In copertina di questo numero speciale c’è una magnifica coppia di lettori seduta su una panca, realizzata con bancali durante il periodo di confinamento. Daniele e Giulia sono belli e sono bravi e meritano a pieno titolo di rappresentare il popolo dei far da sé, una “specie” che anche nel difficile frangente della pandemia ha saputo reagire mettendo a frutto la creatività, unita alla competenza tecnica e alla manualità. Inutile dire che la valanga di vostri progetti messi in cantiere durante la chiusura totale e arrivati in redazione ci ha molto gratificato, ci ha stupito per l’inventiva e la varietà e ci ha messo in difficoltà perché li avremmo voluti pubblicare tutti, selezionarli è stato davvero difficile. È così che abbiamo deciso di dedicare il numero di settembre 2020 a voi lettori per rendere possibile la condivisione dei risultati positivi di un momento negativo per tanti altri versi.
Da parte mia e della redazione un vivo ringraziamento e complimenti a voi tutti, anche a chi, per motivi di spazio, non è presente su queste pagine.
P.S.: i progetti, pubblicati e non, saranno premiati con utensili e materiali utili per arricchire la dotazione di laboratorio.
Un incidente, un sassolino, un atto teppistico possono causare rotture al parabrezza. Prima di intervenire con la sostituzione del parabrezza (se necessario) è bene informarci se il cristallo di cui abbiamo bisogno è del tipo che va incollato. Poi (sempre se necessario) ci procuriamo il sigillante adatto. Non tutte le auto lo richiedono: basta guardare sotto la guarnizione vecchia per vedere se c’è o non c’è il sigillante. In ogni caso, lo potremo mettere in seguito.
Per procedere alla sostituzione del parabrezza asportiamo i tergicristalli e recuperiamo la vecchia guarnizione del vetro, se è in buono stato. Il lavoro comporta l’aiuto di due persone che devono posizionare il vetro, mentre collochiamo la guarnizione.
Un cristallo tecnologico
Il parabrezza dell’auto è costituito da un cristallo, temprato o stratificato con un asse di simmetria verticale e può essere di varia forma e sviluppo. Può essere costituito da un’unica lastra a tempra differenziata, oppure da uno stratificato di due lastre con un intercalare plastico. Oltre al compito primario di proteggere i passeggeri dall’aria e dall’acqua, può essere anche supporto per accessori diversi, come la fascia sfumata che funge da parasole, il circuito antenna radio, il circuito riscaldante e il retrovisore.
I moderni parabrezza integrati contribuiscono alla rigidità del veicolo, ma l’innovazione dei parabrezza è finalizzata alla necessità di evitare lesioni dovute ai frammenti di vetro taglienti. Quelli attuali non si frantumano, ma tendono a rimanere un unico pezzo, a meno che non vengano trapassati da parte a parte. I parabrezza, insieme al tetto dell’auto, garantiscono protezione in caso di ribaltamento del veicolo. Da alcuni anni nuove resine consentono a operatori specializzati di riparare scheggiature del parabrezza in pochi minuti, se non più grandi di una moneta da un euro.
Cosa serve per la sostituzione del parabrezza
Parabrezza nuovo
Guarnizione
Cordicella
Spray al silicone
Ventose
Tempo richiesto: 1 ora
Rimozione della guarnizione perimetrale esterna
Rimossi i tergicristalli e, aprendo il cofano, la protezione grigliata di plastica del vano motore, che ricopre la parte bassa del parabrezza, solleviamo e asportiamo la guarnizione perimetrale esterna.
Rimozione del parabrezza
Inseriamo sotto il vetro, dall’esterno, una sottile lama e tagliamo lo strato di colla. Rimuoviamo il parabrezza e puliamo i residui sulla carrozzeria, quindi applichiamo la colla neoprenica.
Applicazione della guarnizione perimetrale
Attorno al nuovo parabrezza applichiamo la guarnizione perimetrale che abbiamo rimosso, se in buono stato, oppure una nuova, premendola in modo che il cristallo entri nella sua gola inferiore.
Applicazione del nuovo parabrezza
Per montare il nuovo parabrezza occorre applicare due ventose, una per parte, in modo da poterlo sollevare e posare con precisione al suo posto. Battiamo il perimetro con le mani per farlo aderire.
Cartonnage è una parola francese entrata ormai nell’uso comune che, nel suo significato più esteso, significa “arte di costruire e decorare oggetti usando cartone e materiali affini”. I materiali utilizzati possono essere sia nuovi, sia riciclati; alla base c’è sempre il cartoncino grigio, spesso dai 2 agli 8 mm.
Importante è anche la scelta della carta per il rivestimento, che deve essere spessa, non patinata, con colori resistenti all’azione della colla. Tradizionalmente per il cartonnage le più usate sono le carte marmorizzate o quelle tipo Varese, con piccoli disegni scuri su fondo chiaro, ma in questo campo l’unico limite è la nostra fantasia. La colla da usare è, solitamente, quella vinilica.
Costruiamo una minicassettiera con la tecnica del cartonnage
Cosa serve?
Fogli di cartoncino spesso dai 2 agli 8 mm
Forbici, cutter, bacinella
Riga e squadra, matita
Carta decorata di varia tipologia, tela
Colla vinilica, pennelli
Tempo richiesto: 1 ora
Preparazione dei pezzi
Tagliamo tre quadrati di cartone spesso 2 mm per formare i lati e quattro rettangoli alti la metà da incollare su due dei tre lati per ottenere una scanalatura in mezzo. Nella scanalatura incolliamo un divisorio.
Rivestimento della base e del top
Rivestiamo la base e il top della cassettiera con un rettangolo di tela o carta colorata: posizioniamo i cartoni al centro e tagliamo gli angoli a 45° in modo da poter eseguire le pieghe.
Assemblamento
Assembliamo il retro ai due lati uniti dal divisorio mettendo un filo di colla sugli spigoli che concorrono. Dopo qualche minuto incolliamo anche il fondo e il top della mini-cassettiera.
Rivestimento della parte esterna
Applichiamo la carta sui fianchi esterni praticando un taglio all’altezza del divisorio. Ripieghiamo accuratamente i lembi e incolliamoli all’interno dei due fianchi della mini-cassettiera.
Costruzione dei cassetti
Costruiamo i cassetti: ciascuno è formato da quattro lati rettangolari di cartone spesso 2 mm. I lati sono tenuti insieme da una striscia di carta tinta unita che riveste interamente la faccia interna.
Rivestimento del fondo dei cassetti
Rivestiamo i fondi dei cassetti, (due quadrati di cartone spesso 2 mm) con un quadrato di tela. Uniamo il fondo ai lati del cassetto con un filo di colla steso lungo tutto il perimetro del fondo.
Rivestimento dei lati dei cassetti
Rivestiamo esternamente i cassetti su tre lati con un rettangolo di tela; per ripiegare i lembi sul fondo senza ispessimenti, tagliamo i quattro vertici sugli angoli con un’inclinazione di 45°.
Rivestimento del fondo del cassetto e completamento
Rivestiamo anche il fondo e il retro del cassetto con un rettangolo di tela. Pratichiamo quindi un foro al centro del lato anteriore dei cassetti per infilare una fettuccia che funge da pomolo.
Il cartone è spesso protagonista di lavori creativi di diverso genere, qui mostriamo come realizzare una poltrona fai da te in cartone.
Quando lo spruzzo dei lavavetri dell’auto non avviene, nonostante si azioni il comando, è necessario eseguire alcuni controlli. Se la pompa non dà segni di vita controlliamo il fusibile ed eventualmente sostituiamolo.
Se la pompa continua a non funzionare probabilmente è bruciata e va sostituita. Se, invece, la pompa funziona, verifichiamo che gli spruzzatori collocati di fronte al parabrezza non siano otturati. Teniamo sempre ben piena la vaschetta con il liquido specifico in quanto altri liquidi potrebbero essere corrosivi o congelare facilmente, bloccando lo spruzzo.
Il circuito del lavavetri dell’auto
Schema generico dell’impianto lavavetri. A: vaschetta serbatoio; B: pompa; C: tubetto flessibile con deviatore; D: spruzzatori. La pompa è alimentata dalla corrente generata dalla batteria.
Cosa serve per la manutenzione
Prodotti specifici lavavetri
Spillo per orientare. e liberare da ostruzioni gli ugelli
Cacciavite e fusibile
Alcool e acqua
Tempo richiesto: 30 minuti
Tenere pieno il serbatoio dell’acqua
Una della cause dell’otturazione del condotto del lavavetro è il deposito di sostanze varie nel serbatoio del liquido. Conviene tenere il serbatoio sempre pieno in modo da ridurre l’eventuale deposito.
Eventuale sostituzione dei tubetti flessibili
Controlliamo periodicamente lo stato dei tubetti flessibili. Il freddo e il tempo potrebbero incidere sulla tenuta del materiale. In caso di rottura o malfunzionamento, provvediamo alla sostituzione.
Disostruzione degli ugelli
Gli ugelli potrebbero otturarsi o variare direzione d’uscita del getto. Utilizzando uno spillo o un filo di ferro interveniamo liberando eventuali ostruzioni e ripristiniamo la corretta direzione d’uscita.
Preparazione del liquido lavavetri
In assenza di liquido lavavetri, possiamo intervenire temporaneamente con una soluzione (70% acqua – 30% alcool), in modo da poter detergere efficacemente i vetri della nostra auto.
Pulizia dei tergicristalli
La parte del tergicristallo che è sottoposta maggiormente a usura è il profilato di gomma inserito nella spazzola: se il profilo di gomma delle spazzole non presenta danni particolari basta passarvi sopra un batuffolo bagnato di alcool denaturato tutte le volte che si lava l’auto per mantenerlo efficiente. É importante non azionare le spazzole “a secco”, soprattutto quando il vetro è molto sporco, in quanto si andrebbe a deteriorare significativamente la gomma del tergicristallo. Se le spazzole sono invece troppo usurate leggi il nostro articolo sulla loro sostituzione.
Quando la moto rimane inutilizzata per molto tempo, l’avviamento risulta difficoltoso, anche se la batteria è completamente carica perché il carburante non arriva rapidamente all’accensione. Insistendo con l’acceleratore, la benzina incombusta bagna la candela della moto e questa non riesce a scoccare la scintilla, bisogna estrarla dalla sua sede per ripulirla e asciugarla se si vuole che il motore si avvii.
Su ogni cilindro del motore c’è una candela, quindi è opportuno averne sempre una o più di scorta qualora il malfunzionamento non possa risolversi con un’adeguata pulizia dell’elettrodo e della filettatura.
Cosa serve per fare manutenzione alle candele della moto
Per svitare la candela dobbiamo prima rimuovere il connettore a cappellotto, afferrandolo al centro del corpo a pipa che protegge il cavo elettrico e sollevandolo con decisione.
Pulizia della zona attorno la candela
Dobbiamo pulire con cura la zona attorno alla candela per evitare che, dopo averla svitata ed estratta, possano scivolare tracce di sporco o piccoli detriti all’interno della camera di scoppio.
Rimozione della candela
Inseriamo la chiave a tubo sul corpo della candela curando che l’esagono entri bene in sede. Bisogna fare molta attenzione a non danneggiare l’isolante ceramico che riveste l’elettrodo centrale.
Misurazione della distanza tra gli elettrodi
Effettuiamo una prima pulizia con uno straccio e una spazzola metallica per rimuovere le incrostazioni, poi con lo spessimetro misuriamo la distanza tra gli elettrodi. Salvo diverse indicazioni, dev’essere tra 0,6 e 0,8 mm.
Verifica dell’isolante di ceramica
Verifichiamo che l’isolante di ceramica non presenti screpolature, nel qual caso la candela è inservibile. Togliamo e puliamo anche il manicotto filettato a cui va collegato il connettore a cappellotto, poi rimontiamolo.
Lubrificazione del filetto
Per non danneggiare la filettatura della testata e facilitare una futura rimozione della candela lubrifichiamo leggermente il filetto con un poco di grasso resistente alle alte temperature. Rimontiamola senza forzare troppo.
Prima di capire come montare un bidet, occorre precisare che questo sanitario può essere installato a parete (bidet sospeso) oppure a pavimento. In questa guida analizziamo il secondo caso.
Il montaggio del bidet necessita, prima del definitivo fissaggio, del montaggio della piletta di scarico e della rubinetteria completa. La relativa piletta viene venduta con la guarnizione già orientata nel giusto verso per collegarla allo scarico. I rubinetti, sia monocomando sia con miscelatore centrale, si installano con la medesima procedura. Si inseriscono dall’alto, nel foro presente sul sanitario, ricordando di posizionare le due guarnizioni in gomma, una sopra il bidet, tra il rubinetto e la ceramica, e una sotto, tra la ceramica e il dado di serraggio.
Prima di piazzare il bidet è indispensabile montare anche la prima parte del sifone, che, in genere, si compone di due pezzi. Infine si fissa il sanitario a pavimento tramite gli appositi tasselli, rifinendo la linea di giunzione con la piastrellatura con un sigillante multifunzione.
Cosa serve per il montaggio bidet
Bidet da appoggio a pavimento
Valvole di ritegno
Tubi flessibili, giunti conici con guarnizione, raccordi di scarico
Erogatore monocomando, piletta di scarico con salterello e relativo meccanismo
Tasselli con dado cieco
Nastro sigilla raccordi
Pinze, chiavi a forchetta
Come è fatto un bidet
Tempo richiesto: 1 ora e 30 minuti
Montaggio valvole di ritegno
Il bidet richiede in tutto tre collegamenti: acqua di mandata calda e fredda e scarico. Dobbiamo avvitare a parete le valvole di ritegno sulle tubazioni di adduzione di acqua calda e fredda.
Foratura del pavimento
Dopo aver appoggiato il bidet in posizione e aver marcato il pavimento attraverso i fori del sanitario, foriamo il pavimento per poter inserire i tasselli che bloccheranno in posizione il sanitario.
Fissaggio rubinetto e piletta
Sul sanitario installiamo sia la piletta, sia l’erogatore a monocomando con i relativi tubi, nonché il meccanismo del salterello. Sagomiamo i tubi dell’erogatore evitando di provocare strozzature.
Fissaggio del giunto conico
All’uscita delle valvole installate a parete avvitiamo il dado che correda il tubetto flessibile, o il giunto conico del tubo in rame cromato che proviene dal monocomando.
Bloccaggio a terra
Dopo aver inserito i tasselli nei fori a pavimento e innestato la parte curva del sifone nel cannotto orizzontale, collochiamo due rondelle di plastica nei fori della ceramica e con una chiave a forchetta serriamo senza eccedere. Il bidet si assesta sul silicone steso sotto la sua base.
Sigillature conclusive
con silicone per sanitari sigilliamo la linea di contatto con il pavimento. Il materiale in eccesso, quando è essiccato, si asporta con un cutter.
Le sollecitazioni continue a cui la catena della bici è sottoposta provocano il suo deterioramento e la sua manutenzione è estremamente importante. Quando si parte per un giro in bici è sempre utile esaminarla maglia per maglia e procedere a una buona lubrificazione con prodotti specifici. Se si rileva un danno possiamo sostituire una o più maglie per evitare una possibile rottura. Rompere una catena è un evento abbastanza raro per chi utilizza la bici non in condizioni estreme, ma può succedere. Per porvi rimedio dobbiamo disporre dell’apposito estrattore. Una lunga gita in bici può prevedere di avere una catena di ricambio al seguito.
Esaminiamo attentamente lo stato di usura delle maglie ma anche delle corone della moltiplica e del rocchetto. Un dente danneggiato porta inevitabilmente a un degrado rapido della catena.
Pulizia della catena
La catena si ricopre facilmente di morchia (impasto di grasso e polvere) che indurisce e ne pregiudica il funzionamento. Possiamo eliminarla effettuando un lavaggio con pennello e gasolio.
Smontaggio della maglia
Se si scopre una maglia da sostituire dobbiamo aprire la catena, Cerchiamo lungo di essa la molletta che blocca la “falsa maglia” ed estraiamola con una pinza. La maglia si scompone in due parti e si toglie.
Smontaggio della falsa maglia
La falsa maglia permette la chiusura (e apertura) della catena. è composta da due parti che si incastrano una nell’altra e vengono bloccate tramite una molletta d’acciaio a forma di U.
Sostituzione della maglia
Una maglia può essere eliminata e sostituita utilizzando l’apposito estrattore a vite che permette di spingere via i perni di rotazione e di ricollocarli dopo la sostituzione della maglia danneggiata.
Ricomponimento della catena
Infine ricomponiamo la catena riassemblando la falsa maglia che va bloccata collocando la molletta nella sua sede. Riposizioniamo la catena su moltiplica e rocchetto verificandone la giusta tensione.
Distribuita in esclusiva, rappresenta l’ultimo sviluppo tecnologico nel design e nei materiali. La linea Teuco F.lli Della Fiore comprende vasche con o senza idromassaggio da 160 o 170 cm, cabine doccia multifunzione, con o senza bagno turco rettangolari e semicircolari, piatti doccia ultrapiatti disponibili in varie misure per soddisfare tutte le esigenze del cliente, colonne attrezzate in alluminio o acciaio termostatico.
Box doccia realizzato dai F.lli Della Fiore con cristallo temperato da 6 mm trasparente, serigrafato o opacizzato (effetti tessuto). Le ante, a chiusura calamitata, sono sganciabili per la pulizia e sono dotate di supporti a rotelle cromate. Profili in alluminio lucidato e maniglie cromate. La gamma comprende box per piatti semicircolari da 80 e 90 cm e per piatti quadrati o rettangolari da 70 a 120 cm.
I freni nelle bici, come negli altri mezzi di trasporto, sono di fondamentale importanza, per cui è necessaria una costante manutenzione. Come regolare i freni della bici quindi? Per prima cosa, indipendentemente dal tipo di impianto frenante in uso, dobbiamo verificare che i pattini di gomma, che svolgono l’azione frenante vera e propria, non siano consumati, troppo lisci oppure duri e screpolati.
Verifichiamo anche che il loro posizionamento sul cerchione sia corretto, perché devono aderire a entrambi i bordi alla stessa altezza. Dopo i pattini controlliamo il sistema di fissaggio delle ganasce dei freni della bici al telaio. Per farlo basta sollevarla, far girare una ruota e quindi frenare di colpo, oppure tenere frenata una ruota e spingere la bici guardando se il meccanismo di azionamento dei pattini si muove. Se c’è del gioco si stringono le viti o i bulloni di fissaggio delle leve al telaio.
Come regolare i freni della bici | Quali accessori servono
Chiavi a forchetta, a tubo e a rullino
Cacciavite
Pinze e raspa
Oliatore e grasso
Cavo d’acciaio per freni e pattini
Tempo richiesto: 1 ora
Struttura del freno della bici
Questo è lo schema generico di un impianto frenante a tirante laterale: i pattini vengono premuti contro il cerchione grazie a due leve contrapposte tra loro rispetto alla ruota.
Regolazione tensione freno
Effettuiamo la regolazione della tensione del freno ruotando gli appositi registri presenti in corrispondenza delle leve sul manubrio. Se sono duri da ruotare, spruzziamo spray sbloccante.
Regolazione registri tensione cavetto
Vanno regolati anche i registri della tensione del cavetto presenti sulle leve dei pattini in modo che abbiamo la giusta distanza dalla ruota. Utilizziamo una chiave a forchetta di misura adeguata.
Ripristino funzionamento pattini
Se i pattini dei freni della bici, nonostante siano ben regolati e non siano ancora consumati, slittano sul cerchione, possiamo ripristinare il buon funzionamento passandoli più volte contro una raspa da legno.
Pulizia bordi cerchio
Una frenata non pronta e sicura potrebbe essere causata dal sottile strato di gomma del pattino depositatosi sul cerchione. Conviene passare una paglietta d’acciaio sui bordi del cerchione.
Controllo stabilità gruppo frenante
Per controllare la stabilità del gruppo frenante dobbiamo effettuarlo facendo ruotare la ruota e bloccandola di colpo con i freni. Se il gruppo frenante si muove stringiamo il bullone di fissaggio.
Eventuale sostituzione del cavetto dei freni
Se il cavetto del freno si spezza dobbiamo sostituirlo, scollegando gli spezzoni dalla leva e dal sistema frenante. Inseriamo la testa del nuovo cavetto nella leva del freno. Dopo aver applicato olio lungo il nuovo cavetto lo facciamo entrare nella guaina fino a farlo fuoriuscire. Inseriamo l’altra estremità del cavetto nel morsetto del meccanismo dei freni e lo blocchiamo. Quindi regoliamo la tensione.