Ristrutturare la propria casa è un’opportunità per creare nuovi spazi in maniera essenziale, moderna ed elegante. I controtelai per porte scorrevoli rappresentano una soluzione perfetta per guadagnare spazio e per creare una nuova e funzionale continuità tra gli ambienti domestici
Le caratteristiche principali di un controtelaio sono la facilità di montaggioe manutenzione, la sicurezza, la durata nel tempo e, infine, la fluidità di scorrimento. In particolare, i controtelai per porte scorrevoli di Ermetika si distinguono per l’ottima qualità e la tecnologia avanzata, ma anche per l’artigianalità industriale e il design ecosostenibile.
Soluzione ideale sia per porte con stipiti e coprifili sia per porte filo muro, il controtelaio Ermetika è facile da montare, anche per la sostituzione di una porta a battente. È perfetto per qualsiasi tipo di ambiente, dalla cucina al bagno, alle camere da letto. Basta scegliere il prodotto giusto!
Controtelai per porte a scomparsa con stipiti e coprifili
Il controtelaio per porta scorrevole classica Evolution di Ermetika è un prodotto tradizionale con stipiti e coprifili, ideali per la creazione di un’ambiente elegante e confortevole.
I vantaggi principali di questo prodotto sono:
Facilità di posa in opera: ciascun prodotto garantisce la sua corretta installazione. Inoltre, viene inserito il distanziale inferiore per creare maggior stabilità in fase di assemblaggio, oltre che per agevolare la messa a piombo e a livello.
Perfezione tecnica: la struttura del controtelaio non ha punti di saldatura perché è utilizzata la tecnica della clinciatura o saldatura a freddo, che non danneggia la superficie del prodotto.
Stabilità assoluta: la doppia struttura verticale garantisce rigidità strutturale. I profili porta stipiti sono stati progettati in lamiera ripiegata con spessore complessivo di 1,2 mm.
Indeformabilità: vengono inseriti 12 rinforzi orizzontali ancorati direttamente sul pannello laterale, cosa che garantisce una resistenza eccellente alle spinte laterali.
Semplicità: il traverso superiore a montaggio “easyclip” consente di assemblare velocemente il controtelaio, mentre il profilo a strappo nella base permette di rimuovere parte dell’estremità inferiore del cassonetto. Ciò risolve eventuali problemi di quota in caso di errata posa in opera.
Design e fluidità: il binario in alluminio anodizzato con speciali alette “salva-design” rende il controtelaio per porte scorrevoli ancora più minimal e i carrelli in nylon “easy roll” di portata certificata di 100 kg assicurano uno scorrimento fluente e silenzioso della porta.
Adattabilità: a seconda delle esigenze costruttive inerenti alle tipologie di pareti (intonaco o cartongesso), i controtelai hanno caratteristiche diverse: nel caso dell’intonaco, il falso telaio viene fornito con una rete porta intonaco per migliorare l’adesione alla struttura e la distribuzione uniforme della malta; per il cartongesso, il telaio viene preparato per l’incastro perfetto delle lastre.
Controtelai per porte scorrevoli filo muro
I prodotti filo muro di Ermetika consentono la creazione di porte minimaliste, prive di finiture esterne. Si distinguono dai controtelai per porte scorrevoli con stipiti e coprifili per:
Allineamenti perfetti: gli angoli dei profili perimetrali di alluminio sono stati studiati per assicurare il perfetto allineamento dei vertici del telaio. È stata inserita anche una battuta di riscontro in legno per facilitare l’assemblaggio della porta e della serratura.
Facile manutenzione: è possibile estrarre il binario al fine di agevolare l’applicazione di accessori e la sostituzione dei carrelli.
Cura dei dettagli: il profilo superiore salva-design in PVC verniciabile si mimetizza con la parete, eliminando le eventuali fughe orizzontali visibili col passaggio della luce e avvantaggiando l’installazione della porta.
Finiture eccezionali: i profili perimetrali dei controtelai Ermetika sono fatti in robusto alluminio concavo da stuccare e idropitturare.
Controtelai in Kit: una soluzione pratica e funzionale
Esiste anche una versione in kit sia dei controtelai per porte scorrevoli con stipiti, l’Evokit, sia per porte scorrevoli filo muro, l’Absolute Evokit! Rappresentano una comoda alternativa, in quanto possono essere trasportati e immagazzinati in modo molto più semplice. Disponibili solo per pareti in cartongesso, questi prodotti sono adattabili alle misure 100 e 125 mm.
Inoltre, presentano tutte le caratteristiche e le qualità degli altri modelli, permettendo di avere ambienti spaziosi e continui. Uniscono tutti i vantaggi di un controtelaio in kit alla perfezione estetica delle porte scorrevoli con stipiti e filo muro. Facili e veloci da installare, assolutamente pratici e contemporanei.
Insomma, se si sceglie di ristrutturare casa, ci sono molteplici prodotti su cui puntare per riqualificare la propria abitazione: dalle porte scorrevoli classiche per un effetto elegante e uno stile intramontabile, alle porte scorrevoli filo muro per essere al passo con le tendenze del momento in modo sofisticato!
Sanifloor Plus⁺Tray di Sanitrit, marchio leader a livello mondiale nel settore degli apparecchi sanitari di SFA Group, è la soluzione completa per realizzare una zona doccia dove prima non era possibile. Sanifloor Plus⁺Tray è composto da pompa, piatto doccia e piletta, tutto il necessario per installare una nuova doccia senza grandi operazioni di muratura. Il piatto doccia ha uno spessore di 5,5 cm ed è disponibile in 4 versioni: 80×80, 90×90, 100×80 e 120×80 cm.
Sanifloor Plus⁺Tray è dotato di sistema di rilevamento Wireless, posizionato tra la piletta e la pompa, che permette performance di funzionamento uniche nel mercato: l’acqua che entra nel sifone attiva automaticamente la pompa utilizzando il sistema di rilevamento incorporato nello scarico; l’acqua viene poi aspirata e evacuata alla condotta principale.
Quante volte si è desiderato avere una doccia confortevole e di design in uno spazio che originariamente non era stato pensato per uso bagno? Con Sanifloor Plus⁺Tray è possibile. Sanifloor Plus⁺Tray dà la possibilità di realizzare una pratica doccia, secondo le proprie esigenze, superando i vincoli degli scarichi. Inoltre, grazie all’utilizzo del principio di funzionamento per aspirazione e non per caduta, Sanifloor Plus permette l’installazione di un piatto doccia ultrapiatto/filo pavimento.
Per costruire una sauna fai da te finlandese occorre una grande profusione di tavole e travetti d’abete con cui si stende la pavimentazione, la divisione interna e il rivestimento delle pareti
Essere bravi far da sé rappresenta un grosso vantaggio anche per la possibilità di trovare soluzioni e gratificare i propri hobby, nonché le abitudini di vita. Costruire una sauna fai da te finlandese rappresenta una bella sfida, ma di cento non impossibile.
Il nostro lettore Luciano Tonni, per esempio, ha una vera passione per la sauna e, dopo aver valutato per parecchio tempo dove allestirne una nella propria abitazione (il problema non è di facile soluzione perché necessita avere lo spazio sufficiente in una zona adeguata), su suggerimento della moglie, si è deciso di costruire la sauna fai da te un un locale esterno adibito a deposito, poco utilizzato, che un tempo era il vecchio porcile.
Sauna fai da te – Il video
Il nostro lettore Luciano, che non ama eseguire complessi progetti per i lavori che affronta, stende un semplice bozzetto su cui riporta i punti principali della costruzione, che sviluppa in corso d’opera, trovando mano a mano la soluzione ai problemi che si presentano.
Il lavoro di costruzione della sauna finlandese viene realizzato solo nei fine settimana, in un periodo di circa tre mesi. Il locale scelto ha più o meno forma di cubo, con le tre dimensioni (larghezza, lunghezza, altezza) di circa 2 metri lineari, con la porta di ingresso sul lato sud e una finestrella, successivamente chiusa, sul lato ovest.
Tipi di sauna da casa
La sauna (anche una sauna fai da te) è una cabina di legno e vetro in cui è presente una particolare stufa che rende l’aria calda e secca. Un box adatto a questo trattamento può essere installato anche in uno spazio modesto e non necessariamente in bagno, ma bisogna tenere presente che ogni seduta di sauna va seguita da una doccia.
Se l’intallazione delle saune in casa è adiacente a un bagnoci sono meno problemi per i collegamenti idraulici di adduzione e scarico, mentre se avviene in altri locali bisogna verificare che siano possibili tali allacciamenti; esistono cabine con spazi separati sauna/doccia che possono essere collocati al posto di una vecchia vasca da bagno, ottenendo il massimo della funzionalità.
Per il funzionamento della stufa è sufficiente predisporre un normale allacciamento elettrico, ma occorre valutare a monte che la potenza elettrica installata sia sufficiente. La stufa presente nella classica sauna “finlandese” può essere sostituita da lampade a infrarossi che irradiano il calore in modo diverso e, per certi aspetti, producono benefici diversi da una sauna tradizionale.
Sauna finlandese
La sauna fai da te qui rappresentata è di tipo finlandese, quindi si realizza con il legno; come essenza, si sceglie l’abete, rigorosamente non trattato, ma se ne possono usare anche di altro tipo, come la betulla, il cedro o il pino cembro, che risultano però più costosi. È la sauna propriamente detta.
A forzare la traspirazione della pelle è la temperatura, che raggiunge gli 80-100 °C, mentre l’umidità, mediamente oscillante fra il 10-20%, sale soltanto quando si rovescia acqua sulle pietre roventi (laviche o peridotitiche) della stufa, che può essere elettrica o a legna. A portata di mano, quindi, un mastello e un cucchiaio, entrambi di legno. La più alta temperatura si ha in alto; occorre un tempo di preriscaldamento della cabina che va da 45 a 60 minuti
Sauna a infrarossi
Non è necessario un preriscaldamento dell’ambiente in quanto le radiazioni infrarosse vengono assorbite principalmente dal corpo stesso e in breve tempo riscaldano l’aria circostante; la temperatura si raggiunge gradatamente in circa 25 minuti e in genere non supera i 50 °C.
Caratteristica è la totale assenza di vapore (caldo assolutamente secco); il maggior calore si sviluppa all’altezza del corpo. Occupa meno spazio di una sauna tradizionale, (a partire da 70×70 cm) e richiede un normale allacciamento a 220 V.
Biosauna
Sono saune da casa in cui la temperatura non supera i 50-60 °C, mentre l’umidità può arrivare al 65-70% ; la caratteristica è l’equilibrio tra temperatura e umidità, ma può essere utilizzata come sauna (arrivando fino a 110 °C) o come ambiente a umidità elevata (ma inferiore al bagno turco).
Perché costruire una sauna fai da te
Il concetto di sauna, così come l’etimologia della parola stessa, deriva dai popoli nordici, antenati dei Finlandesi. La pratica primordiale era dettata dalla necessità di scaldare l’ambiente in cui vivevano per sopravvivere alle difficili temperature invernali.
Solo più tardi, ci sono testimonianze risalenti già al XII secolo, nella progettazione delle abitazioni, i Finlandesi hanno contemplato la separazione dei normali locali dalla sauna, elemento divenuto irrinunciabile, per tradizioni e abitudini di quel popolo.
Come costruire una sauna fai da te finlandese
Il deposito utilizzato per essere adibito a sauna da esterno resta vicino all’abitazione, ma si deve attraversare una breve tratto di giardino per accedervi. La cosa è positiva perché nei mesi freddi il contrasto caldo/freddo agevola la riattivazione della circolazione, mentre nei mesi caldi si può tenere fuori dalla sauna un secchio di acqua fredda da rovesciarsi addosso.
Il locale viene pavimentato e rivestito con perline di abete e diviso in due da una parete, sempre di perline, ben coibentata; la parte più interna, cui si accede con una porta con vetri ben isolata, è quella dove si pratica la sauna, la restante parte è adibita a zona relax, con una panca e il quadro di controllo.
Il particolare mostra come la struttura della porta sia molto semplice, ma rispecchi in tutto e per tutto quelle delle tipiche saune finlandesi. Le perline maschiate rivestono un telaio di robusti travetti di abete; tutto è reso più solido da vari rinforzi, applicati soprattutto nella zona delle cerniere, dove il peso della porta si fa maggiormente sentire.
Vige la regola del minimalismo e dell’efficienza: l’illuminazione è a basso consumo, affidata a lampade montate semplicemente con un portalampada e un breve tige filettato bloccato a una staffa angolare con due grossi dadi.
I costi sostenuti riguardano il legno e la ferramenta per il montaggio (400 euro), più la stufa per sauna da 2,3 kW, i cavi elettrici e la guarnizione porta resistenti al calore (600 euro).
L’importanza della porta della sauna per casa
Prima della produzione delle vetrate isolanti e dei sistemi ermetici, le saune avevano porte in legno quasi cieche o con un piccolo oblò per limitare le fughe di calore. Oggi, con le capacità isolanti del cristallo temperato, non solo la porta può essere a tutto vetro, ma anche parte del perimetro, il tutto equipaggiato con guarnizioni che garantiscono la tenuta. Questo, ovviamente, per quanto riguarda le saune poste in ambiente interno, quelle in esterno mantengono l’aspetto tradizionale e, inoltre, necessitano di uno spessore di isolamento praticamente doppio.
Come isolare una sauna fai da te
Il locale sauna deve essere opportunamente isolato: migliore è la coibentazione, tanto prima si raggiungono le temperature desiderate, risulta più facile il mantenimento della temperatura all’interno della sauna e, di conseguenza, si riduce il consumo energetico.
Per la coibentazione delle pareti perimetrali e del soffitto della sauna si utilizzano lana di roccia o di vetro, sughero, fibra di legno (comunque isolanti naturali), vanno evitati i materiali di derivazione chimica come il polistirolo perché, riscaldandosi, potrebbero rilasciare sostanze nocive all’interno della sauna; non dimentichiamoci che è un ambiente totalmente naturale!
Costruzione della cabina sauna e zona relax
Dopo averlo svuotato, il locale va interamente ripulito, rimuovendo anche i possibili ganci e chiodi che sporgono dalle pareti.
Si stende l’intelaiatura di supporto per il pavimento, utilizzando listelli da 50×50 mm e da 25×50 mm, inserendo pannelli di lana di roccia come isolante. Sopra si applicano le tavole maschiate da 25 mm di spessore, larghe 140 mm, fissandole alle estremità con viti autofilettanti 3×40 mm a vista, mentre nei punti centrali si pratica un preforo in diagonale, appena sopra il dente della maschiatura, per mettere le stesse viti, ma in modo non visibile.
I due trogoli dell’ex porcile si lasciano integri e si nascondono con una struttura in listelli 50×50 mm, ricavando così un’utile panca.
Si marcano a terra e a soffitto i punti di fissaggio dei montanti
che si ancorano con staffe a L.
Si fissano le varie traverse e si monta provvisoriamente il telaio della porta.
Si inseriscono nei riquadri dell’intelaiatura l’isolante (ad esempio lana di vetro) e uno strato di pellicola di alluminio con funzione di barriera contro l’umidità.
Le pareti si rivestono con perline maschiate spesse 14 mm e larghe 130 mm. Essendo molte di recupero, quando sono lunghe abbastanza si mettono verticalmente, altrimenti in orizzontale. Prima di completare il rivestimento si fanno passare i conduttori elettrici termoresistenti degli impianti.
Come costruire la porta coibentata per sauna fai da te finlandese fai da te
Recuperato un vecchio vetrocamera con una crepa da un lato (poi nascosta dal rivestimento in perline), si produce un alloggiamento per il vetro praticando una fresatura in due listelli di abete.
I listelli si fissano all’interno del telaio della porta in modo da tenere nella giusta posizione il vetro.
Si riveste la porta da un lato usando le perline.
una volta girata, si imbottiscono gli spazi vuoti con lana di roccia, arrivando a lambire i due fianchi del vetro, poi si termina il lavoro di perlinatura. La porta si fissa alla struttura della sauna con tre cerniere in ferro verniciate di nero, utilizzando bulloni a testa tonda e incastro quadro M6 e altri dadi ciechi in ottone.
La seduta nella sauna è formata da tre telaietti in listelli 50×50 mm fissati alla struttura, sormontati da tavole da 20 mm di spessore e 110 mm di larghezza, distanziate fra loro di circa 20 mm; la pedana appoggiata a pavimento ha un telaio in listelli 25×50 mm sormontati dalle medesime tavole della seduta. Quest’ultima non appare simmetrica perché di fronte alla sezione meno profonda deve trovare posto la stufa, quindi si lascia un po’ più di spazio per le gambe.
I paralumi per la sauna e per la zona relax sono fatti avvitando una serie di listelli di abete a due pezzi arcuati, ritagliati da un pannello di multistrato. I due pezzi arcuati corrispondono a un quarto di cerchio. Due piccole staffe sono utilizzate per l’ancoraggio in posizione d’angolo alla parete perlinata, dove prima si applicano i portalampada visti nella pagina precedente.
La protezione per la stufa è costituita da un telaio di listelli 20×30 mm su cui si fissano listelli da 10×30 mm lunghi 450 mm distanziati fra loro. La protezione si sviluppa su due lati, con andamento a L. Sulla sommità della struttura si avvitano due listelli da 20×60 mm uniti a 45 gradi. Nella costruzione non si usano colle, ma solo viti, a causa delle alte temperature che si sviluppano nella sauna.
Come costruire una sauna fai da te se non sia ha tempo? Beh… basta comprarla, ance a prezzi piuttosto accessibili. Scopri la vera sauna finlandese
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Nell’occidente questa pratica trae origine dagli insegnamenti di Ippocrate e Galeno e ha conosciuto la sua massima diffusione con il calidarium, tepidarium e frigidarium delle terme romane e con l’hammam turco (dall’arabo “scaldare”), ma di cui si trova traccia anche in altre tradizioni, dal mushiboro giapponese, al banja russo, alla capanna del sudore degli Eschimesi o degli Indiani d’America, al temazcal messicano.
Proprietà terapeutiche della sauna
Il corpo umano, in questo ambiente, è indotto alla traspirazione, ottenendo i benefìci dati dall’eliminazione di acqua, tossine e altre sostanze, nonché il raggiungimento di uno stato di relax e benessere generale. Intervallando sedute di forte traspirazione con irrorazione di getti d’acqua fredda avviene anche una benefica attivazione della circolazione sanguigna e linfatica. Molti studi attribuiscono ad alcuni tipi di sauna notevoli proprietà terapeutiche.
Tecnicamente oggi, soprattutto per l’utilizzo personale, la sauna è un accessorio della sala da bagno e la sua installazione non richiede particolari accorgimenti. In taluni casi è sufficiente un collegamento elettrico, con una potenza di assorbimento anche inferiore ai 2 kW/h per le saune a infrarossi; la potenza sale mediamente attorno ai 4-4,5 kW per le più grandi saune finlandesi a misura di abitazione privata. Esistono anche le saune a legna.
Sauna e bagno turco
Dalle spa alle beauty farm oggi il bagno turco è uno dei trattamenti di bellezza più diffusi per i suoi vantaggi dal punto di vista estetico e psicofisico. Il vero bagno turco dovrebbe essere fatto interamente di muratura, ma molti produttori forniscono elementi prefabbricati, talvolta modulari, che ne rendono possibile la realizzazione senza interventi strutturali anche in appartamento. L’installazione richiede la collocazione di una caldaia con generatore di vapore alimentata a corrente e della disponibilità dei comuni allacciamenti idraulici.
Il pavimento deve essere impermeabilizzato e avere lo scarico dell’acqua, le pareti devono essere ben coibentate e impermeabilizzate, il soffitto inclinato o a volta, la porta di accesso dotata di un’adeguata tenuta. Questi elementi garantiscono il mantenimento di una temperatura media di 40-50° C con un livello di umidità attorno al 100%.
Il corpo umano avvia una forte traspirazione con espulsione di tossine, i pori si dilatano e la pelle elimina le impurità; in ogni singola seduta, alternando almeno una decina di minuti di sudorazione a docce con getti d’acqua fredda, si tonificano i tessuti migliorando la circolazione sanguigna e linfatica. Ai generatori di vapore a parete arrivano tutti gli allacciamenti, nascosti e protetti dal contenitore fornito anche di sedili reclinabili. In molti contenitori trovano posto condutture per l’erogazione d’acqua, a pioggia dall’alto o a getto orizzontale.
Come allestire un Hammam
L’allestimento di una sauna e bagno turco in casa richiede l’isolamento di uno spazio che può essere anche molto esiguo, preferibilmente all’interno di una stanza da bagno o un’altra dove comunque siano disponibili gli allacciamenti idraulico ed elettrico. I piccoli generatori sono molto comodi perché in un unico blocco è contenuto tutto il necessario. Nel caso la cubatura del bagno turco sia estesa, invece di installare impianti particolarmente potenti, è anche possibile inserirne medio-piccoli.
Le pareti del bagno turco debbono essere ben coibentate. Nulla vieta di erigerle con mattoni forati o altri laterizi, cui applicare pannelli di materiale isolante e, infine, rivestirle con una normale piastrellatura (preferibile il classico mosaico a tessere quadrate). In alternativa, molte aziende produttrici offrono elementi modulari da assemblare, anche in kit, che una volta montati risultano già del tutto rifiniti. La porta deve garantire una chiusura abbastanza stagna per trattenere all’interno del bagno turco la concentrazione di vapore e l’alta temperatura.
Tratto da “Rifare Casa n.79 – Gennaio/Febbraio 2022″
Autore: Nicla de Carolis
L’argomento di cui si parla di più, oltre al COVID, è la crisi climatica determinata dalle emissioni di anidride carbonica, di metano e protossido di azoto aumentate significativamente dall’inizio dell’ultimo secolo a causa delle attività dell’uomo con l’uso dei combustibili fossili per l’industria, i trasporti, l’agricoltura e naturalmente gli edifici residenziali con i consumi per scaldare, rinfrescare, illuminare etc. Come noto questi gas a effetto serra, emessi dalla combustione, catturano il calore impedendogli di dissiparsi e causano l’aumento delle temperature medie che porta a fenomeni sempre più frequenti, alcuni riscontrabili anche nel nostro Paese, come inondazioni, siccità, dissesto idrogeologico, fusione dei ghiacciai, peggioramento della qualità dell’aria e quindi diffusione di malattie, crisi dei sistemi agricoli, crisi idrica, estinzione di specie animali e vegetali etc.
Alla luce di questi eventi tangibili stiamo tutti maturando una coscienza ecologica che ci porta nell’agire quotidiano a cambiare le nostre abitudini, prendendo in considerazione cose di cui negli anni ‘60 nessuno si curava: allora l’appartamento andava bene anche se le pareti perimetrali erano costruite con mattoni sottili rimanendo così gelate d’inverno e bollenti d’estate, tanto si poteva mandare il riscaldamento e il raffrescamento a manetta. Oggi controllare i consumi di gas e di elettricità è diventato un imperativo, più che mai con gli aumenti in corso, quindi tutti siamo consapevoli di quanto sia importante avere una casa ben coibentata, con un cappotto esterno o un isolamento interno che tenga conto di tutte le superfici, compreso soffitto e pavimento. Il dossier da pagina 30 è dedicato ai prodotti non solo isolanti ma anche ecologici, perché realizzati con materiali naturali che fanno respirare la casa; una guida completa per scegliere interventi risolutivi ai fini del risparmio per il condizionamento della casa in tutte le stagioni.
L’altro punto dolente, sempre parlando di casa, sono i consumi per l’illuminazione che se non aggiornati con le nuove fonti luminose contribuiscono a rendere molto salata la bolletta. Le lampadine di vecchia generazione a incandescenza o alogene, ancora presenti in tante case, con la loro produzione in piccola parte di luce e in gran parte di calore, sono responsabili di consumi 5 volte superiori a quelle di nuova generazione a LED. Quindi da pagina 110 trovere un articolo che fa luce sull’argomento, nonché una parata di bellissime lampade a soffitto, applique a muro, piantane, lampade con la musica, che scaldano, che purificano l’aria, meraviglia… Ma, come vedrete, in questo numero sono tanti gli altri spunti per guadagnare in comfort, risparmiare e fare la nostra parte con scelte più sostenibili!
DETERDEK PRO si rinnova: il detergente professionale di FILA, da sempre considerato un must per la rimozione dei residui cementizi post posa, scelto da centinaia di posatori, diventa ECO Friendly
DETERDEK PRO è disponibile nella formulazione Eco Advanced, innovativa ed ecocompatibile, che ne mantiene inalterata l’efficacia e rende le operazioni di pulizia ancora più sicure nel pieno rispetto dell’ambiente. Il prodotto agisce con un’azione controllata a lunga durata, permettendo una migliore lavorabilità del detergente ed aumentando l’efficacia del lavaggio.
Sviluppato nel FILA Innovation Center, DETERDEK PRO Eco Advanced Formula è biodegradabile al 98%, contiene tensioattivi EPA Compliance ed è privo di fosfati, solfati e profumazione. Facile e veloce da utilizzare, rappresenta la soluzione universale per la pulizia di fine cantiere ed è ancora più performante sulle fughe cementizie additivate di nuova generazione.
Un prodotto che, conservando le proprietà distintive, ha saputo evolversi coerentemente con la filosofia green dell’azienda: prendersi cura della bellezza delle superfici per portare benessere ed equilibrio negli ambienti e negli spazi di vita, con metodi e soluzioni innovative e sostenibili. È proprio questo approccio alla sostenibilità, ha permesso a FILA di essere inserita nella classifica delle 100 aziende italiane più sostenibili redatta da Credit Suisse e Kon Group, con rating ESG emesso da Altis Università Cattolica e Reprisk, e di essere recentemente premiata al Sustainability Award 2021.
DETERDEK PRO Advance è prodotto in un impianto 4.0 che garantisce i più elevati standard di sicurezza e rispetto ambientale. L’impianto è dotato di un sistema di recupero vapori che riduce a zero le emissioni in atmosfera in fase di carico dei serbatoi, oltreché di un sistema di segnalazione e raccolta di eventuali spandimenti in vasca dedicata. Il tutto supervisionato tramite doppi controlli di massimo livello.
DETERDEK PRO – Eco Advanced Formula | Corretto Utilizzo:
Diluizione da 1:5 a 1:10 a seconda dello sporco da rimuovere. Per il lavaggio dopo posa e per la pulizia di fine cantiere:
bagnare preventivamente con acqua la superficie;
Utilizzare DETERDEK PRO Eco Advanced Formula diluito in proporzione 1:5 o 1:10;
Stendere la soluzione pochi metri quadrati per volta;
Attendere alcuni minuti e quindi intervenire energicamente con monospazzola o tampone abrasivo;
Raccogliere il residuo con panni in microfibra o aspiraliquidi e risciacquare con abbondante acqua.
Qualora rimanessero residui di sporco tenace, ripetere il lavaggio con soluzioni più concentrate. Per la manutenzione periodica di superfici esterne con segni evidenti di invecchiamento (smog, polveri…): diluire 1 litro di prodotto in 10 litri di acqua. Seguire quindi le medesime modalità di applicazione sopra descritte per la pulizia di fine cantiere. Per la rimozione di residui calcarei, ruggine e ingobbio utilizzare il prodotto concentrato.
Una mascherina riutilizzabile (10 cicli di lavaggio) che abbatte dell’85% il rifiuto indifferenziato
L’importanza di mettere in atto comportamenti responsabili verso l’ambiente è sempre più evidente dato che l’inquinamento ambientale è il principale responsabile dei disastri climatici ed ecologici. Basti pensare alle centinaia di migliaia di mascherine monouso che giornalmente vengo disperse nell’ambiente e in mare e a tutte le conseguenze che ne derivano. In un periodo così “critico” dettato dall’emergenza sanitaria mondiale, l’utilizzo di una mascherina facciale lavabile rappresenta un piccolo passo (sappiamo bene che non è sufficiente) verso una maggiore sensibilità e rispetto verso la nostra Terra e i suoi abitanti, perché si può ridurre fino all’85% il rifiuto indifferenziato.
La mascherina facciale lavabile prodotta da Sodiferè un dispositivo medico a marchio CE di tipo II che può essere utilizzata da pazienti, operatori sanitari e altre persone per ridurre il rischio di diffusione delle infezioni, in particolare in situazioni epidemiche o pandemiche. Sono LATEX free e riportano l’indicazione della data utile per l’utilizzo (circa 2 anni).
La mascherina facciale lavabileè riutilizzabile fino ad un massimo di 10 volte, quando tra un utilizzo e l’altro viene applicata correttamente la procedura di lavaggio secondo quanto previsto dalle istruzioni.
Come utilizzare la mascherina facciale lavabile HD001 Sodifer
Tempo richiesto: 10 minuti
Apertura della confezione
Le mascherine lavabili sono contenute in una confezione sigillata di plastica, che si apre a strappo.
Applicazione della mascherina al volto
Lavare accuratamente le mani; far aderire la mascherina al viso il più possibile.
Modellare il nasello
La parte superiore della mascherina è dotata di un inserto rigido, il nasello, che deve esser fatto aderire bene al naso ed eventualmente modellarlo su misura.
Attenzione al mento
La parte inferiore deve esser fatta passare sotto al mento cercando anche in questo caso di farla aderire il più possibile; evitare di toccare la mascherina mentre la si indossa.
Preparazione per il lavaggio
La mascherina facciale lavabile può essere lavata fino a 10 volte. Per farlo basta preparare nel lavandino una soluzione composta da 1 litro di acqua a 60° C e 5 ml di acqua ossigenata (perossido di idrogeno).
Immersione
Immergere la mascherina per 10 minuti nella soluzione di acqua calda e perossido di idrogeno.
Risciaquo
Risciacquare la mascherina facciale lavabile sotto acqua corrente.
Asciugatura
Lasciare asciugare naturalmente – non asciugare in asciugatrice; non stirare.
Modalità di smaltimento della mascherina facciale lavabile
Non disperdere nell’ambiente dopo l’uso. Il prodotto deve essere smaltito in contenitori chiusi, secondo le modalità previste dai regolamenti applicabili o dalle normative vigenti.
Avvertenze
Indossare la maschera chirurgica da parte di individui con la barba potrebbe invalidare parzialmente l’efficacia della protezione.
Indossare il dispositivo per un tempo massimo di 8 ore consecutive. Trascorso tale tempo si deve provvedere al lavaggio della mascherina.
Norme di pulizia e lubrificazione degli elementi in scorrimento e dei manovellismi della colonna per trapano
Il trapano a colonna e la colonna per trapano (l’aggiuntivo) sono da considerarsi strumenti di precisione e, come tali, devono essere trattati con particolare cura. Dalla funzionalità di questi accessori, e dalla loro fluidità di movimento, infatti, derivano la precisione del lavoro da svolgere e la semplicità con cui si fanno i corretti settaggi.
Per una pulizia sommaria della macchina, atta a rimuovere polvere e pulviscolo che si formano regolarmente con le attività di laboratorio, si utilizza WD-40 Multifunzione, spruzzandolo su un panno in microfibra da passare rapidamente sulla scocca, i pianetti di lavoro ecc. Per un’azione più mirata e profonda di pulizia e lubrificazione, invece, si deve utilizzare un prodotto specifico come WD-40 Lubrificante Secco al PTFE, che offre un’eccezionale protezione e impedisce alle particelle di aderire e accumularsi. In altre parti, soggette a sfregamento continuo durante il funzionamento del trapano e più protette dai residui di lavorazione, si può utilizzare WD-40 Grasso Bianco al Litio.
A proposito, ricorda che è sempre importante avere punte per trapano ben affilate. Se non sai come fare, consulta la nostra guida dettagliata su come affilare le punte per trapano.
Si trattano tutte le parti in movimento
Il Lubrificante Secco al PTFE asciuga molto rapidamente lasciando un film secco sul supporto che garantisce la lubrificazione, quindi la scorrevolezza delle parti, senza attirare la polvere, lo sporco e l’unto. Il prodotto mantiene le sue proprietà a temperature comprese fra -45° C e +260° C.Il Grasso Bianco al litio ha una formulazione densa che permette una lubrificazione a lunga durata. Non cola e resta aderente al supporto.
Fatto interamente di metallo mettendo insieme pezzi di diversa natura, sfruttando al massimo la versatilità costruttiva di ferro, acciaio inox e alluminio, che si piegano, limano e uniscono a formare un oggetto unico
La realizzazione di una lampada o lampadario fai da te è una delle attività far da sé più divertenti e ricche di possibilità creative. Lo dimostra questo lampadario fai da te realizzato dal nostro lettore Matteo Guarnieri che ha veramente espresso tutta l’essenza del recupero, avendo utilizzato esclusivamente avanzi e materiali “salvati” alla destinazione discarica, mettendo insieme anche tanto ingegno per adattarli l’uno all’altro, valorizzandoli e omogeneizzandone l’aspetto, nonostante la natura sostanzialmente diversa. La base di partenza è la campana cui tutti i componenti esterni si collegano: è il fondo di una piccola bombola di GPL, tagliato via con molta precisione per ottenere una perfetta simmetria. All’interno vengono disposti tutti i sistemi di attacco del lampadario fai da te. Fra le “propaggini” che si estendono a partire dalla campana ci sono 6 tubi piegati, di acciaio inox, che portano all’estremità libera altrettante lampadine, e un buon numero di riccioli fatti con la piattina d’alluminio da 3 mm che hanno la sola funzione decorativa. Per uniformarle, le superfici sono lavorate con paglietta d’acciaio ottenendo un effetto satinato. La calotta, invece, essendo passibile di ossidazione, viene verniciata con grigio per cerchioni auto.
Come realizzare il lampadario fai da te in ferro
Il tubo di acciaio inox viene piegato con la piegatubi autocostruita; per ottenere i diversi diametri di piega si usano pulegge di dimensioni adeguate.
La piattina d’alluminio da 3 mm di spessore è abbastanza tenera per essere piegata a mano, facendo leva nella torsione con un tondino, fissandone un’estremità alla morsa del banco.
L’interno della coppa, base da cui originano tutte le estensioni della lampada fai da te, mostra 6 boccole saldate in corrispondenza di altrettanti fori sulla calotta. Le boccole sono pronte a ricevere e bloccare con una vite a grano le estremità dei tubi inox. Verso il centro ci sono tre supporti fatti piegando a L una piattina inox, forandola e saldandola al fondo. I fori sono dimensionati per l’attacco di portalampada E 14.
Il montaggio della lampada al banco prevede l’inserimento nelle boccole dei tubi inox piegati, con già presente in ognuno la piattina a due conduttori necessaria per alimentare le lampadine poste all’estremità libera. Nei tre supporti più interni si fissano altrettanti portalampada con i collegamenti elettrici già fatti. I portalampada affiorano appena dalla superficie della calotta, attraversandola grazie a fori dimensionati a dovere. Il foro che si nota al centro della calotta è quello che permette di fissare a soffitto la lampada con un bullone che si avvita nella staffa di ferro, a sua volta fissata con tre tasselli.
I riccioli fatti con la piattina d’alluminio vanno adattati alla campana nel punto d’attacco in modo che possano estendersi come voluto e senza interferire con i sei tubetti. Si fissano con rondella e dado a bulloni saldati direttamente sulla calotta.
Le porte a soffietto ci permettono di risparmiare molto spazio in casa
Grazie ai progressi nel campo dei materiali e delle lavorazioni di questi prodotti, le porte a soffietto presentano aperture e chiusure molto agevoli e offrono una valida soluzione anche dal punto di vista estetico.
La porta si compone di alcuni elementi: – un telaio interno su cui sono avvitati i riscontri verticali e la guida di scorrimento a soffitto; – un pannello scorrevole (composto di aste verticali), già assemblato e articolato a libro; – una cornice esterna di finitura che copre il telaio della porta collegandola alla parete.
A seconda dei modelli, il pannello e le guide sono realizzati di metallo, legno o materiale plastico, mentre e telaio e cornici sono di legno o di materiali sintetici. I componenti vanno tagliati a misura e possono essere fissati con adesivo di montaggio.
Dopo aver misurato e tagliato a squadra i piantoni del telaio, stendiamo un cordone di colla di montaggio per procedere al fissaggio a muro. In alcuni casi tale montaggio va eseguito per avvitatura.
Presentiamo i piantoni contro le spalline della tramezza e applichiamoli premendo con una certa forza. Entro una decina di minuti l’adesivo consente anche un eventuale riposizionamento del pezzo.
Prepariamo gli elementi che compongono il telaio di finitura tagliando le estremità concorrenti a 45°. Se l’apertura è fuori squadra (accade spesso) è meglio rilevare un’angolazione più precisa.
Applichiamo il telaio esterno di finitura che forma una cornice (in questo caso di legno smaltato). Utilizziamo sempre adesivo di montaggio e curiamo la precisione dell’accostamento delle parti tagliate.
Sui montanti fissiamo, con viti autofilettanti, i riscontri della porta a soffietto costituiti dall’accoppiamento di una guida avvitata su cui si incastra a pressione un profilato con sezione a U.
Inserimento del soffietto
Il pannello è già assemblato: basta inserire i perni nella guida di scorrimento a soffitto ed è pronto per l’installazione. Le stecche e la guida sono in metallo e materiale plastico, lisce e leggere. Naturalmente per un’apertura e una chiusura senza attrito è importante che la guida risulti, una volta fissata, perfettamente orizzontale.
Avvitiamo la guida di scorrimento al soffitto in più punti. Facciamo scorrere il pannello prima verso sinistra e poi verso destra, in modo da fissare le viti comodamente.
Blocchiamo il pannello della porta in uno dei due riscontri verticali con inserimento a incastro. Dall’altra parte montiamo la maniglia, che fa presa su una serratura a calamita.
T-charge 20 Evo è un caricabatterie compatto e molto evoluto tecnicamente, grazie al sistema “Pulse tronic” capace di controllare e fornire la carica migliore per ogni tipo di batteria per auto, furgone, camper, imbarcazione, moto o scooter, a 12 o 24 Volt
Il caricabatterie per l’automotive è uno strumento che in questi anni è cambiato molto, grazie alle tecnologie avanzate, divenendo un accessorio fondamentale per limitare al massimo la necessità di sostituire la batteria sui mezzi meccanici. In questo senso, il caricabatterie Telwin T-charge 20 Evo è un vero campione: tramite il sistema Pulse Tronic la corrente di carica è erogata nel migliore modo per non rovinare le delicate celle delle batterie; questo permette non solo la carica, ma anche il mantenimento di batterie al piombo a elettrolita libero, ermetiche e al litio, usate su veicoli a motore benzina e diesel, motocicli, scooter, imbarcazioni, camper ecc. Gli accumulatori possono essere a 12 o 24 V.
In fase di settaggio, si sceglie il tipo di batteria fra generica, GEL, AGM, AGM+, EFB, Li, con possibilità di determinare una modalità “basse temperature”, quando la ricarica viene effettuata in ambiente sotto lo zero termico. Il T-charge 20 Evo è anche un tester della batteria, per la verifica dello stato di carica e della capacità di avviamento, e del circuito alternatore del mezzo. Presente anche la funzione desolfatazione per il ripristino della capacità degli elementi della batteria. Sull’ampio display, utile nella fase di impostazione operativa, vengono anche mostrati i risultati dei test, nonché l’avanzamento e l’esito della ricarica.
Pratico e semplice nell’utilizzo
In dotazione due cavi: uno con i classici terminali a pinza, uno con occhielli da applicare ai terminali della batteria per cariche prolungate o mantenimento sistematico.Un unico pulsante permette di impostare il tipo di batteria su cui si sta per operare e di selezionare la funzione desiderata. Il display indica il valore dell’impostazione.Durante il funzionamento, il display fornisce in tempo reale lo stato di avanzamento e le impostazioni settate.Il cavo di uscita dal caricabatterie termina con un connettore (A), che permette di collegare rapidamente uno dei cavi in dotazione (B). A connettori innestati, l’o-ring garantisce impermeabilità.Il connettore polarizzato impedisce l’inversione tra polo positivo e polo negativo.Una clip mantiene il serraggio dell’innesto; per sganciare bisogna premerla.
Attacco fisso per la moto
Il cavo munito di occhielli, in dotazione, è ideale per essere collegato direttamente ai morsetti della batteria di una moto o uno scooter. Gli occhielli hanno dimensione adatta per i morsetti che fissano i cavi delle batterie sulle due ruote. Il cavetto va ancorato al telaio in modo che il connettore rimanga a portata di mano per un futuro collegamento.