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Colore e robustezza con le lastre ELYPLAST in vetroresina

Per realizzare coperture e tamponamenti esterni le lastre in vetroresina della gamma Elyplast di Brianza Plastica rappresentano un’ottima soluzione in termini di facilità di posa, durabilità e resistenza sia chimica che meccanica. Oltre ad essere ampiamente utilizzate sia in ambito industriale che agricolo, le lastre e i rotoli della gamma Elyplast sono la soluzione ideale per realizzare tettoie, pergole, box attrezzi, garage, casette per giardini e piccole serre.

I rotoli, traslucidi, sono disponibili piani e ondulati (profilo 76/18); le lastre possono essere opache o traslucide e sono disponibili in diverse varianti di profili, ondulati e grecati, e in diverse misure. Il prodotto viene realizzato tramite processo di laminazione in continuo rinforzando con fibra di vetro, che garantisce proprietà meccaniche nettamente migliori rispetto ad altri prodotti plastici, la resina poliestere.

La resina poliestere utilizzata è stabilizzata UV e l’applicazione di uno strato esterno di una speciale resina isoftalica ­– denominato gelcoat – aumenta le performance del prodotto.

Esempi di profili ondulati e grecati

Gamma ELYPLAST: rotoli e lastre in vetroresina, traslucidi e opachi

Come si posano le lastre ELYPLAST

Foratura sempre sopra un’onda
L’acqua non entra con la guarnizione
L’onda non va schiacciata dalla vite
La marcatura si effettua con pennarello
Per il taglio è ideale un disco per metalli
Sormonto di 2 onde con limitate pendenze

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Protezione e luce con le lastre ELYSOL in policarbonato compatto

Ci sono costruzioni per le quali è determinante la captazione della luce naturale; e non si parla soltanto di serre, ma anche di costruzioni residenziali, per non parlare di costruzioni agricole, industriali e di allevamenti. Per beneficiare dell’illuminazione del sole e nello stesso tempo avere la necessaria protezione dagli agenti atmosferici ci sono le lastre Elysol di Brianza Plastica, utilizzabili come copertura a tetto e in parete; sono fatte in policarbonato e risultano completamente trasparenti, pur garantendo totale resistenza ai raggi UV, robustezza anche agli urti e facilità di lavorazione per il taglio e la foratura per il montaggio.

La lastra Elysol è disponibile con forma ondulata e grecata, in diverse conformazioni e misure, per poter scegliere quella più indicata per le dimensioni e la sagoma del volume da ricoprire.

Onda larga
Onda stretta
Greca

Può essere montata su una struttura di legno o di ferro, con apposite viti e guarnizioni da applicare sull’onda o sulla greca, in modo da garantire totale impermeabilità. Nell’ambito residenziale si possono realizzare serre di qualsiasi dimensione, tettoie per auto, camper, moto ecc, ma anche verande e coperture per terrazzi.

Caratteristiche della lastra ELYSOL

Come si posa

Viti di fissaggio con guarnizioni
Taglio con smerigliatrice angolare
Realizzazione foro
Margine per la dilatazione
Struttura in legno o metallo
Sormonto di testa minimo 120 mm

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Incastro a coda di rondine | Come realizzarlo senza errori

L’incastro a coda di rondine è senza dubbio quello più classico ed esteticamente valido tra gli incastri per legno, ma è abbastanza difficile da realizzare. In questo articolo vediamo come effettuarlo passo-passo, sia a mano che a macchina

L’incastro coda di rondine può essere realizzato a mano o, ancor meglio, a macchina: in entrambi i casi si tratta di un lavoro paziente e di precisione, per il quale è assolutamente necessario non avere fretta. Analizziamo entrambe le situazione nel dettaglio.

Incastro a coda di rondine fatto a mano

I due pezzi che devono essere uniti vanno sagomati in modo complementare e con una buona precisione: tanto i denti (maschi) quanto le cave (femmine) presenti sui pezzi da unire hanno forma trapezoidale. La colla vinilica rende definitivo l’incastro, ma l’unione è già solida di per sé in quanto i due pezzi non sono scollegabili per trazione diretta, ma solo per spostamento laterale di uno di essi.

Questo tipo di unione può essere realizzato solo utilizzando legni duri, che possano essere sagomati con angoli precisi ed essere carteggiati finemente, alla ricerca del massimo contatto e stabilità. Gli scalpelli da utilizzare devono essere perfettamente affilati, mentre la sega è bene abbia dentatura stretta ed efficiente.

Cosa serve per realizzare l’incastro a coda di rondine a mano:

  • Matita
  • Maschera di cartone
  • Sega a lama e archetto a filo
  • Scalpelli a punta piatta
  • Carta vetrata
  • Colla vinilica

Come realizzare l’incastro a cosa di rondine a mano libera utilizzando una dima per incastri a cosa di rondine

coda di rondine a mano libera

  1. Prepariamo una dima di cartoncino rigido lunga quanto la larghezza dei pezzi da unire. Poggiamo la dima sul bordo di un pezzo e tracciamo la sagoma con una matita a mina piatta.
  2. Con una lama a dorso rigido pratichiamo gli intagli seguendo le tracce a matita. Poniamo particolare attenzione all’assoluta regolarità e precisione dell’azione di taglio con la sega.
  3. Le parti che devono essere asportate possono essere tagliate alla base utilizzando un archetto con lama a filo che ci permette anche di rifinire e regolarizzare ulteriormente i tagli.
  4. Le cave tra un dente e l’altro vanno attentamente rettificate con un lavoro di scalpello e raspa. Cerchiamo di rimanere sempre all’interno della traccia a matita per non creare abbondanze di spazio.
  5. Quando un pezzo è finito lo presentiamo contro il pezzo concorrente e sfruttiamo il profilo dei denti e delle cave per tracciare il rimanente profilo da intagliare. Poi procediamo ad aprire le cave.
  6. Con i due incastri pronti proviamo l’assemblaggio. Le imprecisioni che inevitabilmente riscontriamo si eliminano gradualmente con alcuni passaggi di carta vetrata su denti e cave.

incastro

L’unione di due pezzi a 90° (nella versione più semplice) si realizza aprendo, sul bordo del secondo pezzo, una serie di cave uguali ai denti del primo pezzo. L’accoppiamento avviene sovrapponendo i due elementi e incastrandoli, dopo aver spalmato un velo di colla vinilica su tutte le superfici a contatto.

incastri con fresatriceIncastro a coda di rondine fatto a macchina
L’incastro a coda di rondine legno non è tra i più semplici da eseguire a mano libera (cioè con mazzuolo e scalpello), data la notevole precisione con cui devono essere intagliati i denti e le cave che vanno accoppiati nei due pezzi adiacenti. è sicuramente più indicato impiegare la fresatrice verticale equipaggiata con l’apposita fresa e guidata da speciali maschere di taglio. Con questi mezzi l’esecuzione degli incavi e dei relativi denti si effettua con una sola operazione, in quanto i due pezzi vengono accoppiati (di piatto e di testa) durante il lavoro.

Cosa occorre sapere circa l’incastro  coda di rondine fatto a macchina:

  • Le frese per incastri a coda di rondine vengono utilizzate per assemblare componenti di armadi e cassetti. Sono possibili diverse forme di dentellatura: aperte, coperte o semicoperte. Si possono anche realizzare precise scanalature per accogliere listelli di rinforzo (per esempio su tavole di legno massello per impedirne la deformazione).

Cosa serve:

  • Guide a coda di rondie sagomate o banchetto per incastri a coda di rondine
  • Trapano
  • Fresatrice verticale portatile, frese

coda di rondine, incastro a coda di rondine, mobili, incastri, legno

Come realizzare l’incastro a coda di rondine a macchina

coda di rondine a macchina

Sagome guida: sono elementi sagomati in metallo con profilature lungo il bordo, che guidano l’utensile della fresatrice contro i due pezzi di legno su cui ricavare gli incastri. I pezzi, ben squadrati e inseriti nella guida con precisione, con i due lati concorrenti combacianti, si sfalsano di metà della larghezza di un singolo incastro. La fresatrice traccia i solchi muovendosi con precisione all’interno della dentellatura metallica.

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Banchetti guida: più pratici delle sagome guida, accolgono quasi tutte le fresatrici portatili in commercio su un piano scorrevole e bloccano in posizione i due pezzi da lavorare (di vario spessore) in corrispondenza della sagoma da seguire. In una sola passata si possono ottenere maschi e femmine e, con una dima aggiuntiva, le possibilità aumentano, sia come larghezza dei pezzi sia come dimensione singola degli incastri. Gamma Zinken

griglia per trapano

Griglia per trapano: è possibile realizzare gli incastri a coda di rondine per mezzo del trapano, utilizzando apposite griglie-guida che si bloccano al banco, ma lavorando solo su un pezzo alla volta.

Guarda come realizzare un incastro a coda di rondine artigianale

Vuoi realizzare incastri a coda di rondine perfetti ma non hai i materiali? Ecco alcuni consigli per gli acquisti

Silverline 633936 Mortasatrice a coda di rondine, 300 mm
  • Tiene e taglia contemporaneamente i due pezzi
  • Tagli a coda di rondine femminili & maschili
  • Presa salda elimina il rischio di movimento durante la fresatura; Allineamento automatico
  • Accetta legname proveniente da 25-32 mm di spessore
  • La boccola di guida e venduta separatamente
CMT CMT 300 - Sistema juntas universal para encajes
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Festool Fresa per giunzioni a coda di rondine HW S8 D14,3/16/10°
  • Festool Fresa de cola de milano HW S8 D14,3/16/10°
CMT CMT 300-T129 - Molde marron p/encastre cola milano abierta 12.7 mm
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CMT-ENLOCK1 Sistema di giunzione completo
  • Il sistema include la macchina CMT-ENLOCK1 , 50 tasti (CMT-ENLOCK10) e una punta a coda di rondine da 3/8 pollici
  • Crea una falegnameria solida e semplice per una moltitudine di progetti di lavorazione del legno.
  • Il materiale può essere posizionato con precisione nel jig in una varietà di modi.
  • Ideale per unire giunti a T, giunti angolari, giunti a mitra ed è perfetto per serrare la falegnameria da bordo a bordo.
  • Il sistema viene fornito in una custodia con manuale di istruzioni (lingua italiana non garantita).
Faithfull TC 13.2MM - Fresa con incastro a coda di rondine
  • Il carburo di tungsteno Rondine di taglio progettato per essere usato congiuntamente con sagome coda di rondine, producendo
SERRUCHO EBANISTA MANGO REVE 2
  • Può far risparmiare molto spazio, in officina o a casa
  • Colori moderni con rivestimento particolare
  • Combinazioni di design diverse
  • Prodotto multi-uso, robusto e durevole

QuickFix di GROHE | Rinnovare bagno e cucina con semplicità

La nuova gamma QuickFix di GROHE per rinnovare bagno e cucina in modo facile e veloce!

I prodotti della gamma QuickFix offrono una soluzione facile e conveniente per rinnovare il bagno o la cucina e contengono QuickTool, QuickGuide e QuickVideo, un kit personalizzato che rende l’installazione di nuovi rubinetti incredibilmente semplice. Lo strumento 3in1 QuickTool combina tutti gli attrezzi necessari per installare o manutenere un rubinetto per il bagno della gamma GROHE QuickFix. Per i miscelatori da cucina, invece, il sistema di fissaggio è super facile e non sono necessari altri strumenti. Le QuickGuide, manuali chiari e semplici completi di immagini, guidano l’utente passo dopo passo durante l’installazione.

I QuickVideo sono tutorial con suggerimenti e trucchi utili, accessibili tramite un codice QR stampato sulla guida o sulla confezione del prodotto. La nuova linea GROHE Start – che offre tutti i vantaggi della gamma QuickFix – è la scelta ideale per coloro che vogliono dare un look fresco e rinnovato al bagno e alla cucina. La linea per il bagno offre una vasta gamma di rubinetti dal design moderno in diverse dimensioni, anche in versione con bocca estraibile per il massimo confort e praticità.

Con GROHE QuickFix i progetti di ristrutturazione fai da te sono facili da realizzare anche in cucina. Combinando praticità e design distintivo, il nuovo GROHE Start per la cucina offre la massima funzionalità senza rinunciare allo stile.

Preferisci guardare i video tutorial? Basta scansionare il QR-Code con il tuo smartphone e il team QuickFix ti guiderà attraverso l’installazione con suggerimenti e trucchi utili, adatti anche per i meno esperti.

Nelle confezioni dei miscelatori per lavabo QuickFix, trovi anche il QuickTool, uno strumento che rende l’installazione estremamente facile, combinando tutti gli elementi di cui hai bisogno per montare il tuo rubinetto in bagno.

Non sopporti di sfogliare lunghi manuali di istruzioni? La guida QuickGuide, un manuale di installazione chiaro e semplice da comprendere, rende il tuo progetto il più semplice possibile, facilitando l’installazione.

In bagno

Nell’ambiente bagno, l’installazione di un nuovo rubinetto della linea GROHE Start, è resa particolarmente semplice dall’utilizzo del QuickTool, uno strumento di installazione 3in1 che integra una chiave a bussola da 13 mm per il fissaggio del rubinetto; una chiave da 19 mm per stringere i tubi flessibili e una chiave da 22 mm per effettuare una periodica manutenzione al rubinetto (ispezione del rompigetto). Inoltre, con i manuali QuickGuide e i tutorial QuickVideo è tutto ancora più semplice.

In cucina

Con GROHE QuickFix i progetti di ristrutturazione fai da te sono facili da realizzare anche in cucina. Combinando praticità e design distintivo, il nuovo GROHE Start per la cucina è progettato per garantire la massima funzionalità senza rinunciare allo stile. Grazie al semplice sistema di montaggio integrato FastFixation Plus, l’installazione non richiede l’uso di attrezzi. Con il suo design elegante, la rubinetteria Start diventa la protagonista della cucina in tutte le attività quotidiane intorno alla zona lavello.

Con i nuovi Giraviti Torx cresce la gamma di utensili Fervi

Robusti, pratici ed ergonomici i nuovi Giraviti Torx dell’azienda emiliana rispondono alle esigenze professionali di officina e manutenzione, ma con un rapporto qualità/prezzo che li rende idonei anche per gli hobbisti e il fai da te più evoluto

Realizzati in cromo-vanadio, i giraviti C881- e C881/006 sono dotati di punta magnetica fosfatata di colore nero che garantisce la massima precisione di utilizzo, grazie anche all’impugnatura bicomponente che abbina l’elasticità della resina TPR alla resistenza al grasso tipica del polipropilene, garantendo così un grip ottimale in ogni condizione d’uso.

Attraverso un pratico foro sul manico, questi giraviti possono essere comodamente appesi in officina per tenerli sempre a portata di mano ma anche per rendere l’ambiente di lavoro più ordinato e professionale grazie all’elegante design bicolore in grigio e azzurro Fervi.

I Giraviti Torx C881-, disponibili nelle misure da T7 a T40, completano la gamma dei giraviti Fervi (a taglio, a croce ph/pz e da elettricista) e sono acquistabili singolarmente, oppure nella versione C881/006 in un pratico kit che, al prezzo consigliato di 10,50 Euro, contiene le misure T10, T15, T20, T25, T27 e T30.

Sul sito www.fervi.com è disponibile il catalogo completo dei prodotti, e nella sezione “Dove acquistare” è possibile trovare tutti i rivenditori sul territorio a cui rivolgersi per l’acquisto.

UniversalHumid di Bosch | L’umidità del legno è sotto controllo!

UniversalHumid permette di misurare e visualizzare sul display l’umidità del legno in modo semplice e immediato, attraverso una sonda con puntali; al fine di garantire la massima accuratezza nel rilevamento, è possibile selezionare due diversi gruppi di legno

Sono molte le situazioni in cui non si deve sottovalutare la percentuale di umidità del legno: quando si deve avviare un progetto di costruzione, procedere con la stesura del parquet, sapere se una superficie è pronta per la finitura, capire se in un ambiente ci sono le condizioni per l’accumulo di condensa, quindi di sviluppo di muffe, non ultimo, se la legna da ardere è sufficientemente secca ecc. In tutti questi casi si rivela utile il rilevatore Bosch UniversalHumid, impostabile con due campi di misurazione per meglio adattarsi al tipo di legno da analizzare: legno di tipo A (acero, betulla, larice, abete americano, ciliegio, abete rosso), con range di rilevazione compreso fra il 7,1% e il 74,7%, e legno di tipo B (frassino, pino, quercia, noce, faggio), con range compreso fra il 6,4% e il 61,9% di umidità.

Se non si conosce il legno da misurare, va tenuta l’impostazione sul tipo A. Lo strumento funziona tramite due puntali che vanno inseriti nel materiale per 3-4 mm, mentre il display mostra in modo molto intuitivo la misurazione effettuata. Il rilevatore di umidità UniversalHumid ha un prezzo consigliato al pubblico di euro 41,99.

La funzione Autotest verifica il funzionamento dello strumento di misura ed effettua la taratura. Per eseguirla si usa il cappuccio di protezione, appoggiando i puntali sugli appositi contatti metallici: il valore rilevato deve rientrare nei parametri ammissibili, indicati nel manuale.

Per affrontare lavori di costruzione, montaggio o ripristino di manufatti in legno va valutato il contesto in cui si opera: interni o esterni. Per ogni situazione ci sono valori di riferimento ideali dell’umidità, che permettono di non avere sorprese. In taluni casi, come quello dell’applicazione di un parquet, il rigore è d’obbligo. Si tenga conto che va sempre considerata una tolleranza di un ± 3% di scostamento dai valori indicati.

Facendo riferimento ad una casa, i tavoli, le sedie, gli armadi e anche le travature, dovrebbero aggirarsi intorno al 9% di umidità se si tratta di un ambiente riscaldato; in mancanza di riscaldamento, invece, il valore di riferimento è 12%. L’applicazione di un parquet va eseguita con legno la cui umidità è al 9%.
La valutazione dell’umidità della legna da ardere, spesso non considerata, è molto importante per avere massima efficienza di combustione e non imbrattare la canna fumaria, che va incontro ad accumulo di scorie sulle pareti. L’umidità del legno per questo uso deve avere una percentuale massima del 22%, ma ideale è un valore inferiore al 17%.
In esterni, i manufatti possono essere parzialmente protetti da tettoie o pergole; in questa situazione il valore di umidità ideale per la lavorazione si attesta attorno al 15%, tranne le pavimentazioni che dovrebbero stare attorno al 12%. Le costruzioni totalmente esposte hanno valori ideali dal 18% (case e box in legno) a un massimo del 20% (assiti).

Kwb | Lunga tradizione tedesca negli strumenti di misura

Un’ampia gamma di strumenti di misura adatti a tutte le rilevazioni del caso, usati da artigiani e professionisti in tutti i settori operativi. Facciamo una breve carrellata, mostrando le fasi di utilizzo di alcuni strumenti, scelti fra i più classici e altri meno conosciuti

Se nel campo degli orologi è di uso comune il neologismo “precisione svizzera”, in quello della tecnologia tout-court hanno sempre avuto una posizione primaria i tedeschi. La precisione senza compromessi è una caratteristica imprescindibile per tanti attrezzi di uso comune, ma ancora di più questo principio vale per gli strumenti di misura.

Kwb è un’azienda tedesca che gli artigiani e i fardasé conoscono bene per la qualità degli accessori che ha sempre prodotto. Acquisita da Einhell, la casa madre ha valorizzato ulteriormente il core business di kwb che oggi vanta un catalogo vastissimo di accessori e utensili manuali, di qualità elevata, sviluppati per il settore fai da te e quello professionale.

  • Goniometro tracciatore

    Strumento di misura molto efficace, che permette di rilevare la misura di un angolo, bloccare con la manopola la misurazione, riportarla sul modello da ripetere senza alterazioni del dato. La particolare conformazione dello strumento permette anche di tracciare le linee sui vari supporti. Euro 4,80
    goniometro kwb

  • Falsa squadra

    Altro strumento di misura per la rilevazione degli angoli, ma questa volta senza il dettaglio del valore. È sostanzialmente utile per “copiare” l’angolo e riportarlo su un supporto o un pezzo grezzo al fine di riprodurne l’identico andamento. Euro 9,95
    falsa squadra kwb

  • Squadra da carpentiere

    Squadra di metallo, di dimensioni medie o grandi, con o senza risvolto di battuta sul lato corto. Molto utili le asole che permettono marcature su valori standard, come anche di tirare linee parallele al bordo, sul valore selezionato. Questo avviene mettendo la punta della matita in un’asola e trascinando la squadra tenendola contro il bordo. Euro 2,95
    squadra da carpentiere kwb

  • Livella con il cordino

    Si tira il cordino, tendendolo bene, fra un elemento di riferimento e un paletto piantato a terra; la livella serve per verificare che il cordino sia orizzontale. In questo modo si possono erigere pareti con mattoni, blocchetti, ma anche tavole di legno, sicuri che ogni corso sia perfettamente in piano. Euro 4,95
    livella con corda kwb

  • Metro a rotella per spazi ampi

    Disponibili in varie lunghezze, i metri a rotella sono indispensabili quando le distanze si fanno corpose. Questo accade solitamente prendendo misure in esterni, per esempio in cortile, sulle terrazze, in giardino, per valutare quantitativi di prodotti da stendere o di materiali per fare una costruzione o un allestimento. Da Euro 15,00
    metro a rotella kwb

  • Misuratore di umidità

    Per conoscere il tasso di umidità di materiali come il legno, suoi derivati e delle superfici in genere, anche costituite da materiali edili. Lo strumento ha due puntali di rilevazione e un ampio display LCD che mostra in modo intuitivo il valore misurato. Euro 28,95
    misuratore di umidità kwb

Risolvere i muri crepati

Case sicure o castelli di carte?

Dalle grotte preistoriche alle moderne abitazioni, l’uomo ha mantenuto il bisogno di un rifugio che lo facesse sentire al sicuro. Oggi spesso serve ricorrere a sistemi d’allarme e telecamere per proteggersi dal mondo esterno, dimenticando che la presunta roccaforte può nascondere una potenziale trappola.

Il riscontro di errori costruttivi, le modifiche della struttura e gli eventuali eventi sismici rendono obbligatoria una verifica della solidità dell’edificio, ma anche la comparsa di crepe non dev’essere sottovalutata: quest’ultima denota quasi sempre un cedimento delle fondazioni che richiede opere di consolidamento del terreno su cui insiste la casa.

Per conoscere il livello di solidità di un edificio occorre anzitutto risalire all’epoca di costruzione ed ai materiali utilizzati, ricostruire storicamente l’uso che ne è stato fatto e le eventuali modifiche apportate nel tempo. Si analizza ogni singolo componente orizzontale e verticale utilizzando diverse tecnologie che permettono di esplorare le cavità con sonde, simulare onde d’urto, effettuare prelievi da sottoporre a test di compressione.

Fessure o crepe vengono valutate visivamente e, talvolta, monitorate con un sistema piuttosto semplice: in una crepa profonda viene murato un pezzo di vetro in posizione verticale, la crepa viene lasciata a vista e se nell’arco di alcune settimane la “spia” di vetro si rompe vuol dire che c’è stato un movimento della struttura.

Tutte le analisi del caso vanno affidate ad un professionista riconosciuto che redige una relazione dettagliata del livello di sicurezza con l’elenco ed il dimensionamento degli interventi da eseguire, siano essi migliorativi, di riparazione o di adeguamento, specie per modifiche che abbiano comportato un aumento superiore al 10% del carico sulle fondazioni. Nella relazione viene inoltre specificato se occorre effettuare un collaudo a fine lavori.

IL TETTO
Le strutture non devono essere spingenti e sono da preferire quelle di legno, più leggere ed elastiche rispetto al cemento. In zone che hanno subìto eventi sismici, queste ultime hanno fatto riscontrare danni maggiori; inoltre, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, possiedono buona resistenza al fuoco.
IL SOLAIO
Se è di legno e manifesta tendenza a flettersi si possono inserire ferri piatti nei punti di maggior flessione, direttamente nelle travi; nel complesso, quale che sia la sua natura, non dev’essere troppo rigido per non trasmettere le sollecitazioni orizzontali ai muri portanti.
I PILASTRI
Se alle estremità presentano fessurazioni è un segnale di cedimento dovuto alle sollecitazioni cui sono sottoposti (schiacciamento); si applicano rinforzi metallici al loro perimetro, di tipo diverso a seconda che siano o meno isolati e di come sono collegati ad altre strutture.
ARCHI E VOLTE
Queste strutture spingono lateralmente sulle murature tendendo ad allontanarle; si compensa con l’inserimento di tiranti metallici o con una tecnica di consolidamento che prevede la sostituzione di piccoli tratti orizzontali lesionati con altri nuovi e più tenaci.
I COLLEGAMENTI
Eventuali rinforzi sono da valutare caso per caso ed in base alle porzioni di struttura da stabilizzare (muri, solai, pilastri, con relative parti adiacenti orizzontali o verticali); se la qualità della muratura non è buona bisogna effettuare una bonifica della parte interessata.
LE FONDAZIONI
Il cedimento della struttura, per motivi geologici o indotti da opere mal eseguite, è segnalato da crepe, come se la casa si strappasse. Si consolidano le fondazioni con l’inserimento di micropali, o iniettando speciali resine per riempire i vuoti creatisi.

QUANDO E PERCHÉ LSI VERIFICANO MURI CREPATI

Nessuna fessurazione o crepa più che superficiale, ovvero estesa oltre lo strato di finitura, va sottovalutata. Le più significative sono quelle che si estendono in diagonale sul muro partendo da un angolo, ad esempio quello superiore delle spalline dei serramenti, in quanto identificano quasi sempre un cedimento della fondazione. Pur avendo costruito secondo le regole e con una corretta analisi geologica del terreno, questo può succedere a causa di forti infiltrazioni nel sottosuolo, crescita radicale di piante o vibrazioni significative, come quelle prodotte da tratti ferroviari adiacenti.

Isolamento con pannelli in facciata

Inizialmente, realizzare un rivestimento a cappotto richiedeva di rinunciare ad una finitura “rustica” dell’abitazione: ai pannelli isolanti non era consigliabile applicare pietre o mattoni, l’alternativa era il cappotto interno, con riduzione dei volumi ed efficacia inferiore.

Tra i sistemi che hanno permesso di superare questo ostacolo, Isovista® è una soluzione che merita di essere presa in considerazione: si realizza l’isolamento termico e si dispone già della finitura a mattoni con un’unica posa. I pannelli di materiale isolante sono già forniti con un rivestimento di listelli di terracotta dello spessore di 20 mm che hanno l’aspetto di veri mattoni e mantengono inalterate le proprie caratteristiche nel tempo, insensibili al gelo ed agli agenti atmosferici.   

Lo spessore del materiale isolante (polistirene espanso) è compreso tra 30 e 120 mm per soddisfare le diverse esigenze ed il peso complessivo varia, di conseguenza, tra 27 e 29 kg/mq. I bordi verticali sono sagomati ad incastro e facilitano la tipica posa “a mattone” fornendo anche una valida guida nell’avanzamento del lavoro; ciascun pannello lineare misura 100×60 cm ed ha un peso compreso tra 14,5 e 15,5 kg, pertanto risulta abbastanza maneggevole in fase di posa. Inoltre, è disponibile uno speciale elemento sagomato a 90° per il rivestimento degli spigoli.

Isovista® è perciò una valida alternativa, se l’estetica lo consente, al cappotto tradizionale che prevede, dopo il fissaggio dell’isolante, l’armatura dei giunti con successiva intonacatura, rasatura e finitura superficiale, comportando una dilatazione dei tempi di posa. Dopo l’incollaggio i pannelli Isovista® vanno stabilizzati con tasselli inseriti in punti prestabiliti e le teste delle viti si ricoprono con speciali tappi; la stuccatura delle fughe conclude definitivamente il lavoro. Mister Brick (www.isovista.com)

  1. Iniziare in perfetta linearità è fondamentale: occorre fissare esattamente in bolla il profilo di partenza lungo tutto il perimetro.
  2. Il collante va steso a strisce su tutto il perimetro del pannello, più tre fasce centrali per garantire una perfetta adesione.
  3. Dovendo rivestire superfici ortogonali si inizia sempre dallo spigolo; il pannello va premuto energicamente con le mani.
  4. Si fora il muro attraverso le rondelle di ancoraggio, si inseriscono le viti con i tasselli e si fissa stabilmente il pannello.
  5. I pannelli possono essere tagliati nella misura voluta utilizzando una mola con disco per pietra, rifinendo con un segaccio.
  6. Il taglio verticale permette di concludere il rivestimento con perfezione in corrispondenza di angoli interni.
  7. Prima di passare alla fila superiore, il bordo va cosparso di collante per evitare la formazione di ponti termici.
  8. Si completa con la preparazione dello stucco e la fugatura, spianando la superficie e completando con spazzolatura.

Il rivestimento Isovista® può essere utilizzato anche per isolare i muri perimetrali dall’interno; si può fare ricorso a pannelli di basso spessore ed ottenere al contempo una parete dal piacevole aspetto rustico.

Muretto prefabbricato per il giardino

850-0-muragliaIMGUna “muraglia” prefabbricata

Il muro di cinta viene preparato in azienda, trasportato sul posto e poi montato. Non è uno scherzo, è un vero muro di cemento, intercalato da pilastri che possono avere forma quadrata o esagonale, ma non sono necessarie lunghe fondazioni e casseforme per le gettate, i corsi di mattoni o pietre sono perfettamente allineati ed a piombo. 

La recinzione modulare cementizia Recap è formata da pannelli lunghi 4 metri con altezza compresa tra 1,50 e 2,45 metri, proposti con diverse estetiche per potersi integrare tanto in un contesto rurale quanto in uno moderno. La struttura di conglomerato cementizio armato permette di contenere lo spessore in soli 12,5 cm, la finitura può essere mono o bifacciale ed i pilastri portanti hanno una sezione di 40×40 cm. 

I materiali utilizzati sono specifici per garantire una lunga durata all’esterno; la soluzione a mattoni può mantenere l’aspetto fugato classico oppure l’intero manufatto può essere colorato con pigmenti in diverse cromie, concordabili con il cliente.
La prefabbricazione offre il vantaggio di poter garantire la qualità dei materiali ripetuta nel tempo: non è cosa da poco poter vedere già prima della posa quale aspetto avrà la recinzione, senza contare che i disagi ed i tempi di posa si riducono drasticamente. I prezzi variano a seconda della finitura e dell’estensione della recinzione, con o senza posa in opera da parte dell’azienda.
Recap

  1. Nei punti prestabiliti per la collocazione dei pilastri occorre realizzare i plinti 60x60x60 cm nei quali si inseriscono i tondini di ferro ø14 mm che costituiscono l’armatura dei pilastri.  
  2. I pannelli di calcestruzzo vengono sollevati con l’ausilio di una gru e posizionati facendoli scorrere nelle scanalature dei pilastri.
  3.  Normalmente si procede in sequenza (pilastro-pannello-pilastro e via di seguito); i pilastri sono attraversati per tutta la lunghezza da una cavità di 9×9 cm che ospita i ferri d’armatura.
  4. Entro la cavità va poi colato il cemento. 
  5. Il posizionamento del “cappello” su ciascun pilastro con una modesta quantità di malta conclude il lavoro.
  6. Il muretto prefabbricato è stabile e duraturo.