Con tutti i tipi di lampade che ci sono in commercio bisogna proprio mettersi d’impegno per non riuscire a trovarne una che faccia al caso nostro!
Ma tant’è, o è bella ma non c’entra con l’arredamento, magari ci vorrebbe di un’altro colore, forse è un po’ troppo ingombrante, non ci sta proprio per un pelo…e quanto costa…
Per chi ha fantasia ed un minimo di manualità, tutte le scuse sono buone per raggiungere lo scopo: rilassarsi nel proprio laboratorio di bricolage dando sfogo all’abilità … e risparmiando.
50 PUNTI DI SALDATURA
La struttura è costituita da spezzoni di fil di ferro uniti per saldatura a formare un telaio quasi invisibile, pertanto adattabile a qualsiasi tipo di arredamento. Prendendo spunto da questa realizzazione si possono modificare le dimensioni e la stessa lampada può essere collocata a pavimento, piuttosto che sopra ad un mobile: si tratta semplicemente di mantenere le proporzioni tra lo stelo ed il cappello.
Essendo completamente priva di copertura, la luce si diffonde verticalmente mentre di lato genera un tenue effetto cromatico a seconda della colorazione del rivestimento; un colore più scuro accentua la diffusione verticale della luce e viceversa.
Per ottenere saldature poco evidenti, oltre ad una certa pratica è sicuramente d’aiuto una saldatrice a filo continuo rispetto ad una ad elettrodi.
Lo stelo è collegato al cappello tramite quattro spezzoni di fil di ferro inclinati verso l’interno ed uniti al supporto del portalampada, allo scopo di far rimanere nascosti i collegamenti alla fonte luminosa ed uniformare la luce diffusa.
LA DIMA PER IL CAPPELLO
Per curvare in modo continuo ed uniforme il fil di ferro ed ottenere la circonferenza del cappello, occorre preparare una dima utilizzando un supporto di legno al quale fissare un disco di compensato Ø 400 mm, da suddividere in parti uguali con il compasso segnando la posizione delle stecche verticali. Si avvolge il fil di ferro alla sagoma.
Mentre procede la piegatura lo si ferma con chiodini; le due estremità, che devono combaciare perfettamente, si uniscono con un punto di saldatura.
IL PROGETTO
LA LAMPADA SALDATA FAI DA TE PRENDE FORMA
Una dima con Ø 250 mm serve per realizzare la base; al centro si colloca un listello alto 500 mm, alla cui sommità si fissa il disco Ø 130 mm, dopo averlo scanalato per tenere ferme le stecche oblique durante la saldatura.Una dima Ø 400 mm, con un rialzo centrale di 100 mm che supporta un disco Ø 130 mm, serve per ottenere la base del cappello, con le quattro stecche inclinate verso l’alto da collegare al portalampada.Si preparano le stecche verticali, lunghe 300 mm, e si saldano nei punti predeterminati, avendo suddiviso la circonferenza in modo che risultino equidistanti tra loro; con l’aiuto di una squadra si controlla la verticalità lateralmente e tra interno ed esterno.
GLI ULTIMI RITOCCHI E LA BASE È PRONTA
Si fa calzare il cappello nei punti predeterminati e lo si salda alla circonferenza di base.Dopo aver preparato l’anello che fa da supporto al portalampada si unisce il cappello allo stelo.
ACCESSORI ELETTRICI
Per non alterare la natura “ferrosa” del telaio della lampada saldata, si applica uno smalto ferromicaceo ad acqua, che copre le bruciature provocate dalle saldature senza alterare l’aspetto originale della struttura.Il portalampada deve essere del tipo a doppia ghiera, in modo da consentirne il bloccaggio all’anello di supporto; è preferibile che tutti i componenti della parte elettrica siano di colore nero, per meglio confondersi con la struttura. Il filo che collega il portalampada all’interruttore a peretta va assicurato ad una delle aste del piede con fascette autostringenti, anch’esse di colore nero, per renderlo meno visibile.
PARALUME FAI DA TE DI CARTA DI RISO
La carta di riso si presenta piuttosto sottile per rivestire il cappello; ripiegarla per aumentarne lo spessore e la rigidità significherebbe perderne la trama e le sfumature di colore si trasformerebbero in stacchi netti tra un colore e l’altro. Per conferirle sufficiente rigidità senza alterarne l’aspetto, si incolla all’interno della striscia un foglio di plastica trasparente di uguale misura.Incollata sul foglio di plastica trasparente, la carta di riso non ha bisogno di essere fissata in alcun modo, la rigidità acquisita è sufficiente a mantenerla verticale contro le pareti del cappello. Si uniscono le estremità con alcuni punti metallici accavallandole leggermente e la si fa appoggiare sulle aste collegate al portalampada.
Paralume con decorazione stencil, semplice e d’effetto. Operazione fondamentale è la realizzazione di una maschera con motivi a nostro piacimento: in questo caso, simpatiche cravatte
Se il paralume, come nel nostro caso, non è cilindrico, ma conico, la realizzazione della maschera va fatta mediando un poco fra allineamento nella zona superiore e quella inferiore. Aperte le “finestre” con il cutter, asportiamo la protezione del nastro biadesivo e applichiamo il tutto sul paralume. Procediamo quindi con l´applicazione della pittura: il nastro biadesivo impedisce le infiltrazioni di colore mentre effettuiamo le tamponature. Dopo aver tolto la maschera possiamo effettuare piccoli ritocchi con colori diversi.
OCCORRENTE reperibile nei centri bricolage
carta;
nastro biadesivo;
forbici e cutter;
tampone da stencil;
colore per stoffa;
paralume in stoffa;
pennelli;
sagoma pretagliata pendente.
Preparazione disegno
Sul foglio di carta tracciamo due righe orizzontali da cui partiamo per l’allineamento della serie di “cravatte”. Utilizzando una sagoma pretagliata, riportiamo sul foglio i contorni.Applichiamo sul retro del foglio il nastro biadesivo in strisce affiancate, sino a ricoprire bene tutta la superficie.
Applicazione e stencil
Voltato il foglio, lo fissiamo con nastro su una tavoletta e incidiamo i contorni delle sagome, asportandole.Togliamo la protezione dal biadesivo: ora il foglio è pronto per essere applicato al paralume per la tamponatura.Stendiamo e fermiamo il foglio con le sagome intagliate al paralume.Procediamo alla colorazione da effettuare con l’apposito tampone con testa applicatrice in gommapiuma.Utilizzando un pennellino sottile realizziamo ulteriori decorazioni direttamente sul paralume.Completiamo il lavoro fai da te decorando le nostre “cravatte” utilizzando una tempera bianca.
Il rivestimento a mosaico sfrutta la tecnica di composizione pittorica del mosaico che utilizza frammenti di materiali per realizzare disegni o fantasie
Questa decorazione consiste nell’arricchire il piano di un tavolo con un rivestimento a mosaico che, una volta rifinito con le sue fughe contrastanti, attribuisce all’insieme una particolare eleganza, ma soprattutto conferisce impermeabilità, per cui il tavolo può degnamente essere collocato in cucina.
Come primo intervento fai da te è necessario preparare il piano del tavolo stendendo una mano di impregnante turapori. Questo passaggio è importante perché la superficie così trattata non consente alla colla che applicheremo di penetrare nelle venature del legno. Dopo aver lasciato agire l’impregnante stendiamo un velo di colla (specifica per il mosaico) utilizzando la spatola dentellata che uniforma lo strato.
La posa
Posiamo le quadrotte di mosaico, cercando di collocarle in modo preciso e rivestiamo anche il bordo del tavolo ripiegando il foglio e tagliandolo di misura. A colla asciutta (dopo 24 ore) stendiamo sulle piastrelle l’apposita pasta riempifughe che si acquista in polvere e va miscelata con acqua. Utilizziamo una spatola di gomma che ci consente di far penetrare bene nelle fessure il riempitivo. Lasciamo asciugare il tutto e poi, con una spugna umida, laviamo il piano asportando la colla in eccesso. Ripetiamo più volte fino a completa pulizia della superficie. Materiali e attrezzi sono reperibili nei centri bricolage.
Applichiamo sul tavolo l’impregnante turapori. Dopo alcune ore stendiamo la colla speciale con la spatola dentata.Posiamo sulla colla le piastrelle seguendo una linea precisa. Rivestiamo anche il bordo del tavolo.Le fughe si colmano con la pasta stesa con una spatola di gomma con movimenti regolari avanti e indietro.Puliamo per bene il piano del tavolo con una spugna impregnata d’acqua fino a togliere ogni residuo di pasta.
Il tranciablocchetti Blockut è un moderno cinematismo brevettato che permette lo spacco di autobloccanti sino a 11 cm senza sforzo
La pavimentazione di aree esterne, vialetti e percorsi carrabili si fa spesso con blocchetti, autobloccanti o meno, caratterizzati da uno spessore elevato; se la posa risulta abbastanza veloce, più difficile è il taglio dei blocchetti proprio per la durezza e lo spessore. La tranciablocchetti Blockut di Montolit ha il telaio realizzato in acciaio legato al carbonio e sagomato con tecnologia laser, che garantisce robustezza e leggerezza, mantenendo il peso complessivo della macchina in soli 28 kg. Si distingue per essere interamente assemblata con bulloni: l’assenza di saldature rende la robusta struttura più elastica nel momento dello spacco e in grado si assorbire il contraccolpo. Le due lame, che fanno parte del sistema di spacco, sono di uno speciale acciaio sottoposto a trattamento termico per incrementarne la durezza.
La lunghezza massima di spacco è di 33 cm, mentre come altezza si possono tranciare pezzi da 1 a 11 cm. Funziona azionando una leva incernierata al corpo della macchina con un innovativo e brevettato cinematismo che sviluppa una forza di diverse tonnellate; la sua conformazione agevola al massimo l’operatore che sviluppa la sua forza usando il peso del corpo piuttosto che i muscoli delle braccia. Le robuste ruote tassellate facilitano lo spostamento su tutti i terreni e la verniciatura con polveri in epossi-poliestere rende la struttura resistente agli agenti chimici e fisici.
Pronta e facile da trasportare
Da montare ci sono solo le ruote e il piede di sostegno. La movimentazione a terra è agevole grazie alle ruote e al braccio d’azionamento aperto. L’asola offre la possibilità di sollevamento tramite argano. Montolit BLOCKut costa euro 366,00.
Costruire copritermosifoni è un’attività fai da te divertente, piuttosto semplice e che offre risultati qualitativi apprezzabili
Al giorno d’oggi i termosifoni vengono concepiti come oggetti d’arredo, sono meno ingombranti anche quando hanno grandi dimensioni, beneficiano di finiture moderne e si integrano bene negli ambienti domestici; non si può dire altrettanto di quelli vecchio stampo, specialmente se sono di ghisa, per non parlare dei “baffi neri” che lasciano sulla parete appena sopra di essi. Per questo, spesso, occorre costruire copritermosifoni che li nascondano senza limitare la diffusione del calore che producono.
Il copritermosifone classico è costituito da un pannello frontale traforato tra fianchi che possono essere ciechi o anch’essi traforati, ricoperto da un top che evita la risalita dell’aria, limitando la dispersione del calore verso il soffitto e la macchiatura della porzione di parete immediatamente sopra il radiatore; nelle versioni sottofinestra si può fare a meno dei fianchi, agganciando il pannello alla faccia inferiore del davanzale interno e facendolo appoggiare a pavimento.
Per costruire copritermosifoni sono ideali i grigliati di legno che si trovano grezzi o pretrattati anche senza bordatura e si tagliano con facilità nelle dimensioni volute, a misura di una cornice, ma si possono utilizzare anche pannelli traforati di lamiera, oppure in rete metallica o di materiale plastico; lo stesso vale per il telaio, che può essere di legno o di alluminio, leggero e facilmente spostabile per le pulizie.
In questo caso, invece, per realizzare il pannello traforato vengono utilizzate le lamelle recuperate da una veneziana non più funzionante, dopo averle liberate dal cordino che le unisce. Purtroppo bisogna accorciarle per tagliar via le estremità fino alla feritoia di passaggio del cordino, ma la lunghezza del pezzo centrale si rivela sufficiente ad adattarle allo scopo, fissandole al retro del telaio con colla e graffette.
Costruire copritermosifoni per nascondere pesanti strutture
La situazione di partenza mostra un ingresso in cui troneggia un imponente termosifone di ghisa: sarà pure un elemento necessario per il comfort domestico, ma ingombra anche nei mesi centrali dell’anno quando di sicuro non ha alcuna funzionalità.
Considerate le sue dimensioni, il copritermosifone offre inoltre una spaziosa mensola su cui collocare complementi, anche funzionali, che rendono più accogliente lo spazio appena si entra in casa: l’idea di utilizzare le lamelle della vecchia veneziana ha riscosso un tale successo che anche i copritermo per le altre stanze sono stati poi realizzati con lo stesso criterio.
In effetti, si possono trovare facilmente veneziane nuove a prezzi bassi che possono essere “immolate” per questa giusta causa: l’importante è che siano piane e non ondulate, abbastanza rigide, preferibilmente di legno.
Volendo, ci si può risparmiare anche il problema della finitura: sono infatti disponibili in diverse colorazioni per intonarsi agli ambienti, per cui la smaltatura può avvenire solo sul telaio prima di realizzare il rivestimento delle finestrature con le lamelle.
Per costruire copritermosifoni occorre un progetto
Cosa occorre:
Tavolette abete 19×95 mm: 2 montanti (A) da 1080 mm
Listelli abete 19×45 mm: 1 traversa superiore (B) da 1340 mm; 2 traverse interne (C) da 1150 mm; 2 rinforzi (D) da 880 mm
Lamellare abete da 26 mm: 1 top (E) da 430×1370 mm
Bilaminato da 16 mm: 1 fianco (F) da 1125×330 mm
Lamellare abete da 26 mm: 1 top (E) da 430×1370 mm
Listello quarto di cerchio 12×12 mm: 6 pezzi (G) da 353 mm; 6 pezzi (H) da 880 mm
Lamelle larghe 35 mm recuperate da avvolgibile (J);
Viti Ø 4×20 mm e Ø 5×100 mm;
Squadrette metalliche (K);
chiodini Ø 1,2×25 mm e Ø 1,8×40 mm;
Colla vinilica; primer; smalto
Telaio e preparazione dei listelli
Per ottenere la modanatura a quarto di cerchio alla base dei montanti è sufficiente il coperchio di un barattolo: si traccia la mezzeria sulla tavoletta per disegnare un quadrato con i lati di circa 50 mm, quindi si disegna l’arco.
Tenendo la lama del seghetto alternativo leggermente all’interno dell’arco si asporta l’angolo della tavoletta e si uniforma la linea di taglio con carta vetrata.
In base alla misura del termosifone da occultare si tagliano le traverse orizzontali e i rinforzi verticali, interni a esse, più il listello superiore a filo esterno dei montanti. I rinforzi verticali vanno posizionati in modo da dividere la specchiatura frontale in tre settori identici: la loro altezza è stabilita in modo che la traversa superiore si trovi a 45 mm dalla testa dei montanti, quella inferiore a 15 dalla modanatura ad arco, perciò a 65 mm dall’estremità inferiore.
Tutte le fasi di montaggio del telaio avvengono mantenendo i listelli bloccati e allineati con morsetti. Segnata la corretta posizione, si compone la parte interna del telaio attraversando le traverse con coppie di viti Ø 5×100 mm che penetrano nei rinforzi, previa stesura di un velo di colla sulla testa di questi ultimi: la preforatura delle sedicon punta Ø 3,5 mm facilita l’inserimento delle viti e previene eventuali fessurazioni del legno.
Il telaio, nella parte inferiore, va unito ai montanti con una vite alla traditora per parte inserita da sotto (sempre dopo aver aperto la sede con una punta di diametro inferiore).
Nella parte superiore l’unione avviene soltanto con colla spalmata sulle teste della traversa; il bloccaggio dell’insieme si ottiene fissando il listello superiore con due viti per parte che lo attraversano e penetrano nelle teste dei montanti.
Qui è stata utilizzata una veneziana non più funzionante, ma con quasi tutte le lamelle in buono stato e in legno naturale: questo ha facilitato l’applicazione della finitura e l’ottenimento di una buona adesione, qualora si disponga di lamelle in materiale plastico e liscio occorre stendere un primer idoneo. Tuttavia, anche se si trattasse di acquistarne una nuova economica e sacrificarla, ne varrebbe sicuramente la pena, tanto più che si può scegliere il colore in base all’ambiente circostante e limitarsi solo a nobilitare il legno con una finitura adeguata.
Le lamelle vanno accorciate da entrambi i lati asportando la parte che riporta l’intaglio per il passaggio del cordino, a filo interno dell’intaglio stesso. Il taglio va fatto a 45° in modo da ottenere strisce a parallelogramma per la parte centrale della specchiatura, la foto mostra invece il taglio delle porzioni più corte di lamelle, di forma trapezoidale, che servono per rivestire gli angoli superiori e inferiori della specchiatura. I lati corti così sagomati offrono un riscontro sicuro per posizionale ciascuna lamella con la corretta inclinazione; le lamelle possono essere impacchettate sovrapposte a gruppi, ben allineate e bloccate con una striscia di nastro per adattarne una gran quantità con un unico taglio di troncatrice.
Comporre il grigliato
Si inizia dal punto in cui è possibile fissare la prima lamella intera, dopo aver tracciato due linee di riferimento perpendicolari sui listelli. Affiancando le lamelle, si trova la disposizione in modo che rimanga uguale spazio da completare in alto e in basso.
Ciascuna lamella va fissata al legno con un punto di colla e stabilizzata con graffette: l’interasse tra una e l’altra corrisponde alla larghezza di una lamella.
Ecco come si presenta la specchiatura parzialmente rivestita con le restanti lamelle tagliate a misura: le strisce centrali sono a forma di parallelogramma, quelle più esterne a forma di trapezio.
Allo stesso modo si realizza il corso incrociato di lamelle.
Si realizza mettendo una goccia di colla anche nei punti di contatto con le lamelle sottostanti.
Con listelli a quarto di tondo, tagliati a 45° e fissati con chiodini Ø 1,2×25 mm, si ottiene la cornice perimetrale sulla faccia a vista.
Si passa alla finitura con fondo e due mani di smalto per legno.
Installare a muro il copritermosifone
Quale che sia l’installazione del copriradiatore, per mandarlo in battuta contro il muro bisogna sagomarlo nella parte bassa in modo da incorporare il battiscopa. Ci si può costruire un rudimentale truschino con una matita e un pezzetto di listello che, fatto scorrere a contatto con il battiscopa, ne riproduca la sagoma su un cartoncino da utilizzare come dima di taglio.
Se il termosifone si trova lontano dagli angoli occorre sagomare il lato posteriore dei fianchi; vicino agli angoli la sagomatura interessa il lato posteriore dell’unico fianco visibile e il profilo esterno del montante sul lato opposto. Si asporta la porzione di legno corrispondente al profilo rilevato.
Prima di collegare il fianco al grigliato frontale si controlla che l’accoppiamento con il battiscopa sia perfetto, poi lo si fissa al montante con colla e chiodini Ø 1,8×40 mm.
Il lato posteriore del top richiede almeno un paio di punti d’appoggio, forniti da squadrette fissate alla muratura.
Si colloca il copritermo in posizione e, con la livella a bolla appoggiata sul listello superiore, si traccia sulla parete il livello a cui deve trovarsi l’ala superiore della squadretta metallica, nel punto stabilito per il suo fissaggio.
Con la squadretta in posizione si marca il punto di foratura per i tasselli e la si fissa al muro.
Qui, oltretutto, il termosifone è installato davanti a una porzione di muratura che presenta variazioni di profondità: il top va quindi sagomato in modo da seguirne l’andamento, poi lo si appoggia provvisoriamente al suo posto per segnare la posizione delle squadrette frontali.
Spostato nuovamente il copritermo, si fissano le squadrette alla faccia interna del listello e al top.
Le squadrette sono giustamente distanziate e con l’ala a filo superiore del listello.
Costruire copritermosifoni sottofinestra
Per rivestire con una struttura analoga un termosifone installato sotto una finestra, se il davanzale interno è di legno, anziché realizzare un top come nel caso precedente, se ne può aumentare la profondità di quanto necessario. Serve una tavola di pari spessore, tagliata a misura e profonda quanto basta a ricoprire il termosifone con un po’ di abbondanza.
Per il fissaggio della tavola si realizzano nel suo spessore fori passanti in cui inserire viti che penetrino nel davanzale esistente. Le viti, Ø 5×100 mm, vanno incassate per circa metà spessore della tavola, allargando di conseguenza il foro d’ingresso, in modo da potervi inserire spine Ø 10 mm che ne nascondano la presenza.
La parte eccedente delle spine va tagliata quasi a filo del bordo e la testa va levigata per rifinire esteticamente la superficie.
Il fissaggio non rimane mai perfettamente a filo superiore su tutta la lunghezza, per cui è meglio mantenere un sottilissimo sopralzo della tavola rispetto al davanzale e livellare la linea di giunzione con una passata di levigatrice.
La stesura del fondo e di una prima mano di smalto uniforma le superfici dal punto di vista cromatico, facilitando la stuccatura della linea di giunzione, da fare in due tempi. La prima consistente stuccatura, apparentemente perfetta da fresca, con l’asciugatura riporta in evidenza la giunzione per via del ritiro, ma la seconda, con meno materiale, riempie per bene la zona e, dopo la levigatura e la seconda mano di smalto, tutto rimane uniforme.
Restano validi gli stessi criteri costruttivi e di adattamento al battiscopa: la profondità dei fianchi dev’essere tale da lasciare il top a sbalzo di circa 10 mm frontalmente, mentre di lato deve rimanere a filo dei fianchi.
Realizzato in affidabile e robusto MDF di qualità E1. Un lato è dipinto con vernice opaca.
Dimensioni (misura media): 112 x 81,5 x 19 cm circa (L x A x P).
Tutti i copritermosifoni sono forniti con istruzioni e accessori per il fissaggio a parete sopra il vostro esistente radiatore (lingua italiana non garantita).
Un elegante e raffinato dettaglio per ogni casa.
Oltre a molti vantaggi, come coprire vecchi radiatori, serve a proteggere le mani e diventa un ripiano per i vostri decori.
Dimensioni massime radiatore: 105 cm (larghezza) x 80 cm (altezza) x 17 cm (profondità).
Dimensioni: 112 cm x 81,5 cm x 19 cm circa.
Tutti i copri termosifoni sono forniti con istruzioni e accessori per il fissaggio a parete sopra il vostro esistente radiatore (lingua italiana non garantita).
Realizzata in affidabili e robusti pannelli di fibra a media densità qualità E1. Un lato è dipinto con vernice opaca.
Oltre a molti vantaggi, come coprire vecchi radiatori, serve a proteggere le mani e diventa un ripiano per i vostri decori.
Dimensioni esterne: 152 cm x 81,5 cm x 19 cm (lunghezza x larghezza x profondità), dimensioni interne: 146 x 80,3 x 16,8 cm (lunghezza x larghezza x profondità)
Installazione richiesta, ma semplice e veloce. Il materiale di montaggio e le istruzioni necessari sono inclusi
Questa copertura del radiatore è un'aggiunta elegante e pratica al tuo spazio vitale. Non solo ha una funzione decorativa, ma fornisce anche spazio di archiviazione aggiuntivo per libri, cornici per foto, gioielli, ecc.
E 'realizzato in 100% FSC MDF legno con una finitura liscia bianco satinato che si abbineranno pelo l' arredamento di qualsiasi stanza.
Forte e resistente con un robusto caminetto, la custodia permette di visualizzare ornamenti sopra il radiatore una volta saldamente in posizione.
Rivestiamo con tessere colorate dei semplici vasetti di vetro trasformandoli in preziosi oggetti
Decorare vasetti di vetro è un’attività ricreativa molto divertente e anche utile: se ci pensiamo bene Non c’è casa in cui alla lunga non si finisca col trovare un mucchio di vasetti di vetro o vecchie bottiglie, barattoli di varia forma ed altro del genere, tutta roba che magari non si ha l’animo di portare alla campana dei vetri, ma che resta lì ad ingombrare scaffali ed armadietti.
Se però in casa c’è spazio per soprammobili tutta quella cinfrusaglia può trasformarsi, con pochissima spesa e ben poco lavoro in originali pezzi unici che, magari, se li abbiamo realizzati con gusto e precisione, possiamo regalare o andare a vendere nei mercatini recuperando i pochi euro spesi.
Un sistema di veloce realizzazione per decorare vasetti di vetro è quello di rivestirli con tessere mosaico colorate con una tecnica che ricorda la tecnica Tiffany.
In questo caso il procedimento è molto più semplice perché non ci sono saldature da fare o pezzi da rivestire di lamina di piombo. Questa tecnica per decorare il vetro può essere utilizzata per ottenere risultati diversi.
Decorare vasetti di vetro per trasformarli, per esempio, in simpatici portacandele e vecchie ciotole originali portavasi. Procediamo ritagliando i pezzetti di vetro da una lastra opalescente: li incolliamo sulla superficie del nostro oggetto con un pochino di silicone disponendoli in file ordinate. Tra una tessera e l’altra lasciamo un paio di millimetri di spazio.
I vasi lineari risultano più facili da rivestire per la decorazione barattoli di vetro, e quindi sono preferibili. Cerchiamo di fare un conto delle tessere che servono prima di iniziare per evitare di sprecare del vetro.
A rivestimento ultimato procediamo stendendo un abbondante strato di riempifughe in modo da riempire le fessure fra i vari pezzetti del nostro mosaico. Quando il riempifughe diventa opaco puliamo la nostra creazione con acqua per togliere le eccedenze fino a che questa risulti chiara.
Decorare vasetti di vetro, ma anche bottiglie e vasi!
Fra quelli che abbiamo comprato e quelli che magari ci sono arrivati in regalo, fra bicchieri scompagnati e contenitori più o meno stravaganti di sottolio e sottaceti (ce ne sono di veramente simpatici) in ogni casa non manca la materia prima da decorare con la tecnica del mosaico vetro su vetro (ma anche su metallo o plastica se il contenitore è abbastanza sfizioso da volerlo conservare), che non richiede una grande spesa e che, grazie ai nuovi adesivi, è di facile e rapida applicazione. Decorare bottiglie di vetro è sicuramente un’attività interessante.
Cosa serve per creare decorazioni vasetti di vetro
silicone e riempifughe per incollarle e sigillarle,
riga,
squadra,
tagliavetro,
pinza,
cote,
ciotola e spatola
Come decorare vasi di vetro
Incidiamo la lastra di vetro aiutandoci con una riga di ferro. Nella zona di incisione la lastra si riscalda.
Spezziamo la lastra lungo la linea dell’incisione, prima che questa si raffreddi.
Con una pietra per affilare moliamo i bordi taglienti. Non è necessario che siano perfettamente lisci.
Tagliamo la striscia di vetro in modo da ottenere varie tesserine per i vasetti di vetro decorati. Se lo riteniamo necessario possiamo poi molarle singolarmente.
Come applicare le tessere ai vasetti di vetro
Il silicone acetico trasparente, per sanitari ed acquari, ha un forte potere adesivo ed un tempo di apertura abbastanza lungo da permetterci di preparare in una volta sola un bel numero di tesserine.
Attacchiamo le tesserine al vaso utilizzando il silicone. Lasciamo un paio di millimetri tra i vari pezzetti.
Lungo tutta la superficie del vaso stendiamo uno strato di riempifughe di colore in accordo o in contrasto con quello delle tessere.
Infine puliamo bene il vaso rimuovendo il riempifughe in eccesso con una spugnetta e abbondante acqua.
Decorazione del vetro… una tecnica in cui c’è sempre da imparare
Per cominciare conviene farsi la mano su contenitori cilindrici o squadrati per i quali vanno bene tessere rettangolari o quadrate, in grado di seguire senza problemi l’andamento regolare della superficie.
Su vasi come quello in alto usando tesserine squadrate si deve poi usare molto riempifughe e l’effetto estetico può non essere soddisfacente. Il problema si risolve tagliando il vetro in strisce leggermente rastremate (2 o 3 mm su 100) così da ottenere tessere trapezoidali che meglio seguono la forma a clessidra.
Materiale: Vetro, tappo in sughero. Colore: chiaro
Bottiglie di vetro trasparente di puro artigianato, ogni bottiglia con un tappo di sughero.
Multifunzionale, può riempire con pot-pourri, palline di gelatina, acrilici rocce e pietre preziose, petali di fiori, decorare con nastro, o semplicemente riempire con la sabbia.
PICCOLE E COMPATTE: con il minuscolo formato di 1x1 cm le piastrelle possono essere impiegate per diversi lavori di bricolage e fai da te. Contenitore di 1 Kg per circa 1300 pezzi, adatti per una superficie di 35 x 40 cm.
VERSATILE: I tasselli possono essere applicati su diverse superfici come legno, vetro, metallo, terracotta, ceramica, stiroporo o cemento per dare un tocco di colore alla tua casa.
RESISTENTE: Il mosaico in vetro resistente all'acqua e al gelo è ideale per esterni e personalizzare i mobili in giardino o le decorazioni da esterno.
CREATIVITÀ: Le tessere per mosaico si prestano per rivestire in modo originale oggetti di qualunque tipo, lanterne, vasi, specchi, pareti, tavoli, cornici o scatole. Oppure per creare collage divertenti e quadretti decorativi per le camerette. Anche i bambini adorano creare piccole opere d`arte con le pietre multicolori.
ALTA DEFINIZIONE: Il nostro mosaico "ARTDECOR" ottenuto tramite colata in stampi, in modo che ogni singola piastrella abbia le esatte dimensioni di 1x1 cm.
Trasformiamo una lampada standard in un pezzo d’arredo: un rustico abat jour fai da te, semplice e d’effetto
Il sottile stelo di un abat-jour può essere arricchito con un rivestimento di legno che lo renda più adatto ad un arredo rustico. Ci serve un ciocco di legno da caminetto, meglio se irregolare, con un diametro esterno di circa 70-80 mm. Con la sega circolare, o anche con un seghetto a mano, tagliamo alcune “fette” dello spessore di 40-50 mm.
Con una sega a tazza da 60 mm montata su un trapano a colonna foriamo i dischi. Un secondo foro da 14 mm, eccentrico e ortogonale al primo, permette l’inserimento del tondo nell’asta della lampada. La rifinitura è limitata all’asportazione di tutte le parti scabre come la corteccia e piccoli rami, senza arrivare ad una finitura troppo accurata delle superfici per non perdere l’effetto rustico.
Cosa occorre
Il materiale per il rinnovamento della lampada si trova facilmente in qualsiasi legnaia: un pezzo di legno ben asciutto e non macchiato dal tempo. Ideali potrebbero essere l’acero, il nocciolo, il pioppo, il faggio che asciugano senza venature. Da evitare il castagno e il carpino che sono fibrosi e tendono facilmente a fessurarsi.
Foratura e finitura
I dischi, ricavati da un tronchetto, vanno forati con una sega a tazza Ø 50-60 mm. I dischi sono bloccati con uno strettoio in modo che non possano ruotare durante la foratura.
Con una punta da 14 mm si pratica un foro in posizione ortogonale rispetto al grande foro centrale. Il foro non va eseguito lungo l’asse centrale in modo da preparare elementi “eccentrici”.
Le operazioni di finitura consistono nel togliere la corteccia: utilizziamo un coltello robusto appoggiando i tondi su una tavoletta.
Tutti i pezzi vengono trattati con più mani di vernice a spruzzo trasparente, anche all’interno del foro grande.
I tondi vengono infilati sullo stelo della lampada dopo averlo smontato dalla base, togliendo temporaneamente il cavo elettrico. I tre pezzi vengono uniti tra di loro con una goccia di colla vinilica in modo che non ruotino separatamente, ma possano farlo tutti insieme mantenendo l’originale disposizione.
Anche all’esterno c’è bisogno di muoversi in sicurezza, senza portare in casa sporcizia, con qualsiasi condizione meteorologica
A seconda delle dimensioni del giardino bisogna pensare ad un collegamento tra il cancello e l’abitazione e ad un marciapiede lungo il perimetro di casa; ci possono poi essere zone relax adiacenti all’abitazione o staccate da essa, nel qual caso occorre predisporre ulteriori superfici pavimentate e percorsi.
Sono necessari materiali che devono resistere in primo luogo a sole, pioggia e gelo; se si tratta di superfici carrabili, il sottofondo e la pavimentazione devono sopportare la compressione senza cedimenti più o meno localizzati che, nel tempo, possono causare pozzanghere ed infiltrazioni. Avendo la disponibilità di materiale e tempo si può posare un vialetto con pietre di recupero.
Per facilità di posa e versatilità sono molto utilizzati i sistemi a secco su sabbia e tra questi gli autobloccanti sono senz’altro quelli che garantiscono le prestazioni migliori di resistenza alla carrabilità ed alla compressione, tanto da essere utilizzati anche nel pubblico per strade e piazzali. Il vantaggio è che la pavimentazione si realizza con un’invasività minima, è alla portata di fai da te e può essere facilmente rimossa e ripristinata in caso di interventi; i mattoncini sono diversi non solo per forma e colore, ma anche nella massa. Esistono elementi monostrato, ovvero omogenei in tutto l’impasto, migliori esteticamente, o bistrato, con solo lo strato superficiale irrobustito e colorato in vario modo. Si trovano anche nei centri bricolage.
IL VIALETTO CON PIETRE DI RECUPERO E AUTOBLOCCANTI Le beolehanno forme irregolari e l’abilità di posa consiste nel combinare gli elementi facendo risultare fughe ridotte e di larghezza costante, eventualmente frammentando le pietre. Si può anche realizzare una pavimentazione mista lasciando fughe di ampiezza tale da consentire l’inserimento di cubetti di porfido che incorniciano le pietre e permettono una maggiore libertà di riempimento degli spazi irregolari.
Per rendere più saldi i piccoli blocchetti, alla sabbia utilizzata per formare il letto di posa, inumidita, conviene aggiungere un po’ di cemento in polvere. La miscelazione può essere fatta direttamente a terra con un ampio rastrello.
Per piccole superfici si può utilizzare come staggia una lunga livella a bolla che spiani correttamente il letto di sabbia.
Per distanziare le beole tra se stesse ed i cordoli si utilizzano alcuni cubetti di porfido come riscontro. Pietre e cubetti vanno affondati nella sabbia in modo da ottenere un’altezza uniforme.
Con il 73 % di imballaggi riciclati ci posizioniamo al secondo posto in Europa dietro solo alla Germania e saliamo anche in graduatoria per quello dei rifiuti urbani
Certo, girando per Roma o in altre zona del nostro meraviglioso Paese facciamo fatica a credere a questi dati, se si vive a Milano la sensazione è diversa perchè cittadini e amministrazione sono impeccabili, i primi nel differenziare e la seconda nel raccogliere puntualmente le immondizie dei bidoni ordinatamente custoditi nei condomini e quelle dei cestini sparsi in abbondanza in tutta la città. Abituati come siamo a essere relegati nelle retrovie delle varie classifiche europee (vedi durata dei processi, livello di istruzione, tasso di occupazione…) non possiamo che accogliere con soddisfazione il dato fornito dal CONAI (Consorzio Nazionale Imballaggi) relativo al livello di riciclo raggiunto in Italia. Ma veniamo ai dati in numeri.
Con il 73% di imballaggi riciclati il nostro Paese si colloca al secondo posto in Europa dietro alla Germania. Ogni italiano produce un chilo e mezzo di spazzatura al giorno. Di questa quantità il 35% è rappresentato dal packaging di alimenti, oggetti, materiali e prodotti vari. Su un totale di 13 milioni di tonnellate di imballaggi e confezioni di vario tipo vendute nel 2020, ne sono state riciclate più di 9 milioni e mezzo.
Grazie a questo sono state recuperate circa 370 mila tonnellate di acciaio, oltre 47 mila di alluminio, 4 milioni di tonnellate di carta, quasi due milioni di legno, più di milione di plastica, oltre 2 milioni di vetro. Il vetro mostra l’aumento più elevato, seguito da plastica, acciaio e legno. Inoltre, se si somma la quantità relativa al riciclo con quella del recupero energetico, l’entità degli imballaggi che non finiscono nelle discariche cresce ancora arrivando all’83,7% del totale, e raggiunge gli 11 milioni di tonnellate.
il delizioso video in musica di Lorenzo Baglioni, cantautore e comico impegnato ambientalista, già coautore con il geologo Mario Tozzi del saggio “Un’ora e mezza per salvare il mondo “(RAI LIBRI) che con I SUPPLENTI ITALIANI ha scritto questa canzone istruttiva e divertente con il Patrocinio del Ministero della Transizione Ecologica.
Già superati gli obiettivi europei per il 2025
In pratica sono già stati superati gli obiettivi di riciclaggio previsti per il 2025 ad eccezione della plastica (riciclata al 48,5 %) che, essendo costituita da diverse tipologie di polimeri, necessita di nuove tecnologie di trattamento. Tra quattro anni ogni Paese dovrà riciclare almeno il 65% degli imballaggi: l’Italia, quindi, ha già superato di 8 punti percentuali il livello indicato dall’Europa.
Anche le differenze tra le varie aree si stanno assottigliando: la crescita del riciclo è sempre guidata dal Nord, che registra un + 6% rispetto al 2019. In totale, oltre 2 milioni e 840 mila tonnellate. Non è distante anche l’aumento da parte delle Regioni del Meridione: +5% rispetto al 2019, con un aumento di 1 milione e 510 mila tonnellate. La crescita nel Centro Italia si è mostrata più lenta: + 4%, sfiorando il milione di tonnellate conferite in modo differenziato.
Perché è importante
I numeri di un successo tutto italiano testimoniano come, con una corretta informazione e con le adeguate strutture di raccolta e smaltimento, si possono raggiungere livelli mai visti prima. Questo è particolarmente importante se si considera che attualmente si assiste a un aumento generalizzato del costo della maggior parte delle materie prime. Il fatto di poterle ricavare dai rifiuti a costi estremamente più bassi, fornisce un impulso notevole alla finanza pubblica e all’economia in generale.
Buone notizie anche dal rifiuto urbano
La tendenza all’aumento del riciclo si evidenzia (fonte ISPRA) anche nell’ambito dei rifiuti urbani seppur con percentuali di minor peso. Grazie alla crescita della raccolta differenziata urbana, che ha fatto da traino e non è stata messa in crisi dalle difficoltà seguite al lockdown e alle restrizioni, le quantità riciclate hanno ripreso l’aumento percentuale che da anni si registra.
I rifiuti urbani prodotti in Italia nel 2019 sono stati circa 30 milioni di tonnellate. La raccolta differenziata nel 2019 è aumentata del +3,1 punti rispetto al 2018, raggiungendo il 61,3% della produzione nazionale: dal 2008 la percentuale risulta raddoppiata, passando da circa 9,9 milioni di tonnellate a 18,5 milioni di tonnellate. Il Sud supera per la prima volta il 50% di raccolta differenziata confermando il trend di crescita degli ultimi anni, con un aumento della percentuale di 4,5 punti.
L’organico si conferma la frazione di rifiuto urbano più differenziata in Italia in quanto rappresenta il 39,5% del totale. Carta e cartone rappresentano il 19,1% del totale; segue il vetro e la plastica.
Rifiuti non differenziati
Il 21% dei rifiuti urbani, smaltito in discarica e non differenziato, raggiunge 6,3 milioni di tonnellate, con una riduzione del 3,3% rispetto al 2018. C’è da notare che nell’ultimo decennio il ricorso alla discarica si è ridotto del 58,2%. Solo nel Centro Italia si è registrato un incremento (+19,4%), mentre si rilevano riduzioni consistenti al Sud (-15,2%) dovute anche ai miglioramenti della raccolta differenziata.
Il 18% dei rifiuti urbani prodotti è incenerito (oltre 5,5 milioni di tonnellate) con un aumento dell’1,4% rispetto al 2018. Su 37 impianti operativi, il 70,3% si trova al Nord, in particolare in Lombardia e in Emilia Romagna.
Cosa si fa per il futuro?
Appare evidente che le linee guida per proseguire e, se possibile, accelerare su questa strada, sono essenzialmente due:
Informazione e sensibilizzazione dei cittadini sull’importanza della differenziazione dei rifiuti
Organizzazione da parte degli Enti per lo smaltimento dei rifiuti differenziati.
Sono due strade che vengono sempre più adottate e percorse dalle varie Amministrazioni in tutta la penisola. Non scoraggiamoci troppo davanti alle immagini di strade piene di spazzatura, spettacolo abbastanza frequente anche in grandi città: sono realtà in via di costante diminuzione. Ci vuole ancora un po’ di tempo, ma il 2025 è vicino e noi siamo sulla buona strada.
Informazione e sensibilizzazione dei cittadini sull’importanza della differenziazione dei rifiuti e noi ci teniamo a dare il nostro contributi per farlo.
Un riciclo creativo di lattine per costruire un lampadario originale
Tre contenitori per pittura vuoti e decorati con trafori costituiscono un’ottima base per realizzare un originale riciclo creativo per un punto luce multiplo e asimmetrico.
Oltre a non essere deformate, però, le latte devono esser provviste di coperchio e del relativo manico, perché le dobbiamo utilizzare chiuse e dobbiamo poterle appendere. Su di un foglio adesivo tracciamo le decorazioni, e lo applichiamo sulla circonferenza in modo che la punta del trapano non scivoli durante la foratura del metallo. Lasciamo una porzione di metallo sufficiente tra un foro e l’altro per non rischiare di ritagliare la sagoma dal barattolo.
Per l’illuminazione, puramente scenografica, dobbiamo usare una lampadina di bassa potenza a luce fredda, evitando così di surriscaldare la lampadina e il barattolo di metallo.
Cosa serve per il riciclo creativo di lattine:
Tre latte
Smalto bianco per metallo
Filo di ferro Ø 1,5 mm
Lampadine da 40 W a luce fredda
Filo elettrico con portalampade
Trapano
Pinze
Apriscatole
Cacciavite
Catenella argentata
Nonostante le lampadine da utilizzare siano a bassa potenza, le pareti interne dei barattoli metallici, a specchio, amplificano l’intensità luminosa.
Come procedere per costruire il lampadario
Con l’apriscatole asportiamo il fondo del contenitore di latta. Rifiniamo il bordo con una raspa a denti fini e ripassiamo i bordi con la carta vetrata finché non risultano perfettamente lisci e privi di asperità.
Per realizzare i decori traforati appoggiamo la latta su un supporto di polistirolo in cui abbiamo realizzato un incavo. Blocchiamo saldamente il tutto con nastro adesivo. Sulla parte di latta che intendiamo decorare fissiamo alcuni pezzi di nastro per impedire alla punta del trapano di scivolare.
Ricaviamo da un cartoncino i soggetti per il decoro (luna e stelle di vari formati) e riportiamoli con la matita sul nastro adesivo. Procediamo in questo modo fino a completare la parte a vista della latta.
Con la punta del trapano (ø 3 mm) realizziamo tanti fori seguendo la traccia del disegno riportata sulla latta. A lavoro ultimato togliamo il nastro adesivo e procediamo con l’impianto elettrico.
Colleghiamo i conduttori di ogni cavo elettrico ai morsetti dei portalampada.
Pratichiamo con il trapano, al centro del coperchio, un foro che ci permetterà di far passare il filo elettrico. Con il martello in gomma chiudiamo il coperchio.
Dopo aver predisposto il collegamento e inserito la lampadina nel portalampada facciamo passare il filo elettrico nel foro del coperchio fatto precedentemente.
Inseriamo al centro del manico della latta un pezzo di fil di ferro che annodiamo a sua volta al filo elettrico.
Aggiungiamo un’ulteriore decorazione avvolgendo la catenella con palline color argento. In questo modo occultiamo esteticamente la parte elettrica. Colleghiamo i tre cavi ad una morsettiera cui pervengono i conduttori della rete elettrica.
L’aggancio a soffitto del lampadario
Pur trattandosi di una struttura abbastanza leggera, non possiamo certo far gravare il peso sui connettori del cavo di alimentazione, tuttavia questo è l’unico elemento che ci consente la sospensione a soffitto. Dobbiamo quindi inserire un elemento intermedio tra il cavo e il gancio a soffitto sul quale si scarichi la trazione verso il basso. Ne esistono di vario tipo nei lampadari commerciali, a collare o costituiti da una piastrina di plastica o metallo che presenta tre fori in verticale. In quello basso si fa entrare l’estremità del cavo, prima di effettuare il collegamento a soffitto, poi lo si fa rientrare in quello centrale e si appende il lampadario al gancio tramite il foro in alto.