni in locali esposti ad acqua ed umidità. Il grado di protezione IP deve consentirne l’utilizzo in bagni e docce: prestiamo molta attenzione alle scritte sulle confezioni quando li acquistiamo nei centri bricolage
FARETTI
Predisposto il passaggio sottotraccia delle guaine per l’impianto elettrico, bisogna murare i gusci di supporto dei faretti ad una profondità tale che rimangano a filo piano con le piastrelle.
Quando i faretti saranno dotati di lampadine, si otterrà una buona illuminazione della parte inferiore della cabina, che permetta di vedere bene, in quanto il vapore sale verso l’alto e ridurrebbe la luce di altre fonti.
IL GENERATORE
La colonna-generatore di vapore installata in questa realizzazione è il modello Rigenera 100, prodotta da Hafro, realizzata in acciaio e Corian, provvista di un sedile richiudibile in acciaio rivestito con poliuretano.
I collegamenti elettrici ed idraulici sono racchiusi in un vano ricavato nella parte posteriore della colonna; il piano del sedile si trova a 47 cm dalla base, distanza da tenere presente per valutare l’altezza da terra.
Rilevata la quota ottimale per la collocazione della macchina, si fissa la staffa di aggancio superiore esattamente in bolla, con tasselli ad espansione provvisti di terminale a vite.
Si rimuove la copertura frontale che nasconde i collegamenti e si inserisce un’altra coppia di tasselli in prossimità degli angoli superiori del vano, quindi si collega la macchina all’impianto. L’alimentazione elettrica è stata fatta pervenire al box partendo da una scatola di derivazione esterna e serve sia la colonna del bagno turco, sia le luci, comandate da un interruttore esterno al box.
IL SOFFITTO A VOLTA
Il vapore del bagno turco tende a salire verso il soffitto, pertanto, allo scopo di evitare sprechi di energia, l’altezza del vano non deve superare i 220-230 cm. Inoltre, in corrispondenza del soffitto il vapore condensa, con il rischio di uno sgradevole effetto pioggia; per questo motivo occorre che sia conformato a cupola o leggermente a spiovente, un’inclinazione di 6° è già sufficiente a favorire la discesa della condensa lungo le pareti.
E´ importante anche evitare dispersioni di calore ed infiltrazioni di umidità provvedendo ad una buona coibentazione ed impermeabilizzazione (si può realizzare con tecniche fai da te), soprattutto del soffitto, ma anche delle pareti qualora si trattasse di realizzare un box in muratura.
LA PORTA STAGNA
Il profilato della porta stagna va posizionato all’interno della luce per stabilire l’esatta collocazione, spostata verso il filo interno della luce stessa.
La foratura per installare i tasselli dev’essere effettuata con cautela, sia per non rovinare le tessere a mosaico, sia per non affondare troppo nel cemento cellulare.
Il telaio si fissa senza sigillature e senza forzare le viti, per verificare che la porta possa aprirsi e chiudersi senza problemi; poi si smonta e si sigilla definitivamente.
I due cardini a guancia che supportano ed articolano la porta stagna, con le necessarie guarnizioni di tenuta, si bloccano inseriti nelle sedi ricavate nel cristallo.
Forza Pro è un ancorante chimico poliestere bicomponente, senza stirene, adatto all’esecuzione di fissaggi resistenti in materiali edili pieni e forati
Il tassello chimico fischer Forza Pro è certificato per sostenere carichi elevati in muratura (piena e forata) e in calcestruzzo, grazie all’elevata resistenza certificata ETA in combinazione con gli accessori fischer dedicati. Si tratta di un prodotto a 2 componenti (resina e induritore), contenuti in un’unica cartuccia pronta all’uso: basta avvitare il miscelatore e “pompare” con la pistola a estrusione. Il miscelatore contiene una spirale progettata per ridurre al minimo lo spurgo iniziale (materiale non perfettamente miscelato): in ogni caso bisogna iniziare a riempire i fori solo quando il prodotto esce dal beccuccio con un colore grigio uniforme.
Il tassello chimico fischer Forza Pro richiede l’utilizzo delle barre filettate Forza, disponibili in diversi diametri, a seconda della necessità di tenuta. Le barre filettate Forza richiedono o meno l’utilizzo di tasselli a calza e a rete, a seconda del tipo di supporto su cui avviene il fissaggio: nei materiali pieni usare la barra con il solo ancorante chimico (facendo un foro più ampio di alcuni mm come indicato in scheda dati tecnici) oppure con l’ausilio di una bussola Forza che ha un foro filettato per avvitare la barra o un eventuale bullone compatibile. Il vantaggio della bussola è che si ottiene un fissaggio completamente rimovibile. Nei materiali forati è necessario utilizzare un tassello a calza o a rete per impedire che l’ancorante chimico si perda negli spazi vuoti.
Forza Pro è disponibile in cartucce da 300 ml e da 410 ml
Tutti gli accessori per una corretta applicazione del tassello chimico Forza Pro
Gli accessori nelle loro rispettive buste
Barra filettata fischer con rondella e dado, di misura M6 x 115 mm, M8 x 120 mm, M10 x 105 mm. È utilizzabile nei materiali pieni con o senza bussola fischer; nei forati solo con tassello a calza o a rete.
La bussola fischer si utilizza per applicazione nei materiali pieni per l’utilizzo di barre filettate M6, M8, M10. Ogni bussola richiede l’effettuazione di un foro più grande del proprio diametro: le misure sono indicate sulla confezione.
Il tassello a calza fischer è adatto per materiali forati. Quello di misura Ø 16 x 85 mm ha foro interno per barra filettata M8 mm; quello di Ø 18 mm ha foro per barra M10.
Il tassello a rete fischer si utilizza per i fissaggi nei materiali forati. Sono disponibili diversi diametri, 12, 16, 20 mm su lunghezza 85 mm. Barre filettate applicabili, rispettivamente M6-M8, M8-M10, M12-M16.
Come utilizzare fischer Forza Pro
Tempo richiesto: 15 minuti
Esecuzione dei fori
Segnati sulla parete i punti in cui mettere i fissaggi, si praticano i fori con una punta di diametro medio/piccolo, anche per sondare il tipo di supporto, in questo caso calcestruzzo. Si sceglie il tipo e il diametro del tassello da applicare e si allargano i fori di conseguenza. Nei materiali forati non usare la rotopercussione. Selezionare la funzione di sola rotazione della punta.
Pulizia dei fori
I fori vanno sempre puliti da polvere e detriti, prima dell’applicazione del tassello chimico; la manovra è da fare con particolare accuratezza nel caso di mattoni e cemento pieno. Usare lo scovolino della giusta misura è fortemente consigliato per un risultato ottimale.
Svitare la vite a tappo
fischer Forza 300 Pro ha un tappo a vite fatto per garantire la massima durata del prodotto, evitando che i due componenti chimici contenuti nel tubo entrino in contatto.
Applicazione cannula di erogazione
Tolto il tappo di chiusura, avvitare il beccuccio per la miscelazione dei due componenti dell’ancorante chimico.
Inserimento in pistola erogatrice
Inserire la cartuccia nella pistola per estrusione.
La prima erogazione
Al primo utilizzo è necessario estrudere il prodotto sino a quando ciò che esce non appare uniformemente miscelato (colore grigio omogeneo).
Estrusione del tassello chimico fischer Forza Pro
Si procede all’estrusione dell’ancorante chimico nei fori praticati alla parete; il foro va riempito a partire dal fondo per circa due terzi della profondità.
Inserimento della bussola
Inserendo la bussola nel foro, l’ancorante si distribuisce attorno alla stessa aderendo alla parte zigrinata. Se il quantitativo di ancorante inserito è corretto, il prodotto arriva appena a debordare a filo parete. Un’estremità della bussola è chiusa con un tappo di plastica che impedisce all’ancorante chimico di penetrare all’interno, mentre la si inserisce nel muro.
Avvitamento barra filettata
Si avvita la barra filettata nella bussola, sino a lasciarne fuori quanto necessario al fissaggio.
Montaggio e serraggio
L’ancorante indurisce in 3 minuti con temperature tra i 20 e i 30 °C; trascorso questo lasso di tempo, si può montare una staffa (come nell’esempio proposto), ma stringendo i dadi a mano. Nello stesso range di temperature (20-30 °C) il carico è applicabile dopo soli 45 minuti. In questo caso si effettua il serraggio dei dadi con chiave idonea.
Fissaggio su laterizi forati
Dovendo effettuare un fissaggio su laterizi forati, si procede effettuando il foro con la punta di diametro raccomandato sulle istruzioni del tassello a calza fischer. Nei materiali forati usare solo la rotazione della punta, non la rotopercussione.
Inserimento del puntale sulla cannula
All’estremità del miscelatore va inserito il puntale in dotazione nella confezione del tassello al calza. Al primo utilizzo è necessario estrudere il prodotto sino a quando ciò che esce non appare uniformemente miscelato.
Inserimento tassello a calza
Si inserisce il tassello a calza nel foro effettuato. Se non si riesce con le mani, può essere necessario mandare in battuta il tassello a calza battendolo dolcemente con un martello.
Estrusione ancorante chimico
Si estrude l’ancorante chimico nel tassello a calza fino a quando la resina non comincia ad uscire dai fori-spia sulla testa del tassello stesso.
Inserimento barra filettata
Inserire la barra filettata del diametro indicato sulle istruzioni del tassello a calza, spingendola verso il fondo e facendola contemporaneamente ruotare fino a toccare il fondo. La parte sporgente servirà per fissare l’oggetto alla parete. La calza del tassello si espande creando il sottosquadro e la tenuta necessari per un fissaggio estremamente saldo.
La lampada TE-CL 18/2000 LiAC è alimentata con qualsiasi batteria 18 V della gamma power x-change, inoltre è potente e versatile grazie ai numerosi sistemi di attacco integrati
L’evoluzione tecnologica coinvolge anche le lampade di servizio, tanto care a noi fardasé, che le utilizziamo intensamente in laboratorio, garage, cantina e, alla bisogna, anche in casa. Un’evoluzione evidente sul piano del risparmio energetico, essendo il led l’elemento illuminante, che porta grossi benefici in termini di efficienza e, in più, rispetto alle lampade a fluorescenza, ha il vantaggio di accendersi subito alla massima potenza luminosa. Nel caso della lampada da lavoro a led TE-CL 18/2000 LiAC i vantaggi si moltiplicano. Prima di tutto per la potenza elevata, ben 2000 lm, e per il fatto di essere alimentata sia a 230 V, sia a batteria; cosa che la rende disponibile anche nei frangenti in cui le prese di corrente siano lontane o manchi del tutto l’alimentazione elettrica.
Poi per il fatto che la sua batteria è intercambiabile e rientra nella famiglia Power X-Change di Einhell, pertanto si è sicuri di avere sempre la lampada pronta e disponibile, in qualsiasi momento. Non ultimo, la lampada ha un’ampia base d’appoggio per il posizionamento sul piano di lavoro, ma vanta anche una serie di sistemi integrati di aggancio, fissi e mobili, che la rendono strumento utile e versatile per mille occasioni.
All’insegna della praticità
Attacchi per stativi sotto la base d’appoggio
Sotto la base d’appoggio sono presenti due attacchi filettati per stativi da macchina fotografica, compatibili ovviamente anche con quelli per le livelle laser. A fianco, un’asola conformata per l’aggancio a una vite a testa piatta.
Due soli pulsanti
Sull’impugnatura vi sono il pulsante d’accensione e quello che permette di regolare l’emissione di luce su tre livelli; cosa utile per prolungare al massimo l’autonomia della lampada.
Possibilità di regolare l’inclinazione
Il corpo illuminante e il diffusore sono regolabili nell’inclinazione, rispetto alla base d’appoggio e aggancio, liberando la manopola laterale, presente sullo snodo.
Posizione della batteria
Posteriormente allo snodo del diffusore vi è l’alloggiamento della batteria. In questo modo il peso va a bilanciare quello della parte frontale.
Possibilità di appendere la lampada grazie al gancio in dotazione
Nella base d’appoggio vi è anche un gancio ribaltabile che permette di appendere la lampada a tubi, tiranti o qualsiasi altro appiglio che ricada in posizione favorevole. Si nota sul fianco a sinistra, ma è presente anche a destra, una lunga asola dentellata, utile per agganciare la lampada anche a viti o semplici chiodi: scegliendo in quale punto del «pettine» farli ricadere è possibile orientare la luce dove si desidera.
Possibilità di usare la lampada anche senza batteria
In dotazione vi è anche un alimentatore che si collega direttamente alla presa preposta, per accendere la lampada anche nel caso in cui non si abbia la batteria carica.
La lampada Einhell TE-CL 18/2000 LiAC, in versione senza batteria e caricabatteria ha un prezzo consigliato al pubblico di Euro 66,95.