Le sollecitazioni continue a cui la catena della bici è sottoposta provocano il suo deterioramento e la sua manutenzione è estremamente importante. Quando si parte per un giro in bici è sempre utile esaminarla maglia per maglia e procedere a una buona lubrificazione con prodotti specifici. Se si rileva un danno possiamo sostituire una o più maglie per evitare una possibile rottura. Rompere una catena è un evento abbastanza raro per chi utilizza la bici non in condizioni estreme, ma può succedere. Per porvi rimedio dobbiamo disporre dell’apposito estrattore. Una lunga gita in bici può prevedere di avere una catena di ricambio al seguito.
Esaminiamo attentamente lo stato di usura delle maglie ma anche delle corone della moltiplica e del rocchetto. Un dente danneggiato porta inevitabilmente a un degrado rapido della catena.
Pulizia della catena
La catena si ricopre facilmente di morchia (impasto di grasso e polvere) che indurisce e ne pregiudica il funzionamento. Possiamo eliminarla effettuando un lavaggio con pennello e gasolio.
Smontaggio della maglia
Se si scopre una maglia da sostituire dobbiamo aprire la catena, Cerchiamo lungo di essa la molletta che blocca la “falsa maglia” ed estraiamola con una pinza. La maglia si scompone in due parti e si toglie.
Smontaggio della falsa maglia
La falsa maglia permette la chiusura (e apertura) della catena. è composta da due parti che si incastrano una nell’altra e vengono bloccate tramite una molletta d’acciaio a forma di U.
Sostituzione della maglia
Una maglia può essere eliminata e sostituita utilizzando l’apposito estrattore a vite che permette di spingere via i perni di rotazione e di ricollocarli dopo la sostituzione della maglia danneggiata.
Ricomponimento della catena
Infine ricomponiamo la catena riassemblando la falsa maglia che va bloccata collocando la molletta nella sua sede. Riposizioniamo la catena su moltiplica e rocchetto verificandone la giusta tensione.
Distribuita in esclusiva, rappresenta l’ultimo sviluppo tecnologico nel design e nei materiali. La linea Teuco F.lli Della Fiore comprende vasche con o senza idromassaggio da 160 o 170 cm, cabine doccia multifunzione, con o senza bagno turco rettangolari e semicircolari, piatti doccia ultrapiatti disponibili in varie misure per soddisfare tutte le esigenze del cliente, colonne attrezzate in alluminio o acciaio termostatico.
Box doccia realizzato dai F.lli Della Fiore con cristallo temperato da 6 mm trasparente, serigrafato o opacizzato (effetti tessuto). Le ante, a chiusura calamitata, sono sganciabili per la pulizia e sono dotate di supporti a rotelle cromate. Profili in alluminio lucidato e maniglie cromate. La gamma comprende box per piatti semicircolari da 80 e 90 cm e per piatti quadrati o rettangolari da 70 a 120 cm.
I freni nelle bici, come negli altri mezzi di trasporto, sono di fondamentale importanza, per cui è necessaria una costante manutenzione. Come regolare i freni della bici quindi? Per prima cosa, indipendentemente dal tipo di impianto frenante in uso, dobbiamo verificare che i pattini di gomma, che svolgono l’azione frenante vera e propria, non siano consumati, troppo lisci oppure duri e screpolati.
Verifichiamo anche che il loro posizionamento sul cerchione sia corretto, perché devono aderire a entrambi i bordi alla stessa altezza. Dopo i pattini controlliamo il sistema di fissaggio delle ganasce dei freni della bici al telaio. Per farlo basta sollevarla, far girare una ruota e quindi frenare di colpo, oppure tenere frenata una ruota e spingere la bici guardando se il meccanismo di azionamento dei pattini si muove. Se c’è del gioco si stringono le viti o i bulloni di fissaggio delle leve al telaio.
Come regolare i freni della bici | Quali accessori servono
Chiavi a forchetta, a tubo e a rullino
Cacciavite
Pinze e raspa
Oliatore e grasso
Cavo d’acciaio per freni e pattini
Tempo richiesto: 1 ora
Struttura del freno della bici
Questo è lo schema generico di un impianto frenante a tirante laterale: i pattini vengono premuti contro il cerchione grazie a due leve contrapposte tra loro rispetto alla ruota.
Regolazione tensione freno
Effettuiamo la regolazione della tensione del freno ruotando gli appositi registri presenti in corrispondenza delle leve sul manubrio. Se sono duri da ruotare, spruzziamo spray sbloccante.
Regolazione registri tensione cavetto
Vanno regolati anche i registri della tensione del cavetto presenti sulle leve dei pattini in modo che abbiamo la giusta distanza dalla ruota. Utilizziamo una chiave a forchetta di misura adeguata.
Ripristino funzionamento pattini
Se i pattini dei freni della bici, nonostante siano ben regolati e non siano ancora consumati, slittano sul cerchione, possiamo ripristinare il buon funzionamento passandoli più volte contro una raspa da legno.
Pulizia bordi cerchio
Una frenata non pronta e sicura potrebbe essere causata dal sottile strato di gomma del pattino depositatosi sul cerchione. Conviene passare una paglietta d’acciaio sui bordi del cerchione.
Controllo stabilità gruppo frenante
Per controllare la stabilità del gruppo frenante dobbiamo effettuarlo facendo ruotare la ruota e bloccandola di colpo con i freni. Se il gruppo frenante si muove stringiamo il bullone di fissaggio.
Eventuale sostituzione del cavetto dei freni
Se il cavetto del freno si spezza dobbiamo sostituirlo, scollegando gli spezzoni dalla leva e dal sistema frenante. Inseriamo la testa del nuovo cavetto nella leva del freno. Dopo aver applicato olio lungo il nuovo cavetto lo facciamo entrare nella guaina fino a farlo fuoriuscire. Inseriamo l’altra estremità del cavetto nel morsetto del meccanismo dei freni e lo blocchiamo. Quindi regoliamo la tensione.
Perché occorre, talvolta, sostituire la cinghia della lavatrice? Nella maggior parte dei casi l’età dell’elettrodomestico, uno strano rumore e l’immobilità del cestello fanno pensare che la lavatrice sia giunta al capolinea; invece basta sostituire la cinghia strappata e fare un po’ di pulizia dei componenti interni.
La prima cosa da fare per sostituire la cinghia della lavatrice è trovare il modo di aprire il portello e togliere il bucato, azione possibile solo dopo che la lavatrice ha scaricato l’acqua: dopo averla spenta si fa ruotare la manopola dei programmi (altro che selettori a sfioro!) fino alla posizione di centrifuga, quindi si riaccende la macchina e ruotando con circospezione la manopola si intercetta la posizione di scarico dell’acqua. A questo punto si può aprire il portello, togliere la biancheria e cercare di capire cosa non funziona nella cinghia lavatrice. Se invece vogliamo eseguire una manutenzione a più ampio raggio consigliamo la lettura del nostro articolo sulla manutenzione della lavatrice.
Come sostituire la cinghia della lavatrice
Tempo richiesto: 1 ora e 30 minuti
Pulizia del motore e supporti rotanti
Scollegamento dalla rete elettrica
Per cambiare cinghia lavatrice si scollega la lavatrice dalla rete elettrica, la si sposta in modo da poter accedere al retro (senza mettere in trazione i tubi di mandata e scarico dell’acqua) e si smonta il mantello posteriore togliendo le viti che lo fissano alla carcassa; a seconda del modello, può succedere che il top ne impedisca la rimozione e vada anch’esso smontato nello stesso modo. Il problema balza agli occhi: la cinghia che trasmette il moto al cestello è strappata di netto.
Disincostrare le feritoie
Nella maggior parte dei casi è possibile notare che le feritoie di raffreddamento del motore sono quasi completamente occluse dallo sporco. Con un getto d’aria, se si dispone di un piccolo compressore portatile, si possono disincrostare in un attimo.
Lubrificare i supporti rotanti
Con qualche spruzzo di WD-40 Multifunzione Flexible si ripristina il pieno scorrimento dei supporti rotanti, eliminando ogni possibile attrito.
Verificare lo stato dei cuscinetti
Per scrupolo si effettuano ulteriori controlli: prima di sostituire la cinghia della lavatrice si verifica manualmente lo stato dei cuscinetti su cui è montato il cestello (di solito due). Si prova a farlo girare dando un colpo secco e, se non si avverte rumore metallico, ma la rotazione del cestello produce solo un leggero “soffio”, dovrebbero essere a posto. Come ulteriore verifica si afferra il cestello nei bordi superiore e inferiore e si prova a tirare e spingere, muovendolo con decisione, per accertarsi che non ci siano giochi; qui pare tutto ok e anche la guarnizione dell’oblò non presenta segni di usura che ne suggeriscano la sostituzione.
Annotare il codice della vecchia cinghia
Prima di buttare la vecchia cinghia trapezoidale bisogna annotare il codice riportato sul suo lato esterno, da fornire al rivenditore di ricambi per avere una nuova cinghia conforme al modello dell’elettrodomestico. Qualora fosse illeggibile, conviene scattare una foto alla targhetta con i dati tecnici e portarla con sé, facendo attenzione che siano riconoscibili marca, modello e numero di serie della lavatrice.
Montare cinghia lavatrice nuova
Per montare la nuova cinghia la si calza sulla puleggia calettata sull’albero motore (quella piccola) e poi si inserisce la cinghia nella puleggia grande che fa ruotare il cestello; per portarla interamente dentro la gola occorre ruotare la puleggia in senso antiorario. In questa tipologia di trasmissione il peso del motore fa da tendicinghia e non serve alcuna particolare registrazione.
La malta di cemento viene usata per realizzare muri di mattoni in esterno e interno
La malta di cemento viene usata per realizzare muri di mattoni in esterno e interno. Quando ha fatto presa è compatta e resistente, per cui si utilizza anche per fare riparazioni e piccole fondazioni. Per preparare la malta di cemento è necessario mescolare tra loro il cemento, gli inerti e l’acqua nelle giuste proporzioni in modo da ottenere un composto che indurisca in maniera corretta. L’uso di inerti è essenziale, dato che il solo legante mescolato all’acqua, anche se in grado di fare presa ugualmente, non raggiungerebbe la plasticità e lavorabilità richieste. A seconda della dose necessaria, si prepara la malta nel secchio da muratore, in un carriola o sul suolo.
Per gli impasti maggiori bisogna avvalersi di una betoniera. Acquistiamo sempre il quantitativo di cemento che ci è necessario in quanto si degrada con una certa rapidità (anche se ben conservato) perdendo parte delle sue qualità. È utile sapere che esistono diversi tipi di cemento: per gli impieghi normali va bene il tipo Portland il cui grado di resistenza viene indicato da un numero (325, 425). Il cemento indurisce tanto all’aria quanto in acqua ed è il materiale base per realizzare il calcestruzzo. La presa avviene in 24/36 ore, ma l’indurimento definitivo si raggiunge dopo 28 giorni.
Cosa serve per preparare la malta di cemento
Sabbia,
ghiaia
acqua
Cemento Portland “325” o “425”
Cazzuola
Badile
Composizione malta cementizia
Le proporzioni (in volume) di cemento, sabbia e acqua sono: 1-4-1. A= cemento; B= sabbia; C= acqua. Se l’impasto deve contenere anche ghiaia, si considera questa facente parte della sabbia.
Come fare la malta
Tempo richiesto: 20 minuti
Preparazione dell’impasto nelle giuste proporzioni
Prepariamo l’impasto con il badile mescolando accuratamente inerti (sabbia) e cemento asciutti. In questo modo riusciamo a ottenere un insieme omogeneo per una migliore riuscita della malta.
Versare l’acqua
Dopo aver formato con il badile un profondo cratere nel miscuglio di inerti e cemento, versiamo tutta l’acqua necessaria al suo interno. Cerchiamo di evitare eventuali colature laterali.
Miscelare l’impasto
Facendo attenzione a non far tracimare l’acqua, iniziamo a ribaltare l’impasto nel cratere in modo da portare a contatto con l’acqua tutto il materiale.
Impastare
Rivoltiamo l’impasto con il badile fin quando non rimane più miscuglio asciutto. Poi continuiamo a lavorare fin quando risulta molto morbido e senza grumi.
Malta pronta
Sono disponibili numerosissime miscele di leganti e inerti, già pronte nelle proporzioni ottimali, per l’esecuzione del lavoro. Si trovano, tra l’altro, malte di cemento, di calce, finiture per pareti, adesivi per piastrellatura, stabiliture, cementi rapidi, gessi, ecc. Il loro impiego facilita molto il lavoro, in quanto si salta del tutto la fase di miscelatura: basta passare direttamente al mescolamento con l’acqua necessaria e sono subito pronte per l’uso. Ottimi, ad esempio le malte pronte Knauf
Dovunque occorra un palo bisogna saperlo piantare nel modo corretto perché abbia una giusta tenuta
Sia che occorra una recinzione, sia che si voglia montare un portico o un capanno per gli attrezzi, occorre sapere come piantare un palo. Cominciamo col dire che oggi la cosa è facilitata dai semilavorati di legno impregnato a caldo e sotto vuoto che ci risparmiano per anni ed anni il lavoro di protezione: i tarli del legno ne stanno lontano, l’acqua si limita a bagnarli, caldo, freddo, sole o pioggia non li offendono.
Per capire come piantare un palo, accantonato il problema del materiale resta quello di montarlo in modo stabile, lavoro abbastanza semplice ma, se non si dispone di macchine specifiche, piuttosto pesante. Vediamo quindi come piantare un palo.
Come piantare un palo, che attrezzi servono?
Per fare in terra fori stretti e profondi esistono le trivelle manuali, economiche e precise, ma molto faticose da usare soprattutto in terreni compatti, non tanto per mandarle giù, ché basta girarne il manico, quanto per tirarle su cariche di terra. In terreni argillosi e compatti conviene fare con una punta da muro lunga e grossa un foro d’invito in cui versare a più riprese, fino a “rifiuto”, dell’acqua che ammorbidisca il terreno.
Per non faticare eccessivamente ci vuole calma e pazienza: un giro e mezzo in senso orario, mezzo giro all’inverso e tira su, un po’ come quando si filetta.
Nei migliori centri per far da sé ed in molti magazzini per edilizia, comunque, sono disponibili a nolo trivelle meccaniche che dimezzano la fatica e riducono del 60 % il tempo necessario. Quelle più potenti vanno però tenute e guidate da due persone robuste, per cui non possono essere usate se non si ha un aiutante.
Come piantare un palo, la tecnica
Tempo richiesto: 2 ore
Applicare il supporto e versare il cemento
Per capire come piantare un palo occorre dire che i pali possono essere direttamente cementati nel terreno scavando una buca e bloccandoli nella gettata di calcestruzzo con grossi chiodi sporgenti di 8-10 centimetri. Più semplice oggi l’uso di supporti metallici o dotati di gambi elicoidali da cementare come si vede nelle foto o da infiggere direttamente nel terreno. Il cemento va accuratamente mescolato prima di versarlo ai piedi del palo e va compresso in sede per eliminare ogni bolla d’aria. finché il cemento non ha fatto sicuramente presa il palo va tenuto diritto con l’aiuto di tavole e listelli.
Mantenimento della stabilità con supporti
Finché il cemento non ha fatto sicuramente presa il palo va tenuto diritto con l’aiuto di tavole e listelli.
Fissaggio dei tirafondi
Tutti i tipi di staffe per pali sono dotati di fori per il passaggio di tirafondi, ma non sempre i fori sono sfalsati, per cui le viti non possono superare metà spessore del palo. Bloccato in posizione il palo, si aprono attraverso i fori della staffa i fori d’invito per i tirafondi, di diametro 1,5 o 2 mm inferiore rispetto alla filettatura.
Schema di fissaggio
Una volta asciutto il cemento il palo è solidamente piantato al terreno, come la sua base come evidenziato nel disegno.
Dimensioni: Supporto (LxPxH) 91 x 91 x 150 mm - Profondità della piastra 150 mm - Larghezza della piastra 150 mm - Numero di fori 8 - Foro Ø 11 mm
Versione: da avvitare - per pali di legno quadrati
Porta palo da avvitare di alta qualità di Alberts - i risolutori di problemi di altissima qualità, che aiutano sempre quando le cose devono essere perfette.
Alberts non solo offre un'ampia gamma di ferramenta per bussole a pavimento per pali in legno di alta qualità. Disponiamo anche di una varietà di profili, lamiere e angoli nonché inferriate per finestre belle e sicure, oltre a recinzioni pratiche e decorative.
Se il tempo e l’umidità han fatto marcire la base di un vecchio palo non occorre sostituirlo tutto. Basta tagliar via la parte ammalorata e preparare una giunta di pari lunghezza e sezione che inseriamo nella staffa. Poggiamo su questa la base del palo tagliato (una grossa vite doppia fra i due pezzi aumenta la tenuta) e rinforziamo l’unione con grossi listelli o fasce di ferro spesso almeno 5 mm da fissare con bulloni passanti.
Va ovviamente usato legno protetto, in fabbrica o da noi, dall’umidità e dai tarli. Tutti i supporti per pali, a staffa o a bicchiere, sono sempre in acciaio protetto da una forte zincatura che ne garantisce la durata per decine d’anni ma che, lucente da nuova o opacizzata dal tempo, non è sempre gradita alla vista.
Oltre all’ovvio rimedio di verniciare il metallo (sull’acciaio zincato occorre dare preventivamente una o due mani di primer) esistono anche staffe a T rovesciata sulle quali si incastra il palo, bloccandola con bulloni passanti.
Quando il deumidificatore perde acqua, molto spesso non si tratta di una una perdita vera e propria, ma il malfunzionamento del sistema di stop.
Dopo anni di onorato servizio, capita che alcuni elettrodomestici manifestino qualche “magagna” funzionale, pur avendo il sistema pulsante in perfetta efficienza. Se il deumidificatore perde acqua e non si ferma più automaticamente, come dovrebbe fare quando la vaschetta di raccolta della condensa volge al riempimento totale. Di conseguenza l’acqua continua a prodursi e finisce per debordare e formare un lago alla base dell’elettrodomestico.
Il sistema di stop del deumidificatore
Il sistema di stop automatico si affida a un galleggiante situato nella parte alta della vaschetta di raccolta. La vaschetta è rimovibile per lo svuotamento, pertanto il galleggiante non ha collegamenti diretti con l’elettronica della macchina. Ma interagisce meccanicamente con un rinvio che va a premere un microinterruttore.
La vaschetta di raccolta condensa ha un coperchio che, in questo caso, è avvitato per essere perfettamente solidale con il contenitore.
Deumidificatore perde acqua: come si ripara
Tempo richiesto: 30 minuti
Apertura del pannello frontale e del retro del deumidificatore
Rimozione vaschetta
Per capire se il deumidificatore perde acqua si rimuove la vaschetta di raccolta della condensa, che ha una sua sede sul frontale della macchina, e si individua il puntale del galleggiante, che sporge dal bordo.
Individuare il rinvio
Guardando nel vano, si reperisce il rinvio su cui va ad agire il puntale del galleggiante. Cercando di muoverlo si capisce subito che è “piantato” in fondo e la cosa non è normale. A questo punto si deve aprire il retro della macchina.
Rimozione del filtro
Nella parte posteriore c’è un filtro che si rimuove estraendolo verso l’alto. Non sarebbe importante farlo, se non fosse che nasconde due delle 6 viti da svitare per rimuovere tutto il coperchio.
Svitare il pannello posteriore
Quando si rimuovono le viti, è sempre meglio stare attenti alle loro dimensioni e, se sono diverse, segnarsi bene dove vanno le più lunghe e dove le più corte.
Apertura del pannello
Gli elettrodomestici come i condizionatori portatili e i deumidificatori, che funzionano con un compressore e un circuito chiuso, è meglio che rimangano sempre diritti in piedi, quindi non vanno coricati neppure per fare quelle operazioni che riuscirebbero meglio se fossero distesi.
Valutare il rinvio basculante
Tolta la maggior parte della polvere, ci si concentra sugli elementi che concorrono all’arresto per troppopieno: si nota il rinvio basculante il cui guscio sovrasta l’interruttore dal quale escono tre conduttori.
Rimozione del guscio portarinvio del deumidificatore
Per rimuovere il guscio portarinvio si devono allargare le due alette laterali; si usano le dita, perché si ha una migliore percezione della forza che si applica e si è così sicuri di non spaccare nulla.
Testare il rinvio a bilanciere
Il rinvio a bilanciere deve potersi muovere liberamente sul suo fulcro: provandolo con le mani, invece, si rileva una certa rigidità ed è evidente che sia dovuta alle incrostazioni presenti proprio nello snodo. In questo caso il componente è stato smontato nei due pezzi che lo formano in modo da poterli lavare con uno spazzolino, usando acqua e sapone.
Valutare lo stato di salute dei terminali conduttori
L’ispezione procede controllando la presenza di ossido sui terminali dei conduttori e verificando che siano innestati saldamente nel microinterruttore. Essendo coperto da un guscio, questo componente non ha bisogno di essere pulito; tuttavia è il caso di verificarne il funzionamento premendo prima il piccolo pulsante per avvertire il classico click che emette e poi, staccati i conduttori, accertandosi del reale funzionamento elettrico con il tester.
Lubrificazione dei componenti
Dopo aver rimesso tutti i componenti al loro posto, nell’ordine il microinterruttore e poi il guscio portarinvio, si dà al bilanciere una spruzzata leggera di WD40 lubrificante secco al PTFE, che ha un’eccellente funzione antifrizione e, essendo secco, non provoca accumulo di polvere.
Verifica di funzionamento
Una prima verifica del corretto funzionamento si esegue immediatamente, premendo con un dito il rinvio dal lato della vaschetta e controllando che il bilanciere ritorni fluidamente e senza inceppamenti. Poi si effettua una prova vera, mettendo in sede la vaschetta piena d’acqua, al limite dell’intervento del galleggiante e introducendone altra con un tubetto fatto passare dal lato posteriore, ancora aperto. Per quest’ultima prova si deve fare molta attenzione a non toccare le parti della macchina, perché il deumidificatore va acceso (in modo da testare il reale funzionamento) e, non essendoci la copertura, c’è il rischio di prendere la scossa.
Rimuove l'umidità: con la tecnologia Peltier (non è necessario un compressore), il volume del serbatoio dell'acqua del nostro piccolo deumidificatore è fino a 1000 ml. E può rimuovere fino a 450 ml di acqua al giorno a 30 ℃ e 80% RH.
Basso consumo energetico e funzionamento silenzioso: durante il funzionamento, questo deumidificatore produce circa 39 dB, in modo che la macchina possa funzionare tutto il giorno senza rumori forti o fastidiosi.
Spegnimento automatico e indicatore LED: l'accensione della macchina si accende automaticamente la luce a LED colorata e il colore cambia continuamente. È possibile anche bloccare il colore preferito anche con il controllo della luce. Quando il serbatoio dell'acqua raggiunge la massima capacità, il deumidificatore si spegne automaticamente.
Deumidificatore ideale per piccoli ambienti: peso: 1,3 kg, dimensioni: 15 x 15 x 25,6 cm, con una maniglia, facile da trasportare. È perfetto per casa, cucina, bagno, ufficio, camper, cantina e zone poco ventilate.
Nota: per massimizzare l'effetto del deumidificatore si consiglia di tenere il prodotto a una distanza di almeno 0,5 metri dalla parete per assicurarsi che il prodotto funzioni correttamente.
12 LITRI AL GIORNO: Rimuove fino a 12 litri di acqua al giorno a basso consumo energetico. Ideale per l'umidità, la muffa e l'umidità in case, scantinati e bagni che soffrono di condizioni di umidità e umidità
AMPIO SERBATOIO DELL’ACQUA: Il serbatoio dell'acqua da 1,8 litri si spegne automaticamente quando è pieno, con un tubo di drenaggio continuo incluso per un uso a lungo termine e 4 ruote per una facile portabilità tra le stanze
DISPLAY A LED digitale: Lo schermo a LED digitale mostra l'attuale livello di umidità ambientale e consente di controllare 3 modalità di deumidificazione tra cui modalità automatica, continua e sleep
SENSORE DI UMIDITÀ: Il sensore di umidità incorporato consente di impostare l'umidità ambiente desiderata tra il 30% e l'80%. Una volta raggiunto questo livello, l'unità si spegne per risparmiare energia
TIMER 24 ORE: Un timer incorporato consente di programmare l'attivazione o la disattivazione del deumidificatore durante il giorno e la notte
DEUMIDIFICATORE: Deumidificatore che rimuove dalla tua casa fino a 25 L di umidità al giorno
ASCIUGABIANCHERIA: Grazie alla funzione Laundry, il DDSX225 aiuta a ridurre i tempi di asciugatura degli indumenti del 50%
SISTEMA DI FILTRAZIONE DELL'ARIA: dotato di un doppio stadio di filtrazione grazie al filtro antipolvere con trattamento Biosilver agli ioni d'argento. Certificazione “Asthma Allergy Friendly"
TANK CONTROL SYSTEM: L'apparecchio si arresta automaticamente, quando la tanica è piena; il sistema è attivo anche con lo scarico in continuo
DOPPIO SISTEMA DI ELIMINAZIONE DELLA CONDENSA: Per scaricare l'umidità asportata in tanica o ininterrottamente attraverso un apposito tubicino
Il seghetto alternativo è l’indispensabile elettroutensile integrale portatile che permette di eseguire tagli su legno e altri materiali per mezzo di una corta e robusta lama che effettua numerose corse in senso verticale. Il suo utilizzo preferenziale è il taglio di tavole e pannelli di legno, multistrato, materiali compositi come truciolare, faesite, plexiglas, ma anche alluminio, lamiera, plastiche ecc.
L’avvitatore a batteria è un utensile che semplifica e velocizza l’inserimento e la rimozione di viti tramite inserti intercambiabili (bit); ma può anche montare punte da trapano di diametro limitato per realizzare fori nel legno o in materiali non troppo duri. Rispetto a un avvitatore elettrico, si ha il vantaggio di poter lavorare senza bisogno di un collegamento elettrico e senza l’ingombro del cavo