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Collettore solare: come installarlo

Il collettore solare con pannelli a “circolazione naturale”, cioè quello che presenta il serbatoio immediatamente sopra di esso, si può installare sia sul tetto sia su un terrazzo sia a terra, con un’apposita intelaiatura di sostegno.

La realizzazione di un impianto solare può basarsi sull’utilizzo di kit completi, offerti in varie configurazioni, portate e potenzialità, da diverse case produttrici. Nella versione base, il pannello riscalda (tramite un ciclo chiuso) l’acqua di un serbatoio d’accumulo (boiler), in genere riscaldato anche da una caldaia esterna. L’acqua calda viene prelevata per l’utilizzo sanitario dal boiler, mentre il circuito del pannello è sigillato.

Il montaggio dei pannelli sulle falde del tetto viene notevolmente facilitato dall’utilizzo di speciali telai adattabili a diverse inclinazioni e regolabili a varie dimensioni. Ulteriori dotazioni accessorie come ganci sagomati con tassello, barre di scorrimento, morsetti e profili di vario tipo consentono di effettuare il montaggio in situazioni diverse.

Cosa serve per installare un collettore solare

  • Kit completo per l’installazione di uno o più collettori solari termici
  • Tubazioni, raccorderia, intelaiatura di sostegno
  • Attrezzatura per idraulica

Tempo richiesto: 1 giorno

  1. Visione d’insieme

    I pannelli che formano il collettore solare sono collegati in serie tramite raccordi. Il fluido contenuto circola al loro interno e nella serpentina del serbatoio. L’insieme viene collocato su un’intelaiatura.collettore solare

  2. Accertamenti prima del montaggio

    Prima del montaggio è necessario accertarsi che tutti i componenti, l’intelaiatura e la raccorderia siano disponibili. L’angolazione del telaio va calcolata in funzione del luogo di installazione.montaggio collettore solare

  3. Assemblaggio dell’intelaiatura di sostegno

    Nel caso di un montaggio a terra o su un terrazzo dobbiamo inizialmente assemblare l’intelaiatura di sostegno. Per il montaggio su un tetto dobbiamo predisporre le barre metalliche di fissaggio alla falda.montaggio collettore solare

  4. Colleghiamo i singoli pannelli

    Utilizzando la raccorderia colleghiamo tra loro i singoli pannelli e questi al serbatoio. Al loro interno si immette un fluido che trasporta il calore dai pannelli alla serpentina che scalda l’acqua.collegamento pannelli collettore solare

Orientare i pannelli

I tre schemi riportati a lato, uguali nella parte impiantistica, raffigurano la posizione del pannello su tetti di diversa inclinazione e con serbatoio di accumulo esterno o nel sottotetto. L’orientamento per sfruttare al meglio il sole è sud-sud est, tenendo presente le ombre causate da alberi o case nei dintorni: per questo è importante, durante il giorno, verificare l’insolazione del tetto soprattutto in inverno.

  1. In una casa con tetto a terrazzo, il pannello viene inclinato di 45° con opportuno supporto. Il serbatoio si colloca dietro il pannello.
  2. Su un tetto di pendenza contenuta (20-25°) è ancora necessario un supporto.
  3. Per tetti con angolazione oltre i 30° il pannello può essere collocato sul piano del tetto senza supporto. In questo caso il serbatoio può anche essere inserito nel sottotetto.

Costruire un tavolino con lampada integrata

Per costruire un tavolino con lampada integrata partiamo da un telaio di legno che collega un piano circolare e una lampada. La struttura portante è di listelli di abete verniciati color argento e rinforzati nei punti di ancoraggio al piano con squadrette metalliche. Il disco che funge da ripiano viene ricavato da truciolare nobilitato con laminato bianco, che si taglia agevolmente con una fresatrice manuale imperniando il riscontro laterale su una vite, come se fosse un grosso compasso (vedi primo passaggio).

Se preferiamo possiamo farci tagliare il pezzo al momento dell’acquisto. Il bordo si rifinisce con nastro termoadesivo. Il cavo elettrico deve essere
vistosamente colorato
, in modo da formare un piacevole contrasto: un robusto bipolare arancione su cui inseriamo un interruttore passante è l’ideale per conferire un tocco di vivacità alla lampada e sostenere il paralume.

Cosa serve per costruire un tavolino con lampada integrata

  • Listello di abete sezione 20×30 mm
  • Truciolare bilaminato 20 mm
  • Bordino termoadesivo bianco
  • Cavo bipolare a doppio isolamento
  • Spina e interruttore passante
  • Portalampada con anello di fissaggio a vite
  • Paralume e catenella
  • Viti autofilettanti, primer e bomboletta di vernice spray
  • 3 feltrini

Tempo richiesto: 3 ore

  1. Creiamo il disco circolare

    Tagliamo un disco con il raggio di 22 cm con la fresatrice verticale, dotata di guida a compasso. L’elevata velocità di rotazione della fresa permette di ottenere bordi più regolari che con l’alternativo.Creiamo il disco circolare

  2. Colleghiamo i listelli che compongono la struttura

    Tagliamo i pezzi che costituiscono la piantana e li colleghiamo con viti, rinforzate da incollaggio. Il pezzo superiore va sagomato con una scanalatura per inserirvi il filo di alimentazione.Colleghiamo i listelli che compongono la struttura

  3. Colorazione dei listelli

    A colla asciutta levighiamo i listelli e verniciamo con spray alluminio dopo aver steso una mano di primer, per diminuire l’assorbimento dello smalto e ottenere una colorazione uniforme.Colorazione dei listelli

  4. Fissiamo le gambe al piano

    Fissiamo le due gambe al piano secondo le linee tracciate in precedenza. Alcune squadrette angolari stabilizzano le unioni tra le gambe e il piano. Utilizziamo viti autofilettanti da 30 mm.Fissiamo le gambe al piano

  5. Creiamo lo spazio per il cavo

    Con una pinza allarghiamo una delle maglie della catena tesa tra i sostegni del paralume in modo da poter far passare il cavo e mantenerlo centrato. Una volta al suo posto, serriamo di nuovo la maglia.Creiamo lo spazio per il cavo

  6. Inserimento del portalampada

    Il portalampada con filettatura E14 viene inserito e fissato con la sua ghiera al disco che unisce i sostegni del paralume. Possiamo inserire il cavo nella scanalatura effettuata sulla piantana.Inserimento del portalampada

La struttura è leggera

Nel disegno è evidenziato il sistema di sospensione del paralume. Per far sì che il suo peso non gravi sui morsetti del cavo conviene applicare lungo il cavo stesso un piccolo morsetto di plastica che lo blocchi alla catenella di sospensione.

Come montare le barre portatutto e il portabici sull’auto

Le barre portatutto, per auto con mancorrenti montati sul tettuccio, sono adatte per sostenere materiali e oggetti diversi e anche per ricevere vari tipi di accessori come portabici, portakajak ecc. Le barre sono, solitamente, realizzate in alluminio anodizzato, si montano con facilità e sono dotate di serratura. Il loro carico massimo in genere non è molto elevato e raramente supera gli 80 kg.

Il portabici, utilizzabile in combinazione con le barre, è realizzato in profilato di alluminio o in acciaio. Consente di montare agevolmente la bicicletta e bloccarla in verticale con due supporti a braccio ruotabile. Il carico massimo è di circa 20 kg.

Quando la bicicletta non serve più possiamo appenderla sui ganci portabici.

Cosa serve per montare barre portatutto?

  • Cacciavite
  • Chiave a brugola
  • Kit Barre portatutto

Tempo richiesto: 1 ora

  1. Appoggiare le barre ai monocorrenti

    Per montare le barre portatutto fornite come accessorio di una specifica auto, non è necessario procedere ad alcuna regolazione degli attacchi: basta appoggiare le barre ai mancorrenti.come montare barre portatutto

  2. Individuiamo gli incastri

    Sui mancorrenti, sia anteriormente che posteriormente, sono presenti due coppie di incastri in cui inseriamo i perni presenti all’interno degli appoggi delle barre portatutto.montaggio barre portatutto

  3. Bloccaggio delle barre

    Effettuato l’incastro agiamo sulla vite di serraggio posta sull’esterno, sotto la copertura mobile in materiale plastico. Serrando si stringono i morsetti che fanno penetrare i perni nelle sedi.Bloccaggio delle barre

  4. Attenzione al carico massimo

    Le barre risultano bloccate in posizioni fisse e predeterminate sui mancorrenti in modo da offrire il miglior appoggio e bilanciamento del carico. Non bisogna superare il carico massimo indicato.barre portatutto

  5. Installazione del portabici

    Il portabici si monta sulle barre portatutto della vettura. È dotato di una piastra che va collocata sulla barra portatutto anteriore. Su tale piastra monteremo i supporti laterali.Installazione del portabici

  6. Colleghiamo il portabici alle barre

    Per collegare il portabici alle barre inseriamo due morsetti a U dalla parte inferiore in modo che i due gambi filettati entrino nella piastra da due parti opposte della barra. Poi avvitiamo i dadi.Colleghiamo il portabici alle barre

  7. Stringiamo il morsetto posteriormente

    Posteriormente non c’è la piastra per cui il fissaggio dell’asta si effettua con un morsetto a U inserito dall’alto e serrato dal basso con due dadi a manopola. Non stringiamo eccessivamente.Stringiamo il morsetto posteriormente

  8. Avvitiamo i supporti per la bici

    A montaggio concluso avvitiamo sulla piastra anteriore i due supporti per la bici. Inseriamo questa nella gola dell’asta e la affranchiamo ai supporti che la mantengono in verticale.Avvitiamo i supporti per la bici

Utile da sapere

Il carico non può sporgere longitudinalmente dalla parte anteriore del veicolo. Può sporgere dalla parte posteriore, se costituito da cose indivisibili, fino ai 3/10 della lunghezza del veicolo stesso, purché nei limiti stabiliti dall’art. 61 del Nuovo Codice della Strada.

Levigatrice a nastro | Struttura e funzionamento

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La levigatrice a nastro è lo strumento più potente per levigare il legno. Se ci capita di ascoltare un falegname che dichiara di usare quasi ogni giorno il suo carro armato, non per questo dobbiamo pensare che egli sia solito andare a spasso con una macchina da guerra: con questo nome, infatti, viene comunemente definito un comodissimo utensile che, al posto dei cingoli sferraglianti, porta un nastro di carta abrasiva: la levigatrice a nastro.

Operazione bellezza (Covid Free)

Tratto da “Rifare Casa n.71 – Settembre/Ottobre 2020″

Autore: Nicla de Carolis

«… L’operazione, volta a contrastare lo spopolamento del centro storico di Cinquefrondi, borgo calabrese di seimila abitanti, immerso nel Parco Nazionale dell’Aspromonte … consiste nel vendere gli immobili al prezzo simbolico di 1 euro.
La condizione è che i nuovi proprietari li riqualifichino rendendoli belli e abitabili…»

… musica per le nostre orecchie, immaginando quel che sarà per i nostri occhi, è il nome di questo progetto controcorrente, oggi sembra che poco si tenda alla ricerca e all’educazione al bello anche nella formazione dei bambini e dei giovani. L’operazione, volta a contrastare lo spopolamento del centro storico di Cinquefrondi, borgo calabrese di seimila abitanti, immerso nel Parco Nazionale dell’Aspromonte, lontano dai circuiti tradizionali, a 50 chilometri da Reggio Calabria, a 15 minuti dal mare, consiste nel vendere gli immobili più vecchi e disabitati al prezzo simbolico di 1 euro. La condizione è che i nuovi proprietari li riqualifichino rendendoli belli e abitabili. Dopo il lancio della rete statunitense CNN,
la notizia ha fatto il giro del mondo generando migliaia di richieste
di acquisto.
È così che in poche settimane questo paesino è diventato
il nuovo El Dorado del turismo: un luogo, risparmiato dal coronavirus, dove migliaia di persone provenienti da ogni dove vogliono vivere. Un miracolo realizzato grazie
a un’offerta allettante e a un marketing intelligente
che ha ribattezzato l’iniziativa “Operazione Bellezza”.
Sul sito del comune di Cinquefrondi si trovano le indicazioni
e le descrizioni delle case in vendita a 1 euro: sono per lo più porzioni “terratetto” con una una pianta intorno ai 20 metri quadrati, che si sviluppano su due/tre piani con muri portanti in pietra, alloggi di 50-60 metri quadrati, nel nucleo storico, con vista sulle isole Eolie che stanno lì di fronte.
Dalla descrizione risulta che sono da rifare il tetto, gli impianti e sono da rinforzare la struttura e le solette. Operazioni con immobili in vendita al prezzo simbolico di 1 euro per ripopolare i paesi non sono una novità, ce ne sono altre in Italia, ma nel comune di Cinquefrondi si è aggiunto l’appeal dell’etichetta covid free, molto apprezzata, a quanto pare, soprattutto all’estero.
Gli acquirenti di questi immobili dovranno garantire la ristrutturazione entro 3 anni, pena una multa di 20 mila euro per il mancato impegno.
E, cosa meravigliosa, persino la macchina burocratica verrà incontro
a chi decide di contribuire a far tornar bello il paese di Cinquefrondi:
“il Comune garantisce la celerità nel rilascio dei titoli abilitativi
per la ristrutturazione dell’immobile”.
Abituati come siamo a trattare cifre per lavori di ristrutturazione
ci è venuto spontaneo fare un rapido calcolo su quanto occorrerebbe
per riqualificare un’abitazione di questo genere: 50.000,00 euro dovrebbero bastare. Considerando che l’acquisto e le spese notarili sono minime, sembrerebbe conveniente, sia che si voglia utilizzare la casa
per vacanza sia che la si voglia affittare. E per i lettori di questa rivista
non c’è intervento strutturale, impiantistico o estetico che nel tempo non sia stato approfonditamente trattato, è così che, forti delle competenze acquisite, la realizzazione del progetto potrebbe essere davvero stimolante e gratificante.
Se la nostra descrizione vi ha incuriosito potrete ottenere maggiori informazioni scrivendo alla mail: cinquefrondicase1euro@gmail.com.

Frontalino dell’auto, guida alla sostituzione

La riparazione di un paraurti solamente ammaccato, come la sostituzione del frontalino dell’auto, non rientra tra i divieti imposti ai privati di intervenire nella manutenzione, in quanto l’intervento non interferisce con la sicurezza del mezzo. Trattandosi di un pezzo facilmente asportabile si rimuove il pezzo danneggiato e si installa al suo posto uno nuovo, possibilmente originale, che richiede soltanto (e non sempre) la verniciatura nel colore dell’auto. La verniciatura può essere eseguita in proprio con le bombolette spray, ma il risultato, per quanto accettabile nell’immediato, non potrà essere duraturo come una verniciatura con forno eseguita in carrozzeria.

Cosa serve per sostituire il frontalino dell’auto

  • Chiavi a forchetta, a bussola, cacciaviti, pinze
  • Pezzo di ricambio originale

Tempo richiesto: 2 ore

  1. Smontaggio della parte danneggiata

    Smontaggio della parte danneggiata: capita spesso che dadi di fissaggio e viti, che bloccano una parte della vettura, siano collocati in posti non facili da raggiungere. In alcuni casi basta aprire il cofano per trovarsi davanti i bulloni che fissano il frontalino e la griglia anteriore che dobbiamo asportare. Con chiavi a bussola o a forchetta, o magari cacciaviti allentiamo i sistemi di unione.Smontaggio della parte danneggiata

  2. Rimozione della parte danneggiata

    Una volta allentati tutti i sistemi di unione possiamo procedere alla rimozione del frontalino.Rimozione della parte danneggiata

  3. Riparazione/sostituzione del pezzo

    Smontato il pezzo danneggiato e controllato che non sia possibile ripararlo con qualche martellata e un po’ di stucco, ci procuriamo dal concessionario il pezzo nuovo, da verniciare del colore originale (le case automobilistiche indicano su una targhetta il codice delle vernici usate). Riparazione/sostituzione del pezzo

  4. Montaggio nuovo frontalino

    Possiamo poi procedere al suo montaggio ripercorrendo, in ordine inverso, i passi fatti per smontare quello vecchio.Montaggio nuovo frontalino

Bombolette spray

Lasciando ai carrozzieri gli interventi maggiori, per la verniciatura di parti poco estese possiamo utilizzare le bombolette spray che alcune case producono nell’intera gamma usata dai fabbricanti. I colori sono garantiti per tenuta e stabilità e sopportano anche la lucidatura (non abrasiva).
I pezzi da verniciare vanno prima sgrassati e carteggiati. Controlliamo su un pezzo di scarto la concordanza del colore, possiamo applicare la vernice spray in più mani leggere, tenendoci a 20 cm di distanza dal pezzo.

Come scegliere il martello demolitore

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Il martello demolitore svolge una gran quantità di lavoro riducendo al minimo la nostra fatica: ecco quali sono gli elementi da tenere a mente prima dell’acquisto e durante l’utilizzo

Come costruire un comodino a due luci

In questa guida vedremo come costruire un comodino in MDF passo passo. Per realizzarlo possiamo ricavare tutte le parti di legno da un unico foglio di MDF. I lati diritti delle figure possono corrispondere a quelli del foglio, in modo da dover realizzare solo i tagli curvi. Non è facile ottenere un taglio perfetto, ma l’MDF è un legno artificiale compatto, le asperità sono facili da eliminare: con carta a grana fine i bordi diventano lisci come le superfici.

Le tre gambe possono essere sovrapposte e tenute ferme con morsetti, la simultanea levigatura ci farà ottenere sagome esattamente uguali. Le irregolarità del bordo curvo del piano, invece, si occultano con l’applicazione della striscia di faesite. Due gambe sono parallele al diametro del semicerchio, quella centrale è perpendicolare a esso. Rifiniamo a smalto ed effettuiamo i collegamenti elettrici delle lampade orientabili, nascondendoli sotto il piano.

Cosa serve per costruire un comodino a due luci

  • Un foglio 100×60 cm di MDF da 19 mm da cui ricavare gambe e piano
  • Striscia di faesite
  • 6 spine di faggio Ø 8 mm
  • 2 lampade a stelo con tige filettato, dado e rondella
  • Cavo bipolare, scatola di derivazione, cappellotti, spina elettrica
  • Colla vinilica, fondo, smalto

Tempo richiesto: 1 ora

  1. Disegno della sagoma

    Riportiamo la sagoma per tre volte sul foglio di MDF insieme al disegno del piano, cercando di minimizzare lo scarto. Tagliamo le parti con il seghetto alternativo dotato di lama a denti fini.Riportare la sagoma

  2. Foratura delle gambe e del piano

    Rifiniamo i bordi con carta vetrata e pratichiamo i fori ciechi nella giusta posizione, sotto il piano. Riportiamo i fori sullo spessore delle gambe con i marcatori a cappellotto e completiamo la spinatura.come costruire un comodino a due luci

  3. Rifinitura del piano

    Rifiniamo il bordo esterno del tavolino incollandovi una striscia di faesite che si flette facilmente per seguire il profilo curvo. Stabilizziamo l’unione con alcuni chiodini a testa persa.Rifinitura del comodino

  4. Colorazione

    Il primer va steso in modo abbondante, in quanto l’MDF assorbe molto. Dopo l’asciugatura diamo una passata di carta vetrata fine su tutte le superfici e stendiamo due mani di smalto acrilico.Colorazione comodino

I collegamenti elettrici

Dopo il focus su come costruire un comodino a due luci parliamo dei collegamenti elettrici nello specifico. I cavi elettrici delle due lampade arrivano ad una scatoletta fissata sotto il piano, all’interno della quale vengono uniti tramite cappellotti o un mammut. Dalla scatoletta parte un solo cavo che prende l’alimentazione elettrica da una presa o, se disponibile, da una scatola di derivazione. La sagoma da seguire per realizzare le tre gambe.

Pratichiamo due fori vicino al centro del bordo posteriore e inseriamovi i supporti flessibili delle lampade, che blocchiamo da sotto con dadi avvitati sulla parte sporgente del tige.

Nella parte sottostante, tra i fissaggi dei supporti, avvitiamo (o incolliamo con colla a caldo) una piccola scatola di derivazione elettrica per nascondere i collegamenti.

Uniamo i conduttori provenienti dalle lampade a quelli del cavo con la spina elettrica, tenendo insieme i tre fili della fase in un cappellotto e quelli del neutro nell’altro.

La smerigliatrice angolare | Caratteristiche e funzionamento

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La smerigliatrice angolare è la più aggressiva delle macchine portatili, in grado di troncare, scrostare, levigare ferro e materiali per edilizia a grande velocità se non con grande precisione

Libreria minimal e appendiabiti fai da te

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Utilizzando tavole di legno lamellare d’abete possiamo realizzare una coppia di complementi d’arredo da sfruttare come piccola libreria minimal e come appendiabiti da accosto. Le due tavole sembrano semplicemente appoggiate, ma sono fissate a parete con ganci a L dotati di tassello. Occupano pochissimo spazio e si possono spostare senza difficoltà da una stanza all’altra.

Per dar loro stabilità è sufficiente inclinarle con un po’ di “piede”, quindi l’ingombro in profondità è minimo; la stessa inclinazione favorisce il contenimento di alcuni libri disposti “di piatto” sui ripiani. L’appendino è un’idea alternativa, anche se le tavole si prestano a svariate altre interpretazioni: possiamo, per esempio, installare ulteriori ripiani e avvicinare le tavole, ottenendo una vera e propria piccola libreria a parete.

Cosa serve per la realizzazione della libreria minimal

  • 2 tavole di legno lamellare d’abete da 2000x280x30 mm e una da cui ricavare tre ripiani da 280×280 mm
  • Sega circolare
  • Vernice trasparente o smalto colorato all’acqua
  • Colla vinilica
  • Morsetti
  • Squadrette metalliche
  • Viti autofilettanti
  • Avvitatore a batteria

Tempo richiesto: 1 ora

  1. Taglio dei ripiani

    Il taglio dei ripiani è bene effettuarlo con la sega circolare montata sul banchetto; regolando l’inclinazione della lama possiamo anche eseguire con precisione lo smusso alla base.Taglio dei ripiani

  2. Smusso dei bordi

    Tutti i bordi a vista, specialmente quelli interessati dal taglio, devono essere levigati per eliminare eventuali asperità e leggermente smussati, prima di procedere con l’applicazione della finitura.Smusso dei bordi

  3. Eventuale colorazione

    Possiamo scegliere di mantenere l’aspetto naturale del legno, applicando più mani di vernice impregnante trasparente stesa lungo vena. In alternativa possiamo stendere uno smalto colorato.Eventuale colorazione

  4. Incollaggio dei ripiani

    Per il montaggio ci conviene incollare inizialmente i ripiani. Meglio sarebbe incastrarli in uno scasso di pari sezione, profondo metà spessore della tavola, e fissarli da dietro con un paio di viti.Incollaggio dei ripiani

  5. Stabilizzazione dell’incollaggio

    Controllando la squadratura, blocchiamo in posizione i ripiani con un paio di morsetti ed eliminiamo l’eccesso di colla, lasciando poi stabilizzare l’incollaggio almeno fino al giorno dopo.Stabilizzazione dell'incollaggio

  6. Applicazione di squadrette metalliche

    Rinforziamo i ripiani con squadrette metalliche dopo aver praticato sul bordo di tavola e ripani uno scasso largo e profondo quanto basta a farle rimanere a filo piano per una resa estetica migliore.Applicazione di squadrette metalliche

  7. Fissaggio in alto

    Per impedire alle strutture di spostarsi è sufficiente predisporre un incavo all’estremità superiore nel quale può far presa il gancio a L di un tassello fissato a parete.Fissaggio in alto

  8. Fissaggio in basso

    Le tavole sono appoggiate a parete con una leggera inclinazione: per maggiore stabilità ed estetica, occorre bisellarle alla base con angolo di circa 8°.Fissaggio in basso