Home Blog Page 44

Uomo di legno fai da te | Ecco come costruirlo

0

L’uomo di legno è uno strumento per allenarsi e affinare la tecnica del Kung Fu. È un avversario temibile: il praticante deve evitare le sue sporgenze, come colpi da parare, per arrivare a colpire i suoi centri sensibili, il tutto a grande velocità

L’uomo di legno, conosciuto anche sotto il nome di mook yan chong, era utilizzato soprattutto dai praticanti del Wing Chung e altri tipi di Kung Fu della Cina meridionale, ma ultimamente si è diffuso anche fra i marzialisti di altri sistemi di combattimento. Non è difficile costruire un uomo di legno fai da te. Il wooden dummy, come lo chiamano gli anglosassoni, è interamente di legno ed è formato da tre parti principali: tronco, sporgenze e base di sostegno. Il tronco solitamente ha sezione cilindrica, in pratica un robusto palo; in alternativa è costituito da una tavola di elevato spessore. Le sporgenze sono pioli arrotondati, inseriti nel tronco (in questo tratto hanno sezione quadra); ce ne sono tre posizionati nella parte superiore del tronco, due più in alto divaricati a V e uno subito al di sotto orientato frontalmente, mentre molto più in basso ce n’è ancora uno (una gamba). I primi simulano gli arti superiori dell’avversario, su cui allenare le tecniche di braccia, quello più in basso, più lungo e curvo, per l’allenamento delle tecniche con le gambe. La terza parte è costituita dal sostegno del tronco, che può essere più o meno stabile, oppure mobile, ovvero libero di ruotare e basculare. La scelta di quanta stabilità e mobilità dare al tronco rappresenta una difficoltà in ordine crescente: all’inizio è meglio affrontare un avversario stabile e statico, preoccupandosi solo di colpire il tronco evitando gli ostacoli; imparando a dosare sempre meglio la forza, aumentando nel contempo la velocità, si passa a sostegni meno stabili sino a quello mobile che permette all’uomo di legno fai da te di reagire ai nostri colpi.

Uomo di legno fai da te: l’importanza degli scassi combacianti

 

uomo di legno fai da te
Il tronco è costituito da due tavole di abete di sezione 100×200 mm nelle quali si praticano gli scassi per fare le sedi di inserimento dei pioli. Tenendo le tavole affiancate si marcano i tagli, da fare con la sega circolare.
uomo di legno fai da te
Fatti i tagli di profondità stabilita, si asporta il legno tra le linee con scalpello e mazzuolo. Le due sedi, una al fianco dell’altra, che orientano i pioli divaricati, richiedono l’appoggio della suola della sega circolare su un largo cuneo, in modo da fare il taglio a profondità variabile.
Per non fare errori irreparabili si fanno parecchie prove di accoppiamento dei due pezzi, verificando gli allineamenti delle tracciature e poi degli scassi.
Unite le due tavole con colla e viti lunghe 160 mm, messe sulla faccia posteriore, si ottiene un pezzo a sezione quadrata. Tracciato il cerchio inscritto nel quadrato, si rimuove completamente la parte esterna alla circonferenza, facendo una miriade di passate di pialla.

Finitura degli arti

 

Il disegno di uno dei due pioli superiori, visto in due proiezioni laterali, mostra che la parte esterna, arrotondata, quindi con forma a tronco di cono, non risulta coassiale rispetto alla parte a sezione quadrata. Questo perché, essendo a contatto le due parti, andrebbero inevitabilmente in collisione al momento dell’inserimento sul tronco, impedendo l’inserimento sino in fondo del secondo piolo. La parte a sezione quadrata si inserisce nel tronco sino a uscire dall’altra parte. Una piccola spina di legno trattiene il piolo in posizione, impedendogli di uscire dalla sede.
Ogni piolo è fatto con un unico pezzo di abete massello, con dimensioni 85x85x650 mm. La parte da inserire nel tronco dell’uomo di legno, appena più della metà, va ridotta di sezione portandola a 45×45 mm; la restante parte, 300 mm circa, va stondata e resa conica usando il tornio.
Terminata la costruzione dei pioli, compreso l’ultimo, con parte esterna più lunga e sviluppata verso il basso, si applicano diverse mani di smalto lucido all’acqua, tutte inframmezzate da passate di carta vetrata finissima, sino a ottenere superfici lisce e lucenti.

Due versioni: con o senza telaio

Una versione “evoluta” dell’uomo di legno, consiste nella modifica del sistema di sostegno, che perde il telaio e vede ridursi drasticamnente la base d’appoggio. Si comprende come questo sia uno step per praticanti di livello più elevato, in quanto più capaci di dosare la forza pur mantenendo una grande velocità d’azione. Ovviamente l’uomo di legno non deve cadere. Il nostro uomo di legno fai da te è ora pronto per essere utilizzato.

Guarda come utilizzare l’uomo di legno

Tenaglie speciali per grès porcellanato

Strumenti professionali indispensabili se si affronta la posa di rivestimenti a parete e a pavimento in cui si debbano sagomare le piastrelle per aggirare ostacoli; ottime anche nella posa con mosaico, per tagliare le singole tessere

Durante la posa di rivestimenti, sono ancora molti i momenti in cui si deve lavorare manualmente per aggirare ostacoli dalla forma irregolare, soprattutto se si ha a che fare con piastrelle di piccole dimensioni o di mosaici. In questi frangenti, sono ideali le tenaglie da piastrellista Montolit i cui taglienti sono costituiti da due speciali rotelle in carburo di tungsteno con rivestimento in nitruro di titanio. Le tenaglie sono realizzate in acciaio legato al carbonio e forgiate con le più moderne tecnologie, in grado di coniugare finitura e precisione operativa. Garantiscono ottimi risultati sulle ceramiche più dure e con spessori sino a 15 mm; allo stesso tempo l’estrema precisione di taglio permette anche di affrontare con disinvoltura lavorazioni accurate di finitura su materiali particolarmente delicati, quali tesserine di mosaico o piastrelle in vetro. L’ottimo bilanciamento, l’impugnatura rivestita in gomma morbida e la molla progressiva per il ritorno, offrono comfort e ottimo controllo nell’utilizzo.

Nessun problema nel sagomare il bordo delle più spesse e robuste piastrelle in grès porcellanato, per ricavare lo spazio necessario per aggirare cassette elettriche o tubazioni di impianti: sono indicate le tenaglie con taglienti a 90°.
Per la posa di mosaico, anche se su rete, è necessario tagliare alcune tessere per pareggiarle lungo i bordi, i gradini e gli spigoli. In questo caso si usano le tenaglie con i taglienti in posizione longitudinale.

Modello classico e a cesoia

Due tipi di tenaglie Montolit per piastrelle: quelle con testa e taglienti a 90° per uso comune su piastrelle di grès porcellanato anche durissimo (a sinistra nella foto di scena) e il modello specifico per mosaico vetroso e ceramico (a destra nella foto di scena). Quest’ultimo utensile risulta estremamente utile per l’esecuzione di mosaico classico e artistico, piccoli lavori di finitura angoli, realizzazione di forme speciali, spacco della piastrella in piccole parti.

Nel modello classico (art. 33W), una delle due rotelle può ruotare sul proprio asse: grazie anche a uno speciale appoggio per il pollice, questo permette di esercitare la giusta pressione per segnare prima del taglio la superficie ceramica proprio come avviene con la tagliapiastrelle Masterpiuma.
I due bumper di fine corsa evitano traumi alla mano “allo spezzare” del materiale.

Cemento cerato e pastina di cemento | Applicazione

Il cemento cerato, insieme alla pastina di cemento, sono le nuove frontiere per le pavimentazioni monolitiche

Sentirsi proporre un pavimento monolitico di cemento cerato per casa propria può lasciare perplessi, l’idea che può farsi chi non lo conosce è quella di una superficie indicata più per un capannone industriale o per un’attività commerciale che per spazi abitativi. Invece con la tecnica del cemento cerato si ottengono pavimenti unici, con tinte unite cangianti di grande effetto e con uno spessore di pochi millimetri.

Il cemento cerato è una miscela di cementi finissimi e minerali in granuli, addizionati con ossidi naturali e cellulose che va preparata con sola aggiunta di acqua. L’impasto va usato entro due ore dalla preparazione ed il lavoro non può essere interrotto: quando si inizia la stesura bisogna arrivare in fondo, altrimenti il congiungimento di applicazioni effettuate in tempi diversi rimane in evidenza.

Altro aspetto importante riguarda le carteggiature che seguono ogni applicazione, per eliminare le “creste” lasciate dalla manara, ma non i segni delle passate che valorizzano il pavimento: anche con un’efficace aspirazione, si produce un polverino finissimo e, se il lavoro viene eseguito in una casa abitata, bisogna provvedere a sigillare ermeticamente gli altri locali. Questi pavimenti vanno realizzati su pavimenti privi di umidità per scongiurare la formazione di cavillature o diseguaglianze di colore tra zone umide ed asciutte, evitando che sulla superficie batta il sole diretto attraverso i vetri, in assenza di correnti d’aria, e mantenendo nel locale una temperatura uniforme e costante, meglio senza accendere il riscaldamento.

Cemento cerato – L’applicazione

cemento cerato
Sul pavimento ripulito viene steso uno speciale lattice monocomponente a base di resine in dispersione acquosa che ha la funzione di fare da consolidante, rendere il supporto impermeabile e favorire l’adesione della successiva copertura.

Dopo aver applicato una striscia di primer abbastanza larga vi si sovrappone la rete di fibra di vetro e la si ripassa con altro primer steso a rullo. Si procede in questo modo fino a completamento della superficie.

Il prodotto in polvere che costituisce la base del pavimento vero e proprio è un livellante colorato (qui grigio perla) che va impastato solo con acqua pulita nella misura di 7 litri per 25 kg per ottenere una consistenza giustamente cremosa. Un eccesso di acqua riduce la consistenza e la capacità di aggrappo; lo si stende con ampie passate di manara liscia, ben uniformate.

A prodotto asciutto si esegue la carteggiatura con macchine levigatrici, si aspira e si stende la seconda mano di cemento cerato. Si ripete la carteggiatura e l’aspirazione della polvere. Infine si applica la cera: un’operazione che si effettua a mano dopo averla riscaldata a bagno maria (per ottenere un risultato migliore) o, in alternativa con macchinari professionali per superfici ampie.

 

 

La pastina di cemento con resina

In alternativa all’applicazione della cera possiamo standere, trascorse almeno 48 ore, una resina epossidica trasparente stesa a rullo, meglio in due mani, che rende la superficie impermeabile e facilmente pulibile. Questa tecnica viene definita pastina di cemento

Ciaspole fai da te in alluminio

Ecco come realizzare delle pratiche racchette da neve con struttura in alluminio e rete elettrosaldata

ciaspole fai da te
Le racchette consentono di distribuire il peso del corpo su una superficie di neve maggiore, per camminare senza affondare; non devono essere troppo pesanti per non rendere il movimento faticoso sulla distanza.

Delle buone racchette da neve, o ciaspole, leggere, in legno e corda, possono costare dai cento euro in su: così, il nostro lettore Luciano Mazzucco, che le aveva sempre noleggiate per le sue gite in montagna, alla fine si è costruito delle ciaspole fai da te con materiale di recupero, alluminio, rete e vetroresina, spendendo solo 10 euro per la minuteria.

Diversamente da quelle tradizionali, ha fornito alle sue ciaspole fai da te una certa articolazione di movimento, sfruttando proprio l’elasticità della vetroresina. Queste racchette da neve fai da te pesano circa 800 g l’una. Per alleggerirle ulteriormente, si può usare un profilato più stretto di quello sezione 25×25 mm.

Cosa serve per costruire delle ciaspole fai da te

  • Angolare di alluminio sezione 2x25x25 mm (2 pezzi da 1150 mm);
  • piattina alluminio sezione 2×25 mm (6 pezzi da 220 mm);
  • nastro tessuto largo 25 mm (6 pezzi da 700 mm);
  • spezzoni nastro in velcro;
  • 12 anelli portachiavi Ø 30 mm;
  • rete zincata elettrosaldata per edilizia di maglia 50×50 mm (2 pezzi da 200×240 mm; 2 da 350×100 mm);
  • striscia vetroresina larga 100 mm;
  • corda da 5 mm lunga 1500 mm;
  • colla termoplastica;
  • rivetti;
  • bulloni e dadi inox Ø 4 mm.

Come progettare le ciaspole fai da te

 

Come costruire ciaspole fai da te

Uno spezzone di profilato a L di lunghezza adeguata, su cui sono praticati con la smerigliatrice dei taglietti laterali per curvarlo, si modella su una dima in legno dando la forma ondulata vagamente simile alla suola della scarpa.

Si rinforza con tre spezzoni trasversali di piattina, rivettati sul lato inferiore e piegati alle estremità, ricavando con la smerigliatrice delle punte per fare presa sulla neve. Nella sagoma in profilato si inserisce, tramite piccoli fori, la rete elettrosaldata. Svolgendo e ripiegando su se stessa una benda in vetroresina in vari strati, si modella l’appoggio: una parte fissa, anteriore e posteriore; una “lingua” mobile, collegata solo alla parte fissa anteriore e modellata a L sul lato posteriore libero, per l’appoggio dello scarpone.

Una volta essiccato, si taglia di misura il tutto per unirlo con bulloni e rivetti al profilato. Sulla parte fissa dell’appoggio si praticano fori con la punta a tazza per alleggerire. Sulla lingua mobile, forata ai due lati, si fa passare una corda per infilare i lacci.

Con colla termoplastica e rivetti si predispongono le allacciature, complete di fibbie e velcro. Si incollano alla parte mobile dell’appoggio, due sotto la striscia principale, una dietro la linguetta della L.

L’angolare di alluminio si modella nella classica sagoma ondulata “a orma” piegandolo e ribattendolo su una dima in legno truciolare stretta sulla morsa,

Dopo aver praticato dei taglietti trasversali fino ad ottenere la forma voluta.

Il rinforzo centrale in piattina è rivettato. La rete elettrosaldata si inserisce nell’angolare tramite piccoli fori sul lato verticale.

I rinforzi in piattina sono piegati all’estremità e lavorati a dentini con la smerigliatrice.

Lo spezzone di profilato viene modellato per fare da appoggio al retro dello scarpone.

La base d’appoggio è in vetroresina, a cui si uniscono i lacci in tessuto rivettati e incollati. Sulla ciaspola finita, i ganci da portachiavi si usano come fibbia e il nastro si chiude con il velcro.

Ora che abbiamo realizzato le nostre ciaspole fai da te… siamo pronti per informarci su bellissimi itinerari per ciaspolare 

Come sfruttare lo spazio in mansarda

Mobili bassi per sfruttare lo spazio in mansarda, nel sottotetto, caratterizzato da un soffitto decrescente fino a pavimento

C’è una profondità considerevole prima del perimetro in cui non è possibile mantenere la posizione eretta: mediamente, in base alla pendenza della falda, si può affermare che quando una persona di media statura sfiora il soffitto, ha davanti a sé ancora 80 cm di pavimento.

Basta tracciare in quel punto una verticale e un’orizzontale parallela alla parete per rendersi conto che è quello il primo spazio da utilizzare senza ridurre la libertà di movimento. Occorre comunque rimanere al di sotto delle finestre, per non togliere luce al locale, ma un mobile basso e lungo di queste dimensioni, vera soluzione bricolage, può contenere una marea di roba, se ben ripartito al suo interno.

Tra l’altro, se si tratta di aggiungere interruttori o prese elettriche lo si può fare senza grossi lavori e in modo invisibile: gli impianti possono correre dietro il mobile e i comandi si possono incassare in uno zoccolo superiore. Non occorre realizzare una struttura completa, ma soltanto un telaio suddiviso a scomparti chiuso da cassettoni con un ampio frontale o con antine persianate, facili da reperire già pronte in varie misure. Il lungo top può essere utilizzato per la TV, il computer, l’impianto stereo e se si prevede un piano aggiuntivo estensibile o ribaltabile, ci sta anche un tavolo a scomparsa per due o quattro persone. Tutto senza perdere spazio!

IL PROGETTO

sfruttare lo spazio in mansarda

Pannelli e distanziali

Il montaggio inizia fissando un primo pannello verticale a una delle pareti di lato. Alla parete obliqua, invece, si fissa una striscia di MDF con funzione di distanziale per il montante successivo.

Sotto il bordo del top si avvitano un listello a tutta lunghezza e uno in tratte lunghe quanto i distanziali, aprendo un incastro per il montante. Il top si fissa alla striscia a muro con piastrine metalliche.

a spondina superiore di truciolare nobilitato spesso 40 mm si presta all’incastro di prese di corrente ed eventualmente di interruttori.

L’elemento estraibile

La struttura di arredo della mansarda può essere arricchita con un elemento estraibile: a un pannello frontale vengono fissati una base orizzontale (cui sono avvitate le ruote) e uno verticale (nel centro) che poggia sulla base e regge due ripiani orizzontali a mezza altezza.

Tutti i pannelli sono di MDF; quello frontale è nobilitato e bordato di alluminio e deve prolungarsi verso il pavimento per nascondere le ruote. 

Prima vanno fissati al frontale il pannello di base e quello divisorio lasciandolo debordare verso il basso.

Usando scarti di tavole rettangolari come distanziali, si fissano anche i due ripiani orizzontali.

I bordi superiori dei pannelli frontali vanno rifiniti con angolari d’alluminio e i laterali con piattina d’alluminio.

L’ultima operazione consiste nel fissare le ruote sotto il pannello di base.

LIRA Spazio NT Clima | Ingombro minimo anche con gli scarichi tecnici

LIRA Spazio NT Clima è un sifone per raccogliere oltre alle acque di lavatrici anche la condensa di asciugatrici, condizionatori e caldaie a condensazione, caratterizzato dal minimo ingombro e dalla completa aderenza alla parete in modo da sfruttare del tutto lo spazio a disposizione

I locali tecnici sono sempre più occupati da dispositivi ed elettrodomestici che producono o raccolgono acqua durante il loro funzionamento e non sempre sono previsti gli scarichi a loro necessari. Si tratta di caldaie a condensazione, pompe di calore, condizionatori, asciugatrici, lavatrici ecc. Tuttavia, negli stessi locali, capita che lo spazio non sia mai in esubero, anzi… Per questo motivo è consigliabile l’utilizzo di un sifone come LIRA Spazio NT Clima con la sua gamma di raccordi studiati appositamente per risolvere tutte le possibili combinazioni riguardanti lo scarico nel contesto descritto.

Come tutti gli altri sifoni della linea Spazio NT, anche questo è estremamente sottile, pur garantendo un’efficacia totale. Si sviluppa verso il basso con una parte rastremata a V che porta sul frontale il tappo per l’ispezione e la rimozione dei residui in accumulo. Spazio NT Clima è completo di vari raccordi, per qualsiasi necessità, e di un TEE che ne espande ampiamente le possibilità di collegamento.

Sifone Spazio NT Clima

Nella confezione sono presenti vari tipi di raccordi per qualsiasi combinazione di allacciamento, grazie anche al TEE, con il quale si estende ulteriormente il numero delle utenze collegabili. Vi sono due raccordi singoli a doppio diametro per l’innesto dei tubi (20 e 25 mm), uno diritto e uno curvo a 90°, un raccordo con doppio attacco per tubi di piccola sezione: uno può ricevere tubi da diametro 8 mm a 12 mm, l’altro tubi da diametro 14 a 16 mm. È incluso anche un tappo per chiudere eventualmente un ingresso e l’adattatore per l’innesto del sifone in prese a muro di diametro 40 mm.

Collegamenti e montaggio del sifone

 

  1. Applicare il TEE

    Per applicare il TEE in dotazione ed estendere il numero di ingressi nel sifone, va inserita la guarnizione rossa, che non serve nell’applicazione diretta dei raccordi, i quali sono conformati per provvedere anche alla sigillatura, stringendo la ghiera.

  2. Inserire e stringere la ghiera diserraggio

    Il raccordo ha la base a forma di tronco proprio per aderire in modo progressivo all’apertura di ingresso; basta stringere bene, a mano, la ghiera di serraggio.

  3. Applicare il raccordo nel secondo ingresso del TEE

    Nel secondo ingresso del TEE si può applicare il raccordo a 90° o quello diritto, a seconda delle necessità, oppure applicare il tappo, predisponendo il sifone a ricevere un’ulteriore utenza prevista a breve.

  4. Misurare la profondità utile per l’innesto

    Per l’applicazione del sifone si controlla subito il diametro del tubo a parete e poi la profondità utile per l’innesto del sifone.

  5. Tagliare l’eccedenza del tubo

    Sulla base dei rilievi effettuati, si taglia l’eccedenza di tubo del sifone, in modo che innestandolo la parte posteriore del corpo vada in aderenza più possibile con la parete.

  6. Montare i raccordi sul sifone

    Si montano i raccordi sul sifone. In questo caso è stato applicato il TEE per ricevere contemporaneamente un tubo da 16 mm di diametro e uno da 20 mm. Con il cutter si taglia via la parte di raccordo che non serve.

  7. Innestare il sifone a parete

    Si innesta il sifone nel tubo di ricezione a parete, mandandolo a fondo quanto possibile.

  8. Collegare i tubi

    Si collegano i tubi provenienti, in questo caso, da un’asciugatrice elettrica e da una caldaia a condensazione.

Abat-jour con le ceramiche fai da te

Utilizzando stoviglie di ceramica costruiamo un abat-jour assolutamente originale

Utilizziamo alcune stoviglie e un paralume per realizzare un abat-jour con le ceramiche fai da te. Il cuore dell’insieme è l’asta portante di un vecchio abat-jour (che abbiamo preventivamente disassemblato) entro la quale scorre il cavo di alimentazione e che mantiene in posizione alcuni piatti e tazze in ceramica, oltre a ospitare il paralume. La base dell’abat-jour con le ceramiche è costituita da un largo piatto che conferisce all’insieme una buona stabilità. Per inserire le stoviglie lungo l’asta dobbiamo praticare su di esse altrettanti fori, utilizzando una punta a lancia montata su un trapano fissato sul supporto a colonna. Scolleghiamo il cavo di alimentazione dal portalampada che ricollegheremo dopo aver impilato le ceramiche. Infine montiamo il disco di base della lampada, che viene occultato dal piatto rovesciato.

Cosa si fora la ceramica?

Per forare la ceramica e il vetro serve un particolare tipo di punta da trapano, detta “a lancia”, con forma triangolare. Si poggia la punta nella zona da forare e si aziona il trapano a velocità ridotta. Si procede in questo modo fin quando la punta incide la superficie e penetra nel materiale.

Cosa serve per realizzare l’abat-jour con le ceramiche fai da te:

abat-jour con le ceramiche

  • Paralume per abat-jour
  • Brocca, tazza e piattini
  • Lampadina, filo, spina interruttore, portalampada
  • Nastro per mascheratura
  • Punte da trapano a lancia per vetro e ceramica

Abat-jour con le ceramiche fai da te – Il progetto

 

Costruzione passo-passo

 

In prossimità dei punti in cui dobbiamo forare i piatti e le tazze, disponiamo due strisce incrociate di nastro adesivo per mascheratura così da evitare lo scivolamento della punta del trapano.

Utilizzando il trapano a colonna, che ci garantisce stabilità e precisione, procediamo alla realizzazione dei fori. Impostiamo una velocità di rotazione molto bassa per non surriscaldare la punta.

Prepariamo il cavo di alimentazione tagliando la guaina da rivestimento esterna e quelle interne per mettere a nudo le trecciole. Inseriamo il supporto portalampada sull’asta centrale.

Inseriamo lungo il tubo metallico un anello “o-ring” in gomma (spingendolo sul fondo della brocca) che servirà per stabilizzare perfettamente le stoviglie sull’asta senza eccessivi giochi.

Inseriamo uno a uno le tazze e i piatti lungo l’asta attraverso i fori fatti precedentemente. Possiamo eventualmente passare un po’ di borotalco lungo l’asta per facilitare l’operazione di inserimento.

Colleghiamo il cavo al portalampada serrando i conduttori nei morsetti e lo fissiamo nel supporto. Quindi inseriamo il paralume. Il cavo di terra non serve perché la ceramica non è un conduttore.

Fissiamo la base della lampada avvitandola dal basso all’asta metallica con una rondella e un dado. La base viene a trovarsi nell’incavo di un piatto fondo capovolto e risulta perciò invisibile.

Fai da te Mummy la sedia di design di Peter Traag

Prendiamo spunto da Mummy, ma poi personalizziamo

Ispirata ad una creazione di design, questa comoda e originale sedia, restaurata con sapienza fai da te, può essere realizzata anche in colori diversi.

Restauro completo con smalto

Mummy
Sverniciatura: procuriamoci una vecchia sedia, puliamola bene e togliamo accuratamente  con la carta vetro ogni residuo della vecchia verniciatura.

reparazione: stendiamo una mano di primer ad acqua Paramatti, che costituisce un’ottima base per verniciare il legno ed impedisce successive sfogliature.

Verniciatura: quando il primer è asciutto, stendiamo due mani di smalto ad acqua rosso Paramatti, scegliendo una tonalità uguale a quella del colorante per tessuti.

 

Prepariamo la stoffa e l’imbottitura

Con il colorante per tessuti rosso tingiamo in lavatrice il vecchio lenzuolo, seguendo attentamente le istruzioni sulla confezione.

Una volta asciutto e stirato, tagliamo il tessuto in strisce larghe circa 10 cm, con l’aiuto del cutter a batteria Xeo di Bosch.

Appoggiamo il cuscino di gommapiuma sulla sedia e segniamo il contorno del piano di seduta facendo scorrere un pennarello lungo il perimetro.

Tagliano con un cutter il cuscino lungo il segno tracciato con il pennarello.

Sagomiamo il cuscino stesso arrotondandone il bordo.

Fissiamo il cuscino alla sedia e rivestiamo il piano e lo schienale della sedia con le strisce di tessuto rosso ben tese, come se si trattasse della bendatura di una mummia.

Mummy, design di Peter Traag

Questo progetto si ispira ad una creazione del designer Peter Traag, Mummy, realizzata per Edra. Peter Traag nato nel 1979 a Telegen in Olanda, ha studiato design, prima ad Arnehem, quindi al Royal College di Londra, dove attualmente vive e lavora. Prima del diploma, nel 2003 ha iniziato a collaborare con lo studio Mike Smith per progetti di mostre e allestimenti. Parallelamente ha iniziato a sviluppare i propri progetti di design.  Prima di realizzare industrialmente il suo primo pezzo, Sponge per Edra, ha esposto al design Museum di Londra ed ha lavorato per il British council di Londra.

Installazione piatto doccia a filo pavimento

Si montano facilmente in qualsiasi situazione: ne esistono più versioni, anche per soluzioni ad angolo, e la possibilità di molteplici regolazioni in fase di montaggio li rende compatibili con qualsiasi tipo di rivestimento a pavimento ed a parete.
L’innovazione permette di collocare la zona doccia in qualsiasi punto del bagno, senza vincoli, facilitando inoltre la posa della rubinetteria e dello scarico. Il sistema si presta molto bene anche per gli interventi di ristrutturazione.

PIATTO DOCCIA A FILO

doccia a filo

Il pannello va collocato su una superficie perfettamente piana dopo aver predisposto lo scarico.

L’angolo tra pavimento e pareti va rifinito con una banda isolante.

Sistemato il pannello, bisogna sigillare il perimetro con il set di tenuta a corredo e le superfici adiacenti con malta flessibile; in alternativa si può ricorrere ad un foglio d’isolamento sottile.

Dopo la piastrellatura si inserisce la piletta del sifone, che rimane ispezionabile.

 

LA MEMBRANA LIQUIDA

Speciali prodotti consentono di impermeabilizzare il supporto prima della posa delle piastrelle senza lunghi tempi di attesa. Si tratta di una membrana elastica allo stato liquido, pronta all’uso, da applicare a rullo, pennello o spatola in due mani per uno spessore finale di 0,8 mm, lasciando passare circa un’ora tra una mano e l’altra. Dopo un’ora è in grado di resistere all’acqua piovana e dopo sole 4 ore si può procedere con la posa del rivestimento finale. è a base di resine sintetiche in dispersione acquosa, totalmente priva di solventi.

CON LA RESINA

Una doccia a filo impermeabilizzata correttamente non comporta alcun rischio di infiltrazione quale che sia il rivestimento scelto. Scegliendo la resina si dispone di un rivestimento continuo altamente personalizzabile con il vantaggio che, non essendoci fughe, si elimina la possibilità di annerimenti dovuti a formazioni di muffa ed anche la superficie stessa è totalmente impermeabile.

KIT CON PEDANA

Vi sono diversi set completi per l’installazione di piatti doccia a filo pavimento: un tipo è preassemblato in fabbrica già con pozzetto di scarico Ø 100 mm ed uscita di ABS Ø 50 mm, griglia di metallo cromata 110×110 mm e foglio isolante di PVC. Due le misure della pedana di teak: quadrata da 900×900 mm (isolante 1200×1200 mm) oppure rettangolare da 1200×900 mm (isolante 1800×1200 mm).

Ristrutturare il sottotetto e renderlo abitabile

Ristrutturare il sottotetto e renderlo confortevole non è certo un lavoro da poco. Partiamo da alcuni dati di fatto: non esiste alcun tipo di impianto, occorre un buon isolamento, bisogna far entrare un po’ di luce nel locale ed assicurare il necessario ricambio d’aria. Considerati questi elementi e superata la fase della progettazione degli spazi, l’utilizzo del cartongesso appare l’unica soluzione ragionevolmente possibile. La partizione dei volumi e la finitura, utilizzando i sistemi a secco, è molto più veloce di qualsiasi altra soluzione; il cartongesso possiede già di per sé caratteristiche isolanti termiche ed acustiche; le tramezze non gravano sulla soletta con pesi eccessivi, le crene per gli impianti non servono. La luce che entra dai lucernai, seppur questi abbiano dimensioni ridotte, viene amplificata e diffusa dal bianco continuo delle pareti.

Ristrutturare il sottotetto

CONTROPARETE

Dove il soffitto spiovente incontra il pavimento si realizza una controparete alta una quarantina di centimetri, utilizzando montanti a forma di trapezio rettangolo e listelli, tutto in legno.
In questo spazio, prima di applicare le lastre, si fanno correre i conduttori per varie prese elettriche, le cui sedi si aprono nelle lastre con una sega a tazza.

PARETE DIVISORIA

La costruzione di una parete divisoria non ha in questo caso la sola funzione di ripartire l’ambiente: si tratta anche di nascondere le travi che sostengono il tetto, lasciando volutamente visibili solo gli elementi in posizioni prestabilite.
Lo scopo è anche quello di far correre tubazioni ed impianti all’interno dell’intelaiatura, semplificando notevolmente l’installazione delle diverse utenze.

Pur con tutta la precisione del caso, i tagli sagomati per incassare le travi che devono rimanere a vista comportano fessure più larghe del normale, non colmabili con una semplice stuccatura. Si protegge il legno con nastro per mascheratura e si colmano le fessure con un ricco cordone di adesivo strutturale, facendolo penetrare all’interno.
L’adesivo viene compattato e lisciato con l’aiuto di una spatola, ripetendo più volte l’operazione.

Leggi anche: Come isolare il sottotetto