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Frontalino dell’auto, guida alla sostituzione

La riparazione di un paraurti solamente ammaccato, come la sostituzione del frontalino dell’auto, non rientra tra i divieti imposti ai privati di intervenire nella manutenzione, in quanto l’intervento non interferisce con la sicurezza del mezzo. Trattandosi di un pezzo facilmente asportabile si rimuove il pezzo danneggiato e si installa al suo posto uno nuovo, possibilmente originale, che richiede soltanto (e non sempre) la verniciatura nel colore dell’auto. La verniciatura può essere eseguita in proprio con le bombolette spray, ma il risultato, per quanto accettabile nell’immediato, non potrà essere duraturo come una verniciatura con forno eseguita in carrozzeria.

Cosa serve per sostituire il frontalino dell’auto

  • Chiavi a forchetta, a bussola, cacciaviti, pinze
  • Pezzo di ricambio originale

Tempo richiesto: 2 ore

  1. Smontaggio della parte danneggiata

    Smontaggio della parte danneggiata: capita spesso che dadi di fissaggio e viti, che bloccano una parte della vettura, siano collocati in posti non facili da raggiungere. In alcuni casi basta aprire il cofano per trovarsi davanti i bulloni che fissano il frontalino e la griglia anteriore che dobbiamo asportare. Con chiavi a bussola o a forchetta, o magari cacciaviti allentiamo i sistemi di unione.Smontaggio della parte danneggiata

  2. Rimozione della parte danneggiata

    Una volta allentati tutti i sistemi di unione possiamo procedere alla rimozione del frontalino.Rimozione della parte danneggiata

  3. Riparazione/sostituzione del pezzo

    Smontato il pezzo danneggiato e controllato che non sia possibile ripararlo con qualche martellata e un po’ di stucco, ci procuriamo dal concessionario il pezzo nuovo, da verniciare del colore originale (le case automobilistiche indicano su una targhetta il codice delle vernici usate). Riparazione/sostituzione del pezzo

  4. Montaggio nuovo frontalino

    Possiamo poi procedere al suo montaggio ripercorrendo, in ordine inverso, i passi fatti per smontare quello vecchio.Montaggio nuovo frontalino

Bombolette spray

Lasciando ai carrozzieri gli interventi maggiori, per la verniciatura di parti poco estese possiamo utilizzare le bombolette spray che alcune case producono nell’intera gamma usata dai fabbricanti. I colori sono garantiti per tenuta e stabilità e sopportano anche la lucidatura (non abrasiva).
I pezzi da verniciare vanno prima sgrassati e carteggiati. Controlliamo su un pezzo di scarto la concordanza del colore, possiamo applicare la vernice spray in più mani leggere, tenendoci a 20 cm di distanza dal pezzo.

Come scegliere il martello demolitore

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Il martello demolitore svolge una gran quantità di lavoro riducendo al minimo la nostra fatica: ecco quali sono gli elementi da tenere a mente prima dell’acquisto e durante l’utilizzo

Come costruire un comodino a due luci

In questa guida vedremo come costruire un comodino in MDF passo passo. Per realizzarlo possiamo ricavare tutte le parti di legno da un unico foglio di MDF. I lati diritti delle figure possono corrispondere a quelli del foglio, in modo da dover realizzare solo i tagli curvi. Non è facile ottenere un taglio perfetto, ma l’MDF è un legno artificiale compatto, le asperità sono facili da eliminare: con carta a grana fine i bordi diventano lisci come le superfici.

Le tre gambe possono essere sovrapposte e tenute ferme con morsetti, la simultanea levigatura ci farà ottenere sagome esattamente uguali. Le irregolarità del bordo curvo del piano, invece, si occultano con l’applicazione della striscia di faesite. Due gambe sono parallele al diametro del semicerchio, quella centrale è perpendicolare a esso. Rifiniamo a smalto ed effettuiamo i collegamenti elettrici delle lampade orientabili, nascondendoli sotto il piano.

Cosa serve per costruire un comodino a due luci

  • Un foglio 100×60 cm di MDF da 19 mm da cui ricavare gambe e piano
  • Striscia di faesite
  • 6 spine di faggio Ø 8 mm
  • 2 lampade a stelo con tige filettato, dado e rondella
  • Cavo bipolare, scatola di derivazione, cappellotti, spina elettrica
  • Colla vinilica, fondo, smalto

Tempo richiesto: 1 ora

  1. Disegno della sagoma

    Riportiamo la sagoma per tre volte sul foglio di MDF insieme al disegno del piano, cercando di minimizzare lo scarto. Tagliamo le parti con il seghetto alternativo dotato di lama a denti fini.Riportare la sagoma

  2. Foratura delle gambe e del piano

    Rifiniamo i bordi con carta vetrata e pratichiamo i fori ciechi nella giusta posizione, sotto il piano. Riportiamo i fori sullo spessore delle gambe con i marcatori a cappellotto e completiamo la spinatura.come costruire un comodino a due luci

  3. Rifinitura del piano

    Rifiniamo il bordo esterno del tavolino incollandovi una striscia di faesite che si flette facilmente per seguire il profilo curvo. Stabilizziamo l’unione con alcuni chiodini a testa persa.Rifinitura del comodino

  4. Colorazione

    Il primer va steso in modo abbondante, in quanto l’MDF assorbe molto. Dopo l’asciugatura diamo una passata di carta vetrata fine su tutte le superfici e stendiamo due mani di smalto acrilico.Colorazione comodino

I collegamenti elettrici

Dopo il focus su come costruire un comodino a due luci parliamo dei collegamenti elettrici nello specifico. I cavi elettrici delle due lampade arrivano ad una scatoletta fissata sotto il piano, all’interno della quale vengono uniti tramite cappellotti o un mammut. Dalla scatoletta parte un solo cavo che prende l’alimentazione elettrica da una presa o, se disponibile, da una scatola di derivazione. La sagoma da seguire per realizzare le tre gambe.

Pratichiamo due fori vicino al centro del bordo posteriore e inseriamovi i supporti flessibili delle lampade, che blocchiamo da sotto con dadi avvitati sulla parte sporgente del tige.

Nella parte sottostante, tra i fissaggi dei supporti, avvitiamo (o incolliamo con colla a caldo) una piccola scatola di derivazione elettrica per nascondere i collegamenti.

Uniamo i conduttori provenienti dalle lampade a quelli del cavo con la spina elettrica, tenendo insieme i tre fili della fase in un cappellotto e quelli del neutro nell’altro.

La smerigliatrice angolare | Caratteristiche e funzionamento

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La smerigliatrice angolare è la più aggressiva delle macchine portatili, in grado di troncare, scrostare, levigare ferro e materiali per edilizia a grande velocità se non con grande precisione

Libreria minimal e appendiabiti fai da te

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Utilizzando tavole di legno lamellare d’abete possiamo realizzare una coppia di complementi d’arredo da sfruttare come piccola libreria minimal e come appendiabiti da accosto. Le due tavole sembrano semplicemente appoggiate, ma sono fissate a parete con ganci a L dotati di tassello. Occupano pochissimo spazio e si possono spostare senza difficoltà da una stanza all’altra.

Per dar loro stabilità è sufficiente inclinarle con un po’ di “piede”, quindi l’ingombro in profondità è minimo; la stessa inclinazione favorisce il contenimento di alcuni libri disposti “di piatto” sui ripiani. L’appendino è un’idea alternativa, anche se le tavole si prestano a svariate altre interpretazioni: possiamo, per esempio, installare ulteriori ripiani e avvicinare le tavole, ottenendo una vera e propria piccola libreria a parete.

Cosa serve per la realizzazione della libreria minimal

  • 2 tavole di legno lamellare d’abete da 2000x280x30 mm e una da cui ricavare tre ripiani da 280×280 mm
  • Sega circolare
  • Vernice trasparente o smalto colorato all’acqua
  • Colla vinilica
  • Morsetti
  • Squadrette metalliche
  • Viti autofilettanti
  • Avvitatore a batteria

Tempo richiesto: 1 ora

  1. Taglio dei ripiani

    Il taglio dei ripiani è bene effettuarlo con la sega circolare montata sul banchetto; regolando l’inclinazione della lama possiamo anche eseguire con precisione lo smusso alla base.Taglio dei ripiani

  2. Smusso dei bordi

    Tutti i bordi a vista, specialmente quelli interessati dal taglio, devono essere levigati per eliminare eventuali asperità e leggermente smussati, prima di procedere con l’applicazione della finitura.Smusso dei bordi

  3. Eventuale colorazione

    Possiamo scegliere di mantenere l’aspetto naturale del legno, applicando più mani di vernice impregnante trasparente stesa lungo vena. In alternativa possiamo stendere uno smalto colorato.Eventuale colorazione

  4. Incollaggio dei ripiani

    Per il montaggio ci conviene incollare inizialmente i ripiani. Meglio sarebbe incastrarli in uno scasso di pari sezione, profondo metà spessore della tavola, e fissarli da dietro con un paio di viti.Incollaggio dei ripiani

  5. Stabilizzazione dell’incollaggio

    Controllando la squadratura, blocchiamo in posizione i ripiani con un paio di morsetti ed eliminiamo l’eccesso di colla, lasciando poi stabilizzare l’incollaggio almeno fino al giorno dopo.Stabilizzazione dell'incollaggio

  6. Applicazione di squadrette metalliche

    Rinforziamo i ripiani con squadrette metalliche dopo aver praticato sul bordo di tavola e ripani uno scasso largo e profondo quanto basta a farle rimanere a filo piano per una resa estetica migliore.Applicazione di squadrette metalliche

  7. Fissaggio in alto

    Per impedire alle strutture di spostarsi è sufficiente predisporre un incavo all’estremità superiore nel quale può far presa il gancio a L di un tassello fissato a parete.Fissaggio in alto

  8. Fissaggio in basso

    Le tavole sono appoggiate a parete con una leggera inclinazione: per maggiore stabilità ed estetica, occorre bisellarle alla base con angolo di circa 8°.Fissaggio in basso

Sega circolare portatile | Caratteristiche e come sceglierla

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La sega circolare portatile è l’elettroutensile indispensabile nel laboratorio fai da te per praticare tagli su tavole e pannelli in quanto esegue, sostanzialmente, le lavorazioni della sega da banco, senza presentare il medesimo ingombro e con maggiore versatilità d’impiego. È ideale per i lunghi tagli che esegue con rapidità e precisione.

Utensile multifunzione | Caratteristiche, utilizzo e scelta

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utensile multifunzione, o multiutensile, è una macchina portatile elettrica a filo o a batteria, molto utile in diverse occasioni. In base all’accessorio montato sulla testa motrice è in grado di levigare, tagliare, raschiare qualsiasi materiale e dà il meglio di sé nei tagli a filo delle superfici o nel pieno.

Carrello portabiancheria fai da te

Un cesto per riporre il bucato da lavare o stirare fa sempre comodo, meglio ancora se possiamo spostarlo con facilità e farlo sparire quando non serve. Questo carrello portabiancheria è montato su rotelle e possiede un telaio pieghevole. La colorazione e i materiali sono in tinta naturale e il sacco è smontabile e lavabile. Se vogliamo eliminare totalmente il metallo, anche dal sacco, sostituiamo gli occhielli con asole cucite. Il sacco lo realizziamo con cuciture diritte utilizzando la robusta tela da vela o altre stoffe grezze.

In alternativa possiamo riciclare un sacco, già pronto, aggiungendo eventualmente degli occhielli che applichiamo con l’occhiellatrice dotata di punta a fustella, la quale fora direttamente la stoffa. Lo stesso modello di telaio reggisacco, diminuendo in proporzione le dimensioni, si può proporre come portariviste o portaoggetti per la casa.

Cosa serve per realizzare un carrello portabiancheria

  • Listelli in rovere o faggio
  • Tondini di ramino da 20 mm
  • Tavoletta di rovere o iroko
  • Spine di legno
  • Tessuto di tela
  • Corda di nylon (o spago di fibra naturale);
  • Occhielli
  • O-ring Ø 60 mm;
  • Colla vinilica
  • Sega a dorso
  • Trapano
  • Martello

Come costruirlo

Tempo richiesto: 2 ore

  1. Realizzazione delle gambe

    Iniziamo con il realizzare le gambe del supporto: con la sega a dorso eseguiamo sui listelli il taglio a 60°, dopo aver preso le misure con l’aiuto del goniometro. Teniamo fermi i pezzi con uno strettoio.Realizzazione delle gambe

  2. Foratura delle gambe

    Effettuiamo sulle gambe i grossi fori per il tondino che deve unirle rendendo rigida e robusta la struttura. I fori vanno eseguiti con il trapano a colonna con una punta da 20 mm di diametro.Foratura delle gambe

  3. Inserimento della spina di legno

    Con la punta ø 6 mm, su cui abbiamo inserito il limitatore di profondità, foriamo i listelli in corrispondenza dei tondini per inserire la spina di legno che funge da fermo per i tondini stessi.Inserimento della spina di legno

  4. Foratura del blocchetto sagomato di scontro

    Il blocchetto sagomato di scontro di apertura dev’essere forato per l’inserimento delle spine. Per una maggiore precisione teniamolo in posizione e foriamolo contemporaneamente al listello.Foratura del blocchetto sagomato di scontro

  5. Inserimento delle ruote

    La ruota si inserisce sul mozzo sul quale abbiamo in precedenza effettuato un foro da 6 mm. Inseriamo la spina di blocco e calziamo l’O-ring sul profilo della ruota, come “battistrada”.Inserimento delle ruote

  6. Fissare la tela

    Applichiamo gli occhielli con la fustellatrice e il martello. Fustellando, si buca anche la stoffa, senza bisogno di altre lavorazioni.Fissare la tela

  7. Completamento con la cordicella

    Facendo passare la cordicella, leghiamo il sacco al telaio; due nodi, alle estremità e internamente al sacco, impediscono che si sfili.Carrello portabiancheria

Come costruire una fontanella da giardino

Vediamo come costruire una fontanella da giardino utilizzando mattoni pieni con finitura a vista. L’adduzione va collegata all’impianto idrico o a una pompa da pozzo. In entrambi i casi va collegata a un rubinetto a sfera di intercettazione, collocato in una posizione protetta dal gelo.

La sezione del tubo dipende dalla pressione e dalla portata della fonte ma, salvo casi eccezionali, si usano tubi da 1/2” o 3/4” se sono in ferro, ø 16 o 18 mm se in rame, ø 20 o 25 mm se in plastica. Il tubo va interrato in uno scavo (profondo circa 30 cm) per ripararlo dal gelo. Per consentire un rapido deflusso dell’acqua la fontanella va dotata di un sistema di scarico, che inizia con una pigna completa di griglia e di sifone. Da questo parte un tubo di PVC che va verso lo scarico fognario oppure un lungo tubo forellato che disperde l’acqua nel terreno.

Cosa serve per costruire una fontanella in mattoni

  • Una cinquantina di mattoni pieni finiti a vista
  • Ghiaia, cemento, sabbia
  • Tubo idrico da 1/2”, rubinetto
  • Rubinetto a sfera di intercettazione
  • Piletta, griglia, sifone e tubazione di scarico in PVC
  • Attrezzi per muratura e idraulica

Tempo richiesto: 4 ore

  1. Realizzazione della base

    Se poggiamo la costruzione su una base solida realizziamo un primo strato con mattoni di costa. Se lavoriamo sul terreno dobbiamo realizzare una gettata profonda circa 15 cm, dotata di rete elettrosaldata.Realizzazione della base

  2. Collegamento del ramo verticale a quello orizzontale

    Il ramo verticale del tubo si installa prima di iniziare la costruzione della colonna. Prima di completare la parte muraria avvitiamo al tubo la curva da collegare al breve ramo orizzontaleCollegamento del ramo verticale a quello orizzontale

  3. Installazione del rubinetto

    Il ramo d’adduzione orizzontale si avvita solo quando la colonna è giunta alla sua altezza, facendo in modo che la posizione permetta di scavarne la sede in un solo mattone. Avvitiamo il rubinetto.Installazione del rubinetto

  4. Riempimento della cavità con la sabbia

    Completata la colonna, ne riempiamo la cavità interna per bloccare in posizione e isolare il tubo d’adduzione. Utilizziamo una sabbia fine che ben si compatta e si inserisce nelle cavità.Riempimento della cavità con la sabbia

  5. Chiusura della sommità

    Chiudiamo bene la sommità dell’apertura con un ultimo corso di mattoni e sigilliamo al centro con un mezzo mattone tagliato a misura. Esistono in commercio anche tettucci prefabbricati di cemento.Chiusura della sommità della fontanella in mattoni

  6. Sigillatura della sommità

    Sigilliamo la sommità applicando calcestruzzo nelle fughe tra i mattoni. Eventualmente potremmo tenere “aperto” quello centrale, per poter procedere a un’ispezione futura del tubo d’adduzione.sigillatura della fontanella in mattoni

Come cambiare le lampadine dell’auto

Il cambio lampadine auto è un’operazione necessaria qualora non funzionassero più oppure l’intensità luminosa non raggiunga il livello desiderato anche perché, il mancato funzionamento di una lampadina dell’auto può essere causa di una bella multa, oltre a costituire un pericolo più o meno accentuato a seconda del dispositivo ottico interessato dal guasto; è quindi importante saper sostituire le lampadine in auto in autonomia.

La lampadina può essere in ordine e non accendersi per l’ossido che si forma a causa dell’umidità oppure dipendere da un fusibile di protezione interrotto.

Ciascuna automobile richiede una modalità diversa per accedere ai contatti e il libretto di uso e manutenzione è un’ottima guida. In particolare nello smontaggio dei gruppi ottici posteriori, bisogna fare molta attenzione, perché oltre alle viti di fissaggio ci sono alette che garantiscono il perfetto incastro e si rompono facilmente cercando di forzare facendo leva con un cacciavite.

I fili dell’impianto elettrico terminano con i morsetti elettrici che si innestano su lamelle metalliche e anche queste vanno trattate con cura. Per approfondire consigliamo la lettura del nostro articolo sui controlli periodici da fare nell’auto.

Cosa serve per il cambio lampadine auto

  • Kit di lampadine nuove
  • Cacciavite

Tempo richiesto: 1 ora

  1. Rimozione del connettore

    Per il cambio lampadine auto, dal gruppo ottico anteriore stacchiamo il relativo connettore che è innestato sulle lamelle terminali della lampadina. Tiriamolo indietro senza flettere le lamelle.Rimozione del connettore

  2. Rimozione della cuffia di gomma

    La cuffia di gomma protegge l’interno del bulbo da sporco e liquidi che potrebbero entrare attraverso il foro della lampadina. Questa è fissata al bulbo tramite una molla circolare con attacco a baionetta.Rimozione della cuffia di gomma

  3. Estrazione della lampadina

    Ora possiamo estrarre la lampadina e verificare che effettivamente il filamento sia rotto. In alcune auto una stessa lampadina svolge più funzioni (per esempio anabbagliante e di posizione).sostituzione lampadina auto

  4. Controllo della nuova lampadina

    Controlliamo che le caratteristiche della nuova lampadina corrispondano, alcune hanno la stessa forma, ma emettono luce diversa, (per esempio luci di posizione e luci di stop posteriori).sostituzione lampadina auto

  5. Rimozione della lampadina di cortesia

    Se si brucia una delle lampadine delle luci di cortesia interne, quella di ricambio potrebbe non essere inclusa nel kit di sostituzione. Smontiamo il gruppo in cui è incassata ed estraiamola, per portarla con noi al negozio di ricambi.Rimozione della lampadina di cortesia

  6. Reinstallazione del gruppo

    Prima di rimontare il gruppo, fissato a incastro nella sua sede, possiamo collegare la morsettiera al dorso della placca e testare il funzionamento della lampadina. Nel rimontaggio evitiamo urti che potrebbero danneggiarla.Reinstallazione del gruppo

Verificare i fusibili prima del cambio lampadine auto

Prima di procedere con la sostituzione delle lampadine in auto bisogna sapere che ogni elemento elettrico dell’auto è protetto da un fusibile, un sottile filo elettrico racchiuso in un corpo di plastica che si spezza in caso di sovraccarico o di un cortocircuito, evitando che si danneggi l’apparecchiatura protetta.

Ce ne sono alcuni a cui fanno capo più funzioni: se sul libretto di istruzioni è riportato, per esempio, che lo stesso fusibile a protezione della lampadina che non funziona assiste anche un’altra luce o comando, prima di aprire la scatola portafusibili proviamo ad azionare l’altra apparecchiatura, se neppure questa funziona vuol dire che la lampadina può essere intatta ed è il fusibile a dover essere sostituito.

Cosa non si può fare

La sostituzione dei fari anteriori è diventata un’operazione complessa che è meglio far eseguire da un’officina meccanica o da una carrozzeria. Una volta il faro era una sorta di bulbo fissato solitamente con tre viti a registro alla carrozzeria, le stesse che permettevano l’orientamento del fascio luminoso. Oggi la struttura complessiva è molto più sofisticata, soprattutto per le modalità di collegamento del gruppo, il cui smontaggio richiede spesso la rimozione di alcune parti dell’auto adiacenti a esso.