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Come costruire un mobile sala fai da te

Rinnovamento di una parete attrezzata con costruzione in MDF del mobile sala  portatv, dei pensili di contorno, più una serie di mobiletti a terra, di varia altezza, chiusi da antine; tutto contraddistinto da un forte orientamento all’asimmetria

Dal nostro archivio di mobili fai da te proponiamo un mobile sala realizzato dal nostro lettore Claudio Pioli. Le idee si sono fatte chiare visitando molti siti internet dove prendere idee dai cataloghi on line dei produttori, mentre la convinzione di procedere con l’autocostruzione è venuta dopo aver ottenuto i preventivi, visitando fisicamente alcuni negozi della zona. Ecco quindi che la costruzione di un pannello porta tv fai da te si è concretizzata.

Costruire un mobile fai da te

La composizione risulta semplice: base con cassetti, sportelli con differenti altezze, una parte superiore con pensili e vetrina sfalsati in altezza. Tutto il progetto ruota intorno alla TV che si vuole appendere, inscritta in un suo pannello al centro della parete, posizione vincolata dalle sue connessioni (alimentazione e antenna).

In base alla posizione e alle misure dello schermo si calcolano le dimensioni delle aperture del pannello della tv, le altezze e la profondità dei pensili e, in ultimo, la grandezza delle basi. Il tutto va coordinato nel disegno dettagliato del progetto, utile per farsi tagliare su misura tutti i pannelli di MDF necessari alla costruzione.

Già sul progetto tutti i pezzi vanno contrassegnati con una sigla, in modo da poterli riconoscere velocemente; in molti casi va marcato fisicamente sul pezzo anche il lato che deve rimanere rivolto verso l’interno.

Mobile sala con armadio a muro

Al termine, quando pare tutto concluso, visti i risultati eccellenti, nascono immediatamente nuove richieste, ancora più articolate, ed ecco che si deve progettare anche l’armadio a muro con cui attrezzare un’intera parete nell’ingresso di casa, con una grande zona chiusa da ante e una con scaffali a giorno.

Il procedimento per la costruzione del mobile fai da te

Tempo richiesto: 8 ore

  1. Tracciare il centro delle fresature

    Per eseguire le giunzioni a lamelli bisogna abbinare i pezzi in modo da poter tracciare contemporaneamente il centro delle fresature da effettuare su entrambi.

  2. Puntare il segno tracciato in precedenza

    L’aggiuntivo per smerigliatrice angolare lavora appoggiato in piano su una superficie e permette di puntare con precisione il segno tracciato in precedenza sul pannello.

  3. Eseguire la fresatura per tutta la lunghezza del pannello

    Fatte le fresature semicircolari in testa al pannello, si praticano quelle sul fianco dell’altro pannello. La stessa macchina si può usare anche per eseguire la fresatura per tutta la lunghezza del pannello per l’incastro del foglio di fondo, in masonite.

  4. Contraddistinguere i due pezzi

    Lavorando i pezzi in serie è fondamentale contraddistinguerli, indicando anche il lato esterno o interno.

  5. Verificare gli incastri

    Prima di quello definitivo va sempre fatto un montaggio di prova per verificare gli incastri e i parallelismi del mobile.

  6. Montare il mobile

    Il montaggio definitivo avviene con colla vinilica e strettoi che mettono in pressione le giunzioni.

  7. Colorare i lati interni dei pannelli

    Per semplicità e rapidità d’esecuzione, i lati interni dei pannelli vengono colorati prima dell’assemblaggio; tra l’altro, stendendo lo smalto a rullo si ottiene anche un risultato migliore se si lavora in piano, senza gli spigoli interni che ci sono una volta che il mobile è montato.verniciare mobili

  8. Tracciare le finestre da aprire

    Tutti i pannelli sono tagliati a misura in un centro fai da te, ma quello di supporto allo schermo TV necessita dell’apertura di finestre interne che solitamente in quei luoghi non fanno. Si procede fissando saldamente in piano il pannello, tracciando con squadra e riga le finestre da aprire e iniziando a fare un foro sufficientemente ampio per entrare con la lama del seghetto alternativo.

  9. Rifinire i bordi

    I tagli principali si fanno con il seghetto alternativo, ma i bordi difficilmente risultano perfetti, quindi si rifiniscono con la fresatrice con fresa cilindrica. Per andare diritti si fissa con strettoi un listello parallelamente al bordo da regolarizzare.costruire mobili in mdf

  10. Applicare le cerniere

    Gli sportelli fanno battuta sul bordo del pensile. Tutte le superfici sono già smaltate a più mani. Le cerniere, tipiche per i mobiletti da cucina, si applicano dopo aver praticato i fori ciechi con punta Forstner di adeguato diametro.

  11. Fissare la TV alla parete

    Il pannello della TV incornicia lo schermo, ma non lo sostiene. Per poterlo inclinare quanto basta per una migliore visione dal divano, lo si fissa direttamente alla parete con un attacco specifico per schermi piatti.

  12. Applicare i pensili a parete

    Dopo aver collocato televisore e pannello, si applicano a parete i pensili regolandone l’altezza con una livella a bolla.mobili fai da te

Pensili del mobile sala fai da te

Costruire un armadio a muro nella nicchia

mobile fai da te
  1. Anche in questo caso si fanno tagliare su misura i pannelli di MDF in un grande centro fai da te, quindi si predispongono per le giunzioni con lamelli effettuando le fresature semicircolari con l’aggiuntivo per smerigliatrice angolare.
  2. Una serie di tavole funge da telaio che segue tutto il contorno della nicchia.
  3. Le tavole si uniscono senza colla per verificare la correttezza delle dimensioni complessive della cassa cornice che deve poter entrare di stretta misura nella nicchia. Alcuni pezzi, come la fascia alla base e un’anta, messi in posizione, permettono di verificare anche la perfetta quadratura dell’insieme.
  4. La notevole altezza delle ante e quindi il loro peso, impongono di applicare una nutrita schiera di cerniere lungo il bordo laterale. Nel lato delle ante le cerniere non richiedono foratura con la punta Forstner, ma solo due piccoli fori di invito per le due viti che le bloccano.
  5. Le ante e le parti dei pezzi che restano a vista si trattano prima del montaggio con primer all’acqua e poi con tre mani di smalto, sempre all’acqua, stese con rullo.
  6. A terra resta una fascia bassa, alta poco più del battiscopa della stanza, che copre lo zoccolo di rialzo sul fondo dell’armadio.
  7. Il mobile si monta esternamente alla nicchia e si inserisce solo una volta ultimato. Per impedire che, aprendosi, l’anta destra vada a interferire con la parete a fianco, la cornice cui è incernierata ha doppio spessore; in pratica sono due tavole affiancate.
  8. L’armadio viene fissato applicando viti nella cassa-cornice: sulla sinistra le viti vanno a prendere nel telaio della struttura in cartongesso, che costituisce la scaffalatura a fianco, mentre a destra, essendoci muro in mattoni, si usano comuni tasselli a espansione.
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Benedetto far da sé!

Tratto da “Far da sé n.505 – Maggio/Giugno 2020″

Autore: Nicla de Carolis

Benedetto, in questo caso usato nella sua accezione laica “che ha recato gioia, consolazione, giovamento”, mi sembra l’aggettivo perfetto per definire la situazione di privilegio in cui i far da sé hanno potuto vivere il periodo della quarantena per la pandemia, ahimé non ancora del tutto terminato. Lo stare a casa inizialmente ci ha colti impreparati, ma non è stato percepito come uno stop così negativo, rilassarsi un po’, leggere, guardare la TV.

E poi la permanenza a casa ci ha portato ad avere sotto gli occhi le cose ammucchiate negli anni il cui destino è stato sempre rimandato per mancanza di tempo; quindi tutti ci siamo dedicati a buttare, fare spostamenti di mobili e conseguenti pulizie anche negli angoli più difficili. Ma dopo tutto questo è iniziato il tam tam delle lamentele, non sapere cosa fare per impiegare il tempo, la difficoltà di una convivenza forzata, mai provata in questa misura, oltre che, ovviamente, l’incertezza riguardo al futuro e le paure primarie di perdere la salute e ogni forma di sussistenza. L’inattività non aiuta anche psicologicamente a superare questi pensieri neri, ma volendo essere positivi, tutto il tempo a disposizione, perché non si va al lavoro, al cinema, al ristorante, al bar, a fare una gita al mare, è una vera manna per chi ama fare. Certo non sarebbe così se la quarantena non avesse una fine.

Il laboratorio è il rifugio sicuro, dove, pur rimanendo a casa, la fantasia è libera di concretizzare le idee; ci sono infiniti progetti che aspettano di essere realizzati e riparazioni lasciate a metà che ora si riescono a completare con grande soddisfazione. E poi i trenta metri di ringhiera che delimitano la casa, un po’ arrugginita, può finalmente tornare come nuova.
Tutto senza ansia… il tempo c’è.

E noi della redazione, che non abbiamo mai interrotto la nostra attività, osservando in maniera ferrea le indicazioni del Governo, chi da casa, chi dagli uffici, chi dal laboratorio, siamo confortati dalle vostre realizzazioni che arrivano copiose e di una varietà davvero inimmaginabile. Ecco la costruzione della casetta sull’albero, il cestino per la bici, pratico ed elegante in alluminio, il diffusore 1000 watt per il basso, il triangolo di PINKLER per arrampicata, intrattenimento educativo per i più piccoli, il monopattino realizzato con una bici buttata, il lampadario con la ruota di un arcolaio, la cassettiera fatta con truciolato recuperato vicino ai bidoni della spazzatura… solo per citarne alcuni che pubblicheremo prossimamente.

Tutti oggetti costruiti riciclando materiali, utilizzando la creatività, la capacità di progettare e le tecniche per fare; un impegno che dà gratificazione, segue le regole che vorrebbero un cambiamento di marcia nella nostra economia, contrastando un consumismo sfrenato e l’inquinamento, tornando verso un’economia circolare.
Il far da sé è un modello da seguire che fa bene all’economia ed è un toccasana per la mente.

Piastrellare una scala | Posa fai da te

Piastrellare una scala è un’operazione che comporta il rivestimento dei gradini con piastrelle; queste possono essere poste sia sulle pedate sia sulle alzate

Per piastrellare una scala esistono due sistemi: il primo consiste
nel rivestire soltanto le pedate, nel qual caso è meglio utilizzare lastre monolitiche spesse 2-3 cm, limitandosi all’intonacatura delle alzate. Se intendiamo realizzare tutta la scala con piastrelle di formato usuale, possiamo usare tonalità diverse per alzate e pedate o realizzare affiancamenti cromatici a nostro piacimento.

Va tenuto presente che le pedate devono prevalere sulle alzate, pertanto la profondità della piastrella dovrà essere quella dello scalino più lo spessore della piastrella dell’alzata. Se la larghezza della scala non è stata predefinita, difficilmente la misura corrisponde al multiplo di una piastrella intera e, dovendo completare lo spazio con una piastrella tagliata, è meglio rivestire alzate e pedate sfalsando le fughe, ma in modo che tutte le pedate e le alzate risultino uguali tra loro.

Esistono pezzi speciali, in molte linee di piastrelle, dedicate al rivestimento delle pedate. Questi pezzi incorporano una modanatura sporgente, variamente sagomata, che la raccorda con l’alzata, formando un elemento monolitico.

piastrellare una scala

Se invece per piastrellare una scala si utilizzano normali piastrelle piane, lo spigolo può essere rivestito dopo la posa con bordi protettivi stondati, anche se nulla vieta di lasciare il collegamento tra pedata e alzata a spigolo vivo, semplicemente stuccato.

Occorrente

  • Piastrelle;
  • malta di cemento;
  • malta adesiva;
  • riempifughe;
  • manara;
  • spatola dentata;
  • metro;
  • livella a bolla;
  • tagliapiastrelle;
  • spatola di plastica;
  • spugna.

Preparare gli scalini

Prima di piastrellare una scala con lo scalpello si tolgono tutti i pezzi di cemento ammalorato che tendono a staccarsi dal gradino. Dopo questa operazione è necessario pulire la scala da tutti i detriti che si sono formati.

Se la scala è molto degradata e gli scalini si presentano deformati, su ogni alzata si fissa una tavoletta in bolla utilizzando chiodi di acciaio. Il profilo superiore delle tavolette deve sporgere oltre la pedata di una misura pari allo spessore di cemento che si vuole aggiungere.

Come piastrellare una scala

Rimosso il vecchio rivestimento, se esistente, stendiamo la malta di cemento e tiriamola con il frattazzo. Un’accurata lisciatura è la premessa indispensabile per una facile posa delle piastrelle.
Disponiamo le piastrelle per valutare i tagli, segnandole sul posto utilizzando un pennarello o una matita a cera. Quelle che rivestono la pedata devono sormontare quelle dell’alzata.
piastrellare una scala
Preparata la colla, iniziamo la posa. Per rivestire le pedate stendiamo la colla direttamente sullo scalino con la spatola dentata, per le alzate la colla va applicata sul retro delle piastrelle.
Mano a mano che avanziamo con la posa alterniamo colori e disposizione secondo il nostro gusto in modo da ottenere il disegno progettato. Se utilizziamo pezzi triangolari affiancati la fuga tra essi non è necessaria.
Terminato il rivestimento, a colla asciutta, sigilliamo gli spazi tra le piastrelle con lo stucco riempifughe, di tipo adatto a seconda che la scala si trovi all’interno o all’esterno. Il colore del riempifughe va scelto in base alle piastrelle.
piastrellare una scala
Completiamo il lavoro passando una spugna bagnata per asportare i residui di stucco prima che questo asciughi completamente, altrimenti si rende necessaria un’azione più energica che potrebbe rovinare il lavoro.

Se piastrellare una scala non è la soluzione che più si adatta alle nostre esigenze possiamo optare per una scala prestampata.

Seghetto alternativo Black & Decker a batteria | BDCJS12N

Leggero e compatto, potente e versatile, il seghetto alternativo Black & Decker a batteria BDCJS12N è adatto al taglio curvo e diritto, su molteplici materiali

Oltre alle prestazioni, la caratteristica che il far da sé ricerca maggiormente in un elettroutensile è la facilità d’utilizzo. In questo senso, il seghetto alternativo Black & Decker a batteria BDCJS12N è un vero campione: leggero e dal design compatto, con uno speciale sistema d’attacco della lama, alimentato da una batteria a 12 V, offre semplicità, comfort e libertà d’uso. Tra le caratteristiche principali spiccano la pendolarità del taglio e la potenza del motore, grazie alle quali è possibile tagliare legno, plastica e metalli in modo rapido e preciso.

La velocità massima raggiunge le 2800 corse a vuoto al minuto, ma è variabile e ciò consente di ottimizzare il controllo dell’utensile; inoltre il sistema di soffiaggio polveri rimuove i residui dalla linea di taglio garantendone la visibilità. Il seghetto si avvantaggia di una nuova tecnologia di fissaggio della lama che consente di cambiarla facilmente e rapidamente.

Particolarità di questo sistema di cambio rapido è di essere compatibile sia con lame a “U” sia con lame a “T”. Versatilità e precisione sono altri due punti di forza di questa macchina che è perfetta per tagli sia curvi sia diritti. La profondità di taglio varia in base al materiale: legno 52 mm; acciaio 5 mm; alluminio 17 mm. La lunghezza della corsa misura 16 mm.

Il seghetto alternativo Black & Decker BDCJS12N fa parte della gamma “12V” e ciò consente di utilizzare la batteria per alimentare utensili diversi appartenenti alla medesima gamma. In più, grazie alla porta USB, la batteria può essere portata sempre con sé per ricaricare i dispositivi mobili. Prezzo consigliato euro 49,95. Black&Decker

Praticità e sicurezza

  1. Contenuto della confezione

    Nella confezione del seghetto alternativo Black & Decker BDCJS12N, oltre al seghetto, sono inclusi la batteria da 12 V, una lama per legno, il caricabatteria (voltaggio spina 230 V), un cavo USB. La porta USB della batteria consente di alimentare anche il proprio dispositivo mobile.seghetto alternativo Black & Decker BDCJS12N

  2. Sicurezza e precisione

    La protezione anteriore della lama è una barra curva di metallo; garantisce sicurezza durante le operazioni di taglio, offrendo massima visibilità sulla linea da seguire.Sicurezza e precisione seghetto alternativo

  3. Impugnatura ergonomica

    L’impugnatura ergonomica è in gomma morbida e zigrinata che offre una presa salda; è una garanzia per effettuare tagli in modo più confortevole, preciso e sicuro.ergonomia seghetto alternativo

  4. Comfort anche durante le operazioni lunghe

    In corrispondenza dell’impugnatura c’è un pulsante di blocco dell’interruttore di azionamento; questo garantisce il totale comfort anche durante le operazioni di taglio prolungate.

  5. Comodità della batteria

    La batteria da 12 V si inserisce con molta facilità alla base dell’impugnatura. Garantisce potenza e prestazioni ottimali, evitando al contempo il fastidio e l’ingombro del cavo d’alimentazione.batteria seghetto alternativo

  6. Alloggiamento per le lame

    Sul lato sinistro del seghetto alternativo a batteria BDCJS12N, al di sotto dell’impugnatura, è presente un cassettino nel quale è possibile custodire le lame durante la fase di non utilizzo. Questo pratico alloggiamento permette di non perdere le lame ed evita che si danneggino.lame seghetto alternativo

  7. Lama da 75 mm

    La lama per taglio legno, inclusa nel prezzo, ha una lunghezza di 75 mm ed è realizzata in acciaio al carbonio (HCS) che garantisce una buona flessibilità e una migliore distribuzione del calore.

  8. Cambio rapido della lama

    Il montaggio della lama avviene senza utilizzare alcun attrezzo: è sufficiente tirare la leva sul portalama verso l’alto e inserirvi la lama fino a battuta, dopo di che si lascia scivolare la leva verso il basso. Infine si verifica che la lama si trovi all’interno del rullo guida e ci si assicura che sia stretta nella sua sede, tirandola verso il basso.cambio lama seghetto alternativo

Un invito a spendere!

Tratto da “Rifare Casa n.69 – Maggio/Giugno 2020″

Autore: Nicla de Carolis

“L’edilizia ripartirà con sconti pari al costo pressoché totale dei lavori”, questa è la buona notizia annunciata dal Presidente del Consiglio che parla di un nuovo “meccanismo di detrazioni fiscali” per efficientamento energetico e messa in sicurezza antisismica degli immobili che renderebbe davvero vantaggiose le ristrutturazioni/riqualificazioni.
I benefici sarebbero ad ampio raggio, si valorizzerebbero gli immobili e si sosterrebbe il settore delle costruzioni generando occupazione; l’augurio, dunque è che questo annuncio si trasformi in provvedimenti concreti.

Ma, in un periodo in cui lo spettro della povertà sembra alle porte per molti, potrebbe apparire insensato pensare che le persone possano avventurarsi a fare spese così importanti. In realtà il tutto si basa su dati oggettivi: il 75% delle famiglie italiane vive in una casa di proprietà, il valore di questo patrimonio è quantificato in circa 5.200 miliardi. Inoltre la ricchezza finanziaria complessiva delle famiglie italiane, alla fine del 2018, ammontava a 4.218 miliardi di cui ben 1.390 miliardi non investiti, liberi sui conti correnti; il tutto per dire che, seppur lo Stato Italiano sia molto indebitato, la situazione patrimoniale e finanziaria di molti cittadini è solida. Inoltre, ultimo tassello per completare il ragionamento, il 50% degli edifici esistenti in Italia è stato costruito prima della Seconda Guerra Mondiale, mentre la restante parte è stata costruita dopo il 1950; gli edifici più antichi costituiscono i magnifici centri storici delle nostre città, godimento per i nostri occhi e attrattiva per i turisti di tutto il mondo, quelli edificati fino agli anni ‘90 sono invece esempi di come non si dovrebbe progettare e/o costruire, brutti, inefficienti, energivori, strutturalmente insicuri. Per gli uni e per gli altri i lavori di manutenzione, ristrutturazione e riqualificazione sarebbero davvero tanti.

Quindi sembra davvero buona l’idea di invogliare chi dispone di capitali liquidi, dormienti in banca, a trarne un beneficio personale e contemporaneamente dare una mano all’economia nazionale, aiutando così anche chi è in difficoltà. Il tutto senza dover subire la tanto temuta e odiata tassa sul patrimonio e senza dover sottoscrivere titoli di Stato a lunghissima scadenza con un ulteriore incremento del debito pubblico.
Naturalmente, se questo “meccanismo di detrazioni fiscali” riguardasse anche altri settori (ci sarebbero già proposte per gli importi spesi per le vacanze), la cosa sarebbe benvenuta e salutare per tutti.
Se siete tra i fortunati che hanno un gruzzoletto di cui disporre e volete fare migliorie alla vostra casa, mai come in questo periodo vissuta intensamente, anche in questo numero troverete numerosi spunti per farlo: a cominciare dall’installazione di un impianto di climatizzazione e purificazione dell’aria, di un ascensore domestico, per passare a cose più decorative come la posa di una carta da parati con soggetti a scelta che ha anche prestazioni tecnologiche come proteggerci dai rumori e dalle onde elettromagnetiche…

Mini ufficio fai da te | Come realizzarlo senza difficoltà

Una base per cucina, un top per mobili ed un paio di gambe metalliche: aggiungiamo il colore giusto e il mini ufficio fai da te è pronto

Realizzare questo piccolo ufficio fai da te è molto semplice. Innanzitutto si utilizza una tavola in legno che fungerà da piano di lavoro; questa appoggerà da un lato a un mobiletto da cucina (o una cassettiera) e dall’altro su due gambe metalliche.

Vediamo tutti i dettagli della costruzione.

Occorrente

Materiali:

  • 2 gambe metalliche, altezza 70 cm;
  • piano in legno 120x60x3,4 cm;
  • struttura mobiletto/cassettiera 58x30x70 cm.

Realizzazione ufficio fai da te

ufficio fai da te
Con il tampone munito di carta vetrata a grana media rendiamo scabra la superficie in laminato del mobile.
Applichiamo una mano di fondo su tutte le superfici, interne ed esterne, per favorire l’aggrappaggio della finitura.
Stendiamo una prima mano di smalto a pennello, attendiamo l’asciugatura e ripetiamo l’operazione sulla faccia opposta di ciascun pannello. Se vogliamo ottenere un risultato più uniforme, possiamo poi applicare la seconda mano utilizzando un rullino di spugna.
ufficio fai da te
Le chiare istruzioni e l’occorrente per il montaggio incluso nel kit permettono un facile e rapido assemblaggio del mobile.
Per fissare le gambe metalliche al ripiano non occorre preforare, essendo questo in tamburato. Collocando le gambe esattamente a filo dei lati perpendicolari, si possono avvitare direttamente, facendo però attenzione a non insistere con la rotazione dell’avvitatore quando queste arrivano a fine corsa, per non comprometterne la tenuta.

Alla base delle gambe si inseriscono a pressione i piedini. Il mini ufficio è pronto.

Scrivania salvaspazio fai da te | Realizzazione passo-passo

Un’ingegnosa scrivania salvaspazio fai da te con piano rotante che cambia posizione quando non viene utilizzato

Due cassettiere metalliche da ufficio, rifinite in alto con un unico piano d’appoggio di legno, fungono da elemento portante per un ulteriore piano, un po’ più profondo e soprattutto più lungo, che all’occasione può essere ruotato in fuori trasformando l’intero complesso in una spaziosa, quanto pratica, scrivania salvaspazio fai da te.

Il blocco girevole è formato da una fiancata su ruote, con funzione di gamba, un piano imperniato sul tetto delle cassettiere e due tavolette che rinforzano l’unione fra pezzo verticale e orizzontale.

La costruzione dell’intera struttura è opera alla portata di chiunque. La parte in legno, richiede solo qualche taglio (di cui due sagomati ad arco) e la giunzione dei pezzi con colla più eventuali spine.

Il meccanismo di rotazione vuole la predisposizione di un perno e di un cuscinetto di scorrimento, per i quali basta aprire dei fori e inserire dei pezzi metallici.

Le cassettiere si acquistano pronte e si completano in alto fissando il tetto con due strisce di nastro adesivo. Inglobando cassettiere già fatte in altre strutture progettate appositamente si formano elementi d’arredo dinamici, funzionali e belli a vedersi.

Nella versione di riposo, la scrivania salvaspazio fai da te si riduce ad un tavolo contro la parete che occupa poco più spazio delle cassettiere sottostanti.

Quando serve un piano di maggior superficie, basta ruotare la parte superiore di 90° per disporre anche di quasi tutta la superficie del tetto delle cassettiere. Fra l’altro, nella posizione aperta la scrivania lascia ampio spazio alle gambe, che contro le cassettiere sarebbero invece molto sacrificate.

scrivania salvaspazio

Occorrente

Utensili:

Materiali:

  • 2 cassettiere metalliche 280x410x670 mm;
  • 4 strisce di tenace nastro biadesivo;
  • MDF spesso 19 mm: 1 piano mobile 500×920 mm, 1 piano fisso 430×600 mm, 1 fianco-gamba 460×695 mm, rinforzi a quarto di cerchio raggio 150 mm;
  • MDF spesso 10 mm: 1 tacchetto d’appoggio rotante 50×50 mm;
  • ferramenta: 1 cuscinetto a sfera da incasso nel legno, 2 tubetti metallici lunghi 15 mm, 2 rondelle o dischetti di pari diametro, 1 pezzo di tondino che entri nei tubetti lungo 38 mm;
  • colla;
  • materiale di finitura.

Scrivania salvaspazio – Il piano rotante

Affinché il piano superiore possa, cambiando posizione, scoprire quasi tutta la superficie dell’inferiore e affinché non incontri ostacoli durante la rotazione anche quando il tavolo è addossato contro la parete, è necessario che il perno sia sistemato in corrispondenza di un angolo anteriore.

Nella scrivania salvaspazio qui proposta, il perno è uno spezzone di tondino che entra in due cilindretti inseriti in fori ciechi aperti nelle due facce nascoste dei piani.

Affinché, col tempo, il peso e le rotazioni non facciano affondare il perno nel legno, la superficie piana del fondo del foro è rinforzata con una rondella metallica (ancora meglio sarebbe usare dei cilindretti chiusi, ma può risultare più difficile procurarseli).

Un cuscinetto a sfera inserito in un tacchetto di spessore applicato in corrispondenza dell’angolo non sostenuto dalla fiancata contribuisce a sostenere il peso del piano rotante, senza però provocare attrito con quello fisso.

Incontrando difficoltà a reperire un cuscinetto adatto, è anche possibile limitare il dispositivo antiattrito a un tacchetto di legno rivestito da due o tre strati di panno.

Le due tavole che compongono il piano girevole vanno accuratamente piallate e levigate prima di fissarle tra di loro ad angolo retto con robuste viti.
Siccome il piano grava con il suo peso sulle cassettiere, per garantire l’unione è sufficiente incollare blandamente. Due strisce di tenace nastro biadesivo per ogni cassettiera fanno anche di più.

Chi le ritenesse insufficienti (provare per credere), può sempre avvitare il piano da sotto attraverso il tetto.

Lubrificare le serrature | Interventi fai da te

Lubrificare le serrature e i meccanismi di rotazione di porte e serramenti è un’operazione che va effettuata periodicamente

Lubrificare le serrature è abbastanza semplice, ma si devono utilizzare i prodotti giusti. I lubrificanti, che hanno il compito di interporsi tra due parti in mutuo movimento e formare una specie di cuscinetto che distanzia le superfici, facilitando notevolmente il moto e riducono drasticamente la rumorosità (per esempio i cardini di porte e finestre) in quanto la causa è sempre un elevato attrito.

In particolare vanno lubrificati i meccanismi esposti agli agenti atmosferici, utilizzando materiali detergenti, oltre che lubrificanti, che riducono considerevolmente il rischio di formazione di ruggine e liberano dallo sporco le parti metalliche.

Conviene applicare poco lubrificante e frequentemente piuttosto che usarne molto, ma di rado. Usando un lubrificante spray conviene utilizzare sempre il beccuccio applicatore che deposita il lubrificante esattamente dove serve.

Occorrente per lubrificare le serrature

  • Oli, grassi lubrificanti, detergenti e sbloccanti;
  • oliatore a pompetta;
  • oliatore a gocciolamento;
  • spray di lubrificante con beccuccio applicatore.

Porte esterne

Lubrificare le serrature delle porte esterne è fondamentale: vanno trattate nei denti d’arresto con spray protettivi e lubrificanti. Azioniamo più volte il meccanismo per far penetrare il liquido all’interno.

Porte interne

Le serrature di porte interne vanno lubrificate iniettando un olio minerale con un beccuccio all’interno del meccanismo della chiave. Puliamo subito eventuali colature che macchiano il legno.

lubrificare le serrature

Cerniere

I perni su cui si articolano le cerniere possono impastarsi con polvere e sporco e l’articolazione viene resa difficoltosa dagli attriti: spruzziamo uno sbloccante e muoviamo la cerniera avanti e indietro.

cerniera

Cardini

Le articolazioni di cancelli e portoni vanno lubrificate almeno due volte l’anno con oli densi o con spennellature di grasso solido o spruzzature di grasso spray.

lubrificare cardine cancello

Chiavistelli

Questi meccanismi esigono una cura particolare, oltre alla lubrificazione necessitano anche di interventi di detergenza contro ruggine e sporco.

lubrificazione chiavistello

Lubrificare le serrature auto

Le serrature delle portiere vanno lubrificate con detergenti e sbloccanti soprattutto durante la stagione fredda per evitare che gelino, spruzzando nel meccanismo col beccuccio.

lubrificare le serrature

Olio o grasso?

L’olio

Negli usuali impieghi casalinghi l’olio lubrificante va utilizzato in quelle parti in cui non vi è il rischio di gocciolamento oppure ciò non comporta conseguenze. L’olio tende, infatti, a scivolare da parti verticali, lasciando gli elementi a contatto senza lubrificazione e sporcando tutti intorno. L’olio va impiegato in minime quantità, in modo che resti aderente al metallo.

olio lubrificante

Il grasso

Si usa quando è importante mantenere il lubrificante a diretto contatto con le parti in movimento. È utile all’interno di meccanismi in quanto l’olio difficilmente sarebbe trattenuto all’interno, ma colerebbe. Il grasso, inoltre, difende la parte meccanica da polvere, aria e acqua.

grasso lubrificante

La sega circolare

La sega circolare è uno degli attrezzi più diffusi per troncare il legno. La sega circolare è una macchina concepita per il taglio del legno. Il numero di giri del motore della sega circolare è legato al diametro del disco, tanto maggiore è questo, tanto meno è veloce il motore, così da garantire una velocità periferica ottimale; esistono, comunque, macchine con variatore elettronico della velocità concepite per poter tagliare anche materiali diversi dal legno e dai suoi derivati.

Battiscopa filo muro | Caratteristiche e installazione (VIDEO)

Il battiscopa filo muro conferisce omogeneità e permette ai mobili di poggiare direttamente alla parete

Il battiscopa (o zoccolino) è un accessorio che può sembrare marginale ma che in realtà ricopre un ruolo fondamentale nella casa: serve a proteggere il muro da urti accidentali e dai segni creati dalla scopa e dall’aspirapolvere ma ha anche una sua valenza estetica e per questo deve essere in armonia con le porte e l’arredo della casa.

In particolare, se si scelgono le porte filo muro, un battiscopa raso parete diventa quasi una scelta obbligata che assicura omogeneità della parete, coerenza delle finiture e l’assenza di sporgenze sul muro. Il vantaggio di una simile soluzione non è però solo puramente estetico. Un battiscopa filo muro, infatti, elimina il problema del deposito della polvere e permette ai mobili di poggiare direttamente alla parete senza fessurazioni. 

ECLISSE ha studiato un particolare profilo in alluminio compatibile con i controtelai della linea Syntesis Collection e SHODO Collection che permette un’installazione facile e senza alcuna interruzione tra gli elementi battiscopa e porta.

Installazione

Per l’installazione di un battiscopa filo muro è necessario predisporre un incavo per lo zoccolino e collocare degli appositi profili in alluminio in fase di costruzione della parete, ovvero prima di eseguire l’intonacatura e la posa del pavimento. Qui verranno collocati gli appositi profili in alluminio che hanno una lunghezza pari a 2 metri ciascuno.

Collegando poi i profili lineari con i giunti di collegamento si potranno creare gli angoli interni ed esterni e installare il battiscopa anche in corrispondenza di scale.

battiscopa filo muro scale

Se piace l’idea di avere un segnapasso, si possono posizionare dei nastri led e fresare il battiscopa quel tanto necessario per far passare la fonte luminosa. 

Alcuni punti da tenere a mente se si desidera installare un battiscopa filo muro:

  • è possibile anche in caso di ristrutturazione, ma è sempre necessario prevedere l’incavo per l’alloggiamento del profilo;
  • per avere in più un’illuminazione decorativa, si possono posizionare delle strisce (strip) led;
  • vantaggio di appoggiare i mobili direttamente alla parete;
  • stop alla polvere che non ha più lo spazio utile per depositarsi.

I profili in alluminio ECLISSE Syntesis Battiscopa hanno un’altezza pari a 60 millimetri e permettono di inserire un battiscopa filo muro con altezza pari a 58 millimetri,  mentre quelli ECLISSE SHODO Battiscopa misurano rispettivamente 47 millimetri e sono adatti all’alloggiamento di un battiscopa con altezza pari a 45 millimetri. In entrambi i casi, per altezze del battiscopa superiori è sufficiente posare i profili sopra la quota zero.

Guarda i VIDEO e scopri come installarli:

  • Posa in opera del profilo
  • Come montare le verghe del battiscopa filo muro