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Lastra Knauf GKB Advanced | Dividere una stanza con una parete a secco

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Per costruire una semiparete abbiamo utilizzato la nuova lastra knauf gkb advanced, più leggera a parità di spessore, ma con prestazioni migliorate

Insieme alla facilità di lavorazione e alla pulizia di cantiere, la leggerezza è da sempre un punto di forza dei sistemi costruttivi a secco, sia nelle fasi costruttive sia nell’incremento di carico del lavoro finito sulle strutture, fattore importante dal punto di vista antisismico.
Da alcuni mesi, inoltre, ci si può avvalere di una nuova lastra in gesso rivestito, la lastra Knauf GKB Advanced, la cui struttura modificata ne riduce ulteriormente il peso e ne incrementa alcune prestazioni: nell’utilizzo si traduce in minor sforzo e maggiore velocità di posa, nella logistica significa poter trasportare più lastre a parità di carico (quindi inquinare meno). Il minor impatto ambientale è dato inoltre dalla minore necessità di materia prima, minor volume da smaltire a fine vita del prodotto e dal ciclo produttivo che richiede minor calore nella fase di cottura del gesso.
Per valutare sul campo le prestazioni della nuova lastra, siamo andati alla scuola di posa di Knauf a Milano e abbiamo seguito le fasi costruttive di una tra le strutture più comuni che vedono l’impiego dei sistemi a secco: una parete divisoria con inserimento in intercapedine di uno strato isolante, realizzata in doppia lastra su entrambe le facce per ottenere una struttura idonea a sostenere carichi e a resistere meglio agli urti. Come sempre l’intercapedine generata dall’orditura metallica può essere utilizzata per la stesura di nuovi impianti: bisogna solo avere l’accortezza, nell’installazione dei montanti, di posizionarli con le aperture circolari funzionali al passaggio di tubi o guaine in basso o in alto, a seconda di come si sviluppa l’impiantistica.

I plus della lastra Knauf GKB Advanced

La nuova tecnologia Li-Tek permette di modificare la struttura molecolare della lastra rendendola più leggera per via della riduzione di massa: lo abbiamo verificato pesando una lastra Knauf GKB standard e una lastra Knauf GKB Advanced, entrambe da 1200×2500 mm, e la differenza di peso significa, in un lavoro continuativo, movimentare fino a 250 kg in meno in un giorno.
La minore massa rende la GKB Advanced più resistente allo stress meccanico e al fuoco: in una parete Knauf W112 come quella realizzata (singola orditura metallica e rivestimento in doppia lastra su entrambi i lati) si passa dai 60 minuti di resistenza al fuoco della lastra GKB standard ai 90 minuti della GKB Advanced. La nuova lastra, con bordi AK (assottigliati), è disponibile nelle dimensioni 1200X2000/2500/3000 mm, nello spessore di 12,5 mm.

Orditura e posa lastre

Tempo richiesto: 2 ore

  1. Predisporre le guide e i montanti

    Il lato inferiore delle guide e dei montanti a contatto con la muratura va rivestito con nastro adesivo acustico prima del loro fissaggio. Tracciati gli allineamenti, si fissano in sequenza la guida a terra, il montante a parete (che fa da riferimento e supporto per il terzo elemento), la guida a soffitto e l’eventuale montante terminale, se si tratta di una semiparete. Si inseriscono poi i montanti intermedi (interasse 60 cm) e si fissano alle guide in alto e in basso tramite punzonatura, esattamente a piombo. I montanti vanno tagliati con uno scarto di 1 cm per assorbire le vibrazioni; lo scarto va lasciato in alto, in basso devono appoggiare per garantire la portanza.

  2. Fissare le lastre

    Le lastre si appoggiano alle strutture, si rialzano da terra con il sollevalastre e si fissano con alcune viti prima di rimuovere il sollevalastre, poi si completa il fissaggio mantenendo un interasse di 40 mm tra le viti.

  3. Sfalsare in verticale gli strati di lastre

    Gli strati di lastre devono essere sfalsati in verticale sia su uno stesso lato sia un lato rispetto all’altro. Ciò significa che lo schema di posa del primo strato da un lato deve corrispondere al secondo sul lato opposto e viceversa; questo assicura la massima compattezza della parete. Pertanto, uno dei due strati si inizia con mezza lastra tagliata longitudinalmente.

  4. Stuccare i giunti

    Al termine si esegue la stuccatura dei giunti, annegando nello stucco l’apposito nastro in carta speciale Kurt, e delle teste delle viti. Nell’angolo tra parete e soffitto, prima di stuccare, si stende il nastro preincollato di separazione (Trennfix).

Resistenza agli urti e ai carichi

A scopo dimostrativo, per testare la resistenza della parete in doppia lastra GKB Advanced, in conformità con la normativa, sono stati effettuati due test. Quello relativo alla resistenza agli urti ha previsto il lancio contro la parete, da una distanza di circa 150 cm, di un peso di 5 kg; nella fattispecie è stato utilizzato un sacco di stucco Uniflott e a seguito dell’urto la superficie non ha subito il benché minimo danno.
Per il test di resistenza ai carichi, al centro dello spazio tra due montanti è stato inserito un tassello Hartmut, che si espande in intercapedine ed è provvisto di un piedino che si appoggia alla faccia interna della lastra. Al gancio inserito nel tassello sono stati appesi ben 50 kg (due dischi per bilanciere da 20 kg + due da 5 kg) e, dopo averli lasciati appesi diversi minuti, non si è manifestato alcun segno di cedimento.

Lo strato isolante

Qualora fosse necessario isolare acusticamente i locali, prima di rivestire l’altro lato della parete si inseriscono in intercapedine i materassini nudi in lana minerale Mineral Wool, semplicemente pressandoli tra i montanti. La resina legante di questi pannelli è di origine vegetale, priva di formaldeide, acrilici e fenoli. I pannelli sono incombustibili e assicurano anche un buon isolamento termico. In questa fase è altresì possibile predisporre i tubi corrugati per una diramazione dell’impianto elettrico; nelle lastre andranno poi aperte di conseguenza le finestrature per le scatole elettriche per interruttori e prese. Nella parte bassa dei montanti si notano le aperture circolari per il passaggio degli impianti da una sezione all’altra della parete.
Nel rivestimento e nella stuccatura si ripetono le fasi precedenti, con gli sfalsamenti descritti.
Nel nostro caso si tratta di una semiparete divisoria, perciò la struttura va rivestita anche di testa con una striscia di lastra tagliata a misura. Prima della stuccatura di questa parte, gli spigoli vanno protetti con i profili paraspigoli in lamiera d’acciaio zincata.

Isolastre Knauf XPS | Isolamento efficace dall’interno

Realizzare un cappotto esterno per migliorare l’isolamento termoacustico non è sempre possibile, oltre a non essere risolutivo in tutte le situazioni; si può ovviare rivestendo con le speciali Isolastre Knauf le pareti interne

Vincoli architettonici e disaccordi tra condomini complicano la possibilità di isolare molti edifici dall’esterno, senza contare che oneri, permessi e opere accessorie (in primis i ponteggi) fanno lievitare notevolmente il costo dell’intervento. Va inoltre ricordato che il cappotto esterno porta sì una significativa riduzione delle dispersioni attraverso l’involucro, ma lascia irrisolte le problematiche di isolamento termoacustico tra unità abitative confinanti, vani scale e altri locali di servizio degli edifici.

Le Isolastre Knauf sono lastre di gesso rivestito, accoppiate con materiali isolanti, diversi per natura e disponibili in più spessori, che si applicano per incollaggio al lato interno delle pareti con una trascurabile riduzione dei volumi a fronte di un consistente e immediato miglioramento delle prestazioni termoacustiche; la loro posa è rapida e avviene in modo pulito, senza interferire in modo significativo con le attività degli occupanti. Cosa non da poco, l’intervento non comporta costi aggiuntivi e, oltre al miglior comfort, incrementa il valore commerciale dell’immobile.

Ecco la corretta modalità di posa in corrispondenza di angoli e spigoli, prendendo come spunto il caso tipico di un pilastro tra due pareti ortogonali.

Preparare il supporto

Per garantire un’ottimale presa del collante, il sottofondo va preventivamente trattato con un primer di tipo diverso a seconda che si tratti di un supporto assorbente o impermeabile. Il primo è Knauf Grundiermittel, a base di resina sintetica e altamente resistente agli alcali; se invece si ha a che fare con superfici molto lisce e con bassa capacità di assorbimento, occorre pretrattare con Knauf Betokontakt, a base di sabbia, quarzo e materiale sintetico, resistente agli alcali. Entrambi possono essere applicati a rullo, a pennello o a spruzzo.

Il taglio manuale delle isolastre Knauf XPS

I tagli di modesta entità, come quello della parte eccedente in altezza di uno degli elementi che avvolgono il pilastro, si eseguono più rapidamente a mano.

Si pone la lastra capovolta e si affonda il cutter nello spessore dell’isolante, facendolo correre lungo una staggia o una livella metallica, fino a incidere la lastra di cartongesso; si solleva la lastra in costa e si piega nel senso opposto a quello del taglio.

Si completa il lavoro tagliando lo strato di cartongesso con il cutter e rifinendo i bordi della zona di frattura.

Isolastre XPS in gesso e polistirene

Sono una perfetta combinazione di materiali che non rilasciano sostanze nocive e coniugano la capacità igroscopica del gesso con l’elevata resistenza termica e all’umidità del polistirene. Ottime prestazioni termiche, buona resistenza alla compressione, minore permeabilità all’aria, velocità e semplicità d’installazione.

In presenza di elementi architettonici, come i pilastri, è consigliabile iniziare da questi la posa dei pannelli. Volendo mantenere la continuità dell’isolante, per realizzare l’angolo A si asporta una striscia di solo cartongesso larga quanto lo spessore totale della lastra aumentato di 5-7 mm (spessore della colla); per realizzare lo spigolo B si asporta una striscia di isolante pari allo spessore totale della lastra (senza considerare la colla).

Tempo richiesto: 2 ore

 

  1. Tagliare la lastra

    Per il taglio serve un supporto piano e rigido posto su due robusti cavalletti. Utilizzando la sega circolare munita di guida e regolando correttamente la profondità è possibile asportare solo una striscia di lastra, senza rovinare l’isolante.isolastra knauf xps

  2. Staccare l’isolante dalla lastra di cartongesso

    Allo stesso modo, per l’accoppiamento negli spigoli, si può tagliare l’isolante senza incidere la lastra di cartongesso. Per completare il distacco dell’isolante dalla lastra di cartongesso basta far scorrere la lama della spatola tra i due materiali.isolastra knauf xps

  3. Predisporre per l’incollaggio

    Per l’incollaggio si utilizza l’adesivo in polvere miscelato in acqua. Si marcano i punti in cui depositare i plotti, con interasse di circa 40 cm e si stende in ogni punto una spatolata sottile di colla per saturare l’isolante.

  4. Disporre i plotti

    L’interasse tra i plotti va ottimizzato caso per caso. Il consumo di colla è di circa 4-5 kg/m2.isolastra knauf xps

  5. Porre la lastra a terra

    Prima di applicare la colla, è preferibile porre la lastra a terra il più vicino possibile al punto d’installazione perché i plotti comportano un notevole aumento di peso.isolastra knauf xps

  6. Premere contro la parete

    La isolastra Knauf XPS va premuta contro la parete e battuta con il palmo della mano; con una lunga staggia munita di fiala la si assesta fino a quando risulta in bolla in orizzontale, in verticale e in diagonale.

Rinforzo, rasatura e nastri

Se si utilizza lo stucco Fugenfüller, ad ultimazione della fase di spolvero superficiale sull’acqua, occorre attendere un paio di minuti prima di amalgamare.

Prima di procedere alla fase di applicazione dello stucco, il paraspigoli viene tagliato considerando 1 cm in meno rispetto alla lunghezza effettiva. Si stende un primo velo di stucco dall’alto verso il basso, su entrambi i lati dello spigolo.

ll paraspigoli, ripiegato lungo la nervatura centrale, va fatto aderire allo stucco mantenendolo a filo del soffitto. Si preme il paraspigoli sullo stucco con la lama della spatola.

Per sfumare il sottile dislivello viene effettuato un secondo strato con ampiezza maggiore.

La striscia di nastro Kurt va tagliata prima dell’applicazione perché occorre ripiegarla in mezzeria. Nei nastri in rotolo, va ricordato che è sempre la faccia esterna che va rivolta a parete. Con la spatola occorre far aderire il nastro a destra e a sinistra evitando grinze, poi si ripassa con lo stucco.

Con lo stesso nastro si armano i giunti piani tra le lastre.

Se il soffitto è in muratura e non è prevista la realizzazione di un controsoffitto, prima di incollare le lastre bisogna rivestire l’angolo tra parete e soffitto con il nastro separatore Trennfix.

Set di sgorbie per tornio, per iniziare e imparare

Quattro utensili che non possono mancare nella dotazione di chi tornisce, soprattutto per chi inizia e deve fare pratica con le lavorazioni

In tutte le specifiche lavorazioni dei materiali c’è sempre una dotazione di base che non può mancare; nel caso della tornitura, oltre alla macchina e agli accessori di presa sul pezzo (mandrini, contropunte ecc), ci sono gli utensili da taglio. Abbiamo identificato quattro sgorbie per tornio che sicuramente sono fondamentali per l’esecuzione del lavoro, sia da parte del neofita, sia del professionista. Tutti, anche coloro che lo fanno solo per passione, con il tempo vedono aumentare la dotazione dei propri strumenti, cosa che avviene passando a lavorazioni più complesse, ma resta il fatto che all’inizio di qualsiasi progetto servono sempre quelli di base.

Il set indispensabile di sgorbie per tornio

Le quattro sgorbie che indichiamo sono: la sgorbia per sgrossatura, la sgorbia per profilare, la sgorbia a unghia per esterni e interni e il bedano. È evidente che le quattro indicate sono fondamentali, ma sicuramente non sufficienti ad affrontare tutti i lavori, per i quali possono essere necessari altri ferri, che mano a mano ci si deve procurare.

Questi sono ideali per imparare, se ci si sta avvicinando per la prima volta alla tornitura e continueranno a essere fedeli compagni per tutte le future occasioni di questo lavoro, essendo ideali per sgrossare il pezzo, per dargli la forma, per eseguire la presa a mandrino, per rifinirne i dettagli esterni nelle concavità e scavare l’interno delle ciotole. Tutti i maestri di tornitura consigliano di impratichirsi con queste operazioni più semplici, prima di passare a cose più difficili.

Tempo di lettura: 5 minuti

  1. Bedano, cesello o troncatore

    Molto versatile, si utilizza in diverse situazioni: riportare le misure dei diametri sul pezzo in lavorazione, intestatura di pezzi, preparazione di prese mandrino (sia parallele sia a coda di rondine), fare incisioni più o meno profonde e strette, che possono essere poi allargate con le sgorbie, rifinire superfici piatte, curve e convesse.bedano

  2. Sgorbia per profilare

    Questo utensile è utilizzato principalmente nella tornitura tra le punte, per dare all’oggetto la forma desiderata. Infatti, la forma della sezione, unita all’angolo di affilatura molto acuto, compreso fra i 30° e i 45°, permette di ottenere dettagli minuti e difficilmente ottenibili con altri utensili.sgorbia per tornio

  3. Sgorbia per sgrossatura

    È la sgorbia che si usa sempre per iniziare il lavoro di tornitura, quando il pezzo è ancora irregolare. La robustezza, le dimensioni e l’angolo di affilatura di questa sgorbia sono fatti per consentire di regolarizzare il pezzo anche se ha la corteccia, se ha ancora spigoli e se non gira bilanciato a causa dell’irregolarità della sua forma.sgorbia per tornio

  4. Sgorbia per scavare

    È la sgorbia più versatile. Simile a quella per profilare, ha i labbri più pronunciati, la gola molto stretta e l’affilatura a unghia. Con queste caratteristiche, che le conferiscono anche una notevole rigidità, si presta ottimamente alla tornitura trasversale (a traverso vena) e alle operazioni di scavo di ciotole e vasi.sgorbia a scavare per tornio

Nelle foto: sgorbie per tornio di Gamma Zinken.

Acqua di Madras: detergente all’acqua ossigenata

Neutro, è ideale per pulire e disinfettare tutte le superfici lavabili lasciando una fragranza ipoallergenica dal sentore “fresco pulito”. Acqua di Madras, biodegradabile al 100%, è il primo prodotto per disinfettare in modo efficace pavimenti e superfici lavabili (ripiani, tavoli, sedie, mobili, bagni, porte, indumenti, scarpe) eliminando germi, virus e batteri.

Acqua di Madras è disponibile in tre comode confezioni: 750 ml spray pronto all’uso, 1 litro e 2 litri concentrato da diluire in acqua (50 ml di prodotto con 450 ml di acqua). Pratico, sicuro e facile da utilizzare: basta spruzzare le superfici con il prodotto, attendere qualche secondo e poi rimuovere il prodotto con carta o panno.

Per disinfettare i pavimenti in gres porcellanato, ceramica, pietra, marmo e derivati, cotto anche cerato basta distribuirlo in modo uniforme sulla superficie con uno straccio, attendere qualche secondo e sciacquare con acqua addizionata con un tappo misurino di prodotto concentrato.

Per maggiori informazioni visitare il sito di Madras.

Come montare una plafoniera a soffitto

Montare una plafoniera è alla portata di tutti, vediamo come procedere passo-passo

Per Montare una plafoniera occorrono poche e semplici operazioni. Le plafoniere recenti hanno un numero di componenti limitato e sono studiate per essere montate in modo veloce. Spellati i conduttori si inseriscono fase e neutro nei morsetti dello zoccolo della lampadina e si bloccano con le rispettive viti. La terra si collega ad una parte metallica della plafoniera.

Se questa ha il corpo di materiale plastico la terra non serve. Terminato il montaggio, si ridà corrente solo dopo avere avvitato la lampadina e applicato il vetro diffusore.

disegno plafoniera

Come montare una plafoniera a soffitto

come installare una plafoniera
  1. dopo avere appoggiato in posizione la plafoniera si segnano con la matita i due punti in cui praticare i fori per i tasselli.
  2. utilizzando una punta da muro da 6 mm di diametro forare sui punti tracciati; con l’accessorio raccogli polvere si evita di sporcare.
  3. nei due fori si inseriscono le parti di plastica dei tasselli ad espansione fino a portare la loro estremità a filo della superficie esterna.
  4. riposizionata la plafoniera si inseriscono le viti dei tasselli negli appositi fori e si serra con il cacciavite fino a bloccarli saldamente.
  5. si spellano le estremità dei fili di neutro e di fase (il giallo-verde è la terra) e si inseriscono nei morsetti dello zoccolo, serrando a fondo le viti che li trattengono.
  6. dopo avere avvitato la lampadina ed eseguito una prova di accensione si riapplica il diffusore che di solito si blocca a scatto.

Diverse tipologie di plafoniera

tipi di plafoniera

In commercio è possibile trovare differenti tipologie di plafoniera:  plafoniera classica (1), modelli dal design più raffinato e moderno (2), fino a quelle più originali e sofisticate (3).

Tettoia in lamiera per proteggere la legnaia

Bastano tre lamiere per copertura grecate lunghe sei metri e larghe uno per coprire un’area adiacente alla casa in cui mettere al riparo dalla pioggia grossi pallet con cesta metallica, pieni di legna da ardere

Utilizzare la legna dei nostri boschi per scaldare la casa, usandola per far funzionare il caminetto o la caldaia, sta tornando di attualità per motivi economici e di sensibilità ecologica. Ma la legna è ingombrante e deve essere tenuta all’asciutto, ecco quindi come realizzare una tettoia in lamiera perfetta per chi la conserva in bell’ordine dentro grossi contenitori metallici e vuole proteggerla da pioggia e intemperie.

Si utilizzano piantoni metallici da ponteggio, quelli in cui due elementi scorrono uno dentro l’altro e possono essere bloccati ad altezze diverse, potendo così con facilità dare l’opportuna pendenza alla copertura. Con tubolari di ferro e tavole da cantiere si realizza la struttura del tetto, solida e robusta, capace di reggere in tutta sicurezza il peso delle tre lunghe lamiere e dell’eventuale neve invernale.

I piantoni sono fissati al pavimento con tasselli specifici per muratura e sulla loro parte terminale a forma di T vengono fissati i due profilati quadrati, disposti nello stesso senso dei lati lunghi dell’area e delle lamiere di copertura.

Una tettoia in lamiera usando piantoni, profilati e tavole

Tempo richiesto: 4 ore

  1. Inquadramento dell’area su cui lavorare

    L’area compresa tra il muro esterno dell’abitazione e la recinzione che affaccia sui fondi della casa stessa ben si presta a essere sfruttata per questa costruzione lunga e stretta. Il tetto sporge oltre la larghezza dell’area per proteggere meglio la legna.

  2. Fissare al pavimento i piantoni metallici

    Si utilizzano, come pilastri destinati a reggere la copertura, dei piantoni metallici (in dialetto “cristi”), che in cantiere servivano a reggere i ponteggi, telescopici, inutilizzati da molto tempo. Vengono regolati ad altezze diverse per dare pendenza alla copertura e fissati al pavimento.

  3. Fissare i due profilati tubolari sui piantoni

    Sui piantoni metallici (tre per ogni lato lungo dell’area) si fissano due profilati tubolari sezione 60×60 mm. In considerazione delle misure dei pezzi che vengono movimentati bisogna essere almeno in due in ogni fase della costruzione.

  4. Posizionare le tavole di legno e le lamiere di copertura

    In corrispondenza dei piantoni e a metà della tratta tra un piantone e l’altro si posizionano delle robuste tavole da cantiere spesse 40 mm con lo scopo di reggere le lunghe lastre di copertura impedendo che cedano e si imbarchino. Su di esse si posizionano le tre lastre da 6×1 metro, sovrapposte per un’onda, e si fissano alle tavole di legno.Tettoia in lamiera

  5. Spostare la legnaia sotto la tettoia

    I pezzi di legna da ardere, tagliati a misura, sono conservati dentro grossi cestoni metallici bloccati su bancali che vengono movimentati con un transpallet per sfruttare al meglio lo spazio.coperture lamiera

Baule fai da te | Come costruirlo in legno d’abete

Un solido baule fai da te caratterizzato dalla forma a madia e da una particolare articolazione del coperchio

Realizzare questo baule fai da te (che è cosa diversa rispetto ad una cassapanca fai da te) richiede molta più abilità manuale di quanto sembri ed un’attrezzatura non proprio elementare. La sua linea aggraziata, tipica dei mobili bavaresi, comporta tutta una serie di tagli e fori sbiechi che se non realizzati con la massima precisione comprometterebbero non solo l’estetica, ma anche la tenuta del baule in legno fai da te.

Cosa serve per costruire il baule

Le misure fornite nell’elenco dei materiali per costruire il baule fai da te sono puramente indicative e in sostanza dipendono da quelle delle tavole di lamellare usate per le quattro pareti.

  • Lamellare d’abete spesso 28 mm: 2 pareti frontali (1) 1100×440 mm; 2 laterali (2) 500 (da rastremare)x430 mm; 2 longheroni (3) (1 coperchio, 1 retro cassone) 1100×57 mm; 1 longherone coperchio (4) 1044×111 mm; 2 fianchi coperchio (5) (da tagliare di sbieco) 510×130 mm; 6 doghe coperchio (6) 1100×105 mm
  • 1 fondo (7) di multistrato (o altro) spessore sui 20 mm 1097×468 mm
  • Profilato ornamentale di base (8) 2400x28x35 mm;
  • sottocornice inferiore (9) sezione 16×45 mm a misura dei lati della base;
  • 4 piedini (10) (massello o pannello) 60x60x16 mm;
  • profilato mezzo tondo (11) Ø 20×2400 mm;
  • 4 piedi a cipolla (12) Ø 115×80 mm
  • Listello legno duro: 2 rotaie (17) per contenitore scorrevole 1044x40x40 mm;
  • 2 reggicoperte del coperchio (18) 1044x40x15 mm;
  • 2 supporti (19) per dette 380x40x15 mm
  • 2 maniglie,
  • 2 pomelli
  • 2 cerniere di ferro battuto con viti;
  • spine zigrinate Ø 12×50 mm e Ø 10×80 mm;
  • viti di varia misura;
  • colla;
  • materiale di finitura

Per ogni contenitore scorrevole

  • lamellare d’abete spesso 18 mm (o multistrato di pioppo da 16 mm o di betulla da 12 mm) per le pareti (13 e 14);
  • 1 fondo (15) di multistrato da 8 o 10 mm,
  • 480×400 mm circa;
  • 2 pattini (16) di legno duro,
  • politene HD o nylon circa 400x40x5 mm.

Con tavole più larghe, o passando dal lamellare al listellare (meno bello ma altrettanto robusto e di prezzo notevolmente inferiore), è ovviamente possibile costruire il baule fai da te più lungo, alto e profondo secondo i propri gusti o bisogni. Col listellare vanno previsti copribordo per nascondere le teste dei listelli ed una finitura a smalto e/o découpage.

L’interno

Qui il nostro baule fai da te ha una coppia di traverse che possono servire a trattenere dentro il coperchio coperte o copriletto e un paio di contenitori scorrevoli (solo uno disegnato) per tenere in ordine roba come calze o fazzoletti. Va da sé che ognuno potrà organizzarselo come meglio crede.

L’attrezzatura

I tagli sbiechi interessano, con un angolo di 96°, le due pareti di testa e, con un angolo di 12°, i lati lunghi delle tavole di copertura del coperchio ed il taglio della tavola delle sue due pareti corte. Inclinati, quindi, risultano anche i fori per le spine che accoppiano fra loro le quattro pareti. Chi non riuscisse a forare di sbieco, usi una spinatura a vista, che può anche essere decorativa mordenzando le spine di colore diverso dal resto del legno, o unisca le tavole con incastro a dente e canale o con linguetta riportata.

Come costruire un baule di legno

Il telaio

I due pannelli laterali del baule fai da te si tagliano a formare due trapezi isosceli con le basi di 500 e di 415 mm (i tagli iniziano a 42,5 mm dagli angoli inferiori e vanno a morire agli angoli superiori).
Per creare le sedi inclinate delle spine di collegamento fra le pareti occorre farsi una guida con un listello (quello in cui si vede entrare la punta) con la base opportunamente sbieca (la stessa inclinazione dei lati delle pareti). Una finestrella tonda permette di accertare la concidenza fra le marcature.
Aperte nei trapezi le sedi delle spine, ne segniamo la posizione sulle pareti frontali con gli appositi marcatori (usare una sponda di guida).
Incollate le spine nelle loro sedi stringiamo fra loro le quattro pareti. I triangoli tagliati in precedenza dalle pareti a trapezio vengono utili per stringere parallelamente i morsetti.
Le due testate del coperchio (n° 5 dell’elenco materiali) vengono bloccate contro una striscia di scarto a formare una T con l’asta di almeno 550 mm sulla cui mezzeria marchiamo, a 500 mm dal bordo superiore della testata, il centro del compasso. All’interno della curva si tracciano le basi, lunghe 100 mm, delle doghe e il taglio del pezzo fisso.
Alternativo o sega a nastro seguono la traccia curva.
A pialla segue le singole tracce rettilinee e raddrizza i vari segmenti dell’arco di cerchio, creando la base di appoggio delle doghe. Chi se la cava bene con la circolare da banco può sfaccettare direttamente l’estradosso delle testate lavorando a mano libera.
Completata, con l’asportazione del pezzo fisso, la lavorazione delle due testate, si passa al montaggio, sempre con spine e colla, della cornice del tetto e del relativo riscontro fisso da unire alla cassa.

Il coperchio

I bordi del coperchio debbono coincidere esattamente con quelli della cassa. Strettoi e piastre di bilaminato utilizzati durante la presa della colla aiutano allo scopo.
Altro ausiliare è un pezzo di scarto (mordenzato scuro nella foto) che uno strettoio spinge contro il taglio sbieco della testata.
Con una circolare a lama inclinabile è facile ricavare le doghe del tetto. Prima si tagliano sei striscie larghe 104 mm. Poi, fissata la lama a 12° e riportata la guida parallela a 104 mm dalla base della lama, che inclinandosi si sposta, si bisellano i lati delle tavole.
Il montaggio delle tavole comincia dalle due centrali. Per incollare la seconda coppia occorre aspettare che abbia fatto sicuramente presa l’adesivo della prima. Per incollare la terza ed ultima coppia occorre farsi almeno quattro ausiliari come quelli rossi della foto che permettono tanto di stringere fra loro le tavole quanto di premerle contro le testate.
Il coperchio stretto in posizione permette di incollare e spinare alla cassa il pezzo fisso. Per una perfetta coincidenza potrebbe occorrere un po’ di lavoro di pialla o levigatrice.
Il bordo mezzo tondo che corre su tre lati della cassa, per adattarsi perfettamente all’andamento delle pareti, va tagliato con un angolo complesso: 45° rispetto alla pancia, 96° rispetto alla suola (aiutarsi con pezzi di scarto tagliati con tale angolo e messi dietro il mezzo tondo).
Se i tagli d’angolo sono stati fatti correttamente i due listelli combaciano alla perfezione e non occorrono stuccature.

Lo zoccolo e la ferramenta

Quanto detto per il taglio degli angoli della cornice mezzotonda vale pari pari per quello della cornice sagomata che borda la base della cassa. In entrambi i casi prima si bisellano e si incollano i pezzi corti, rifilandoli a filo del retro, poi si inserisce fra questi il pezzo frontale, tagliato a misura esatta.
Per un mobile del genere le ferramenta non possono che essere di ferro battuto e “in stile”.

Accessori e rifiniture

Per stringere la cornice inferiore usiamo uno scarto della stessa ed una bietta inserita fra questo e l’asta del morsetto.
Sbavature di colla secca richiedono carta abrasiva montata su supporti cilindrici o diritti.
I piedi si incastrano con una grossa spina nei pezzi 10 chiusi nell’angolo della sottocornice
Spine, colla e chiodini per il montaggio dei portaoggetti scorrevoli.
Una striscia di smalto applicata alla cornice inferiore ravviva l’aspetto del baule.

Costruire una scala da giardino fai da te per potatura

Dalla scala doppia per accedere alla piscina fuoriterra si ottengono due scalette indipendenti, comode e sicure, con una base ampia e stabile e quattro gradini di facile accesso

La piscina fuoriterra, appoggiata sul prato, è diventata ormai vecchia e obsoleta. Costruiamo una scala da giardino fai da te comoda e sicura riutilizzando i vecchi materiali e la scaletta doppia, che serviva a scavalcare l’altezza della vasca (quattro gradini per salire e quattro per scendere all’interno).

Si rende necessario lo smontaggio della vecchia scala doppia con struttura in metallo resistente alla corrosione e gradini in plastica. Con una trasformazione, facile da realizzare, si ottengono due scalette indipendenti, molto leggere e stabili da usare al momento della potatura degli alberi di ulivo.

Queste piante hanno tronchi non molto alti e una chioma articolata: la forma arrotondata dell’estremità superiore consente un sicuro appoggio nel punto in cui dal tronco si allargano i rami e i due piedi molto divaricati assicurano la necessaria stabilità sul terreno. Grazie alla loro leggerezza le due scalette si spostano senza fatica da un albero all’altro.

Costruire una scala da giardino con un facile e pratico riutilizzo

Tempo richiesto: 2 ore

  1. La scaletta per piscina

    La struttura metallica della scaletta doppia su cui sono saldamente incastrati gli otto gradini, quattro per lato, mostra tutta la sua solidità e resistenza. Si notino i piedi larghi e curvi che terminano con un rivestimento in gomma antiscivolo e le due impugnature arrotondate che consentivano un sicuro appoggio delle mani al momento di scalvalcare il bordo della piscina.scaletta per piscina

  2. Asportare le due impugnature

    Con un seghetto da ferro si asportano le due impugnature al di sopra dei due traversi in plastica che impedivano alla scaletta doppia di divaricarsi pericolosamente. I due elementi di plastica non servono più.scala da giardino

  3. Saldare l’impugnatura ai montanti della scala

    Si saldano i due bracci di ogni impugnatura arrotondata ai montanti della scala, al di sopra del quarto gradino, facendoli aderire al meglio e cercando di dare continuità al profilo. Con la smerigliatrice si rifinisce la saldatura.scala da giardino

  4. Carteggiare e rifinire la scala per potatura

    Una scala per potatura finita e pronta da usare! Non resta che passare tutta la parte metallica con una leggera carteggiatura che elimini imperfezioni e scorie della saldatura e rifinire con alcune mani di smalto nero. Da una scaletta doppia sono state ottenute due scale singole perfettamente funzionanti così che si può lavorare alla potatura anche in due persone contemporaneamente.scala da giardino

Leggerezza e stabilità della scala per potatura

Le due scalette così ottenute risultano, a una precisa verifica, molto leggere, poco più di quattro chilogrammi l’una e quindi facilmente trasportabili da un albero all’altro. In considerazione dell’ampia base e della parte alta arrotondata rivelano anche una stabilità ottimale che permette di salire sugli ulivi in tutta sicurezza e di lavorare in modo comodo e tranquillo.

La passione è la casa, piccola o grande che sia

Tratto da “Rifare Casa n.72 – Novembre/Dicembre 2020″

Autore: Nicla de Carolis

Mai come in questo periodo tutti abbiamo vissuto di più la casa, avendo così modo di apprezzarne i pregi, ma anche di metterne a fuoco le carenze e tutto ciò che sarebbe migliorabile. In particolare, da una recente indagine risulta che un italiano su due non è soddisfatto della propria abitazione, o meglio, trova scarse le sue prestazioni per la mancanza di isolamento acustico e termico, che si trasfomano in maggiori costi da sostenere. Mossi da queste considerazioni e invogliati dall’allettante opportunità del Superbonus 110%, l’agevolazione prevista dal decreto rilancio che consente di fare migliorie a costo zero (continueremo ad occuparcene con le novità nel prossimo numero), siamo tutti diventati ancor più appassionati di casa e di ristrutturazioni.
Sempre parlando di casa, un recente sondaggio evidenzia il nascere di due correnti di pensiero circa le sue dimensioni: una prima, peraltro prevedibile, sostiene che la maggior parte delle persone vorrebbe avere più spazio per poter lavorare, per potersi ritagliare un angolo proprio e poter stare all’aperto. L’altra corrente di pensiero, che fa sicuramente riflettere e venir voglia di provare, porterebbe a un rivoluzionario cambio di rotta preferendo la casa piccola, non per necessità dettata dalla mancanza di disponibilità economiche, ma per scelta. Pare che nelle case piccole il disagio sia in gran parte causato dall’affollamento di tanta roba, al contrario, per vivere bene in un nido, bisogna togliere ciò che non serve: gli oggetti, consumando tempo ed energia, complicano la vita. Abbracciare questa teoria non significa accontentarsi, ma avere più tempo per sé stessi e per gli altri, per gli aspetti meno materiali, vivendo la casa come il luogo per il riposo fisico e mentale. La lezione, che d’acchito può non convincere, sembra comunque interessante e valida da applicare anche per appartamenti di metrature più grandi, perché eliminare il superfluo è come “svuotare la mente dalle cose che le impediscono di fluttuare libera, sognare, rilassarsi, godersi ogni attimo di pace” (per approfondire Vivere in Piccolo / Dominique Loreau).
Che siate dell’idea piccolo è bello o che siate per voglio un castello, in questo numero troverete, come sempre, gli approfondimenti sulle novità per rendere più confortevole la casa, per esempio mettendo un’irresistibile moquette o scegliendo uno degli esclusivi pavimenti del dossier (da pag. 22) o ripensando un bagno piccolissimo con deliziosi sanitari studiati perché sia completo di tutto (da pag. 100) e tanti altri spunti riservati a veri appassionati.

Mascherina protettiva Sandokan con filtri intercambiabili

Sempre protetti fra la gente e in laboratorio

Una protezione valida e non solo per le indicazioni sanitarie imposte dal problema contingente della pandemia; fra le lavorazioni tipiche del far da sé ce ne sono mille per le quali è consigliato l’utilizzo di una mascherina protettiva per evitare l’inalazione di polveri e altre particelle in sospensione, dannose per il nostro organismo.

Il telaio della mascherina protettiva Sandokan permette di indossarla in diversi modi: con i lacci uniti dietro la testa su tre posizioni di lunghezza, con l’aggiunta dei passanti laterali dietro le orecchie o solo con questi ultimi. La confezione include 12 filtri sostituibili dall’utilizzatore.

Come si applicano i filtri sul telaio della mascherina protettiva

  1. Verificare quale sia il corretto orientamento del telaio cod. M7001_M è molto semplice: nella sua parte interna sono impresse scritte e frecce che identificano senza possibilità di errore l’orientamento della mascherina.
  2. Per applicare il filtro al telaio, una volta orientati nel modo corretto, si avvicina l’elemento filtrante con la parte convessa verso l’esterno al telaio e lo si inserisce nel ferma-filtro di destra.
  3. Il telaio ha due incastri per ogni lato che vanno inseriti nei fori corrispondenti del filtro.
  4. Si inserisce l’incastro centrale, presente sul top del telaio, nel foro superiore del filtro, quindi si inserisce l’ala sinistra dell’elemento filtrante nel ferma-filtro di sinistra, e si blocca anche questo mettendo gli incastri nei fori laterali.

Tanti metodi per indossarla

Il metodo più comune per indossare la mascherina protettiva è quello di posizionarla sul viso, coprendo naso e bocca, tenendola per i lacci elastici che vanno tirati in alto dietro la testa.
Per unire le due estremità dei lacci si inserisce il puntale a freccia all’interno dell’asola più comoda, relativamente alla circonferenza della testa. A questo punto si può decidere o meno di far girare i passanti laterali del telaio attorno ai padiglioni auricolari.
Un altro modo per indossarla è quello di unire subito i terminali dell’elastico inserendo quello a freccia nell’asola desiderata, in base alla circonferenza della testa; quindi si posiziona la maschera sul viso, a coprire naso e bocca, e si portano delicatamente i lacci dietro la testa.
Ancora una possibilità è quella di posizionare la maschera sul volto e fermarla soltanto con i passanti degli elastici dietro le orecchie, alla misura più confortevole per il proprio viso.

Mascherina protettiva non solo per usi medici

Il telaio robusto e anallergico permette di indossare la mascherina protettiva per tante ore senza irritazioni per la pelle; questo garantisce il benessere necessario nelle attività di lunga durata, non solo in ufficio, ma anche nello sport e nelle lavorazioni far da sé. La mascherina M7001 ha il filtro a 3 strati molto leggero ma con capacità di filtrazione del 99,5%, oltre ogni capacità filtrante anche per le più severe norme internazionali per la categoria. Pertanto è una protezione eccellente nei casi in cui si producano polveri o si nebulizzino sostante dannose come le vernici e i solventi. I flap consentono l’uso della mascherina anche con gli occhiali. Il telaio è lavabile anche in acqua bollente.

Comfort e sicurezza in tutte le situazioni

Tempo richiesto: 2 minuti

  • Durante la giornata

    Molte persone sono costrette a indossare la mascherina per l’intera giornata, da quando escono di casa la mattina sino al rientro al sera: è fondamentale che non si verifichino lesioni cutanee o anche solo fenomeni di intolleranza.

  • Durante l’attività sportiva

    Nelle attività sportive di gruppo, se non si possono mantenere le distanze, è necessario indossare una mascherina che garantisca l’apporto di aria e ossigeno, anche sotto sforzo. Nei filtri in classe IIR la pressione differenziale deve risultare inferiore a 40 PA/cm2; il filtro della mascherina M7001 è certificato a 26 PA/cm2.mascherina per sport

  • Durante i lavori di bricolage

    La levigatura del legno è una delle attività più frequenti che svolgano i far da sé ed è anche quella che produce la polvere più fine. Anche se il legno è un materiale naturale, molte persone subiscono l’irritazione delle vie aeree quando inalano la polvere che si produce durante la levigatura o il taglio del legno, soprattutto con i legni verniciati, impregnati, con i derivati che contengono colle o resine e con certi tipi di legno esotici, molto urticanti.mascherina in laboratorio

  • Durante la verniciatura a spruzzo

    È noto che il pulviscolo che vola in sospensione durante la verniciatura a spruzzo, sia a pistola sia con bomboletta spray, abbia effetto nocivo sulle mucose delle vie aeree. La mascherina Euroequipe è adatta come protezione nelle attività non professionali di verniciatura.mascherina per verniciatura

  • Durante le attività edili

    Nelle attività edili ci sono molti casi in cui si produce polvere dalla quale è meglio proteggersi. Nella demolizione di pareti, a secco o convenzionali, nell’applicazione di fibra di vetro o lana di roccia, nella preparazione delle malte e degli stucchi in polvere, non ultimo il taglio con smerigliatrice angolare di laterizi, piastrelle e pietre per il rivestimento.

Molto più che una semplice protezione

La mascherina facciale M7001 è una maschera facciale a uso medico di tipo II R a tre strati, conforme UNI EN ISO 14683. Ha il telaio realizzato con stampi a iniezione usando materiali anallergici e idonei al contatto prolungato con la pelle. La mascherina ha superato rigidi controlli ed è certificata non citotossica, resistente agli schizzi, esente da microorganismi e con elevata capacità filtrante i batteri. Raggiunge prestazioni superlative nella determinazione della respirabilità, raggiungendo valori di filtrazione elevatissimi, per la categoria II R, consentendone l’utilizzo anche nell’esecuzione di lavori gravosi e sotto sforzo.

Una lunga serie di certificazioni a conferma della validità

  1. In base ai test effettuati il campione risulta non citotossico in accordo con le linee guida ISO10993-5:2009. Dai risultati ottenuti in vitro il campione non risulta irritante/sensibilizzante.
  2. Le modalità di test per la valutazione in vitro dell’Efficacia di Filtrazione Batterica (BFE) sono derivate dalla normativa UNI EN 14683:2019 “Medical face masks – Requirements and test methods”. Il test è condotto su un provino di media filtrante (Ø=46 mm).
  3. Il campione non mostra alcuna permeazione di sangue sintetico nella parte interna della mascherina entro 10 secondi e anche per tempi maggiori dall’applicazione del getto di liquido. I risultati dello splash test indicano che il campione ha una buona resistenza agli schizzi di liquidi.

Gli accorgimenti per il corretto utilizzo

A ogni cambio di elemento filtrante è necessario passare un prodotto disinfettante sul telaio della mascherina.
Appena indossata la mascherina è necessario accertarsi che i flap superiori restino girati all’interno: In questo modo viene assicurata la tenuta in una zona in cui solitamente le mascherine non aderiscono bene al volto.
Per verificare la buona tenuta si portano davanti alla bocca le mani incrociate e si respira rapidamente per avere certezza che non vi siano perdite di fianco al naso e sotto il mento.