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Prodotti Fila per pavimenti e superfici: per detergere, proteggere e impermeabilizzare

I prodotti Fila sono specifici per la pulizia, la deceratura, la protezione, l’impermeabilizzazione e il consolidamento di diversi materiali lapidei quali grès porcellanato, ceramica smaltata, cotto, pietra naturale, marmo, agglomerati non lucidi, cemento, klinker. All’efficacia su standard professionale, uniscono la grande semplicità di utilizzo.

Prodotti Fila per una terrazza impermeabile

Due prodotti da usare in sequenza: Fasezero è un rimotore concentrato che agisce eliminando lo sporco ostinato, sgrassando la pavimentazione e rimuovendo precedenti protettivi, in modo da preparare la superficie al trattamento finale con Salvaterrazza, un consolidante che ha il compito di impermeabilizzare la superficie, impedendo le infiltrazioni dell’acqua, consentendo altresì la traspirazione. Previene la percolazione dell’acqua, la formazione di muffe ed efflorescenze. I prodotti sono adatti a tutti i materiali lapidei, al grès porcellanato, klinker, cotto.

Fasezero: pulizia e preparazione del sottofondo

La superficie va bagnata preventivamente con acqua. Fasezero va diluito con acqua nella proporzione di 1:5. Quindi si stende il prodotto e lo si lascia agire per 2-3 minuti.
Si interviene sul rivestimento con spazzolone, monospazzola o spugna abrasiva, a seconda dell’estensione e della resistenza dello sporco.
Si raccolgie la soluzione con aspiraliquidi o straccio e si risciacqua accuratamente con acqua. Per una pulizia più energica diluire 1:3.

Salvaterrazza: contro le infiltrazioni, consolidante e traspirante

Su superficie asciutta e pulita si applica SALVATERRAZZA in modo uniforme usando un pennello o un vello, impregnando bene le fughe e le fessurazioni. Una seconda mano, da riapplicare a distanza di 8 ore seguendo il medesimo procedimento, è richiesta solo su materiali molto assorbenti (cotto, tufo ecc).
Prima che il prodotto asciughi (entro 10 minuti), si rimuove l’eccedenza tamponando con un panno pulito, avendo cura di non lasciare traccia di prodotto. La superficie è calpestabile dopo 8 ore, la protezione è attiva dopo 24 ore.

Togliere le macchie più resistenti

PS87 PRO è un detergente sgrassante professionale biodegradabile, che ha 3 funzioni: pulire, smacchiare, decerare. È indicato per tutti i materiali lapidei perché pulisce senza aggredire. Semplicissimo da utilizzare, regolandone la concentrazione a seconda dei casi. La diluizione è proporzionata al grado di sporco.

Tempo richiesto: 10 minuti

 

  1. Diluire con acqua

    Per pulire e sgrassare tutte le superfici, PS87 PRO si diluisce con acqua nel rapporto di 1:10-1:20. Per una pulizia potente si diluisce in misura di 1:5. Per le macchie impossibili si usa puro.prodotti fila

  2. Lasciare agire

    Versato a terra e distribuito sulla superficie il prodotto, si lascia agire per 4-5 minuti (10 minuti per rimuovere la cera), quindi si interviene con monospazzola o spazzolone.prodotti fila per pavimenti

  3. Raccogliere il liquido versato

    Si raccoglie tutto il liquido versato con un aspiratore per liquidi o con uno straccio, a seconda dell’estensione della superficie.prodotti fila per pavimenti

  4. Risciacquare la superficie

    Al termine la superficie va risciacquata abbondantemente, raccogliendo sempre il liquido versato e strofinando con uno straccio pulito.

  5. Istruzioni su grès porcellanato

    Sul grès porcellanato, il prodotto si può usare puro per rimuovere le macchie più resistenti. Si versa direttamente sulla zona da trattare e si lascia agire sino a totale essiccazione. Infine si risciacqua strofinando con spazzola o straccio, a seconda della rugosità della superficie.prodotti fila

Protezione idro-oleo repellente

MP90 ECO XTREME è un protettivo idro e oleo repellente, effetto naturale, per grès porcellanato levigato, pietra, marmo e granito. Riduce l’assorbimento del materiale senza alterarne l’aspetto estetico. Impermeabilizza e protegge semplificando la pulizia. Non crea film e non ingiallisce. È ideale per l’applicazione su tavoli, top cucine e bagni. Le superfici trattate sono idonee al contatto alimentare. Pronto all’uso e semplicissimo da usare!

MP90 ECO XTREME non va diluito, basta agitare il flacone prima di utilizzarlo. Il prodotto ha bassissime emissioni di VOC: certificato da GEV e marcato da EC1PLUS.
Su superficie asciutta e perfettamente pulita (si consiglia di effettuare una pulizia preliminare con il detergente FILA più idoneo al caso), si applica il prodotto usando un pennello o un vello portati in modo uniforme e continuo, impregnando anche le fughe, se presenti.
Prima che il prodotto asciughi, si rimuove l’eventuale residuo tamponando con un panno pulito. Su materiali molto assorbenti è meglio applicare in due mani a 20’ una dall’altra.
Il materiale trattato respinge i diversi agenti macchianti (olio, caffè ecc) e la superficie con un semplice panno umido può essere pulita.
Ottimo come protettivo delle superfici attorno a forni da giardino e barbecue, soggette a macchiarsi facilmente durante la cottura dei cibi.

 

Come installare una scala salvaspazio Flipstep Estfeller

Una soluzione pratica per non rinunciare allo spazio solitamente occupato dalla scala

Si chiama Flipstep® ed è la grande novità Estfeller per il settore delle scale salvaspazio per soppalchi e soffitti. Bella, personalizzabile, semplice da montare, immediata nell’utilizzo per aprirla e richiuderla, è disponibile anche per ambienti esterni.

Disponibile in più versioni

Fliptep® è una scala salvaspazio a chiusura laterale utilissima quando si deve realizzare un accesso a un piano rialzato con soletta oppure a una zona soppalcata di un ambiente, continuando a sfruttare tutto lo spazio a disposizione e, nel contempo, inserire un elemento di connotazione estetica elevata. È disponibile in tre versioni:

  • betulla, non rifinita, per essere personalizzata sul posto;
  • laminata in colore bianco o in tutte le colorazioni RAL;
  • per esterni, prodotta con adesivi e sigillature resistenti agli agenti atmosferici.

La scala è prodotta con un legno multistrato laminato HPL i cui pezzi sono tagliati con estrema precisione da macchine a controllo numerico. Nello spessore dei gradini sono incluse molle che rendono estremamente agevole l’apertura laterale della scala usando una sola mano. La scala chiusa si compatta in 4 cm al muro e resta perfettamente piana. Prezzo a partire da euro 1.650 iva esclusa.

Scala salvaspazio semplice anche nel montaggio

La scala Flipstep® è prodotta su misura per altezze (da pavimento a pavimento) sino a 3,2 metri e ha una larghezza standard di 71 cm. A seconda dello spazio disponibile, può essere realizzata con gradini profondi 140 mm (quella del servizio) oppure 165 mm.

Come montare Flipstep®

Tempo richiesto: 4 ore

Vediamo tutti gli step di montaggio di questa scala salvaspazio partendo dalle fasi preliminari, come il controllo delle misure e della perpendicolarità (punti 1-4), per poi arrivare al montaggio dell’ancoraggio soletta (punti 5-8), la preparazione e presentazione a parete (punti 9-12), fino al fissaggio definitivo (punti 13-16).

  1. Misurare la quota di approdo

    Si misura la quota di approdo della soletta o del soppalco; in pratica si tratta di rilevare l’altezza del piano da raggiungere.

  2. Controllare che l’angolo sia 90°

    Si controlla che il fronte d’appoggio sia perfettamente perpendicolare rispetto alla parete a fianco, cui va fissata la scala. L’angolo deve essere di 90°.

  3. Verificare l’orizzontalità

    Sicuramente la soletta o il soppalco hanno il piano di calpestìo in piano, ma una verifica non guasta, per non avere sorprese al momento dell’installazione.

  4. Controllare la parete di fissaggio

    Si controlla che la parete di fissaggio sia effettivamente a piombo e piana, cioè non presenti avvallamenti o bombature.

  5. Incastrare i tasselli

    A un’estremità l’ancoraggio presenta tre fori per l’inserimento dei tasselli in legno forniti nella dotazione della scala. I fori sono calibrati in profondità, quindi i tasselli si mandano a fondo con un martello.

  6. Versare la colla vinilica

    Si spalmano di colla vinilica le parti esterne dei tasselli di legno.

  7. Fissare alla scala

    Si inseriscono i tasselli di legno nelle loro sedi sul fianco della scala Flipstep® e si mandano a fondo battendo con il martello su un legno di scarto per non rovinare l’estremità dell’ancoraggio.

  8. Inserire le viti

    Per completare il fissaggio dell’ancoraggio, si applicano due viti, in dotazione, inserendole dalla parte esterna della scala.

  9. Forare i punti indicati sull’ancoraggio e sulla scala

    Sull’ancoraggio e sulla scala ci sono gìà prefori che indicano la posizione corretta delle viti; questi vanno completati rendendoli passanti.

  10. Svasare l’imboccatura dei fori

    Completati i fori, si svasa l’imboccatura per poter mandare la testa delle viti a filo piano.scala salvaspazio

  11. Posizionare la scala a parete

    Si presenta la scala a parete, mettendola nella posizione corretta.scala salvaspazio

  12. Segnare il battiscopa e i punti dove forare il muro

    Si marcano i tagli da fare al battiscopa per permettere alla scala di aderire alla parete, poi si segnano sul muro i punti dove forare per i tasselli.scale salvaspazio per interni

  13. Inserire i tasselli nel muro

    Fatti i fori nel muro, si inseriscono i tasselli in dotazione e si mandano a fondo con il martello. A seconda della struttura della parete può essere necessario cambiare tipo di fissaggio.

  14. Avvitare tutte le viti

    Si mette in posizione la scala e si avvitano tutte quante le viti sul lato della parete; si verifica che le teste delle viti risultino a filo piano.scala salvaspazio

  15. Accorgimenti da tenere se il muro è irregolare

    Se il muro è irregolare, la perpendicolaritá e la linearitá della scala sono da regolare con gli spessori in dotazione, inserendoli in corrispondenza delle viti, prima di stringerle definitivamente.

  16. Fissaggio

    Si completa il fissaggio della scala inserendo le viti sull’ancoraggio alla soletta.

La scala salvaspazio anche in versione in multistrato di betulla

La scala Flipstep® nella versione in multistrato di betulla ha le superfici perfettamente lisce e levigate, ma grezze. Questo permette di rifinire la scala al momento dell’installazione, per poterla personalizzare e adeguare al colore o allo stile dell’ambiente in cui si inserisce. La finitura a olio, per esempio, permette di mantenere al naturale la tinta del legno oppure di scurirlo in nuance con la tinta ciliegio, piuttosto che rovere o noce, e poter godere della fibratura superficiale dell’essenza. La Flipstep® in multistrato di betulla, non avendo le superfici finite con la laminatura, risulta anche la scala più economica della famiglia. Prezzo a partire da euro 1.400 iva esclusa.

La qualità dei particolari

  1. L’ancoraggio alla soletta ha all’estremità un perno che stabilizza completamente la scala quando viene aperta.
  2. La maniglia di apertura della scala Flipstep® è in acciaio inox spazzolato; ha una forma a basso profilo che impedisce di ferirsi o agganciarsi con gli indumenti quando ci si muove nella stanza e si passa in posizione radente la scala stessa.
  3. La ringhiera della scala è interamente di acciaio inox: è costituita da solidi tubi di spessore generoso, di diametro ampio quello del corrimano, più ridotto quello dei montanti che si collegano alla scala con piastrine.
  4. Sui gradini è presente una striscia di materiale antiscivolo, situata verso il bordo di attacco di ogni pedata.
  5. Le teste delle viti si rifiniscono con i tappini in tinta, forniti nella dotazione di accessori.
  6. In dotazione c’è anche un feltrino adesivo da applicare sotto il piede mobile della scala, per eliminare il rumore del contatto e l’eventualità che si possa rovinare il pavimento.

fischer No Tools Just Hands | Recensione e utilizzo

Nessun attrezzo, solo le tue mani! Le soluzioni perfette per piccoli problemi quotidiani

fischer No Tools Just Hands è una nuova gamma di prodotti che offre soluzioni rapide e semplici per l’utilizzo in casa, in ufficio o in vacanza! Prodotti efficaci e facili da usare sempre pronti per l’utilizzo senza bisogno di attrezzi. Appendere lampade a sospensione o quadri, specchi e mensole, il portarotolo o altri accessori in bagno, riparare vasi o fissare il battiscopa: i piccoli lavori manuali non saranno più un incubo per la mancanza degli strumenti adatti.

Le soluzioni fischer No Tools Just Hands consentono di attaccare e staccare, incollare, aggiustare, applicare e fissare senza forare! Pad a microventose, super colle, nastri e strisce adesive, stucco riempitivo, accessori adesivi e kit per riparare mobili, ganci appenditutto si rivelano utili in tante occasioni. Il nome lo dice: fischer No Tools Just Hands, niente attrezzi bastano le mani.

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Pad a microventose rotondi e rettangolari fischer No Tools Just Hands

I PAD a microventose, disponibili nei formati rotondo e rettangolare, sono ideali per il posizionamento di tablet; smartphone; wi-fi; telecomandi e per fissaggi permanenti o temporanei di sensori; microcamere; luci led; sistemazione di CD; oggetti per lo studio; il lavoro e il tempo libero. Adatti per superfici piane.

Grazie alla tecnologia con microventose su entrambi i lati, i PAD sono particolarmente adatti sia per fissaggi permanenti che temporanei. Non serve forare né incollare. I PAD sono lavabili e riutilizzabili e non lasciano aloni. Possono anche essere utilizzati più PAD per sostenere oggetti pesanti.

Pad a microventose con sistema a strappo

I PAD a microventose riutilizzabili con sistema a strappo interno sono ideale per accessori da riposizionare. Adatti sia al fissaggio permanente
che temporaneo. La superficie a strappo intermedia consente di attaccare e staccare ripetutamente gli oggetti nella stessa posizione. Possono essere utilizzati più PAD per sostenere oggetti pesanti.

Prima di riutilizzare i PAD, sciacquare i lati azzurri con acqua e lasciare asciugare. Per oggetti pesanti è necessario esercitare la pressione fino a 5 minuti. Le superfici degli oggetti e del PAD devono essere asciutte e pulite.

Come si utilizzano i pad della gamma fischer No Tools Just Hands?

Tempo richiesto: 5 minuti

Vediamo come si utilizzano nel dettaglio i PAD a microventose rotondi e rettangolari (dal punto 1 al 5) e quelli a microventose con sistema a strappo (dal punto 6 al 10)

  1. Pad a microventose. Pulire la superficie

    Le superfici degli oggetti su cui aderiscono i PAD devono essere asciutte e pulite. Preferibilmente sgrassate.

  2. Fissare il pad all’oggetto

    Sollevare la pellicola protettiva da un lato e fissare la superficie senza pellicola all’oggetto facendo pressione con il palmo della mano.

  3. Rimuovere l’altra pellicola protettiva

    Sollevare delicatamente la pellicola protettiva dall’altro lato.

  4. Fissare l’oggetto alla superficie scelta

    Fissare l’oggetto nella posizione desiderata e fare pessione con il palmo della mano. Per attaccare oggetti grandi o pesanti, si raccomanda l’utilizzo di più PAD.

  5. Sciacquare prima del riutilizzo

    Prima di riutilizzarli, sciacquare i PAD con acqua e lasciare asciugare.

  6. Pad con sistema a strappo. Pulire la superficie

    Prima di applicare i PAD a strappo in posizione, pulire e asciugare bene le superfici su cui vanno a contatto.

  7. Sollevare la pellicola dal lato azzurro

    Separare le due parti del PAD dal lato della superficie a strappo e sollevare la pellicola protettiva dal lato azzurro della metà più morbida.

  8. Applicare il pad all’oggetto

    Fissare la superficie senza pellicola all’oggetto facendo pressione con il palmo della mano. Per un’adesione migliore, lasciare riposare per alcuni minuti.

  9. Fissare il pad alla superficie

    Sollevare la pellicola protettiva dall’altro lato e fissarlo alla superficie di supporto nella posizione desiderata. Fare pressione con il palmo della mano.pad con microventose a strappo

  10. Unire mediante lo strappo

    Unire le due parti di PAD mediante la superficie a strappo nera. Far combaciare bene i bordi.pad con microventose a strappo

Realizzare un boccale di legno al tornio

Un piccolo lavoro di tornitura dove si possono mettere in atto le principali tecniche e acquisire manualità nelle operazioni di scavo e conformazione dei bordi

La realizzazione di un piccolo e rustico boccale di legno ci consente di rivedere le procedure fondamentali della tornitura e i principali utensili in uso per questa bellissima arte. Si effettua una prima presa fra trascinatore e contropunta di un pezzo di acacia e lo si tornisce con tecnica longitudinale. Trattandosi di un piccolo segmento di tronco, non c’è bisogno di regolarizzarlo, anzi, viene anche lasciata la corteccia.

Al termine della prima lavorazione si produce a un’estremità la presa per mandrino che permette di montare il pezzo tenendolo solo per quel lato, in modo da procedere con la tornitura trasversale ed eseguire lo scavo del boccale. Mantenendo questa presa, si rifinisce la sagoma esterna del manufatto sino alla levigatura con carta vetrata.

Per completare il boccale di legno, si realizza il manico tagliando e levigando un pezzo di scarto dello stesso legno, al quale si applicano due spine di faggio per ottenere una giunzione salda con il bicchiere. Le spine attraversano le estremità del manico e fuoriescono nei punti di contatto con il fianco del boccale. La sporgenza delle spine va calcolata quando il bicchiere è completato, perché bisogna conoscere lo spessore della sua parete.

Boccale di legno al tornio step by step

Tempo richiesto: 3 ore

  1. Montare il ciocco sul tornio

    Tutto nasce da un ciocco di acacia ben stagionato. Per montarlo sul tornio basta fare due tagli netti alle estremità, usando una sega a nastro. Poi, con lo strumento cercacentri, si marca il centro delle due facce piane del cilindro che si è ottenuto.

  2. Rimozione della corteccia

    Il pezzo è fissato sul tornio fra trascinatore e contropunta. Impostata una velocità di rotazione media, inizia la tornitura con la rimozione della corteccia, usando la sgorbia da sgrosso.togliere corteccia

  3. Dare al boccale la forma esterna

    Rimossa la corteccia, si dà al boccale la forma esterna in modo approssimato; quello che conta è soprattutto definire la curvatura del fondo (in questa fase si usa la sgorbia per profilare). Su questo lato, infatti, va tornita con precisione la presa per mandrino, usando un bedano.boccale di legno al tornio

  4. Scavare l’interno del boccale

    Il mandrino a quattro griffe permette di montare il pezzo tenendolo solo per un’estremità (il fondo) e avere campo libero per scavare l’interno del boccale. Si usa una sgorbia per scavo. A seconda del rapporto fra diametro dello scavo e profondità, per arrivare bene sul fondo può servire una termite.boccale di legno al tornio

  5. Perfezionare la forma esterna

    Con la sgorbia per profilare si perfeziona la sagoma esterna del boccale, portandola alla forma definitiva.

  6. Attenzione al bordo libero del bicchiere

    Un punto assai delicato è il bordo libero del bicchiere: per sagomarlo bene, dando la corretta rotondità al profilo, serve mano leggera, ma sempre salda.rifinitura bordi

  7. Passare la carta vetrata fine sulla superficie esterna e interna

    Terminata la sagomatura con le sgorbie, si imposta una velocità ridotta del motore e si effettua un accurato passaggio di carta vetrata fine sulla superficie esterna e interna del boccale, sin che non diventi liscia e priva di imperfezioni.boccale di legno

  8. Accostare il manico e segnare i punti da forare

    Il manico, già levigato e predisposto al montaggio, si accosta al fianco del boccale e, con una sgorbia, si marcano sulla superficie i punti in cui appoggiano le punte delle due spine di faggio.

  9. Effettuare i due fori

    Le spine sono da 8 mm di diametro, quindi si effettuano due fori nei punti segnati, usando un trapano con una punta da legno di quella stessa misura. Attenzione a penetrare sino alla profondità corretta, senza eccedere, per lasciare integra la superfcie interna del boccale. I fori vanno puliti con cura da polvere e trucioli.boccale di legno al tornio

  10. Fissaggio del manico

    Per fissare il manico si usa qualche goccia di adesivo cianoacrilico in gel, che effettua la sua presa definitiva in pochi secondi, ma è abbastanza viscoso. Lo si distribuisce soltanto sulle spine di faggio. Si osservi la diversa sporgenza delle spine già fissate sulle estremità del manico: evidentemente le pareti del boccale hanno un diverso spessore in alto e in basso.

  11. Tenere premuto fino alla completa essiccazione dell’adesivo

    Messo subito al suo posto il manico, con le spine inserite sino in fondo nei fori predisposti, lo si tiene premuto in posizione per un minuto circa fino alla completa essiccazione dell’adesivo. Le due estremità del manico non aderiscono perfettamente alla curvatura esterna del boccale e questo ne sottolinea la linea rustica ed essenziale.

Finitura del boccale di legno con olio naturale

Il boccale, in quanto tale, potrebbe anche entrare in contatto con alimenti, pertanto lo si rifinisce con un olio naturale per legno che gode della certificazione specifica per questo utilizzo (può essere usato per la protezione di piani di lavoro, taglieri, posate, vassoi ecc).

Il prodotto si stende con uno straccio pulito, dopo avere eliminato ogni traccia di polvere, e lo si lascia assorbire per 10-15 minuti a seconda dell’assorbenza del tipo di legno, poi si rimuove l’eccesso con un altro panno pulito. Dopo circa 24 ore conviene fare una seconda passata di olio, con le stesse modalità.

Cornice fai da te con la tecnica Tiffany

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Con questa antica tecnica di lavorazione del vetro non si realizzano solo lampade, ma anche cornici, vassoi e altri oggetti colorati

La tecnica Tiffany prende il nome da un artista americano, Louis Comfort Tiffany. Quando, alla fine del secolo scorso, inventò questa nuova tecnica (che da lui prese poi il nome) per unire tra loro dei pezzi di vetro, forse non si rese conto della vera e propria rivoluzione che ciò avrebbe portato nel campo della lavorazione artistica del vetro.

La tecnica Tiffany permise la creazione di un’infinità di oggetti in vetro, o meglio, composti da mosaici di vari tasselli di vetro, tridimensionali, grazie alla saldatura a stagno. Diede un enorme impulso alla diffusione, anche a livello hobbistico, del vetro come materiale per realizzazioni di prestigio. La creatività di moltissime persone, trovò un nuovo modo di esprimersi, specialmente nei primi decenni di questo secolo con l’avvento dello stile Liberty, che influenzò anche il campo della lavorazione del vetro. 

Come realizzare una cornice con la tecnica Tiffany

Proponiamo una semplicissima cornice portafoto (o portaspecchio) che si realizza con pochi pezzi tagliati liberamente, rivestiti con il nastro di rame autoadesivo e infine saldati a stagno per comporre il disegno del progetto iniziale. Per facilitare la saldatura si cosparge il nastro nella zona di unione con una speciale pasta salda; lo stagno fa presa pressoché istantanea e, per tenere in posizione i pezzi, a mano a mano che si procede con la saldatura, basta reggerli con le dita.

L’oggetto finito va lavato con acqua e sapone e poi ripassato con una soluzione acida (meglio usare i guanti) nelle linee di saldatura: si ottiene il duplice risultato di scurire lo stagno e proteggere il metallo ad esso adiacente dal processo di ossidazione. Sta alla creatività di ognuno l’accostamento dei colori da decidere a monte per tagliare le tessere nel colore e nella forma tali da ottenere un buon risultato estetico finale. 

Bordi fasciati con rame

Tempo richiesto: 2 ore

  1. Progettare su carta e ritagliare

    Si progetta su carta la cornice definendo la forma e il colore delle tessere numerate; si riporta il disegno su un cartoncino e le singole tessere vengono ritagliate con il cutter.

  2. Riportare la sagoma sul vetro

    La sagoma delle tessere si riporta sul vetro con un pennarello a punta finissima oppure si utilizza direttamente come dima per il tagliavetri.tecnica tiffany vetro

  3. Tagliare le sagome di vetro

    Si passa un tagliavetri più volte sulla traccia. Incisi i contorni, le tessere vanno staccate con una pinza a becchi piatti che forza a cavallo della linea di incisione.tiffany tecnica materiali

  4. Molatura del vetro

    La molatura dei bordi consente di eliminare le asperità più evidenti e di sagomare con precisione i contorni.

  5. Modellare il nastro di rame alle tessere

    Il nastro di rame si modella con facilità, essendo autoadesivo aderisce ai contorni delle tessere con la semplice pressione delle dita; si elimina progressivamente la carta di protezione.

  6. Fare aderire bene il nastro

    Per farlo aderire bene sul vetro, vi si passa sopra un legnetto piatto o una spatolina di materiale plastico.

  7. Usare l’acqua salda

    Per favorire la saldatura, spennelliamo il nastro di rame con l’acqua salda.tiffany tecnica materiali

  8. Stesura dei cordoni continui di stagno fuso

    Prima si fanno alcuni punti di saldatura poi si stendono cordoni continui di stagno fuso applicati su tutte le linee di giunzione.tecnica tiffany

Base d’appoggio trasparente

Due triangoli rettangoli di vetro trasparente, rivestiti mediante la stessa tecnica con nastro di rame preincollato, vengono saldati tra loro e alla struttura della cornice in modo che questa resti appoggiata sul piano con l’inclinazione desiderata. Affinché questa base d’appoggio risulti invisibile si fa coincidere un cateto con il lato più esterno della tessera gialla e un altro cateto con il lato lungo dello spazio portafoto.

Un elogio agli “imprenditori del fare”

Tratto da “Far da sé n.510 – Novembre 2020″

Autore: Nicla de Carolis

Heinrich Estfeller, dell’omonima azienda altoatesina, fondata dal padre, produttrice delle note scale retrattili, botole da tetto e altro, si è presentato nel nostro laboratorio con furgone e due scale pieghevoli di colori diversi, novità assoluta, per farci realizzare un servizio fotografico sul montaggio. Nelle pagine a centro rivista vedrete l’articolo con le foto che documentano il tutto: lui è il simpatico signore con la maglietta rossa che, orgoglioso del suo prodotto, con una mano, senza alcuno sforzo, apre la scala. Con tutta naturalezza Estfeller ha aiutato a scaricare e, insieme ai nostri tecnici, ha fatto i fori nel muro con il trapano e tutte le operazioni necessarie per il montaggio.
Questa scala che, quando non serve, si appiattisce completamente contro la parete, è stata ideata da lui insieme al fratello. Non è uno di quei progetti solo sulla carta che, una volta costruiti, denunciano tutte le mancanze di chi non conosce materiali, meccanismi e criticità; funziona a meraviglia, è ben rifinita ed è un’ottima soluzione per chi ha problemi di spazio e vuole realizzare un soppalco o salire di un piano, anche in esterni. Rispetto alle scale salvaspazio finora in commercio qui la salita è agevole per larghezza, corrimano e pedata.
Ho voluto condividere con voi il comportamento inusuale e apprezzabile di questa persona così affine, per intelligenza e manualità, a chi fa da sé e per la quale ho provato grande ammirazione. Ammirazione e interesse che provo quando posso parlare e confrontare esperienze con gente che sa fare qualcosa di pratico, impegnandosi nelle mille indispensabili esigenze del nostro quotidiano che per essere soddisfatte richiedono capacità manuali. Oggi sembra che tutto si possa fare stando seduti al computer in ufficio o in smart working e che questo tipo di attività sia la più importante: in realtà ci dimentichiamo che per nutrirci, coprirci e avere un tetto sopra la testa, per poterci spostare con automobili, treni, aerei e quant’altro, solo per citare qualcosa, abbiamo bisogno del saper fare con le mani, un fare che insieme all’intelligenza è il vero motore dell’evoluzione umana.
In una realtà in cui gran parte dei politici non ha la minima conoscenza né teorica né pratica della materia su cui decide e decreta, creando incertezza e incrementando le difficoltà burocratiche per i cittadini, in un mondo in cui le aspirazioni lavorative di tanti giovani, ispirate da cattivi modelli, sono rivolte a qualcosa che non richiede né impegno né preparazione né tantomeno capacità manuali, penso che un elogio particolare vada fatto a imprenditori come Estfeller di cui, per fortuna, è ancora ricco il nostro Paese. Uomini capaci, pieni di idee, in grado di gestire e organizzare un’azienda e i suoi dipendenti, di competere in un mondo molto difficile, ma che con disinvoltura prendono in mano un trapano e lo sanno usare.

Lastra in vetroresina Elyonda XLT | Utilizzi e caratteristiche

Elyonda XLT d è una lastra in vetroresina opaca protetta da uno strato di gelcoat, che assicura resistenza all’abrasione atmosferica, limitando l’affioramento della fibra di vetro e protegge dall’azione dei raggi UV.

È l’ideale per la realizzazione di pergole, verande, coperture in ambito di giardinaggio ed utilizzi legati all’hobbistica. Brianza Plastica

Per la casetta degli attrezzi

lastra in vetroresina Elyonda XLT

Velocissima da costruire: basta un’intelaiatura leggera di listelli di sezione adeguata alle dimensioni complessive della costruzione.

  1. Il taglio delle lastre si effettua in modo rapido con una smerigliatrice angolare munita di disco per taglio metalli. Le linee di taglio si marcano con pennarello e, nel caso di pezzi irregolari, si realizzano dime con il cartone.
  2. L’applicazione sulla sottostruttura è semplicissima: messa in posizione una lastra, la si tiene ferma con morsetti a molla e si fora la cresta di un’onda in corrispondenza del listello di legno.
  3. Il sistema di fissaggio è affidato a viti con testa esagonale e le speciali guarnizioni con rondella e gommino che impediscono il passaggio dell’acqua, in caso di pioggia.
  4. Con la lastra posizionata sul telaio sottostante e tenuta dai morsetti, si inseriscono le viti nel foro praticato e si stringono con un avvitatore. Il serraggio deve essere calibrato per fare aderire il gommino, senza appiattire l’onda.

Elyonda XLT per il tetto a due falde

Il colmo permette di unire due falde del tetto, completandolo sotto il profilo funzionale ed estetico. Anche il colmo è realizzato in vetroresina.

  1. Marcati i pezzi speciali per coprire il timpano della casetta, si effettuano i tagli senza alcun problema, anche se risultano inclinati rispetto all’andamento delle ondulazioni. Il consiglio è di muovere la smerigliatrice lentamente, seguendo con precisione la marcatura.
  2. Normalmente pannelli che rivestono il tetto devono sormontarsi lateralmente di mezza onda; solo in tetti particolarmente piani, si fanno sormontare di un’onda e mezza.
  3. – 4. Posate le lastre sulle falde, si misura la lunghezza del tetto e si provvede a dimensionare il colmo rimuovendo l’eccedenza a un’estremità. La modalità di taglio è sempre la medesima. Al termine si posiziona il colmo, si prende il riferimento della presenza dei travetti sottostanti, si fora e si applicano le viti di fissaggio, che trapassano anche le lastre sormontate.

Elyonda XLT per essere sempre al riparo

Elyonda XLT per coperture

Una copertura che protegge dalla pioggia, dal sole e da tutto ciò che scende dalle piante: colla, infiorescenze, foglie e frutti maturi. Si realizza con una semplice struttura di legno e si ricopre con lastre ondulate Elyonda XLT.

  1. Misurata la larghezza totale della tettoia, si calcola quante lastre si devono affiancare per coprirla. Il migliore risultato estetico si ottiene portando tutte le lastre alla stessa larghezza, quindi su ognuna si marca la parte eccedente da rimuovere.
  2. Il taglio si effettua con la smerigliatrice angolare; per risparmiare tempo si possono sovrapporre più lastre e praticare un taglio unico.
  3. Le lastre affiancate vanno messe in sormonto di mezza onda; anche in questo caso, si segue l’indicazione di sormontare di un’onda e mezza quando l’inclinazione della falda è minima.
  4. Per applicare le viti di fissaggio si effettua la foratura delle lastre sulle creste delle ondulazioni, in posizioni in cui si intercettano i sottostanti listelli e a cadenza regolare, per ottenere il migliore risultato estetico.

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Montaggio box doccia in kit quadrato o rettangolare Della Fiore | Guida illustrata

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Questo kit di montaggio box doccia del F.lli Della Fiore è di facile installazione composto da cristalli da 6 mm e profili cromati componibile a piacere che, grazie all’estendibilità di 10 cm, si adatta a diversi tipi di piatto doccia, per allestire o rinnovare il bagno con eleganza. Le ante box doccia fai da te sono robuste e scorrono perfettamente

Montaggio box doccia su piatto

Ognuno dei due lati del box è un kit a sé stante, in modo che sia possibile acquistare il secondo lato di una misura diversa tra le 5 disponibili in caso di piatto rettangolare. Inoltre le asole presenti sul lato interno del profilo traversa permettono di regolarne l’escursione in un intervallo di 100 mm, in modo da garantire un montaggio box doccia flessibile.

Come montare un box doccia: i cristalli fissi e i binari estensibili

I profili a U da fissare a muro vanno posizionati rientranti di circa 15 mm rispetto al bordo esterno del piatto.
Mantenendo il lato con le sedi asolate rivolto all’interno della doccia; con una livella a bolla si posizionano a piombo e si marcano i fori per i tasselli
Si fora in corrispondenza delle marcature.
Si fissano i profili. I telai con i vetri fissi vanno liberati dalla molletta fermavetro.
Per poi inserire il profilo traversa nel profilo telaio e riposizionare la molletta.
I due profili possono scorrere uno nell’altro per adattare in lunghezza l’escursione dell’anta. Si innesta prima un telaio e poi l’altro nei rispettivi profili a U fissati a parete.
Si estendono i profili traversa di entrambi, alla base.
Si collegano con gli angolari, per poi ripetere l’operazione in alto.
Si effettua la regolazione di fino dei profili inferiori rispetto all’angolo del piatto doccia (sempre con rientranza di 15 mm) e si fissano gli angolari ai profili con le viti in dotazione, da inserire dall’interno; si ripetono regolazione e fissaggio per i profili superiori.

Ferramenta per unire e scorrere

Per il montaggio box doccia la maniglia va montata in modo che la metà con i due fori per l’inserimento delle viti, da occultare con appositi tappini, rimanga all’interno, mentre la metà esterna ha la superficie liscia e continua

Come montare le ante scorrevoli del box doccia

Le ante sono provviste di angolari in plastica che vanno rimossi soltanto dopo che sono state inserite nei rispettivi binari di scorrimento. I carrelli provvisti di perno superiore vanno montati alla base dell’anta: si rimuove la placchetta di finitura facendola scorrere verso l’alto e si rimuove la vite per separare i due elementi interno ed esterno.
La parte con il carrello deve rimanere sul lato esterno dell’anta: quest’ultima va appoggiata su un piano, un poco rialzata, per poter inserire i carrelli da sotto facendoli corrispondere con i rispettivi fori e riavvitare la piastrina in modo da bloccare i carrelli al vetro.
Serrata la vite, si riposiziona la placchetta di finitura; la stessa operazione va compiuta per i carrelli superiori.
Ora è possibile sollevare l’anta e, dall’interno del box, agganciare i carrelli superiori nel rispettivo binario, mantenendo l’anta un poco inclinata, per poi cercare di fare lo stesso alla base, aiutandosi con i pulsanti di sganciamento.
Se l’operazione del montaggio box doccia risultasse difficoltosa, è possibile agire sulle viti di registro per far salire o scendere l’anta e inserirla senza sforzi.
Le stesse viti permettono di registrare l’anta in modo che risulti a piombo e scorra senza impuntamenti. A questo punto è possibile montare la maniglia e completare il montaggio box doccia

Installazione box doccia: guarnizioni e regolazioni

Per completare il montaggio si installano a pressione le guarnizioni paraspruzzi: quelle che vanno sui profili interni delle ante sono già della lunghezza corretta
Quelle che vanno sui profili dei cristalli fissi vanno tagliate a misura a filo del profilo superiore
Le due guarnizioni provviste di calamita vanno inserite sui bordi delle ante che vanno a battuta.
Si fa in modo che la parte che incorpora la calamita rimanga rivolta verso l’esterno.
Il box doccia completato deve essere ora fissato ai profili a U attraverso le asole (5) che permettono di effettuare eventuali correzioni per mettere in quadro il box.
Il fissaggio è composto da vite, una rondella e un tappino cromato per ciascun punto di fissaggio.
La rondella da porre sotto la vite ha il bordo rialzato così da fornire un incastro per il tappino. Verificato che lo scorrimento delle ante avvenga senza attriti e che le guarnizioni calamitate chiudano su tutta l’altezza, rimane da stendere un cordone di silicone tra i profili a U e la parete, all’interno e all’esterno del box, da lisciare poi con un dito bagnato di acqua saponata. Il perno posto in testa ai carrelli inferiori permette di sganciare l’anta e spingerla leggermente verso l’interno del box, così da facilitare la pulizia della parte bassa dell’anta.

I cristalli doccia possono essere trasparenti, opachi o serigrafati; il box Niki, oltre che in versione angolare, è disponibile con porta a soffietto frontale, con anta scorrevole frontale, con doppia anta scorrevole per piatti semicircolari ad angolo e in versione Walk-in

Il saliscendi

Per completare l’allestimento della doccia, oltre al box Niki, s può installare un saliscendi della gamma M’amo: Rosa e Zahra sono due kit composti da asta regolabile 65 cm, filtro conico antisabbia, portasapone trasparente, doccetta a 5 getti (a pioggia, sottile, soft, relax, doppio relax); il modello Zahra è completato dal flessibile Silver (liscio) e la doccetta dispone di pulsante AcquaStop, nel modello Rosa il flessibile è a doppia aggraffatura (corrugato).

Entrambi i kit includono tasselli Ø 6 mm per il montaggio e piastra di compensazione per adattare il dislivello tra muro e piastrelle.

Euromec2

EUROMEC2 nasce nel 1985 e oggi è partner di riferimento per più di 30.000 aziende. Distribuisce con orgoglio e passione in esclusiva per l’Italia il marchio INNOTEC, azienda belga – PCS Innotec International NV – che sviluppa e produce efficienti soluzioni tecnico-chimiche per la manutenzione, l’installazione, la riparazione.
I settori di applicazione sono molteplici:

  • Automotive e Mobilità (carrozzerie, meccatronici, concessionarie, elettrauto, gommisti)
  • Nautica
  • Due ruote (mondo bici e moto)
  • Grande industria e manutenzione industriale
  • Edilizia
  • Agricoltura e agroalimentare
  • Artigianato
  • Idraulica / elettrotecnica

Con oltre 80 commerciali, mira ad essere un partner insostituibile per i clienti: comprendendone il business e le sfide, conoscendone i mercati e ascoltandone le necessità. Questo rapporto diretto ha fatto nascere e prosperare Euromec2 Academy, la divisione completamente dedicata alla formazione.

In questo modo i prodotti INNOTEC possono essere utilizzati con grande consapevolezza tecnica da parte dei professionisti e i commerciali sono sempre aggiornati, “sul pezzo” .

La gamma di oltre 200 soluzioni proposte è certificata UNI ISO 9001:2015 (quelle destinate all’industria alimentare hanno anche l’approvazione NSF) ed è testata secondo i più elevati standard di applicazione.
Questo permette all’azienda di garantire sempre il massimo grado di efficienza, qualità e sicurezza. Aver scelto INNOTEC nasce da un impegno serio che l’azienda ha preso verso il mondo e l’ambiente. I prodotti INNOTEC sono espressione di un know-how unico ed originale, in grado di anticipare i trend del futuro.
 

Ancorante chimico Unifix 300 S | Caratteristiche, utilizzo e video

Da anni, ormai, il mondo delle lavorazioni edili annovera, come elemento insostituibile negli interventi di muratura, il cosiddetto ancorante chimico, meglio conosciuto come tassello chimico

Quando si parla di ancorante chimico si intende un composto liquido a base di resine polimeriche che viene iniettato all’interno di un foro praticato su un muro (in laterizio, pietra ecc). In pochi minuti il composto indurisce fortemente bloccando tenacemente tasselli, viti, barre filettate ed altro ancora.

Negli anni la composizione dei tasselli chimici è andata via via evolvendosi e attualmente sono disponibili sul mercato prodotti dalle eccezionali qualità di tenuta e versatilità di utilizzo. L’impiego dell’ancorante chimico permette, inoltre, di ridurre drasticamente le scorte di vari tipi di tasselli proponendosi come una soluzione veramente universale nella stragrande maggioranza delle situazioni operative. 

tassello chimico unifix

In questo panorama, un prodotto recentissimo è il tassello chimico Unifix 300 S di Innotec. Si tratta di un tassello universale con formulazione bicomponente a rapida polimerizzazione.

Utilizzo e caratteristiche

Dopo essere stato iniettato, l’ancorante chimico produce un’espansione dal 30 al 40% e un indurimento rapido. E’ particolarmente indicato per lavori di montaggio nel settore della costruzione e della manutenzione e risolve brillantemente il problema di collocazione di tasselli in muri vecchi e indeboliti, in quanto non agisce come i tasselli ad espansione di tipo classico (con enormi spinte meccaniche sulla struttura del muro).

Il fissante chimico Unifix 300 S offre un efficacissimo ancoraggio ed aggrappaggio, grazie anche all’espansione schiumosa, ed è caratterizzato da un’alta velocità di essiccazione ed indurimento, non presentando alcun calo di volume durante o dopo l’asciugatura. E’ disponibile nei colori Bianco e Antracite, per accordarsi al meglio a diversi tipi di muratura.

https://www.youtube.com/watch?v=I-3A6Q1c3LE

 

Utilizzo con retina cilindrica

Se la zona muraria su cui si interviene è costituita da mattoni forati (ma anche pignatte, tavelle, blocchi cavi ecc), si utilizza l’apposita retina cilindrica (“calza”) che si inserisce nel foro prima di iniettare la resina. La retina contiene l’ancorante chimico impedendone la dispersione all’interno delle cavità dei laterizi e riceve, bloccandola fortemente, l’elemento metallico inserito successivamente al suo interno. Il prodotto indurito è carteggiabile per una finitura migliore.

retina per ancorante chimico

Su quali strutture si può applicare?

Unifix 300 S può essere impiegato su diversi tipi di strutture come pareti in cartongesso e legno, in cemento, calcestruzzo, cemento cellulare, pietra, mattone pieno o forato, poroso e ceramico, cartongesso e sistemi di pannellature per cappotto termico, anche grazie al fatto che la presenza della resina chimica bicomponente contribuisce a ridurre la creazione di un eventuale “ponte termico”.

https://www.youtube.com/watch?v=kyd8RSyDfjM

Il prodotto è fornito in un particolare contenitore da 50 g costituito da due vani cilindrici in cui sono contenuti i due componenti. Solo all’atto dell’estrusione effettuata con l’apposita pistola si effettua la miscelazione dei componenti nelle proporzioni prestabilite.

La pistola adeguata è la “Mixer Gun” specifica per cartucce di prodotti bicomponenti, realizzata in plastica extra resistente. La pistola è sviluppata appositamente per poter visualizzare il tipo di prodotto inserito. Inoltre è disponibile il pezzo di ricambio “Mixer Gun Carriage”: la coppia di stantuffi che effettuano materialmente l’estrusione dei due componenti.