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Sistema di controllo della temperatura | Smatrix Pulse di Uponor

Un nuovo sistema di controllo della temperatura ambiente, facile da installare e compatibile con diversi dispositivi per smart home

Che si tratti di un impianto radiante esistente (a pavimento, parete o soffitto) o in fase di installazione ex novo, grazie a Uponor Smatrix Pulse, sistema di controllo della temperatura, diventa possibile gestirlo nel migliore dei modi per consumare meno energia e avere sempre ambienti confortevoli.

Un’App dedicata guida nella procedura di configurazione senza bisogno di leggere manuali e anche senza Internet: se la casa è ancora un cantiere e non dispone di rete, l’App crea una rete Wi-fi locale e si collega direttamente al modulo di comunicazione.

Completata la configurazione, attraverso l’App si può gestire la climatizzazione domestica al meglio, anche attraverso comandi vocali ad Amazon Alexa o Google Home; controllare la temperatura sullo smartphone mentre si è fuori casa e ottimizzarla in base alle previsioni meteo; gestire ogni singola zona della casa in base agli orari di frequentazione e alle esigenze di ciascun familiare, interagendo con i termostati dislocati nei vari ambienti; ricevere avvisi se la connessione radio è interrotta o se le batterie si stanno esaurendo.

sistema di controllo della temperatura

Accedendo ai servizi cloud Uponor si possono aggiungere funzionalità come aggiornamenti automatici del software, in piena sicurezza in quanto i dati sono protetti da una crittografia altamente affidabile. Inoltre, il sistema di controllo della temperatura Smatrix Pulse ottimizza molto più efficacemente l’utilizzo di energia, in quanto la funzione di bilanciamento automatico si adatta costantemente a ogni cambiamento di stile di vita senza interventi manuali, consentendo fino al 20% di risparmio.

sistema di controllo della temperatura

Per un perfetto comfort domestico Smatrix Pulse offre la massima varietà di integrazione con altri sistemi come il raffrescamento tramite fancoil, la ventilazione meccanica, il raffrescamento a soffitto e il riscaldamento a pavimento elettrico.

Per informazioni più dettagliate consultare il sito www.uponor.it

Gestione semplice con pochi componenti

  1. Centralina di regolazione dell’impianto radiante a zone con funzione di autobilanciamento, adatta per gestire fino a 6 termostati ambiente e 8 attuatori (dispositivi che ricevono i comandi e li eseguono); tramite un supporto aggiuntivo opzionale può servire più termostati e attuatori. Utilizzabile per installazioni a onde radio e a filo.
  2. Modulo per il collegamento tra sistema Uponor Smatrix Pulse, Uponor Smatrix Pulse App e il cloud Uponor.
  3. Termostati ambiente eleganti e sottili che misurano la temperatura operativa e l’umidità per il massimo comfort ed efficienza energetica.
  4. Un’App intuitiva, con una procedura guidata di installazione interattiva, fornisce un’interfaccia per configurare e controllare il sistema da casa o da fuori casa.

Per iniziare a utilizzare il sistema di controllo della temperatura Uponor Smatrix Pulse sono disponibili due kit di avviamento per appartamenti (taglia S) e villette monofamiliari (taglia L) contenenti un modulo di collegamento (2), un regolatore di impianto (1) e 3 o 5 termostati (3), completi di istruzioni ed espandibili.

Come scegliere il trapano a colonna

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Con il trapano a colonna la punta viene fatta scendere verticalmente sul pezzo da forare, modulando la forza di penetrazione in base alla velocità impostata e alla resistenza del materiale, con possibilità di “leggere” in continuo la profondità raggiunta. Vediamo com’è fatto questo trapano verticale e cosa bisogna sapere per utilizzarlo al meglio.

Riparazione della marmitta dell’auto

La durata e il deterioramento del sistema di scarico dei gas combusti di un’auto dipendono dal tipo di utilizzo: non contano tanto i chilometri percorsi nell’anno, ma la lunghezza di ogni singolo tragitto. I gas di scarico, che contengono vapore acqueo, ma anche sostanze acide, escono dal motore a temperature elevate e, attraverso una serie di tubazioni e di silenziatori, vengono dispersi nell’ambiente. Se il viaggio che abbiamo intrapreso è molto lungo, tutte le parti diventano molto calde e non si forma condensa, se invece il tragitto è breve la condensa si deposita negli elementi terminali e, poco per volta, li corrode fino a forarli. Non è sempre possibile fare una riparazione alla marmitta dell’auto, quando il guasto è molto grave non c’è alternativa alla sostituzione ma, se la struttura generale è ancora solida e si tratta solo di tappare fori più o meno grandi, la riparazione è possibile. utilizzando materiali appositi.

disegno marmitta auto
I punti deboli: ecco i punti in cui più facilmente si verificano rotture e perforazioni dovute all’aggressività dei gas di scarico e alla condensa interna. Le frecce rosse indicano dove è più frequente il danno dovuto alla condensa mentre le frecce gialle indicano le zone di collegamento a rischio tra i componenti.

Il lavoro va svolto sotto il veicolo: sono assolutamente da evitare le soluzioni approssimative come, per esempio, sollevare l’auto col cric in dotazione e poi coricarvisi sotto. Per intervenire in condizioni ottimali serve un ponte da meccanico o la “fossa”, ma sono utili le rampe di metallo e i cavalletti di stazionamento.

Cosa serve per la riparazione della marmitta dell’auto

  • Trapano, pinze, chiavi a forchetta, spazzola di ferro, cacciaviti, spatola 
  • Benda riparamarmitte 
  • Pasta di montaggio marmitte
  • Stucco sigillante per marmitte
  • Spatola

Sigillatura di fori e crepe

  1. Con lo stucco

    Per sigillare piccoli fori o incrinature puliamo al meglio la parte e applichiamo con una spatolina uno strato non troppo sottile di stucco per riparazione della marmitta dell’auto che indurisce con il calorestucco riparazione marmitta auto

  2. Con la benda

    Per crepe maggiori usiamo la benda realizzata in fibra di vetro imbevuta con una speciale resina termoindurente. Una volta completata la fasciatura e dopo averla bloccata in posizione con filo di ferro, basta far funzionare il motore per una quindicina di minuti per ottenere il riscaldamento che fa indurire fortemente la resina e quindi la fasciatura. Non contiene amianto ed è indicata anche per le marmitte catalitichebenda riparazione marmitta auto

  3. Fori anticondensa

    Per evitare che la condensa ristagni sul fondo del silenziatore e lo corroda dall’interno possiamo praticare alcuni piccoli forellini nella parte inferiore in modo che la condensa coli fuorifori anticondensa marmitta auto

La pasta di montaggio

Sostituire una parte del condotto di scarico può essere un’impresa molto faticosa perché la ruggine forma talvolta una sorta di saldatura tra i vari  elementi e diventa assai difficile separarli.  Nessun problema invece se,  in occasione di un intervento di manutenzione, utilizziamo una pasta di montaggio: il sottile strato di prodotto che spalmiamo nelle giunzioni non si degrada col tempo, ma conserva intatta tutta la sua efficacia e  permette, all’occorrenza, di effettuare facilmente una sostituzione. 

riparazione marmitta auto
L’elemento da rimpiazzare si sfila senza grosse difficoltà. La parte che rimane in opera è ancora integra e pronta a ricevere il ricambio.
riparazione marmitta auto
Al momento dell’assemblaggio la pasta di montaggio funziona da lubrificante e facilita l’inserimento del nuovo pezzo con incastro maschio.
riparazione marmitta auto
L’eccedenza di prodotto che esce dai tagli praticati su giunto “femmina”  sigilla la giunzione, che diventa stabile serrando la fascetta.

Regolazione del cambio della bici

Prima di parlare della regolazione del cambio della bici premettiamo che il cambio è costituito da una “ruota libera” con un rocchetto a più rapporti e ha un sistema azionato da una leva, posta sul manubrio, che consente la traslazione della rotella-guida che sposta la catena da un rapporto all’altro. In commercio vi sono versioni molto diversificate di cambi, anche in relazione alla tipologia della bicicletta. Tutti, però, sono sostanzialmente costituiti secondo il medesimo principio.

I guasti più comuni consistono in genere nel mancato o irregolare funzionamento del cambio dovuto, di solito, a regolazioni andate fuori registro. Controlli, registrazioni, pulizia e lubrificazione sono gli interventi che bisogna saper effettuare.

Cosa serve per la regolazione del cambio della bici

  • Cacciavite, pinze, chiavi a brugola
  • Liquidi detergenti e lubrificanti, pennello
  • Petrolio rettificato, gasolio

Tempo richiesto: 30 minuti

  1. Allineamenti e controlli

    Il rapporto mediano del rocchetto deve essere allineato con la moltiplica anteriore. Se vi sono più moltipliche deve essere allineato con il loro asse mediano. Impostando il cambio tra la moltiplica più interna e il rapporto più piccolo bisogna controllare che il guida-catena del deragliatore impedisca alla catena stessa di uscire dalla moltiplica, registrando le 2 viti di regolazione.Allineamenti e controlli

  2. Marcature di regolazione

    Sulla maggior parte dei cambi sono presenti due viti indicate con le lettere H e L che servono per regolare e tarare il posizionamento dei fine corsa dei rapporti.Marcature di regolazione

  3. Regolazioni

    Si avvita (o svita) la vite H per determinare la posizione del fine corsa sul rapporto esterno. Poi si avvita (o svita) la vite L per determinare la posizione del fine corsa sul rapporto interno.regolazione cambio bici

  4. Regolazione deragliatore

    Anche il deragliatore (nei cambi con più moltipliche) è dotato di viti di registrazione che permettono di controllare il suo spostamento con la massima precisione.Regolazione deragliatore bici

Le lubrificazioni

Il meccanismo del cambio va pulito accuratamente con una certa frequenza e sempre dopo un utilizzo in condizioni ambientali di pioggia, fango ecc.

La pulizia si effettua con detergenti per meccanismi esterni e la lubrificazione di effettua con bombola spray nei punti di attrito
Anche il meccanismo del deragliatore va periodicamente sgrassato e pulito prima di applicare lubrificante specifico
Le moltipliche si liberano dalla morchia con un lavaggio con petrolio rettificato o gasolio. Poi si lubrificano con bomboletta spray, senza eccedere

Stencil per pareti | Come decorare i muri di casa

La tecnica dello stencil per pareti consente di decorare e abbellire i muri di casa (e non solo) in modo semplice, economico e originale

Per realizzare la tecnica dello stencil per pareti basta scegliere il motivo adeguato e trasferirlo sulla superficie che si intende decorare.

La ripetitività (quindi la possibilità di sfruttare un disegno numerose volte) ci permette di raggiungere, con una semplice tinteggiatura, risultati simili a quelli ottenuti con costose tappezzerie, e dà particolare risalto ad ambienti che si vogliono luminosi, allegri e caldi.

stencil per pareti

Dipingere casa con stencil per muro prevede l’utilizzo di particolari maschere di materiale sintetico, cartoncino o carta oleata che si trovano in commercio.

La zona da decorare con stencil da parete dev’essere adeguatamente preparata: pulita, asciutta e priva di polvere.

Stencil per pareti – Occorrente

  • Maschere per stencil (già pronte o che possiamo ricavare intagliando fogli di acetato)
  • Pennello a punta tronca specifico per stencil
  • Nastro per mascheratura
  • Pittura per stencil
stencil per muro

Stencil fai da te o con nastro di mascheratura

Tempo richiesto: 15 minuti

Possiamo creare gli stencil per pareti in autonomia, con dei semplici cartoncini, oppure acquistarli già pronti per essere utilizzati. In alternativa, per forme molto squadrate, possiamo usare anche del nastro per mascherare le aree da non colorare.

  1. Creare la sagoma

    Prima di tutto ci occorre una sagoma per il nostro stencil per pareti. Tracciamo un cerchio su un cartoncino, facciamo un buco al suo centro con le lame delle forbici e ritagliamolo con precisione. Possiamo tracciare più cerchi, ben distanziati, sullo stesso foglio.maschera cartoncino

  2. Applicare la vernice impermeabilizzante

    Per utilizzare la maschera più volte senza che si deformi o si strappi e per poterla ripulire con facilità tra un’applicazione e l’altra, applichiamo un velo di vernice impermeabilizzante sui due lati.stencil per muro

  3. Colorare l’interno dello stencil per muro

    Fissiamo lo stencil per pareti con nastro di carta e coloriamo l’interno, tirando il colore dall’esterno verso l’interno, per non sbavare al di sotto della maschera. Ripetiamo l’operazione in altre zone del muro.stencil per pareti

  4. Usare, in alternativa, il nastro per mascheratura

    Utilizzando il nastro per mascheratura, in alternativa alle maschere stencil per parete, possiamo creare varie tipologie di decorazioni come, per esempio, una grande scritta colorata. L’operazione è semplice e prevede l’applicazione del nastro a parete, in modo da definire la scritta (o altra tipologia di decoro).nastro per mascheratura

  5. Colorare gli spazi creati

    Con smalto all’acqua procediamo a riempire gli spazi delimitati con il nastro.stencil per parete

  6. Rimuovere la mascheratura

    Ad asciugatura avvenuta, rimuoviamo la mascheratura per vedere l’effetto del lavoro di decorazione.stencil parete

Collettore solare: come installarlo

Il collettore solare con pannelli a “circolazione naturale”, cioè quello che presenta il serbatoio immediatamente sopra di esso, si può installare sia sul tetto sia su un terrazzo sia a terra, con un’apposita intelaiatura di sostegno.

La realizzazione di un impianto solare può basarsi sull’utilizzo di kit completi, offerti in varie configurazioni, portate e potenzialità, da diverse case produttrici. Nella versione base, il pannello riscalda (tramite un ciclo chiuso) l’acqua di un serbatoio d’accumulo (boiler), in genere riscaldato anche da una caldaia esterna. L’acqua calda viene prelevata per l’utilizzo sanitario dal boiler, mentre il circuito del pannello è sigillato.

Il montaggio dei pannelli sulle falde del tetto viene notevolmente facilitato dall’utilizzo di speciali telai adattabili a diverse inclinazioni e regolabili a varie dimensioni. Ulteriori dotazioni accessorie come ganci sagomati con tassello, barre di scorrimento, morsetti e profili di vario tipo consentono di effettuare il montaggio in situazioni diverse.

Cosa serve per installare un collettore solare

  • Kit completo per l’installazione di uno o più collettori solari termici
  • Tubazioni, raccorderia, intelaiatura di sostegno
  • Attrezzatura per idraulica

Tempo richiesto: 1 giorno

  1. Visione d’insieme

    I pannelli che formano il collettore solare sono collegati in serie tramite raccordi. Il fluido contenuto circola al loro interno e nella serpentina del serbatoio. L’insieme viene collocato su un’intelaiatura.collettore solare

  2. Accertamenti prima del montaggio

    Prima del montaggio è necessario accertarsi che tutti i componenti, l’intelaiatura e la raccorderia siano disponibili. L’angolazione del telaio va calcolata in funzione del luogo di installazione.montaggio collettore solare

  3. Assemblaggio dell’intelaiatura di sostegno

    Nel caso di un montaggio a terra o su un terrazzo dobbiamo inizialmente assemblare l’intelaiatura di sostegno. Per il montaggio su un tetto dobbiamo predisporre le barre metalliche di fissaggio alla falda.montaggio collettore solare

  4. Colleghiamo i singoli pannelli

    Utilizzando la raccorderia colleghiamo tra loro i singoli pannelli e questi al serbatoio. Al loro interno si immette un fluido che trasporta il calore dai pannelli alla serpentina che scalda l’acqua.collegamento pannelli collettore solare

Orientare i pannelli

I tre schemi riportati a lato, uguali nella parte impiantistica, raffigurano la posizione del pannello su tetti di diversa inclinazione e con serbatoio di accumulo esterno o nel sottotetto. L’orientamento per sfruttare al meglio il sole è sud-sud est, tenendo presente le ombre causate da alberi o case nei dintorni: per questo è importante, durante il giorno, verificare l’insolazione del tetto soprattutto in inverno.

  1. In una casa con tetto a terrazzo, il pannello viene inclinato di 45° con opportuno supporto. Il serbatoio si colloca dietro il pannello.
  2. Su un tetto di pendenza contenuta (20-25°) è ancora necessario un supporto.
  3. Per tetti con angolazione oltre i 30° il pannello può essere collocato sul piano del tetto senza supporto. In questo caso il serbatoio può anche essere inserito nel sottotetto.

Costruire un tavolino con lampada integrata

Per costruire un tavolino con lampada integrata partiamo da un telaio di legno che collega un piano circolare e una lampada. La struttura portante è di listelli di abete verniciati color argento e rinforzati nei punti di ancoraggio al piano con squadrette metalliche. Il disco che funge da ripiano viene ricavato da truciolare nobilitato con laminato bianco, che si taglia agevolmente con una fresatrice manuale imperniando il riscontro laterale su una vite, come se fosse un grosso compasso (vedi primo passaggio).

Se preferiamo possiamo farci tagliare il pezzo al momento dell’acquisto. Il bordo si rifinisce con nastro termoadesivo. Il cavo elettrico deve essere
vistosamente colorato
, in modo da formare un piacevole contrasto: un robusto bipolare arancione su cui inseriamo un interruttore passante è l’ideale per conferire un tocco di vivacità alla lampada e sostenere il paralume.

Cosa serve per costruire un tavolino con lampada integrata

  • Listello di abete sezione 20×30 mm
  • Truciolare bilaminato 20 mm
  • Bordino termoadesivo bianco
  • Cavo bipolare a doppio isolamento
  • Spina e interruttore passante
  • Portalampada con anello di fissaggio a vite
  • Paralume e catenella
  • Viti autofilettanti, primer e bomboletta di vernice spray
  • 3 feltrini

Tempo richiesto: 3 ore

  1. Creiamo il disco circolare

    Tagliamo un disco con il raggio di 22 cm con la fresatrice verticale, dotata di guida a compasso. L’elevata velocità di rotazione della fresa permette di ottenere bordi più regolari che con l’alternativo.Creiamo il disco circolare

  2. Colleghiamo i listelli che compongono la struttura

    Tagliamo i pezzi che costituiscono la piantana e li colleghiamo con viti, rinforzate da incollaggio. Il pezzo superiore va sagomato con una scanalatura per inserirvi il filo di alimentazione.Colleghiamo i listelli che compongono la struttura

  3. Colorazione dei listelli

    A colla asciutta levighiamo i listelli e verniciamo con spray alluminio dopo aver steso una mano di primer, per diminuire l’assorbimento dello smalto e ottenere una colorazione uniforme.Colorazione dei listelli

  4. Fissiamo le gambe al piano

    Fissiamo le due gambe al piano secondo le linee tracciate in precedenza. Alcune squadrette angolari stabilizzano le unioni tra le gambe e il piano. Utilizziamo viti autofilettanti da 30 mm.Fissiamo le gambe al piano

  5. Creiamo lo spazio per il cavo

    Con una pinza allarghiamo una delle maglie della catena tesa tra i sostegni del paralume in modo da poter far passare il cavo e mantenerlo centrato. Una volta al suo posto, serriamo di nuovo la maglia.Creiamo lo spazio per il cavo

  6. Inserimento del portalampada

    Il portalampada con filettatura E14 viene inserito e fissato con la sua ghiera al disco che unisce i sostegni del paralume. Possiamo inserire il cavo nella scanalatura effettuata sulla piantana.Inserimento del portalampada

La struttura è leggera

Nel disegno è evidenziato il sistema di sospensione del paralume. Per far sì che il suo peso non gravi sui morsetti del cavo conviene applicare lungo il cavo stesso un piccolo morsetto di plastica che lo blocchi alla catenella di sospensione.

Come montare le barre portatutto e il portabici sull’auto

Le barre portatutto, per auto con mancorrenti montati sul tettuccio, sono adatte per sostenere materiali e oggetti diversi e anche per ricevere vari tipi di accessori come portabici, portakajak ecc. Le barre sono, solitamente, realizzate in alluminio anodizzato, si montano con facilità e sono dotate di serratura. Il loro carico massimo in genere non è molto elevato e raramente supera gli 80 kg.

Il portabici, utilizzabile in combinazione con le barre, è realizzato in profilato di alluminio o in acciaio. Consente di montare agevolmente la bicicletta e bloccarla in verticale con due supporti a braccio ruotabile. Il carico massimo è di circa 20 kg.

Quando la bicicletta non serve più possiamo appenderla sui ganci portabici.

Cosa serve per montare barre portatutto?

  • Cacciavite
  • Chiave a brugola
  • Kit Barre portatutto

Tempo richiesto: 1 ora

  1. Appoggiare le barre ai monocorrenti

    Per montare le barre portatutto fornite come accessorio di una specifica auto, non è necessario procedere ad alcuna regolazione degli attacchi: basta appoggiare le barre ai mancorrenti.come montare barre portatutto

  2. Individuiamo gli incastri

    Sui mancorrenti, sia anteriormente che posteriormente, sono presenti due coppie di incastri in cui inseriamo i perni presenti all’interno degli appoggi delle barre portatutto.montaggio barre portatutto

  3. Bloccaggio delle barre

    Effettuato l’incastro agiamo sulla vite di serraggio posta sull’esterno, sotto la copertura mobile in materiale plastico. Serrando si stringono i morsetti che fanno penetrare i perni nelle sedi.Bloccaggio delle barre

  4. Attenzione al carico massimo

    Le barre risultano bloccate in posizioni fisse e predeterminate sui mancorrenti in modo da offrire il miglior appoggio e bilanciamento del carico. Non bisogna superare il carico massimo indicato.barre portatutto

  5. Installazione del portabici

    Il portabici si monta sulle barre portatutto della vettura. È dotato di una piastra che va collocata sulla barra portatutto anteriore. Su tale piastra monteremo i supporti laterali.Installazione del portabici

  6. Colleghiamo il portabici alle barre

    Per collegare il portabici alle barre inseriamo due morsetti a U dalla parte inferiore in modo che i due gambi filettati entrino nella piastra da due parti opposte della barra. Poi avvitiamo i dadi.Colleghiamo il portabici alle barre

  7. Stringiamo il morsetto posteriormente

    Posteriormente non c’è la piastra per cui il fissaggio dell’asta si effettua con un morsetto a U inserito dall’alto e serrato dal basso con due dadi a manopola. Non stringiamo eccessivamente.Stringiamo il morsetto posteriormente

  8. Avvitiamo i supporti per la bici

    A montaggio concluso avvitiamo sulla piastra anteriore i due supporti per la bici. Inseriamo questa nella gola dell’asta e la affranchiamo ai supporti che la mantengono in verticale.Avvitiamo i supporti per la bici

Utile da sapere

Il carico non può sporgere longitudinalmente dalla parte anteriore del veicolo. Può sporgere dalla parte posteriore, se costituito da cose indivisibili, fino ai 3/10 della lunghezza del veicolo stesso, purché nei limiti stabiliti dall’art. 61 del Nuovo Codice della Strada.

Levigatrice a nastro | Struttura e funzionamento

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La levigatrice a nastro è lo strumento più potente per levigare il legno. Se ci capita di ascoltare un falegname che dichiara di usare quasi ogni giorno il suo carro armato, non per questo dobbiamo pensare che egli sia solito andare a spasso con una macchina da guerra: con questo nome, infatti, viene comunemente definito un comodissimo utensile che, al posto dei cingoli sferraglianti, porta un nastro di carta abrasiva: la levigatrice a nastro.

Operazione bellezza (Covid Free)

Tratto da “Rifare Casa n.71 – Settembre/Ottobre 2020″

Autore: Nicla de Carolis

«… L’operazione, volta a contrastare lo spopolamento del centro storico di Cinquefrondi, borgo calabrese di seimila abitanti, immerso nel Parco Nazionale dell’Aspromonte … consiste nel vendere gli immobili al prezzo simbolico di 1 euro.
La condizione è che i nuovi proprietari li riqualifichino rendendoli belli e abitabili…»

… musica per le nostre orecchie, immaginando quel che sarà per i nostri occhi, è il nome di questo progetto controcorrente, oggi sembra che poco si tenda alla ricerca e all’educazione al bello anche nella formazione dei bambini e dei giovani. L’operazione, volta a contrastare lo spopolamento del centro storico di Cinquefrondi, borgo calabrese di seimila abitanti, immerso nel Parco Nazionale dell’Aspromonte, lontano dai circuiti tradizionali, a 50 chilometri da Reggio Calabria, a 15 minuti dal mare, consiste nel vendere gli immobili più vecchi e disabitati al prezzo simbolico di 1 euro. La condizione è che i nuovi proprietari li riqualifichino rendendoli belli e abitabili. Dopo il lancio della rete statunitense CNN,
la notizia ha fatto il giro del mondo generando migliaia di richieste
di acquisto.
È così che in poche settimane questo paesino è diventato
il nuovo El Dorado del turismo: un luogo, risparmiato dal coronavirus, dove migliaia di persone provenienti da ogni dove vogliono vivere. Un miracolo realizzato grazie
a un’offerta allettante e a un marketing intelligente
che ha ribattezzato l’iniziativa “Operazione Bellezza”.
Sul sito del comune di Cinquefrondi si trovano le indicazioni
e le descrizioni delle case in vendita a 1 euro: sono per lo più porzioni “terratetto” con una una pianta intorno ai 20 metri quadrati, che si sviluppano su due/tre piani con muri portanti in pietra, alloggi di 50-60 metri quadrati, nel nucleo storico, con vista sulle isole Eolie che stanno lì di fronte.
Dalla descrizione risulta che sono da rifare il tetto, gli impianti e sono da rinforzare la struttura e le solette. Operazioni con immobili in vendita al prezzo simbolico di 1 euro per ripopolare i paesi non sono una novità, ce ne sono altre in Italia, ma nel comune di Cinquefrondi si è aggiunto l’appeal dell’etichetta covid free, molto apprezzata, a quanto pare, soprattutto all’estero.
Gli acquirenti di questi immobili dovranno garantire la ristrutturazione entro 3 anni, pena una multa di 20 mila euro per il mancato impegno.
E, cosa meravigliosa, persino la macchina burocratica verrà incontro
a chi decide di contribuire a far tornar bello il paese di Cinquefrondi:
“il Comune garantisce la celerità nel rilascio dei titoli abilitativi
per la ristrutturazione dell’immobile”.
Abituati come siamo a trattare cifre per lavori di ristrutturazione
ci è venuto spontaneo fare un rapido calcolo su quanto occorrerebbe
per riqualificare un’abitazione di questo genere: 50.000,00 euro dovrebbero bastare. Considerando che l’acquisto e le spese notarili sono minime, sembrerebbe conveniente, sia che si voglia utilizzare la casa
per vacanza sia che la si voglia affittare. E per i lettori di questa rivista
non c’è intervento strutturale, impiantistico o estetico che nel tempo non sia stato approfonditamente trattato, è così che, forti delle competenze acquisite, la realizzazione del progetto potrebbe essere davvero stimolante e gratificante.
Se la nostra descrizione vi ha incuriosito potrete ottenere maggiori informazioni scrivendo alla mail: cinquefrondicase1euro@gmail.com.